"Cultura etrusca VII secolo a.C., eccezionale scultura in bronzo raffigurante una sirena mitologica, proveniente dall'antica necropoli di Strozzacapponi, Perugia, Umbria, Italia"
Non è la rappresentazione di una sirena, ma di un ketos, che nella letteratura greca indica un essere mostruoso dalle grosse dimensioni, un incrocio tra un pesce ed un serpente, dorso crestato e corpo anguiforme.
È un mostro marino che affianca Poseidone, il dio del Mare, il dio del l'abisso, in cui il Ketos appare, come forza distruttiva ultima, in particolare in due miti, quello di Heracles-Hesione e di Perseo-Andromeda, in cui il Ketos cattura il Femminino, che sarà liberato poi dall'eroe.
Una forza distruttiva che ha le connotazione del Femminino, come il Tiamat Mesopotamico che affiancava Marduk, come il Leviatano.
Come la balena che ingoia Giona.
In ambito greco questa iconografia, enfatizzando la figura del Mascolino - eroe, assume una connotazione femminile, e viene chiamata Pistrice, una sorta di drago, similabile al mostro Volta etrusco, un antico spinosauro acquatico forse sopravvissuto ed evoluto nelle profonde e calde acque del lago di Bolsena, forse dal greco "pristix o pistris = pesce sega", che spesso si sovrappone alla simbologia dell'ippocampo, che nobilita, specie in ambito etrusco, la figura del mostro marino distruttore, che è legato alla simbologia dell'acqua e del fuoco insieme, come è nel sacro Femminino, custode delle due polarità , visto che le pistrici erano dislocate nei vari luoghi vulcanici dell’Italia antica.
L'ippocampo è infatti considerato uno psicopompo tra le dimensioni, e assume una connotazione mascolina, contrapposta a quella femminile distruttiva del Pistrice- Ketos.
Non è comunque sicuramente, questa, la rappresentazione di una sirena.
Una piccola curiosità Ketos, ha la stessa radice "Ke-" della seconda e terza figlia di Giobbe, Ketsiah, e Keren-Happuk
La prima si chiamava Jemimah, che in ebraico, significa colomba,.
Noè dopo il diluvio liberò un nero corvo che non ritornò, poi liberò una bianca colomba che ritornò per indicare il nuovo Giorno del genere umano.
Jemimah, da cui il corrispettivo Giona /Giano /e le archetipali Janas, come porte solstiziali di iniziazione, tra il solstizio estivo ( la porta degli Umani) e il Solstizio invernale ( la Porta degli Dei) di cui la colomba, la Jemimah/Giona/Jana, rappresenta il punto di equilibrio, di trasmutazione
Giona attraversa la sua trasformazione iniziatica nel ventre della balena, che appartiene alla dimensione dell'acqua come il Ketos.
Trasmutazione indicata anche dalla stessa parola della balena in arabo, "Nun", che trova suo corrispettivo nella Nun, quattordicesimo Sacro Archetipo Ebraico, che indica le acque trasmutative, la Vesica Piscis.
Tiziana Fenu
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