giovedì, ottobre 16, 2025

💛Guardie Pretoriane romane

 Interessante la dimensione della Guardia Pretoriana voluta e istituzionalizzata dal primo imperatore romano Ottaviano Augusto (dal 27 aC al 14 dC e il 20 a. C.)

Giulio Cesare (48/44 aC) non ebbe mai il titolo di "augusto" come Ottaviano: tuttavia fu dittatore dal 49 a.C. al 44 a.C.
Interessante perché, ancora una volta, riscontro analogie tra la dimensione dell'Impero Romano e la nostra Antica Civiltà Sarda.

Inanzittutto la Guardia Pretoriana era formata da 9 CORTI .
Gia questo, di per sé, mi rimanda alla definizione degli Antichi Shardana, i "9 ARCHI DEL CIELO "
Dal mio scritto( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/l-ingresso-triangolare-dei-nuraghi.html?m=0)
"Ma la  sezione del cono triangolare( riferito agli ingressi triangolari dei nuraghi), anche come la costellazione del Cigno, per la quale si fa riferimento nella stele di Thutmose III datata più o meno 1500 a. C, nelle quale si legge delle 9 stelle della costellazione del Cigno, in riferimento  alla confederazione sarda dei "nove archi", i Pelasgici, gli Antichi Sardi
“Ho legato in fasci i Nove Archi, le Isole che sono in mezzo al mare, i popoli stranieri ribelli. Come in cielo governano 9 dei , così in terra dominano i Nove Popoli. Il mio bastone ha colpito i Nove Archi”.
Naturalmente, parlando del bastone, un bastone di potere, si riferisce a quel bastone chiamato guardacaso, come il nostro fiume sardo, il Tirso. 
Il bastone che aveva sulla Sommità, la rappresentazione della ghiandola pineale, la pigna, e che è spesso rappresentato come una ipsilon, spesso con due animali totemici bifrontali, poiché rappresenta la nostra Kundalini, la nostra energia vitale collegata al divino, con le sue due nadi, maschile e  femminile, unite in sinergia
La Y estremamente presente nella civiltà sarda
Un simbolo Regale di appartenenza alla divinità".
Queste 9 caste furono riunite all'imperatore  Tiberio, secondo imperatore Romano ( 14-37 dC)
nell’accampamento chiamato Castra Praetoria, che si trovava vicino al Viminale e all’Esquilino.

