domenica, dicembre 27, 2020

💛 L' agrifoglio, il "colostru" sardo.

 L' agrifoglio, il "colostru" sardo. 


Pochi sanno che il Natale non è una festa cristiana, e che le sue origini sono di molto precedenti alla nascita di Gesù

Ma questo l'ho già sottolineato parlandovi dello Yule, del solstizio d'inverno del 21 dicembre, quando il Sole raggiunge il punto più basso nel cielo, poi inverte la rotta, e torna a salire, rinasce

Era questo, ciò che si celebrava anticamente


Era il culto del 'Sol Invictus", della nascita del Sole Bambino


Un Sol Invictus celebrato anche negli antichi santuari orientali, dove si celebrava una vera e propria natività di un Sole nato da una Vergine, con un Padre Cosmico creatore

Questo lo abbiamo visto anche  in quella rappresentazione triadica custodita da due cerchi, quella della quale vi ho parlato nel mio ultimo post sulla Domus de Janas Mesu e' Montes  di Ossi( Ss) 


Ma la mia attenzione, oggi, si vuole soffermare su quella Y dello Yule, del Bambino Solare nascente, che in Sardegna, acquisisce la valenza di Suprema Divinità solare, intesa come Padre Solare.

Una Y che è la chiave di lettura di tutta la simbologia di tutta la nostra civiltà,, secondo me, in quanto la ritroviamo, come schema triadico creativo e simbolico, anche in alcuni aspetti che finora, non avevo preso in considerazione, e che ora vi illustrero'


Quindi abbiamo, come già visto altre volte

-Y come simbologia e schema del fiore della vita creativo, del trilobato (vedi nuraghe Santu Antine, e Nuraghe Losa, per esempio)


-Y come schematizzazione della protome taurina/uterina, come presenti nelle Domus e planimetria delle Domus de Janas


-Y  come Yule, natività di un Sole Bambino cosmico, nato da una trinità cosmica creativa


-Y come il Triskel, celtico, le tre spirali delle forze dell'universo, Aria, Terra e Acqua, e il Fuoco al centro, nato dall'energia di queste tre forze


-Tre come le fasi solari, le tre età dell'uomo, i cicli del tempo, della vita umana.. Ecc.. 


Se pensiamo che è stato stabilito scientificamente che il DNA delle antenate celtiche, quindi si parla di ambito addirittura Pre-celtico, è totalmente sardo, viene facile capire, come anche da tutti gli approfondimenti da parte di storici e studiosi, riguardo i Tuatha De Danann, gli Dei Luminosi d'Irlanda, la sovrapposizione, di queste genie, nostra e loro, e quindi anche la corrispondenza in moltissime simbologie


Ma la Y, mi colpisce anche per un'altra cosa oggi, che contribuisce a creare un'altro tassello che si incastra benissimo con i precedenti

La Y è anche lo schema della struttura dell' agrifoglio, simbolo per eccellenza, del Natale, e presente anche in Sardegna

Quando ho letto il nome della sua trasposizione in lingua sarda, non potevo credere ai miei occhi


In sardo, l' agrifoglio si chiama "colostru", (.. Agrivoddu, alasiu, arangiu furisteni, golostru, lau spinosu.. Basta cercare nel sito ufficiale "Sardegnaflora", e cercare agrifoglio), ed è lo stesso nome con il quale si chiama anche il colostro, la sostanza preziosissima prodotta dalla ghiandola mammaria, nelle prime 12/24 ore dopo il parto, che ha una funzione immunitaria importantissima

Mi sono chiesta perché chiamare l'agrifoglio, con questo nome, che senso aveva, e soprattutto che legame ha con il colostro

Poi ho capito che non è tanto la pianta in sé, a portare in grembo questo significato così importante, ma proprio la sua struttura ad Y, che nella civiltà Sarda è così prepotentemente presente, come simbolo di regalità solare, di potenza, di immunità, anche, come il colostro, visto che si parla di regalità, di figli di un Dio solare, taurino e uterino insieme


-Agrifoglio

-Toro

-Utero

-Nuraghe trilobato

-Tombe dei Giganti

-Struttura uterina interno delle Domus


Tutte queste cose, hanno una struttura ad Y, e tutte queste cose rimandano ad un unico concetto : natività regale

Talmente forte, questo concetto di regalità nella natività, che la stessa Y, di per sé, nella traduzione sanscrito-inglese (e sappiamo bene, e visto più volte, come il sanscrito, così come la spiritualità indù, abbia cose in comune con la civiltà e lingua sarda), significa "corona e ricchezza"


