La protettrice (o una figura associata) dei morti, in ambito romano è la DEA TACITA , la dea del silenzio funebre, quindi legata alla dimensione dei defunti.
Era la divinità del silenzio e dell'oblio.
Colei che non parla.
La silenziosa.
Era una dea che "tacitava" i morti, assicurando che riposassero in pace senza tornare a disturbare i vivi.
Una dimensione assolutamente Sacra, quindi, quella del silenzio.
Una dimensione fortemente voluta, come istituzione, da Numa Pompilio, ma che era già preesistente, fortemente radicata, nella nostra Antica Civiltà Sarda
Dal mio scritto
https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/santuario-santa-vittoria-di-serri-numa.html?m=0
"Narra la leggenda che Numa Pompilio fosse stato partorito nel tempio di CERERE /Demetra.
[*come ho già approfondito, Cerere/Demetra era collegata al MUNDUS PATET , l'apertura del varco che connetteva con la dimensione dei morti, che era chiamato anche MUNDUS CERERIS , perché si davano offerte dei doni di Cerere, di Madre Terra, in onore dei defunti, degli antenati, dei Mani, che proteggevano anche la città
"Un solco fertile, il cui albero centrale diventava l'axis Mundi della città, protetto con una cinta muraria.
La Roma quadrata delle origini, nella cui simbologia della croce nel cerchio si intersecano le ancestrali simbologie della terra e del cielo.
La quadratura del cerchio.
Venivano piantati sopratutto cereali in onore di Cerere/Demetra .
C'era un legame fra Cerere e il mondo dei morti, sia come Dea della crescita, sia come Demetra.
Anche l'albero centrale ha a che fare con Cerere, ne ho parlato in un mio scritto, e il periodo di Carnevale, si chiude proprio con il mercoledì delle Ceneri
Dal mio scritto https://maldalchimia.blogspot.com/2025/03/cenereashasherah.html?m=0
"Cenere /Cerere
Cerere era già presente nel pantheon dei popoli italici preromani, specialmente gli osco umbro sabelli e fu, in seguito, identificata con Demetra- https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/mundus-patet-romani-24-agosto.html?m=0)
Numa Pompilio instaurò per ispirazione della Ninfa Egeria il culto di Tacita, Dea del silenzio iniziatico, equiparata ad Iside, colei che richiede il silenzio nei Sacri Misteri.
Questa dimensione del silenzio è molto interessante, perché si ricollega al bronzetto ritrovato proprio a Santa Vittoria di Serri, di cui ho approfondito in un mio scritto del 2021, e indagando ulteriormente, ho trovato questa straordinaria correlazione, tra il nostro Numa Kabiro sardo, che istituisce il culto di Tacita e questo bronzetto che rappresenta il silenzio iniziatico di ARPOCRATE , proprio a SANTA VITTORIA di SERRI, dove si crearono le prime fondamenta delle istituzioni che verranno gerarchizzate nell'impero romano, nella stanza dell'ancilia /labrys, che era la stanza del capo, della curia. Dello scudo di Marte, che era considerato anche il Signore della pioggia
Lo straordinario BRONZETTO n° 124, “MADRE con bimbo in grembo”, alto 12 cm, conservato al museo di Cagliari, risalente forse al IX sec. a.C( sempre a questo santuario, appartiene l'altro bronzetto, la Grazia ")
Dal mio scritto :
https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/seu-sou-seu-sousono-solosono-luovo-l.html," rappresenta molto bene quella dimensione iniziatica del silenzio
"questo Horus, è rappresentato in un'immagine iconografica che nell’arte egizia (anche geroglifica) è chiamato il "signum arpocraticum", che indica l’età infantile, ma già nella consapevolezza dell' età adulta, di chi porta l’indice destro alla bocca.
Così fa Arpocrate, figlio di Iside e Osiride.
Plutarco ne rilegge il gesto a comando del tacere, inaugurando un simbolismo che sarà universale. Nei templi antichi, per poter accedere ai Misteri Iniziatici e stare nei templi, bisognava osservare un anno di assoluto silenzio.
Era il silenzio del segreto, dell'abbondanza , della conoscenza segreta.
Arpocrate che era spesso interscambiato con Horus, poiché rappresenta Horus non più bambino, ma evoluto, cresciuto, consapevole.
