mercoledì, giugno 23, 2021

💚Danzatrice del Nilo

 Stupenda statuina neolitica in terracotta dipinta, esposta al Brooklyn Museum, conosciuta come "la Dea o Danzatrice del Nilo", risalente all'Egitto predinastico, esattamente periodo Naqada II(3500-3400 a.C.)

Essendo state ritrovate diverse statuine di figure femminili di questo tipo, nell'atto di celebrare una danza con le braccia alzate, si è pensato che fossero sacerdotesse del culto della Dea Hator, la maggiore rappresentante del principio Femminino tra le divinità egizie.

La Dea Hator è la Dea Madre per eccellenza, è la Dea del parto, della nascita, della celebrazione della vita, la Vacca Alata che dà vita al creato.

Essendo anche la Dea delle passioni, e dell'amore, ha avuto il suo corrispettivo ellenico in Afrodite, che celebrava con danze, canti e musica.

Il geroglifico che la rappresentava, era formato da un paio di corna bovine/taurine, tra le quali brilla il disco solare.

Ma è anche la Dea della distruzione quando si trasforma nella sanguinaria Sekhmet, quindi anche Dea della morte, che implica in sé, il concetto di rigenerazione.

In realtà, questa statuina, secondo il mio sentire, manifesta la sinergia delle polarità insieme, maschile e femminile, celebrate attraverso la danza amorosa.

La forma è taurina/uterina, nel senso che, rappresenta sia la stilizzazione di una protome taurina, con le corna ben evidenti, sia una forma uterina, nel senso che la forma a Y ricorda la forma dell'utero.

Ma qui abbiamo anche la particolarità di un corpo dipinto solo sulla parte superiore di ocra rossa.

L'ocra rossa indica il Femminino, il sangue mestruale, la fertilità.

Mentre la parte inferiore, dalla vita in giù, non presenta una copertura con l'ocra rossa.

Parte inferiore che non presenta nessun accenno al Femminino, se non nella stessa forma a punta verso il basso, come il pube femminile.

Ma potrebbe rappresentare anche, con questa forma affusolata, il fallo maschile, e quindi, una complementarietà di sinergie.

Questo aspetto lo trovo molto compatibile con il dinamismo energetico che vuole rappresentare la statuina.

Celebra, con queste movenze rivolte verso il cielo, il Sole, il Maschile, la danza dell'Amore, possibile solo se vi è complementarietà tra opposti.

Aggiungerei che la stilizzazione della statuina ricorda anche una Y, e la Y è legata, come simbolismo esoterico, alla Tau, ai riti Iniziatici, che sicuramente gravitavano anche intorno al culto della Dea Hator, praticato specialmente nel tempio a lei  dedicato, il Tempio di Dendera.

Un tempio misterioso, famoso non solo per le famose "Lampade di Dendera", che pare riproducessero la luce, ma anche per tutte le rappresentazioni nei bassorilievi, che parlano di creazione di energia.

Quelle che sembrano "batterie" sono rappresentate con il color rame, esattamente come la parte superiore del corpo della nostra Danzatrice, le cui braccia potrebbero essere benissimo le due polarità, il negativo e il positivo, per creare energia elettrica.

Proprio come si crea dall'incontro dell'energia Maschile e dell'energia Femminile.

Si dinamizzano ed energizzano a vicenda, in una danza di vita, di amore continuo.

Bellissima e incantevole.

L'Essenza dell'Amore, come un cuore formato dalle braccia, che è pura Energia.

Una statuina, che belle fattezze ricorda un nostro petroglifo, nell'area archeologica di Bruncu Suergiu, all'interno del Parco della Giara, come ho approfondito in un mio scritto (https://maldalchimia.blogspot.com/2022/05/statuina-dea-madre-asherah.html) 

Un'immagine stilizzata, ma estremamente simile. Perché, come sempre, la nostra Antica Civiltà Sarda è in anticipo con i tempi, sulle altre. 


Tiziana Fenu

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Danzatrice del Nilo







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