Su Cà bude è un tipico pane sardo, che si dice, provenga dal latino "caput", testa, inizio dell'anno per i romani, che corrispondeva all'inizio dell'anno dedicato al dio Giano, a gennaio.
Giano, di chiara derivazione da Janna / porta, in sardo, le porte solstiziali del Femminino, delle Domus de Janas, custodi della soglia degli Umani ( solstizio estivo), sotto il segno del Cancro, segno d' acqua, e della soglia degli Dei( solstizio invernale), sotto il segno del Capricorno, segno di Terra.
Acqua e Terra, i due attributi del Femminino, di Madre Terra, fulcro gestazionale anche per la dimensione dell'oltre, ed è per questo motivo che quasi tutte le nostre strutture, Domus, Nuraghi, Pozzi Sacri e Tombe dei Giganti, sono per lo più orientate all'alba del solstizio invernale.
È la gestazione alchemica per la dimensione spirituale.
Su Cà bude è un pane sardo d'origine quindi, precristiana ed era prodotto quando l’inizio dell’anno era in settembre (in sardo cabidanni) come nell’antico calendario ebraico e greco, mese di inizio dell'anno agrario.
Un pane semplice, impastato di semola fine con la pasta madre, acqua di fonte tiepida e sale. All’impasto lavorato si dava la forma di un uomo o soldato, di contadino o carro di buoi ( "giuada" in sardo)
E’ un pane rituale che veniva preparato dalle famiglie dei pastori (pastores) che lo facevano la notte di Capodanno e da quelle contadine (massaios) che lo facevano all’Epifania (paschinunti).
Un pane ritualistico propiziatorio, beneaugurante, che veniva spezzato sul capo del figlio maschio più piccolo, per protezione.
Il fatto che rappresenti il carro dei buoi( quindi di buon auspicio per il raccolto), chiamato "giuada", lo associa, nella forma, anche a "su Juvale" , detto anche "su Juale", il giogo dei buoi, che astronomicamente corrisponde alla Costellazione dell'Orsa Maggiore, di cui ho già parlato altre volte.
Su Juvale era sacro, sotto ogni aspetto, aveva poteri apotropaici. Si usava per facilitare il trapasso posizionandolo sotto la nuca del morente, usato dalla Sacra Accabbadora( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/simbologia-de-s-accabadora-in-sardegna.html?m=0)
Una funzione simile all'ueres egizio, a mezzaluna, posto sotto la testa dei faraoni.
La testa era considerata la parte del corpo più vulnerabile, da proteggere, e le divinità che la proteggevano, decorate nell'ueres, erano le divinità Del Dio Bes e della Dea ippopotamo Tueret.
Questo è molto interessante, perché della Dea ippopotamo, che è legata alla simbologia del carro dell'Orsa Maggiore, ho parlato proprio in un mio scritto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/06/giovanni-juvaleorsa-maggiore.html?m=0), a proposito di un antico tavolo da gioco egizio, e decorato con 29 buche.
"[...] È un ippopotamo, esattamente.
Ho riconosciuto subito sul dorso delle due coppelle unite, il simbolo del Gran Carro, dell'Orsa Maggiore, "su juvale" di cui ho approfondito pochissimi giorni fa( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/06/orsa-maggiore-giogo-dei-buoi.html?m=0, ma di cui avevo già parlato nel gennaio del 2024-https://maldalchimia.blogspot.com/2024/01/mogoro-e-lorsa-maggiore.html?m=0)
29 buche, come il ciclo lunare.
La Dea Tueret, la dea ippopotamo, era simbolo di fertilità , ma anche delle forze infere, e rivela aspetti interessanti.
Inanzittutto la costellazione dell'Ippopotamo faceva parte delle stelle del cielo del Nord.
Questo ritorna con il discorso toro /bovino, e su Juvale, il giogo dei buoi, che rappresentano l'Orsa Maggiore, perché l'ippopotamo era chiamato il bue delle acque.
Bue delle acque, che nella mitologia egizia, provocava le esondazioni del Nilo.
Le stelle del Nord, le costellazioni circumpolari, le Mesket, che stanno sempre sopra l'orizzonte e non tramontano mai.