In celtico, la Y, rappresenta la nascita, il roveto ardente di Mosè (il rovo sul monte di Dio, il monte Oreb, che brucia, ma non si consuma, quando Dio ordina a Mosè di portare fuori gli Israeliti dall'Egitto. O forse erano gli antichi Shardana, visto che una tribù dei Dan, era proprio attivamente presente per la protezione di Mosè, durante l'attraversamento del deserto)


-La Y come la pietra filosofale, la pietra della creazione

-Unione dei complementari

-La Kundalini con le sue due Nadi, la completezza


Ma la Y ha anche un corrispondente numerico 700, che la associa alla lettera Tau, il ventiduesimo e ultimo, archetipo ebraico, che non sto qui a spiegare, ma dico solo che indica la completezza avvenuta, dell' opera divina

Ricordo solo che la Y/Tau, viene ripresa in ambito cristiano, come ho già scritto nel mio post sullo Yule, come simbologia della croce della crocifissione, ma che, inizialmente, in tutto l'ambito egizio, siriano e mediorientale, rappresentava il Tau/Y degli Iniziati ai Sacri Misteri, nei quali venivano adagiati su queste "croci", per ricevere l'iniziazione, in un luogo al buio, e vi restavano per tre giorni, fino a quando, il terzo giorno, venivano esposti ad un raggio di sole in corridoio, sul viso, ad abdicare che l'iniziazione alla saggezza e consapevolezza solare, era avvenuta


Pratica che sembrerebbe proprio come quella delle Tombe dei Giganti, dove avvenivano i riti di incubatio e di guarigione 


Y/Tau che poi è diventata il simbolo di San Francesco e dei Cavalieri del Sacro Graal, i Templari


Infatti la Y, il Decimo archetipo ebraico Yod, la prima lettera del tetragramma divino Yhwh, che ritroviamo, come spiegato tante volte dal prof. Sanna, anche nella nostra scrittura Sarda, come "yh", come "padre solare", oltre che significare il 10 (una stanghetta e un cerchio, perfezione divina di maschile e femminile), rappresenta il primo grado di livello di iniziazione, il passaggio dal dualismo all'unità e la rinascita, poiché indica anche l'autorità divina, Regale, del Semidio, del "sacerdote/sciamano"


Infatti secondo un metodo di studio e di decodifica numerica detta "gematria inversa" con metodo J. King, alla Y corrisponde il 12, che ridotto teosoficamente diventa 3(1+2),e sappiamo bene, quanto nella civiltà sarda, il tre e multipli, siano sempre presenti, soprattutto il numero 12, tanto da essere chiamato" su Santu Doxi", numero estremamente simbolico


Ma un altro passaggio importante, per capire il collegamento tra "agrifoglio e la sua traduzione in sardo in  colostru", inteso come nutrimento immunitario, è il fatto che la struttura ad Y dell'agrifoglio, è la stessa di un'altra struttura ad Y, che, ancora una volta, nel suo giro, approda alla Sardegna


La struttura ad Y nelle rune celtiche(.. e mai dimenticare che parlare di celti, é parlare anche di Antichi Sardi) rappresenta la Runa Algiz, che viene chiamata "orma del Cigno"

Infatti in antico germanico, alkaz, significa "cigno"

Così come è presente, nella mitologia indù, ed è chiamato Ham-sa, ed è calvacato da Brahma, e rappresenta, nella sua forma più alta e mistica, l' unione di Shiva e Parvati, la sua Sposa, che si uniscono fino a raggiungere un livello superiore di consapevolezza, in unione mistica tra principio maschile e femminile, tra Shiva e Shakti, la sua sposa D' Anima


E proprio il Cigno, abbiamo visto, come sia strettamente legato, come disposizione "triangolare/ad Y" stellare, e come fonetica, al "Cygnus" "cunnus" (in latino), che riproduce il Sacro Graal uterino, nutrimento immunitario, poiché indica la Croce del Nord, la stella Polare, che porta alla salvezza, alla protezione e alla sicurezza

La purezza del cuore. Come ha ben descritto  Julianus Deiulio, autore del  "Polaris Mundi", dove nel Cristo "Salvador Mundi" di Leonardo da Vinci, vi è, in forma criptata il messaggio del "Signo/Cygnus/cunnus", e quindi "cono/cunnus/cunno/Graal", per il quale, il Cristo, con la posizione delle braccia, forma proprio una Y dilatata

