venerdì, settembre 12, 2025

💛Romolo e Remo e Acca Laurentia

 Interessante notare, sempre nella dimensione delle correlazioni "antica Civiltà Sarda /antichi romani", che chi si prese cura dei due gemelli, Romolo e Remo, fondatori di Roma, fu la moglie del pastore/porcaro Amulio, Acca Laurentia, di cui avevo parlato tempo fa in correlazione al nostro bronzetto itifallico, a San Lorenzo e alla figura de S'Accabbadora 

Si prende cura di loroo, dopo che i bambini vennero abbandonati, per ordine del re Amulio, in una cesta, nel fiume Tevere, che in origine si chiamava Rumon, come il fico selvatico romano ruminalis ficusche, che servi' per nutrire i due gemellini. 

Amulio era  fratello minore di Numitore, che avrebbe dovuto regnare su Alba Longa, fondata da Ascanio Julio figlio di Enea, principe troiano della stirpe dei Dardano, a cui Numitore usurpò il trono, uccise i figli maschi del fratello, e costrinse, l’unica figlia femmina, Rea Silvia, a diventare Vestale e a fare quindi voto di castità. 

Fu Numa Pompilio ad istituire il collegio delle Sacre Vestali 

Quel Numa che volle il collegio del Soffio Divino (https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/i-flamen-dialis-de-sa-carena.html?m=0) e benedetto dallo scudo e protezione di Marte il rosso (https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/il-pane-cabude-e-gli-ancilia-etruschi.html?m=0). 

Ma sulle sponde del Tevere, incontra Marte, che la feconda, secondo il mito. 

Sottolineo che anche gli Etruschi sono Dardani, ed essendo gli Etruschi, gli antichi Sardi in terra di Etruria, sono Dardani, dar-Dan, anche i Sardi. 

Da un mio scritto del 2020  sulla simbologia del fulmine, che in epoca etrusca e romana, è maggiormente legata a Marte, che non a Giove, in cui parlo anche dei Dardani e della pelle rossa ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/10/la-simbologia-del-tuono-e-del-fulmine.html?m=0) 

Dal mio scritto. 

"Gli Iolai o Iliensi, erano una delle popolazioni antiche della Sardegna, forse gli stessi possibili costruttori di Troia/Ilio, nel 3000 a. C., visto che dopo la distruzione di Troia(1184 a. C.) , i Troiani( di discendenza  etrusca e pelasgica) arrivarono in Sardegna 

E i Troiani erano Etruschi( o Pelasgi), perché Dardano,  il capostipite della dinastia troiana era etrusco, essendo figlio del Re etrusco Corinto, e di una pleiade di nome Elettra figlia di Atlante( atlantidea quindi, e se gli Etruschi corrispondono ai Sardi, siamo atlantidei) ed era il depositario dei grandi misteri Kabirici. 

In realtà Silvia infranse il voto sacerdotale di castità, e attribui' la colpa al dio Marte, che era identificato con la pelle di color rosso. 

Divenne Silva Rea, colpevole, e condannata ad essere sepolta viva. 

Silva come selva, la Grande Madre Vergine, il cui sacrificio è necessario per la continuazione dei cicli di Madre Natura. 

Rea Silvia dette alla luce due gemelli che furono chiamati Romolo e Remo. 

È scritto che l’istituzione delle Vestali risale al secondo re di Roma Numa Pompilio, e poiché la madre dei gemelli era una Vestale, allora questo ordine religioso doveva esistere già prima della fondazione di Roma tra i Latini. L’unico popolo vicino a possedere un antico culto misterico era quello etrusco. 

Romolo e Remo, che metaforicamente sono associati alla simbologia della palma, con la quale abbiamo correlazione, i "Giganti di Mont'e Prama", e poi anche la simbologia cosmogonica del gemellare, estremamente presente in Sardegna. 

Altre fonti fanno coincidere il punto dove si fermò la cesta con i gemelli, con una grotta collocata alla base del Palatino, detta “Lupercale” perché sacra a Marte e a Fauno Luperco. 

Una lupa, scesa dai monti al fiume per abbeverarsi, fu attirata dai vagiti dei due bambini, li raggiunse e si mise ad allattarli. 

Ma in effetti Acca Laurentia è identificabile con la stessa lupa, che fece crescere Romolo e Remo sul Palatino, dove Romolo costruì un tempio, dopo che gli apparvero 12 avvoltoi, dopo i 6 di Remo, che costruì il tempio sull'Avetino. 

