Le Bithie dalle doppie pupille, una tradizione che ritroviamo nella nostra terra, in Sardegna, la cui simbologia di accomuna anche a quella dei Giganti di Mont'e Prama, gli esseri divinizzati, che, come le Bithie, hanno le doppie pupille, come simbolo della sinergia lunare e solare.
Un'energia creatrice, che è fonte di vita.
La B come il secondo Sacro Archetipo Ebraico Beth, il "contenitore", la Forma attraverso la quale l'energia divina si manifesta in vita, in creazione.
In effetti, c'è affinità fonetica, tra "vita" e "Bithia"
Bithia, biddio, (ombelico), omphalos, il punto focale che dà origine alla comunità, la "bidda", il paese, il fulcro della prima comunità in espansione
Come riporta la Blavatskj nell'Iside svelata "Fra i moderni Parsi, come fa notare un traduttore del RigVeda, esiste la credenza, durata fino a oggi, che i loro adepti hanno una fiamma nell’ombelico, la quale illumina per loro ogni oscurità e dischiude il mondo spirituale, come tutte le cose invisibili o distanti. Essi la chiamano la lampada del Deshtur, o alto sacerdote, la luce del Dikshita (iniziato), e con molti altri nomi."
Bithia è anche il nome di un'antica città "punica" rinvenuta in Sardegna nella costa sud occidentale, a circa 50 km da Cagliari, l'attuale Chia.
Bithie conosciute nella civiltà sciita, che presenta, nelle antiche cartine, un'Olbia, omonima alla nostra sarda, sulle rive del mar Nero, che in origine si chiamava Odessa.
Bithie
Radice Bi-
Doppie.
Doppie anche nella simbologia.
Guaritrici
Dal sanscrito "bhisaj", che significa tanto 'poeta' quanto 'guaritore, medico.
Ma la radice bhi si traduce anche come "terrore/spavento"
Nell' Iside svelata" di Helena Blavatsky, troviamo che la prima emanazione femminile veniva chiamata Bythos o Profondità
Essa corrispondeva alla Shekinah dei cabalisti, il “Velo” che nasconde la “Sapienza” nel cranium della più elevata delle tre teste.
Il vedere oltre, appunto.
Le tre teste, la Sapienza più elevata, la pupilla e due cerchi concentrici intorno.
I tre Soli, le tre illuminazioni di nascita e rinascita, lungo la Via Lattea.
Le tre porte iniziatiche.
Le tre cornici onnipresenti nella nostra Antica Civiltà Sarda, soprattutto nelle Domus de Janas.
Come la Monade pitagorica, questa Sapienza senza nome era la Fonte della Luce, e Ennoia, o Mente, era la luce stessa.
Questa era anche chiamata “Uomo primitivo”, come l‘Adam Kadmon, o antico Adamo, della Cabala.
I Giganti di Mont'e Prama sono degli Iniziati, rappresentano quell'unita Monadica che li erge ad esseri divinizzati, dei Giudici, custodi del Tau, del Sigillo Divino.
Invero, se l‘uomo fu creato a immagine e somiglianza di Dio, questo Dio era simile alla sua creatura nella forma: e quindi era l‘”Uomo Primitivo”.
Il primo Manu, quello che si evolse dal Swayambhuva, “colui che esiste non rivelato
rivelato nella sua gloria”, è anche, in un certo senso, per gli Indù, l‘uomo primitivo.
Così la “non rivelata e senza nome” Bythos, il suo riflesso femminile, ed Ennoia, la mente rivelata che procede da entrambi, il loro Figlio, sono le controparti della prima triade caldea come pure della Trimurti brahmanica.
Nel sistema ofita: Ophis (altro nome per Ennoia), il Figlio Inoltre ognuno di questi sistemi ha una triplice trinità maschile, ognuna derivante separatamente da se stessa attraverso una Divinità femminile.
C'è da sottolineare che gli Ofiti erano un sistema gnostico che venerava il serpente come simbolo di conoscenza del Bene e del Male. Il termine "Ofiti" deriva dal greco antico ophis, che significa "serpente"
Sappiamo che il simbolo del serpente è presente nel simbolo della tribù dei Dan, di cui ho già approfondito tempo fa( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/il-simbolo-della-tribu-di-dan.html?m=0), in cui sono presenti anche le lettere e archetipi Nun, e Dalet, che, insieme, formano la Tau, l'Archetipo del sigillo Divino, il ventiduesimo.
Serpente, inteso come Nehustan, il serpente bronzeo della Kundalini, della conoscenza.
E in virtù di questa simbologia del Serpente inteso come Sophia, Conoscenza, Kundalini, Shekinah, notiamo come Bithia, sia foneticamente molto simile alla Pithia greca, la sacerdotessa di Delfi, che oracolava nel tempio di Apollo.
Una sciamana, che vedeva oltre.
Come ho scritto già ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/09/oracolo-di-delfi.html?m=0)
"Dopotutto, quello di Delfi non era un oracolo qualunque ma il più importante del mondo, dato che, secondo il mito, si trovava proprio al centro del pianeta.
[...] Talmente importante era l’oracolo di Delfi che, come testimonia anche Platone, ogni aspetto della civiltà greca, la legislazione, le campagne militari, la costruzione dei santuari, la sepoltura dei morti poteva avere luogo solo dopo un consulto con la Pizia.
Questo nome deriva da un altro mito, secondo cui il dio Apollo lottò con il serpente oracolare Pitone, posto a guardia del santuario di Delfi, allora dedicato a una divinità femminile, lo uccise e con la sua carcassa eresse un nuovo oracolo intitolato a sé stesso. Da allora, le sacerdotesse acquisivano il potere di predire il futuro che, fino a quel momento, era riservato al serpente.
