Ho già parlato della pietra del tuono 5 anni fa ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/10/pietra-del-tuono-pinacoteca-cagliari.html?m=0)
Una pietra molto particolare esposta alla Pinacoteca di Cagliari
Dal mio scritto
"Materia e tecnica - Argento e fossile - Tecnica a laminazione e incisione
Dimensioni - cm. 8,2 x 4,3 x 0,7
Datazione - XIX secolo
Amuleto “ pietra del tuono ” a forma di cuore; argilla cava contenente un seme e bordatura in argento.
L’amuleto, plasmato con l’argilla, al suo interno contiene un seme ( simbolo della fertilità ) che, quando viene scosso, produce un rumore che ricorda il tuono.
Aveva valore sacro che gli deriva dalla sua provenienza celeste: la pietra cade dal cielo insieme al fulmine apportando la pioggia, che assicura la fertilità della madre terra e garantisce un buon raccolto; per cui è considerata anche auditrice nel corso della gravidanza.
Così dice la didascalia per questo prezioso amuleto sardo. Amuleto "pietra del tuono"
Che non è a forma di cuore, ma riprende la forma di un rombo stilizzato, il rombo che è simbolo del fulmine, come ho spiegato nel mio post sulla simbologia del rombo e del fulmine in Sardegna, e la forma della vulva femminile, della Yoni( come il pendente di un girocollo pakistano che mi aveva colpito https://maldalchimia.blogspot.com/2020/10/simbologieuniversali-girocollo-pakistano.html?m=0) .
E aver trovato questo amuleto, che ha proprio questo nome, "pietra del tuono", del rombo, perché del tuono è tipico il rombo, collegato al fulmine( potevano chiamarla "pietra del fulmine"), mi da ulteriore conferma di ciò che intuitivamente ho sviluppato nel mio post( simbologia del fulmine in Sardegna https://maldalchimia.blogspot.com/2020/10/la-simbologia-del-tuono-e-del-fulmine)
Cioè, che vi erano, in Sardegna, delle precise ritualità , molto antiche, legate agli antichi misteri cabirici, dell' invocazione dei fulmini, che si operavano attraverso tecniche di attivazione delle due polarità complementari, maschile e femminile, attraverso la tecnica del mulinello a "otto", strozzata al centro, con una funicella cui era legato un rombo che emulava, durante la rotazione il sibilo del vento, e quindi l'arrivo imminente della tempesta.
Potrebbe essere proprio questo, l'amuleto di cui i nostri antichi e antiche Janos e Janas, si servivano per evocare i fulmini, come potenza fecondante della terra, come frutto della sinergia delle polarità opposte.
Proprio in ragione del fatto che all' interno, questo amuleto, contiene un seme che riproduce, sotto movimento( e, aggiungo io, in rotazione a Mulinello dinamico e sinergico) il rumore, il rombo, appunto, del tuono
Ritualistica legata alla fertilità della terra, con l'invocazione di fulmini, legata alla pioggia fertilizzante, e anche alla dimensione del femminino, e sicuramente in ambito di unioni ierogamiche, di buon auspicio per la fertilità e la riproduzione".
Approfondisco ulteriormente il mio scritto con alcune considerazioni.
Se vi ricordate ho parlato di Numitore ( Numi/Numitore, quindi legato alla dimensione dei tuoni/fulmini) in un mio recente scritto, su Romolo, Remo, Acca Laurentia e le correlazioni con la nostra civiltà sarda ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/romolo-e-remo-e-acca-laurentia.html?m=0)
Numitore era lo zio di Romolo e Remo, discendente di Enea.
Romolo e Remo, concepiti dalla Vestale Silva e dal dio Marte, che era considerato re dei tuoni e delle piogge.
"I bambini vennero abbandonati, per ordine del re Amulio, in una cesta, nel fiume Tevere, che in origine si chiamava Rumon, come il fico selvatico romano ruminalis ficusche, che servi' per nutrire i due gemellini.
Amulio era fratello minore di Numitore, che avrebbe dovuto regnare su Alba Longa, fondata da Ascanio Julio figlio di Enea, principe troiano della stirpe dei Dardano, a cui Numitore usurpò il trono, uccise i figli maschi del fratello, e costrinse, l’unica figlia femmina, Rea Silvia, a diventare Vestale e a fare quindi voto di castità " .
