venerdì, novembre 26, 2021

💙Decreto il mio diritto

 #giornatamondialedeidirittideibambini


Decreto il mio diritto ad essere una bambina, nonostante i nonostante. 

A non credere più alle favole , ma agli occhi dei lupi che nelle notti buie hanno rubato il riflesso argenteo della luna e ne hanno fatto polvere di topazi nei loro sguardi , per indicarmi la via. 

Decreto il mio diritto ai capricci. 

Inchiodata a terra , per essere ascoltata. 

Per tutti quei bambini che hanno perso la voce, inchiodati a terra dal peso della vita. 

Decreto il mio diritto a chiedere tutti i perché del mondo, perché sono proprio questi a farmi aspettare con gioia il mattino successivo , intrufolati nelle mie pantofoline. 

Sui "perché "ci cammino. 

Come una funivia che mi collega tra le alte vette che ancora non posso raggiungere con le mie gambe. 

Decreto il diritto del disordine ovunque passi. 

Con il disordine creo. 

Creo dimensioni , e creandole, cerco la complicità di uno sguardo adulto che abbia la curiosità di entrarci. 

A prendere del The e biscottini con Winnie the Pooh e Pimpi. 

Il the potrebbe non essere buono. 

I biscottini potrebbero avere qualche traccia di pennarello, ma la manina che offre il the, è la stessa che cerca protezione e giaciglio in una mano adulta, protettiva. 

Dove scomparire e non essere trovata dai mostri sotto il letto. 

Creo disordine per creare una dimensione mia, che emerga dal mondo incellophanato degli adulti. 

Voglio sentire in esso, il profumo dei miei pastelli a cera. 

Del wafer sbriciolato nei capelli finti di Barbie Broccola. 

Voglio sentire l'odore delle mie puzzette sotto la copertina  della dimora della Principessa. 

E reclamo il mio diritto a fare tutte le cose che fanno le vere Principesse. 

Non quelle sul pisello a 8 materassi di distanza

Reclamo il mio diritto ad essere scaltra e selvaggia.

Ad imparare ad impastare terra e lacrime, e vedere germogliare il mio particolare e unico fiore, che sa di formaggino spalmato sul bordo del cassetto dei segreti e andato a male.

Ad essere sporca e fertile come il fango. 

Reclamo il mio diritto a riconoscermi in ogni mia manifestazione.

Il mio diritto a rubare baci.

A richiederli e a pretenderli.

Perche sono proprio i baci a risplendere sul mio cuore.

Come una cascata di stelle diamantine incastonate nell'Abisso dei miei occhi.

Devono risplendere per tutti quei bambini che non ricevono baci.

Per tutti quei bambini che non sanno chi baciare, se non un peluche sporco di vita strappata all'innocenza.

Reclamo il mio diritto ad essere come sono.

A buttare per aria le ciabattine.

A camminare scalza.

Per abituarmi a stare radicata e a sentire anche il freddo dei miei passi sul mondo.

Per imparare a sentire le orme, le zone dove l'erba è stata piegata da intenti cattivi, e imparare a sentire il pericolo delle tagliole.

E reclamo il mio diritto a tenere i capelli scompigliati , per sentire dove soffia il vento, e non remarci contro, ma assecondarlo, e percepire dove sono i nodi a cui faccio resistenza, per imparare a scioglierli da sola.

Reclamo il mio diritto ad essere bambina.

Ad avere una bacchetta magica, e continuare a fare magie ovunque posi il mio sguardo.

A continuare a parlare con gli Gnomi e le Fatine

e profumare del loro stesso profumo di Muschio.

Reclamo il mio diritto a voler sposare il Lupo.

A voler credere alle Favole.

Ma alle mie Favole.

Non alle vostre.


Tiziana Fenu

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