sabato, giugno 14, 2025

💛Bronzetto / Ofiotauro

 Da un post in un gruppo "Ancient Artifacts" ( https://www.facebook.com/share/p/16StsXFMx6/)

Una figura di bronzo sarda di guerriero su base di piombo

Periodo nuragico, circa VIII-VII secolo a.C.

18,2 cm di altezza incl. Tang di piombo


Acquisito al mercato dell'arte di Ginevra nel 1996

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Mie personali considerazioni.

Il copricapo di questo bronzetto ha la stessa conformazione della testa di un nostro altro bronzetto sardo, bellissimo, il nostro Ofiotauro, del quale ho approfondito più volte. 

Trovate gli approfondimenti in questi miei scritti a riguardo, in ordine cronologico. 

https://maldalchimia.blogspot.com/2023/04/bronzetto-di-nule-ofiotauro.html?m=0

https://maldalchimia.blogspot.com/2023/10/ofiotauro-simbolo-del-toro-e-del.html?m=0

https://maldalchimia.blogspot.com/2024/07/ofiotauro-e-sirio.html?m=

Ma riporto in particolare un passo di un mio scritto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/05/baal-e-tanit.html?m=0) in cui evidenzio l'importanza della costellazione di Ofiuco nella nostra società sarda, perché entrambi i bronzetti evidenziano un ureo rovesciato, rispetto a quello tipico egizio che siamo abituati a vedere, evidentemente emulato dalla nostra Antica Civiltà Sarda. 

Non è un corno, è proprio un serpente. 

"C'è tutta una straordinaria simbologia astrale, che non approfondisco adesso, legata a Sirio/Aldebaran, che da un senso anche alle varie cosmogonie presenti in ogni civiltà, perché parla della polarità maschile /femminile, unite in  sinergia, nelle società prediluviane, per la Creazione, in perfetto equilibrio. 

Società in cui i cicli solari erano perfettamente in sincrono con i cicli lunari.

Era presente anche il tredicesimo segno femminile d' Acqua, l 'Ofiuco, di cui noi abbiamo una  straordinaria rappresentazione, nel bronzetto dell'Ofiotauro. 

Il tredicesimo segno, il portatore di Serpente. 

Di Conoscenza. Di Sophia ancestrale. 

La tredicesima tribù ribelle, la Tribù dei Dan.

La nostra Antica Civiltà Tribù Shardana.

È interessante notare, come, quello che viene definito il berretto frigio, che notiamo essere indossato dalla divinità Baal, fosse indossato, in epoca più tarda, da una divinità lunare maschile in epoca micenea, Men Ascaenus di Pisidia, che era il custode dei mesi, il grande misuratore, un po come Crono, simbolo di fertilità, ma anche del mondo ctonio della morte, spesso rappresentato mentre calpesta la testa di un toro( iconografia ripresa dal mitraismo, in cui il toro viene sacrificato per fecondare la terra) .

In periodo romano, a questa divinità, venne associata l'idea di vittoria, e infatti, nel periodo dell'imperatore Augusto, nell'iconografia tradizionale, come nella monetazione, il dio Men, venne accompagnato spesso da una Nike alata.

Il culto di Men, rappresentato specialmente da una pratica chiamata bucrania( la rappresentazione dei teschi di tori), è presente soprattutto nel tempio dedicato ad Augusto.

Culto di Mem, che verrà poi assorbito dalla divinità frigia, Attis, che presenta sempre, l'archetipale copricapo frigio che vediamo un Baal, dipinto di rosso, si dice, di provenienza dalla Frigia, VI sec aC, l'attuale Turchia.

Frigia, in cui era presente il culto di Cibele turrita, della quale ho già parlato ( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/03/dea-cibele-ed-equinozio-di-primavera.html?m=0), la grande Madre, a cui era legata Attis, rappresentata con una Torre in testa, come i nostri nuraghi.

MGDL , il nome della torre in ebraico, come MaGDaLena,  il Sacro Femminino, legata anche all'amigdala, e legata anche alla ghiandola pineale e al terzo occhio. 

Un berretto frigio che poi si ritrova su Orfeo, su Apollo, sul Dio Mitra, sulla testa dei re Magi, i Sacerdoti/ astronomi del Dio Sole, che rappresentano le tre stelle di Orione, la cintura del Gigante del Cielo, a cui i nostri Giganti di Mont'e Prama sono connessi.