La zampa anteriore del Toro( le 7 stelle dell'Orsa Maggiore) che rappresentano Set, paredro di Tueret, la dea ippopotamo.
Taweret potrebbe essere associata all'occhio di Ra, con Iside che, in versione di Tuaret, causa le esondazioni del Nilo, fertilizzando la terra, durante il periodo chiamato Akhet, che andava da metà luglio a metà novembre, che quindi iniziava in pieno solstizio estivo.
C'e da sottolineare che l'Akhet indica anche un geroglifico che rappresenta il sole che sorge tra due montagne, spesso tradotto come "orizzonte" associato al concetto di rinascita e ri-creazione.
Il sole che sorge tra due montagne, tra due torri.
Le due torri collegate da una retta".
In molti nostri nuraghi è presente questa configurazione, compreso il già citato, il complesso di Mogoro, Sa Mandra e sa Giua( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/06/orsa-maggiore-giogo-dei-buoi.html?m=0) il Nuraghe Sa Jua di Aidomaggiore, o il nuraghe Piscu di Suelli.
Iside, sotto le sembianze di ippopotamo, sorveglia questo legame della zampa anteriore del Toro, legata con una catena d'oro a due pali.
Simbologia del giogo, "de su Juvale".
Il Toro domato, tenuto al giogo da Femminino".
Il giogo, tiene ferma la testa.
Sulla testa, viene sacralizzato il giogo, sia alla nascita ( perché su Juvale era usato anche per le partorienti) e per i morenti.
Si nasce di testa, e la testa viene sacralizzata quando si muore.
Anche la ritualistica del pane spezzato sulla testa del figlio maschio più piccolo, indica questa importanza.
D'altronde, astronomicamente, l'Orsa Maggiore, su Juvale astrale, indica la stella Polare, la "testa del cielo", l'axis Mundi astrale.
E alla testa, è legata la simbologia di un particolare strumento ritualistico, un coltello cerimoniale e chirurgico Inca, chiamato Tumi, che somiglia moltissimo a questo tipico pane sardo Cà bude, la cui impugnatura raffigurava spesso una figura divina, un sacerdote o un guaritore. Veniva usato per sacrifici di animali al dio Sole Inti, per augurare abbondanza nei raccolti, per la trapanazione del cranio, diffusissima anche in Sardegna, per amplificare anche la connessione con il Divino( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/04/in-questo-periodo-in-cui-la-malattia.html?m=0) e come simbolo di potere, fortuna e guarigione, ancora oggi, usato come portafortuna.
Ma ancora più incredibile, almeno per me, è che la forma corrisponde anche agli ancilia romani, ripresi dagli Etruschi ( cioè gli antichi Sardi) .
Scudi sacri, che nascono come l'originaria sovrapposizione di due scudi affiancati ( proprio come il nostro Sacro Guerriero di Teti, dai doppi scudi https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/geometria-sacra-guerriero-teti.html?m=0)
Questo scudo, di forma ovale, è incavato dai due lati a forma di otto, bilobato.
Il secondo re di Roma, Numa Pompilio( dal 715 a.C. al 673 a.C), chiede a Giove, la cui furia si abbatte' su Roma, con saette e fulmini, la prova di legittimazione per continuare a governare, il primo marzo, il capodanno secondo il calendario arcaico( 12 mesi del nuovo calendario voluto da Numa Pompilio).
Giove, fece "scendere dal cielo" uno scudo di questa particolare fattura, chiamato lo scudo di Marte, proprio il primo marzo.
Numa, Re-Sacerdote (Ierofante) volendo evitare che il pegno divino cadesse in mani ostili, ne fece costruire altri undici identici, commissionandoli al fabbro Mamurio Veturio, sicuramente un etrusco, che al termine del suo lavoro, nemmeno Numa fu più in grado di riconoscere il talismano divino, dalle sue copie
Infatti il fabbro, aveva qualcosa di misterico, divino egli aveva le abilità di Efesto e Vulcano, perché era un Kabiro.
Un Kabiro come i nostri Antichi Sardi ( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/06/moneta-dio-beskabirios.html?m=0).
