venerdì, giugno 07, 2024

💚La cupola di San Pietro e il Sacro 16

 Fin dai tempi antichissimi, la manifestazione del Divino, si attuava attraverso la luce. Gli umani, hanno sempre cercato di manifestare la presenza divina nella materia, attraverso le ierofanie luminose, che agisce da fattore divinizzante, sia sulla materia, che sull'umano. 

Ne ho parlato tante volte, perché nella nostra Antica Civiltà Sarda, la ierofania, le finestrelle di luce, gli oculi sommitali ai nuraghi, hanno sempre avuto un'importanza fondamentale(  https://maldalchimia.blogspot.com/2021/05/simbologia-delle-ierofanie-in-sardegna.html?m=0) 

Aspetto che ci è stato emulato anche dall'impero romano, per traguardare date importanti come la fondazione di Roma ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/08/ierofania-21-agosto-pozzo-s-cristina.html?m=0), o in merito alle corrispondenze tra pozzo di Santa Cristina e Pantheon, in merito alle manifestazioni ierofaniche e alla loro simbologia( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/04/simbolismo-del-21-aprile-santa.html?m=0) 

Ma d'altronde, anche la stessa piazza San Pietro, a Roma, ha la stessa conformazione a Menat del pozzo di Santa Cristina, di cui ho spesso parlato ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/il-menat-portale-alchemico-dei-pozzi.html?m=0). 

La Geometria Sacra è sempre stata presente nella storia dell'umanità, e la simbologia di cui è portatrice, è arrivata fino ai giorni nostri.

Una Geometria Sacra che parte Inanzittutto dall'osservazione dei moti celesti, dalle angolazioni che formavano le costellazioni, dai cicli lunari, solari, planetari.

La precessione degli equinozi era già conosciuta fin dai tempi antichissimi 

Interessante notare come proprio a Roma, la cupola della Basilica di San Pietro, ideata da Michelangelo a fine 1500, presenti una compartizione a 16 spicchi 

Se dividiamo 360 per 16, il risultato è 22,5

22,5° è il minimo dell'oscillazione dell'asse terrestre. 

L’inclinazione dell’asse di rotazione terrestre, che attualmente è di circa 23,5° rispetto alla perpendicolare al piano dell’orbita (o piano dell’eclittica), non è costante, ma oscilla da un minimo di 22,5° a d un massimo 24,5° nell’arco di 41 mila anni circa.

Se non ci sono forze esterne astronomiche capaci di perturbare la rotazione terrestre, l’asse terrestre mantiene ben salda e invariata la sua inclinazione per un principio noto come “conservazione del momento angolare della quantità di moto” (il momento angolare di un sistema è costante nel tempo, se è nullo il momento angolare delle forze esterne che agiscono su di esso). 

Una coincidenza straordinaria, o forse non dovremmo chiamarla, coincidenza, perché i più grandi Architetti erano gli astronomi. 


"L'intera superficie della cupola è formata da 16 costoloni divisi in 6 parti, con 96 figure racchiuse in campiture trapezoidali e rotonde. 

L'interno è un vero Te Deum, un inno i cui versetti sono enunciati nel programma iconografico pensato dal Cardinale Cesare Baronio e trascritti dal Cavalier d'Arpino in 65 cartoni dipinti a tempera, a grandezza naturale. 

Nell'occhio luminoso della lanterna, circondato da 8 teste di angeli, si trova Dio Padre, la cui Gloria si effonde su tutto. 

A lui l'intero paradiso intona lodi: Te Deum laudamus, Te Dominum confitemur (noi ti lodiamo, o Dio, noi ti proclamiamo Signore). 

In 3 cerchi concentrici, dall'alto verso la base, è distribuito un coro di angeli, la cui rappresentazione è ispirata dal De Coelesti Hierarchia dello Pseudo Dionigi l'Aeropagita: i Serafini, i più vicini al trono di Dio, sono raffigurati in stucco da Rocco Solaro come teste dorate con ali bianche. Angeli in adorazione li separano dai Cherubini, teste dorate circondate da 6 ali azzurre su un campo d'oro cosparso di stelle. 

