sabato, novembre 22, 2025

💛Dolmen

 Sui Dolmen e la loro simbologia, ho già avuto modo di parlare in alcuni miei scritti, uno in particolare 

Dal mio scritto ( 23/6/2021)

https://maldalchimia.blogspot.com/2021/06/simbologia-dolmen.html?m=0

"Il dolmen è un monumento funerario megalitico, risalente ad epoca preistorica, realizzato con lastre conficcate nel terreno, e sovrastate da grossi lastroni di pietra come copertura.

Spesso si presentano con un preciso orientamento astronomico, e delimitate in modo circolare da altrettante pietre, chiamate  "perdas litteradas", nel senso che spesso su queste pietre si trovano delle incisioni, ma anche "perdas fittas" ("pietre conficcate", letteralmente).

Menhir che non hanno niente da invidiare ai monoliti di Stonehenge.

Anzi, risalgono ad un periodo precedente di almeno 3000 anni( 5000 anni fa) e fungono da antichi osservatori astronomici dei solstizi e degli equinozi, come nel caso del sito archeologico di Biru e concas a Sorgono che si trova esattamente al centro della Sardegna

( sull'importanza della centralità di Sorgono, e correlazione con la Vesica Piscis geo

approfondimenti

https://maldalchimia.blogspot.com/2024/11/sorgono-e-il-40-parallelo.html?m=0

https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/sorgono.html?m=0

Ma è su alcuni Dolmen illustrati in questa galleria, che voglio porre l'attenzione, poiché risultano perfettamente in linea con quella koine', con quel linguaggio tipico della dimensione simbolica, nell'Antica Civiltà Sarda.

Alcuni Dolmen presentano una conformazione a "tre", sia nei massi che reggono la lastra superiore, sia, addirittura con tre coppelle scavate nella stessa, come nel Dolmen di Monte Acuto di Berchidda.

Tre coppelle, tre scavature, che, se pur inutilizzabili per contenere acqua, sono simboliche, perché hanno lo stesso simbolismo delle tre cornici nelle porticine e nelle false porte delle Domus de Janas.

Indicano cioè la simbologia della "nascita/morte/rinascita", essendo questi,, dei monumenti funebri, ai quali questa simbologia, da un senso al loro esistere.

In un altro Dolmen, quello de Sa Coveccada, a Mores, troviamo addirittura un simbolismo ancora più sofisticato, simile a quello che ritroviamo nella stele centrale dell'esedra delle Tombe dei Giganti.

Le tre lastre conficcate nel terreno, sono sagomate( perlomeno, quella centrale, ripresa frontalmente) come se fossero il corpo di una Dea Madre senza testa, che regge il lastrone superiore.

Nel basso, c'è il passaggio uterino, la porticina, dal quale entra il sole, sui tre fronti, per solarizzare, fertilizzare, divinizzare e favorire il passaggio e la rinascita nell'altra dimensione.

Dolmen, che, nel corso dei secoli, avendo questa funzione così sacrale, sono stati anche decorati con petroglifi con svariati simboli. 

Molti di questi Dolmen si trovano in prossimità dei punti "geopatogeni", che corrispondono ai "nodi di Hartmann", che sono quegli incroci dei raggi tellurici generati dalle faglie, dai corsi d'acqua sotterranei, da influenze energetiche cosmiche, e da elettromagnetismo.

E quindi, così come i menhir venivano piantati su queste linee di Hartmann, dove si pensava ci fossero corsi d'acqua sotterranei, così i Dolmen, pare fossero posizionati tra una griglia e l'altra dei nodi di Hartmann, nelle zone che erano considerate energeticamente tranquille, dove scorreva un'energia positiva con direzione nord-ovest, sud est, due linee chiamate "linee della fertilità".

E questo è perfettamente consono a quanto ho sottolineato prima, cioè che alcuni lastroni sembrano riprendere la forma di una Dea Madre con il passaggio uterino. 

Infatti secondo me, nonostante il nome maschile, il Dolmen rappresenta il Femminino, perché funge da grembo che accoglie nel ventre di Madre Terra, dopo la morte, ma è anche un Femminino che cura, terapeutico, poiché in esso si convogliano le energie più positive e tranquille di Madre Terra e del Cielo, quelle che consentono la trasformazione profonda, la guarigione, la rinascita, a differenza dei Menhir, che sono prettamente maschili, che uniscono cielo e terra, e che hanno una energia più concentrata, più dirompente, più intensa. 

