Interessanti correlazioni con la DIMENSIONE ETRUSCA della COMMEMORAZIONE dei MORTI
.
Dai miei precedenti scritti a riguardo sapete bene che molte delle tradizioni etrusche affondano le radici nella nostra Antica Civiltà Sarda.
Lo stesso re di Roma, Numa Pompilio, definito etrusco, era un antico Cabiro Sardo, che ha importato nel romano impero le simbologie fortemente radicate in Sardegna da secoli e millenni, istituzionalizzandole con precisi e severi precetti religiosi e sociali.
Parlare di Etruschi, significa parlare degli antichi Sardi che abitavano l'Etruria.
I primi re etruschi erano sardi, infatti.
Così, gli Etruschi, hanno "assorbito" la profonda spiritualità legata alla dimensione dei morti e dell'oltre che ha sempre permeato la nostra Civiltà Sarda.
Anche per gli Etruschi, la morte non era la fine, ma rappresentava un passaggio per l'altra dimensione.
La dimensione dell'oltre era chiamata AITA o ADE , un nome, quest'ultimo, di influenza greca, e le sepolture etrusche ripropongono gli "arredi" della dimensione terrena, con manufatti di uso quotidiano.
La ritualizzaziome era precisa, devozionale e rispettosa degli spiriti dei morti, chiamati Manes /MANI o Lari, identificati anche con gli spiriti degli Antenati.
Mani, come ho già scritto nei miei approfondimenti precedenti, è un nome simile a MANNUS, che in sardo rappresenta la categoria nobile e rispettata degli Anziani della comunità .
Erano gli spiriti convocati e onorati per l'apertura del Mundus Patet, che coincideva anche con le celebrazioni dello spazio sacro delle fondamenta delle città .
Tipico dei funerali etruschi, era, non solo il corteo funebre, detto "pompa", ma anche l'elegia funebre, in cui si esaltavano le virtù del defunto.
Tradizione che lo accosta alla tradizione de S'ATTITTU sardo, di cui ho già approfondito( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/10/radici-della-tradizione-de-is-animeddas.html?m=0)
In onore del defunto venivano celebrati anche dei giochi di intrattenimento pubblici.
Era usanza, dopo il funerale, continuare ad onorare il defunto, con dei banchetti, chiamati REFRIGERIUM , in cui il defunto, presenziava spiritualmente tra i partecipanti.
Un esempio di queste celebrazioni di trova nella TOMBA del LETTO FUNEBRE , detta anche Tomba del Sarcofago, a Banditaccia, Cerveteri, l'antica Caere, nel Lazio
Notare come Caere sia similissimo a Cerere, perché il Mundus Patet che metteva in comunicazione con il mondo dei morti, e univa i tre regni, materiale, spirituale e sotterraneo era, come ho già sottolineato nei miei precedenti scritti, chiamato anche MUNDUS CERERIS, per via delle offerte legate a madre Terra, Demetra /Cerere, che venivano lasciate, specialmente cereali ( cerere/cereali) che auguravano abbondanza nelle mense e nei raccolti.
La Tomba risale al VI sec aC, e non è una tomba a fossa, ma a camera, di chiara appartenenza aristocratica.
Al suo interno è stata ritrovata una lettiga rettangolare in pietra tenera, utilizzata durante il corteo funebre (il convivium) per esporre il corpo del defunto prima della sepoltura, che presenta anche un "cuscino" affossato dall'impronta della testa.
Scudo, carro, sgabello pieghevole, vasellame, strumenti per la filatura, sono stati al suo interno.
Il periodo che abitualmente gli antichi romani associavano alla celebrazione dei defunti, i Parentalia (13-21 febbraio) per gli antichi Etruschi, era considerato nefasto, o perlomeno, estremamente rispettoso.
Venivano chiusi i templi degli Dei e ogni attività pubblica veniva sospesa, omaggiando i defunti per ingraziarseli, a protezione e custodia.
