venerdì, ottobre 31, 2025

💛Dea Tacita/Losa

 La protettrice (o una figura associata) dei morti, in ambito romano  è la DEA TACITA , la dea del silenzio funebre, quindi legata alla dimensione dei defunti. 

Era la divinità del silenzio e dell'oblio. 

Colei che non parla. 

La silenziosa. 

Era una dea che "tacitava" i morti, assicurando che riposassero in pace senza tornare a disturbare i vivi. 

Una dimensione assolutamente Sacra, quindi, quella del silenzio. 

Una dimensione fortemente voluta, come istituzione, da Numa Pompilio, ma che era già preesistente, fortemente radicata, nella nostra Antica Civiltà Sarda 

Dal mio scritto

https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/santuario-santa-vittoria-di-serri-numa.html?m=0

"Narra la leggenda che Numa Pompilio fosse stato partorito nel tempio di CERERE /Demetra. 

[*come ho già approfondito, Cerere/Demetra era collegata al MUNDUS PATET , l'apertura del varco che connetteva con la dimensione dei morti, che era chiamato anche MUNDUS CERERIS , perché si davano offerte dei doni di Cerere, di Madre Terra, in onore dei defunti, degli antenati, dei Mani, che proteggevano anche la città

"Un solco fertile, il cui albero centrale diventava l'axis Mundi della città, protetto con una cinta muraria. 

La Roma quadrata delle origini, nella cui simbologia della croce nel cerchio si intersecano le ancestrali simbologie della terra e del cielo. 

La quadratura del cerchio. 

Venivano piantati sopratutto cereali in onore di Cerere/Demetra . 

C'era un legame fra Cerere e il mondo dei morti, sia come Dea della crescita, sia come Demetra.

Anche l'albero centrale ha a che fare con Cerere, ne ho parlato in un mio scritto, e il periodo di Carnevale, si chiude proprio con il mercoledì delle Ceneri 

Dal mio scritto https://maldalchimia.blogspot.com/2025/03/cenereashasherah.html?m=0

"Cenere /Cerere

Cerere era già presente nel pantheon dei popoli italici preromani, specialmente gli osco umbro sabelli e fu, in seguito, identificata con Demetra- https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/mundus-patet-romani-24-agosto.html?m=0) 

Numa Pompilio instaurò per ispirazione della Ninfa Egeria il culto di Tacita, Dea del silenzio iniziatico, equiparata ad Iside, colei che richiede il silenzio nei Sacri Misteri.

Questa dimensione del silenzio è molto interessante, perché si ricollega al bronzetto ritrovato proprio a Santa Vittoria di Serri, di cui ho approfondito in un mio scritto del 2021, e indagando ulteriormente, ho trovato questa straordinaria correlazione, tra il nostro Numa Kabiro sardo, che istituisce il culto di Tacita e questo bronzetto che rappresenta il silenzio iniziatico di ARPOCRATE , proprio a SANTA VITTORIA di SERRI, dove si crearono le prime fondamenta delle istituzioni che verranno gerarchizzate nell'impero romano, nella stanza dell'ancilia /labrys, che era la stanza del capo, della curia. Dello scudo di Marte, che era considerato anche il Signore della pioggia 

Lo straordinario BRONZETTO n° 124,  “MADRE con bimbo in grembo”,  alto 12 cm, conservato al museo di Cagliari, risalente forse al IX sec. a.C( sempre a questo santuario, appartiene l'altro bronzetto, la Grazia ") 

Dal  mio scritto :

https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/seu-sou-seu-sousono-solosono-luovo-l.html," rappresenta molto bene quella dimensione iniziatica del silenzio 

"questo Horus, è rappresentato in un'immagine iconografica che nell’arte egizia (anche geroglifica) è chiamato il "signum arpocraticum", che indica l’età infantile, ma già nella consapevolezza dell' età adulta, di chi porta l’indice destro alla bocca. 

Così fa Arpocrate, figlio di Iside e Osiride. 

Plutarco ne rilegge il gesto a comando del tacere, inaugurando un simbolismo che sarà universale. Nei templi antichi, per poter accedere ai Misteri Iniziatici e stare nei templi, bisognava osservare un anno di assoluto silenzio. 

Era il silenzio del segreto, dell'abbondanza , della conoscenza segreta. 

Arpocrate che era spesso interscambiato con Horus, poiché rappresenta Horus non più bambino, ma evoluto, cresciuto, consapevole. 

Arpocrate fanciullo, quindi già uomo, quello che Iside tiene in braccio, Horo il fanciullo, che punto da uno scorpione guarì grazie alla magia della madre. 

Rappresentazione di cui abbiamo un bronzetto in particolare, quello di Santa Vittoria di Serri che ha il bambino/adulto  con l'indice della mano destra sollevato, in gesto che sembra indicare il fare silenzio. Un bronzetto che risale al 1500 a.C, come minimo. 

Che anticipa l'Arpocrate /Horo egizio. 

La cosa strana è che anche Arpocrate, era rappresentato con il fiore di loto( come nella  maschera Ghignante sarda ) e il corno dell'abbondanza.

Quindi, visto che le ierofanie di questo torello, all'interno dei nuraghi, o la Y rappresentata monca del lato sinistro, o più corto, pare allora che rappresentasse proprio questo figlio di Osiride e Iside, questo Arpocrate, grande iniziato ai Misteri, che incentiva al silenzio, alla meditazione, alla sacralità dell'essere soli con sé stessi in queste dimensioni sacre. 

Una sorta di silenzio riservato agli eletti. 

Il viaggio iniziatico per la resurrezione a se stessi, si fa da soli". 

Il bambino è rappresentato come un adulto. Rappresenta il ciclo della vita. 

In questo mi ricorda la rappresentazione presente in uno specchio etrusco, con la Dea che tiene in braccio un bambino, Ercole da adulto, quasi calvo, come un vecchio. 

Sottolineo che Numa, appena divenne re di Roma, nominò tre sacerdoti, dediti  a 3 culti diversi, Giove, Marte e dio Quirino, nome diffusissimo in Sardegna,, il cui nome deriva da Curia ( lancia ) e corrisponde proprio a Marte. 

Era il collegio sacerdotale dei sacerdoti". 


Già si delineano, come vedete, come sempre, straordinarie correlazioni tra la dimensione dell'antica Roma, che ha attinto, come ho sempre sottolineato, dalla nostra Civiltà Sarda, e le nostre più radicate simbologie. 


Di questa Dea Tacita, è straordinario l'altro nome, 

Losa o DEA LOSA . 


Questo è un nome più arcaico e forse il suo originario, che sembra essere di origine etrusca e potrebbe essere collegato a concetti di "sorti" o "destino" (dal latino losa o lusa, forse correlato a sors, "sorte").


È il nome del nostro  straordinario NURAGHE LOSA , il nostro tempio, un perfetto triangolo equilatero

 Il nuraghe Santu Antine di Torralba e il nuraghe Losa di Abbasanta hanno entrambi una planimetria triangolare. 

Entrambi i nuraghi hanno un orientamento, per l'ingresso, a sud-est, stesso orientamento del pozzo Sacro di Santa Cristina e di altri pozzi e nuraghi importanti, come è importante la sua simbologia

( Approfondimenti https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/orientamento-sud-sudest-di-alcuni-pozzi.html?m=0)

Dal mio scritto

https://maldalchimia.blogspot.com/2024/03/abbasanta-sacro-nuraghe-losa.html?m=0

"Come avevo già approfondito, ad Abbasanta abbiamo degli esempi di Fiori della Vita, molto antichi.

