Piccola carrellata di alcuni manufatti tipici sardi esposti al
MURATS – Museo Unico Regionale dell'Arte Tessile Sarda, un museo di Samugheo, in provincia di Oristano, dedicato alla conservazione e promozione del patrimonio tessile sardo. Fondato nel 2002, espone una vasta collezione di manufatti tradizionali sardi, come tovaglie, coperte, costumi e biancheria, e organizza mostre temporanee per valorizzare le diverse tecniche di tessitura dell'isola
Via Bologna, s.n.c. 09086 Samugheo (OR).
https://www.murats.it/contatti/
Manufatti estremamente interessanti per la Simbologia archetipale che custodiscono.
MOTIVI A ZIG ZAG
Nelle prime immagini, vediamo una prevalenza di motivi a zig zag.
È la stessa simbologia a zig zag continuativo che troviamo nel guantone del Gigante di Mont'e Prama, del quale ho approfondito in un mio scritto
( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/05/simbolismo-zig-zag-guanto-gigante-di.html?m=0).
Da non confondere con la decorazione "rishi", tipicamente egizia, che rappresenta le piume , con estremità bombata e zig zag non continuativo, ma suddiviso in bande, come le piume, visto che rishi significa piuma.
Decorazione a piuma, non assolutamente presente come iconografia nella nostra Antica Civiltà Sarda, che comunque significa passaggio nell'altra dimensione attraverso la simbologia dell'uccello, della piuma, della pesatura del cuore ecc.
Questa simbologia continuativa a zig zag, nella nostra dimensione della nostra civiltà , ha un'altra valenza, profondamente legata al culto delle acque, estremamente presente, fondamentale, nella nostra civiltà sarda.
Nelle prime immagini il motivo a zig zag è presente in numero di 3, le tre anse dello zig zag e in numero di 6 + 6.
La simbologia lo ricollega anche ai 6 serpenti energetici rappresentati al lato destro della scacchiera di Pubusattile, di cui ho scritto, nel mio primo scritto a riguardo, e poi approfondito in particolare nei miei ultimi due scritti ( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/04/locchio-di-horus-e-la-scacchiera-di.html?m=0
-https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/la-scacchiera-di-pubusattile-e-la.html?m=0) e alla simbologia del 12, legata alla ierofania divina nel pozzo di Santa Cristina ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/osservavo-la-piantina-del-pozzo-di.html?m=0) del 21 aprile in particolare, che si lega alla fondazione di Roma( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/03/pozzo-s-cristina-pantheon.html?m=0, con la quale abbiamo molte correlazioni.
SCORPIONE
Da un mio scritto sulla simbologia dello scorpione
https://maldalchimia.blogspot.com/2025/04/scorpione-unione-tra-i-due-mondi.html?m=0
"Credo che l'elemento a zig zag, che indicava il glifo del geroglifico dell'acqua, in epoca egizia, sia stato ripreso dalla conformazione delle zampe dello scorpione, segno d'acqua, delle acque profonde, misteriche, amniotiche, mnemoniche.
Una simbologia dell'acqua, di potente trasmutazione.
Tre file di zampe.
Nascita, morte, rinascita.
È per opera dello scorpione, anche in epoca più tarda, mitraica, che si compie il sacrificio della FertilitÃ
Scorpione, antidoto e veleno..
Rinascita, immortalità .
Lo Scorpione è l'ottavo segno dello zodiaco fisso, e i segni fissi sono caratterizzati ad avere il sole nella massima espansione.
Nel caso dello Scorpione, cadendo nell'autunno già inoltrato, è il simbolo per eccellenza, della morte e della rinascita.
È un passaggio obbligato, per un nuovo ciclo, che indica una rigenerazione continua.
Una sorta di immortalità , di cui i nostri Giganti di Mont'e Prama, di cui ho parlato tante volte, sono eccelsi testimoni.
Essendo l'ottavo segno, anche il numero 8 indica l'infinito, la corrispondenza tra le due dimensioni terrena e spirituale.
Il dinamismo energetico tra contrazione, morte, ed espansione, la vita stessa.
La stessa simbologia dello scorpione, ha questa dualità /complementarietà , il veleno e l'antidoto.