Per questo i pretoriani scelsero come simbolo lo SCORPIONE , il segno zodiacale di Tiberio.
Ma riguardo questa connessione con il segno zodiacale di Tiberio, ho forti dubbi.
Questo perché anche i nostri Giganti di Mont'e Prama, che pure possono essere considerati dei Sacri Custodi, hanno un forte legame con la simbologia dello Scorpione.
Ne ho parlato più volte nei miei scritti, ne portano il simbolo nello schinale di protezione, nell'avambraccio
Dal mio scritto https://maldalchimia.blogspot.com/2024/05/simbolismo-zig-zag-guanto-gigante-di.html?m=0
"Credo che l'elemento a zig zag, che indicava il glifo del geroglifico dell'acqua, in epoca egizia, sia stato ripreso dalla conformazione delle zampe dello scorpione, segno d'acqua, delle acque profonde, misteriche, amniotiche, mnemoniche.
Una simbologia dell'acqua, di potente trasmutazione.
Tre file di zampe.
Nascita, morte, rinascita.
È per opera dello scorpione, anche in epoca più tarda, mitraica, che si compie il sacrificio della Fertilità
Scorpione, antidoto e veleno..
Rinascita, immortalità.
Lo Scorpione è l'ottavo segno dello zodiaco fisso, e i segni fissi sono caratterizzati ad avere il sole nella massima espansione. 
Nel caso dello Scorpione, cadendo nell'autunno già inoltrato, è il simbolo per eccellenza, della morte e della rinascita. 
È un passaggio obbligato, per un nuovo ciclo, che indica una rigenerazione continua. 
Una sorta di immortalità, di cui i nostri Giganti di Mont'e Prama, di cui ho parlato tante volte, sono eccelsi testimoni. 
Essendo l'ottavo segno, anche il numero 8 indica l'infinito, la corrispondenza tra le due dimensioni, terrena e spirituale. 
Il dinamismo energetico tra contrazione, morte, ed espansione, la vita stessa. 
La stessa simbologia dello scorpione, ha questa dualità /complementarietà, il veleno e l'antidoto. 
Nella Cabala  lo Scorpione è collegato al tredicesimo Sacro Archetipo Ebraico Mem, le Acque Madri Cosmiche, primordiali, e al quattordicesimo Archetipo Ebraico Nun, le acque della trasformazione, e quindi, all'Arcano Maggiore XIII della Morte, e all'Arcano XIV della Temperanza. 
La Temperanza indica equilibrio tra le due polarità, tra Femminile e Maschile( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/01/la-regalita-dell-ur.html?m=0), tra Umano e Divino, e i nostri Giganti di Mont'e Prama, essendo esseri divinizzati, hanno già, implementati in sé, questo equilibrio tra gli Opposti, condizione necessaria per accedere alla dimensione divina. 
Infatti la simbologia a zig zag, è riconducibile  alle acque primordiali, elemento caratteristico del Femminino. 
Alchemicamente è il "solve et coagula", lo sciogliere e il coagulare in nuova forma. 
Mem, legata alla Nun, le acque primordiali, ambiotiche, della trasmutazione, presente anche nella cosmogonia egizia
Tra l'altro, la lettera e Archetipo Ebraico Nun, è presente nel simbolo dell'Antica tribù dei Dan( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/il-simbolo-della-tribu-di-dan.html?m=0), insieme alla lettera e Archetipo Dalet, il quarto, con funzione solidità, che indica la Madre Terra, e, insieme, le due lettere, formano una Tau, il ventiduesimo Archetipo, che indica il Sacro Sigillo degli Iniziati, facilmente identificabile, nei Giganti di Mont'e Prama, anche dalla conformazione a T, dell'arcata sopraciliare e del setto nasale. 
Sono degli Iniziati, sono i Giudici Divini terreni, emissari della volontà divina. 
In questo senso, la simbologia dello Scorpione, si lega anche al Giudizio, che rappresenta la resurrezione dei morti e la rinascita delle anime. 
A livello astrale, la rinascita avviene lungo la VIA LATTEA , nella quale "MADRE SCORPIONE " che si dice dimori in fondo alla Via Lattea, raccoglie le anime dei morti, ma invia anche i neonati sulla terra.
Via Lattea, importantissima nella nostra Antica Civiltà Sarda( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/la-y-taurina-di-ascensione-lungo-la-via.html?m=0), la via di rinascita attraverso i tre Soli( le tre cornici sempre presenti, nelle nostre Domus de Janas) 
Una via di rinascita, attraverso "l'arco del cielo". 
Infatti la simbologia acqua /Scorpione, è incisa sulla mano destra di un arciere, di cui è rimasto soltanto il frammento, nel pugno chiuso, ma che ha gli stessi elementi identificativi, dell'altro arciere con le trecce, più completo, stesso efford sul plesso solare, o forse, come credo, personalmente, era un primordiale quadrato di Sator, un Quadrato del Sinis( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/02/il-progenitore-del-quadrato-di-sator-il.html?m=0), contraddistintivo di questi Sacri Architetti, custodi anche della ruota del tempo. 
[...] L'animale che la rappresenta, simbolo del venire alla vita, sarebbe più precisamente  la NEPIDA (scorpione d'acqua), un insetto anfibio maestro del respiro, del SOFFIO VITALE .
[... ricordate i FLAMEN DIALIS "de SA CARENA  https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/i-flamen-dialis-de-sa-carena.html?m=0?]
Infatti in alcune rappresentazioni appare una Nepeta sulla Dea Serket, la dea Scorpione, protettrice di morti e uno dei vasi canopi dove andavano gli organi del defunto durante la mummificazione, della quale avevo già approfondito ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/05/la-dea-scorpione.html?m=0) 
"Uno scorpione che è legato astronomicaente, al Solstizio d'inverno, quindi alla discesa autunnale del sole agli inferi. 
Una discesa necessaria per poter poi risalire e far nascere il Sole Bambino invernale che emerge dall'oscurita per portare la luce. 
Una simbologia equinoziale - solstiziale, che ingloba in sé la simbologia della dea morte in senso iniziatico, nel senso che la morte consentiva l'accesso e il ritorno, ad una dimensione spirituale alla quale già si apparteneva prima della nascita.
Scorpione come simbolo di quel Sacro Femminino che domina anche gli abissi e l'oscurità"

