Da un post di Andrea Loddo, di cui riporto link, testo e immagini(https://www.facebook.com/share/p/1C7McYQ1hc/)
I MOBILI DELL'EPOCA NURAGICA: TRA FUNZIONALITÀ E SIMBOLISMO.
Le scoperte archeologiche sarde non smettono di stupirci, rivelando oggetti che raccontano storie di un popolo incredibilmente evoluto anche nella realizzazione di arredi quotidiani.
Un esempio straordinario proviene dal sito di Tadasuni, dove è stato rinvenuto un cofanetto con quattro piedi a forma di zoccolo bovino (foto 1). Questo piccolo oggetto in bronzo ha una forma rettangolare con manici, e il suo corpo risulta poggiato su quattro piedi cilindrici che ricordano gli zoccoli di bovino.
Probabilmente aveva un coperchio, munito di anelli, come nel modello con ruote, che non è stato rinvenuto.
Assomiglia all'larnax ( foto 3 ).
L'immagine mostra una larnax tardo-minoica, una cassa funeraria in terracotta utilizzata nella civiltà minoica, in particolare a Creta, dal XIV al XII secolo a.C.
Ma possiamo anche paragonare questi due oggetti in foto, alle cassapanche dette in sardo " Arkixeddas", cassapanche della tradizionale sarda che si aprono dall'alto.
E' sollevata dal pavimento e poggia su una coppia di supporti.
Ma torniamo al modello in bronzo.
L’accuratezza nel dettaglio e nella forma ci fa pensare a un oggetto non solo funzionale, ma anche ricco di simbolismo legato alla cultura sarda, dove gli animali, in particolare il bestiame, avevano un ruolo fondamentale.
Un altro affascinante reperto che ci arriva dall'antica Sardegna è la cassa con quattro ruote (foto 2), un oggetto in bronzo con un manico armato con teste di ariete agli estremi, che conferisce all'oggetto un aspetto rituale e simbolico. La presenza delle ruote suggerisce una possibile funzionalità di trasporto, mentre le teste di ariete potrebbero simboleggiare potenza, protezione o legami con il divino.
Le sue misure in proporzione traa altezza larghezza e lunghezza, sono identiche a quelle della cassa più conosciuta della storia.
L'Arca dell'Alleanza aveva le seguenti dimensioni: 2,5 cubiti di lunghezza, 1,5 cubiti di larghezza e 1,5 cubiti di altezza. Convertendo queste misure in centimetri, considerando un cubito ebraico di circa 45 cm, si ottiene una lunghezza di circa 112,5 cm e una larghezza e altezza di circa 67,5 cm. L'arca era realizzata in legno di acacia e rivestita internamente ed esternamente d'oro. ( Foto 4).
Questi reperti ci offrono una visione unica sulla vita quotidiana e sulla spiritualità dei nuragici, mostrando come anche gli oggetti più comuni potessero essere ricchi di significato e bellezza. Le madie, i cofanetti e le casse non erano solo strumenti utili, ma anche potenti simboli culturali e rituali.
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Mie personali considerazioni a riguardo.
Sull'Arca dell'Alleanza ho già approfondito anni fa( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/07/s-arca-sacra.html?m=0), scritto riproposto proprio due giorni fa, anche qui in pagina.
"Grande potere quindi, della simbologia dell'Arca dell'Alleanza, che è rimasta anche nella simbologia rappresentata nella cassapanca sarda.
La pavoncella guardiane della cassapanca come due i Cherubini, l'ariete simbolo di investitura ai percorsi iniziatici sin da tempi di Mosè.
Perché l' Arca è come un grembo. L'Antico sapere. La Sophia.
Sapere che si tramanda attraverso l'Acqua, il liquido amniotico della memoria
[...] Cassapanca.
Cassa.
Cascia.
C'ascia.
Ascia.
S' archedda
S'arca
Arca
Arco"
La correlazione tra i piedi di bovino /toro, presenti nel cofanetto di Tadasuni, ha attinenza con la simbologia dell'Arca dell'Alleanza, e quindi anche con la nostra Archedda Sarda.
Arca dell'Alleanza, sottolineo, che non presenta i piedi di bovino/toro, ma che è legata, per simbologia, alla costellazione del Toro.