Nella Cabala lo Scorpione è collegato al tredicesimo Sacro Archetipo Ebraico Mem, le Acque Madri Cosmiche, primordiali, e al quattordicesimo Archetipo Ebraico Nun, le acque della trasformazione, e quindi, all'Arcano Maggiore XIII della Morte, e all'Arcano XIV della Temperanza.
La Temperanza indica equilibrio tra le due polarità , tra Femminile e Maschile
Lo Scorpione è un segno d'acqua, alchemico.
Nella mitologia, Orione, che sta vicinissimo al Toro( ecco perché Toro e Scorpione sono rappresentati insieme) morì a causa della puntura di uno scorpione che Artemide fece uscire dal terreno per aver attentato all'onore delle Pleiadi.
Ma grazie a questa puntura può attivare la metamorfosi verso un essere spirituale più elevato, come già avevo sottolineato in un mio post, parlando dell'ascensore di Osiride nel mosaico di Pompei(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/05/ascensione-osiride-mosaico-pompei.html?m=0) "
Una Nepeta o nepida( casualmente, abbiamo una località , qui in Sardegna, che si chiama proprio Nebida, nel comune di Iglesias), quindi, che è legata anche ad Orione, fulcro importantissimo della spiritualità della nostra Antica Civiltà Sarda.
Gli inumati di Mont'e Prama sono infatti orientati verso Orione.
Abbiamo sempre tante tracce egizie, qui in Sardegna.
GLI UOMINI SCORPIONE, I GIUDICI DIVINI
La nepida/nepeta, lo scorpione d'acqua, il Menat, il pozzo Sacro di Santa Cristina in Sardegna.
Toro-Scorpione
I due segni antipodi, strettamente collegati.
Terra-acqua
Corna e coda, le due fasi della luna, calante e crescente, collegate comunque al Femminino.
Una Nepeta rappresentata sulla schiena o sul capo della Dea Serket, la Dea Scorpione ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/05/la-dea-scorpione.html?m=0)
Perché funge, come un Menat, che rappresenta il fattore sinergico, ibrido, equinoziale tra i due solstizi
Come il nostro pozzo di Santa Cristina, una nepeta, dalla forma, secondo alcuni studiosi
Un Menat ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/il-menat-portale-alchemico-dei-pozzi.html?m=0)
La nepeta ha la stessa funzione del Menat, la cui forma la si ritrova nei nostri pozzi Sacri e in particolare nel nostro pozzo di Santa Cristina, orientato ai solstizi. Ma è durante gli equinozi, da traguardatore lunisolare quale è, che si verifica il fenomeno dell'ombra capovolta.
Il gemellare, la placenta che si manifesta per la rinascita.
Da un altro mio scritto
https://maldalchimia.blogspot.com/2022/05/la-dea-scorpione.html?m=0
" Antares, la stella rossa della costellazione dello Scorpione
Si parla, nei miti Babilonesi, anche di uomini scorpione, gli Aqrabuamelu, dei "giudici", Custodi e protettori di Shamash, il dio solare della verità , della giustizia e della guarigione, guardiani delle porte del dio solare, che usciva durante il giorno, nella terra di Kurnugi, la terra dell'oscurita, rappresentati già nel 55 aC, come dei precursori del dio Mitra, che sacrifico' il Toro, per garantire la vita sulla terra, del quale avevo già parlato in un mio post, a novembre(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/11/mitra-che-uccide-il-toro.html?m=0)
Rappresentazione simbolica dell'offrire alla terra 7 gocce di Sangue, come le 7 Pleiadi, localizzate tra nuca e collo del Toro. Un sacrificio necessario perché le Pleiadi si trovano lungo la via "spermatica" della Via Lattea, la via della nascita e della rinascita.
La Figura di Mithra di può simbolicamente associata ai 7 gradi di iniziazione, ai 7 chakra che portano alla creazione dell'opera alchemica, l'uccisione del Toro.
Lo scorpione va ad aggredire il toro nei suoi testicoli, che rappresentano il potere di affermazione, la fertilità , il terzo chakra, il plesso solare, il Fuoco interiore.
Pungere i testicoli del Toro, significa andare ad inficiare la struttura genetica, il liquido seminale, il DNA, per un cambiamento".
La parola Giudice, vorrei ricordare, è chiaramente espressa dai due archetipi/lettere ebraiche, la Nun e la Dalet, quattordicesimo e quarto archetipo, che insieme formano la Tau, il "Giudice divino", presenti nel simbolo della tribù dei Dan( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/il-simbolo-della-tribu-di-dan.html?m=0).