Sostenuti da nuvole e in atteggiamento di preghiera sono ancora degli angeli, tre dei quali mostrano i simboli della passione: Tibi omnes angeli, tibi caeli et universae potestates. Tibi cherubim et seraphim incessabili voce proclamant (a Te cantano gli angeli e tutte le potenze dei cieli. A Te cantano i cherubini e i serafini con voce incessante). Alla Chiesa dei puri spiriti si associa, per la Gloria di Dio Padre, la Chiesa terrena. A capo di essa è il Cristo, Uomo-Dio, Re e Giudice, assistito dalla Vergine Maria e da Giovanni il Battista. Accanto, San Paolo e i 12 apostoli. 

Entro le lunette, immagini a mezzo busto di Patriarchi e Vescovi.

Sull'anello superiore, circondata da 32 stelle dorate su campo blu, è la scritta S. PETRI GLORIAE SIXTUS PP. V A MDXC PONTIF. V (a gloria di San Pietro, papa Sisto V, nell'anno 1590, quinto del suo pontificato), fatta apporre da Clemente VIII a ricordo di Sisto V, suo predecessore e promotore della grande impresa costruttiva della cupola. 

Al vertice si innesta il lanternino, alto 18 metri, chiuso da un cupolino decorato in mosaico con l'immagine del Padre Eterno in Gloria, eseguito negli anni 1603-1604 da Ranuccio Semprevivo"


Questa, una breve descrizione in termini tecnici. 

La cupola come un grembo divino, che custodisce proprorzioni divine 

Tutti i numeri, sono numeri particolari, numeri sacri

16 costoloni, suddivisi in 6 parti, 

96 figure

Se moltiplichiamo il 16 per 6,  mi da un 96

Quindi, c'è corrispondenza, già tra i costoloni e le sue sezioni, e il numero delle figure rappresentate 

Il 96, come simbologia dei Pesci, della Vesica Piscis, del nucleo creativo della potenza di Dio e del Cristo Figlio 

Il "9+6" è anche un 15

Sacro Archetipo Ebraico Samech, con funzione "pressione". L'azione del Divino nell'Umano. 

Il glifo archetipale della Samech è il bastone papale con tre barre orizzontali. 

8 angeli intorno a Dio. 

8 come simbolo dell'Unione tra cielo e terra

Ma anche 8, come simbolo del Femminino. 

Come gli 8 esseri divinizzati, delle 4 coppie cosmogoniche, presenti nelle cosmogonie di ogni antica civiltà. 

La Sacra ogdoagde, il principio creatore che si manifesta nella materia, che prende forma attraverso il Femminino, che viene rappresentato dal numero 8, che è il doppio del 4, il numero di Madre Terra, Archetipo Dalet. 

Il 16 è l'Ottava Alta del 4( 4 x 4 =16), ciò che energeticamente spinge verso la dimensione del Divino. 

Questo è straordinario, se si tiene conto che il numero 16 rappresenta il sedicesimo Sacro Archetipo Ebraico Ayin, con funzione "corrispondenza", che simboleggia e significa proprio "occhio". 

È la corrispondenza tra umano e divino. 

L'occhio Divino, l'oculus architettonico, che protegge la Creazione. 

L'Occhio della Sapienza Superiore, sempre aperto, perché è una Sorgente. 

È il Terzo Occhio, sempre vigile, a livello di Coscienza Superiore.

L'oculus presente sulla sommità della cappella. 

Così come è presente nelle cupole archetipali, nei nostri antichissimi nuraghi. 

Un oculus che consente la trasmutazione della materia, in corpo di luce( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/06/trasfigurazione-solstizio-estivo-2023.html?m=0) 

Altamente simbolico.

Anche archittetonicamente, numericamente, sono riusciti a ricreare la corrispondenza tra microcosmo e macrocosmo. 