E ancora
https://maldalchimia.blogspot.com/2025/04/scorpione-unione-tra-i-due-mondi.html?m=0
Lo Scorpione è un segno d'acqua, alchemico. 
Nella mitologia, Orione, che sta vicinissimo al Toro( ecco perché Toro e Scorpione sono rappresentati insieme) morì a causa della puntura di uno scorpione che Artemide fece uscire dal terreno per aver attentato all'onore delle Pleiadi. 
Ma grazie a questa puntura può attivare la metamorfosi verso un essere spirituale più elevato, come già avevo sottolineato in un mio post, parlando dell'ascensore di Osiride nel mosaico di Pompei(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/05/ascensione-osiride-mosaico-pompei.html?m=0) "
Una NEPETA o nepida( casualmente, abbiamo una località, qui in Sardegna, che si chiama proprio NEBIDA , nel comune di Iglesias), quindi, che è legata anche ad ORIONE , fulcro importantissimo della spiritualità della nostra Antica Civiltà Sarda. 
Gli inumati di Mont'e Prama sono infatti orientati verso Orione. 
Abbiamo sempre tante tracce egizie, qui in Sardegna.
Una nepeta rappresentata sulla schiena, perché  funge, come il Menat, da fattore sinergico, ibrido, equinoziale tra i due solstizi. 
La nepeta ha la stessa funzione del MENAT , la cui forma la si ritrova nei nostri pozzi Sacri e in particolare nel nostro pozzo di Santa Cristina, come ho approfondito tante volte"

E ancora, i GIUDICI GIGANTI , gli UOMINI SCORPIONE ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/05/la-dea-scorpione.html?m=0)
"Si parla, nei miti Babilonesi, anche di uomini scorpione, gli Aqrabuamelu, dei "giudici", Custodi e protettori di Shamash, il dio solare della verità, della giustizia e della guarigione, guardiani delle porte del dio solare, che usciva durante il giorno,  nella terra di Kurnugi, la terra dell'oscurita, rappresentati già nel 55 aC, come un precursori del dio Mitra, che sacrifico' il Toro, per garantire la vita sulla terra

[...] Scorpione come simbolo di quel Sacro Femminino che domina anche gli abissi e l'oscurità.
ISIDE che riesce ad evadere dalla prigionia di Seth, dopo la morte di Osiride, accompagnata da 7 SCORPIONI , la risalita dei 7 chakra, per darle aiuto.
Iside a volte era chiamata lo "scorpione di Behdet" soprattutto insieme ad Horus di Edfu.
Selkit (o Selqet o Serket) era un'altra dea scorpione vicina a Iside.
In una sua rappresentazione, la si vede come una donna sfinge con corpo di scorpione, coda arcuata al di sopra del corpo e testa coronata con le corna e con il disco lunare di Iside.
La dea Iside-Selkit è un aspetto estremamente protettivo della dea, tuttavia sotto queste sembianze ha una natura piuttosto Irascibile.
Selket
Era conosciuta nei Testi della I Dinastia delle Piramidi come "colei che APRE la GOLA ", cioè  colei che dà RESPIRO a coloro che avevano difficoltà a respirare in seguito al morso di uno scorpone.

Quindi la dimensione dello scorpione aveva tutta una sua profonda simbologia, legata ai nostri Antichi custodi, i Giganti di Mont'e, dimensione tra cui spicca l'aspetto DELL'IMMORTALITÀ , della connessione tra umano e divino, della PROTEZIONE , importantissima per un ruolo come quello dei pretoriani, che erano difensori, guerrieri, custodi dell'incolumita dell'imperatore, considerato come un emissario divino.
Una dimensione legata al Femminino.

Infatti il servizio pretoriano durava 16 ANNI , e questo è molto simbolico perché il sedicesimo Sacro Archetipo AYIN è proprio l'Archetipo di connessione con il DIVINO , la sorgente, il terzo occhio.
Ayin, il cui Arcano Maggiore corrispondente è la TORRE , che in ebraico è Mgd, come Magdalena, come amigdala, connessa alla pineale( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/un-pensiero-veloce-stamane-mgdl-scritto.html?m=0)
La dimensione dell'ultrasensibile, dell'ultraterreno.
Così devono essere i custodi, i protettori.

Le coorti erano guidate da un prefetto, aiutato da un tribuno e fino a sei centurioni. Il più importante tra loro era il trecenarius.
Sulle insegne o sull’equipaggiamento c’era lo scorpione.
La  Guardia Pretoriana non era solo una GUARDIA D’ÉLITE , più di deterrenza veloce e agile, che di attacco vero e proprio, perché spesso decideva anche chi dovesse governare Roma, e in quanto tale
rappresentò un formidabile strumento politico di legittimazione e conservazione dell’imperium, dal principato di Ottaviano fino alla grande riforma costantiniana.