È errato parlare della tribù dei Dan, come la tribù di Dana, esclusivamente del Femminino.
È la tribù del Serpente e del Toro, in sinergia, e la simbologia dell'Ofiotauro, di cui ho parlato molte volte, lo esprime bene.
ROMBO + ZIG ZAG
"La Lettera Nun è indicata come un rombo, geometricamente, e con zig zag doppi, ad indicare l'acqua.
[Guardate il tappeto con 6 moduli di Zig zag rossi, verticali, e un modulo di 5 rombi, tra essi]
Rombo come la vagina, simbolicamente, rombo come la Dalet( indicata geometricamente da un quadrato) roteata, che indica il portale.
Ma Nun( stessa radice di Nur-fuoco, e di Nuraghe), indicava anche l'androgino originario, la divinità cosmogonica, la coppia delle acque universali Creatrici, Nun e Nunet, ibridi, meta umani e metà rane(notate l'assonanza "Shardana" /"s'arrana", la rana in sardo).
La Vesica Piscis di ogni percorso iniziatico trasmutativo.
La Nun, simbolo delle nostre navicelle Shardana ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/07/navicella-e-vesica-piscis.html?m=0) tra cui spicca quella degli Argonauti ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/07/gli-argonauti.html?m=0)
Questo simbolismo delle lettere Nun e Dalet, è espresso anche dalla posizione delle dita della mano, nel tipico saluto sardo con il palmo della mano destra in verticale, bene in vista, in modo che si riconoscesse subito la stirpe regale,
Da un mio scritto
https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/simbologia-delle-trecce-nel-bronzetto.html?m=0
Ma la cosa straordinaria è che Nun, rappresentava il saluto primordiale, chiamato "NYNY", il cui segno era un uomo che trasmette energia, come un fulmine a zig zag, come il saluto dei nostri bronzetti sardi e del nostro sacerdote di Vulci.
Degli sciamani pranici, che conoscevano benissimo le energie dell'Universo, e che avevano capito benissimo che quel Nun, che rappresentava uno dei due simboli della loro tribù, era anche il "Nun/pesce", che rappresenta il centro della Vesica Piscis, dove i due cerchi si intersecano, e dove la forza solare maschile entra in sinergia con la forza lunare femminile.
Gli emettitori viventi della forza primordiale", li avevo chiamati.
Un Nun che non è un uomo normale, ma è consacrato al Divino("Nun" in inglese significa anche suora, cioè "consacrata" , oltre i suoi significati come "pesce/acqua/balena")
Un Alchimista Sacro, che è capace di costruire la sua zona Sacra, il suo Tempio, e può guidare gli altri, come fa su Componidori della Sartiglia, come fa su "Isshuadore", guidando l' animalita' dei Mamuthones.
Un uomo che è rinato a se stesso, che ha compiuto il percorso iniziatico attraverso le " tre croci simboliche", in cielo, lungo la via Lattea, così in terra.
Ecco il perché del copricapo simile al pileo, tipico dei Dioscuri, i figli del Cigno, di Zeus.
E questa alchimia trasformativa si può ottenere solo quando le polarità entrano in sinergia.
Il saluto dell'Alchimista, viene chiamato NYNY, il saluto primordiale monadico, dell'Uomo con le due polarità opposte in equilibrio.
Ma NYNY, non è forse l'abbreviazione di Ninive, una delle più famose città antiche, nel Nord della Mesopotamia, una delle più importanti capitali assire?
La città nella quale Giona(profeta morto nel 782 a.C., giusto per avere una indicazione cronologica), comandato da Dio, sarebbe dovuto andare a predicare la parola di Dio.
Invece Giona non trova il coraggio, e fugge a Tarsis, o Tartesso, qui in Sardegna , su una nave. Durante una tempesta, per placare le ire del mare, estrassero a sorte un nome per sacrificare un uomo in mare, e toccò proprio a Giona, che venne inghiottito da una balena(la Nun, "balena" in arabo) e vi passò tre giorni e tre notti.
Un percorso iniziatico dentro il suo stesso ventre, nelle acque amniotiche della Nun".