Gli avvoltoi di Romolo puntavano al Nord, alla stella polare, all'Orsa Maggiore, e questo si ricollega al discorso del rituale egizio, e ancor prima, sardo, dell'aratura del tempio sacro, il solco primigenio, lo chiamavano i Romani, eseguito, in solco circolare, in senso antiorario, come i cicli del sole, i cicli solari e lunari, i cosmici della precessione degli equinozi, con una vacca e un toro bianco, uniti da su Juvale, il giogo, che è simbolo dell'Orsa Maggiore, con orientamento verso l'Orsa Maggiore, importantissimo anche per la nostra Antica Civiltà Sarda, di cui ho approfondito più volte, anche recentemente ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/orsa-maggiore-akhetjuvale.html?m=0) 

Poi si procedeva con la quadratura del cerchio, anche questa, di matrice Sarda, è successivamente, etrusca, di cui ho già approfondito ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/la-scacchiera-di-pubusattile-e-la.html?m=0) 

Una perfetta formula matematica /aurea, già presente da millenni nella nostra domus de Jana di Pubusattile, nel simbolo della scacchiera, che era il veicolo divinizzante delle strutture architettoniche in terra, benedette da queste proporzioni auree. 

Dal cippo cubico al centro, poi  si orientavano due assi a croce

a una croce, orientati da est verso ovest (decumanus), e da nord verso sud (cardo).

Con il lituo, Romolo quadrangolava le zone sacre in cui si sarebbe compartita la città di Roma, come un augure etrusco. 

La simbologia della spirale indicava le zone maggiormente cariche elettromagneticamente, quindi le più adatte per i Sacri templi. 

L'uccisione di Remo avvenne perché saltando all'interno del perimetro, profana i sacri confini e ''invadeva" la nuova fondazione. 

Il toro usato per il Sacro solco, era in protezione delle mura esterne, la vacca, proteggeva le mura interne. 

Ma mi interessa soffermarmi sulla simbologia di Acca Laurentia di cui avevo già anticipato in un mio scritto, su San Lorenzo e il nostro bronzetto itifallico di Ittiri ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/08/san-lorenzo-2023.html?m=0), poi approfondito ulteriormente 

( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/08/dea-acca-laurentiaaccabadorasan-lorenzo.html?m=0) 

Dal mio scritto 

"Il nome Lorenzo rimanda a Larentia/Laurentia, ossia la Grande Madre, la controparte di Priapo. Una divinità itifallica, quella di Priapo, come tante altre, in ogni cultura. 

Abbiamo anche noi in Sardegna, il bronzetto itifallico di Ittiri, rappresentato mentre suona una launedda a doppia canna. 

Si presume risalente al VI sec.a.c., e richiama ad un contesto bucolico di riti e danze in onore di questa divinità della fertilità. 

Fertilità, che nella sua controparte femminile, Larentia, rappresenta l'elemento acqua, le lacrime di San Lorenzo, la pioggia, senza la quale il seme della fertilità non può germogliare.

[...] I cristiani si inventarono la figura di San Lorenzo traendola dalla Divinità etrusca Acca Larentia, poi acquisita dai Romani, un tempo  Madre Terra, poi: Sacra Prostituta (che si prostra ), protettrice di plebei e della fertilità dei campi. 

Quindi le celebrazioni del 10 agosto risalgono alle divinità fecondative che, oltre all'aspetto femminile di Acca Laurenzia, sono identificate nel maschile Priapo/Pan/Dioniso/Luperco/Inu/Fauno. 

Le Falloforìe, erano festeggiate il giorno dello Sciame meteorico annuale, come simbolo della pioggia del seme fecondatore che cade sulla terra.

Ho già sottolineato, nel mio scritto, come il nome Laurentia abbia la stessa radice della parola Launeddas, il nostro tipico e ancestrale strumento a fiato sardo.

Il suono delle launeddas, è un suono ritualistico, sciamanico, ipnotizzante, che veniva sicuramente usato per le cerimonie ritualistiche, per le pratiche sciamaniche.

Un suono come uno sciame d'api( "sciame/sciamanico"), che agisce a livello vibrazionale, alterando gli stati di coscienza.

I nostri Antichi Avi, lo sapevano bene.

Ma, come possiamo notare, Laurenzia/Laurentia, ha la stessa radice "Lau-", di Launeddas, e, Acca Laurentia, rimanda, con quella H, all'equilibrio delle due polarità, così ben rappresentato dal Sacro Femminino, fin dai tempi di Inanna, rappresentata a braccia aperte, mentre domina due serpenti, o leoni, le forze della natura più potenti.

E la H, graficamente, nell'Antica scrittura Sarda, era rappresentata proprio dalla Tanit.

Un equilibrio mercuriale ( il Mercurio ha una polarità femminile che interagisce con lo zolfo, di polarità maschile) tipico delle creature divinizzate, come questo bronzetto itifallico, precursore di San Lorenzo, del Priapo, figlio di Dionisio e di Afrodite, della stessa Laurentia, la grande Madre della fertilità e dell'abbondanza, c'era lui, il nostro bronzetto di Ittiri, simbolico in ogni tratto. "

Ma ho scoperto altro, che mi fa pensare che questa antica divinità ancestrale,  Laurentia, di Dea Madre, affondi le radici nella nostra Antica Civiltà Sarda.