Aita o Ade, era per gli Etruschi il re dell'oltretomba, dei defunti, come il Plutone romano, rappresentato spesso con una corona e talvolta con la testa o le spalle coperte da una pelle di lupo o di cane, un chiaro richiamo al suo ruolo ctonio (sotterraneo), e alla divinità Anubi egizia, rappresentata con una testa di sciacallo, che presiede il Mondo dei Morti.
Poi abbiamo la sposa di Aita, PHERSIPNEI (l'equivalente della Persefone greca e della Proserpina romana), la Regina degli Inferi, che ha una simbologia ciclica di morte e rinascita, come quella di Persefone
VANTH è interessante.
È un Demone femminile psicopompo, ovvero una guida per le anime dei defunti verso l'aldilà .
Non ha equivalenti in ambito greco romano, ma essendo una rappresentazione alata, che ha in mano una torcia, una chiave è un rotolo, rappresentata anche nella TOMBA degli AUGURI, di cui avevo già approfondito, è una figura che associo al nostro archetipale simbolo alato del CONCIO di BOSA.
Concio di cui ho parlato più volte
( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/05/concio-di-orani.html?m=0 https://maldalchimia.blogspot.com/2023/06/concio-di-bosa-apkalli.html?m=0) e che associo alla simbologia del Femminino.
Della simbologia della tomba degli Auguri avevo sottolineato una netta presenza di una simbologia archetipale legata al numero 9, al Femminino( approfondimenti mio scritto https://maldalchimia.blogspot.com/2023/11/tomba-etrusca-degli-auguri.html?m=0)
Di VANTH avevo parlato riguardo la TOMBA dei 5 SEDILI , sempre a Cerveteri ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/12/soffitti-etruschi-domus-de-janas.html?m=0), che presenta un grande sepolcro costruito da una nobile famiglia, a ricordo di una coppia marito/moglie che vollero essere accompagnati da 5 antenati, patriarca e coppie di genitori, nel buio mondo ctonio di Charun e Vanth.
Ma personalmente, associo il numero 5, dei 5 sedili /troni, ad un'altra simbologia.
Il numero 5 è legato sia a Venere, che percorre un percorso pentacolare nel cielo, nell'arco di 8 anni, sia al Toro, segno governato da Venere.
Il segno del Toro presiede il quinto chakra della gola, il chakra Vishudda, che è intimamente correlato al chakra della creazione, uterina ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/04/blog-post_18.html?m=0)
Un condotto laringeo/uterino.
Talmente importante, questa simbologia , che proprio gli Etruschi, tramite i Flamen Dialis di Numa Pompilio, istituzionalizzarono quelli che in Sardegna, esisteva da anni
Il Soffio Divino delle Domus de Janas, che sono, sia carene di imbarcazioni rovesciate, per l'altra dimensione, sia carene, esterni, in sardo, che emettono il Sacro Soffio Divino della rinascita ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/i-flamen-dialis-de-sa-carena.html?m=0)
Il numero 5 è il Femminino, il pentacolo, la Tanit primordiale, la connessione con il Divino.
Ovviamente, il simbolo alato del Concio di Bosa, rimanda al Femminino, un Femminino primordiale che riporta alla vita.
Abbiamo, tra gli Dei etruschi dell'oltretomba, anche CHARUN , l'equivalente del Caronte greco, ma molto diverso, un vero e proprio Demone mostruoso, guardiano dell'aldilà , non un semplice traghettatore. Il suo compito era accogliere l'anima e condurla al cospetto di Aita.
Ha la pelle blu-verde, ali, capelli serpentini e brandisce un pesante martello (o un'ascia) con cui presumibilmente finiva i morenti o impediva ai vivi di accedere all'aldilà .
Questa figura è estremamente interessante, poiche' è stata ripresa dalla nostra archetipale figura de S'ACCABBADORA .