Il nome, Abbasanta, in sardo, significa "acqua santa", con un chiaro riferimento all'acqua divinizzata, cristallizzata( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/fiore-della-vita-abbasanta.html?m=0) 

Ad Abbasanta e a Torralba, abbiamo due splendidi esempi di questa Geometria Sacra perfetta, due nuraghi, due tempi, trilobati, dei perfetti triangoli equilateri, di cui avevo già approfondito ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/i-custodi-della-memoria-del-trilobato.html?m=0) 

Cristalli d'acqua, che nella loro perfetta conformazione esagonale, con triangoli a 60°, indicano, sia lo stesso simbolo esagonale nel mento del Gigante di Mont'e Prama ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/02/la-geometria-del-6-nel-mento-del.html?m=0), sia la loro Matrice architettonica, il cubito reale( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/08/il-cubito-reale-sardo-simbolo-dei.html?m=0), sia la grande capacità che hanno avuto, nella nostra Antica Civiltà, di ricreare la Merkabah, la dimensione del Corpo di Luce eterico, la cui base, è proprio il triangolo equilatero, la stella a sei punte, l'esagono, che si espandono tridimensionalmente, nella dimensione eterica, a creare la Merkabah 

È proprio in un Nuraghe di Abbasanta, nel Nuraghe Aiga, come in altri nuraghi, che durante il Solstizio estivo, quando il sole è nel suo punto più altro, nel solstizio estivo di massima espressione e potenza solare, che si verifica il fenomeno della trasfigurazione iin Corpo di Luce, la Merkabah, la nostra dimensione eterica

( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/06/trasfigurazione-solstizio-estivo-2023.html?m=0) 

Due tetraedri interconnessi, la cui base, e proprio il triangolo equilatero, la stella a sei punte, l'esagono. 

La base triadica della creazione, divinizzata, amplificata in struttura tridimensionale, come un cristallo d'acqua. 

Acqua santa 

"Abba santa". 

Acqua santificata, cristallizzata. 

In una società Matriarcale, con il culto dell'acqua, in tutte le sue forme, veicolo anche di ierofanie divinizzanti, un nuraghe sacro, dalla perfetta forma di una Sacra Geometria, non poteva che nascere in un luogo chiamato Abbasanta. 

Il fenomeno della trasfigurazione in corpo di luce,  in Merkaba, avviene durante il Solstizio estivo. 

I solstizi, alchemicamente, sono governati dal Femminino, quindi, dall'elemento acqua, che durante il Solstizio estivo, sancisce la sua unione Sacra con il Mascolino, con il Fuoco. 

Una perfetta ierogamia, sacralizzata anche dall'orientamento, verso i solstizi, delle nostre stesse Domus de Janas, luoghi alchemici di trasmutazione 

Così come, sono orientati a sud - sud est.( alba del solstizio invernale) , gli ingressi dei nuraghi

Dicasi lo stesso per l'orientamento delle gradinate dei nostri pozzi Sacri, su un'asse orientata ai solstizi. 

Solstizi, come Femminino, custode della vita.

Femminino che è acqua, è Mem, è memoria ancestrale e amniotica, che, nella sua forma più alta e sublime, si cristallizza, si divinizza in Cristallo d'acqua, una forma purissima, le cui basi, sono proprio il triangolo equilatero e la sinergia tra le due polarità, la stella di David, l'esagono. 

Come se fossimo, anche in queste strutture architettoniche, come ho sottolineato piu volte, Frattali di una perfetta Geometria Divina, in cui siamo presenti anche con il parametro, non solo, degli angoli a 60°, ma anche con quelli a 72 °, come ho approfondito tante volte, negli ingressi dei nuraghi e nei nostri pozzi Sacri( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/06/simbologia-angolo-72-nel-pozzo-scristina.html?m=0) "


E la dimensione dell'acqua è estremamente presente per questa celebrazione dei morti, perché come ho già scritto, la stessa tradizione della zucca deriva dai crani capovolti, colmi di acqua, offerti a Madre Terra per l'abbondanza e ai defunti /antenati, per la protezione. 


Molto interessante, perché la dea Tacita /LOSA , è il risultato della trasmutazione della ninfa Lara (o Lala), una NAIDE figlia del fiume Almo, un affluente del Tevere.

Quindi siamo ancora nell'ambito dell'acqua. 

Lara si rifiuto' di sottostare alle attenzioni di Giove, ma non solo si rifiuto', ma avviso' anche Giunone e le altre ninfe. 

In sintesi, parlò troppo e tradì il segreto del re degli dèi.

Giove, infuriato, le strappò la lingua. Poi, ordinò al dio messaggero Mercurio (Ermes) di condurla negli Inferi, rendendola una divinità infera.

Durante il viaggio verso il regno di Dite (Plutone), Mercurio, affascinato dalla bellezza della mutilata ninfa, la violentò. Da questa unione nacquero i due LARI COMPITALI (Lares Compitales), gli dèi protettori degli INCROCI . Lara/Lara divenne così la DEA TACITA MUTA , una divinità silenziosa e infera, associata al mondo dei morti e all'oblio.


Guardacaso, i LARI COMPITALI sono proprio gli Dei che presiedono all'incrocio che si forma  dai due assi di cardine della città  di Roma ( il decumanus e il cardo) 

Come ho già approfondito, quando Romolo fondò Roma, tracciò un solco sacro (sulcus primigenius) con un aratro per delineare il perimetro della città (il pomerium).


Questo rito era di origine etrusca.

Etrusca, significa sardo 

Tant'è che la CROCE nel CERCHIO è un simbolo ancestrale sardo presente ancora nella nostra tradizione del Carrasegare sardo ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/01/la-simbologia-della-croce-nel-cerchio.html?m=0) 

Presente, come simbologia anche in un antico MANUFATTO di cui ho approfondito due mesi fa

( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/pintadere-pendente-nurdole.html?m=0) 

Cardo Asse nord-sud.

Decumanus: Asse est-ovest.

Il punto d'incrocio del cardo e del decumanus definiva il centro fisico e organizzativo della città. In quel preciso centro, si collocava il MUNDUS PATET . 

Non è un caso che il Mundus fosse tradizionalmente localizzato nel Comizio, l'area del Foro Romano dove si riuniva il popolo in assemblea, proprio ai piedi del Campidoglio.

Quindi sono strettamente collegati 

Il cardo e il decumanus tracciano una croce cosmica sul piano orizzontale, ordinando lo spazio umano secondo i quattro punti cardinali.


Il Mundus introduce un asse verticale: unendo la Terra (il mondo dei vivi) con gli Inferi (sotto) e, per estensione, con il Cielo (sopra).

L'incrocio dei due assi diventa così il punto di incontro di queste tre dimensioni, un centro del mondo in senso assoluto.

Cardo e Decumanus definiscono l'ordine spaziale orizzontale della città.

Il Mundus definisce l'ordine spirituale verticale e il centro cosmico.

L'incrocio degli assi è la locazione naturale e simbolica del Mundus

Ecco perché questa simbologia, della CROCE nel CERCHIO è così importante, nella nostra civiltà sarda. 


Tanto da essere STRUTTURA ARCHITETTONICA portante anche nei nostri NURAGHI 

Perché unisce le tre dimensioni, ma già lo avevo sottolineato in altri miei scritti, in particolare questo 

https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/romolo-e-remo-e-acca-laurentia.html?m=0


D'altronde, la fondazione di Roma, si celebra il 21 aprile, data della ierofania nel pozzo Sacro di Santa Cristina ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/06/solstiziopales.html?m=0) 

Ma è importante sottolineare un aspetto. 


Come la croce nel cerchio indica l'omphalos che unisce le tre dimensioni, e il Mundus è ciò che si colloca nel punto cruciale generato dall'incrocio di quegli assi, le SEZIONI SACRE, come il TRIANGOLO EQUILATERO che fanno parte di questa ripartizione, sono il riflesso di questo microcosmo ordinato e sacro, che va oltre la semplice delimitazione del territorio, ma che diventa centro di un punto di comunicazione con le forze divine ancestrali, comprese le forze degli antenati, dei Defunti, dei Mani/Mannus, di cui si richiedeva benevolenza e protezione. 


Avevo già parlato del NURAGHE LOSA , in relazione al CUBITO REALE sardo, essendo un perfetto triangolo equilatero, ma oggi trovo questa correlazione straordinaria tra la simbologia della croce nel Cerchio, nel Mundus Patet, nel triangolo equilatero, in cui si suddividono le 4 porzioni della croce nel Cerchio, e nel nome Losa, legato alla Dea Tacita /Losa, correlata ai defunti e quindi allo stesso Mundus Patet. 

Dal mio scritto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/08/il-cubito-reale-sardo-simbolo-dei.html?m=0) 

"Il cubito reale, in relazione alle lunghezze, che universalmente  è calcolato in 52,36 cm, si otteneva tracciando un esagono regolare all'interno di un cerchio di diametro di un metro. La lunghezza del suo lato ne determinava il cubito reale, che a sua volta, era diviso in 7 palmi.

Avevo già indicato l'importanza del simbolo esagonale nel mento del Gigante di Mont'e Prama. 