"Analizziamo ora l’aspetto stellare della croce di sant’Andrea. Esiste un asterismo particolarmente visibile, soprattutto nel cielo estivo, da cui prende il nome uno dei bracci spiraliformi della nostra galassia. Si tratta della costellazione del Cygnus, il Cigno, situata nel mezzo della Via Lattea e la cui forma ricorda una croce. Immenso e regale sembra volare nella notte, con le ali aperte. La sua particolare conformazione coincide sorprendentemente, al punto da risultare sovrapponibile, con la sagoma della croce di sant’Andrea del dipinto. Di queste geometrie parleremo però a breve. Meglio proseguire ricordando che il maestoso cigno, simbolo di sublime eleganza, è da sempre rivestito di un’aura di sacralità. Lo stesso Leonardo lo rappresentò spesso nelle sue opere, di cui forse la più famosa è la Leda. Il mito narra che Zeus, per sedurla, si tramutò nel candido volatile e dalla loro unione, come già detto, nacquero i Dioscuri. I quali, non a caso, risultano collocati nel dipinto proprio sulla croce-volante. E poi che, secondo Tolomeo, le stelle della costellazione avrebbero la stessa influenza di Venere e Mercurio, ovvero la bellezza e il dinamismo, sintetizzandone al massimo le caratteristiche. Termini che calzano a pennello col Cygnus. Giungiamo così al simbolismo macrocosmico. L’asterismo del Cigno è talmente simile all’insegna cristiana da essere denominato anche “Croce del Nord”. 


-Quindi, il Cigno rappresentato da una Runa Algiz che è a forma di Y triadica

Cigno che era animale Sacro alle Walkyrie, le Donne Sacerdotesse, come le Janas


Cigni, che sono in stretta correlazione con i Tuatha De Danaan, (e ritorniamo agli Shar-Dan, agli Antichi Sardi), simbolo di saggezza, purezza, Fedeltà 

Legato ai tre elementi dell'acqua( dove nuota), dell'aria (dove vola) e alla terra(dove si posa) 

Ma, cigno, che rappresenta soprattutto il Fuoco del Sole, da cui trae il suo potere per padroneggiare gli altri tre elementi, che entrano in comunicazione tramite esso


-Il Cigno "Fuoco/Nur"


Il Nur di Nuraghe, che è Cigno/Cono/Cunnus, utero, Fuoco

Perché, come ho già spiegato in un mio precedente post, è il Fuoco/Athanor femminile, che consente la creazione, come un calderone 


Il Cigno simbolo del Santo Graal, del Sacro Femminino, e della sua cavalleria mistica di protezione della Rosà Mistica, incarnata poi, nell'Avatar della Maria Maddalena, come altre prima di lei, Iside, e tutte le Dee Madri a partire dal Paleolitico , I Templari, con la T del Tau, che è un adattamento della Y iniziale, come simbolo degli Iniziati, e della coppa della Conoscenza, del Sacro Graal, di cui il Femminino, il Cygnus/Cunnus, è depositario 

Perché nel suo ventre, custodisce il trilobato, il seme creativo della vita


Ed ecco perché, L'agrifoglio, viene chiamato,, in lingua sarda, "colostru" 

Perché la sua disposizione ad Y, con le Bacche rosse del fertile sangue mestruale al centro, rappresenta il nutrimento immunitario, che protegge. Quasi un'investitura Regale,, così come rappresenta la Y nella scrittura. 


-Un'appartenenza alla divinità solare, che è Padre e Madre insieme 

-E insieme, immunizzano, come il colostro materno, da contaminazioni

-Un simbolo elitario di appartenenza

-Di immunità permanente, quella della Y


Perché non solo è Padre solare, ma anche Sacro Graal, Cigno/cunnus, Sacra Madre Lunare

Chi più, dei propri genitori energetici, Cosmici, può offrire immunità?

Dall'agrifoglio in senso stretto, non se ne ricava niente. È pure tossico


Ma visto in questo senso, come un seme della vita, un trilobato Y,  grembo,  l'agrifoglio/colostru, acquista tutto il senso del mondo, anche e soprattutto, come colostro simbolico

Agrifoglio sacro, usato per i Solstizi Saturnali

Simbolo del Natale

Ma anche l'albero, con la sua tipica conformazione a cono...come un nuraghe..

Gli Antichi Sardi, continuano sempre a stupirmi. E chissà, quanto ancora da scoprire, tra le pieghe di ciò che ci sembra banale e scontato


Tiziana Fenu


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L' agrifoglio, il "colostru" sardo.





















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