Ho approfondito la simbologia a riguardo, in un mio scritto
https://maldalchimia.blogspot.com/2025/01/charun-accabbadora.html?m=0
Abbiamo anche TUCHULCHA, un altro
demone infernale minore, dalla natura terrificante.
Anche questo è molto interessante, perché, come gli altri, presenta delle correlazioni con la nostra Civiltà sarda.
Inanzittutto si presenta con un volto mostruoso, ORECCHIE D'ASINO e serpenti attorcigliati tra i capelli o tra le mani.
La simbologia dell'asino terrificante è un'iconografia presente nel nostro antico Carrasegare sardo
Dal mio scritto
https://maldalchimia.blogspot.com/2021/01/simbologia-della-maschera-sarda-de.html?m=0
"Maschera sarda de “ S’AIUNU ORRIADORI ” di Scano Montiferro(Or).
La maschera è costituita dall’osso del bacino di un bovino o di un asino, mentre il corpo del personaggio mitico è rivestito con la “Zimarra” o mastrucca, la pelle di ovino.
Si narra che questo essere demoniaco si aggirasse la notte, per le vie del paese , in cerca di persone prossime alla morte, emettendo un ragliare demoniaco, da qui, il nome "s'ainu orriadore", l' asino ragliante".
L' asino, alchemicamente, rappresenta il denso, la materia, il duro lavoro manuale, ciò su cui, di "materico" si deve lavorare , per percorrere un certo percorso alchemico di consapevolezza , di trasformazione e purificazione
Nelle "Metamorfosi " di Apuleio, che nel Medioevo verranno chiamate "L' asino d'oro", il protagonista, dovrà affrontare svariate prove, proprio con le sembianze di asino, per giungere alla riconquista di se stesso e trasmutarsi.
Nel presepe compaiono due soli animali : il bue e l'asinello, entrambi ( il bue è considerato alla stregua del toro) legati al culto del sole.
E Cristo viene rappresentato, nel suo ingresso a Gerusalemme, in groppa ad un asinello
Gli asini infatti erano considerati i custodi della tradizione esoterica
In Sardo, asino, si dice "burriccu"
Parola, che contiene in sé, quella particella "UR" ( b-UR-riccu), che abbiamo visto che appartiene anche alla parola N-UR-aghe , e che significa "Fuoco Sacro"
Ur.
Il Fuoco Sacro della trasmutazione, come ho sempre scritto, in particolare nel mio post "La regalità dell'Ur"
Il Fuoco Sacro della trasmutazione, necessario per arrivare all' Oro
Da Ur a Or
Il nostro potenziale divino che si deve manifestare
Perché il Carnevale celebra la rinascita, la
P-UR-ificazione
La possibilità di elevarsi spiritualmente, come si lasciano fare i Mamuthones presi la lazo/ Ankh della vita, come se fosse, come ho già scritto,un utero dal quale rinascono una seconda volta, per mano di un essere divinizzato, androgino, come su Isshoadore( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/08/sa-soha-il-nostro-ankh-sardo.html?m=0)
Questa divinità terrificante, Tuchulcha, dalle orecchie d'asino e i capelli da Medusa, appare, ad esempio, nella TOMBA DELL'ORCO a Tarquinia, dove minaccia Teseo e Piritoo, un Gioiello nella Necropoli dei Monterozzi, datata IV secolo a.C
Il nome "Tomba dell'Orco" deriva dalla figura mostruosa dipinta in una delle camere, che i primi scopritori identificarono con l'Orco della mitologia romana (l'equivalente del dio greco Ade/Plutone, signore degli Inferi.