Arpocrate fanciullo, quindi già uomo, quello che Iside tiene in braccio, Horo il fanciullo, che punto da uno scorpione guarì grazie alla magia della madre.
Rappresentazione di cui abbiamo un bronzetto in particolare, quello di Santa Vittoria di Serri che ha il bambino/adulto con l'indice della mano destra sollevato, in gesto che sembra indicare il fare silenzio. Un bronzetto che risale al 1500 a.C, come minimo.
Che anticipa l'Arpocrate /Horo egizio.
La cosa strana è che anche Arpocrate, era rappresentato con il fiore di loto( come nella maschera Ghignante sarda ) e il corno dell'abbondanza.
Quindi, visto che le ierofanie di questo torello, all'interno dei nuraghi, o la Y rappresentata monca del lato sinistro, o più corto, pare allora che rappresentasse proprio questo figlio di Osiride e Iside, questo Arpocrate, grande iniziato ai Misteri, che incentiva al silenzio, alla meditazione, alla sacralità dell'essere soli con sé stessi in queste dimensioni sacre.
Una sorta di silenzio riservato agli eletti.
Il viaggio iniziatico per la resurrezione a se stessi, si fa da soli".
Il bambino è rappresentato come un adulto. Rappresenta il ciclo della vita.
In questo mi ricorda la rappresentazione presente in uno specchio etrusco, con la Dea che tiene in braccio un bambino, Ercole da adulto, quasi calvo, come un vecchio.
Sottolineo che Numa, appena divenne re di Roma, nominò tre sacerdoti, dediti a 3 culti diversi, Giove, Marte e dio Quirino, nome diffusissimo in Sardegna,, il cui nome deriva da Curia ( lancia ) e corrisponde proprio a Marte.
Era il collegio sacerdotale dei sacerdoti".
Già si delineano, come vedete, come sempre, straordinarie correlazioni tra la dimensione dell'antica Roma, che ha attinto, come ho sempre sottolineato, dalla nostra Civiltà Sarda, e le nostre più radicate simbologie.
Di questa Dea Tacita, è straordinario l'altro nome,
Losa o DEA LOSA .
Questo è un nome più arcaico e forse il suo originario, che sembra essere di origine etrusca e potrebbe essere collegato a concetti di "sorti" o "destino" (dal latino losa o lusa, forse correlato a sors, "sorte").
È il nome del nostro straordinario NURAGHE LOSA , il nostro tempio, un perfetto triangolo equilatero
Il nuraghe Santu Antine di Torralba e il nuraghe Losa di Abbasanta hanno entrambi una planimetria triangolare.
Entrambi i nuraghi hanno un orientamento, per l'ingresso, a sud-est, stesso orientamento del pozzo Sacro di Santa Cristina e di altri pozzi e nuraghi importanti, come è importante la sua simbologia
( Approfondimenti https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/orientamento-sud-sudest-di-alcuni-pozzi.html?m=0)
Dal mio scritto
https://maldalchimia.blogspot.com/2024/03/abbasanta-sacro-nuraghe-losa.html?m=0
"Come avevo già approfondito, ad Abbasanta abbiamo degli esempi di Fiori della Vita, molto antichi.
Il nome, Abbasanta, in sardo, significa "acqua santa", con un chiaro riferimento all'acqua divinizzata, cristallizzata( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/fiore-della-vita-abbasanta.html?m=0)
Ad Abbasanta e a Torralba, abbiamo due splendidi esempi di questa Geometria Sacra perfetta, due nuraghi, due tempi, trilobati, dei perfetti triangoli equilateri, di cui avevo già approfondito ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/i-custodi-della-memoria-del-trilobato.html?m=0)
Cristalli d'acqua, che nella loro perfetta conformazione esagonale, con triangoli a 60°, indicano, sia lo stesso simbolo esagonale nel mento del Gigante di Mont'e Prama ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/02/la-geometria-del-6-nel-mento-del.html?m=0), sia la loro Matrice architettonica, il cubito reale( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/08/il-cubito-reale-sardo-simbolo-dei.html?m=0), sia la grande capacità che hanno avuto, nella nostra Antica Civiltà, di ricreare la Merkabah, la dimensione del Corpo di Luce eterico, la cui base, è proprio il triangolo equilatero, la stella a sei punte, l'esagono, che si espandono tridimensionalmente, nella dimensione eterica, a creare la Merkabah
È proprio in un Nuraghe di Abbasanta, nel Nuraghe Aiga, come in altri nuraghi, che durante il Solstizio estivo, quando il sole è nel suo punto più altro, nel solstizio estivo di massima espressione e potenza solare, che si verifica il fenomeno della trasfigurazione iin Corpo di Luce, la Merkabah, la nostra dimensione eterica
( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/06/trasfigurazione-solstizio-estivo-2023.html?m=0)
Due tetraedri interconnessi, la cui base, e proprio il triangolo equilatero, la stella a sei punte, l'esagono.