FLEUR DE LIS
In questi stipendi manufatti vediamo anche una simbologia uterina, vulvare, data dalle simbologie a doppia spirale, quasi un Fleur de Lis della creazione
Una rappresentazione dei Fleur de Lis, dei Gigli a tre punte, l'abbiamo nella straordinaria opera manufatturiera del costume tradizionale di Orgosolo, di cui ho approfondito in un mio scritto
( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/03/sos-lizzos-i-gigli-di-orgosolo.html?m=0), e che presenta un copricapo molto particolare, "su lionzu", il leone, la cui simbologia è legata sempre ai Titani che reggono il cielo, ai Giganti di Mont'e Prama, come leggerete nel link
I DUE TRIANGOLI SPECULARI
L'iconografia centrale per rappresentare la figura umana è quella codificata nella cultura di Ozieri, con i due triangoli speculari con il vertice in comune( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/05/la-cultura-di-ozieri-eterno-divenire.html?m=0)
La sinergia dinamica delle due polarità , come nelle nostre rappresentazione manufatturiere del nostro "ballu tundu" ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/10/ballu-tundu.html?m=0)
DECORAZIONE A CHEVRON
Abbiamo anche, in uno di questi manufatti, una rappresentazione a chevron, tipiche delle nostre Domus de Janas, di cui ho già approfondito
https://maldalchimia.blogspot.com/2022/03/motivi-chevron-nelle-domus.html?m=0
Non è un semplice "motivo a spina di pesce o a spiga", e non è certo la rappresentazione stilizzata delle corna taurine.
È molto di più.
È una simbologia concettuale di riproduzione, di duplicazione del Sacro Femminino, in cui il Mascolino è implementato, ma in modo discreto.
I due versi del vertice, indicano infatti sia la polarità femminile, il pube, che quella maschile. Una rappresentazione del Fuoco/acqua, taurina /uterina, come è nella koine' simbolica e concettuale di tutta la nostra Antica Civiltà Sarda.
Tra l'altro questo motivo a chevron è in numero di 14, come il quattordicesimo archetipo Nun, ancora più simbolico, perché è un Archetipo portante della nostra civiltà .
PAVONCELLA
Naturalmente poi ci sono anche la pavoncella e il pavone
Sulla pavoncella ho scritto altre volte( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/09/mi-e-sempre-piaciuta-la-pavoncella_28.html?m=0), anche recentemente ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/pavoncelle-tempio-di-neith-e-khnum.html?m=0)
Pavoncella presente nelle nostre navicelle Shardana.
Come fece Noè che liberò una colomba per far da guida verso la terra ferma, anche Giasone, arrivati all'entrata del Mar Nero trovano le Rupi cozzanti o Simplegadi, formate da ghiaccio e per non cozzare tra le pareti, Giasone, come fece Noè libero una colomba, così passarono.
La colomba/pavoncella come simbolo di elevazione spirituale, sinergia per superare la dualità delle due polarità .
Giona, nel grembo della Nun/balena, che affronta la trasmutazione.
Giona in ebraico è colomba.
Giona.
Giano
Janus
Jana
Le porte solstiziali tra le due polarità , maschile e femminile, umano e divino, tra vita e morte.
Pavoncella, depositaria degli antichi segreti della nostra Antica Civiltà Sarda.
PAVONE
Anche sulla Simbologia Pavone del ho scritto altre volte, ed è stato molto interessante approfondire, perché è una simbologia archetipale che ha a che fare con il palmo della mano, simbolo visivo della regalità della nostra stirpe sarda, con il tipico saluto sardo "saludi".
Inanzittutto abbiamo un altare, molto particolare, a Santa Maria Navarrese, di cui scrissi tempo fa( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/03/altare-santa-maria-navarrese.html?m=0), con 11 coppelle, tante quante sono le stelle della costellazione del pavone, scavate in modo particolare
"Le coppelle, non sono semplici coppelle. All'interno presentano delle scanalature parallele, e concentriche, che, se viste con la coppelle piene di acqua, sembrano proprio gli occhi del piumaggio della coda del Pavone.
Si sa, che anticamente gli occhi e l'animo, puntavano al cielo, al divino. Tra l'altro, la costellazione del Pavone è quasi circolare.
Fin dall'antichità , questa costellazione, era conosciuta come "cuore di Luce".
Teniamo presente che il Pavone rappresentava il Sole, quindi correlato al significato simbologico del "cuore di Luce" della costellazione.