Oltre la radice" Lau-", in comune con le nostre Launeddas, rappresentate come elemento caratterizzante di quel bronzetto sardo itifallico precursore del Priapo, del Dionisio, e di quello stesso San Lorenzo, vi è un questa Dea, Matrice Androgina, un elemento che mi fa pensare che abbia una Matrice sarda.

Il suo nome per intero è Acca Laurentia, come ho già scritto, adorata soprattutto in ambito etrusco( ma molti studi, attualmente, identificano gli Etruschi, con gli antichi Sardi abitanti dell'Etruria, considerazione che condivido totalmente, visto le numerose similitudini che io stessa ho evidenziato, tra le due civiltà, nei miei scritti. 

Una Dea prostituta, protettrice di Roma, che inizialmente era considerata una dea pennuta, in quanto correlata alla morte e al mondo dell'oltretomba.

Una Dea che agiva nell'ambito della prostituzione Sacra, e che probabilmente fu la Matrice del mito di Romolo e Remo, i due gemelli allattati da una lupa.

Sappiamo come il concetto di gemellare (https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/il-concetto-di-gemellare.html?m=0) e di speculare, fosse molto sentito nella nostra Antica Civiltà Sarda, così come il concetto di speculare, che ho già approfondito. 

In questo senso, le Sacerdotesse di questa ierodulia in onore della Dea Laurentia, erano chiamate Lupanare, poiché durante le sacre cerimonie, indossavano le pelli di lupo.

L'appellativo "Acca", Acca Laurentia, riprende la parola sanscrita "Akka", che significa Madre, appellativo applicato anche a Demetra. 

Ma c'è da sottolineare che Acca Laurentia, in questa sua peculiarità, ed emanazione, sia legata al mondo dei morti e dell'oltretomba.

D'altronde, anche Demetra, simbolo di Madre e della ciclicità delle stagioni, esemplificativa della metafora delle stagioni, in collegamento alla figlia Kore, è legata allo stesso concetto di vita e di morte, alle tenebre come momento catarchico di passaggio per una nuova vita.

E in questa dimensione, la Dea Acca Laurentia, era identificata come la Dea Muta, silenziosa, dei Sacri Misteri, celebrata come Accalia, il 23 dicembre, durante il Solstizio d'inverno.

Ho già scritto più volte, come i solstizi siano legati al Sacro Femminino.

Ciò che mi stupisce di questo aspetto di questa Dea Laurentia, è che, non solo, la radice del nome, rimanda alle nostre launeddas, simbolo sciamanico di potenza rigeneratrice, ma anche il nome Acca, in questa precisa manifestazione di Dea delloltreromba, rimanda alla nostra figura portante delle nostre antiche tradizioni, legata alla dimensione misterica della vita e della morte, è quindi alla dimensione della sacralità dell'oltretomba.

Sto parlando della figura dell'Accabadora, sulla quale ho già approfondito, per la quale vi rimando ad un mio scritto( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/simbologia-de-s-accabadora-in-sardegna.html?m=0).

Ciò che vorrei sottolineare adesso, è che la parola "Accabadora", contiene la radice "Acca", la stessa della Dea Laurentia e della Dea Demetra..

Il filo conduttore è la dimensione del l'oltretomba, e la capacità di rinascita, in seno ad essa.

La figura de S'Accabadora, è una figura Sacra.

Aiuta nel passaggio alchemico dalla vita alla morte, trasmutando il dolore, equilibrando la sofferenza, con una ritualistica che è sempre stata estremamente rispettata.

La stessa "Acca", presente nel nome, anche nelle due Dee, richiama all'equilibrio necessario, mercuriale, per accedere a questa transizione.

Mercurio, Hermes, Thot.. Si parla di equilibrio delle due polarità, per accedere ad una dimensione superiore, divina, in cui L'umano viene trasceso.

Perché, se non vi è equilibrio, non vi può essere possibilità di trasmutazione.Ne ho sempre parlato.

Il Sacro Femminino, è, per eccellenza, il custode di questo equilibrio, delle due polarità, dei due estremi, poiché è essa stessa, l'elemento mercuriale ( il mercurio, in alchimia è considerato come l'energia femminile, mentre lo zolfo, è Energia maschile), è equilibrio di per sé, e quindi può gestire anche gli estremi, che a livello astronomico, corrispondono ai solstizi, gli estremi della luce e del buio, rappresentati quasi sempre da leoni e da serpenti.

Abbiamo moltissime Dee e Veneri, anche molto antiche, come ho scritto altre volte, rappresentate dalla simbologia dei Serpenti e dei Leoni, gli estremi della dimensione del sottosuolo, del buio, della dimensione lunare, e della luce, della dimensione solare.