I gemelli divini poi allevati da Acca Laurentia, la Lupa
Quando i due gemelli furono adulti tornarono ad Alba Longa e, ucciso l’usurpatore Amulio, riposero sul trono Numitore, legittimo sovrano. In seguito lasciarono Alba Longa con il permesso del re decisero di fondare una città lì dove la lupa li aveva allattati.
Ma già vi erano ritualismi e consacrazioni anche al Dio Vulcano.
Artemide era venerata in uno dei santuari più importanti e ben custoditi, la Diana del Lago di Nemi( approfondimenti https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/13-agosto-dea-diana.html?m=0)
Era chiamata anche “La Dama dei Cigni” cioè delle cicogne pelasgiche, i discendenti di Dardano.
Kabiri/Pelasgi di cui ho parlato in particolare un un mio scritto( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/06/moneta-dio-beskabirios.html?m=0)
Nel Bosco Sacro di Nemi veniva praticata una doppia iniziazione, sacerdotale e guerriera.
Fanum Voltumnae, il Bosco Sacro, era la zona sacra consacrata al dio Veltha (Vulcano), cuore geografico e spirituale dell'Etruria e centro di riunione dei massimi capi etruschi, i Lucumoni, e si celebrava nel Tempio della Triade, oltre che avere un Collegia Fabrorum, un collegio dei fabbri, i cui numi protettori erano Minerva e Vulcano.
Minerva, minerale, l'essenza geometrizzata in forme perfette, della terra.
Dal sanscrito "men", Sapienza.
La Minerva/Atena dei greci, nasce infatti dalla testa di Zeus( su Athena https://maldalchimia.blogspot.com/2025/06/athena-ulisse-e-il-ramo-biforcuto.html?m=0)
Associato a Minerva era il dio Vulcano, il greco Efesto, l'etrusco Velchan, dio-fabbro zoppo, la cui fucina era in un vulcano,considerato protettore di artigiani, ed in particolare dei fabbri.
Proprio dove sorgeva anche il Fanum Voltumnae, celebravano i loro riti gli Hirpi Sorani, i Lupi di Sorano, una sorta di dio Solare, come Apollo, che si occupavano di riti purificatori con il fuoco.
C'è da sottolineare che il Cabiro /Numa Pompilio, di cui ho approfondito, sia per l'ancilia di Marte che ha Matrice nei nostri doppi scudi sardi ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/santuario-santa-vittoria-di-serri-numa.html?m=0), sia per la creazione del Sacro Collegio sacerdotale del Soffio Divino, ripreso dalla ancestrale simbologia delle nostre Domus de Janas( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/i-flamen-dialis-de-sa-carena.html?m=0), ha una simbologia legata al numero 40, valore ghematrico del tredicesimo Archetipo Mem, le acque cosmiche, le acque madri
Eletto a 40 anni e nato il giorno della fondazione di Roma.
21 aprile, giorno della ierofania divinizzante nel pozzo di Santa Cristina ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/03/pozzo-s-cristina-pantheon.html?m=0), così come ci sono altre corresponsioni "celebrazioni romane/date ierofanie Santa Cristina( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/corrispondenze-celebrazioni-romane-date.html?m=0
Quindi, doveva rappresentare, anche lui, questa sinergia" acqua /fuoco", come demiurgo terreno, presente, come simbologia, in tutta la nostra Antica Civiltà Sarda.
Numa, volle fortemente anche
Il santuario di Vesta, dove era custodito il fuoco perenne, di forma circolare, ad emulazione dei rituali del Sacro Fuoco, che avvenivano nei nostri nuraghi ( sul Fuoco di Vesta https://maldalchimia.blogspot.com/2024/02/il-giorno-della-memoria-del-fuoco-di.html?m=0)
Ho già scritto che Numa nacque nel tempio di Cerere/Demetra, e che istituì il culto di Tacita, del silenzio
Entrambi gli aspetti hanno correlazioni con la nostra Antica simbologia sarda ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/santuario-santa-vittoria-di-serri-numa.html?m=0)
Il culto principale, era quello della Triade Giove/Marte/Quirino, che corrispondeva allo stesso Marte.
