Gli uomini che dominarono il Serpente
Questo è il simbolo della tribù di Dan, nella prima immagine
L 'Antico simbolo degli Antichi Sardi degli Shardana
Ma sugli Shardana, sull' aspetto storico, non mi voglio soffermare troppo. Ci sono pubblicazioni in proposito, molto interessanti e approfondite di molti studiosi affermati
Ciò che mi preme sottolineare e approfondire, è la simbologia di questo simbolo, testimone e portatore di ciò che era la vera natura degli Antichi Sardi
Simbolo che rivela molte più cose di ciò che sembra, che si incastrano perfettamente tra loro, e con gli altri tasselli, che contribuiscono a ricostruire la vera storia della nostra civiltà
Viene presentato come simbolo della tribù di Dan e viene introdotto da questa spiegazione :
"Benedizione del padre Giacobbe ( Dan era uno dodici figli di Giacobbe, avuto dalla serva della moglie Rachele, sterile, il grande patriarca degli Ebrei, eroe eponimo del popolo di Israele, chiamato da Dio stesso, da JHWH, con il nome di Israele, in quanto lotto' con il Signore e vinse)
« Dan tutelerà la sua gente come ogni altra tribù di Israele. Sia Dan come una serpe sulla strada, una cerasta (ndr: un serpente diffuso in africa settentrionale) sulla via, morde il cavallo nel calcagno ed il cavaliere cade all'indietro ([il cavaliere (mette) all'indietro il cavallo morso nel calcagno]). Io spero, o Signore, nella tua salvezza » (Genesi 49.16-18)
Osserviamo il simbolo
Una circonferenza rotonda come i Nuraghi, una figura matrice di contenimento
Un utero primordiale, come come i nuraghi, che anche nella loro disposizione interna, spesso sembrano nella planimetria , degli uteri con le tube di Falloppio, un condotto uterino in onore della Dea Madre Creatrice
Una circonferenza rossa.
Che è il colore della Dea Madre, dell'ocra rossa, appunto, che è il colore del sangue mestruale fertile e fecondo
Un cerchio che racchiude una stella di David, due triangoli che si intersecano
Il triangolo, come abbiamo già visto nei miei precedenti post, rappresenta il trilobato, il nucleo della creazione il Fiore della Vita, dei Nuraghi trilobati
Ho già detto tante volte che la stella di David è come se fosse un simbolo rappresentativo Sardo, poiché rappresenta quell'equilibrio sinergico tra polarità maschile e femminile, di cui gli antichi alchimisti sardi tenevano sempre conto, al punto di rappresentarlo come fiore della vita e Stella a sei punte, intagliata nella Maschera dei Boes, la maschera del carnevale sardo e nella stella a sei punte della Sartiglia, una corsa cavallo che si svolge ogni anno ad Oristano, finalizzata alla conquista di questa stella ad opera di una figura umana divinizzata, "Su Componidori", cioè colui che compone, che crea, che crea abbondanza attraverso la sinergia degli opposti, rappresentata dalla stella a sei punte
I colori di questi due triangoli che si intersecano, presentano un triangolo verde e uno giallo
Giallo come la divinità del dio Toro /sole, la divinità portante di tutta la spiritualità degli Antichi Sardi
Verde perché la Sardegna era chiamata anticamente isola del grande verde
Ecco cosa dice prof. Dedola, a proposito della definizione della Sardegna come isola verde:
"La Sardegna era nota in tale modo. Isola del Grande Verde era un coronimo antonomastico, poiché l’isola era incastonata al centro del Mediterraneo (chiamato ilGrande Verde), lontana da ogni costa, distante ma attrattiva per tutte le sue ricchezze.
Il Grande Verde: così lo chiamavano pure gli Egizi. E quando descrissero i Popoli del Mare, affermarono sempre che provenivano dal Grande Verde, da loro detto Uatch-ur, ‘the Great Green water’, ossia il Mare Mediterraneo. A saperlo interpretare foneticamente, l’egizio Uatch-ur è la base etimologica da cui deriva pure il ted. Wasser e l’anglosassone water. Parola mediterranea e pan-europea, questa, che però non replicava, se non nella semantica, il modo in cui gli Accadi, gli Assiri e i Babilonesi chiamarono per proprio conto il Mediterrraneo: Iqnû-sû ‘quello (il mare) del Lapislazzuli’."