Lo avevo fatto sottolineando l'angolo a 60°di ognuno dei 6 triangoli all'interno dell'esagono

( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/02/la-geometria-del-6-nel-mento-del.html), scoperta mia, ci tengo a sottolinearlo. 

Angolo a 60° che indica l'inclinazione dei raggi solari nel periodo equinoziale.

Oggi ne sottolineo la valenza come parametro Sacro di lunghezza, adottato anche dagli antichi Sardi, al punto da usarlo come simbolo distintivo nel mento del Gigante di Mont'e Prama. 

Un esagono perfettamente inscrivibile in un cerchio, come dentro un nuraghe, il primogenito, la collina creatrice, il Verbo del Divino, manifestato sulla terra. 

Il cubito è la sesta parte di questa circonferenza, che individua un perfetto triangolo equilatero,  simbolo di equilibrio e di armonia. 

Il cubito rappresenta la sesta parte di una circonferenza che ha per diametro un metro. 

Questo metro, a sua volta è suddiviso in 7 parti, cioè in 7 palmi, che imposta una suddivisione del tempo e dello spazio, settenaria. 

Ogni palmo è suddiviso in 4 pollici. 

Un cubito corrisponde a 28 pollici".


Il NURAGHE LOSA, come il SANTU ANTINE è una porzione di questo spazio divino, perfetta, individuato dalla croce nel Cerchio e dal Mundus Patet 

Lo stesso nome, Losa, tradisce questa connessione ancestrale con la dea Tacita/Losa della dimensione dei morti, con i due figli avuti da Mercurio, i due dei, i Lari Compitali dei due assi cardini, Cardo e Decumano, della fondazione dello SPAZIO SACRO che unisce le tre dimensioni. 

Un  aspetto che è stato preso, ancora una volta, dalla nostra Antica Civiltà Sarda, perché proprio nei nuraghi abbiamo spesso questa conformazione, sia interna che esterna, dove il Cerchio, rappresenta la camera centrale, mentre la Croce è formata dall'asse ideale che collega le tre o quattro nicchie che si aprono sulla camera centrale, più l'ingresso. Questo crea uno schema a croce, dove i "bracci" sono i corridoi di accesso alle nicchie e all'ingresso.

Uno schema che troviamo per esempio nel Nuraxi di Barumini. Nella torre centrale e in alcune torri secondarie, la disposizione delle nicchie rispetto alla camera crea proprio questo schema cruciforme all'interno dello spazio circolare.

E soprattutto nel Santu Antine di Torralba, che è un perfetto triangolo equilatero come il Losa. 

Entrambi presentano la croce nel cerchio interna. 

Anche qui, nella maestosa camera centrale, le tre nicchie e il corridoio d'ingresso disegnano una croce.

Ma è una conformazione che ritroviamo anche nelle Domus de Janas, sia come struttura interna, come per esempio nelle planimetrie di Sant'Andrea Priu a Bonorva o quelle de S'Incantu a Putifigari. 

Simbolismo presente anche in altorilievo sulle  architravi delle celle, dove la falsa porta  è spesso sormontata da un architrave semicircolare, creando ancora una volta l'immagine di una croce (l'architrave rettangolare) inscritta in un semicerchio.

Oppure in alcune tombe, come quelle di Montessu (Villaperuccio), si trovano motivi circolari con una croce incisa all'interno, realizzati con la tecnica della puntinatura.

Il cerchio, nelle Domus potrebbe rappresentare il sole, con la sua forza fecondante e rigenerante, mentre la croce al suo interno potrebbe rappresentare i punti cardinali o i solstizi. È un simbolo di vita, di rinascita e di ciclo perpetuo. 

Così come rappresenta il mondo nelle sue 4 direzioni spaziali, quindi i tre regni connessi tra loro

Ovviamente, la croce nel cerchio è una conformazione che troviamo anche nelle tombe dei Giganti, anche se non in tutte, 

L'esedra semicircolare, il corpo tombale che forma una linea retta, chiude il cerchio e forma  una croce che divide il cerchio i 4 parti. 

Si può vedere bene nella tomba dei Giganti di Coddu Vecchio a Sassari e in quella di Li Lolghi, ad Arzachena, Sassari 


Come sempre, le radici, si trovano nella nostra Antica Civiltà Sarda. 

Potente potente simbolo cosmologico-religioso della nostra Antica Civiltà Sarda, legato ai cicli di vita, morte e rigenerazione,  all'orientamento astronomico, ripreso dai romani come simbolo sacro delle fondamenta delle città, in stretta connessione con il mondo dei Defunti

Sardegna Cultura Madre, sempre 


Tiziana Fenu 

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Dea Tacita /Losa

































giovedì, ottobre 30, 2025

💛Sa Concordia /Arca Alleanza

 Non tutti sanno che in Sardegna esiste una figura specifica, che rappresenta la personificazione delle anime defunte.

Una figura mitica presente soprattutto in Ogliastra.
Sto parlando "de Sa Concordia", chiamata anche "S'Aconcordia", un essere femminile, uno spirito ancestrale che si manifesta come ierofania luminosa, come uno stuolo di luci, tra cui traspaiono le donne velate, le persinificazioni delle Anime delle  Antenate, in particolare, che ritornano a visitare i luoghi in cui vissero, per portare protezione e vegliare, con giustizia ed equilibrio, sulla comunità, dispensando consigli o punizioni, a seconda del comportamento dei singoli individui.
Questo è molto interessante, perché a livello comunitario, sociologico, S'Aconcordia si sviluppa anche, con lo stesso nome, come strumento equilibrante dell'intera comunità.
Rappresenta un'alleanza, una Concordia, appunto, un concordare, attraverso un vero e proprio contratto sociale e morale, dal forte valore giuridico e comunitario, che sanciva la fine di una faida, una lite o un grave torto tra famiglie o individui.
In una società agro-pastorale come quella sarda, l'onore e la reputazione  erano importantissimi ed era importante mantenere l'equilibrio. 
Un equilibrio che si veicola a attraverso figure importanti come i mediatori, chiamati Coadiadores, il prete, il sindaco (su maiore), gli anziani (sos mannos) o parenti comuni.
La Stesura dell'Accordo (Sa Carta de S'Aconcordia) avveniva  vero e proprio atto scritto, spesso da un notaio o da una persona colta.

Notare come gli anziani della comunità, "Sos Mannos", hanno lo stesso nome dei Mani  celebrati in ambito romano, gli spiriti dei defunti, estremamente rispettati, di cui ho parlato nei miei recenti scritti, le anime collettive degli antenati defunti, considerate come un'unica entità divina e protettiva, gli antenati, la stirpe, divinizzats come collettività
Erano forze benevole, ma che andavano costantemente placate e onorate, quindi molto rispettate.
Esattamente come Is Mannus delle comunità sarde.
I Mani venivano celebrati per  l'apertura del Mundus Patet, che avveniva in 3 date, 24 agosto, 5 ottobre e 8, novembre.
Dal mio scritto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/mundus-patet-romani-24-agosto.html?m=0)
"Il Mundus Patet si trovava sul Palatino, e ho già sottolineato in più scritti, il legame tra Palatino e Paulilatino( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/06/solstiziopales.html?m=0) 

il pozzo Sacro di Santa Cristina di cui hanno riportato le importanti date delle ierofanie 
Guardacaso, il Mundus Patet si celebra il 24 agosto, tre giorni dopo il 21 agosto, giorno della ierofania nel Santa Cristina 
( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/corrispondenze-celebrazioni-romane-date.html?m=0)
[...] I Mundus Patet, quindi che celebrano non solo il Memento Mori ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/07/mosaico-di-pompei-memento-mori.html?m=0), ma anche la celebrazione di una rinascita, in cui le due dimensioni, quella dei vivi e dei morti
[...] Una dimensione, quella della celebrazione del Mundus Parer, che rimanda alla celebrazione delle nostre de Is Animesdas, la festa dei morti
Dal mio scritto https://maldalchimia.blogspot.com/2020/10/radici-della-tradizione-de-is-animeddas.html?m=0
" A Seui, infatti, tra il 30  ottobre e il 2 novembre vi è anche " su prugadoriu", con l' esibizione di maschere locali."
Seui, la cui maschera tipica è quella de S'Urtzu/Orco" 
E ancora :
"E, legato alla simbologia della zucca come un cranio, vi era un rito, sia in Sardegna che in Corsica: cioè quello prendere i crani dal cimitero per far piovere,  e il cranio in seguito venne sostituito da una zucca intagliata. Ed è per questo motivo che la zucca, e quindi il culto dei morti, in un certo senso è legato anche al dio Maimone, al dio della pioggia". 
Questo è importantissimo perché il lapis manalis, la pietra di chiusura che vietava l'accesso dell'orco, era  anche una pietra posta fuori della porta Capena, presso il tempio di Marte.
In caso di siccità, la pietra veniva portata in città e immediatamente faceva piovere.
Il lapis manalis, la pietra sacra agli Dei Mani o Lari, divinità che rappresentavano anche gli spiriti degli antenati e tutelavano la città e i suoi abitanti.
Gli antenati 
La memoria 
La memoria dell'Acqua 
La Mem, tredicesimo Sacro Archetipo Ebraico 
Maimoni( vedi https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/osservavo-queste-tre-immagini-la-prima.html?m=0) 
Come vedete, anche in questa occasione, i riti romani si sovrappongono a quelli preesistente sardi, nello specifico, come ho sottolineato altre volte, in un sincretismo, che però ne tradisce le radici, le nostre radici". 