L'energia dei Dolmen è accogliente, è terapeutica. Ingloba energie nel suo ventre, per poi restituirle come energia guaritrice, alchemica, come una carezza, per chi ha bisogno. 

Come una Sacra Madre, che assorbe energia dalla sua stessa acqua, dalle falde d'acqua sotterranee, dalla sua stessa memoria, e la restituisce sotto forma di emanazione energetica.

La stessa Madre amorevole che guida la trasformazione alchemica nelle Domus de Janas, nelle Tombe dei Giganti.

Tre coppelle, tre passaggi uterini, tre false porte.. Si tratta sempre dello stesso linguaggio.

Un linguaggio lunare, femminile.

La luna con le sue tre fasi(calante/crescente) luna piena e luna nuova, nelle quali nasce, muore e rinasce.

Sono le tre fasi della vita, Terrena e ultraterrena, che sono rese possibili, in concreto, anche dalla funzione simbolica dei pozzi sacri, dove l'acqua è veicolo di nascita, di purificazione e di rinascita.

Ecco perché i Dolmen sono in prossimità dei corsi d'acqua.

L'acqua trasporta, è energia, è purificazione, è rinascita, è memoria. 

Dovremo re-imparare queste forme infinite e inesauribili di energia rinnovabile, continua, terapeutica. 

Sentire la natura, entrare in contatto con essa, e trarne da essa la sua infinita energia d'amore, come facevano i nostri Antichi Sardi". 


Interessante un DOLMEN situato sulla cima del MONTE  

ANICIUM , detto anche Anis, una delle tre guglie vulcaniche montuose, un centro sacro ai Celti, e successivamente ai Templari, nella Gallia Meridionale, il più antico santuario mariano in FRANCIA , venerato anche dai Romani, dedicato al culto della Dea Ana/Anas/Anas/Anua/Ana, la grande Madre, come Anna, il nome della madre di Maria. 

Notate come Ana, sia la desinenza di Jana. 

Le Tre Guglie del Monte Anicium sono uno dei simboli più iconici della città di Le Puy-en-Velay, nell'Alta Loira francese.

Nella guglia principale c'è la  Cattedrale di Notre-Dame du Puy, sulla cima principale del Monte Anicium, dove c'è anche una Madonna Nera. 

Nella seconda guglia c'è la Statua di Notre-Dame de France (La Guglia di Ferro), una colossale statua della Madonna col Bambino, in bronzo, alta 16 metri 

E poi c'è la Cappella di Saint-Michel d'Aiguilhe (La Guglia Inaccessibile), dedicata a San Michele arcangelo, patrono dei luoghi alti. 

Le tre guglie del Monte Anicium sono state dichiarate patrimonio dell'UNESCO. 


Il dolmen, in origine, era formato da due pietre massicce che reggevano una terza pietra orizzontale, posizionate in modo che un umano potesse oltrepassarla agevolmente, e standoci sotto, che ne potesse assorbire tutte le energie geoelettromagnetiche 

Questo dolmen, un blocco di basalto vulcanico nero, così venerato, divenne il DOLMEN SACRO NERO dei MIRACOLI , delle FEBBRI , e si parla della visione di un cervo in piena estate, in mezzo alla neve comparsa all'improvviso ad una donna febbricitante, che venne miracolata. 

Fu successivamente situato all'interno della Cattedrale di Notre-Dame du Puy-en-Velay, precisamente nella cappella di San Michele. 

Accanto al dolmen si trovavano un biancospino e una sorgente d'acqua, con poteri terapeutici

Il tempio di Augusto e Adinon nel periodo romano, inglobo' questo pozzo Sacro. 

Dolmen e pozzo Sacro, e successivamente, tempio romano e chiesa, erano quindi posizionati su una rete geomagnetica ad altissime frequenze, visto che dalla sorgente sgorgava addirittura acqua calda e leggermente frizzante. 

Sappiamo che chiese e cattedrali sono state edificate su corsi d'acqua sotterranei, che fungono da connettori con le energie dell'universo. 