Gli egizi quindi dicevano che i popoli del mare, gli Shardana, erano identificati come appartenenti alla Sardegna, al centro del Mediterraneo
Per quanto riguarda il blu, sappiamo che è un colore primario, il Blu Cian, come quello dell'immagine.
Primario come il colore giallo
Il verde è un colore secondario, ottenuto dal giallo con l'aggiunta del blu
Ma il blu è importante anche per un altro motivo. Per gli antichi sardi si dice che venissero chiamati come " uomini blu"
Nei vangeli apocrifi si parla di questi angeli terreni provenienti, si presume, da Sirio e che si accoppiarono con le donne terrestri, e pare fossero blu, come gli abitanti di Atlantide, come tutte le principali divinità Osiride, Vishnu, Toth..
Giangiacomo Pisu ne parla nel suo libro "La flotta Shardana", e ne parla anche Raimondo Demuro, nei suoi 7 volumi di Nuragheologia, che poi andarono distrutti in un incendio, ma che furono recuperati
Anche i Berberi del Nord Africa, i Tuareg, il cui simbolo è un'Amazigh uguale al simbolo del capovolto sardo, sono chiamati uomini blu, forse per via delle tinture delle vesti, o davvero per la loro provenienza stellare
Certo che è strano, che lo stesso simbolo sia presente anche nelle nostre Domus de Janas
Antichi sardi e Tuareg, entrambi, chiamati Uomini Blu
Ma Ritorniamo al simbolo dei Dan, il sigillo della tribù Dan
All'interno è rappresentato un serpente, che verosimilmente è assimilabile a quello della figura della Cerasta Cornuta , chiamata anche vipera Cornuta del deserto, con due piccole cornine sul capo, spesso presenti anche negli elmetti dei nostri Bronzetti sardi
"Nachas" e "Tannin" sono due parole ebraiche, ed entrambe significano "drago", poiché la connessione tra drago e serpente era già presente in forma della figura del Leviatano, il mostro Marino dalla leggendaria forza, nato per volere di Dio, che rappresenta la grande potenza di Dio, il caos primordiale, nella Genesi
Infatti viene indicato come il "serpente del Polo Nord", perché nella etimologia ebraica, indicava la costellazione del dragone, di 4500 anni fa, il Polo nord, che era vicino alla stella Thuban, che invece si trovava nella coda del dragone
E il Dragone rappresentava astronomicamente sia il nodo nord che il nodo Sud
Osservate una cosa importante
Come questo Dragone sia inserito in uno sfondo che indica l' arcobaleno
È significativo e indicativo del diluvio, perché dopo ogni diluvio appare sempre l'arcobaleno
E l'arcobaleno, è la firma di una nuova Alleanza tra cielo e terra
Quindi questo simbolo è legato anche al diluvio universale, e niente di strano che proprio gli artefici del diluvio, fossero degli sciamani sardi, coloro che sapevano invocare la forza del diluvio e del fulmine, come ho già scritto in un mio precedente post, e che Noè, fosse il costruttore sardo
Secondo le ricostruzioni storiche, Mosè si è avvalso, proprio per attraversare il deserto, della protezione di alcuni contingenti di Shardana tra i quali, proprio il popolo di Dan
Ma continuiamo ad osservare il sigillo
Sotto il sigillo della tribù di Dan, ci sono due lettere ebraiche
Due lettere ebraiche molto importanti, due sacri archetipi ebraici
La lettera "Nun", a sinistra, e la lettera "Dalet", a destra.
Il simbolo della Tau, è quello che sintetizza la Dalet e la Nun, che appartiene alla tribù dei Dan, gli Antichi Shardana.