Potevano sapere, nel 1500, l'angolazione relativa all'asse terrestre, e riportarla in uno schema architettonico che, numericamente, archetipalmente, simboleggia proprio un Occhio Divino, e la corrispondenza tra il piano materico e quello divino, astrale? 

Gli umani, così come tutte le forme di vita terrene, sono sempre state veicolo del Divino. 

È ciò che dobbiamo sempre riportare a memoria...

Ho trovato molto interessante questa comparizione in 16 spicchi, perché è la stessa che ho riscontrato in un rosone scintoista, di cui avevo già approfondito( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/05/rosone-scintoista.html?m=0), in correlazione al "rosone da polso" che hanno gli Apkalli, i civilizzatori mesopotamici, che spesso ha 16 petali, esattamente come questo rosone.

E, naturalmente, come la compartizione della nostra cupola di San Pietro.

Gli Architetti, un tempo, erano per lo più astronomi, usavano parametri della Geometria Sacra, perché attraverso la geometria, la numerologia, dovevano ricreare una dimensione Sacra, anche nella dimensione terrena, e tutto ciò che hanno realizzato in tempi relativamente recenti, è frutto di conoscenze ancestrali, che risalgono per lo più a conoscenze astronomiche.

Di origine pitagorica sono anche le tradizionali associazioni delle sfere planetarie (all’epoca: Luna, Sole, Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno) alle corde dell’antica lira eptacorde, e dei sette pianeti ai sette suoni formanti due tetracordi che si uniscono tra loro e coincidono in una nota comune, la mése, in origine corda centrale della lira sulla quale i musici regolavano l’accordo del loro strumento. 

Della lira ho avuto modo di approfondire, anche se si trattava di una lira ad 11 corde, nell'Arpa di Ur( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/06/arpa-di-ur.html?m=0) 

Il matematico alessandrino Tolomeo (sec. ii ca d.C.) perfezionò e articolò negli Harmonica e nel Tetrabiblos questa analogia, ma già Cicerone (sec. i a.C.) nel Somnium Scipionis (vi libro del De Republica) aveva descritto la diversa frequenza del suono emesso dalle sfere celesti: quelle più esterne emettono suoni più acuti e quelle più interne suoni più gravi. Tramite Macrobio (secc. iv-v d.C.) e Calcidio (sec. iv d.C.) la fortuna della tradizione matematico-musicale platonica e pitagorica fu assicurata anche nell’alto medioevo, quando l’antica musica delle sfere venne gradualmente trasferita come «musica divina» dai pianeti (cielo reale) al cielo cristiano per rappresentare il rapporto armonico tra Dio e le sue creature. La dottrina della musica delle sfere circolò in Occidente come luogo comune di tutta la trattatistica musicale anteriore al sec. xviii. Essa conobbe anche riformulazioni moderne ad opera di Keplero, che nel terzo libro degli Harmonices mundi libri quinque (1619) dedusse le armonie musicali dai poligoni regolari inscritti nel cerchio, e le applicò ai moti delle voci (musica instrumentalis), ai moti della natura (musica astrologica) e ai moti dei pianeti (musica mundana) contaminando geometria, musica e astronomia. 

Ma, come ho scritto a riguardo dei nostri Nuraghi e delle sfere celesti( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/05/i-nuraghi-riflesso-dellarmonia-musicale.html?m=0), sono conoscenze ancestrali, codificate, poi, in epoca molto più tarda. 

A tirar giù righe e prospettive con un mouse, son capaci tutti.

Ad autocelebrarsi a discredito degli altri, non è corretto, specie quando si ignorano le origini di certe Sacre Geometrie, che si trovano ovunque, tra l'altro.

Allora, definitevi, semplici geometri, visto che non ne capite un'emerita.

Voi che state a denigrare i profili altrui, e poi scrivete post a denigramento e sberleffa, dall'alto della vostra saccenza priva di contenuto.