I bassorilievi presenti sono ricchi della presenza della SIRENA BICAUDA, che di per sé, come ho già approfondito, nella sua profonda simbologia di Vesica Piscis( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/02/sirena-bicauda.html) come la sua conformazione, unisce la dimensione della terra, con quella dell'acqua, e le acque sotterranee che si incrociano con le loro falde acquifere. 


Il santuario di Le Puy-en-Velay , è una delle tappe del cammino di SANTIAGO DI COMPOSTELA , in cui vi è questa pietra nera vulcanica terapeutica. 

I ROMANI eressero, ad emulazione della  Città della Francia centrale sui fianchi del monte Anis, sul MONTE ANICIUM , italiano, l'antico nome del colle su cui sorge l'attuale città di Pescocostanzo, in Abruzzo (Provincia dell'Aquila), un  TEMPIO dedicato a DIANA ( Ana/Diana), che non era un semplice luogo di culto, ma un santuario federale di grande importanza per il popolo dei Peltuinum, una tribù sannitica romanizzata.

Anche qui è presente un grande ALTARE "sacrificale", sul punto più alto del monte, che è stato un punto di riferimento per secoli.

La celebrazione principale in onore di Diana sul Monte Anicium quasi certamente coincideva con una delle feste più importanti del calendario romano dedicata alla Dea, le Idus di Agosto, ovvero il 13 Agosto.

Sulla stessa area dove sorgeva il tempio di Diana, tra l'XI e il XII secolo, fu costruita una chiesa, che esiste ancora oggi, dedicata a Sant'Antonio di Padova, le cui celebrazioni sono Il 13 giugno. 


La CATTEDRALE di LE PUY-EN-VELAY è 

il punto più alto della città, che sorge ai piedi del Rocher Corneille (roccia del corvo). Sospesa nel vuoto, sembra un gigantesco VASCELLO , la cui prua si slancia verso i pellegrini per accoglierli nel suo interno attraverso una scalinata, che seguendo il picco roccioso, passa sotto la navata e permette di arrivare davanti al coro.

La città di Le Puy-en-Velay stessa, per la sua conformazione geografica unica, evoca l'immagine di una nave, perché è costruita su un altopiano di origine vulcanica, stretto e allungato.

Ad una estremità di questo "promontorio" si erge la Cattedrale di Notre-Dame, imponente e maestosa, come la prua di una grande nave che si protende verso il cielo, mentre all'altra estremità, su un picco roccioso, si trova la Cappella di Saint-Michel d'Aiguilhe, che funge da poppa o da albero maestro di questa nave immaginaria.

Quindi, se si osserva la città dall'alto, l'insieme degli edifici principali disposti sulla cresta rocciosa crea l'impressione di uno scafo di una nave.

Ma c'è anche un elemento Architettonico preciso, la "NAVE " ROVESCIATA, presente nella volta della navata centrale, che è costruita con pietre bianche e nere disposte a formare motivi geometrici che richiamano la chiglia rovesciata di una nave. Questa era una tecnica costruttiva diffusa, ma nel contesto di Le Puy assume un significato simbolico rinforzato.

Concetto che rimanda alla simbologia delle nostre Domus de Janas ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/01/le-domus-de-janas-non-sono-capanne.html) 


Notare come la scalinata, ha 134 gradini, che in riduzione teosofica è un 8, simbolo del Femminino archetipale, della STELLA a 8 PUNTE . 

La scala termina alla Porta d'Oro con due pilastri che reggono le due statue di  San Luigi e Giovanna d'Arco.

Perché la cattedrale sembra un Vascello? 

Perché è una NUN , una Vesica Piscis. 

Il percorso in salita verso la Porta della Cattedrale, nasce dal grembo di Madre Terra, dalle rocce vulcaniche. 

La Vesica Piscis come una placenta, che porta una nuova rinascita. 


Ma vi è un'importante corrispondenza tra  SAN GIACOMO ( l'apostolo SANTIAGO ) e la cattedrale di Notre-Dame du Puy-en-Velay, perché  è  il punto di partenza ufficiale di una delle quattro principali "Vie Francesi" (o Cammini di Francia) che conducevano i PELLEGRINI verso Santiago di Compostela in Spagna.