Lettere ebraiche, che unite insieme, formano la Tau, che significa "Giudice". E, i Giganti di Mont'e Prama Sardi, in quanto Giudici, hanno la Tau impressa nel volto, con l'arcata sopraciliare e il setto nasale, che formano una T.
La T dei Sacri Iniziati. I Giudici( da cui Giudicati, i 4 Giudicati con i quali era divisa la Sardegna). Dei Giudici equilibrati, con le polarità in equilibrio.
In loro c'è verità, saggezza, armonia.
Perché hanno trasceso la dualità, e si sentono in armonia con il Tutto. Hanno l'energia primordiale della Creazione.
E sotto c'è scritto "Da", forse un diminutivo di Dan
Sulla Stella a 6 punte, prima di introdurre il discorso sulla lettera Nun , e sulla lettera Dalet, volevo sottolineare che la storia dell' umanità biblica ebraica , si divide in tre parti, quella di Adamo, di Noè e di Abramo, nonno di Giacobbe, il cui padre, era Isacco
La storia dell'umanità si è sempre ripresentata ciclicamente, e tutti e tre i nomi Adamo /Noè /Abramo, il padre di Giacobbe, hanno un valore ghematrico pari a sei, come la stella a 6 punte e il fiore della vita
La ghematria, è una scienza teologica dell'ebraismo, che studia le parole scritte in lingua ebraica e attribuisce ad ogni lettera dei valori numerici
Pare che le parole con valore numerico identico, siano correlate, ed è uno dei metodi utilizzati dalla Cabala
Ma parliamo delle Sacre lettere Nun e Dalet
La lettera Nun è rappresentata geometricamente da un rombo
Gli antichi Egizi, la rappresentavano come una piccola rapida in movimento e in estensione, dei triangolini ravvicinati tra di loro
Ha un valore numerico 50 e simbolicamente rappresenta il pesce
Per gli antichi egizi era l' acqua, quello zig zag doppio, l'energia, l'acqua da cui tutto ha avuto origine, il mare primigenio
Nun Infatti era insieme, la divinità cosmogonica che rappresentava l'elemento acqua acque primordiali, il mare primigenio
Nun è infatti il padre originario, l' androgino, la coppia cosmogonica delle acque universali creatrice, Nun e Nunet, di cui già parlai in un mio precedente post
Considerando che la parola Nuraghe, ha come radice, "NU-", che è la stessa radice sia di "nun", che rappresenta l'acqua, che Nur, che rappresenta il fuoco, già capiamo l' importanza di questa lettera ebraica, il quattordicesimo Sacro Archetipo
È chiaro che il nuraghe di per sé rappresenta quella divinità originaria e androgina che contiene in sé sia l'elemento fuoco che l'elemento acqua
Ma la cosa straordinaria è che "Nun", rappresentava il salutare primordiale, chiamato " NYNY", il cui segno era un uomo che trasmette energia, come un fulmine a zig zag, come il saluto dei nostri Bronzetti sardi, che hanno quasi tutto il palmo della mano rivolto in avanti
Il potere di trasmettere energia, che si trasmette come un fulmine a zig zag
Avevo già scritto nel mio precedente post che il palmo della mano era indicativo del destino, come la palma divinatoria indiana preservata con l'olio di pavoncella, che custodisce la lettura del destino degli uomini
E questo essere un "uomo di potere che trasmette energia", può significare soltanto una cosa : che si trattava di antichi sciamani taumaturgici, guaritori, con il dono della guarigione attraverso il palmo della mano
Degli sciamani pranici, che conoscevano benissimo le energie dell'universo, e che irradiavano attraverso le mani, per scopi terapeutici
Ancora oggi, in Sardegna, si usa salutare gli altri in sardo dicendo "saludi", "salute"
Ora il quadro è ancora più completo
La "Nun" del simbolo della tribù di Dan, rappresenta la forza solare, maschile, insieme all' energia della vulva femminile, quella che si forma nella Vescica Piscis, dall'incontro delle due polarità opposte maschile e femminile
Esattamente come la stella con i suoi due triangoli intersecati, che rappresenta insieme sia la forza lunare che solare
La fonte di ogni cosa
La Mandorla mistica, il pesce cristico della vescica piscis, presente in ogni cultura ha fin dalle antiche civiltà, poiché è energia degli opposti
Il pesce che penetra l'acqua del femminile viale della creazione
Il pesce, il nucleo unitario, precostituito, preesistente, alla separazione degli opposti
Tutto rimanda ad una divinità ed energia originaria, di cui gli antichi sardi erano custodi e depositari
Con il palmo della mano in vista, si indica questo legame il loro destino di "Dei tra gli uomini", che emergono dal caos delle acque della creazione, in uno spazio energetico, privo di polarità contrapposte, di cui essi sono testimoni e artefici, in quanto uomini di potere, sciamani, pranoterapeuti, chiropratici, che trasmettono energia attraverso il palmo delle mani.
