giovedì, dicembre 03, 2020

💛Pranu Mutteḍḍu

 Dopo il post che ho scritto ieri, proprio su Goni e Pranu Mutteḍḍu, ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/goni-il-gone-della-vita.html?m=0) e aver percepito chiaramente l'importanza sacrale di questo sito, e ciò che in parte, mi ha voluto generosamente rivelare, che ho vissuto come un Dono, direi che questo sincronismo, con la pubblicazione, mezz'ora fa, di prof. Dedola, che definisce questa Sacra Zona come la "Piana dei Principi", non fa che confermare ciò che ho scritto ieri.

È una zona altamente Sacra, dove la scrittura primaria è la stessa disposizione  delle pietre

Come se fossero un' RNA nelle quali è stato impresso un codice DNA antichissimo

Una Sacra Trascrittasi che abbiamo sempre avuto sotto gli occhi, e che aspetta soltanto di prendere vita, di venire alla luce

Memore di tutto ciò che è stato

Di una memoria della stessa pietra che l'ha portata in grembo


Aggiungerei una piccola cosa estemporanea

La parola "Mutteddu" è molto simile alla parola "muttettu"

" Su muttettu" sardo che prevede tutta una serie di " torradas", che corrispondono alle rime, sempre presenti nel "muttetto", anche se modulate in diversi modi

Ma cosa è una rima,, se non la ripetizione della stessa desinenza di due parole? "

È una duplicazione che si ripete, proprio come la duplicazione della cellula, di quel" gone/Goni", di quel seme, rappresentato con la disposizione delle pietre della tomba n. 2, come ho spiegato nel post di ieri

Pranu Mutteddu è come un DNA trascritto nella pietra

Anche le tante perdas fittas nel terreno sembrano un DNA che si snoda

Su Muttettu è una duplicazione cellulare in forma linguistica.

Una mitosi

Mito

Mitosi

Il mito non è mai stato separato dalla storia

È l'umano che si duplica attraverso la divinità, per trovare se stesso

Nella duplicazione si riconosce

Riconosce la divinità che è in sé, e attraverso essa, esplica la sua continuazione, inglobandola in quel contesto di "storia dell'umanità", che porta in sé memorie animiche, genetiche e cellulari

Perpetuando la mitosi, la duplicazione nei "muttetti", perpetua l'identità della "sua gente"

Perpetuando la sua continuità attraverso la pietra, e le forme con le quali la organizza, la struttura e la incide, perpetua con rime che si corrispondono, in un continuo rimando, la memoria di ciò che è stato fin dall'origine, quando gli Uomini non avevano bisogno di ricordare

Perché erano essi stessi Origine di ogni Conoscenza. 


Tiziana Fenu


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"MUTTEḌḌU.


Pranu Mutteḍḍu o Muttédu, in agro di Goni, è un sito pianeggiante coperto da un bosco di sughere, dove c’è un insediamento prenuragico tra i più belli e interessanti della Sardegna, caratterizzato da una grande cista interamente scavata nella roccia attraverso il foro originario costituente la porticina.

La cista, alta circa 1.5 m, sta al centro di un grande circolo solare delimitato da ortostati, accanto al quale si dipana una lunga fila di menhirs aniconici, sagomati a martellina ed orientati in linea est-ovest.

Si è sempre interpretato Pranu Mutteddu come ‘il piano del mirteto’, dal camp. mutta ‘mirto’. Ma a parte il fatto che in tutta la contrada non si rintraccia il mirto, questo sito è uno dei pochi dell’area dove la foresta originaria si è conservata pressoché intatta.

Esso dunque si sarebbe dovuto nominare Pranu Suérgiu ‘piana delle sughere’. Mutteḍḍu ha base etimologica nel bab. mu(t)tellu ‘nobile, principesco’ e Pranu Mutteḍḍu significa ‘Piana dei principi’.

Che lo si voglia o no, questa traduzione inconfutabile dà agli archeologi un ottimo strumento per interpretare al meglio il grande mistero che ancora avviluppa l’antichissimo sito funerario. "


Prof. Salvatore Dedola, linguista e glottologo


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Pranu Mutteḍḍu




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