sabato, luglio 18, 2020

💜Nei testi tantrici antichi, i riti

Nei testi tantrici antichi, i riti, anche quelli per i quali è essenziale la partecipazione di una donna, sono sempre descritti dal punto di vista di un “attore” maschio. D’altra parte la cultura indiana, fortemente maschilista, ha sempre avuto una posizione di ambivalenza nei confronti della donna, considerata potentissima, radice stessa della vita e dell’energia, ma al tempo stesso pericolosa, capace di deprivare l’uomo di ogni energia. Il fatto che in molte scuole tantriche della “mano sinistra” (le più autentiche e trasgressive) i riti di carattere sessuale non prevedessero l’orgasmo maschile, ma la sua sublimazione, la dice lunga sulla concezione della donna, vista come una fonte di energia di cui servirsi, ma alla quale non ci si doveva abbandonare, per non indebolire la propria energia con l’eiaculazione. Nel rito del Maithuna, la donna viene spesso chiamata “dūti”, ossia “messaggera”. Il messaggero non ha valore in sé, ma per colui o colei che rappresenta. Sembra cioè che, più che onorare la donna, il Tantra antico abbia onorato l’energia divina naturale che in essa si incarna

Tratto da "La Quercia ribelle. La via del Tantra del Cuore" di Luigi Lacchini

Nessun commento:

Posta un commento