Sono come emettitori viventi della forza primordiale
Tutte le prime divinità primordiali avevano un nome di pesce
Cristo stesso è spesso rappresentato all'interno della Vescica Piscis, e veniva chiamato con il nome di "Ichtys", "pesce", nelle prime comunità cristiane, per dissimulare il suo vero nome ed evitare persecuzioni
L' acqua il femminile accoglie il maschile, il pesce divino, e insieme sono il punto di partenza da cui ha origine il tutto, che permette, consente, la vita stessa
Infatti la "Nun" è lo spazio sacro di ognuno, dove la divinità e l'umano si incontrano
Ma "Nun" in inglese vuol dire anche suora , e le suore indossano un vero bianco, perché sono consacrate a Dio, al Divino
La "Nun", cromaticamente è rappresentata dal bianco, che simboleggia la purezza, lontana da tutte le passioni basse, di bassa energia, quelle animalesche istintuali
La Nun è dove si muore se stessi
L' uomo del Nun, è portatore di questo sacro archetipo, individuabile con quel palmo di mano rivolto verso l'altro, come un propagatore di energia primordiale
"Nun" non è un uomo normale
È un Alchimista che non agisce d'istinto, ma è guidato da un bene Superiore
Un Uomo consacrato alla divinità, perché è riuscito nella sua opera alchemica a costruire la sua zona Bianca, la sua zona pura, simbolo della sua Essenza più pura
E questa zona pura, bianca sciamanica, da Uomo Sacro, l'ha mantenuta e preservata in quella maschera bianca che ancora oggi è indossata da "su Componidori" della Sartiglia Oristano, e da "su Issuhadores", che accompagna la danza claudicante, ritmata, ancestrale, animalesca dei Mamuthones
E cosa hanno sul capo, specialmente "su componidori", se non un velo bianco, come quello delle suore, che indica purezza e lo stato di divinità raggiunto con la consapevolezza?
L' argomento della maschera Bianca Sarda, lo approfondisco nel prossimo post, che è già in elaborazione, ma mi premeva la stesura di questo post, visto che mi è arrivato questo Sigillo della tribù di Dan, e le due lettere ebraiche in particolare
Quello che mi preme sottolineare in questo post, è la centralità semantica del simbolo della tribù di Dan, la simbologia della prima lettera Nun, come Uomo che è rinato a sé stesso, con una potente opera di trasformazione alchemica che lo ha purificato
Un Uomo di potere, uno sciamano che veniva ascoltato, un mistico dalle proprietà taumaturgiche
L' archetipo Nun, consente questa trasformazione, questa opera alchemica dell'uomo che ha sviluppato la divinità in sé, che è emerso come un pesce sacro, dalle acque del caos e ha varcato la soglia della Dalet, l'altra lettera ebraica che è a fianco alla Nun, rappresentata sotto.il sigillo della tribù di Dan
La Dalet rappresenta la porta, ed è proprio in concomitanza con la simbologia della Nun, si accorda perfettamente
La lettera Dalet, il Quarto Sacro Archetipo Ebraico, era rappresentata dagli egiziani, con le quattro dita unite e il pollice in alto, lo stesso simbolo della Nun, un uomo che saluta e che irradia energia, e questa Dalet, nello specifico, indica la posizione della mano e delle dita, con pollice dalle dita
Quattro dita unite ( come il 4 della Dalet) più una separata, il pollice, ( 4+1, cioè il 14 della Nun), che vediamo nel saluto dei Bronzetti sardi, come se fosse un simbolo distintivo proprio della tribù di Dan
Nell'alfabeto sinaitico era rappresentata come un pesce piatto e ha come valore ghematrico il 4, cioè la terra con i quattro elementi, Aria Terra, Acqua, Fuoco, e con i suoi 4 punti cardinali nord sud est e ovest
