mercoledì, novembre 19, 2025

💛Gorgone /Cratere principessa di Vix

 Interessante il particolare delle decorazioni laterali del CRATERE della PRINCIPESSA di VIX , perché hanno la stessa tipologia di lavorazione a rocchetto che è presente nel nostro BRONZETTO sardo di BOLSENA , di cui avevo già parlato il 6 agosto 2021, e approfondito ulteriormente ieri ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/11/simbologia-anelli-al-collo.html?m=0), perché la simbologia degli ANELLI nel COLLO , mi rimanda alla simbologia del CORDONE OMBELICALE, quindi alla dimensione della nascita, di una nascita divinizzata dall'aver superato la prova del cordone stretto intorno al collo. 

Una nascita da privilegiati, da Iniziati, come spiego nel mio scritto. 

Ma la conformazione a ROCCHETTO, a bobina, presente sulla testa della GORGONE rappresentata un questo straordinario cratere, è similissima al rocchetto del nostro bronzetto di Bolsena, che avevo attribuito alla simbologia dell'argano necessario a tirare su l'acqua dai pozzi, ma potrebbe avere ulteriori significati. 

Il cratere di Vix appartiene alla tomba di una PRINCIPESSA CELTICA, ritrovato nel 1953 presso Châtillon-sur-Seine, in Borgogna (Francia), nella tomba di una donna di alto rango (la "principessa di Vix"), risalente al  500 a.C. circa (periodo Hallstatt finale).

È il più grande cratere in bronzo dell'antichità che ci sia pervenuto integro. Alto 1,64 metri, quindi, più o meno ad altezza femminile, con una capacità di circa 1100 litri. 

Sicuramente prodotto nelle officine greche, quasi certamente della Magna Grecia (probabilmente da una colonia come Taranto o Sibari).

Il cratere era utilizzato per mescolare vino e acqua durante sontuosi banchetti cerimoniali, un'usanza che l'aristocrazia celtica aveva adottato e adattato dai contatti con le culture mediterranee.

Sicuramente i beni di lusso, come questo, dal Mediterraneo verso l'Europa, passava attraverso le reti commerciali etrusche, che è come dire che se ne occupavano gli esperti naviganti sardi, che avevano i porti principali nell'Etruria, Pyrgi (il porto di Cerveteri) o Gravisca (porto di Tarquinia).

E poi via, attraverso gli Appennini e pianura padana, dove avevano floride colonie (come Felsina, l'odierna Bologna).

Da lì, attraverso i valichi alpini (come il Gran San Bernardo), il cratere entrò nelle reti commerciali celtiche, arrivando infine alla potente comunità del monte Lassois, dove fu sepolto con la principessa.

Nella stessa tomba della principessa di Vix furono trovati altri oggetti di origine mediterranea, etrusca. 


La simbologia della GORGONE ai lati dei manici è estremamente simbolica. 

La Gorgone per Eccellenza. 

MEDUSA, un mostro femminile con serpenti al posto dei capelli e uno sguardo che pietrificava chiunque la guardasse. Era una figura apotropaica, cioè il cui scopo principale era allontanare il male

Probabilmente è stata posizionata nel punto più vulnerabile del cratere, i manici, dove veniva toccata per essere sollevata e spostata, proprio per una funzione magico-protettiva, durante i banchetti, che erano momenti conviviali in cui si stabili ani anche alleanze sociali e politiche. 

In questo senso, la Gorgone proteggeva da forze caotiche e negative, dovute anche al l'ebbrezza del bere durante il banchetto. 

Essendo creatura LIMINALE , segna il confine tra ordine e caos, vita e morte, umano e mostruoso.

Così come lo stesso cratere è simbolo tra i mondi, in cui si mescolava acqua e vino. 

L'acqua equilibrante, stemperante, e il vino dionisiaco, estatico, e la Gorgone, a custode di queste due soglie, affinché si mantenesse l'equilibrio 

Ma visto che il cratere è stato ritrovato in un corredo funerario, il simbolismo è ancor più profondo.

La Gorgone a PROTEZIONE dei defunti, GUARDIANA della soglia tra la dimensione dei vivi e dei morti, con la sua forza quasi barbarica, terrificante. 


Ma la Gorgone è intimamente connessa con la dimensione dell'acqua amniotica, della nascita e rinascita 

La Gorgone/Medusa è Inanzittutto intimamente connessa con la nostra Antica Civiltà Sarda. 

Del mito di MEDUSA in SARDEGNA , ho approfondito in un mio scritto, legato dall'ancestrale simbologia de "S'Iscultone" sardo, il basilisco, ancora presente come maschera, nel nostro Carrasegare sardo.