Un altare votivo in onore del Sole, della Luce"
Pavone e pavoncelle sono strettamente legate nella nostra simbologia sarda
Sempre dal mio scritto
[...] In sardo si dice "sa prama e sa mau", perlomeno in campidanese e in "casteddaio"
Ma "prama" è riferito anche alla palma, alla pianta.
Ma che collegamento può esserci tra le due parole?
Tra l'altro, in sardo, il palmo della mano, traslittera in femminile, ma c'è un motivo
per capirlo, bisogna andare indietro nel tempo, quando forse il Sardo era la lingua matrice, la lingua Madre, dalla quale si sono ramificate le altre, compreso il sanscrito, che offre una spiegazione logica a questa corrispondenza lessicale, grafica, e anche semantica, tra le due parole, "prama"( palmo della mano in sardo) e "prama" ( la palma, intesa come pianta, in sardo).
Secondo la tradizione, migliaia di anni fa, i Sapta Rishi (sette saggi indiani) , si dice che abbiano ricevuto il dono di canalizzare le conoscenze passate, presenti e future di migliaia di vite umane destinate a conoscerle.
Questi trattati, i Naadi Shastra, vennero trasmessi per via orale per oltre 4000 anni, prima di essere trascritti su foglie di palma in sanscrito.
Oltre 1000 anni fa, grazie al re Tanjore, i Naadi vennero tradotti nell’antica lingua Tamil su foglie nuove, dato che il tempo stava inesorabilmente consumando le vecchie. Ma fu molto difficile per gli astrologi indù interpretarli e utilizzarli perché poco comprensibili, fino al 1930.
Queste antiche predizioni vennero scritte tramite una specie di chiodo che incideva sulla foglia; esse poi venivano, e vengono tuttora, preservate e custodite spargendovi sopra un olio di pavone. Oggi sono conservate nella biblioteca Mahal Saravasti di Tanjore.
Le foglie del destino non riguardano un solo popolo o una nazione, ma l’intera umanità . Si dice che chiunque sia destinato a conoscere il proprio destino, si troverà in quel luogo, in un momento preciso della sua vita, per conoscere cosa il futuro gli riserva e dopo aver trovato la propria foglia ne farà una vera e propria guida per la conoscenza di sé.
Il dono della lettura non è affidato a dei veggenti, ma a dei semplici lettori che sanno codificare i codici delle foglie.
La lettura avviene previo appuntamento e parte con una cerimonia di apertura dell’archivio, poi ai partecipanti vengono prese le impronte digitali del pollice della mano destra per gli uomini e della sinistra per le donne. Queste sono catalogate in 108 categorie, quindi la prima scrematura avviene in quel momento. Una volta trovato il gruppo di appartenenza, si inizia a cercare per esclusione la foglia giusta. Il lettore Naadi comincia a fare domande al soggetto, con una cantilena quasi ipnotica.
La particella prae– deriva dalla radice indoeuropea *PRA-, sanscrito pra, greco pro, tedesco for, usata sempre come prefisso: esprime appunto l’idea di “avanti”, e ad es. il termine “primo” deriva dal sanscrito prath-ama: primo, che precede ogni altro nell’ordine numerico. Secondo Franco Rendich il suono pra esprimerebbe l’idea di “raggiungere” [ra] la “purificazione” [p]: “stare innanzi”, “prima”.
L’uomo indoeuropeo, nel compiere l’azione di legarsi alla luce nascente, aveva lo scopo di ottenere la purificazione, di stabilire un buon rapporto con gli dei. Data la “priorità ” di questo rituale, dalla radice p derivò la parola pra, prima (Dizionario etimologico comparato delle lingue classiche indoeuropee, Roma 2010, Palombi Editore, pp. 233, 248);
Il “prana” o l’energia vitale è una bella parola in sanscrito. Viene dalla radice Prân che significa respirare, vivere, soffiare.
É formata da AN, respirare, muovere, vivere; e dal prefisso PRA, ossia, fuori.
Il termine più vicino al significato sanscrito è “soffio vitale”, energia vitale. E A. Besant precisa : nell’ Induismo, Prana indica il Sé Supremo, l ‘alito che tutto sostiene. Per l’indù c’è un’ unica Vita e un’ unica Coscienza
Questa inaspettata lettura, mi ha incantata
Non solo "in sa prama de is manusu", nel palmo delle mani, si può leggere davvero il destino degli uomini, decodificandone le linee che le attraversano ( pratica che si chiama chiromanzia), ma questa pratica, è applicabile anche alla lettura de "sa folla de sa prama", la foglia della palma, con le sue ramificazioni proprio come il palmo della mano
Come se fossero la stessa cosa.