L'Arca era fatta del prezioso legno di Setim, la stessa acacia( simbolo iniziatico) del tempio di Salomone.
Da un approfondimento a riguardo sulla simbologia, legata al Sacro Femminino ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/la-dea-madre-di-cabras-mimosa-solare.html?m=0
"Si narra che il costruttore del tempio di Gerusalemme, il Tempio alchemico del Re Salomone, sede dell' Arca dell'Alleanza, delle Tavole della legge, e custode di tutti i segreti Iniziatici, Hiram, venne ucciso, probabilmente per non rivelarne i segreti, e che, nel luogo in cui poi fu seppellito, nacque un'acacia, quella che noi chiamiamo comunemente mimosa.
Acacia, che poi è rimasta come simbolo degli Antichi Iniziati, che nel corso della storia si sono poi configurati come Templari, come Massoni, come degli "ordini", delle associazioni, logge, chiamiamole come vogliamo, che hanno portato avanti queste antiche conoscenze.
Così come sono esistite in qualsiasi civiltà , gli stessi Egizi lo erano, i nostri antichi Antenati Sardi, Cristo con i suoi discepoli, i curanderos e le curandere della cultura tolte, le nostre janas..
[...] Chi possiede l'acacia, possiede nozioni iniziatiche che consentono il possesso della chiave per la gestione delle energie della Natura.
Le veniva attribuita una funzione magica, nel senso che per assimilare il segreto, l'adepto deve far rivivere in sé la saggezza perduta, dimenticata.
Infatti l'acacia permette la scoperta dell'architetto del Tempio, detentore della tradizione, della parola perduta.
Hiram, il grande architetto che non poteva rivelare il segreto del Tempio di Salomone, talmente era prezioso, e per questo venne ucciso.
Come i nostri Giganti di Mont'e Prama, anche essi, i Grandi Architetti di Dio, rappresentati senza bocca, o appena accennata da una crocetta, o da quella che più precisamente sembra un Tau.
Tau, che ho descritto, in passato, come quella struttura in legno, proprio a forma di Tau, nella quale si adagiavano per tre giorni, gli Iniziati ai Misteri, perlomeno nell'antico Egitto, fino a ricevere poi, l'iniziazione attraverso il "Sigillo del Sole" divinizzante, quando i raggi del Sole potevano illuminare il loro volto
[...] Osservando la Dea Madre, e l'armonia, il benessere, e lo stato di perfezione che trasmette, non ho potuto fare a meno di notare la linea del naso e degli occhi.
Stessa linearità a forma di Tau, di doppia squadra a 90°, come nei Giganti di Mont'e Prama.
[...] Ed ecco perché la mimosa rappresenta il Femminile, e la festa delle donne è onorata con un ramo di Mimosa.
La Mimosa rappresenta la forma con la quale l'idea Maschile, divina, si può manifestare e realizzare, con i suoi fiori a forma di sole.
Con il legno di acacia è stata costruita l'arca di Noè, su disposizione divina.
Con essa è stato costruito anche il tabernacolo itinerante di Mosè, costruito nella penisola del Sinai (o forse.. nella penisola del Sinis..), e pare che anche la corona di Cristo, fosse di spine di acacia, rivestite d'oro, come i raggi solari, simboleggiando così, la Conoscenza Regale, piuttosto che rappresentare un lugubre cimelio di scherno.
Nei libri Sacri dei Veda, nell'Induismo, il principio femminile è rappresentato da un disco di acacia con un foro al centro, e un bastone fatto di legno di fico che viene agitato nel suo centro, per creare simbolicamente il Sacro Fuoco del Sacrificio, nel senso di renderlo sacro, poiché è sempre soggetto a rinascita.
Infatti il legno di acacia è immarcescibile, e la mimosa del deserto resiste a grandi periodi di siccità .
La Mimosa rappresenta il principio femminile nel quale la potenza creatrice del maschile, si manifesta e di realizza. Per questo rappresenta e celebra la Donna.
Osiride non può rinascere, se Iside, come ha fatto, non rimette insieme i pezzi del suo corpo, sparsi per tutto l'Egitto.
E di questa consapevolezza, i nostri Antichi Sardi, ne avevano estrema Coscienza.".