Questa via è conosciuta come "Via Podiensis" (dal nome latino di Le Puy, Podium).

Come ho scritto prima, Le Puy era un importantissimo centro mariano in Europa, e al contempo, la devozione a SANTIAGO (San Giacomo) era fortissima nel Medioevo, e il suo santuario a Compostela era una meta di pellegrinaggio di importanza pari, se non superiore, a Roma e Gerusalemme.

Il pellegrinaggio, combinato a Le Puy, e poi a Santiago, divenne un'espressione di fede molto potente a livello simbolico, perché si iniziava il viaggio sotto la protezione di Maria per poi raggiungere la tomba dell'apostolo Giacomo, tanto che all'interno della cattedrale di Notre-Dame du Puy si trovano diverse rappresentazioni che testimoniano il legame con il pellegrinaggio compostellano, e la Pierre des Fièvres" (Pietra delle Febbri), l'altare nero del dolmen 

Una pietra sulla quale, secondo la leggenda, i pellegrini si inginocchiavano prima della partenza. 

Toccarla era considerato un modo per guarire dalla "febbre" del pellegrinaggio e per assicurarsi la protezione divina per il viaggio.

Nei bassorilievi della cattedrale  sono presenti, infatti, raffigurazioni di San Giacomo, spesso riconoscibile dal suo tipico bastone da pellegrino (il bordone), la conchiglia (la venera) e il cappello a tesa larga.


Ma è molto particolare il fatto che Il CAMMINO di SANTU JACCU, il Cammino di San Giacomo in sardo, in SARDEGNA (che ripercorre l'antico itinerario dei pellegrini verso Santiago di Compostela) tocchi diverse zone ricche di storia e, in particolare, alcune tappe permettono di vedere dei DOLMEN .

Per esempio, la tappa da Sindia a Macomer permette di visitare il Dolmen più importante della Sardegna e di tutto il Mediterraneo, il Dolmen di Sa Coveccada. 

Mentre la Tappa da Bonorva a Cossoine, nel territorio del Logudoro-Meilogu consente di visitare la Necropoli di Sant'Andrea Priu (Bonorva) in cui vi è un dolmen molto particolare, il "Toro di Bonorva", orientato ai solstizi, di cui ho già approfondito ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/01/3112-2021-solstizio-dinverno-toro.html) 


Sulla FIASCHETTA del PELLEGRINO , o di San Giacomo, ho già approfondito, perché è un elemento che troviamo in un nostro bronzetto sardo, BARBETTA 

https://maldalchimia.blogspot.com/2022/09/approfondimento-faraonebarbetts.html?m=0

(https://maldalchimia.blogspot.com/2025/05/fiaschetta-di-barbetta.html?m=0) 


Il legame tra San Giacomo, SANTU JACCU in Sardegna, e i DOLMEN , nasce dal fatto che i dolmen, con la loro lastra orizzontale sorretta da pietre verticali, poteva essere visto come un ALTARE primitivo. 

In alcune zone della Francia e della Spagna lungo il Cammino, i DOLMEN vennero ASSOCIATI a SAN GIACOMO, in quanto si diceva che avesse riposato lì, o addirittura che avesse costruito quelle strutture con un calcio del suo cavallo.

In alcuni casi, i dolmen presero nomi come "Mensa del Pellegrino" o "LETTO di SAN GIACOMO".


Non solo, ma Santu Jaccu, qui in Sardegna, è paredro di Santa Barbara, quindi legato alla dimensione dell'energia, dei fulmini, dell'acqua. 

Dal mio scritto 

( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/12/santa-barbara.html?m=0) 

"Nella nostra tradizione, sappiamo che fulmini e temporali, sono legati anche alla figura de "SU CARRU DE NANNAI ", di cui ho approfondito in un mio post 

Riporto un breve passo che rimanda ad una corrispondenza in ambito sumero, con la Ninḫursaĝ. 

( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/10/la-simbologia-del-tuono-e-del-fulmine.html) 

"Dea Nunhsarg, chiamata anche Ninmah, Mami, Mama, la signora del cielo . 