La nostra Accabadora, come dice il verbo sardo "accabare" ("finire"), pone fine, con rispetto, ed equilibrando il passaggio, con tutta una ritualistica particolare, alla vita in questa dimensione, per consentire la rinascita, equilibrata, come la H, la Acca-, mercuriale del suo nome, nell'altra dimensione.

Sono molto propensa a credere che questa Dea, Acca Laurentia, definita "etrusca", abbia origini qua in Sardegna, visto il suo collegamento con il primordiale San Lorenzo/Priapo/Dionisio, di cui il nostro suonatore di Launeddas, è primordiale rappresentante.

C'è anche l'aspetto della Dea silenziosa, della Dea muta.

Avevo scritto, tempo fa, di un nostro bronzetto sardo, in cui si rappresenta una Madre che tiene in braccio, non più un bambino, ma un uomo, già che fa il gesto del silenzio( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/seu-sou-seu-sousono-solosono-luovo-l.html?m=0). 

Un essere, che non è sicuramente un bambino, ma che ho sempre considerato come un anziano, perlomeno un adulto, che sta per passare in un'altra dimensione. 

Scrivevo:

"E questo Horus, è rappresentato in un'immagine iconografica che nell’arte egizia (anche geroglifica) è chiamato il "signum arpocraticum", che indica l’età infantile, ma già nella consapevolezza dell' età adulta, di chi porta l’indice destro alla bocca. 

Così fa Arpocrate, figlio di Iside e Osiride. 

Plutarco ne rilegge il gesto a comando del tacere, inaugurando un simbolismo che sarà universale. Nei templi antichi, per poter accedere ai Misteri Iniziatici e stare nei templi, bisognava osservare un anno di assoluto silenzio. 

Era il silenzio del segreto, dell'abbondanza , della conoscenza segreta. 

Arpocrate che era spesso interscambiato con Horus, poiché rappresenta Horus non più bambino, ma evoluto, cresciuto, consapevole. 

Arpocrate fanciullo, quindi già uomo, quello che Iside tiene in braccio, Horo il fanciullo, che punto da uno scorpione guarì grazie alla magia della madre. 

Rappresentazione di cui abbiamo un bronzetto in particolare, quello di Santa Vittoria di Serri che ha il bambino/adulto  con l'indice della mano destra sollevato, in gesto che sembra indicare il fare silenzio. Un bronzetto che risale al 1500 a.C, come minimo. 

Che anticipa l'Arpocrate/Horo egizio"

Una rappresentazione che è proprio emblematica di una Madre, grande Madre, capace, con la sua sinergia mercuriale, equilibrante, di consentire il trapasso nell'altra dimensione, accompagnando, nell'assoluta sacralità del silenzio, così come avviene nella ritualistica preparatoria de S'Accabbadora, il trapasso nella dimensione alchemica dell'Oro, dell'Horus, della trasmutazione compiuta". 


Proprio ieri ho ri-scritto a riguardo di questa dimensione del silenzio ritualistico( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/santuario-santa-vittoria-di-serri-numa.html?m=0) , e tutto si sta agganciando alla perfezione 

"Narra la leggenda che Numa Pompilio fosse stato partorito nel tempio di Cerere/Demetra. 

Egli instaurò per ispirazione della Ninfa Egeria il culto di Tacita, Dea del silenzio iniziatico, equiparata ad Iside, colei che richiede il silenzio nei Sacri Misteri.

Questa dimensione del silenzio è molto interessante, perché si ricollega al bronzetto ritrovato proprio a Santa Vittoria di Serri, di cui ho approfondito in un mio scritto del 2021, e indagando ulteriormente, ho trovato questa straordinaria correlazione, tra il nostro Numa Kabiro sardo, che istituisce il culto di Tacita e questo bronzetto che rappresenta il silenzio iniziatico di Arpocrate, proprio a Santa Vittoria di Serri, dove si crearono le prime fondamenta delle istituzioni che verranno gerarchizzate nell'impero romano, nella stanza dell'ancilia /labrys, che era la stanza del capo, della curia. Dello scudo di Marte, che era considerato anche il Signore della pioggia"

Quindi, tante correlazioni anche oggi, con particolare riferimento alla figura di Acca Laurentia, la Lupa, la cui simbologia si aggancia alla simbologia della nostra Antica Civiltà, il bronzetto itifallico, San Lorenzo, S'Accabbadora. 

Ogni volta trovo ulteriori collegamenti, come un puzzle che si ricompone, e sempre più convinta che la Matrice di tutte queste ritualistiche, sia la Civiltà Sarda, poi codificate in ambito, prima etrusco e poi romano. 

Sardegna Cultura Madre, sempre di più. 


Tiziana Fenu 

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Romolo e Remo e Acca Laurentia










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