Stelle della Cintura che indicano la levata eliaca di Sirio, la stella dell'Iniziazione, il Sacro Femminino, in asse con il sole e le tre stelle della Cintura di Orione, quindi in perfetto equilibrio in quella che venne definita l'era dei Pesci, della Vesica Piscis, del Logos Divino in equilibrio, perché è il Femminino a guidare il Sole, come nelle Antiche civiltà prediluviane.

Nelle disposizioni astronomiche, vi è sempre traccia di un certo Codice Astronomico e delle forze che si muovono in esso, e che si ripercuotono sulla dimensione terrena". 

Dal mio scritto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/07/ofiotauro-e-sirio.html?m=0) 

"Ci sono elementi interessanti, nel mito greco dell'Ofiotauro, che rimandano alla Sardegna. 

L'Ofiotauro fu ucciso dai Titani, quindi Giganti, dopo che riuscirono ad imprigionarlo in una triplice mura circolare, che mi ricorda tanto l'iconografia del simbolismo delle coppelle con tre cerchi concentrici, così presente nella nostra Antica Civiltà Sarda. 

Che sia successo che sia nato prima il nostro Ofiotauro, il nostro bronzetto di Nule, e poi è stato modificato in senso maschilista e patriarcale, visto che la testa serpentina simboleggia il Femminino, declassandolo poi invece, nella coda? 

Secondo me, potrebbe essere andata proprio così.

D'altronde, il Sacro Femminino, di cui Iside, la cui rappresentazione astrale è proprio Sirio, forse è stata la massima rappresentante, è sempre stato rappresentato con elementi che riguardano il toro, il serpente e il sole. 

Le corna taurine, il globo solare tra le corna, l'ureo, il cobra dal collare espanso, esattamente come la testa del nostro bronzetto di Nule, e così come è presente nell'Ofiotauro.

Ma vi è un altro particolare, nel mito greco dell'Ofiotauro, che mi rimanda al Sacro Femminino.

Il nibbio, uccello che, tra gli altri, rappresenta Iside.

Il mito narra che le viscere dell'Ofiotauro, partorito dalla Terra, conferiscono, a chi le brucia, il potere di rovesciare gli dei. 

Lo Stige, avvertito dalle Parche, imprigionò l'Ofiotauro (per impedire che fosse ucciso) in un bosco circondato da un triplice strato di mura( il triplice strato di mura, mi rimandano alle triplici cornici delle porticine delle Domus de Janas, che rappresentano dei passaggi dimensionali, attraverso la ciclicità della "nascita/morte/rinascita") 

Durante la Titanomachia, il mostruoso ibrido fu ucciso con un'ascia adamantina da Briareo, un gigante con 100 braccia, un alleato dei titani, ma prima che le interiora potessero essere bruciate Zeus inviò gli uccelli a trafugarle. Quello che gliele riportò fu il nibbio: allora, per ricompensarlo del servizio resogli, Zeus lo elevò al cielo trasformandolo nella costellazione dell'Aquila.

Il nibbio, quindi, salva le interiora dell'Ofiotauro. 

Una storia che si ripete, come Iside, il Sacro Femminino, che ricompone il corpo di Osiride. 

Perché solo l'energia del Femminino, che tutto contiene, può ricompattare e rigenerare il tutto. 

Aquila e Toro. 

Il cielo e la terra. 

Un'iconografia poi ripresa dall'antico Testamento, che fa del Toro e dell'aquila, uno dei quattro aspetti del tetramorfo, che è una raffigurazione iconografica dei quattro animali dell'Apocalisse, leone, toro, aquila e uomo, alati, a figura intera o solo il capo, che fu usato anche come simbolo degli evangelisti. 

Iconografia, che però risale alla ben più antica cultura assira, la quale, aveva rappresentato la figura del Lamassu, un ibrido tra umano e toro alato, chiamato anche il Toro alato di Khorsabad, e che era posto a protezione del palazzo reale di Sargon II sovrano assiro della Mesopotamia.

[...] La simbologia delle triple corna, nel Lamassu, rappresentate come se fossero parte dell'elemento fertilizzante fallico, siano correlabili alla rappresentazione delle corna fertilizzanti disposte all'ingresso di un passaggio della Domu de Jana S'Incantu 

Una disposizione che enfatizza anche la simbologia centrale, triangolare, del pube femminile. 