La base triadica della creazione, divinizzata, amplificata in struttura tridimensionale, come un cristallo d'acqua.
Acqua santa
"Abba santa".
Acqua santificata, cristallizzata.
In una società Matriarcale, con il culto dell'acqua, in tutte le sue forme, veicolo anche di ierofanie divinizzanti, un nuraghe sacro, dalla perfetta forma di una Sacra Geometria, non poteva che nascere in un luogo chiamato Abbasanta.
Il fenomeno della trasfigurazione in corpo di luce, in Merkaba, avviene durante il Solstizio estivo.
I solstizi, alchemicamente, sono governati dal Femminino, quindi, dall'elemento acqua, che durante il Solstizio estivo, sancisce la sua unione Sacra con il Mascolino, con il Fuoco.
Una perfetta ierogamia, sacralizzata anche dall'orientamento, verso i solstizi, delle nostre stesse Domus de Janas, luoghi alchemici di trasmutazione
Così come, sono orientati a sud - sud est.( alba del solstizio invernale) , gli ingressi dei nuraghi
Dicasi lo stesso per l'orientamento delle gradinate dei nostri pozzi Sacri, su un'asse orientata ai solstizi.
Solstizi, come Femminino, custode della vita.
Femminino che è acqua, è Mem, è memoria ancestrale e amniotica, che, nella sua forma più alta e sublime, si cristallizza, si divinizza in Cristallo d'acqua, una forma purissima, le cui basi, sono proprio il triangolo equilatero e la sinergia tra le due polarità, la stella di David, l'esagono.
Come se fossimo, anche in queste strutture architettoniche, come ho sottolineato piu volte, Frattali di una perfetta Geometria Divina, in cui siamo presenti anche con il parametro, non solo, degli angoli a 60°, ma anche con quelli a 72 °, come ho approfondito tante volte, negli ingressi dei nuraghi e nei nostri pozzi Sacri( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/06/simbologia-angolo-72-nel-pozzo-scristina.html?m=0) "
E la dimensione dell'acqua è estremamente presente per questa celebrazione dei morti, perché come ho già scritto, la stessa tradizione della zucca deriva dai crani capovolti, colmi di acqua, offerti a Madre Terra per l'abbondanza e ai defunti /antenati, per la protezione.
Molto interessante, perché la dea Tacita /LOSA , è il risultato della trasmutazione della ninfa Lara (o Lala), una NAIDE figlia del fiume Almo, un affluente del Tevere.
Quindi siamo ancora nell'ambito dell'acqua.
Lara si rifiuto' di sottostare alle attenzioni di Giove, ma non solo si rifiuto', ma avviso' anche Giunone e le altre ninfe.
In sintesi, parlò troppo e tradì il segreto del re degli dèi.
Giove, infuriato, le strappò la lingua. Poi, ordinò al dio messaggero Mercurio (Ermes) di condurla negli Inferi, rendendola una divinità infera.
Durante il viaggio verso il regno di Dite (Plutone), Mercurio, affascinato dalla bellezza della mutilata ninfa, la violentò. Da questa unione nacquero i due LARI COMPITALI (Lares Compitales), gli dèi protettori degli INCROCI . Lara/Lara divenne così la DEA TACITA MUTA , una divinità silenziosa e infera, associata al mondo dei morti e all'oblio.
Guardacaso, i LARI COMPITALI sono proprio gli Dei che presiedono all'incrocio che si forma dai due assi di cardine della città di Roma ( il decumanus e il cardo)
Come ho già approfondito, quando Romolo fondò Roma, tracciò un solco sacro (sulcus primigenius) con un aratro per delineare il perimetro della città (il pomerium).