Altro aspetto che lo ricollega alla nostra Antica Civiltà Sarda.
Ognuna delle  9 Corti pretoriane  contava 500 UOMINI .
Il numero 500 non è a caso.
A parte il fatto che 9, moltiplicato 5, mi dà un 45, che è un "4+5", quindi un 9.
E qui mi ritorna il discorso dei 9 Archi del Cielo riferito agli SHARDANA , che, come i pretoriani erano guardie del corpo d'elite.
Ma il 9 è anche parametro aureo dell'ingresso dei pozzi sacri e dei nuraghi, che nei loro rapporti angolari, 72 °/72 °/36°, sono comunque un 9/9/9, quindi un 27, e ancora un 9.
9, non solo come i 9 ARCHI DEL CIELO , ma anche come le stelle della COSTELLAZIONE del CIGNO
Sempre dal mio scritto
https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/l-ingresso-triangolare-dei-nuraghi.html?m=0
"I Dioscuri( figli di Giove e Leda, che Giove sedusse nelle sembianze di Cigno) erano i Gemelli Castore e Polluce, protettori dei naviganti.
Naviganti come gli Shardana, come i popoli del Mare. 
Quindi, niente di strano, che abbiano voluto riportare anche nel megalitismo dei Nuraghi, la stessa conformazione a triangolo, della costellazione del Cigno, punto di riferimento polare, e anche simbolico. 
Cigno come "cunnus" in latino, , come spiegato bene anche da prof. Porcheddu
Ma cigno anche come "signo-cygnus" 
Un segno distintivo, triangolare,
Una coppa pubica dove si intersezionano due linee, il maschile e il femminile
Dove avviene, in questo grembo, che è il Santo Graal, il nuraghe rovesciato, il simbolo fallico della potenza mascolina elettrica divina, che incontra il grembo della madre terra, e insieme diventano fucina, grembo creatore, il miracolo della creazione.
Ecco perché gli ingressi sono tutti triangolari, con proporzioni auree 36°/72 °/72 °, che sono le stesse proporzioni dell'ingresso del pozzo Sacro di Santa Cristina. 
La somma di 36/72/72, fa un 9/9/9
I 9 archi, le 9 stelle della costellazione del Cigno. 
Ma anche archetipo Teth, il nono. 
Il Grembo, il Sacro Femminino, la Sophia Superna, la gestazione 
Il 9 moltiplicato 3, fa 27, quindi, ancora un 9
Sono gli angoli aurei della Tanit, del Femminino per eccellenza, la cui conformazione pentacolare, e di stella a 5 punte, ha un se, gli angoli aurei 36°/72 °/108°, che riportano sempre al numero 9.
Riportano la stessa sezione del cono, o cono tronco dei Nuraghi .
E il cono dei Nuraghi significa solo una cosa.
Grembo, Fuoco creatore.
Il Nur. 
Nella tradizione vedica induista, originariamente, non è l' elemento maschile ad essere il Fuoco, ma l'elemento femminile".

Un segno distintivo, quello della costellazione del Cigno, della nostra Antica Civiltà Sarda, presente nei bronzetti ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/06/arciere-santa-vittoria-di-serri.html?m=0) e nei Giganti di Mont'e Prama ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/03/orioneurina.html?m=0).

I Dioscuri con il CAPPELLO A PUNTA, conformazione rimasta come accenno, anche nella parte anteriore dei Pretoriani (https://maldalchimia.blogspot.com/2025/07/cappello-ad-atza.html?m=0)
"La conformazione ad atza, a punta, è tipica delle nostre rappresentazioni, nei bronzetti, negli ingressi triangolari dei nuraghi, dei pozzi sacri.
Indica la massima sinergia convogliata dalle due polarità, e al contempo la costellazione del Cigno, con le sue 9 stelle, i 9 archi del cielo.
Shardana
Il pileo a punta, attributo specifico dei Dioscuri, i figli del Cigno, di Zeus, che si trasformò in cigno per sedurre la bellissima Leda, del quale parlai in un mio precedente post.
I Dioscuri, i gemelli Castore e Polluce, naviganti come gli Shardana, protettori dei naviganti.
Quella costellazione del Cigno, o Croce del Nord, così importante per gli Antichi Sardi, perché la sua stella più brillante Deneb, era la stella Polare 12.000 anni fa, e la cui croce astrologica, come abbiamo visto di recente, è una delle tre croci del cielo, sulla via Lattea, di Ascensione verso il Divino.
La parte finale della parte posteriore del gonnellino, come la conformazione della costellazione del Cigno, a vertice verso il basso, importantissima per la nostra antica civiltà sarda( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/l-ingresso-triangolare-dei-nuraghi.html?m=0)
La posa dell'arciere di Serri, come Orione".
La Costellazione del Cigno era importantissima
Era una delle tre Croci della Via Lattea.
Uno dei Tre Soli
( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/la-y-taurina-di-ascensione-lungo-la-via.html?m=0.