Quindi, una simbologia del tuono/fulmine, rafforzata in modo triplice, tanta era la devozione per aver ricevuto lo scudo ancile di Marte, che legittimava il suo regno.
Ma è proprio questa simbologia triangolare, che ritroviamo anche in questa pietra del tuono della Pinacoteca, che è custodita la chiave dell'energia.
Polarità positiva + polarità negativa
+ polarità neutra
Dal negativo alla parte positiva verso la parte neutra, e poi dalla parte negativa di quest’ultimo verso il polo positivo. Creato il canale ionizzato, la corrente sale direttamente dal negativo verso il positivo.
I Due Cerchi intrecciati in modo da formare la Vesica Piscis sono stati considerati dagli antichi filosofi matematici come i genitori dei numeri e delle figure geometriche, e della stessa polarità elettrica.
È la stessa Dinamica energetica della Vesica Piscis, dei due scudi energetici che usavano i nostri Antichi Sardi ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/osservavo-queste-tre-immagini-la-prima.html?m=0/ https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/geometria-sacra-guerriero-teti.html?m=0), che poi vengono sintetizzati nell'unico scudo di Marte, nell'ancilia/labrys, di Numa Pompilio( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/santuario-santa-vittoria-di-serri-numa.html?m=0)
E, come ho già scritto il fabbro era l'artefice dei 12 sacri ancilia( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/il-pane-cabude-e-gli-ancilia-etruschi.html?m=0)
Il fabbro Mamurio Veturio.
Mamurio, sembra un nome sardo, con la stessa radice di Mamuthones e Maimoni( dio sardo dell'acqua, della pioggia, quindi anche dei fulmini, legati alla pioggia)
Ma ancora più sorprendente è la simbologia del rito, perché Mamurio, per aver duplicato gli ancilia, venne giudicato offensivo ed espulso dalla città di Roma, e questo rito di purificazione, consisteva in una processione con il simulacro di un vecchio, vestito di pelle, un capro espiatorio, che veniva percosso con delle bacchette bianche come un capro espiatorio fino ad essere espulso dalla città .
La simbologia rimanda assolutamente alla figura de Su Battileddu di Lula del nostro Carrasegare sardo, di cui ho parlato in due mie scritti
https://maldalchimia.blogspot.com/2023/02/su-battileddu-di-lula.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2025/02/su-battileddu.html?m=0, la cui esibizione ritualistica si celebra proprio il primo marzo.
Tra l'altro, sono famosi anche i cavalieri di Lula, a cavallo, durante le celebrazioni e pellegrinaggio, per San Francesco, notte del primo maggio e 4 ottobre, per 30 km a piedi e a cavallo.
I 12 Scudi erano in relazione con i dodici mesi dell’anno, le dodici divinità minori sottostanti al Dio Tinia/ Giove, e con i Misteri del Dio Giano.
Sempre il Giano, la cui origine è la solstiziale Janna/Jana".
Questa correlazione Mamurio/Mamuthones, che intuitivamente ho individuato subito, trova conferma in ulteriori miei approfondimenti, visto che i Salii Flamini di questa ritualistica cerimoniale dei 12 scudi, il primo marzo, quindi in un periodo che corrisponde al culmine del nostro Carrasegare sardo, officiavano secondo una ritualistica che ricalca perfettamente la ritualistica del nostro Issohadore con i 12 Mamuthones.
Infatti, durante le "Feriae Marti" si tenevano, dal 1º marzo al 24 marzo, delle processioni, in cui i dodici Salii Palatini percorrevano la città portando ciascuno un Ancile, uno dei dodici scudi sacri, appeso a un’asta di legno e portato a spalla, per le vie di Roma, da due schiavi. Gli scudi sacri erano percossi con le lance sacre di Marte (hastae Martiae) in un crescendo ritmico quasi ossessivo, determinato dal martellante passo di danza a tre tempi, detto tripudium, ogni tre passi un saltello, e intonando canti e litanie liturgiche contenenti invocazioni rituali in linguaggio arcaico detti carmina (da Carmen Saliare).
