sabato, aprile 18, 2020

💛Simbologia della Festa del papà in Sardegna

Oggi 19 marzo 2020 è la festa del papà.
Riflettendo sul nome Padre, l'attenzione va sul nome in sardo della parola padre, "Babbu". 
Ed è a questa particella lessicale "abbu/ Abu", che si trova spessissimo presso i nomi della civiltà sumera, che va la mia attenzione.
Infatti "Abbu" deriverebbe dall'accadico "Abu", cioè "padre, Avo"
Ma mi viene in mente un'altra parola. 
"Balbuziente".
"Balbuziente/ babbuziente", che ha una radice simile a "Babbu". 
Ma stavolta legato al concetto di parola, di Logos.
"All'inizio fu il Verbo", il Logos Manifestato.
Dio manifestato. 
Ma l'altra parola per indicare una balbuzie è
" disfemia".
Il suffisso "dis" indica un'alterazione
Trasforma il significato della parola a cui si lega, nel suo opposto (disinfettare, disconoscere, dissacrare..).
E la radice "femia" è troppo simile alla parola sarda "femmia", che significa "femmina".
Quindi disfemia significa il contrario della femmina, quindi il maschio, il Padre, il Verbo , il Logos.
Ma non solo.
Tante sono le parole sumere simili al sardo, ea stessa parola Sumeri, significa "su meri", il padrone. 
I "padroni" durante il IV - III sec.a.C. nella Mesopotamia.
Abu( è evidente l'assonanza con il "Babbu" sardo, e di solito le consonanti iniziali si perdono per strada, quindi ritengo personalmente più probabile che il sardo sia più antico del sumero) era considerato il Dio Sumero padre della vegetazione e della fertilità. 
Il tempio quadrato a lui dedicato è stato ritrovato all'interno della Ziqqurat di Uruk del XX sec.a C., che è quella che ha resistito meglio all' erosione del Tempo (ne abbiamo una anche noi qui in Sardegna, sul Monte d'Accodi, unica in tutto il Mediterraneo). 
Sotto l'altare di questo tempio vennero rinvenute 12 statuette, con occhi enormi( troppo simili a quelli dei Giganti di Mont'e Prama), con mani giunte come per pregare, di cui 10 sono elementi maschili e 2 sono elementi femminili , con una figura portante, più grande, il Dio Abu, che regge un bicchiere dai bordi a profilo sfasato , che poteva essere sorretto solamente da un Re o una Divinità. 
Forse il  Santo Graal dei  Giganti Semidei
Quindi.
Dodici statuine con le mani giunte che pregano, con gli occhi enormi. 
Dieci maschili e due femminili. 
Se pregano, vuol dire che parlano, che manifestano. Che emettono parola, verbo. 
"Balbettare'
Si puo' chiamare anche" Disfemia". 
Dis- femia
Due femmine
Forse due femmine che ripetevano le preghiere pronunciate dai maschi, guidati dal Dio Abu. 
"Dus femmiasa chi sighianta su babbu"
"Due femmine che seguivano il babbo'. 
Due femmine, che nella loro particolarità di essere volutamente "balbuzienti", ripetevano in disfemia ( con un parlare, un verbo, maschile, contrario quindi alla loro parola femminea) il Verbo del "Padre/Babbu/Abu" . 
Consacrando queste parole, queste preghiere, magari attraverso "su binu" ( il vino) consacrato, come in un Sacro Graal in un rituale sacro, attraverso le loro 12 presenze.
 I dodici apostoli che celebrano attraverso il loro Logos ritualistico verbale, il Logos divino , guidati da su Abu/Babbu terreno, padre delle piante e della vegetazione, Dio della fertilità. 
Con quelle "dus femmiasa"(due femmine) che facevano da coro balbuziente e ripetitivo per potenziarne il potere verbale liturgico
Oggi il mio pensiero va a quel Dio terreno, che è nostro Padre/Babbu/Abu, Dio della fertilità e della vegetazione, che in questo momento di stasi dell' umano sta aiutando Madre Natura a rifiorire al meglio, in una Bellezza che non si vedeva da tempo
Grazie Babbu 

Tiziana Fenu

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