L'Arca dell'Alleanza era fatta di Acacia, ma rivestita d'oro, con due cherubini d'oro, speculari, sul coperchio, i due elettrodi contrapposti, su precise indicazioni di Dio a Mosè, con la funzione di scaricatori dell’elettricità statica accumulata dalle due superfici metalliche d’oro separate dal legno d’acacia, il dielettrico.
In pratica, un grande condensatore elettrico, capace di accumulare grandi e pericolose quantità di elettricità statica e toccarla in un punto di alto potenziale rispetto a terra, significava restare fulminati.
È lo stesso discorso e la stessa dinamica dei nostri Antichi guerrieri, con i doppi scudi( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/osservavo-queste-tre-immagini-la-prima.html?m=0), del nostro Sommo Sacerdote ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/07/sommo-sacerdote-approfondimenti.html?m=0) che magari usava le armille ai piedi come contatto (https://maldalchimia.blogspot.com/2024/05/simbologia-delle-armille-del-sommo.html?m=0).
Ecco perché poi vediamo gli scudi "morbidi e flessibili" nei nostri bronzetti o nel Gigante di Mont'e Prama, o nel bronzetto di Vulci ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/simbologia-delle-trecce-nel-bronzetto.html?m=0/ https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/sacchetta-sciamanica.html?m=0)
Perché magari era uno scudo isolante, sicuramente in legno leggero o sughero, isolante e protettivo.
Nel secondo libro di Samuele (VI, 7)
c'è un passo interessante.
"Allora l'ira del Signore si accese contro uzzah, e Dio lo percosse là per il suo errore; ed egli morì là presso l'arca di Dio"
In pratica descrive il momento in cui Uzza, che stava trasportando l'Arca appena costruita verso Obed-Edom, su carro trasportato da buoi, tocca l'Arca, nonostante il divieto divino, e muore fulminato
" Or come furon giunti all’aia di Nacon, Uzza stese la mano verso l’arca di Dio e la tenne, perché i buoi la facevano piegare.
7 E l’ira dell’Eterno s’accese contro Uzza; Iddio lo colpì quivi per la sua temerità , ed ei morì in quel luogo, presso l’arca di Dio"
Il nome Uzza, rimanda moltissimo al nostro "Atza", concetto del quale ho approfondito da poco( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/07/cappello-ad-atza.html?m=0), perché "s'atza" è il punto ad angolo ( come i copricapi delle nostre sacerdotesse) in cui si convogliano le maggiori energie.
La correlazione tra Arca dell'Alleanza, e, se vogliamo, tra questa altra versione senza coperchio, rispetto alla nostra Archedda, ma con i piedi "taurini/bovini", ha una sua straordinaria spiegazione, della quale ho sempre parlato, fin dal 2021
( Approfondimenti https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/la-y-taurina-di-ascensione-lungo-la-via.html?m=0)
Persino la nostra Maschera di San Sperate, che festeggia il patrono proprio questo fine settimana, ha correlazioni con Aldebaran ( approfondimenti https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/la-maschera-dellaldebaran-solare-di-san.html?m=0)
Ho sempre detto che la via di rinascita, di Ascensione, per i nostri Antichi Sardi, e non solo, era lungo la Via Lattea, lungo i tre Soli, da Sirio, per Orione, fino ad Aldebaran, l'occhio Rosso del Toro, dall'alto valore simbolico.
Dal mio scritto
"Le stelle più luminose del cielo erano Sirio, con le sue 3 stelle più luminose, l'occhio luminosissimo del Toro, Aldebaran, le tre stelle della cintura di Orione e le Pleiadi.
Erano i "tre Soli", di cui Sirio era il primo sole, la Madre Divina creatrice, Iside.
Abbiamo disposizioni triangolari anche qui in Sardegna. Come i nuraghi trilobati, specie il Santu Antine e il Nuraghe Losa, e di triangoli raffigurati, ne abbiamo ovunque, anche nelle Domus de Janas.
Centri di creazione.
Nascita, morte e rinascita, ma intesi ad un livello superiore, nei loro stargate stellari, che avevano individuato in questa conformazione stellare triadica".