Sa Concordia.
S'Aconcordia.
Non è solo il nome di questa figura delle nostre tradizioni sarde, che onora i defunti.
Concordare un patto.
Un'alleanza.
La figura del Femminino, custode di questa Alleanza tra mondo dei vivi e mondo dei morti, si traduce in una figura di rispetto e di Arco simbolico di luce tra queste due dimensioni.
Lo stesso nome "Aconcordia", mi rimanda alle parole concordia e accordo.
L'arco di luce, l'archetipale rappresentazione dell'Arca dell'Alleanza, di cui ho approfondito svariate volte, a partire dal luglio 2020
Dal mio scritto, di cui riporto alcuni passi.
https://maldalchimia.blogspot.com/2020/07/s-arca-sacra.html?m=0
"Riflettevo ancora sul nome della cassapanca sarda. 
Cassapanca. 
Cassa. 
Cascia. 
C'ascia. 
Ascia. 
S' archedda
S'arca
Arca
Arco
Tutte queste parole hanno poi portato ad un percorso che ritorna sempre all'Origine. 
Partiamo dall'aspetto esteriore della cassapanca sarda. 
Ricorda quello dell'arca dell'Alleanza.
Arca /archedda. "Arca piccolina" ( un cofanetto di bronzo risalente all'età nuragica, è stato ritrovato presso il Nuraghe Lungheria di Oschiri, molto simile all' Arca dell'Alleanza). 
Ma c'è anche molto di più oltre questo diminutivo. 
L'Arca dell'Alleanza era stata realizzata in legno di acacia per volontà di Mosè per contenere le tavole della legge che gli erano state dettate da Dio. 
Non aveva potuto vedere Dio in volto, identificato con Yhawn/ Amon /Min, il dio nascosto. 
Di Amon ho già parlato nel mio precedente post, il Dio  nascosto e ingenerato, il Dio della luce, della fertilità dell'elettricità, la cui parte femminile è rappresentata da Min, la parte  che crea nella Forma, il Dio manifestato.
[...] Anche molte dee guerriere egizie venivano rappresentate con il corpo itifallico di Amon - Min, con la testa  di ariete con le corna ricurve che rappresentavano sia la virilità sessuale, ma anche la spirale femminile.
Nella versione Amon-Min, il Dio Amon era a considerato " Toro della stessa sua madre"
Il termine Mimose, con la quale sono celebrate le donne, probabilmente risale a  questa versione femminile di Amon-Min, un Yhawn/ Amon /Min, che chiede di poter realizzare un contenitore che potesse contenere  e custodire la sua Parola, il suo Verbo, specificando che forse in legno di acacia, cioè di Mimosa, in onore alla sua parte femminile, che dà la Forma alle sue parole e che funge da contenitore, da grembo creatore. 
Sì perché l'Arca dell'Alleanza, fu costruita in  preziosa acacia  rivestita di oro, prodotto di un' antica tecnologia, della quale gli antichi egizi erano a conoscenza, e questo antico sapere iniziatico venne trasmesso solo agli iniziati, dei quali Mosè avrebbe fatto parte" 

[ Per la simbologia e correlazione Mimosa/ Dea  Madre Sarda, approfondimenti nel mio scritto
https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/la-dea-madre-di-cabras-mimosa-solare.html]
Proprio l'acacia è il simbolo arboreo maggiormente correlato alla  celebrazione di Tutti i Morti, perché è considerato l'albero della resurrezione, simbolo di immortalità
Secondo la leggenda, un rametto di acacia fu trovato sul sepolcro di Hiram Abif, il mitico architetto del Tempio di Salomone, segno della resurrezione.
Ancora oggi portare un rametto d'acacia in cimitero, ad onorare i defunti, significa onorarli nella dimensione dell'immortalità.

Un altro tipo di Archedda è stata ritrovata a Tadasuni, provincia di Oristano, di cui ho già approfondito(  https://maldalchimia.blogspot.com/2025/07/arca-di-tadasuni-con-zampe-di-toro.html), molto particolare perché ha la simbologia delle zampe del Toro come supporto.
L'Arca dell'Alleanza che rappresenta il potere creativo del Femminino, la nascita, la rigenerazione e la rinascita.
Che ne custodisce il segreto.
Il segreto di questo ancestrale accordo, tra umano e divino, tra le due stesse polarità, che si deve rispettare.
Un'alleanza che va onorata, per non disonorare gli spiriti dei defunti, della memoria ancestrale degli Antenati che sancirono questo Sacro Patto.
La manipolazione impropria fa adirare gli stessi antenati, e porta alla morte
I Filistei catturarono L'Arca, che guidava gli Israeliti, ma essa portò loro solo sciagure e malattie, tanto che dopo sette mesi la rispedirono in Israele.
Nel passo di di Samuele 1, 4-6, si racconta di quando l'Arca fu catturata, e i due figli del sacerdote Eli, Ofni e Fineas, che erano sacerdoti corrotti, morirono in battaglia. Alla notizia della loro morte e della cattura dell'Arca, il loro padre Eli cadde all'indietro dalla sedia, si ruppe la nuca e morì. Poco dopo, la nuora di Eli, mentre dava alla luce un figlio, morì a sua volta. Prima di morire, chiamò il bambino Icabod, che significa "La gloria si è allontanata da Israele", riferendosi alla perdita dell'Arca.
Nel "Testo della piramide", un antico documento, si parla di una scatola d'oro nella quale Ra, il primo re egiziano ripose un certo numero di oggetti  egiziani molto preziosi, così come "s' Archedda" Sarda, custodisce il prezioso corredo della sposa. 
Sull'Arca dell'Alleanza, vi erano due Cherubini d'oro a protezione del coperchio, tutto in oro, le cui ali quasi si sfiorano. 
L'Arca era la manifestazione vivente del potere divino. 
Il potere che scaturiva dall'Arca in oro, deriva da quell'arco di luce che si creava dall'estremità di un ala all'altra, dei due Cherubini che stavano accoccolati sul coperchio  dal vano contenitore.
Una specie di luce ed energia, un arcobaleno, un arco elettrico, che distoglieva qualsiasi inconsapevole ad accostarsi all'Arca, senza prima aver fatto un percorso iniziatico, senza essere meritevole  di conoscerne il contenuto prezioso. 
Si narra che chiunque tentasse di forzarlo morisse bruciato e folgorato. 
[...] Grande potere quindi, della simbologia dell' Arca dell'Alleanza, che è rimasta anche nella simbologia rappresentata nella cassapanca sarda.
La pavoncella guardiane della cassapanca come due i Cherubini, l'ariete simbolo di investitura ai percorsi iniziatici sin da tempi di Mosè. 
Perché l'Arca è come un grembo.
L' Antico sapere. La Sophia. 
Sapere che si tramanda attraverso l'Acqua, il liquido amniotico della memoria.

