Nella Roma antica, bambini e bambine erano soliti portare al collo dei piccoli talismani, che potevano esser di vario materiale a seconda del ceto sociale d’appartenenza.
Questi oggetti servivano per proteggere i fanciulli da eventuali spiriti maligni. I maschietti indossavano la bulla, mentre le femminucce la lunula.
Quest’ultima era un ciondolo a forma di falce di luna crescente (astro da sempre associato al mondo femminile).
La lunula veniva posta attorno al collo delle bambine già dopo nove giorni dalla nascita, e veniva tolta solamente il giorno delle nozze, usualmente, tra i 12 ed i 14 anni, durante il quale dovevano lasciare nella casa paterna, oltre all’amuleto, anche tutto ciò che le legava all’universo dell’infanzia: bambole (solitamente in legno, o terracotta, anche se ne esistono alcuni esemplari in avorio); palle da gioco; reticelle per i capelli; i “reggiseni” (strophium), che venivano posti davanti alle statuette delle divinità domestiche, o consacrati alla dea Venere; e la tunica, che invece era consacrata alla dea Fortuna.
Questa lunula romana è del I sec. a.C., e la forma ricorda una falce di luna, ma più raccolta, quasi chiusa a cerchio, a grembo.
Le decorazioni sono composte da elementi granulati, quattro dei quali disposti a fiore con sei petali, che indicano il sei dell'Unione ierogamica tra maschile e femminile.
Unione sottolineata da altri 8 moduli di granuli, formati da tre granuli ciascuno.
Il numero otto indica l'infinito, l'unione eterna tra elementi opposti, l'eternità , e il numero tre è l'elemento triadica della creazione per eccellenza.
Tre moltiplicato otto fa ventiquattro, e il ventiquattro, ridotto teosoficamente (2+4), fa ancora sei, il sei delle unioni ierogamiche, l'Arcano Maggiore dei Tarocchi, "gli Amanti"
Un monile stupendo, simbolico e altamente decorativo.
Tiziana Fenu©®
Maldalchimia.blogspot.com

Nessun commento:
Posta un commento