Si istitui' quindi una processione solenne dei 12 ( su Santu Doxi sardo?) scudi attraverso la città , che si svolgeva il 9 e il 19 marzo.
Una tipologia di scudo adottato anche dai Greci, chiamato Dipyloni, in uso nell'VIII secolo a.C. dalla caratteristica forma ovale con tacche laterali. I Mamuralia romani del 14 marzo, erano festeggiati con le corse di cavalli, ed erano un rito di passaggio e di purificazione.
Mamurio, sembra un nome sardo, con la stessa radice di Mamuthones e Maimoni.
Ma ancora più sorprendente è la simbologia del rito, perché Mamurio, per aver duplicato gli ancilia, venne giudicato offensivo ed espulso dalla città di Roma, e questo rito di purificazione, consisteva in una processione con il simulacro di un vecchio, vestito di pelle, un capro espiatorio, che veniva percosso con delle bacchette bianche come un capro espiatorio fino ad essere espulso dalla città .
La simbologia rimanda assolutamente alla figura de Su Battileddu di Lula del nostro Carrasegare sardo, di cui ho parlato in due mie scritti
https://maldalchimia.blogspot.com/2023/02/su-battileddu-di-lula.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2025/02/su-battileddu.html?m=0, la cui esibizione ritualistica si celebra proprio il primo marzo.
Tra l'altro, sono famosi anche i cavalieri di Lula, a cavallo, durante le celebrazioni e pellegrinaggio, per San Francesco, notte del primo maggio e 4 ottobre, per 30 km a piedi e a cavallo.
I 12 Scudi erano in relazione con i dodici mesi dell’anno, le dodici divinità minori sottostanti al Dio Tinia/ Giove, e con i Misteri del Dio Giano.
Sempre il Giano, la cui origine è la solstiziale Janna/Jana.
Gli dèi fulguratores che potevano lanciare il fulmine erano nove, guardacaso, un numero legato al Femminino.
Abbiamo una pietra particolare, al Museo di Cagliari, la "pietra del tuono"( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/10/pietra-del-tuono-pinacoteca-cagliari.html?m=0), che ha una forma di vulva.
Il numero 12 degli Ancili, è riferito alle 12 divinità o poteri etruschi collegati ai poteri della natura, chiamati Consentes, sei maschi e sei femmine, che sorgono e tramontano da Est ad Ovest.
Cosa formano due circonferenze che si incrociano quelle che formano il Sacro Ancile( nelle ultime due immagini, si manifesta con precisione geometrica), come negli ancilia, se non una Vesica Piscis, che indica la sinergia delle due polarità , sempre presente nella nostra tradizione sarda, tanto da essere visivamente rappresentata nel simbolo della nostra civiltà , come le nostre navicelle Shardana(https://maldalchimia.blogspot.com/2022/07/navicella-e-vesica-piscis.html?m=0)?
Come l'Arca/Argha del viaggio iniziatico degli Argonauti(https://maldalchimia.blogspot.com/2025/07/gli-argonauti.html?m=0)
Come gli stessi costumi tipici sardi la cui "fordetta", la gonna plissettata, è stata ideata in modo da essere portata sul capo, a formare una Vesica Piscis come la più recente Madonna ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/la-perfezione-della-vesica-piscis-nel.html?m=0)?
Sulla semisfera superiore di questo particolare pane, quella che non presenta l'insenatura, sono presenti 28 decorazioni a pibiones, il numero legato al ciclo lunare. Quindi può essere anche una rappresentazione con riferimento lunisolare. Rinascita, le due energie.
La sinergia delle due polarità è centrale nella nostra Antica Civiltà Sarda .
Mi ricorda anche la conformazione della parte superiore della stele centinata delle Tombe dei Giganti, che è la sinergia del maschile e del Femminile( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/07/il-banduddu-e-le-tombe-dei-giganti.html?m=0)?
Ogni ricerca, è sempre un viaggio straordinario , le cui origini rimandano sempre alla Matrice Sarda.
Tiziana Fenu
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Il pane CÃ bude e gli Ancilia etruschi








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