Abbiamo detto  che l'Arca dell'Alleanza, era considerata come un contenitore di un sapere, di un percorso iniziatico che segue una precisa  traiettoria, un preciso percorso. 
[...] La forma concava delle due  Lame unite, sembra un contenitore ma anche un arco, e se unita ad un' altra contrapposta, come in uno specchio, descrive perfettamente  un'ogiva, quello che si crea nella perfezione  della Vesica Piscis. 
Quell'ogiva che rappresenta la Vesica Piscis delle due polarità.
In alcune rappresentazioni, come questa che ho scelto, l'Arca dell'Alleanza sembra una navicella Shardana, con la sua forma a Vesica Piscis.
La  Dea Alata primordiale, come le ali dei due Cherubini sul coperchio dell'Arca.
Le due polarità mercuriali.
Mercurio, che è l'elemento trasformante per eccellenza, ma non solo. 
Mercurio è lo Psicopompo, colui che può passare dal Regno dei vivi al Regno dei morti,  colui che accompagna i defunti nel regno dei morti. 
Il Mercurio, energia del Femminino.
Come fanno la Janas nelle loro Domus de Janas
Le Janas traghettano in un'altra dimensione.
S' Archedda che custodisce un percorso di vita sulla terra. 
Ma anche quella che custodiva gli antichi tesori segreti e preziosi delle Janas, si narra, i loro preziosi manufatti dai fili d' Oro. 
Arca dell'Alleanza che custodisce i segreti di un percorso iniziatico, ai quali pochi possono accedere, altrimenti si resta folgoranti, ustionati, accecati. 
Perche ci vuole maestria per saper gestire il Sacro Fuoco della Conoscenza. 
Se usato male, può bruciare, o può accecare
"S'arca", che  in sé acquisisce la presenza del Sacro, perché è un mezzo simbolico, "s'arca/sacra", un'imbarcazione che porta in un'altra dimensione, che porta ad una conoscenza Superiore spirituale. 
E in questa ottica si capisce allora come  in molte Domus de Janas, abbiamo come soffitto il fondo di una barca, come uno sterno "carena/" sa carena", sterno in sardo( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/01/le-domus-de-janas-non-sono-capanne.html)
Sterno che ospita e genera il Soffio Divino della rinascita, talmente importante, da essere istituzionalizzato da Numa Pompilio ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/i-flamen-dialis-de-sa-carena.html)
Arca dell'Alleanza e celebrazione dei Defunti, rappresentano un ponte, un arco, tra i due ordini della realtà.
Un ponte tra Divino e Umano, per L'Arca, e un ponte tra Vita e morte per la celebrazione dei defunti, che sono invece, abitualmente separati da un confine invalicabile e a tratti pericoloso, che esige rispetto e onore, in quanto dimensioni, entrambe, che contengono un potere sacro.
In entrambe viene offerto il grande potere, relazionandosi con esse, del negoziare la relazione, lo scambio tra i viventi e la forza trascendente di Dio e degli Antenati, stabilendo, sancendo ancora una volta quell'alleanza, quell'accordo, quella concordia primordiale.
Sono Archetipi universali, impiantati in forme strutturali diverse, ma semanticamente analoghe.
Inoltre veicolano il doppio potere della vittoria, o della distruzione, per chi onora o disonora queste due dimensioni sacre.
La celebrazione di entrambe, tiene in piedi l'arco dell'Alleanza, dell'armonia
La celebrazione gestisce questo potere duale, placando gli spiriti pericolosi e onorando quelli benevoli.
La simbologia dell'acacia, lega entrambe, attraverso quella figura del Femminino di cui l'acacia è custode, e che si manifesta, nella nostra tradizione sarda, attraverso questa figura particolare "de S'Aconcordia, che onora i suoi antenati defunti, apportando protezione, giustizia, verità.
Concordia, appunto.

Tiziana Fenu
©®Diritti intellettuali riservati
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Nell'immagine
L'Arca dell'Alleanza sostenuta dai Cherubini, dalla semi-cupola dell'abside orientale dell'Oratorio di Teodulfo, Germigny-Des-Prés, Francia.



 Sa Concordia /Arca Alleanza





💙Cometa 31/Atlas

 Mi hanno chiesto in privato di parlare della cometa di cui tanto si parla.

3I/ATLAS, nota anche come C/2025 N1
Non ne parlo, perché energeticamente non mi trasmette niente
Posso solo fare una mia interpretazione in termini archetipali e numerologici, ma non trovo nessun trasporto nell'indagare ulteriormente.
Non si aggancia proprio alle mie frequenze.
Quando sentivo risonanza, lo sapete, ho sempre approfondito nei miei scritti.
A livello ghematrico, abbiamo tre analisi
Ghematria ebraica /inglese /semplice
Atlas
212 = 5
318 = 12= 3
53= 8

Tot. 8/8= 16
Sacro Archetipo Ebraico Ayin, funzione corrispondenza.
L'occhio divino, la Sorgente.
Arcano Maggiore XVI della Torre.
Un grande occhio obliquo, come se osservasse ad occhio socchiuso.
Siamo sotto osservazione anche attraverso e soprattutto questo evento, mistificato e spacciato per naturale.
La Torre.
Ormai va a fuoco tutto il costrutto.
Non si salva niente.
È tutto e il contrario di tutto.
Restano le fondamenta.
Le radici.
Noi.
Ciò che è ancora intonso e può riprendere a nuova vita.
Ciò che non si vede all'esterno, ma che sta radicalizzando sempre più in profondità.
Come ho sempre detto, il volo non è nel ramo da cui si spicca il volo, ma dalla forza delle ali.
E quando sono interiorizzate, possono anche capitozzare tutto.
La nostra Dimora è con Noi.
In Noi.

31 = 4
La dimensione terrena
Archetipo Dalet, la porta, il passaggio.
Un passaggio stretto, uterino, come la stessa conformazione di questa strana cometa.
Arcano Maggiore IV Imperatore
Come ho già scritto stamane, imperiorizzare corrisponde a interiorizzare.
Tu sei il tuo Regno.
Tu sei il tuo Branco.
Tu sei il tuo stesso ramo di volo.
E puoi volare anche dalle Radici, capovolgendo.
Facendone Fronde.

E infine, cometa.
189= 9/9= 18= 9
342= 9
57= 12= 3
Tot 21= 3

9, anno 9
Sacro Archetipo Teth, la Sophia Superna.
La gestazione a termine
12, trovato anche prima.
Lamed, la prova, la misura. Il parametro.
È una prova.
L'ennesima.
Arcano Maggiore XII dell'Appeso
Cambiare prospettiva, aiuta a VEDERE.
Il totale è un 3.
La creazione.
Dimensione della Partenogenesi.
Autoricrearsi continuamente
La Ghimel, funzione rotazione.
Si ruota, si solca in creazione.
Ma il perno è il nostro baricentro, sempre.
Arcano Maggiore III dell'Imperatrice, che, energeticamente, ha più valore dell'Imperatore, gli sta un passo davanti, perché le è già connaturata in sé, in modo naturale, la dimensione della Creazione.
Come ho già scritto in un altro mio approfondimento, è stata ingannevole anche la storiella dei tre Re Magi che seguirono la stella cometa
Dal mio scritto
https://maldalchimia.blogspot.com/2025/10/costellazione-dei-pesci.html?m=0

"Siamo nel VII sec. aC. 

I re Magi, che erano Astronomi, seguirono la stella che indicava loro la nascita del re dei Giudei, il Cristo. 
Alcune fonti parlano della morte di Erode in concomitanza con con un'eclissi totale di luna, avvenuta nella notte del 12 marzo del 4 aC, a cui segue la Pasqua, l'11 aprile. 
A Erode fu ordinata una strage di bambini sotto i due anni, per sventare il pericolo del "nuovo re dei Giudei". 
Quindi Cristo, sarebbe nato tra il VII e V sec aC, non nell'anno 0.
E anche la rappresentazione della cometa, è tardiva, risale al XII secolo dC, in periodo pre-rinascimentale. 
Si accosto' la figura della cometa, alla stella che i Re Magi, dall'Oriente, l'avevano seguita fino a Betlemme, solo perché le comete erano associate alle forze distruttrici e portatrici di sventure. 
Una cometa ben visibile, la cometa di Haley, risulto' visibile, in perielio, quindi molto vicino alla terra, soltanto nel 12 aC, quindi si esclude che possa essersi trattato della stella cometa di Betlemme. 
Quello che i re Magi avevano visto, molti studiosi, sostengono sia stata una straordinaria  congiunzione tra Giove e Saturno, sotto il segno dei Pesci, nel 7 aC. 
Astrologicamente, il segno dei Pesci, è proprio associato alla Palestina. 
Ciò che viene festeggiato come la nascita del Cristo, il 25 dicembre, ha la sua radice negli antichi festeggiamenti del calendario romano, tre giorni dopo il solstizio d'inverno. 
Era la celebrazione del 
Dies Solis invicti Natalis, che celebrava la nascita del Sole, che solo nel 336 d.C. fu trasformata nella festa cristiana con l'attuale significato del Natale. 
Nel fine maggio del 7 aC, abbiamo, da un lato, Giuseppe e Maria in viaggio verso Betlemme, e, dall'altro lato i re Magi, che si spostano verso ovest, guidati da questa straordinaria congiunzione Giove-Saturno, nella costellazione dei Pesci, e arrivano a Gerusalemme quando la costellazione dei Pesci è alta nel cielo, quindi verso settembre"
Mistificazioni.
Servite poi, ad impianto in registri già programmati entro certe variabili già decise.
Finche non ci renderemo conto, che siamo Noi, la Variabile.

