domenica, aprile 19, 2020

💙In ambito comunicativo..

In ambito comunicativo, io non credo che la difficoltà sia mettere in parola o musica ciò che si sente nella dimensione "altra".
È come quando si ascolta  una melodia facilmente orecchiabile, con un ritornello facilmente assimilabile, e  una musica indiana, per esempio, che pure usa le stesse note, e che eppure ci sembra tutta scoordinata. Impossibile anche da canticchiare
Credo che nella trasposizione in "forma", in ambito comunicativo,  il cervello cerchi un modulo, una sintassi, che vada per modelli facilmente riconoscibili , perché la mente lavora, consapevoli o meno, proprio per modelli.
Quindi, casomai, il problema è rendere quanto più possibile " particolare" questo sentire, sdoganandolo da certi modelli già precostituiti, che rischiano di diventare banali,e non dire niente di nuovo rispetto a ciò che si sa già ,rispetto ad  altri modelli preesistenti
Quello che apprezziamo, in una composizione o uno scritto, è la sua "melodia interiore".
Non siamo capaci di decontestualizzare un elemento, pur se innovativo, perché la mente tende a modellizzare
Quando le parole, i concetti,sono shakerati  in modo diverso rispetto alla sua sintassi modellizzata non vengono assimilati.
Invece a me "fanno sangue"
Tutto qui
Per questo è bene praticare l' elasticità mentale e la decontestualizzazione
È un delitto far assuefare il cervello, la parola, su frasi fatte, su modi di dire applicabili ad ogni contesto
Ad ogni persona
Diventa un mantra non più credibile
Invece si deve tendere ad essere
"in- credibili"
A starci proprio dentro, la credibilità.
Proprio con la nostra specificità e individualità ,e riconoscerla nell' altro
Indivi-dualità
Indivi-sibilita'
Non sono divisibili
Non sono replicabili.
Io sono della serie "se piace a tutti , io perdo interesse"
Non sono una fronte da "post- it" sulla quale applicare frasi circolari che ritornano sempre a se stesse., come un mantra
Il sono il " mentre".
La caduta tra una parola e l' altra. Lo sghembio , l'azzardo. Il gioco del "se e del forse"
L' ombrello che non si apre, mentre diluvia tra due parole
Con le modellizzazioni lessicali ci faccio le formine per i biscotti
A me arriva la marmellata, quella che c'è in mezzo, tra i biscotti
Quella che ti sporca le dita. Che ti costringe a leccartele
E così voglio sentire addosso le parole.
Voglio che mi sporchino
Perché devono sapere di me. Della mia verità
E non di mille altre verso le quali  sono state pronunciate
Perché io sono così. Modellizzo
Ma non le persone
Io modellizzo sulle persone. Sulle cose
Ognuna con una luce  diversa.
Che spero sempre di cogliere.
Perché è nell' individualità che colgo la diversità, e la diversità mi fa "di -vergere" su altre prospettive dell'altro
L' altro dell' Oltre

Tiziana Fenu

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