Altro particolare interessante.
Per ogni corte, 500 PRETORIANI .
Il 500 è un numero che è l'estensione del 50, numero sacro delle antiche civiltà.
È il numero che è valore ghematrico del quattordicesimo Sacro Archetipo NUN , con valore trasmutativo.
La Nun dei SACRI INIZIATI , presente anche nel simbolo della tribù dei Dan
Il 50 dei 50 rematori della nave iniziatica Argo, degli Argonauti, di cui facevano parte anche i Dioscuri ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/07/gli-argonauti.html?m=0)
in relazione anche all'Arca di Noè altro spessore iniziatico.
Nave Argo, che come le nostre navicelle Shardana era guidata da una bussola caduceo.

E il CADUCEO era uno dei simboli dell'Impero romano
Era una verga costituita dall'intreccio di rami d'ulivo e d’alloro con due serpenti avviticchiati. Al caduceo, in una simbologia magico-medica, si attribuivano valenze apotropaiche
50, il numero delle porte di Binah, la terza Sephiroth l’Intelligenza Divina.
Numero della Fenice, (7 x 7= 49), quindi del'immortalità come i 49 rematori, più la guida, Giasone.
50, simbolo della Nun, della Vesica Piscis, e tutti i valori aurei che implica.
Simbolo delle nostre navicelle Shardana.
Non è stato scelto quindi, un numero a caso.
È un 50 potenziato per 10, la Yod, il punto di inizio e di potenziamento di ogni cosa.
I grandi cicli del 50, numero sacro in ogni cosmogonica, poiché riferito al mutamento, alla trasmutazione, attributo della Nun e dello Scorpione.

E vogliamo parlare dell'elmetto piumato come il copricapo del nostro Sardus Pater?
Da un mio scritto, in cui riporto un testo di prof Porcheddu
( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/01/i-sardi-figli-del-sole-b-porcheddu.html?m=0
"Ma i Sardi figli del sole erano anche quelli che abitavano la Sardegna occidentale, dove il gallo andava a dormire. Nel tempio di Antas a Fluminimaggiore era venerato il Sardus Pater (Padre dei Sardi) con l’elmo piumato, come quello di Apollo. Quando nel primo secolo a.C. Marco Azio Balbo, discendente della gens Atia (Atza), padre della mamma di Ottaviano Augusto (chiamato “Tzurinu” prima di diventare imperatore) fece coniare la moneta con l’effige del Sardus Pater, sapeva benissimo che quella divinità con l’elmo piumato era dio eponimo sia dei Sardi sia dei Romani, ma con una sostanziale differenza: in Sardegna era venerato secoli prima della stessa nascita di Roma come urbe.
I Romani chiamavano i loro dei con l’elmo piumato con l’epiteto di “Padri Penati”, tramandando con una corruzione vocalica il nome originario di “Padri Pinnati”, ovverosia con l’elmo “pinnato”. La gens Pin[n]aria (Pinnarza), infatti, a Roma, fin dai primordi, era una potente famiglia di sacerdoti, che lo stesso Cicerone definiva pericolosa per la democrazia della Repubblica perché concentrava nella propria parentela molti incarichi importanti. I Pinna sono attualmente il terzo cognome più diffuso in Sardegna e il primo nel comune di Sant’Antioco e nella provincia del Sulcis dove era presente il più grande tempio dedicato al Sardus Pater, il “Babbai” dei Sardi.
In altre parole, noi Sardi siamo discendenti del Padre “Pinnatu”, che era figlio di Apollo/Puddu, generato direttamente dal Sole per intercessione di Urano e di Gea"


Come vedete, ancora correlazioni tra Impero Romano e Antica Civiltà Sarda, da cui hanno ripreso moltissimo.
Sardi/Etruschi/Romani, rigorosamente in quest'ordine di reggenza.
Altre correlazioni, nei miei precedenti scritti.

https://maldalchimia.blogspot.com/2023/03/pozzo-s-cristina-pantheon.html?m=0

https://maldalchimia.blogspot.com/2022/06/solstiziopales.html?m=0

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https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/i-flamen-dialis-de-sa-carena.html?m=0

https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/santuario-santa-vittoria-di-serri-numa.html?m=0

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https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/dea-baubo-e-flora.html?m=0

Tiziana Fenu
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Immagini, Guardie Pretoriane, Musei Vaticani








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