martedì, agosto 26, 2025

💛Bolsena / Luigi Catena

 DA GIANO A SAN GIOVANNI BATTISTA UN PERCORSO SACRO ATTORNO AL LAGO DI BOLSENA PER RICORDARE E TROVARE IL SANTUARIO DI VERTUMNO (sotto la chiesa di San Giovanni in Val di Lago-San Lorenzo Nuovo);

Foto 1 statua di Vertumno Viticoltore rinvenuta a Ostia del II secolo d.C.; ; Foto 2 Stampa del XVI secolo Giano Viticoltore ;Foto 3 Mosaico del I secolo d.C.museo di Madrid, Vertumno con la cornucopia piena di frutti; Foto 4 Chiesa di San Giovanni in Val di Lago San Lorenzo Nuovo;

Lo storico  e scrittore sabino  PublioTerrenzio Varrone(I secolo a.C.) affermava che "VERTUMNO" non era altro che il dio principe degli Etruschi. Questa deità veniva raffigurata in vario modo, come alcuni ricercatori e storici scrivono multiforme o proteiforme, in quanto rappresentava nel mondo etrusco i frutti della terra, la coltivazione della vite, insieme al suo paredro VOLTUMNA (la Norzia di Bolsena) completavano il  quadro delle divinità più importanti di quel mondo. Tanti archeologi-etruscologi confondono questa divinità etrusca con Giove, chiamato dagli etruschi Tinia. Un ultima considerazione, da quando alcuni archeologi-etruscologi e studiosi hanno individuato il luogo più sacro a Orvieto (località Campo della Fiera), hanno coniato una nuova figura "TLUSKHVA" divinità,così riportano i loro scritti, che gli etruschi quel luogo a loro più sacro non chiamavano "FANUM VOLTUMNAE" ma bensì  "LUOGO CELESTE"!!! Invece i romani una volta presa la città di Velzna e occupato il loro luogo più sacro fecero un gran bottino,  portarono via ben 2000 statue di bronzo e tra queste  la statua della divinità "VERTUMNO", ne GIOVE e ne TLUSKHVA. 


Le chiese di San Giovanni intorno al Lago di Bolsena, fanno da cornice all’antico luogo sacro Etrusco e al tempio di VERTUMNO.

Il solstizio estivo periodo dal 21 al 24 di giugno, era una importante festa etrusca, si svolgeva sulla riva del lago nel tempio dedicato a Vertumno, dio etrusco legato al Sole,alle acque celesti, ai frutti della terra e alla coltivazione della vite. Aveva come paredro Voltumna dea Etrusca legata al culto della luna,delle acque terrestri, alla fertilità della terra e del grano. Con il solstizio estivo iniziava la mietitura e si stilava presso il suo tempio a Bolsena il calendario LUNISOLARE dedicato alle attvità agrarie, rito del “clavus annalis”.

 


Il territorio dell’Alto Viterbese, da una ricerca storica, presenta una curiosità  che direi particolare: in un raggio intorno al lago di Bolsena, che non supera i 15 chilometri, ci sono diverse pievi o chiese dedicate a San Giovanni Battista o Evangelista. La domanda sorge spontanea: “Si tratta di un caso particolare oppure è una circostanza molto diffusa nel territorio dell’Italia?” Una cosa è certa, i due Giovanni sono santi che hanno diversi centri urbani in cui il loro  nome è presente, soprattutto Giovanni Battista; e nello stesso momento hanno anche una chiesa intitolata al santo in questione. Però questo toponimo, come detto, è molto diffuso in Italia, ma nel territorio in questione assume una alta concentrazione. Un primo rilievo: emerge che tutti i comuni che si affacciano sulle rive del lago di Bolsena hanno una chiesa dedicata a San Giovanni Battista ed altri che hanno avuto anche due chiese, di cui la seconda dedicata a San Giovanni Evangelista. Con ordine in primo luogo si inseriscono i comuni interessati che sono: 1- Bolsena; 2-San Lorenzo Nuovo; 3- Grotte di Castro; 4-Gradoli; 5- Valentano;6- Marta; 7- Capodimonte; 8- Montefiascone. Primo cerchio di comuni intorno al Lago di Bolsena; Secondo cerchio: 9- Acquapendente;10-Proceno;11-Onano; 12- Canino; 13- Arlena di Castro; 14- Tuscania; 15-Lubriano;

 Comuni con le chiese dedicate a San Giovanni:

1- Acquapendente chiesa di San Giovanni Battista. Ora non c’è più, ma è rimasto il nome del borgo di San Giovanni.