Dal mio scritto 

https://maldalchimia.blogspot.com/2020/09/basilisco-e-il-mito-di-medusa-in.html?m=0

La leggenda vuole che il Golgo di Baunei a 50 km da Dorgali, un' insenatura profondissima di 270 m, la più profonda d' Europa, che si è creata all' interno dell' altopiano di Baunei, che ha un' altitudine di 400 metri, chiamata Su Sterru( che significa discesa o scavo, e da  notare anche, come la radice di Dorgali, Dorga- se anagrammata, significa "drago") , sia stato creato dal ripetuto scuotere il basilisco a terra per mano di San Pietro. 

A Baunei è stata ritrovata una navicella molto simbolica (https://maldalchimia.blogspot.com/2022/11/la-navicella-di-baunei.html?m=0) 

"Quindi questo "Scultone", questo basilisco era di natura malefica, nato dal sangue della testa della Gorgone, Medusa, decapitata da Perseo le cui uova vengono partorite da  due galli maschi e che vengono covate del rospi

Le Meduse erano figlie di Forco e di Ceto, ed abitavano nell'estremo occidente del mondo conosciuto dai greci

Erano tre sorelle, Steno, Euriale e Medusa, di aspetto mostruoso, avevano ali d'oro, mani con artigli di bronzo, zanne di cinghiale e serpenti al posto dei capelli e chiunque le guardasse direttamente negli occhi rimaneva pietrificato. 

La Gorgone per antonomasia era Medusa, unica mortale fra le tre e loro regina, che, per volere di Persefone, divenne la regina degli Inferi. Le Gorgoni rappresentavano la perversione nelle sue tre forme: Euriale rappresentava la perversione sessuale, Steno la perversione morale e Medusa la perversione intellettuale.

Dalla testa mozzata di Medusa, nacquero il cavallo alato Pegaso e Crisaore, padre di Gerione.

Quel Gerione, la cui figlia Eriteide, si uni' al Dio Hermes e diedero alla luce, Norax o Norace, antico eroe mitologico della civiltà Sarda, fondatore, secondo la leggenda, di Nora. 

Norace, attestato da più fonti, pare che arrivasse in Sardegna dalla mitica città di Tartesso, la città portuale dell'attuale Andalusia, ma che sembrerebbe invece, da alcuni studi, essere proprio una città della Sardegna, terra ricchissima di metalli e di pietre preziose, di cui i sardi erano abili  commercianti fin da tempi antichissimi, probabilmente dal 10. 000 a. C., se non prima. 

Perseo, quindi, donò la testa mozzata di Medusa, alla dea Atena, la quale la fissò al centro del proprio scudo per terrorizzare i nemici. 

La testa mozzata venne dirottata verso l'arido deserto libico per evitare che dal suo sangue velenoso si creassero dei mostri o si creasse un deserto nel territorio greco

In Libia in particolare si credeva che il basilisco che fosse nato dalle uova di Ibis, i quali si nutrono di serpenti e di scorpioni velenosi

Infatti vi è una sovrapposizione tra il nostro comune Gallo e l' Ibis egiziano, questo perché gli Egiziani  veneravano moltissimo il basilisco come emblemi di eternità tanto da consacrare  in loro onore, delle statuine d'oro. 

In Libia, Medusa divenne regina delle Amazzoni, quindi una Regina con valenza positiva, come lo diventerà in Sardegna, in totale controtendenza con l' immagine iconografica negativa che aveva assunto nella cultura occidentale, soprattutto presso i Greci e i Romani

Tanto che  il suo sangue, qui sembra essere anche miracoloso, pur essendo di natura demoniaca"

[...] Esterzili esiste un tempio megalitico rettangolare , chiamato " Sa Dom'e Urxia", dove, narra la leggenda, ci sarebbe un tesoro chiamato con un nome molto simile a quello del su Scorzoni( o Scultone), che si chiama " su scusorxu", nascosto e custodito dalla Maga Urxia

Urxia, Orgia, Giorgia, sono tutte radici in "org -", che richiamano luoghi carichi di energia positiva, quindi fertile, piena di verde, che hanno lo stesso nucleo "or/org", di Orgosolo, di Dorgali, di Orosei, dei luoghi, insomma, frequentati da Su Scultone - basilisco

Org di Gorgone 

Infatti, "Gorgo- georgico" , è riferito all'agricoltura, e proprio Medusa, col sangue dalla sua testa decapitata, che genera il basilisco( tra l' altro il nome è simile al basilico, la più profumata tra le erbe "di cucina" ) era, tra le Gorgoni, colei che era esperta nell'arte del coltivare la terra, oltre che ad essere la più potente

Il Professor Lilliu, aveva associato  "Giorgia", ad una maga gigantessa in epoca nuragica, che si infuria e che  pietrifica con lo sguardo a causa della perdita, per una maledizione, dei propri figli. 