Questo rito era di origine etrusca.
Etrusca, significa sardo
Tant'è che la CROCE nel CERCHIO è un simbolo ancestrale sardo presente ancora nella nostra tradizione del Carrasegare sardo ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/01/la-simbologia-della-croce-nel-cerchio.html?m=0)
Presente, come simbologia anche in un antico MANUFATTO di cui ho approfondito due mesi fa
( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/pintadere-pendente-nurdole.html?m=0)
Cardo Asse nord-sud.
Decumanus: Asse est-ovest.
Il punto d'incrocio del cardo e del decumanus definiva il centro fisico e organizzativo della città. In quel preciso centro, si collocava il MUNDUS PATET .
Non è un caso che il Mundus fosse tradizionalmente localizzato nel Comizio, l'area del Foro Romano dove si riuniva il popolo in assemblea, proprio ai piedi del Campidoglio.
Quindi sono strettamente collegati
Il cardo e il decumanus tracciano una croce cosmica sul piano orizzontale, ordinando lo spazio umano secondo i quattro punti cardinali.
Il Mundus introduce un asse verticale: unendo la Terra (il mondo dei vivi) con gli Inferi (sotto) e, per estensione, con il Cielo (sopra).
L'incrocio dei due assi diventa così il punto di incontro di queste tre dimensioni, un centro del mondo in senso assoluto.
Cardo e Decumanus definiscono l'ordine spaziale orizzontale della città.
Il Mundus definisce l'ordine spirituale verticale e il centro cosmico.
L'incrocio degli assi è la locazione naturale e simbolica del Mundus
Ecco perché questa simbologia, della CROCE nel CERCHIO è così importante, nella nostra civiltà sarda.
Tanto da essere STRUTTURA ARCHITETTONICA portante anche nei nostri NURAGHI
Perché unisce le tre dimensioni, ma già lo avevo sottolineato in altri miei scritti, in particolare questo
https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/romolo-e-remo-e-acca-laurentia.html?m=0
D'altronde, la fondazione di Roma, si celebra il 21 aprile, data della ierofania nel pozzo Sacro di Santa Cristina ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/06/solstiziopales.html?m=0)
Ma è importante sottolineare un aspetto.
Come la croce nel cerchio indica l'omphalos che unisce le tre dimensioni, e il Mundus è ciò che si colloca nel punto cruciale generato dall'incrocio di quegli assi, le SEZIONI SACRE, come il TRIANGOLO EQUILATERO che fanno parte di questa ripartizione, sono il riflesso di questo microcosmo ordinato e sacro, che va oltre la semplice delimitazione del territorio, ma che diventa centro di un punto di comunicazione con le forze divine ancestrali, comprese le forze degli antenati, dei Defunti, dei Mani/Mannus, di cui si richiedeva benevolenza e protezione.
Avevo già parlato del NURAGHE LOSA , in relazione al CUBITO REALE sardo, essendo un perfetto triangolo equilatero, ma oggi trovo questa correlazione straordinaria tra la simbologia della croce nel Cerchio, nel Mundus Patet, nel triangolo equilatero, in cui si suddividono le 4 porzioni della croce nel Cerchio, e nel nome Losa, legato alla Dea Tacita /Losa, correlata ai defunti e quindi allo stesso Mundus Patet.
Dal mio scritto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/08/il-cubito-reale-sardo-simbolo-dei.html?m=0)
"Il cubito reale, in relazione alle lunghezze, che universalmente è calcolato in 52,36 cm, si otteneva tracciando un esagono regolare all'interno di un cerchio di diametro di un metro. La lunghezza del suo lato ne determinava il cubito reale, che a sua volta, era diviso in 7 palmi.
Avevo già indicato l'importanza del simbolo esagonale nel mento del Gigante di Mont'e Prama.
Lo avevo fatto sottolineando l'angolo a 60°di ognuno dei 6 triangoli all'interno dell'esagono
( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/02/la-geometria-del-6-nel-mento-del.html), scoperta mia, ci tengo a sottolinearlo.
Angolo a 60° che indica l'inclinazione dei raggi solari nel periodo equinoziale.