È ciò che fanno i Mamuthones.
Dal mio scritto di approfondimento
( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/01/simbologia-danza-mamuthones.html?m=0
"I Mamuthones, sono in numero di 12, come il 12, del dodicesimo anello della Tholos del pozzo di Santa Cristina, in cui si manifesta la ierofania, molto probabilmente in concomitanza, nel periodo romano, dei festeggiamenti della dea agropastorale Pales( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/06/solstiziopales.html)
12, anche, come i 12 gradini speculari ai 24, della discesa nel pozzo sacro.
Perché i 12, sono simbolici della risalita, della divinizzazione avvenuta
( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/osservavo-la-piantina-del-pozzo-di.html)
9 passi cadenzati e i 3 saltelli, che effettuano, consecutivamente, i Mamuthones, durante la sfilata per un totale di 12, "su Santu Doxi", indicano i 9 mesi della gestazione, per poi arrivare, al ciclo triadico della "nascita/morte/rinascita", così presente nella nostra simbologia, nelle coppelle con tre cornici, o nelle "porte/passaggi dimensionali" delle Domus de Janas.
Generalmente, lo schema è questo.
Ciò che restano fissi, sono i tre saltelli sul posto, estremamente simbolici, eseguiti a comando de Sos Isshuadores, mentre gli altri possono variare di numero.
I Mamuthones, si muovono nella dimensione dell'acqua, della creazione, della pioggia che fertilizza la terra.
Vengono guidati e "pungolati" alla rinascita, al perpetuare il continuo ciclo della vita, facendo morire la loro parte animale, e lasciandosi guidare, proprio da delle figure divinizzate, come is Isshuadores, in numero di 8, un numero legato al Sacro Femminino, alla stella di Ishtar, a 8 punte, così diffusamente rappresentata nei nostri antichi rosari sardi, come abbiamo visto altre volte.
[Nota importante :
8, come la simbologia del Sacro Ancile di Marte, donato a Numa nell'ottavo anno del suo regno, simbolo dell'unione, dell'Alleanza tra cielo e terra, tra Umani e Dei].
Un Femminino che viene coinvolto anche durante le sfilate, quando viene preso al lazo.
Quel lazo de su Isshuadore, che è come un Ankh, il simbolo della vita, dell'unione tra maschile e femminile, della stessa apertura vaginale, che sancisce e benedice la rinascita del Mamuthone dalle sue stesse acque, dal suo stesso grembo.
Toccato e "provocato" al risveglio spirituale, anche attraverso un bastone, come il bastone del comando degli uomini di potere, delle figure sacerdotali di potere.
Il bastone del tirso, che viene generalmente rappresentato con una pigna alla sommità , che rappresenta simbolicamente, la ghiandola pineale.
Il Tirso è anche il nome del nostro fiume sardo più lungo. Non può essere una coincidenza.
Con questo bastone di ferula, di cui è ricca la Sardegna( e il tirso, è creato solo con la ferula, perché è resistente al fuoco), Is Isshuadores, pungolano i Mamuthones, anche nei genitali.
Perché è a livello sessuale, della materia, che avviene l'alchimia.
La procreazione Sacra, non bestiale, animale.
Il Sacri-ficio, il rendere Sacro, l'addomesticamento e la morte simbolica, come l'Arcano Maggiore XIII della Morte, legato all'Archetipo tredicesimo della Mem, del Mamuthone dionisiaco, è necessaria, per perpetuare la vita, incessantemente.
Nella Mem, nell'acqua, nella dimensione amniotica della "nascita/rinascita", risiede la Mem-oria, di ciò che eravamo, prima della caduta.
Tutto, nella nostra Civiltà Sarda, parla di ritorno alle Origini, a quello stato primordiale di Armonia e Bellezza, che abbiamo perduto con il tempo.
Nove passi cadenzati e tre saltelli.
C'è il tempo della gestazione, dell'acqua che simbolicamente, continua a nutrire il grembo, Madre Terra, e c'è il tempo della nascita, della morte e della rinascita.
È il tempo degli Dei".