Perché la Dalet è la porta di iniziazione sulla terra, nella materia, nella carne
La Dalet è il verbo incarnato
È l'energia maschile primordiale che si esprime nella forma femminile della terra
"Porta", in sardo si scrive "Janna", cui poi il nome "Jana", perché la Jana è un portale
Conduce nelle sue strette aperture uterine delle Domus de Janas, per consentire la rinascita
E la lettera Dalet, è un portale, un unione, tra Cielo e Terra, che rappresenta anche il tetragramma di Dio, YHWY
Quindi rappresenta la divinità sulla terra
E quelle quattro dita unite, separate dal pollice, esattamente come il saluto dei nostri Bronzetti, sardi indicano le quattro lettere del tetragramma divino, che si esprimono nella terra insieme al pollice, un "4 + 1", che rappresenta la Quintessenza dell'umano, che è unito alla divinità
Un uomo che si è sacralizzato con il candore di un'opera purificatrice, che è diventato "Nun", "suora/ pesce divino", che può indossare la maschera bianca e il velo bianco, come una suora, simbolo, del Divino e della purezza raggiunta, perché è riuscito a varcare la porta, la Dalet del proprio Ego
Che può salutare mostrando il palmo della mano radiante di energia terapeutica, chiropratica, pranica, ipnotica, che rappresenta la forza della divinità scesa, incarnata nell' umano
Dalet è una porta, come un canale uterino stretto, come le porte delle Domus, come quei piccoli passaggi, che sono anche alla base della Esedra delle tombe dei giganti
Perché la rinascita passa proprio attraverso questi piccoli pertugi molto stretti, dove l'energia è molto concentrata
Infatti la Dalet, la porta, riesce a comprimere vari strati di energia dispersi e li trasforma in energia compatta creatrice di trasformazione
Infatti la lettera Dalet, è rappresentata anche dalla Runa Dagaz, una farfalla stilizzata con due triangoli uniti per il vertice, come l' ascia bipenne, come il Sacro Vaira, perché la trasformazione avviene grazie alla sinergia degli opposti. Come gli omini e le donnine stilizzate del ballo sardo
Le due energie maschili e femminili si equilibrano se sono stabilizzate
Dove la materia si integra con la dimensione spirituale e dove l'uomo si rivela insieme al Divino in perfetta armonia
Proprio ciò la maschera Bianca de su Componidori e de su Issuhadores, rappresenta
La mano, così bene sottolineata dalla Nun iniziale sotto il Sigillo della tribù di Dan, indica molto bene il destino di questi uomini sciamanici, di Dan, degli Shar-Dan, destinati a lasciare tracce energetiche di sé ovunque andassero, come le tracce dei serpenti ondulate nel deserto
Sono le tracce dell' emanazione di energia
Le onde energetiche
Attraverso le mani, dopo la trasformazione del piombo in oro, come il profeta Giona, (Giona /Giano bifronte/ Janna/Jana) , che si ritrova rigenerato, dopo che è stato nel ventre della balena, essendo riuscito a trasformare il piombo in oro
E balena è anche il significato del Leviatano, il mostro Marino da domare
La conoscenza deve sempre essere domata, con l' intelletto divino, proprio, per il suo grande potere
Ciò di cui parla questo simbolo, questo sigillo della tribù di Dan, non è un uomo comune
È un uomo di grande potere spirituale, che è una fonte di ricchezza e di benessere per tutti
È il Noè che salva dal diluvio universale, è il Noè che porta con sé fiore della vita, il trilobato, la forma portante sacra anche nei Nuraghi trilobati
È il Mosè che porta il suo popolo in salvo attraverso il deserto