Con infinita gratitudine sempre
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💙Solo l'Oro, si può trasformare

 Solo l'Oro si può trasformare in altro Oro.

Sei Oro potenziale. 

Interiorizza. 

Imperiorizza.. 

L'immagine che tu vedi allo specchio è il riflesso catturato dalla retina, capovolto. 

È meccanica. 

È il cervello, a ribaltare le immagini, per vederle nella giusta prospettiva. 

È Sapienza. 

Il focalizzare sull'esterno, fa perdere di vista, letteralmente, ciò che è già, da sempre, il Sapere di Me. 

In Potenza. 

In Manifestazione. 

Solo l'Oro può trasformarsi in altro Oro. 


Tiziana Fenu

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Solo l'Oro si può trasformare in





Tiziana Fenu

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mercoledì, ottobre 29, 2025

💛Archetipo 16 Goni/cimatica /Dilwara

 Prima immagine. 

Il soffitto del tempio giainistico, Dilwara. 


Dilwara è in India, e sapete bene dai miei scritti che ho trovato elementi in comune 

( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/pozzo-sacro-di-dholavira-india.html?m=0

https://maldalchimia.blogspot.com/2025/07/scacchiera-indiascacchiera-pubusattile.html?m=0

https://maldalchimia.blogspot.com/2022/01/labirinto-india-benettutti.html?m=0

https://maldalchimia.blogspot.com/2024/05/pozzo-santa-cristina-pozzo-indiabadlapur.html?m=0) 

Seconda immagine. 

Una fotografia cimatica dell'acqua con geometrie simili.

Terza immagine 

La Tomba  II, a circolo, di Goni,  Sardegna, sulla quale  ho già approfondito svariate volte

Da Goni, il Gone della vita 

( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/goni-il-gone-della-vita.html?m=0) 

Goni, orientamenti equinoziali e solstiziali 

( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/goni-equinozi-e-solstizi-ciotola-goni.html?m=0) 

La ciotola di Goni

( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/un-mio-post-condiviso-e-commentato-in.html?m=0) 

Orientamenti cardinali 

(https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/orientamenti-tombe-e-menhir-pranu.html?m=0) 

e l'associazione Goni/Atlantide /Israele, sito di Rujm el-Hiri

(  https://maldalchimia.blogspot.com/2025/01/goni-atlantide-israele.html?m=0) rubata e copiata proprio oggi, dal "sapete chi". 

16 sezioni

Come le 16 sezioni della cupola di San Pietro, di cui ho già scritto( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/06/la-cupola-di-san-pietro-e-il-sacro-16.html?m=0) 

La Tomba II di Goni  appartiene alla Cultura di Ozieri (o San Michele), che si sviluppò in Sardegna durante il Neolitico Recente e l'Eneolitico (circa 3200 - 2800 a.C.).

Tre cerchi concentrici e  la sepoltura vera e propria, spesso una cista litica (una scatola di pietra) o un dolmen.

La tomba principale (la più grande e centrale) è circondata da un cerchio di pietre infisse nel terreno (il "circolo" vero e proprio). 

Questo cerchio è composto da esattamente 16 pietre monolitiche.

Questo non è un caso. L'architettura delle tombe prenuragiche non era casuale, ma rispecchiava una visione del mondo, credenze religiose e conoscenze astronomiche.

Il numero 16 potrebbe essere in relazione con i cicli lunari. 

Un ciclo lunare (lunazione) dura circa 29,5 giorni. Dividendo idealmente il ciclo in due metà (luna crescente e calante) si ottengono due periodi di circa 15 giorni. 

Il 16 potrebbe rappresentare simbolicamente il completamento di una fase e l'inizio della successiva, un richiamo al ciclo di morte e rinascita.

Potrebbe anche essere un multiplo (8x2) o una suddivisione di un ciclo calendariale più ampio, utilizzato per regolare le attività agricole e rituali.

Il cerchio con 16 pietre permette una suddivisione geometrica dello spazio in settori abbastanza precisi. 

Infatti abbiamo 4 settori 

Il 16 l' ho trovato anche, come modulo, in alcune padelle cicladiche 

Dal mio scritto 

https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/padelle-cicladiche.html?m=0

"Il numero 16, oltre che fare riferimento al sedicesimo Sacro Archetipo Ebraico Ayin, con funzione corrispondenza, tra umano e divino, sottolinea come, in epoche che si avvicinano al neolitico  l'anno calendariale solare fosse costituito da 16 mesi.

I 16 mesi erano ciò su cui si basava il “calendario delle tombe a corridoio”.

Si scompone l'anno solare in 4, poi in 8 e infine in 16.

Se notate, anche gli strani "orologi" degli Apkalli, hanno spesso una suddivisione in 16 porzioni, numero 16 che ha un importante significato alchemico ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/04/rosone-scintoista-apkalli.html?m=0)

16 mesi composti da 4 settimane ciascuno e queste 4 settimane hanno 5 giorni ciascuno.

[...] Considerando che la civiltà cicladica è pelasgica, e che gli Antichi Sardi sono pelasgici, considerando la presenza di Tombe a corridoio nella nostra Antica Civiltà Sarda ( le Tombe dei Giganti sono a corridoio), e che padelle cicladiche sono state ritrovate per lo più in Tombe a corridoio, capite bene il sincretismo che può esserci stato tra simbolismo sardo e Cicladi.

Questa padella in particolare, presenta, oltre che quasi gli stessi simboli dell'altra, dei simbolismi aggiuntivi, che mi fanno affermare con certezza che si tratti di un calendario gestazionale, con i mesi parametrati agli antichi calendari di 16 mesi delle Tombe a corridoio"


Ho ritrovato la stessa simbologia del 16 in un antico reperto di Nurdole ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/pintadere-pendente-nurdole.html?m=0) 


Un numero 16 importantissimo, in ogni cultura 

Dal mio scritto 

( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/05/rosone-scintoista.html?m=0) 

Il 16 rappresenta il Sacro Archetipo Ebraico Ayin. 

Un Archetipo molto simbolico, che è il principio universale dell'ermetismo :"come sopra, sotto", infatti avendo come funzione "corrispondenza", indica corrispondenza tra il piano materiale e quello spirituale, con dei Kami, delle divinità, che si manifestano nella natura, come la dea del Sole Amaterasu. 

Simboleggia anche l'Occhio Divino, la Sorgente della luce, che fin dalle antiche civiltà, a livello costruttivo e architettonico, è stato rappresentato dal foro apicale, dall'oculus, dal quale entra la luce, la manifestazione divina, che trasfigura la materia in "corpo di luce"

È ciò che avviene anche nei nostri nuraghi, dotati di un oculus e di "occhi di luce" ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/06/trasfigurazione-solstizio-estivo-2023.html?m=0)

Nelle architetture più recenti, come chiese e cattedrali, queste configurazioni della Geometria Sacra, sono rimaste nelle Conformazioni felle cupole di chiese e cattedrali, spesso con 8/16 spicchi, e relativi "occhi di luce", le finestrelle, e nei rosoni con vetri istoriati, dei veri e propri catalizzatori di energia, che riprendono gli schemi della cimatica, così come i nostri nuraghi, millenni fa ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/10/nuraghi-e-cimatica.html?m=0 /. https://maldalchimia.blogspot.com/2024/03/nuraghe-surakidecagono-radiostesia.html?m=0)

I nuraghi come riflesso della frequenza della musica delle sfere, così come le cupole, i rosoni ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/05/i-nuraghi-riflesso-dellarmonia-musicale.html?m=0) 

I luoghi sacri dello Scintoismo, si manifestano attraverso delle porte, dei portali, detti Torii, che hanno la stessa conformazione di alcune protomi "taurine", che comunque simboleggia un'energia solare, necessaria a fecondare la terra, per la rinascita dopo la morte, o per la guarigione, come la stessa Dea Amaterasu, estremamente allungate, che si trovano dentro le nostre antichissime Domus De Janas, qui in Sardegna, come avevo già approfondito

(https://maldalchimia.blogspot.com/2023/02/spada-gigante-in-giappone.html?m=0

https://maldalchimia.blogspot.com/2024/02/torii-giapponesi-domus-de-janas.html?m=0) A dimostrazione, del fatto, che certi Archetipi, sono comuni ad ogni cultura e civiltà, pur differenziandosi attraverso diverse simbologie.