Le depositarie del destino degli uomini.
Ma è straordinario che queste foglie, venissero preservate e protette con olio di pavone
Di pavone.
Ecco perché la presenza delle pavoncelle frontali sia nella tradizione indiana, che, in quella sarda
Le Sacre Pavoncelle
Le depositare di quel "pra", di quel "prana" ( notate la forte assonanza tra la parola "prama" e "prana". Hanno la stessa radice, e quasi la stessa desinenza, che in un qualche modo doveva differenziarsi da "prama") , di quel soffio divino che insufflano per
preservare e custodire il destino degli uomini.
Infatti nei manufatti sardi, sono rappresentate con una sorta di ricciolo che esce dal loro beccuccio
Insufflano il prana, l' energia vitale sul destino degli uomini
Quel destino che è rappresentato, ramificato, sia sulla " prama de sa mau" ( sul palmo della mano), sia sulla " folla de sa prama", quasi, una, l' impronta dell' altra, figlia e madri insieme( figlia/foglia), con lo stesso imprinting genetico, le stesse ramificazioni.
Anche nei tronchi concentrici degli alberi, possiamo riscontrare le nostre impronte digitali, hanno la stessa struttura
E in tutto questo, ci sono le Sacre Pavoncelle, che sono come le due Nadi, Ida e Pingala, della nostra Kundalini, il nostro soffio vitale, divino, incarnato. L' energia femminile, e l' energia maschile
Tanto che spesso sono rappresentate anche davanti ad un albero della vita.
E sono sicurissima, che gli Antichi Sardi, i nostri Antichi Sciamani, gli Antichi Cabiri, custodi dei Misteri Iniziatici, praticavano la chiromanzia, la lettura della mano, e che usufruissero anche delle foglie di palma, preservate con l' olio di pavone.
Come dei fogli sacri
D'altronde, anche "ollu" ( olio) e "follu" ( foglio) si somigliano foneticamente
Niente di strano, che fossero legate e usati insieme proprio come metodo di scrittura sacra, che magari in India è stato preservato meglio, ma che in compenso, reca ancora tracce in quelle pavoncelle molto, molto simboliche, che insufflano il prana, l' energia vitale dal beccuccio, come sono sempre rappresentate"
IL SOFFIO DIVINO, IL PRA.
E qui ritorniamo al concetto del Soffio Divino di Madre Terra, talmente importante, per Numa Pompilio secondo re di Roma, ma Kabiro etrusco, quindi SARDO, di cui ho parlato recentemente (
https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/i-flamen-dialis-de-sa-carena.html?m=0), talmente importante nell'ambito della loro dimensione spirituale, da voler costituire un Sacro collegio, I Flamen Dialis, che si occupassero espressamente del ricercare il Soffio Divino nel grembo di Madre Terra, organizzato secondo severissime e precise ritualistiche, riprese chiaramente dalla simbologia delle nostre Domus de Janas, "carene", sterni che custodiscono il Sacro Soffio divino della nascita e rinascita ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/01/le-domus-de-janas-non-sono-capanne.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/sa-carena-domus-de-janas-su-murrone.html?m=0
E guardate un po', i Flamines avevano lo stesso copricapo del costume sardo di Desulo
Desulo, che ha una ricchissima simbologia proprio per la Domenica delle Palme, come ho approfondito in un mio scritto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/04/simbologia-domenica-delle-palme.html?m=0) dove sottolineo anche la correlazione, ma già approfondita tempo prima, tra palma/prana/respiro.
E tutto ritorna, in questi che sembrano larghi giri, ma che per me, hanno una logica straordinaria, ricchissima di energia, vibrante, che mi oltrepassa, vivissima, anche mentre scrivo.
Ed è straordinario.
Perché ogni volta è un viaggio in cui non tutto subito viene rivelato, ma gradualmente, come se necesitasse di essere accolto, compreso, integrato.
E ogni volta, sempre sempre, tutto coincide, e mi ritorna con ciò che avevo scritto anni prima.
Di questo, del Dono che mi viene fatto, ne sono estremamente grata.
E grazie anche a chi viaggia insieme a me.
Tiziana Fenu
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