 2- Proceno la chiesa di San Giovanni Battista non c’è più.

3- Onano: fu la prima chiesa edificata in località “Monticello”,  poi detto “Monticello di San Giovanni”. Fu la chiesa madre di Onano, chiamata comunemente Pieve in quanto edificata in mezzo al popolo, in latino “Plebs” quindi Plebana o Pievana.

 4-Grotte di Castro così come a Onano, la prima chiesa o pievana fu quella intitolata a San Giovanni Battista, esattamente dove oggi sorge la Cattedrale della Madonna del Suffragio. Fuori del centro abitato di Grotte di Castro in direzione di San Lorenzo Nuovo, vicino alla S.S. Maremmana sorgeva un’altra chiesa dedicata a San Giovanni Evangelista. Oggi nella stessa località è edificata una nuova chiesa dedicata allo stesso Santo. Per diversi contrasti tra la sede vescovile di Orvieto in guerra con gli Acquesiani, durata 10 anni, per repicca distrussero la chiesa di San Giovanni Evangelista nel 1144.

5-San Lorenzo Nuovo ebbe 2 chiese di San Giovanni Battista; parliamo del periodo in cui esisteva ancora il Vecchio Paese (San Lorenzino alle Grotte, fondato nel VII secolo), edificate sullo stesso luogo, la prima, distrutta da un terremoto del 30 maggio 1563, la più antica (forse dei primi IV-V sec.), poi ricostruita e abbandonata nei primi dell’800, ora in completa rovina, poi un’altra nel Paese Vecchio così come aveva descritto il Messo Papale Giulio Sperandini nel 1737, indicando una struttura sacra dedicata a San Giovanni.

6- Bolsena, è rimasta la porta S. Giovanni con la attigua Piazza, dove una volta esisteva una chiesa dedicata a San Giovanni Battista, che ora non c’è più.

7- Gradoli,è rimasta la Via di San Giovanni, proprio nel punto in cui era ubicata la Chiesa, ora c’è una abitazione,  e si nota ancora molto bene, la facciata di una chiesa.

8- Valentano: la chiesa principale oggi è la cattedrale dedicata a San Giovanni Evangelista, ma la chiesa madre era dedicata a San Giovanni Battista, edificata sulla Via dell’Eschio strada provinciale che porta al Lago di Mezzano, oggi all’altezza del fontanile, è l’antica chiesa di San Giovanni Battista.

9- Capodimonte, isola Bisentina, nel 1431 uno scritto di Papa Eugenio IV annota la presenza di una chiesa dedicata a San Giovanni Battista, in totale stato di abbandono. Invece nell’antica città di Bisenzio, sopra il monte con lo stesso nome esisteva prima che la città fosse distrutta un a chiesa dedicata a San Giovanni Evangelista.

10-Marta,  una chiesa vera propria di San Giovanni è posta sul fiume Marta,(L’isola di Amalassunta di Alfredo Tarquini pag. 22, oggi non esiste più;.

11-Montefiascone, in località la Commenda, esisteva un borgo costruito intorno alla Chiesa di San Giovanni, invece nel centro storico c’è la Chiesa del Divino Amore che nel 1583 si chiamava ancora San Giovanni in Borgo, che diventò Santa Maria della Potenza nel 1615, poi nella metà del ‘700 venne ristrutturata dedicata alla Vergine Assunta in cielo e oggi chiamata del Divino Amore.

.12- Arlena di Castro, la chiesa principale è dedicata a San Giovanni Battista.

13- Tuscania, anche qui c’è una chiesa dedicata a San Giovanni Battista.

14-Lubriano chiesa madre dedicata a San Giovanni Battista.

15-Canino Chiesa Collegiata dei Santi Apostoli Giovanni e Andrea.