Ma non dimentichiamo che L'ORCO era il CUSTODE del MUNDUS PATET che connetteva con la dimensione dei morti e che quindi presiedeva anche al Sacro recinto delle fondamenta della città , della quadratura del Cerchio, della CROCE nel CERCHIO , come ho ribadito nel mio ultimo scritto di ieri, sulla simbologia della Croce nel cerchio ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/11/croce-nel-cerchioshamain-mundus-patet.html?m=0)
Orco, figura archetipale, custode della Croce nel cerchio, della connessione tra le tre dimensioni, che abbiamo da tempi immemori, come figura centrale del nostro CARRASEGARE sardo, rappresentato da S'URTZU di SEUI , che porta in processione proprio il simbolo potentissimo della Croce nel Cerchio( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/01/la-simbologia-della-croce-nel-cerchio.html?m=0)
E questo si ricollega, visto che il Carrasegare sardo si sviluppa specialmente a febbraio, con la dimensione romana della celebrazione dei defunti proprio a febbraio.
Le scene principali sono infatti distribuite in tre camere, dette "dell'Alcova", in cui c'è il ritratto di Velcha, "dei Due Letti" e "dei Tifoni"
Altro aspetto interessante di questa tomba dell'Orco, è che, rappresentando la transizione dal mondo dei vivi all'altra dimensione, accanto alla coppia, Aita (Ade/Plutone) e Phersipnei (Persefone), della seconda camera, è rappresentato un demone con tre teste, il GIGANTE GERIONE .
Di GERIONE ho avuto modo di parlare altre volte, in particolare proprio riguardo questa sua particolare rappresentazione trimorfa
Gerione è una figura Importantissima nella nostra Antica Civiltà Sarda
Dal mio scritto
https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/gerione-trimorfo.html?m=0
"GERIONE , RE di TARTESSO, figlio di Calliroe e CRISAORE , uno dei due figli di MEDUSA , figlia di Forco-Poseidone, ANTICA REGINA della SARDEGNA , Amazzone( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/09/basilisco-e-il-mito-di-medusa-in.html?m=0)
[*Gerione, quindi è nipote di Medusa, che è la madre di Crisaore, che a sua volta è il padre di Gerione.
Tuchulcha, nella tomba dell'orco, appare con orecchie d'asino e i capelli da Medusa, un sicretismo, "asino/Medusa", tipico della iconografia della nostra tradizione sarda]
GERIONE , identificato anche con il mostro gigante a tre teste, quindi è il NIPOTE di MEDUSA e PADRE di ERITHEIA , la rossa che sposò Hermes, fratello di Eracle, da cui generò Norax (Norace).
Eracle, che nella sua decima fatica portò via il bestiame di Gerione, 10 buoi rossi, usando il suo arco e le frecce intrise del sangue velenoso dell'Idra di Lerna per abbattere il gigante, colpendo ognuno dei suoi tre corpi e garantendosi così la vittoria( la simbologia della decima giovenca rossa-la vacca rossa è legata al Femminino https://maldalchimia.blogspot.com/2025/07/palo-asherahofiotauro-vacca-rossa.html?m=0-c-ome simbolo di rinnovamento, senza giogo, merita un discorso a parte, che rimanda alla Costellazione dell'Orsa Maggiore e ai cicli precessionali, cicli precessionali ben conosciuti dai nostri costruttori sardi, tanto da rappresentare su Juvale, il giogo dei buoi, in alcune strutture, come quella di Mogoro, per esempio, e in altre( Approfondimenti https://maldalchimia.blogspot.com/2024/01/mogoro-e-lorsa-maggiore.html?m=0/ https://maldalchimia.blogspot.com/2025/06/orsa-maggiore-giogo-dei-buoi.html?m=0) consacrati ad Apollo, che pascolavano al tramonto proprio dall'isola Eritheia, l'attuale Erizia, per poi riconsegnarli, a Euristeo, re di Micene insieme al carro del Sole, di Hekios/Apollo.
Il guardiano dei buoi di Gerione era Euritione, che Eracle non uccide, poiché arciere, che riconosce come complementare, figlio di Marte assieme al cane Otro, fratello del più noto Cerbero messo a guardiano dell’Ade.