Una Giorgia come un Antica Madre Pietra della fertilità( il nome Giorgia infatti è connesso al termine greco- bizantino " Ghiorghis", che significa "colei che feconda) che venne pietrificata per aver rifiutato di fare l'elemosina, nonostante la sua ricchezza. 

A Esterzili esiste anche " Sa Domu de s'orgia Maiosa"

( su Esterzili 

https://maldalchimia.blogspot.com/2021/02/simbologia-della-corona-nella.html

https://maldalchimia.blogspot.com/2024/05/sacerdotessa-di-nuragus-e-quella-di.html?m=0

Il basilisco è come il fuoco primordiale che prelude alla trasformazione dei metalli, alla trasformazione del piombo in oro. 

Ha lo sguardo di potere caratteristico della Medusa, e infatti simbolicamente, il  basilisco rappresenta anche il potere

La MEDUSA , le GORGONI , non sono altro che l'evoluzione dell' incalzante patriarcato che avanzava, e che spazzava via ogni traccia di quello che fu il culto della DEA SERPENTE delle antiche civiltà gilaniche, dove il serpente era il simbolo della saggezza, che univa la vita, la morte e la rinascita

Il mito della Dea Madre del Neolitico, dal 7000 al 3000 a. C., inizialmente viene rappresentato da questa Dea Madre venerata nell'africa del nord, quella che poi si ritroverà nella Medusa, REGINA delle AMAZZONI, di cui rimane però solo l'aspetto legato alla morte

Ma piano  l'ideologia patriarcale e androcratica, si fanno sempre più strada e tutte le  maggiori rappresentanti del male e della bestialità verranno  rappresentate da elementi femminili, come le Gorgoni, le Erinni, le Arpie, le Chimere

Il serpente, da animale venerato nel Paleolitico e Neolitico, diventa invece, sotto il patriarcato maschile, pericoloso e velenoso

Solo a Creta, soprattutto nel periodo fino al 1400 a.C., abbiamo ancora riti minoici  legati alle mestruazioni, al concepimento, all'attamento, dove il serpente è simbolo di regalità e di divinità femminile. 

Mentre, soprattutto  nell'arte greca, dal VII sec a. C. in poi, si assiste ad una ghettizzazione della donna malefica, mostruosa, orribile, che deve essere sconfitta per mano di un eroe greco tendenzialmente  omosessuale (quasi tutti gli  eroi greci infatti hanno delle tendenze omosessuali) 

A Creta, e in Sardegna, invece il mito della donna serpente come figura positiva, sopravvive più a lungo. 

A Creta abbiamo anche mito del labirinto, quel labirinto che è tanto caro all'iconografia Sarda, che poi  ritroviamo anche inciso nella roccia, come il  labirinto di Benetutti 

Labirinto che troviamo nella stessa conformazione dei Nuraghi polilobati, che sembrano dei labirinti, quello che abbiamo nel complesso nuragico di Romanzesu, che richiama sicuramente il femminino, il serpente che si avvolge su se stesso. 

Il labirinto del cordone ombelicale, che porta comunque ad una rinascita

( Approfondimenti labirinto 

https://maldalchimia.blogspot.com/2020/07/il-labirinto.html?m=0, che ha comunque una simbologia equinoziale-https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/simbologia-equinoziale-del-labirinto.html?m=0-equilibrante, come la stessa Gorgone che equilibra le due dimensioni) 


E non è un caso che sia stato proprio il basilisco, simbolo dell'androgino, Unione degli opposti, del maschile e del femminile, del fuoco e dell'acqua, che abbia creato nella pietra, una voragine profonda come un utero, che è diventata poi un Luogo sacro per la celebrazione di riti ancestrali e che ha dato origine, intorno, ad un complesso nuragico molto articolato, composto da nuraghi, Domus de janas e Tombe dei Giganti. 

Ma anche il mito della Medusa in Sardegna, assume dei connotati totalmente opposti a quelli negativi che le vengono attribuiti nella civiltà e nella cultura greca e Latina

Il Mito di Medusa è sempre stato presente in Sardegna e con una valenza estremamente positiva è questo ancora una volta indica  l'importanza che aveva il matriarcato in Sardegna". 


Ma in questo cratere di Vix si sovrappongono TRE SIMBOLOGIE, tutte legate alla dimensione della FERTILITÀ . 