Tutta forma tecnica, virtuosismo tecnico, che non ha niente a che fare con la Saggezza ancestrale che ha spinto i nostri veri architetti a creare una cupola con 16 sezioni, piuttosto che 15, o qualsiasi altro numero.

Venite sotto le mie pagine, e abbiate il coraggio, visto che codardamente non avete il coraggio nemmeno di lasciare le vostre denigrazioni nella vostra esaltata pagina, a disquisire e contestare. 

Tra l'altro, se proprio vogliamo restare in tema numerologico, il numero 16, è un numero importantissimo anche nelle frequenze musicali.

Sappiamo che queste cattedrali, le chiese, sono state edificate un luoghi che erano già sacri nel periodo pagano, e che nella loro edificazione sono stati amplificati, enfatizzati, i parametri della Geometria Sacra, perché sono veicoli importanti di frequenze catalizzatrici ed di emanazione.

Vi siete mai chiesti perché hanno eliminato tutte le campane delle chiese?

Non certo per motivi di comodità.

Perché le campane emettono frequenze sacre, guaritrici.

Le frequenze della campanologia, variano, per non entrare troppo nello specifico nell'argomento, diciamo che il parametro più importante, in una campana è la Tipologia di Ottava.

Da un'Ottava inferiore, ad un'Ottava superiore, da 3/16° a 10 /16°, in cui il parametro è il 16, che fa da base anche per altri parametri, come il diapason, regolato su 1/16° di semitono e 1/32° di semitono, su cui sono tarate la maggior parte delle campane più importanti.

Esistono fino ad 88 semitoni, che guardacaso corrispondono alle 88 costellazioni identificate fino ad ora

E, come funziona dal Macrocosmo al Microcosmo, nel suo ulteriore sviluppo, la linea delle ottave, o linea di sviluppo delle vibrazioni, può ritornare alla sua direzione originaria e quindi formare un cerchio completo, come nelle cupole, nei rosoni, nei nostri nuraghi, in tutti quegli elementi circolari che gli umani hanno edificato per connettersi alle energie dell'universo. 

L'argomento è molto vasto, e meriterebbe ulteriori approfondimenti, ma basterebbe anche dare un'occhiata alle Conformazioni legate alla Cimatica, che studia il legame strettissimo tra suono e forma geometrica, quindi tra vibrazione e forma geometrica, conosciuta fin dai tempi antichissimi, fin dal periodo Mesopotamico. 

Edificavano in un certo modo, seguendo certi moduli numerologici e geometrici, per creare frequenze terapeutiche 

Negli ultimi anni hanno fatto importanti scoperte anche sulla conformazione esagonale nel cielo di Saturno, generato, a quanto pare, dalla disposizione dei suoi anelli e dalla loro frequenza vibratoria. 

La Natura è impregnata di Geometria Sacra, così come l'Umano. 

È una memoria ancestrale che fa parte del nostro DNA, della nostra composizione chimica. 

Siamo formati per lo più da acqua. 

Basti pensare alla precisa conformazione geometrica dei cristalli d'acqua, che si organizzano in forme esagonali. 

Mi premeva sottolineare che quando ci si erge in cattedra, al di là delle abilità tecniche con il mouse, bisognerebbe dare spazio anche al cuore, alle radici, alla Sapienza ancestrale di queste opere, che non sono mai soltanto, capolavori archittetonici, ma sono veicoli di una continua dialettica vibratoria con il Divino e con gli stessi Umani che vibrano della stessa Frequenza. 

Li chiami come vuole, caro architetto. 

I Maghi Merlino, o come gli epiteti che dedica a chi non considera all'altezza della sua grandezza. 

Noi, io, restiamo piccoli, nel nostro. 

Li lasci, i suoi post a discredito dei profili altrui, pieni di castronerie, a suo dire. 

Sia coerente. 

Resti nella sua Bellezza, senza infangare gli altri. 


Tiziana Fenu 

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La cupola di San Pietro e il Sacro 16






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