Questo 8 marzo lo voglio onorare e festeggiare io.
Questo 8 infinito, che mi porta, come ali di farfalla a planare tra le mani socchiuse di quegli uomini che sanno ancora dare e ricevere.
Quegli uomini che non tengono i pugni chiusi, in difesa e diffidenza, ma che sanno anche unire le mani, per stare un attimo con se stessi e con il Divino.
Per ringraziare.
Per poi aprirle e posarle sulle gote di queste donne, che con stupore, meraviglia ed emozione li guardano.
Perché li aspettavano da sempre.
Come fieri guerrieri spartani, che fendono l'aria al loro passaggio.
Mentre si leva la polvere sotto i loro passi stanchi, provati da mille battaglie, da mille corpi calpestati, e sangue innocente versato per sopravvivere a se stessi.
In quel desiderio struggente di strapparsi anche la pelle, insieme all'armatura, e gli stretti calzari e avvicinarsi scalzo e indifeso a quel caldo ventre.
Rifugio e ristoro.
E trovare l'oblio nell'accoglienza.
E in essa raccontarsi.
Come se si trattasse di un altro sé che ha dovuto recitare il ruolo della vita.
E poi unire le mani e scoprirsi insieme a sgranare le proprie fragilità come se fossero una corolla di fiori di gelsomino essicati dalle troppe arsure d'amore.
E sentire quel tocco caldo e leggerlo che ne sprigiona ancora quel profumo di vita e di verità che lei tiene tra le mani, mentre si perde nei tuoi occhi.
Io mi inchino come davanti alla più bella meraviglia e Dono del mondo, davanti alla vulnerabilità dell'Uomo.
Che non è debolezza.
È verità .
È accoglienza.
È fare spazio alla propria Donna nella propria intimità , nelle proprie pieghe.
Non mi interessa sapere cosa fa nella vita.
Che cosa possiede.
Mi interessa sapere cosa l'ha forgiato a fuoco e a sangue, per arrivare ad essere l'uomo meraviglioso che ho davanti.
Voglio sapere di tutte le volte che ha dovuto affrontare la tempesta da solo.
Le volte che ha avuto freddo o paura.
Quando gli sono sanguinate le mani, e quante lacrime ha dovuto strozzare in gola.
E a quando nessuno si accorgeva che le sue erano lacrime, e non pioggia sul viso.
Non può esistere nessuna Festa della Donna se non si onora anche il Sacro Maschile nell'Uomo.
E io oggi onoro tutti quegli uomini che , riconoscendo la Sacralità in se stessi, hanno saputo riconoscere la stessa Sacralità di Donna anche in me.
La Festa della Donna, quest'anno, cade sotto l'energia del Sacro Archetipo Ebraico Resh, il ventesimo, la "testa", con funzione "perfezionante", correlato all'Arcano Maggiore XX del Giudizio.
Questo mi ha fatto pensare al mito di Minerva romana/Athena greca, che nasce dalla testa di Zeus.
La sua figlia prediletta, per via della sua sua saggezza, intelligenza e perché era una guerriera.
Ma nasce da una sfida, da cui esce vincitrice.
Figlia di Zeus e Metis( figlia di Oceano e Teti),a Zeus era stato oracolato che Metis, fedele consigliera di Zeus, quindi, testa pensante e attiva di Zeus, che, diciamocelo, era un filino "scapestrato", avrebbe dato alla luce un figlio più potente del padre destinato a spodestarlo.
Metis è un'Oceanina, figlia di Oceano e Teti, personificazione della saggezza e dell'intelligenza astuta.
Chiusa per sempre al suo interno, Metis trasmetterà a Zeus la conoscenza esatta degli eventi incerti, del futuro, della giusta condotta per essere in tutto e per tutto il re degli dèi.
Metis è la qualità mentale e pratica fondamentale del portare a termine le operazioni lavorative più complesse.
È discernimento.
Metis, la radice fonetica di meticolosita', di perfezione, come il nostro Archetipo Resh, con funzione "perfezionante".
Zeus, allora, spaventato dalla profezia, con l'inganno, convinse Metis a tramutarsi in una mosca, secondo alcune versioni, mentre in altre, riporta che venne trasformata in una goccia d'acqua, un'acqua che si "adatta" a qualsiasi contesto, e la ingoiò.
Ma la dea continuò la sua gestazione all’interno di Zeus e, a suon di colpi di martello, cominciò a creare un’armatura per la figlia.
I colpi erano così rumorosi e incessanti che, al momento del parto, Zeus avvertì dolori così strazianti e un mal di testa tanto insopportabile che chiese a Efesto, il fabbro divino, di spaccargli la testa con un’ascia bipenne, simbolica, visto che indica la sinergia degli Opposti.
