martedì, maggio 05, 2020

💜Stessa cosa accade con le statue o i dipinti tibetani di tema erotico

Stessa cosa accade con le statue o i dipinti tibetani di tema erotico (...) simbolo dell’unione del dio – in questo caso, Hevajra – o del Buddha con la sua “energia efficiente”, con la sua Å›akti o, meglio ancora “ in unione con la sua paredra”.
Paredra è una delle paroline magiche usate spesso da docenti universitari e dotti ricercatori per togliersi d’impaccio. 
In teoria sarebbe di genere maschile, pàredro, termine di origine greca il cui significato letterale è "che siede accanto", a indicare un magistrato di secondo piano dell'antica Atene che era seduto, appunto, a fianco del magistrato più importante. 
Ai nostri giorni, per slittamento semantico la si associa a "una divinità il cui culto è associato ad un'altra, generalmente di maggiore importanza", per cui la vergine Neriene che nell'antica Roma veniva celebrata assieme a Marte, è considerata "la sua paredra (pàredro)" perché la sua statua veniva collocata accanto - "che siede accanto..."- a quella del dio della guerra durante le feste a lui dedicate; Ma come si fa a definire “paredre” le giovani dee indiane delle rappresentazioni erotiche hindu o buddhiste? Non occorre essere esperti in arte orientale per constatare che occupano spesso la posizione centrale delle opere scultoree e pittoriche, a dimostrazione del fatto che non si tratta affatto di divinità inferiori. Per ciò che riguarda le posizioni che assumono, è assai difficili affermare che “sono sedute al fianco” dei loro partner maschili.

Tratto da " I riti erotici di Sambhala" di Paolo Proietti

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