[...] Sedicesimo Sacro Archetipo Ebraico (essendo Archetipi, hanno valenza universale), Ayin, funzione corrispondenza, Arcano Maggiore XVI,  la Torre, la propensione umana a creare connessione con il divino"


E nella nostra Antica Civiltà Sarda, la connessione con il Divino era il veicolo principale di espressione e manifestazione. 


Tiziana Fenu 

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Archetipo 16 Goni/cimatica /Dilwara







💙Shamain

 

Tra Venerdì 31 ottobre, con luna crescente in Pesci e sabato 1 novembre,
in attesa della Luna piena in Toro, di mercoledì 5 novembre, abbiamo il passaggio della celebrazione dello Shamain, considerato il Capodanno celtico.
Rappresenta il tempo del raccoglimento, della discesa nel nostro intimo grembo, come Semi.
Come potenzialità.
Come Intento.
Come Silenzio.
Come Vibrazione.
Per questi due giorni siamo  guidati dai due Archetipi, il quattordicesimo, la Nun, con funzione trasformazione, correlato all'Arcano Maggiore della Temperanza e il dodicesimo, la Lamed, con funzione misura, correlato all'Arcano Maggiore XII dell'Appeso.
Questi Archetipi e questi Arcani Maggiori, smuovono energie molto potenti, coinvolgendo una Luna crescente in Pesci, segno d'acqua, che si accorda al segno dello Scorpione, altro segno d'acqua.
Un passaggio, quindi, amniotico, considerando che anche la Nun del 31, rappresenta le acque amniotiche trasmutatrici
Una celebrazione che vede Ecate come guardiana della soglia, tra il mondo dei vivi e il mondo dei morti, assimilabile a quella Dea Egizia Heket dalla testa di rana, che ho avuto già occasione di nominare nei miei post, in quanto legata alla simbologia delle acque, del girino e del Seme, qui in Sardegna, che è, essa stessa, il simbolo del Seme, dello stato embrionale, pronto a germogliare.
Questo passaggio di Samhain proprio con Luna in Pesci, indica benissimo il tipo di passaggio amniotico al quale ci stiamo preparando.
È un passaggio in solitaria, nel profondo abisso delle nostre verità.
Ribaltati come un calzino.
Come l'Appeso.
Abbiamo imparato.
A viaggiare leggeri.
A viaggiare da soli.
Entriamo, in questi due giorni, nel nostro intimo nucleo, nel nostro Grembo.

Il velo che si assottiglia, nella dimensione degli antenati, dei morti, dovrebbe consentirci di aprire una dialettica di pacificazione anche embrionale, amniotica, con i nostri cari. 

Il Seme che ora scende in raccoglimento, in solitudine, oltre la coltre fredda della Terra, in questo passaggio tutto nella dimensione dell'acqua, dello Scorpione, come si sta manifestando anche con le intense piogge, che siano innescate o meno, artificialmente, è il messaggio che veicolano, ad essere importante, in questo passaggio contrassegnato proprio dall'elemento Acqua dello Scorpione. 


Un'acqua profonda, trasmutativa, di vita e di morte al contempo, similabile, per simbologia, all'acqua dei diluvi che hanno contrassegnato dei passaggi importantissimi nella storia dell'umanità, testimoniati trasversalmente in ogni civiltà,


nella sublimazione del nostro "Sacri-ficio", del nostro renderci Sacri", pronti al passaggio di germinazione, e in piena Presenza di sé stessi. 


Pronti per essere Seme, integro, energia potenziale che irradia calore, vita, conoscenza dalla propria Luce interiore. 


Che non teme le circostanze, il terreno avverso, perché è già Grembo e Seme di per sé. 


Lo Scorpione, è legato al Femminino. 


Al Femminino Monadico, il grande Grembo, che spesso non riconosciamo, perché porta in sé anche quell'ombra che preferiamo tacitare o ignorare, ma che inevitabilmente, ci scaraventa nel nostro stesso grembo, con fermezza e dolcezza. 


Per farci vedere. 


Per riconoscerci dove non immaginiamo. 


Ci viene chiesto di scendere in profondità, nel limbo della nostra stessa decomposizione, come le foglie autunnali che marciscono dopo la loro caduta. 


In un'acqua che, in un segno d'acqua come lo Scorpione, non è limpida, ma torbida, poiché implica una trasformazione profonda, paludosa, invisibile in superficie, dove tutto si compie al buio, soli con noi stessi.

La divinità rappresentata dallo scorpione, presso gli Antichi Egizi, era Selkhet, divinità funeraria, Custode della vita e della morte, come ho scritto altre volte. 


E gli Scorpioni, 7 Scorpioni, erano i custodi di Iside, il Sole Nero, il Sole dietro il Sole, Saturno, proprio perché era preziosa. 


L'Iside Velata, quella che si rivela attraverso il percorso iniziatico dell'apertura dei 7 chakra, che possono essere abissi e vette, lo sappiamo bene. 
A favorire questa discesa nel nostro personale Ade di trasformazione,  è l'energia di entrambi questi Archetipi, la Nun di trasformazione e la Lamed della misura, del "quanto valiamo".
Del valore che diamo Inanzittutto a noi stessi.
Per rinascere continuamente.
Per cambiare prospettiva, che solo i percorsi liminali, quelli sui crinali che spesso non osiamo percorrere, ci danno la possibilità di ribaltare l'energia.
Di giocare con essa.
Di farne fonte, piuttosto che stagnazione.
Si nasce a testa in giù.
È la posizione naturale della nascita.
E a testa in giù, avviene la spoliazione del superfluo.
Si svuotano le tasche.
Si svuotano i pensieri

Trasmutare il Seme in Germoglio. 
Cogliere l'umidità e il buio del terreno, come nutrimento, non come possibile fonte di stagnazione, di muffa, di relegazione. 

Stiamo finendo di attraversare il mese di Ottobre, contrassegnato, come ho già approndito, dall'energia del Mastro del Cuore, detto anche il Sutra del Cuore. 

L'oltrepassare il limite, la discesa nel buio, è la nostra possibilità di risalita. 

Trovare la vita anche nella dimensione della morte. 
È l'accensione del nostro falò, del nostro Fuoco Sacro. 
Sempre vivo, sempre ardente. 
Viaggiatori tra le dimensioni. 
Tra la vita e la morte. 
Tra la luce e il buio. 
Tra l'essere e l'apparire. 
In una parabola circolare che bypassa la linearità della dimensione terrena. 

La dimensione ideale per ritrovare il nostro equilibrio interiore,

Nel buio che custodisce, che funge da Athanor alchemico, per la trasformazione, il passaggio.  
Un buio uterino, gravido e fertile, che implica con sé, il concetto di Morte.

Il velo si assottiglia.
Come una placenta attraverso la quale scorgere nuove prospettive e possibilità.
Fidarsi è anche Con-fidarsi
Fidarsi con.
Fidarsi dell'Universo.
Se guardiamo avanti.
Se ci relazioniamo con la sua Sacra Energia di espansione, bellezza e verità.
Il resto, resta.
Resta al palo.
A fare sempre gli stessi giri.
Fino a solcare profondità che calamitano verso il basso.
E in questo periodo si sentono in modo particolare.
Sono limbi che vanno spezzati, bypassati, come la connessione con ciò che è già stato karmicamente, energeticamente, a livello genealogico.