Minerva nasce già adulta, sapiente e guerriera. armata di elmo, corazza, scudo e lancia.
Infinitamente astuta.
Nasce nella dimensione dell'Intelletto, che non è solo intelligenza umana, ma ne rappresenta l'Ottava superiore, quella che è in connessione con la nostra dimensione divina.
Athena che fece dono di un olivo, dalle infinite proprietà , alla città a lei dedicata, Atene.
Si diceva anche che la dea Atena avesse scolpito con il legno di quercia la polena parlante della nave Argo sulla quale erano imbarcati gli Argonauti alla ricerca del vello d’oro, in viaggio verso la Colchide.
Simbolicamente, quindi Atena, come Via Maestra, portatrice di luce e conoscenza, di Sapienza.
Un'energia talmente potente, quella del Femminino rappresentato da Metis e da Athena, nella sua forma manifesta, che Zeus ne vuole acquisire la paternità , come una gestazione.
La nascita simbolica di Athena dalla testa di Zeus ci insegna che ciò che è di dimensione del Femminino, la gestazione viscerale, di pancia, non può essere acquisita o sostituita dal Mascolino.
Ma vi è un altro tipo di gestazione, quella di testa, quella sublimata, quella dell'Essenza, che rappresenta proprio il nostro Archetipo Resh, che è esotericamente legato a Saturno, e domani siamo di sabato, quindi al Femminino.
Mi ha colpito leggere, che il valore numerico, ghematrico della Resh, che è 200, corrisponde al valore ghematrico della parola ebraica "etzem", che significa osso, ma anche Essenza, oltre che essere il 200 è anche il numero atomico dell'elemento calcio, "si-Dan" in ebraico, che ha in sé il giudizio (dan), quella di Dan era anche la tribù dei Giudici.
Gli Shar-Dan
Questo concetto rimanda proprio all'Arcano Maggiore XX del Giudizio
Resh come forza attiva e creatrice del pensiero, in cui l’essere umano attraverso l’uso dell’intelletto può superare i limite della sua condizione ed ascendere verso i livelli più sublimi e reconditi del Creato.
Questo aspetto della vibrazione della Resh, è proprio la connessione con le potenzialità dell’intelletto.
Resh come valore ghematrico 200, è un'estensione potenziata del secondo Archetipo Ebraico Beth, il Sacro Femminino, che contiene, che offre Forma, affinché la creazione si manifesti con valore ghematrico 2, rappresentato dall'Arcano Maggiore II della Papessa.
Ed ecco che ritorniamo alla Papessa, alla dimensione dell'Intelletto di Athena.
Capace di discernimento e giudizio.
Un Femminino che ha una visione di insieme, che vede oltre il velo e oltre il buio( la civetta dai doppi occhi, attributo di Athena), che ricompatta, come l'Archetipale Femminino Iside, che ricompatta il corpo smembrato di Osiride e crea la vita dalla trasmutazione del quattordicesimo, andato in sacrificio, reso sacro per la trasmutazione in Oro, in Horus.
Il mio augurio, come Donna, è che la nostra Essenza, possa nascere in ogni Uomo, come sublimazione che colga la nostra bellezza interiore, la nostra forza, il nostro intelletto, la nostra capacità creatrice, non come emulazione di una Partenogenesi che ci è innata.
Athena nasce a sé stessa, non per gestazione, per mano di Efesto, simbolo del Fuoco, di cui il Femminino è simbolo archetipale, come ho scritto.
È il Fuoco interiore di Madre Terra, il Fuoco ctonio, il Fuoco Sacro sempre vivo.
La fa nascere con lo strumento che più la rappresenta, l'ascia bipenne, simbolo della sinergia degli Opposti, di cui il Femminino è custode.
Si dice che le donne spesso non abbiano testa, che siano tutto cuore.
E invece, la loro forza è la sublimazione del cuore nella testa, che le rende esponenzialmente declinabili e amplificabili in qualsiasi contesto, affrancate dal gioco della competizione, del possesso, dell'inglobamento, della sudditanza.
Perché non c'è niente di peggio che vedere una donna che pensa e agisce da uomo.
Io sono Donna, ancor prima che Femmina, e come tale, voglio essere riconosciuta, per la mia Essenza.
Che sia una celebrazione del Riconoscimento, per ogni Donna.
Tiziana Fenu
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Nell'immagine, dipinto "Pallade Atena" di Klimt, 1898
Ho scelto questa rappresentazione perché amo Klimt, nel suo linguaggio cromatico in particolare, e perché il simbolismo della Medusa-Gorgone, come ho approfondito altre volte, é indissolubilmente sincreticamente legato, alla simbologia di Bes, rappresentante delle due polarità creatrici, di cui anche Atena, in tempi più recenti, è simbolo.
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