Gli ancilia erano fatti di bronzo, e molti campanacci sardi, specialmente quelli artigianali e tradizionali, i più preziosi, sono in bronzo. Sono il corredo de "Sa Carriga" il peso dei campanacci di ogni misura che può arrivare fino ai 30 kg
Sulle spalle e sulla parte superiore della schiena sono sistemate delle campanelle di bronzo (sas hampaneddas – sas campaneddas) fissate su cinghie di cuoio. Nella parte superiore della schiena le campane sono abbastanza grandi, man mano diventano sempre più piccole.
Mi ha colpito un particolare.
I sacerdoti officianti usavano circondarsi le tempie con le verbenae, ossia delle speciali corone sacre, dalle quali pendevano le infulae, piccole bende fatte proprio di lana
Questo mi ricorda la simbologia de Su Componidori, che è la figura principale e il "re" della Sartiglia, un'antica e suggestiva giostra equestre medievale che si svolge ad Oristano durante il Carnevale.
Ha un mazzolino doppio di viole mammole, che ha fiori viola come la verbena
Dal mio scritto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/beltane-simbologia-in-sardegna.html?m=0)
Il mazzolino di viole mammole, ha la stessa forma del Vajra indiano, e di quel simbolo che nel Menhir di Laconi, viene chiamato il doppio pugnale.
Credo che rappresenti invece la dualità che si fa una, il Maschile è il femminile, l'anima e il corpo dopo la morte, tant'è che si intravede, al centro del "doppio pugnale", una H Mercuriale, che unisce, come il gradino di una scala, tra il sopra e il sotto, tra il capovolto e chi sta in piedi. Tra la vita e la morte. Tra i due opposti, come il maschile e il femminile.
È l'elemento di unione, rappresentato dal Sacro Vajra, dove la sinergia maschile e femminile, diventa sinergia creativa, energia dinamica che eleva l'uomo a stati di consapevolezza superiori, ad una maggiore unione con il divino, rappresentata anche da quel colore viola, che indica spiritualità , delle viole mammole de Sa pippia di Majo, che tra le mani di un essere divinizzato come su Componidori, diventa strumento di benedizione propiziatoria per tutta la comunità ".
Vedete, quindi, quante corresponsioni che rimandano alle nostre antichissime tradizioni, ritualistiche e simbolismi sardi?
I sacerdoti pre-ellenici invocavano la pioggia facendo roteare continuamente dei rombi/ triangoli, o delle torce accese, in modo da descrivere la figura di un otto, imitando così il rumore del vento.
Erano le pietre dei tuono
Salii.
"Danzare saltando", letteralmente , nella danza Sacra, ritualistica, come i nostri Mamuthones.
In alcuni contesti sono descritti anche mentre danzano intorno all'altare di Ercole, altro Kabiro, di cui ho avuto modo di parlare, in particolare, nel mio ultimo approfondimento a riguardo ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/posada-lantica-feronia.html?m=0).
Un Ercole solare e al contempo lunare( "Ercole Astrochyton", cioè Ercole dal manto di stelle) molto importante per la nostra civiltà sarda.
Questa è l'origine dei riti kabirici legati ai segreti del Fuoco.
Riti che inaugurano il nostro Carrasegare sardo, di cui ho approfondito più volte, e fanno da Matrice per tutta la ritualistica che verrà dopo, etrusca e romana.
Ma anche cretese.
Erittonio, un discendente di Dardano regnò su Creta, portando nell’isola il culto kabirico.
Erittonio
Erittau
Eritaju
Il porcospino fecondante del nostro Carrasegare sardo. Ho giusto approfondito da poco (https://maldalchimia.blogspot.com/2024/02/thurposlugh-di-orotelli.html?m=0) su questa straordinaria simbologia( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/simbologia-del-porcospino-nei-due-stemmi.html?m=0)
E ritorniamo sempre in Sardegna.
Sardegna Cultura Madre, ad ogni passo e approfondimento, sempre un po' di più.
Tiziana Fenu
©®Diritti intellettuali riservati
Maldalchimia.blogspot.com
La pietra del tuono. Approfondimenti

Nessun commento:
Posta un commento