Ed è molto probabile che queste due figure, Mosè e Noè, siano state in passato, 2 Avatar rappresentati dagli antichi Shardana
Delle guide sarde degli Antichi Sardi
A questo uomo sacro, viene affidato, come per Su Componidori che indossa una maschera bianca e il velo sacramentare, il benessere di tutta la comunità
Poiché con la conquista della stella a sei punte, la stessa del sigillo della tribù dei Dan, si assicura un raccolto prolifico, che serve per il benessere di tutta la comunità
I Nuraghi trilobati erano luoghi sacri di culto
I Nuraghi circolari erano uteri dove questa sacralità della creazione si compie, poiché carichi di energia orgonico e dinamica, spiralizzata
Nuraghi trilobati ovunque, nuraghi circolari come uteri, ovunque
Presenza uterina e feconda come tanti chicchi di melagrana cosparsi da una mano Divina in tutta la terra sarda con oltre 10000 nuraghi emersi in un lembo di terra, attraversando i mari e arrivano in ogni parte del mondo
Di Dan, Giacobbe, suo padre ,(Dan è in uno dei suoi dodici figli, figlio della serva Bilah della moglie Rachele, moglie amatissima anche se non poteva avere figli, e infatti Giacobbe aveva due mogli, una spirituale amatissima, Rachele, e una molto fertile, terrena, Lia),diceva:
"Come serpente lasceranno le tracce , lui e i suoi discendenti"
Infatti dove passeranno i Daniti, gli Shardana ,lasceranno tracce ovunque
Ci sono tracce di nuraghi ovunque e non solo nuraghi , ma anche Pozzi Sacri, in ogni parte del mondo, anche nei toponimi
Dei Dan si dice che una volta partiti dall'Egitto, come truppe protettive di Mosè nell' esodo, andarono ad abitare sulle loro imbarcazioni, e questo viene scritto anche nella Bibbia dell'Antico Testamento, nel libro dei Giudici(5 : 17)
Il nome per Dan significa "Principe di Dan" e furono loro ad aiutare a Noè a costruire l'arca
Nelle nostre navicelle sono rappresentati animali diversi tra loro, scimmie, colombelle, cervi e sembrano delle piccole Arche di Noè frammentate in piccole imbarcazioni
Quindi niente di strano che Noè forse un antico sardo Shardana
Era uno Shardana, secondo le importantissime ricerche di Leonardo Melis, anche il costruttore dell'Arca dell'Alleanza, testimoniata dai modellini in bronzo ritrovati in Sardegna,, risalenti al 1800 a. C, se non molto prima
I greci chiamavano questi Shardana, iperborei
Atlantidei probabilmente, perché ci sono troppi elementi che fanno pensare che si trattasse di Esseri superiori, intimamente connessi con la dimensione Divina e capaci di trasformare se stessi e gli altri in uomini sacri e che si presentavano come testimoni del tetragramma di Dio incarnato
Erano dei guaritori ribelli che si staccarono dalle 12 tribù di Israele, formando la tredicesima, come il segno dell' Ofiuco, segno che non è contemplato nel normale calendario calendario astrologico Ma che esiste come costellazione e che è importantissimo, perché indica l'uomo che riesce a dominare il serpente della conoscenza, e ad averne completa per padronanza, proprio come gli Antichi Sardi ribelli, ghettizzati poiché non si inchinarono all' idolatria di un Dio vendicativo, che incuteva paura, ma solo ad onorare il Dio della conoscenza
I dominatori del Serpente
Qui in Sardegna siamo tutti potenzialmente un po sciamani, specialmente le donne, il femminile , la Sophia, il serpente della conoscenza.
Antichi rituali si tramandano , per via femminile.. L' uomo crea, la donna custodisce
Coloro che avevano la Sacra Chiave della conoscenza
Tiziana Fenu
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