Il cielo, che era di dominio del fratello An

[* la AN del monte ANicium/ANis del santuario di Le Puy-en-Velay]. 

Essendo la padrona del cielo insieme al fratello AN, viene spontaneo l'accostamento con il modo di dire sardo " su carr'e nannai", nel quale la parola "nannai", sembra una ripetizione del blocco sillabico "AN", un modo di dire sardo per indicare il temporale e i fulmini. 

Un riferimento all'antica figura mitologica della tempesta, dei temporali, che correva con un carro trainato dai cavalli neri e che trasportava dei massi, che sbattendo tra di loro  facevano scintille e rumore. 

Il riferimento al nome "nannai", può essere collegato al signore dei cieli sumero An, che viveva nelle Ennai, "la  Casa dei cieli", un dio dei temporali e dei fulmini. 

Una sorta di Dio primordiale

Un Dio "nonno", più importante del padre stesso. 

Questo potrebbe essere l'interpretazione più immediata, accostando "nannai", alla parola "nonno", in senso di importanza genealogica come capostipite. Interpretazione che è anche la più diffusa. 

Ma c'è anche un'altra interpretazione da considerare. 

"Nannai" potrebbe essere riferito anche ad una dimensione FEMMINILE LUNARE . 

"NANNAI ", come "sa NAI ", la nave. 

Nave intesa come utero primordiale, traghettatrice tra le  dimensioni. 

Sappiamo bene come la falce di luna taurina, simile alle corna del toro, sia anche rappresentativa dell'ut*ero

[...] Non a caso Santa Barbara, viene invocata insieme a Santu Jaccu

"Santa Barbara e Santu Jacu (Santa Barbara e San Giacomo)

bosu portais is crais de lampu (voi avete le chiavi dei lampi)

bosu portais is crais de celu (voi avete le chiavi del cielo)

no tocheis fillu allenu (non toccate i figli altrui)

ne in domu ne in su sartu (né in casa né in campagna)

Santa Barbara e Santu Jacu (Santa Barbara e San Giacomo)"


Quel Santu Jaccu, che altro non è che, secondo prof. Dedola lo stesso YHWH . 

" IÁCCU. Terzo nome del Dio sardiano, senz’altro il più intrigante, è Iáccu, anch’esso panmediterraneo. Íaccos, Ἴακχος è pure il nome solenne di Bacco (Diónisos) nei Misteri Eleusini. Ricordo il grido rituale in onore del Dio: Iacco! Nei Misteri Íaccos era considerato figlio di Zeus e di Demetra ovvero sposo di Demetra, e veniva distinto dal Dioniso tebano, figlio di Zeus e Sémele. In alcune tradizioni Iaccos è considerato figlio di Bacco, ma in altre i due personaggi sono identici. Nel mondo latino talvolta era identificato con Libero.

Circa l’etimo di Iáccu, Íaccos, Ἴακχος, possiamo inferire che la sua base etimologica è ebraica, non per altro, ma solo perché gli Ebrei lo considerano il vero nome (quello segreto) del proprio Dio. Il sardo Iáccu, gr. Íaccos, è lo stesso tetragramma ebraico YHWH, il nome di Dio Onnipotente, da pronunciare così com’è scritto, ossia Yaḥuh. In Sardegna questo nome sacro è ripetuto numerose volte, nei nomi personali, nei cognomi, e anche in parecchi toponimi."

[...] E, in ogni caso, anche in questo contesto, sinergia degli Opposti, Jaccu e Santa Barbara, per creare la vita, demiurghi creativi. 

E d'altronde, anche l'iconografia della torre, presente nell'iconografia di Santa Barbara, rimanda ai nostri nuraghi. 

Si narra, che suo padre Dioscuro fece costruire una torre in cui rinchiudre la bellissima figlia, richiesta in sposa da molti pretendnti. La fanciulla aveva intenzione di consacrarsi a Dio e di non sposarsi. Prima di entrare nella torre, non essendo battezzata, volle ricevere il sacramento della rigenerazione e, recatasi in una piscina vicino alla torre, vi si immerse tre volte, dicendo: “Battezzasi Barbara nel nome del Padre, dl Figlio e dello Spirito Santo”. La torre è stata in ogni tradizione “porta dl cielo”, via per elevarsi fino alla dimora degli Dei.

