lunedì, aprile 27, 2020

❤️Farsi raccontare

Farsi raccontare da altri. 
In fondo, che c'è da dire
su di te?
E' quel nulla scaraventato
in quell' angolo di muro
dove tieni le mani conserte. 
Da dove osservi gli altri
che raccontano di te. 
Lo sanno fare meglio
di quanto sappia fare tu. 
E poi è semplice. 
Se non li guardi non esistono. 
Il tempo di una dormita di due ore. 
E ritorni ad osservarli. 
Li lasci fare. 
Non c'è più niente
che ti appartenga. 
E' anche un modo illusorio
per sentirti di appartenere
a qualcuno. 
Che si affezioni
a questi caleidoscopici te. 
Che se ti scivolassi tra le mani,
e ti frantumassi,
come uno specchio antico
di innumerevoli riflessi umani,
non riusciresti a ricomporti. 
Ferito dai tuoi stessi frammenti. 
Quello che non sai
è che alcuni frammenti
li ho trovati io. 
Mi sono schizzati sul cuore
quando ti frantumavi. 
Mi si piantavano dentro
fino a farmi sanguinare. 
E ora che ti ho visto
nell'angolo di quel muro
dove ho edificato per anni
il mio tempio senza altari,
mi sto strappando dal cuore
questi frammenti incrostati
di sangue rappreso. 
Come quello che
non mi scorreva più tra le vene. 
Mi ci sono specchiata. 
Frammenti di me. 
Frammenti di te. 
Sovrapposti. 
Un sillogismo stonato
mutilato dall'invisibile. 
Ho assemblato i frammenti. 
Con le dita sanguinanti
ne ho fatto un nuovo specchio. 
Mi sono vista. 
Mi sono riconosciuta. 
E tu, hai riempito di luce,
le crepe, le voragini,
tra un frammento e l'altro. 
Amalgamando il tutto. 
Ora non so
dove finisce la mia immagine. 
Dove inizia la luce. 
Aspetto te. 
Ci specchieremo insieme. 
In due si vede meglio. 


Tiziana Fenu
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