I vaticini avvenivano secondo una modalità molto particolare. Nel santuario esisteva una stanza sotterranea, l’adyton, talmente segreta che non ne esiste nessuna chiara descrizione antica.
Al suo interno accedeva la Pizia che prendeva posto su un tripode, un recipiente a tre piedi, e attendeva di cadere in trance. Ancora secondo Plutarco, lui stesso sacerdote nel tempio di Apollo, la donna riceveva le sue visioni grazie a “dolci vapori” che fuoriuscivano dalle rocce. In tempi recenti si è cercato di capire se potessero esistere in zona antiche dispersioni gassose tali da provocare allucinazioni e alterazioni dello stato mentale".
Un tripode sciamanico è stato ritrovato nel 1968, nella grotta di Santadi.
Ne ho parlato in un mio post ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/10/i-motivi-pibiones-nella-cultura-sarda.html?m=0)
"Uno dei ritrovamenti più importanti in Sardegna dal punto di vista speleologico ma soprattutto archeologico, nel territorio di Santadi nella cavità carsica della “grotta Pirosu” un gruppo di speleologi e studiosi scoprirono un tempio nuragico sormontato da un tesoro di straordinaria bellezza, composto da migliaia di pezzi tra cui vasellame e bronzi di raffinata fattura.
Reperto in cui avevo esplicitamente sottolineato la presenza simbolica del doppio
" Protuberanze che indicano chiaramente l'elemento fecondante taurino, penetrante, mascolino, rappresentato dalla punta delle corna, che penetra la sfericita' del grembo femminile, rappresentato appunto da queste sfere.
Sono le stesse sfere, a fine corna, che troviamo nel bronzetto androgino di Abini, ritrovato a Teti, in provincia di Nuoro, che presenta anche elementi femminili, come i cerchi concentrici su braccia, gambe e collo, e la valenza del "doppio"
E ancora "Una rappresentazione beneaugurante di fecondità e fertilità per questa unione sancita con il Sacro vino
Stessi elementi sferici delle sfere pendenti, che simboleggiano il grembo, sopra le quali sono incise delle piccole circonferenze ravvicinate, quasi a simulare i chicchi di uva
Tre sfere, in accordo con la simbologia del numero 3, così importante nella cultura e Civiltà Sarda, simbolo di nascita, morte e rinascita, e di creazione completata"
Dimensione concettuale e simbolica, quella del doppio/gemellare, estremamente presente nella nostra Antica Civiltà Sarda, perché è il doppio, inteso anche come ombra, come l'ombra proiettata, capovolta, sulla tholos del pozzo Sacro di Santa Cristina, che manifesta il Divino( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/il-concetto-di-gemellare.html?m=0)
Un divino, un gemellare, un doppio, capace di vedere oltre, di avere accesso ad una dimensione "altra", che si manifesta quando le due polarità, maschile e femminile, il doppio occhio, lunare e solare, sono in equilibrio, tant'è che l'ombra capovolta, estensione dell'anima, si manifesta durante gli equinozi, durante una dimensione di equilibrio.
L'ombra, qui da noi in Sardegna, ha una valenza Sacra, di nascita e rinascita, nel grembo della Madre, del pozzo Sacro, lunisolare, orientato, come asse, ai solstizi, ma che, durante gli equinozi, manifesta la Sacra rinascita, possibile solo quando le due polarità sono in equilibrio.
Su Mommotti è attributo riconducibile alla figura del Mamuthones, che viene divinizzato e liberato dalla sua parte animale, dalla simbologia de su Issohadore, che con il lazo a forma di Ankh, detto "Sa soha", lo divinizza, lo erge a nuova rinascita, ne ho parlato tante volte
( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/08/sa-soha-il-nostro-ankh-sardo.html?m=0)
Ed ecco quindi, che la simbologia della Bithia a doppie pupille, si estende ad un significato più ampio, in cui la dimensione del doppio, presente anche visibilmente nel guerriero di Teti( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/geometria-sacra-guerriero-teti.html?m=0) un'altra rappresentazione di un essere divinizzato, doppi occhi, doppie braccia, si estende ad una valenza molto più importante. Una rappresentazione androgina, Monadica, come gli stessi Giganti di Mont'e Prama, di cui ho parlato più volte
È la dimensione del Divino, di cui sicuramente, le Bithie dalle doppie pupille, erano le sacre rappresentanti femminili, le nostre Janas
Nell'immagine
Bithia . Testina votiva in terracotta proveniente dall'antica città sarda (III-I sec. a. C., Cagliari, Museo Archeologico Nazionale)
Una rappresentazione che unisce la simbologia delle Dee turrite( Mgd in ebraico, significa torre. Torre, come i nostri nuraghi. Pensiamo a tutte le Mgd, le Magdalene, i Sacri Femminini rappresentati come Dee turrite. Mgd legato anche alla dimensione dell'amigdala - stesse consonanti Mgd-- alla pineale, all'apertura del terzo occhio, del vedere oltre), con la simbologia del mascolino( ha una barba appena accennata)
Gli occhi doppi.
L'arcata sopraciliare e il setto nasale uniti a formare una T, la T degli Iniziati.
Una Bithia, perfetto sincretismo delle grandi energie, maschile e Femminile, che regolano l'universo, come i nostri Giganti di Mont'e Prama, più sofisticati, nel manifestare anche l'energia femminile, ma pur sempre presente(
https://maldalchimia.blogspot.com/2021/01/la-regalita-dell-ur.html?m=0), oltre che nelle doppie pupille
Tiziana Fenu
©®Diritti intellettuali riservati
Maldalchimia.blogspot.com
Le Bithie dalle doppie pupille