In sintesi i comuni che circondano il lago di Bolsena o confinano tra di loro nel territorio hanno tutti delle chiese dedicate a San Giovanni Battista o qualcuno a San Giovanni Evangelista. Come mai questa forte presenza? Ma i due San Giovanni che cosa rappresentavano nei primi secoli del cristianesimo? Come sappiamo i due San Giovanni rappresentano i due solstizi: estivo Battista, invernale Evangelista. C’è da fare una considerazione con una domanda, che ci porta indietro nei secoli: nel mondo pagano, (ci si riferisce al periodo etrusco) quali divinità venivano venerate maggiormente, soprattutto nel loro luogo più sacro in assoluto, nel Fanum Voltumnae? Esiste un legame tra le divinità pagane e i Santi e figure Mariane nei primi secoli del cristianesimo?  Esiste un legame tra i riti pagani che  maggiormente  si svolgevano nei secoli passati  e le feste cristiane con le loro cerimonie di  oggi? La sovrapposizione c’è, esempi provengono da diverse parti d’Italia non solo a livello di “situ”, sopra l’edificio pagano veniva poi nel periodo del cristianesimo edificato sopra una struttura sacra sempre più affine alla divinità pagana, anche il motivo sacro in esso continuamente rappresentato.

 Nelle figure dei San Giovanni il processo di rappresentazione tra questi due mondi è molto evidente. Se si prendono in considerazione le ultime ricerche di studi elaborati da diversi studiosi, vedi il testo di Vania Gasperoni Pannella e Maria Grazia Cittadini Fulvi avente come titolo “Dal mondo antico al Cristianesimo sulle tracce di Giano”, portano come esempio due chiese dedicate a San Giovanni costruite sopra le rovine di edifici pagani venerati a Giano e sono Trevi e San Giovanni Rotondo. Le loro motivazioni storiche spingono a pensare che la figura di San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista vadano a sostituire il culto pagano e non sono del tutto sbagliate. Come dagli elaborati esposti dalle due ricercatrici il passaggio tra il culto di Giano rappresentazione pagana riferita ai solstizi e i due San Giovanni è molto lineare senza motivi di dubbio. Le stesse osservazioni storiche sono riportate in diversi secoli  precedenti. Nel 1846 pubblicato a Bologna, “Il Piccol Reno”, dove in uno scritto sulla storia di Bologna, l’antica città etrusca “Felsina”, capitale della lega dei dodici città del nord Italia, riporta che sotto la chiesa di San Giovanni in Monte sopra Bologna, un tempo quel monte si chiamava “gianicolo” perché in quel punto c’era un tempio dedicato a Giano,  stesso toponimo lo si trova a Roma: il “gianicolo” equivale al luogo dove una volta anche lì c’era il tempio di Giano. Lo scritto prosegue, indicando delle citazioni dell’eruditissimo bolognese Ovidio Montalbani nel libro ”Elioscopia” ebbe modo di dire che Giano non era altro che il protettore dei viaggi, era il medesimo Sole e che sopra quel monte dai primi cattolici fu tramutato S. Giovanni in Monte ora San Giovanni Evangelista. Un altro passaggio dello scritto (Il Piccol Reno pag.53) riporta l’esempio di Milano dove una volta era ubicato un tempio di Giano con quattro facce; indicava forse i punti cardinali o le quattro stagioni (movimento del sole e suo percorso annuale). Ebbene oggi in quel luogo c’è una chiesa dedicata a “San Giovanni alle quattro facce”. La stessa osservazione storica descritta nel volume “Milano nei suoi monumenti” di Carlo Romussi-1875 pag.27. L’altro scritto storico sulla città di Cremona a cura del sacerdote Angelo Grandi  libro pubblicato nel 1856 a pagina 311 scrive  che la chiesa di San Giovanni Battista comunemente detto anche San Giovanni Vecchio è stata edificata sopra un tempio pagano dedicato a Giano. Un’altra osservazione a Faleria (antica città etrusca), distrutta dai Romani (metà del III sec. a.C.), come bottino portarono a Roma la statua di Giano Quadrifronte dove costruirono appositamente il famoso Arco. Un’altra osservazione che alcuni storici dei secoli precedenti scrivono della figura di Giano in qualità di fondatore di diverse città etrusche. Nell’elenco delle cittadine troviamo Arezzo, Volterra, Vulci, Roselle, Bolsena ed altre (Notizie Storiche di Arezzo, dell’abate Pietro Farulli, 1717,pag.25). La stessa informazione viene da  altri  scrittori storici sulla cittadina di Bolsena, si tratta dell’Andrea Adami- “Storia di Volseno-1737” e di Valerio Cozza “Origine e vicende della città di Bolsena-1856”). In sintesi Giano e Norzia erano i fondatori della città di Bolsena e i loro protettori. Così come descrive Andrea Adami nel Tomo Primo sempre nello stesso libro fa riferimento al fatto che Giano e Vertunno, sono la stessa persona.  