Da una pagina
( https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=604317368508060&id=100067894062884)
"Amuleto proveniente da Tharros in avorio e argento, V-IV secolo
Cagliari, Museo Archeologico Nazionale"
Didascalie sempre molto sintetiche, quelle dei musei
È chiaramente un richiamo alla sciamana di Sardara, androgina, anch'essa con il viso da Babbuino, che rappresenta il dio Toth
Approfondimenti a riguardo nel mio link
https://maldalchimia.blogspot.com/2021/10/la-divinita-androgina-di-sardara.html?m=0
E collegato alla sciamana di Sardara, è anche un altro amuleto, che richiama la simbologia dei costruttori, come i costruttori dei pozzi, che il bronzetto di Bolsena rappresenta bene
Se il primo amuleto rappresenta Toth, questo secondo amuleto potrebbe essere collegato
Dal mio scritto sulla sciamana di Sardara
Osservate il bastone con le tacche della nostra "sciamana/o babbuino" : è lo stesso che è rappresentato verticalmente davanti alla dea Seshat, mentre "segna" qualcosa con la bacchetta. È
proprio uguale La Dea Seshat l'avevo già nominata e sondata (https://maldalchimia.blogspot.com/2021/08/il-partiro-sardo-su-papperi.html?m=1), riguardo il papiro ('paperi' in sardo)
[...] . E che ci fa una Dea egizia con due simboli che richiamano entrambi i nostri Antichi Giudici, i nostri Architetti divini? La correlazione c'è eccome, ed è spiazzante.
La Dea Seshat era chiamata la signora delle Stelle. Gran parte dei monumenti dell'antico Egitto, sono legati ad una cerimonia iniziale,, dove il Faraone e una sacerdotessa rappresentante della Dea Seshat, svolgono il processo di misurazione, definendo i 4 angoli dei futuri templi e monumenti reali, per allinearli in direzione delle stelle I "quattro angoli del tempio", concretizzati con figure specializzate come Architetti e Carpentieri che eseguivano le misurazioni.
Una cerimonia che si chiamava Pedj Shes, a carattere cerimoniale e tecnico, e lei era lo scriba femminile della scrittura, dell'architettura. Una Dea con due simboli degli Architetti divini, fondatrice della Sacra Architettura, della Geometria Divina, come i nostri Giganti, che ha sopra il capo una sorta di tiara che rappresenta lo schema esatto di una tomba dei Giganti.
Uno schema taurino/uterino, che richiama la simbologia del Toro e luna insieme, poiché le corna rivolte verso il basso indicano luna crescente. " Questo scrivevo nel post. Si crede che il libro dei Morti lo abbia scritto Toth, in questo caso, come Dio della giustizia, affiancato dalla moglie Ma'at Il babbuino lo rappresenta come mente caotica, senza freno, mentre k'ibis, la sua controparte è la mente controllata, minuziosa, che cerca il cibo nelle acque delle paludi, con il sottile becco, con precisione e costanza.
In virtù di queste riflessioni, ho ragione di credere che la Sacerdotessa del coccio di Sardara, rappresenti il Dio Toth, nella sua versione androgina "da babbuino" , che implementa in sé la sua padedra, architetto, Seshat.
L'aspetto da babbuino c'è.
L'abbigliamento di Seshat, con mantello e cappuccio nero, anche.
Tra le mani tiene un bastone, segnato con delle tacche.
Un primitivo misuratore di cubito?
Ha gli occhi con le doppie pupille, come gli Architetti Divini, i Giganti di Mont'e Prama. Ha dei circoli concentrici, in moduli da tre, che indicano il concetto del creare, sia sul palmo delle mani(con le mani di crea, si prendono le misure, da Architetti), sia sulle frange del mantello, che contestualizzate con questa interpretazione, potrebbero anche indicare delle tacche di misurazione
Un mantello nero, come la figura degli alti sacerdoti. Come lo sono anche i Giganti di Mont'e Prama. Invece, in basso, al centro del pube, presenta un modulo con quattro cerchi concentrici. Questo mi stranisce, perché dovrebbe rappresentare il Femminino, con cinque cerchi concentrici, e invece ne presenta 4.
Il quattro è riferito all'elemento terra, e la posizione sul pube, fa pensare ad un creare, sul terreno, a prendere le misure, da architetto.
Ricordo che siamo a Sardara, nella zona del pozzo Sacro di Santa Anastasia, gemello del pozzo sacro di Santa Cristina a Paulilatino, meno raffinato del pozzo di Santa Cristina, quindi, si suppone antecedente al XII sec.a.C."
Il pozzo, appunto.
La stessa simbologia del rocchetto, dell'argano sulla testa, del nostro bronzetto sardo di Vulci
https://maldalchimia.blogspot.com/2021/08/il-bronzetto-sardo-di-dolsena.html
Tiziana Fenu
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