Il BES /GORGONE , sincretismo di cui ho approfondito in particolare in un mio scritto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/08/dio-besgorgone.html?m=0), avendo approfondito del Dio Bes svariate volte, 

e il sincretismo  della GORGONE /SIRENA BICAUDA 

Anche della Sirena Bicauda ho approfondito svariate volte, in particolare nel mio scritto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/02/sirena-bicauda.html?m=0) e questa Gorgone presenta, sia simbologie che riguardano il Dio Bes, l'espressione con la lingua in evidenza, che ha una simbologia apotropaica, sia la simbologia della coda bicauda della sirena bicauda, di cui la Melusina è la rappresentazione più famosa e narrativa. 

Dal mio scritto su "Bes/Gorgone", di cui il sincretismo si sviluppa specialmente nella nostra Antica Civiltà Sarda 

"La sovrapposizione "Dio Bes/Gorgone",  Medusa,  nella fattispecie,  rimanda al concetto di Natività,  di GORGONE, come un GORGO UTERINO, un vortice d'acqua che rimanda ad una simbologia uterina,  preposta alla gravidanza,  alla nascita,  come è,  nella simbologia del Dio Bes.

La simbologia del serpente sul capo della Gorgone,  indica il Femminino e la sua continua capacità di trasformazione,  di cambiare pelle,  oltre che la seduzione,  la capacità  ammaliatrice,  il Labirinto,  la ciclicità, il CORDONE OMBELICALE". 


Il cordone ombelicale di cui parlavo ieri. 

Gli anelli nel collo presenti nel bronzetto di Bolsena. 

E per quanto riguarda la Sirena bicauda, "nell'area franco-provenzale,  ritroviamo la simbologia della Sirena Bicauda, con il nome di Melusina, che ritroviamo anche in molte aree dell'Italia, conosciuta come la ninfa del bosco, che si trasforma in serpente, la sirena il cui archetipo è la grande madre pagana, la DIVINITÀ dei SERPENTI , che poi, si "evolve" nella figura della Sheela Na Gig, che sopravvive come divinità celtica integrata all'interno del culto dei riti del cristianesimo. 

La simbologia della vulva esposta, simbolo di nutrimento e fertilità, trasversalmente, in tutte le civiltà,  rimane in epoca cristiana e successivamente cattolica, come  Vesica Piscis, simbolo antichissimo, che sarà un elemento simbolico, adottato, che risulta presente in ogni architettura di tipo religioso, a rappresentare sia la Mandorla Mistica/il Sacro pesce , sia la sinergia degli Opposti, all'interno della quale, spessissimo, troviamo rappresentata sia la Vergine Maria, che lo stesso Cristo

[...] Per gli Etruschi, la Sirena Bicauda era la grande Dea, la Dea Madre, e nella storia antica, era conosciuta con nomi diversi: Urcla, Norzia, Voltumna, Fortuna e Ianua/Di-Ana.

Era considerata come un portale di comunicazione tra i due mondi, uno psicopompo, la custode della dimensione spirituale su questa terra, la cui Sophia era rappresentata dalle due code di serpente, simbolo di connessione con la terra, nel quale il serpente/drago/pesce, è l'elemento ctonio dell'energia primordiale di Madre Terra, che risiede nelle sue Acque del Caos primordiale. 

Dimensione Terra, della quale era custode in particolare nei periodi solstiziali, in cui la connessione tra le due dimensioni si assottiglia, ed è possibile il passaggio alchemico dalla porta degli Umani, verso la porta degli Dei"


In questa rappresentazione convogliano SINCRETISMI straordinari quindi, ed è importante anche la simbologia della conformazione a rocchetto /fuso, sulla testa della Gorgone. 

Simbologia presente in molte divinità collegata al filo del destino, alla vita, alla creazione e  morte.

Presente nelle Moire greche, le Parche romane, in Atena/Minerva, anche dea tessitrice, nelle Erinni, nelle Norne norrene. 

E, come non citare la nostra Tanit tessitrice di Tresnuraghes(  https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/la-tanit-di-tresnuraghes-la-nostra.html?m=0

"Una dea Tanit che appare svariati secoli prima della Dea Neith, egizia, la tessitrice, il cui culto era nell'antica capitale del Basso Egitto, detta Sais. 

Sais come Sinis

Entrambe hanno la S finale ed iniziale, simbolo del potere del sole, come due occhi divinizzati e Solarizzati alle conoscenze misteriche".


Simbologie straordinarie che si intersecano in quest'opera straordinaria, bellissima e raffinatissima, che veicola simbologie che affondano le radici nelle nostre antiche simbologie sarde. 

Sardegna Cultura Madre, sempre 


Tiziana Fenu 

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Gorgone / cratere di Vix













 










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