Se si facessero delle ulteriori ricerche si troverebbero molte altre situazioni simili in altri luoghi, dal nord al sud, comprese anche le isole. Quindi c’è una sintonia tra la figura di Giano intesa come simbolo legato al ciclo solare, solstizi, al tempo inteso come ciclo delle 4 stagioni e le figure dei due San Giovanni Battista ed Evangelista. La situazione è identica con la dea Norzia, l’altra divinità etrusca  legata maggiormente al culto dell’acqua, al ciclo lunare, alla fertilità della terra  in parte sostituita da Santa Cristina, santa e Patrona di Bolsena.  Questo argomento merita una dovuta attenzione a parte. Ritornando alla valutazione di questo quadro ricco di indizi e di circostanze, non può sfuggire una importante osservazione: tutte queste chiese dedicate a San Giovanni distribuite intorno al lago di Bolsena che cosa di importante significano da un punto di vista di sacro? Quale era la motivazione? Un primo esame storico emerge marcatamente  e fa capire che esiste un  filo che collega le figure di  Giano-Vertunno-San Giovanni B. ed Evangelista, un primo elemento è il sole ed il suo ciclo. Nel simbolismo in generale la rappresentazione di Giano è la migliore che possa esserci in merito alla stella chiamata “Sole”.  Se si cerca di semplificare i fenomeni che il Sole produce sul pianeta terra riusciamo a descriverlo in questo dualismo: Giorno-Notte; Luce-Buio; Caldo-Freddo; Solstizio Estivo-Solstizio Invernale; Equinozio Primavera-Equinozio Autunno; oppure nel tempo di un intero ciclo o percorso troviamo che Giano si manifesta anche quadrifronte: le quattro stagioni, collegate ai 4 cicli annuali (2 solstizi e 2 equinozi) ed anche ai 4 punti cardinali. Ma la lettura più esplicita riferita alla raffigurazione bi frontismo di Giano lo descrive molto bene Renè  Guenon nel libro “La Tradizione e le Tradizioni” pagg.118-124,dove si sviluppa questo concetto un volto rappresenta il “PASSATO”  e l’altro il “FUTURO”, che nella realtà non sono altro che i pilastri dove poggia “IL PRESENTE” che davanti a noi non è altro che l’eternità. La figura di Giano è inserita nel contesto molto ampio delle divinità antiche raffigurate con il bi frontismo diffuse in diverse aree Mesopotamia ed Egitto. Ma il Giano forse antica divinità italica o di provenienza, comunque è stata ben assorbita nella sfera del mondo religioso arcaico, forse ha preceduto il culto  più antico della Dea Madre, in quanto, Giano  espressione di un mondo fortemente legato alla volta celeste  e a tutte quelle manifestazioni che si riversavano sulla superficie terrestre. L ‘evolversi del simbolismo racchiuso in Giano lo si riscontra nella divinità venerata dagli Etruschi “Vertunno”, si divinità legata al percorso del sole delle stagioni e dei suoi frutti; poche sono le sue raffigurazioni, oltre allo specchio di Bronzo rinvenuto in Tuscania (IV sec.a.C.) di scuola volsiniense, c’è un interessante mosaico del I secolo d.C. (Madrid) dove viene rappresentato con in braccio diversi prodotti della terra; lo stesso viene raffigurato in un disegno, una statua di marmo con in braccio sempre dei prodotti della terra pubblicata nel testo “Monumenti Antichi inediti notizie sulle antichi di Roma”del 1787,  tronco di statua alta 3 palmi finita a Napoli a decorare il luogo di S. E. il Sig. Duca di Riario (da pagg. XLVIII a pagg. LVI).Gli scritti ci raccontano di una divinità venerata nell’antica Toscana (etruria) e riportando gli scritti dell’abate Andrea Adami, il quale si sofferma  dicendo che Vertunno è stato il fondatore di Volsini (Bolsena), tale divinità fu “rubata” dai romani porta via dal suo luogo sacro (Fanum Voltumnae) e portata a Roma. Alla odierna data ci sono molti indizi letterari che portano ad un solo punto d’incontro, il Lago di Bolsena, e nello stesso punto  ci sono molti riscontri di questi indizi i quali, messi tutti insieme, creano non solo la certezza ma disegnano il  quadro sacro in maniera completa.  