Questa rinascita simbolica può avvenire solo quando le due polarità , solare e lunare, maschile e femminile, sono in equilibrio, durante l'equinozio di primavera, governato dal segno del Toro, che già nel glifo ♉, il sole, sormontato dalla falce lunare, quindi sinergia tra Opposti, segno di terra, femminile, governato da Venere, ma con simbologia anche taurina, legato al quinto chakra Vishudda ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/04/blog-post_18.html?m=0), il chakra della creazione.
Aldebaran,, l'occhio del Toro, è l'occhio della dimensione dell'uno, dell'Horus il Toro, il T-Aurus, in cui vi è sinergia dell'occhio destro, che rappresenta il sole, e dell'occhio sinistro che rappresenta la luna, del maschile e del Femminile.
Horus, colui che comanda i due soli, il terzo occhio, l'ureo, il serpente, il Femminino, che è scansionabile in precisi rapporti numerici aurei, che trova la sua forma archetipale nella nostra scacchiera di Pubusattile ( approfondimenti https://maldalchimia.blogspot.com/2024/04/locchio-di-horus-e-la-scacchiera-di.html?m=0).
Toro/Pleiadi/Iadi, gli asterismi più importanti dello stesso sole, nelle antiche civiltà .
Sul Santa Cristina in rapporto alle Iadi, vi è un'altra straordinaria correlazione ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/05/le-iadi-e-santa-cristina.html?m=0).
Interessantissimo notare che il nome antico di Aldebaran è Sar.
Come la radice di Sardegna e Sardi
Se Ar è ascendere, S-Ar è "causare l’ascensione" .
Quindi, Aldebaran è, indicata come la stella che "causa* l’ascensione.
Se ci pensiamo, tutta la spiritualità e la simbologia della nostra Antica Civiltà Sarda ha questa stessa koine' concettuale e simbolica, della rinascita e ascensione, espressa in molti simbolismi, tra cui le onnipresenti tre cornici delle false porte o coppelle, per non parlare, ovviamente, della simbologia taurina.
La rinascita avviene quanto i 7 pianeti sono allineati, in genere in periodo di equinozio di primavera, anche la stessa rinascita pasquale del Cristo.
È una simbologia antichissima, che nella nostra civiltà trova conferma nel labirinto di Benettutti, che si trova proprio lungo la traiettoria del braccio teso di Orione.
È la simbologia del percorso iniziatico attraverso i 7 chakra, fino a che non si raggiunge l'equilibrio necessario per l'ascensione.
Ne ho parlato nello specifico in un mio scritto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/02/lo-stargate-di-orione-attraverso-sa.html?m=0"7)
"I percorsi del labirinto, simboleggiati dai 7 piedini della nostra Pippia de Caresima, affondano le radici in un'attenta osservazione del cielo, e dei moti delle sue costellazioni.
Costellazioni, tra cui la più importante, era considerata Orione, in quanto rappresentazione stellare dell'uomo asceso, divinizzato, indirizzato ai Misteri Iniziatici e pronto per l'incontro con Dio, nell'ottava sfera.
Si, perché le altre sette, riguardavano gli altri sette pianeti, e il percorso terreno che si compiva attraverso la simbologia dei pianeti, che erano considerati come facenti parte di una serie di sfere concentriche, e che rappresentano i 7 pianeti, il cui asse/tronco, è quello della Terra, a cui seguono gli altri sei pianeti, luna, Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno, esattamente rappresentati come la Menorah ebraica.
Questa posizione, di questi pianeti allineati, pare che coincidesse, ai tempi del Cristo, con l'ascensione del Cristo, dopo la sua morte, e, in tempi più lontani, con l'ascensione di Osiride.
Quindi, in epoche diverse, vi è una sovrapposizione della simbologia di Osiride e Cristo, come uomini angelici e stellari, simboleggiati dalla costellazione di Orione, che ad un certo punto, devono fare ritorno in cielo.
Orione è una costellazione a forma di uomo, uomo come Cristo e Osiride, che si autodefiniscono come Alfa e Omega, inizio e fine.
In essa, nelle sue nove stelle, ci sono gli Archetipi di tutti gli uomini, poiché le sue nove stelle rappresentano il Primo Archetipo di Uomo stellare, che attraverso il percorso iniziatico delle 7 sfere terrene, e poi delle altre tre, arriva alla conoscenza divina.
E questa Ascensione, da terrena a celeste, poteva avvenire soltanto con una particolare congiunzione di questi pianeti, quando, tutti, tranne il sole, si trovano allineati sopra l'orizzonte, visibili ad occhio nudo.