I buoi al tramonto, infatti simboleggiano il segno dei Gemelli, posizione del Sole al tramonto, il cui complementare è l'arciere Sagittario.
Dante pone Gerione a custode dell'VIII girone dell'Inferno, quello delle Malebolge, i fraudolenti
Era una figura negativa, che nutriva i suoi buoi di carne umana e che per questo fu ucciso dall'eroe Ercole; era incluso tra le divinità dell'Oltretomba e lo stesso Virgilio lo pone tra i custodi dell'Averno, indicandolo come forma "tricorporis umbrae "
Custode dell'oltretomba.
Nelle Domus de Janas, ci sono sempre le triple cornici, come il Gerione tricorporis
Coda di scorpione, per colpire a tradimento, nodi e rotelle, a simboleggiare gli intrecci dell'inganno.
Ma lo scorpione è attributo femminile, non solo di un Sacro Femminino come Iside, ma anche degli antichi uomini Giudice in Mesopotamia"
Da un mio scritto
https://maldalchimia.blogspot.com/2022/05/la-dea-scorpione.html?m=0
"Si parla, nei miti Babilonesi, anche di uomini scorpione, gli Aqrabuamelu, dei "giudici", Custodi e protettori di Shamash, il dio solare della verità , della giustizia e della guarigione, guardiani delle porte del dio solare, che usciva durante il giorno, nella terra di Kurnugi, la terra dell'oscurita, rappresentati già nel 55 aC, come un precursori del dio Mitra, che sacrifico' il Toro, per garantire la vita sulla terra,
[...] Gerione trimorfo, manifesta, in questa eloquente rappresentazione, un'energia femminile, come da società matriarcale, quindi di Tartesso, Irlanda e Sardegna, sono designate.
Il trimorfismo, la simbologia onnipresente delle tre cornici, delle tre coppelle, sempre presenti nelle nostre Domus de Janas, il ciclo della vita / morte/rinascita, si legano al Sacro Femminino di ogni civiltà .
La simbologia esoterica del 10 buoi rossi, "s'erchidu" ( una tipica espressione sarda di aizzamento verso il bestiame, e anche questo, inizia con Er, legato alla simbologia del Femminino, dell'acqua /Eridano) di Gerione nel tentativo di spaventare Ercole ( altra Er/ legata ad Era, madre di Ercole, alla ruota del tempo dei cicli precessionali)
Gerione è il custode dei cicli del Tempo del Femminino, che ne custodisce la completezza (9+1), consacrati ad Apollo/Sole
Ercole li deve riportare al custode Mascolino, ad Euristeo re di Micene.
Può farlo solo Ercole, che ha con sé l'arco, la simbologia dell'arco del Tempo, dei dodici segni/fatiche. Infatti in questa decima fatica, si muove tra il Gemelli e il Sagittario, sorretto da Mercurio che governa i Gemelli.
Mercurio, dall'energia femminile"
Mercurio.
Trasmutazione.
Anche le Tombe etrusche, hanno quindi questo imprinting energetico di trasmutazione, come nelle nostre Domus de Janas, che non sono prettamente tombe, ma luoghi energetici, sacri di trasmutazione e guarigione.
La presenza massiccia di simbolismi che rimandano alla nostra Antica Civiltà Sarda, ai nostri simbolismi e dimensioni archetipali, indica una profonda correlazione tra le due dimensioni, di cui una è Matrice, quella sarda è l'altra, quella etrusca, si è poi sviluppata seguendone la Matrice.
Ho già avuto molto di parlare, specialmente ultimamente, della correlazione Sardi /Etruschi, e anche in questo specifico aspetto delle Tombe etrusche, come avete visto, ci sono correlazioni che rimandano alla Matrice Sarda.
Sardegna Cultura Madre, sempre.
Tiziana Fenu
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Commemorazione morti etruschi/sardi









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