Dioscoro, stesso nome dei Dioscuri, i figli della costellazione del Cigno, hanno un legame con la nostra tradizione, essendo, la costellazione del cigno, fondamentale, per la nostra Antica Civiltà Sarda ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/l-ingresso-triangolare-dei-nuraghi.html?m=0) di cui ho scritto anche ultimamente, Importantissima anche per la simbologia del Mundus Patet ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/11/croce-nel-cerchioshamain-mundus-patet.html?m=0) 


La conformazione a PUNTA di queste 3 "GUGLIE VULCANICHE " in Francia, in una delle quali è situato il santuario di Notre-Dame du Puy-en-Velay, sono ad "ATZA ", a punta, ed è una conformazione, come ho approfondito nei miei scritti ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/nuraghi-samatzai-lunamatrona.html?m=0

https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/gonnellino-vcostellazione-cigno-utahuta.html?m=0

https://maldalchimia.blogspot.com/2023/06/arciere-santa-vittoria-di-serri.html?m=0) che riflette totalmente la costellazione del Cigno, con i suoi perfetti angoli a 60°

Un perfetto triangolo equilatero, la cui conformazione ai due nuraghi Santu Antine e Losa, ne sono riflesso( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/i-custodi-della-memoria-del-trilobato.html)anche sono orientati a SUD-EST , orientamento della CROCE del SUD , opposto alla Costellazione del Cigno /Croce del Nord 

Le due croci speculari, riflesso delle nostre tipiche decorazioni a "clessidra", tipiche delle nostre Domus de Janas ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/05/domu-de-jana-della-clessidra-ossi.html?m=0) e delle nostre decorazioni della cultura di Ozieri in particolare ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/10/ballu-tundu.html?m=0) 

La CONFORMAZIONE AD "ATZA" sottende ad una dimensione privilegiata di connessione con il Divino, e in particolare, astronomicamente, con la costellazione del Cigno( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/07/cappello-ad-atza.html?m=0) 


E, guardacaso, il santuario di Notre-Dame du Puy-en-Velay, l'abside e Coro, sono orientati a NORD-EST, mentre la facciata principale e la Navata sono orientati a SUD-OVEST, stesso orientamento della Costellazione del Cigno, nell'asse nord-est/sud-ovest, delle sue stelle Deneb-Albireo, contrariamente alla maggior parte delle chiese cristiane dove l'altare maggiore è a est, mente a  Le Puy l'altare si trova a nord-est. 


L'ALTARE NERO dell'originario dolmen della  cattedrale di Le Puy-en-Velay, è orientato verso EST. 

E, verso EST è, guardacaso anche l'ingresso del nostro dolmen più importante, SA COVACCADA di Mores( Ss) è orientato nel suo ingresso, verso EST, con chiaro simbolismo di culto solare legato alla dimensione della nadvita/rinascita. 

In genere gli altri dolmen dono orientati a sud-est, orientamento prevalente in Sardegna ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/orientamento-sud-sudest-di-alcuni-pozzi.html?m=0), collegato anche alla dimensione degli antenati, vedi il Mundus Patet, la cui simbologia archetipale è collegata ai nostri nuraghi e pozzi sacri (https://maldalchimia.blogspot.com/2025/11/nuraghi-i-primordiali-mundus-patet.html?m=0) 


Un dolmen stupendo, associato alla Madonna di Custonaci, di cui porta lo stesso nome, l'abbiamo in provincia di Trapani, sul monte Sparacio, di cui ho approfondito il 2 luglio del 2023

(https://maldalchimia.blogspot.com/2023/07/la-madonna-solstiziale-di-custonaci.html?m=0) su indicazione del caro amico, ricercatore, Memmo Gambina. 

Come vedete, le simbologie si rimandano, si corrispondono, specie  nella loro valenza archetipale, anche se distanti, ritroviamo delle corrispondenze importanti, anche riguardo gli orientamenti dei dolmen. 

E in queste corrispondenze, in queste visioni di insieme, trovo sempre straordinario come le correlazioni si intreccino sempre alla nostra Antica Civiltà Sarda

Sardegna Cultura Madre, sempre. 


Tiziana Fenu 

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