San Giovanni in Val di Lago (comune di San Lorenzo Nuovo)

E’ lì che s potrebbe esserci il tempio sacro di Vertumno, sotto la chiesa di San Giovanni in Val di Lago, nel comune di San Lorenzo Nuovo, sulle rive del lago di Bolsena.


 Perché questo luogo: a) è l’unico punto dove sono state costruite due chiese di San Giovanni Battista in due periodi diversi: la prima più antica (VI-VII secolo) e poi nel XVI dopo il crollo dovuto ad un terremoto ne fu costruita una di nuovo con il nome dello stesso santo; b) la sua forma ottagonale rinascimentale ci trasmette  l’unione tra i simboli terra (il quadrato) e il cielo (il cerchio); c) il luogo è ricchissimo  d’acqua per tre lati:  a sud c’è la riva del lago di Bolsena; ad ovest ed est questi lati sono percorsi da due torrenti di 600-700 litri d’acqua al secondo;  d) dentro la chiesa sono rimasti tre affreschi importanti e sono anche tre simboli, il sole,la luna e la ragnatela; e) il sito è distante appena 6 chilometri dalla vecchia città sacra etrusca Velzna-Volsini-Bolsena, in aperta campagna in pianura estensione di centinaia di ettari; f) il rescritto di Spello ci dice a domanda dove si svolgevano i riti sacri nel Fanum Voltumnae “APUD VOLSINI” che tradotto significa  “significa vicino Bolsena o presso Bolsena”; g) è l’unica chiesa di San Giovanni Battista dove per 3 giorni (21-24 giugno si svolgeva una famosa fiera); h) nel raggio di 6 km si sono altre 6 chiese di San Giovanni(ubicate a Gradoli, Grotte di Castro, San Lorenzino alle Grotte-Paese Vecchio, Bolsena, compresa anche quella dell’Isola Bisentina), sono tante. Queste considerazioni demarcano una grande fede per questo santo che si traduce in una grande venerazione nel passato nel periodo pre-cristiano in questo  territorio era rivolto a Giano-Vertumno-Voltumna.

( Luigi Catena 25 agosto 2020)

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Mie personali considerazioni a riguardo 


Molto interessante.. Tra i ricordi di un anno fa.. 

Nel post del ricercatore e autore Luigi Catena si parla di una identificazione del Dio Vertumno, Dio supremo Confederazione delle Dodici Città Etrusche. con Giano--San Giovanni Battista ed Evangelista .

Teniamo conto del fatto che Giano, ha come derivazione Jana, le nostre Domus de Janas orientate ai solstizi. Infatti i due Giovanni, traguardano, uno il solstizio invernale, uno il solstizio estivo. 

E intorno al lago di Bolsena ci sono chiese dedicate ai due Giovanni. 

Ai solstizi sono orientati anche i nostri pozzi, perlomeno quelli più importanti, compreso il Santa Cristina. 

Guardacaso, Santa Cristina è la santa e patrona di Bolsena, un sincretismo con la dea Norzia, la Voltumna, paredra del dio Vertumno, del culto dell’acqua, del ciclo lunare, della  fertilità. 

È interessante la disposizione a circolo delle chiese intorno al Lago di Bolsena. 

Mi fanno pensare ad una sorta di grande calendario, un asse su cui gira la ruota del tempo, in cui le chiese e i luoghi sacri, traguardano costellazioni, solstizi ed equinozi. 

Questo perché il Grancaro del lago di Bolsena si riferisce  ad un antico insediamento protostorico su palafitte. 

Il sedimento più importante del lago di Bolsena è l'Aiola del Grancaro, che si trova a Nord.