E questa posizione, è indicata esattamente dalla Costellazione di Orione, quando il Sole si trova nella posizione chiamata "stretta di mano", sopra il braccio teso di Orione, che essendo identificato anche con Osiride, veniva rappresentato tenendo stretto tra le mani un'Ankh, la chiave della vita.
Questo tipo di allineamento a "7 pianeti", era considerato importantissimo, poiché era considerato come uno stargate, per l'ascensione al cielo, e il ritorno ad una forma stellare, come il nonno di Osiride, la divinità Shu, il padre degli Dei, il Dio dell'arco, il Custode dei pilastri che sostengono il cielo, il cui corpo era composto da luce, come le stelle.
Il dio Shu egizio rappresenta la simbologia dell'Akhet.
Ahket, dal geroglifico "akht", che significa orizzonte, indica quel "luogo nel cielo dove sorge il sole" e là , in quella parte misteriosa del cosmo, dove si compie il miracolo della rinascita solare.
È la dimensione della rinascita.
[...] Shu-Sha/Shardana
Il Dio Shu aveva il corpo composto da luce come le stelle ed era il Custode dei pilastri che sostengono il cielo.
"luce come le stelle".
"pilastri che sostengono il cielo".
Sono mesi, che sostengo che i Giganti di Mont'e Prama, sono come Titani che sostengono il cielo, e che quello che hanno in mano, non è uno scudo da pugilatore, ma una protezione simbolica riferita al sole all'azimuth, loro che al sole riluciccano di arenaria lucente sotto i raggi del sole".
Come ho scritto in un mio recente post ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/06/orsa-maggiore-giogo-dei-buoi.html?m=0)
"Tutta la melodia, l'armonia della natura è basata sul numero 7
Sette come le Pleiadi, che si trovano nel "collo" della( costellazione del Toro, le quali, specialmente Alcyone, sono considerate il punto centrale intorno al quale ruota il nostro universo delle stelle fisse, il punto focale di creazione, del Soffio Divino creatore".
Anche
Orsa Maggiore /Pleiadi
7 stelle entrambe
Pleiadi che si trovano sul "collo" del Toro, dove poggia il giogo dei buoi.
Le Pleiadi e l'Orsa Maggiore sono distanti tra loro, ma è interessante notare che tare come facciano entrambe riferimento al toro/bue.
Il riferimento è sempre quello.
La Y taurina, Via di rinascita lungo la Via Lattea.
Una rappresentazione davvero particolare, cosmogonica, straordinaria, legata anche alla simbologia della croce del Sator.
Il Sator/Saturno, primo agricoltore "astrale", collegato quindi alla simbologia dell'Orsa Maggiore.
[...]latini chiamavano il gruppo dell’Orsa Maggiore "septem triones", che significa ”sette buoi aratori”, perché il movimento rotatorio di questa costellazione aveva fatto pensare a dei buoi che arano un campo girando in tondo.
Discorso sempre legato all'ascensione, al Toro/bue
Sempre dal mio scritto
"Il nome, "sa Mandra e sa Jua" ( stesso nome usato per i buoi nei geroglifici egizi- "iwa”-jua-), significa il" recinto dei buoi aggiogati"
Il "giogo dei buoi nel cielo", a livello astrale, si riferisce alla costellazione dell'Orsa Maggiore, chiamata anche "Grande Carro" o "Septem Triones" dai Romani, che significa "sette buoi", perché la forma della costellazione, ricorda il giogo utilizzato per collegare i buoi durante l'aratura, con la sua rotazione nel cielo attorno al Polo Nord celeste.
Il giogo doveva essere trattato con un rispetto ‘religioso’ e che non si doveva mai bruciare, nella nostra Antica tradizione sarda.
"Su juvale", che si metteva anche sotto il capo dei moribondi, usato anche da "S'accabbadora" o durante il parto per agevolarlo.
Il giogo Sacro dei buoi, portati in processione
Sulla simbologia de S'Accabadora ho già scritto (https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/simbologia-de-s-accabadora-in-sardegna.html?m=0)
In particolare, in riferimento a quella che sarà l'Acca Laurentia romana ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/08/dea-acca-laurentiaaccabadorasan-lorenzo.html?m=0), che ha ripreso il concetto di equilibrio utilizzato anche da uno strumento di lavoro importante per "S'accabadora", su juvale", strumento necessario, veicolo metaforico e sacro di Ascensione, sempre legato alla simbologia del Toro/bue, il giogo sacro dei buoi nel cielo.