Una simbologia di fertilità, di concepimento 

Ritornando quindi, al simbolismo del Toro e del serpente, del pozzo di Serracus, visto che si tratta di un pozzo, quindi di un luogo sacro dedicato al culto dell'acqua, e quindi del Femminino,  e ritornando al nostro bronzetto di Nule, l'ibrido con la testa di serpente, e il corpo di toro, mi sembra evidente che il bronzetto rappresenti una divinità dall'energia androgina, in cui il serpente, rappresentato con il collare aperto, come l'ureo egizio( e quante volte, a tal proposito, ho sottolineato che la civiltà egizia, deriva da quella Sarda, e non, invece, il contrario), rappresenta proprio quel Sacro Femminino potente, così come è sempre stato in ogni cultura, dove il Femminino è sempre stato legato alla Sacra figura del Serpente. 

E poi abbiamo anche il nibbio, presente sia come veicolo di elevazione dell'uomo -Toro, che come simbolo del Sacro Femminino, in Iside. 

Proprio il nibbio, e non un altro uccelli qualsiasi. 

Il nibbio viene spesso scambiato per la nostra poiana ( o "po-Jana", per Jana), non solo per l'aspetto ma anche per gli acuti striduli. 

"Elevazione dell'uomo-Toro", verso il cielo, nobilitato da Zeus stesso, attraverso la costellazione dell'Aquila, in tempo greco-romano. 

In un periodo, cioè che aveva già surclassato e ghettizzato il Sacro Femminino, relegandolo a dei Femminini truci e malevoli, come le Parche, le Moire, Medusa che pietrifica con lo sguardo.

Un Femminino, privato, insomma, del suo immenso potere. 

Così come, viene rappresentato, nella sua grande potenza, nel nostro bronzetto di Nule, che sembra invece la versione opposta e speculare  dell'Ofiotauro greco, che invece, ha nella coda, la parte meno nobile del corpo, quella più "bestiale e demoniaca", la rappresentazione del serpente. 

Serpente, che invece, come un nobile ureo egizio, domina la testa del nostro bronzetto di Nule.

Un'appendice serpentina, a memoria di ciò che era il Femminino che custodiva e proteggeva, che era presente, come ureo, che è rimasta invece fino ai giorni nostri, nella nostra tradizione, nella nostra "berritta sarda" . 

Ne ho parlato approfonditamente in un mio scritto, in cui riprendo il discorso su Sirio, Ofiotauro, e simbologia del berretto frigio

( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/05/baal-e-tanit.html?m=0) 

Ma non poteva che essere così, in una antica società matriarcale come la nostra, dove l'icona della protome taurina si sovrappone alla sagoma uterina, nelle tombe dei Giganti, nelle Domus de Janas, e ovinque ci sia questo simbolismo, indice di una potente sinergia creativa tra Maschile e Femminile. 

Ed è naturale che il femminino, rappresentato dalla testa del serpente, così come in ambito egizio, venga rappresentato come struttura portante del bronzetto. 

Serpente e Toro, indissolubilmente uniti. 

Perché il Toro, essendo un segno femminile, un segno di terra, rappresenta anche l'energia femminile di Madre Terra, a cui appartiene il serpente, animale che striscia in terra, ma che appartiene anche all'acqua. 

Come sempre, i simbolismi, sono sempre collegati tra loro in un continuum narrativo, e assolutamente logico, che lega ogni espressione della nostra Antica Civiltà. 

Basta vedere oltre, e capire, che molto è stato ribaltato, mistificato e deturpato, e che inizialmente l'Ofiotauro poteva essere quella magnifica creatura simbolo del Femminino, della fertilità, della saggezza, che si è intrecciato con il destino degli uomini, per apportare Bellezza e civiltà. 

Per nobilitarli, ed elevarli verso piani spirituali più alti, verso, simbolicamente, la costellazione dell'aquila, simbolo del Sole, è simbolo anche del Sacro Romano Impero, non a caso. 

Un importantissimo simbolo di potere. 

Guardacaso, "aquila" in sardo, si dice "ae".. "ae/ave"... "


Un bronzetto, quindi, dalla simbologia importantissima. 

Quella di appartenenza alla tredicesima tribù dei Dan, correlata alla tredicesima costellazione dell'Ofiuco, dell'uomo che governa il Serpente, la Conoscenza, la Sophia. 

Leggo in giro tante di quelle fesserie sull'Antica Tribù dei Dan, una totale stigmatizzazione in negativo dei Dan, e, di conseguenza, dei Shar-Dan, gli antichi Sardi. 

Cerchiamo di non confondere e di avere discernimento almeno in questo, che la questione sta sempre più prendendo piede, in modo negativo. 


Tiziana Fenu 

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