Questo è molto indicativo, perché secondo me indica l'axis Mundi terreno che fa riferimento a quello astrale del Gran Carro dell'Orsa Maggiore che indica il Nord astronomico. 

Bolsena si trova nel Lazio, e proprio nel Lazio ci sono due templi importanti dedicati ad Artemide/Diana, il "Tempio di Diana" può riferirsi al Santuario di Diana Nemorense a Nemi o al Tempio di Diana Aventina a Roma

Intorno. 

Il culto  femminile di Artemide era chiamato delle Orse 

Le Orse partoriente che creano  «giovani orse», con i loro balli rituali, manifestavano il passaggio di ferinita/verginità, allo stato creativo/generativo. 

La Costellazione dell'Orsa Maggiore è considerata la Grande Madre Cretrice delle Costellazioni, essendo Colei che guida il Gran Carro del Tempo, intorno alla Stella Polare. 

In circolo,  quindi, intorno al lago, potrebbero esserci le tappe simboliche della Ruota del Tempo anche nei suoi cicli precessionali, attraverso le costellazioni, oltre che scandire il tempo annuale. 

Già notiamo come ai Vertumnalia erano una festa celebrata il 13 agosto erano contrapposti ai Parentalia. 

Intorno abbiamo anche la chiesa di San Lorenzo, di San Valentino, di Santa Marta di Betania( celebrata il 29 luglio, il cui nome è Bet/Beth, secondo archetipo, la forma, la dimora di Dio, il beth-ilo primordiale e "-ania" /anja/il terzo occhio divino, anagramma di Jana), con dei comuni con nomi particolari, Canino( legato alla simbologia di Sirio/San Cristoforo/la levata eliaca di Sirio durante la canicola) solstizio estivo, Onano, San Onano, solstizio invernale, Valentano( il Valentino del solstizio invernale), San Lorenzo( solstizio estivo 20 agosto)

Come se intorno, intorno al Grembo Femmineo del lago di Bolsena, custode dei solstizi, delle due polarità energetiche contrapposte, della Kundalini, ci fossero comunque elementi legati ai solstizi. 

Non dimentichiamo che la festa più importante era quella dedicata al Vertumno - Giano, dal 21 al 24 di giugno, che comunque è festa solstiziale di Jana, del Femminino, che poi si prolungarono attraverso la celebrazione di Sirio e della sua levata eliaca a luglio( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/07/25-luglio-giorno-del-non-tempo-e-san.html?m=0), e ad agosto, con le celebrazioni di Diana( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/13-agosto-dea-diana.html?m=0), comprese le celebrazioni di San Lorenzo, anch'esse legate al Femminino( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/08/dea-acca-laurentiaaccabadorasan-lorenzo.html?m=0). 

Tutti argomenti di cui ho già approfondito, e che hanno profonde corresponsione con le nostre celebrazioni. 

Non dimentichiamo che nel lago di Bolsena è stato ritrovato il bronzetto sardo più rappresentativo dei nostri Sacri Costruttori di pozzi( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/08/il-bronzetto-sardo-di-dolsena.html?m=0) 

Tutto molto interessante, soprattutto Santa Cristina patrona del lago di Bolsena. E proprio qui, trovano il bronzetto del nostro costruttore di pozzi.

D'altronde, se ci sono corrispondenze tra Santa Cristina e Pantheon ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/08/ierofania-21-agosto-pozzo-s-cristina.html?m=0) e tra le antiche celebrazioni romane e le date di manifestazioni ierofaniche del Santa Cristina ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/corrispondenze-celebrazioni-romane-date.html?m=0), a maggior ragione, ce ne sono anche con  lago di Bolsena, antica terra di Etruria. 

Le disposizione a raggera, primo "cerchio" e secondo "cerchio", mi rimandano alle considerazioni su Uta del ricercatore e autore Alessandro Cuncu, e la relativa  disposizione a raggera di nuraghi o chiese. 

Uta/ute*ro/ 

Bolsena/acqua/liquido amniotico

Sembra un rimando in terra di Etruria, alla simbologia di Atlantide. 


Tiziana Fenu 

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Bolsena-Luigi Catena

Immagini del post di Luigi Catena 







 



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