L'Orsa, la Dea Madre
I nuraghi di Mogoro, per esempio, sono tutti allineati verso la Dea Madre (https://maldalchimia.blogspot.com/2024/01/mogoro-e-lorsa-maggiore.html?m=0)
Orsa Maggiore /Pleiadi /Toro.
Indissolubilmente legate tra loro, nelle antiche civiltà , come la nostra.
Con un'attenzione particolare verso Aldebaran.
Aldebaran, nella cosmogonia egizia, è l’occhio del Toro, quindi l’occhio di Horus, l’Udjat.
As Ar è il nome egizio di Osiride, divinità associata ad Orione.
E anche qui, il collegamento con Sar-Sardegna/Ar è inevitabile.
Nel complesso, l’insieme delle due costellazioni del Toro (Horus) e di Orione (Osiride) sembrano riferirsi ad un regalità divina condivisa: Sar (Aldebaran - Horus) e Asar (Osiride).
Sar(Shar) in accadico è il re, in ebraico.
Significa anche volare via, sapere, porta.
Le porte alchemiche.. Ce ne sono ovunque nel nostro territorio, e tutte rimandano alla simbologia sinergica del Toro, come Monade creatrice anche dopo la morte.
Una curiositÃ
L'Arca dell’alleanza è chiamata Aròn
Aronne (Aaròn), è il fratello di Mosè e come Mosé sacerdote egizio di alto rango, è pertanto colui il quale si occupa dell’Arca dell’alleanza.
Sono i Leviatani.
Ne ho parlato in un mio scritto, riguardo il progenitire del Quadrato di Sator, il Quadrato del Sinis( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/02/il-progenitore-del-quadrato-di-sator-il.html?m=0)
"E questa tavoletta quadrata misteriosa, addosso ad un Leviatano come uno dei nostri Giganti, non è una semplice tavoletta, ma un veicolo di un messaggio in codice non ostentato, che non può essere pronunciato, visto che alcuni Giganti, quelli che hanno la testa, sono senza bocca, e chi ce l' ha, è rappresentata come una piccola croce.
Leviatano, si, come avevo già scritto perché i Giganti, non sono semplici guerrieri, ma sono uomini divinizzati, che, abbiamo visto, indossano una maschera. Una maschera divinizzante, della quale ho già parlato.
Leviatano.
"Un Levi-Tannyn. Un sacerdote, come lo fu Mosè, Aronne, Noè, Osiride, Cristo, Budda, e altri. Uomini che hanno trasformato la loro dimensione "umana/animale", e l'hanno divinizzata, nel "ventre simbolico della Balena" di Giona, che ne rinasce come un uomo nuovo, purificato".
Aron
Letto al contrario, è Nora
La stele di Nora, il nostro documento più importante che attesta il nome Shardana, come il nome degli Antichi Sardi
"Ar On" , stando al significato di Ar, vorrebbe dire ascensione al cielo (On-Anu, il cielo).
E qui si aprono altre parentesi, come Campidano /campi-danu, i campi di Anu ecc..
I campi di Dan, legati anche alla simbologia
Aldebaran, le Pleiadi, le Iadi sono dunque un punto di riferimento di grande interesse per uno scavo mitologico, con particolare attenzione alla costellazione del Toro.
Dal mio scritto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/06/giovanni-juvaleorsa-maggiore.html?m=0)
"È Iside, infine, sotto le sembianze di ippopotamo, sorveglia questo legame della zampa anteriore del Toro, legata con una catena d'oro a due pali.
Simbologia del giogo, de su Juvale.
Il Toro domato, tenuto al giogo da Femminino"
Le zampe del Toro sorreggono l'arca, l'argha( la vagina in sanscrito).
Un viaggio iniziatico di rinascita, anche dopo la morte, fino alle costellazioni circumpolari.
Fino alla fine dell'Universo
Oltre le stesse stelle.
Tiziana Fenu
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Arca di Tadasuni con zampe di Toro


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