martedì, settembre 21, 2021

💚Statuina greca campaniforme

 Antica statuina greca risalente al 700 a.C. a forma di campana.

Nell'Antica Grecia, la bambola aveva un ruolo importante nel ruolo delle persone.

La statuetta-bambola era sempre presente durante il culto degli dei.

Un simbolo talmente importante, da essere riproposta come mascotte, nei Giochi Olimpici di Atene del 2004, Athena e Phevos, fratello e sorella.

I due nomi,, sono stati un omaggio alla storia e alla mitologia greca: Athenà è infatti il nome in greco di Atena-Minerva, la dea della saggezza protettrice della città che porta il suo nome, mentre Phevos o Febo è il nome del dio greco che i romani chiamavano Apollo, divinità del sole, della luce e della musica. La cerimonia, nel palazzo dello Zappeion, primo villaggio olimpico della storia moderna, è stato improntata ad un omaggio all'infanzia: Athenà e Phevos sono infatti due giovani fratello e sorella, «due ragazzi di oggi» che sono stati rappresentati proprio con le fattezze di queste antiche bamboline greche di quasi 3000 anni fa.

Le ragazze offrivano  alcuni dei loro giocattoli e i riccioli dei loro capelli alle dee Artemide e Afrodite. Afrodite, dea della bellezza e dell'amore Artemide, dea della caccia.

Nell'antica Grecia la “bambola” con le gambe e le mani articolate era chiamata nevrospasto (quella che si muove con le corde) e il burattinaio nevrospastis. Le bambole sono state spostate con corde speciali nel corpo e nella testa. Pothinos, uno dei burattinai più famosi dell'antica Grecia, ha presentato i suoi spettacoli nell'antico teatro del dio Dioniso ad Atene.

I fori sulla sommità della testa, presenti nelle bamboline, e anche in questa(se ne vedono 4), sottolinea che dovesse restare appesa, e che gli arti inferiori potessero muoversi liberamente, anche se qua non si vedono.

Queste statuine si trovano frequentemente nei santuari dove venivano portati come doni votivi agli dei. Il fatto che siano stati depositati nelle tombe di bambini e adulti rafforza anche l'argomento che non erano giocattoli. Queste "bambole" sono fatte di cera, legno, avorio e principalmente argilla.

Questa statuina in particolare, la trovo estremamente interessante.

Inanzittutto sul viso presenta delle decorazioni serpentiformi, legate quindi al concetto di conoscenza.

Mi colpiscono i 7 anelli, se non consideriamo quello della base del collo, che delimita la parte superiore "collo /testa", che sono in corrispondenza con i 7 anelli della 'gonna/campana"

Una corrispondenza che esplica un concetto di connessione e corrispondenza con una dimensione cosmica più ampia, visto che il 7 è collegato ai 7 pianeti visibili delle 7 sfere celesti, corrispondenti al nostro percorso terreno di iniziazione spirituale, attraverso i 7 chakra.

Anche il labirinto, nella sua forma più classica, quella cretese, ha 7 percorsi.

Il 7 era considerato un numero sacro, presente in tutti i luoghi di culto, un numero che è considerato ponte per il Divino.

Una statuina che presenta elementi femminili sicuramente, come i seni abbastanza rimarcati e la decorazione centrale, la più grande, con un triangolo con la punta verso il basso, ma anche elementi maschili, con i due triangoli laterali con il vertice verso l'alto, che indica il Maschile, ma anche la naturale predisposizione dell'uomo verso il Divino, poiché simboleggia anche la montagna, luogo di incontro tra l'Umano e il Divino.

Triangoli che internamente sono decorati con linee che di intersecano, a formare una griglia che è sinergia degli opposti, così come rappresenta questa stupenda statuina nel suo insieme

Le due mani sul chakra del plesso solare, ad indicare il centro energetico del nostro creare, del potere dell'essere umano, come si vede in molte statuine antiche, anche maschili, con le mani poggiate proprio su questo chakra, ad indicare la loro potenza umana, creativa, il potere di autoaffermazione, anche in quelle più antiche di Gobekli Tepe. 

Delle statuine, appunto, che non sono solo "bambole", ma rappresentative di quella forza co-creatrice con l'Universo, traghettatrici per altre dimensioni, molto più ampie di quelle terrene, come indica il numero 7 dei due moduli a cerchi concentrici. 


Tiziana Fenu

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Maldalchimia.blogspot.com

(un grazie in particolare al ricercatore e studioso Roberto Giacalone per avermi passato questa bella immagine)

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