giovedì, maggio 14, 2020

💜Nell'arte dell'antica età della pietra,

Nell'arte dell'antica età della pietra, dal periodo delle grotte paleolitiche dipinte della Francia meridionale e della Spagna settentrionale, tra il 30.000 e il 10.000 a.C., la femmina è rappresentata in quelle figurine ormai poco conosciute di "Venere", semplicemente nude.  Il suo corpo è la sua magia: invoca entrambi il maschio ed è la nave di tutta la vita umana.  La magia della donna è quindi primaria e della natura.  Il maschio, al contrario, è sempre rappresentato in un ruolo di qualche tipo, svolgendo una funzione, facendo qualcosa.  (E infatti, anche oggi, ci rivolgiamo e consideriamo la donna in termini di bellezza, ma il maschio in termini di cosa può fare, cosa ha fatto, qual è il suo lavoro.) La vita in quei tempi era di caccia e ricerca di cibo  le tribù, le donne che raccolgono radici, bacche e selvaggina e gli uomini impegnati nella pericolosa grande caccia, oltre a difendere mogli e figlie dai predoni: per le donne, devi sapere, sono preziose, oltre che interessanti, bottino.  L'arco e la freccia non erano ancora stati inventati.  Incontri di caccia e combattimento erano a portata di mano.  E gli animali erano enormi: mammut lanosi e rinoceronti, enormi orsi, mandrie di bovini e leoni.  In tali circostanze - e queste circostanze avevano già prevalso per centinaia di migliaia di anni;  in effetti, era in quelle condizioni che i corpi che abitiamo oggi si sono evoluti e si sono affermati nelle loro funzioni - lì si sono sviluppati e si è mantenuta una divisione radicale tra i mondi e gli interessi delle donne e degli uomini.  Non c'era solo una selezione biologica per funzionare ma anche una formazione sociale in due direzioni totalmente diverse.

Tratto dalla versione inglese " Goddesses. Mysteries of the Feminine Divine" di Joseph Campbell



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