Oggi ne sottolineo la valenza come parametro Sacro di lunghezza, adottato anche dagli antichi Sardi, al punto da usarlo come simbolo distintivo nel mento del Gigante di Mont'e Prama.
Un esagono perfettamente inscrivibile in un cerchio, come dentro un nuraghe, il primogenito, la collina creatrice, il Verbo del Divino, manifestato sulla terra.
Il cubito è la sesta parte di questa circonferenza, che individua un perfetto triangolo equilatero, simbolo di equilibrio e di armonia.
Il cubito rappresenta la sesta parte di una circonferenza che ha per diametro un metro.
Questo metro, a sua volta è suddiviso in 7 parti, cioè in 7 palmi, che imposta una suddivisione del tempo e dello spazio, settenaria.
Ogni palmo è suddiviso in 4 pollici.
Un cubito corrisponde a 28 pollici".
Il NURAGHE LOSA, come il SANTU ANTINE è una porzione di questo spazio divino, perfetta, individuato dalla croce nel Cerchio e dal Mundus Patet
Lo stesso nome, Losa, tradisce questa connessione ancestrale con la dea Tacita/Losa della dimensione dei morti, con i due figli avuti da Mercurio, i due dei, i Lari Compitali dei due assi cardini, Cardo e Decumano, della fondazione dello SPAZIO SACRO che unisce le tre dimensioni.
Un aspetto che è stato preso, ancora una volta, dalla nostra Antica Civiltà Sarda, perché proprio nei nuraghi abbiamo spesso questa conformazione, sia interna che esterna, dove il Cerchio, rappresenta la camera centrale, mentre la Croce è formata dall'asse ideale che collega le tre o quattro nicchie che si aprono sulla camera centrale, più l'ingresso. Questo crea uno schema a croce, dove i "bracci" sono i corridoi di accesso alle nicchie e all'ingresso.
Uno schema che troviamo per esempio nel Nuraxi di Barumini. Nella torre centrale e in alcune torri secondarie, la disposizione delle nicchie rispetto alla camera crea proprio questo schema cruciforme all'interno dello spazio circolare.
E soprattutto nel Santu Antine di Torralba, che è un perfetto triangolo equilatero come il Losa.
Entrambi presentano la croce nel cerchio interna.
Anche qui, nella maestosa camera centrale, le tre nicchie e il corridoio d'ingresso disegnano una croce.
Ma è una conformazione che ritroviamo anche nelle Domus de Janas, sia come struttura interna, come per esempio nelle planimetrie di Sant'Andrea Priu a Bonorva o quelle de S'Incantu a Putifigari.
Simbolismo presente anche in altorilievo sulle architravi delle celle, dove la falsa porta è spesso sormontata da un architrave semicircolare, creando ancora una volta l'immagine di una croce (l'architrave rettangolare) inscritta in un semicerchio.
Oppure in alcune tombe, come quelle di Montessu (Villaperuccio), si trovano motivi circolari con una croce incisa all'interno, realizzati con la tecnica della puntinatura.
Il cerchio, nelle Domus potrebbe rappresentare il sole, con la sua forza fecondante e rigenerante, mentre la croce al suo interno potrebbe rappresentare i punti cardinali o i solstizi. È un simbolo di vita, di rinascita e di ciclo perpetuo.
Così come rappresenta il mondo nelle sue 4 direzioni spaziali, quindi i tre regni connessi tra loro
Ovviamente, la croce nel cerchio è una conformazione che troviamo anche nelle tombe dei Giganti, anche se non in tutte,
L'esedra semicircolare, il corpo tombale che forma una linea retta, chiude il cerchio e forma una croce che divide il cerchio i 4 parti.
Si può vedere bene nella tomba dei Giganti di Coddu Vecchio a Sassari e in quella di Li Lolghi, ad Arzachena, Sassari
Come sempre, le radici, si trovano nella nostra Antica Civiltà Sarda.
Potente potente simbolo cosmologico-religioso della nostra Antica Civiltà Sarda, legato ai cicli di vita, morte e rigenerazione, all'orientamento astronomico, ripreso dai romani come simbolo sacro delle fondamenta delle città, in stretta connessione con il mondo dei Defunti
Sardegna Cultura Madre, sempre
Tiziana Fenu
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