giovedì, novembre 12, 2020

💛Su coccu sardo

 "Su coccu", chiamato anche "sabegia" o "pinnadellu", è un' amuleto della Sardegna, di antica tradizione

("Sabegia" è una contrazione de "sa beccia",  inteso come la donna  vecchia, e saggia  capace di togliere il malocchio, una Jana)

Realizzato in genere con la potente pietra dell'ossidiana( e meno di frequente in onice) , che in Sardegna è molto presente sin da epoche molto antiche risalenti al 9.000 a. C, quando già si parlava di commercio ed esportazione di ossidiana da parte dei Sardi 

È una pietra altamente protettiva contro il malocchio, e infatti la tradizione vuole che la si regali ai neonati, da portare sulla culla, o lo si regali alle spose, sotto forma di spilla, o ciondolo, e verrà dato loro per mano delle nonne o della madrina di battesimo

Ma prima di essere regalato, deve essere caricato con delle preghiere e benedizioni rigorosamente in sardo, chiamate "is brebus"

Quando assorbe tutta la negatività, di solito si spezza, lasciando illesa la persona

Di solito è realizzato in argento, con la raffinata tecnica della filigrana

Questo "coccu", in particolare, presenta degli elementi decorativi molto simbolici

Ci sono elementi a goccia, le spirali, le doppie spirali che richiamano all'elemento uterino, all'acqua, al liquido amniotico, e all'espansione e alla riproduzione

Le pavoncelle frontali realizzate alla sommità de "su coccu" simboleggiano unione, fertilità e abbondanza

Sono tipiche della tradizione sarda, alle quali ho dedicato un post di cui lascio il link

Sotto le pavoncelle, un'elemento semisferico e due sferici, in corallo, ad indicare l'unione del maschile e del femminile che generano il terzo elemento centrale

Corallo che è presente  anche collegato alla pietra sferica dell'ossidiana nera, realizzato come un cubo smussato, o una barretta cilindrica, la cui forma ricorda il maschile, almeno nella forma, nel senso che non è rotondo come l'ossidiana, che invece rappresenta il grembo femminile

Il corallo, nella sua simbologia, è sinonimo di fertilità, visto il colore rosso che richiama il sangue mestruale, e di protezione contro il malvagio

Era tradizione realizzare i rosari in corallo nelle pratiche di devozione, i cui grani rossi richiamavano le rose mistiche del giardino mariano, di Maria

La sua forma ramificata ricorda i vasi sanguigni, ed essendo di provenienza marina, richiama l'acqua, il femminino

Al di sotto della sfera in ossidiana, un elemento decorativo, in filigrana, finemente lavorato con motivi a spirale e a goccia, che rappresenta una falce di luna, quasi un grembo che sostiene tutta la struttura, decorato anche con tre piccole sfere di corallo, che indicano il movimento energetico triadico dell'accoppiamento e della creazione del terzo elemento

La catenella decorativa indica unione tra maschile e femminile, tant'è che si usa tutt'ora per tenere unite le dita degli sposi, nei matrimoni in costume sardo, seguendo una ritualità antica

Infine, come ciondolo finale, una sfera,  decorata con elementi curvilinei e granulati che potrebbero far penare alla rotondità di un seno con capezzolo, e che quindi rimandano comunque alla fertilità, abbondanza e nutrimento

Questo è un "coccu" elaborato, ma esistono anche quelli più semplici, solo con la sfera di ossidiana

Un'amuleto comunque bellissimo, da portare sempre, perché è bello anche esteticamente, al di là del suo valore protettivo e propiziatorio


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Tiziana Fenu


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*mia personale interpretazione


Su coccu sardo






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