Il Seme che ora scende in raccoglimento, in solitudine, oltre la coltre fredda della Terra, in questo passaggio totalmente amniotico  pronti al passaggio di germinazione, è in piena Presenza di sé stessi.
È pronto per essere Seme, integro, energia potenziale che irradia calore, vita, conoscenza dalla propria Luce interiore.
Della propria Misura e Valore.
Il fegato è l'organo dove arriva più sangue, dove si può appesantire energeticamente tutto il corpo, con energie basse che stagnano ( essere verdi dalla rabbia, o dall'invidia, è un tipico modo di dire) o si può trasmutare energeticamente e alleggerire, facendo scendere queste emozioni, dal verde Puro e trasmutante del chakra del Cuore, fino al verde stagnante, livoroso, del Fegato
Da liver( fegato in inglese) a lover ( colui che ama, in inglese)
Capovolgendo, ribaltando la situazione, la prospettiva.
Nutrendo, come fresca rugiada, anche ciò che stagna.
Trasmutare il Seme in Germoglio.
Cogliere l'umidità e il buio del terreno, come nutrimento, non come possibile fonte di stagnazione, di muffa, di relegazione.
L'oltrepassare il limite, la discesa nel buio, è la nostra possibilità di risalita.
Trovare la vita anche nella dimensione della morte.
È l'accensione del nostro falò, del nostro Fuoco Sacro.
Sempre vivo, sempre ardente.
Viaggiatori tra le dimensioni.
Tra la vita e la morte.
Tra la luce e il buio.
Tra l'essere e l'apparire.
In una parabola circolare che bypassa la linearità della dimensione terrena.
Sulle spirali dell'evoluzione.
In bilico tra vita e morte.
Sempre in rinascita.
Con infinita gratitudine sempre.

Tiziana Fenu
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Shamain  


💛Simbolismo zucca/Mundus Patet

 

Il simbolismo della zucca, come ho scritto ieri, è profondamente radicato nella dimensione agricola, legato all'abbondanza e alla dimensione dell'acqua, visto che i crani vuoti ribaltati e riempiti di acqua erano usati come offerte votive per ingraziarsi le divinità della pioggia, compreso il nostro Dio Maimone.
Poi le zucche, intagliate e illuminate dall'interno, hanno soppiantato questa antica usanza e sono diventate il simbolo della rinascita, portatrici di luce.
Un passaggio metaforico dall'oscurita alla luce.
I bambini che per la celebrazione di Tutti i Morti , vanno in giro a chiedere offerte e doni, "Is Paixeddasa", rappresentano la luce, rispetto alle tenebre del mondo dei morti, e solo loro possono trovare con esso, quel punto di equilibrio giocoso e puro, che sia di canale e comunicazione con loro, intagliandosi  e svuotandosi da soli le zucche, anticamente, per portarle in giro per la "questua" , e riempirle di delizie per loro e per i morti, in condivisione.
Sapendo che in  esse,  svuotate, dimoravano le anime dei morti, e infatti le zucche svuotate e intagliate  erano chiamate, e ancora oggi, specie nella zona della Barbagia," sa crucuriga a forma conch'e mortu", la "zucca  a forma di testa di morto".
La zucca come simbolo di trasformazione e rinascita, come la zucca trasformata in cocchio d'oro nella favola di Cenerentola, dove i semi della zucca, sono un simbolo di resurrezione, cioè di passaggio dalla luna nera  alla luna piena, e tracciano il sentiero che, dagli inferi bui del periodo gelido, conduce al cielo luminoso della primavera e dell' estate, con il suo giallo oro che ricorda il sole.
Nell’antica Grecia era adorata una divinità delle zucche,  chiamata Kolokasia Athenai, quindi con  riferimento non solo alla dea Atena, ma anche alla Luna e agli influssi che essa esercita sui cicli di produzione della Terra.
Non è dunque casuale lo stretto legame tra questo frutto mitico e la Grande Madre Terra, Demetra /Cerere, archetipo per eccellenza, dispensatrice di cibo e, in quanto tale, simbolo di abbondanza, di fertilità e di ricchezza.
Le" animeddasa", quindi, sono le zucche svuotate, le rappresentanti, in piccolo, delle anime dei morti.
La dea delle zucche in ambito greco, era Kolokasia Athenai, adorata nel I sec nella città ellenica di Sicione, ed era un aspetto della Grande Madre, un aspetto di Atena.
A Titane [Sikyonia] c'era anche un santuario di Atena, nel quale portavano l'immagine di Koronis [madre di Asclepio]. In esso si trova un'antica figura lignea di Atena.
Il termine "Kolokasia" (κολοκασία) significa "del colcasio" o "relativa al taro", Colocasia esculenta, una pianta con un tubero commestibile simile alla patata, poi assimilato dalla simbologia della zucca.
Lo storico Pausania nel suo "Periegesi della Grecia", narra che un uomo di nome Kolone, che dava il nome alla località, ricevette un oracolo che gli ordinò di fondare una città nel luogo in cui una pianta di taro (kolokasion) sarebbe spuntata dal terreno in un modo insolito. Mentre era in viaggio per mare, Kolone fece scalo sulle coste dell'Attica. Qui, per caso, vide una pianta di taro che era cresciuta attraverso lo scafo della sua nave. Questo evento straordinario e incontrovertibile corrispondeva esattamente alla profezia dell'oracolo
Riconoscendo il segno divino, Kolone fondò in quel preciso punto una città, che chiamò Kolone. Per ringraziare la dea della saggezza e della strategia, che evidentemente aveva guidato il viaggio e il prodigio, eresse un tempio in onore di Atena e le diede l'epiteto "Kolokasia", in ricordo del tubero (il taro) che aveva indicato il luogo.
Il tubero che cresce nello scafo della nave, rimanda ad Atena, e agli Argonauti, che ha tessuto con le proprie mani le vele, e ha fatto tagliare l’albero di prua da una delle querce orscolanti sacre di Dodona, le quali hanno la facoltà di parlare e di conoscere il futuro. Un tale albero di prua era quindi  molto utile agli Argonauti per dirigere bene la rotta( ho approfondito nel mio scritto https://maldalchimia.blogspot.com/2025/07/gli-argonauti.html?m=0)
Atena, che, non dimentichiamoci, nasce dalla testa di Zeus, quindi correlata al simbolismo della testa di zucca.
Ne ho parlato in un mio scritto
https://maldalchimia.blogspot.com/2025/06/athena-ulisse-e-il-ramo-biforcuto.html?m=0
"Questo mi ha fatto pensare al mito di Minerva romana/Athena greca, che nasce dalla testa di Zeus.
La sua figlia prediletta, per via della sua sua saggezza, intelligenza e perché era una guerriera.
Ma nasce da una sfida, da cui esce vincitrice.
Figlia di Zeus e Metis( figlia di Oceano e Teti),a Zeus era stato oracolato che Metis, fedele consigliera di Zeus, quindi, testa pensante e attiva di Zeus, che, diciamocelo, era un filino "scapestrato", avrebbe dato alla luce un figlio più potente del padre destinato a spodestarlo.
Metis è un'Oceanina, figlia di Oceano e Teti,  personificazione della saggezza e dell'intelligenza astuta.
Chiusa per sempre al suo interno, Metis trasmetterà a Zeus la conoscenza esatta degli eventi incerti, del futuro, della giusta condotta per essere in tutto e per tutto il re degli dèi.
Metis è la qualità mentale e pratica fondamentale del portare a termine le operazioni lavorative più complesse.
È discernimento.
Metis, la radice fonetica di meticolosita', di perfezione, come il nostro Archetipo Resh, con funzione "perfezionante".
Zeus, allora, spaventato dalla profezia, con l'inganno, convinse Metis a tramutarsi in una mosca, secondo alcune versioni, mentre in altre, riporta che venne trasformata in una goccia d'acqua, un'acqua che si "adatta" a qualsiasi contesto, e la ingoiò.
Ma la dea continuò la sua gestazione all’interno di Zeus e, a suon di colpi di martello, cominciò a creare un’armatura per la figlia.
I colpi erano così rumorosi e incessanti che, al momento del parto, Zeus avvertì dolori così strazianti e un mal di testa tanto insopportabile che chiese a Efesto, il fabbro divino, di spaccargli la testa con un’ascia bipenne, simbolica, visto che indica la sinergia degli Opposti.
Minerva nasce già adulta, sapiente e guerriera. armata di elmo, corazza, scudo e lancia.
Infinitamente astuta.
Nasce nella dimensione dell'Intelletto, che non è solo intelligenza umana, ma ne rappresenta l'Ottava superiore, quella che è in connessione con la nostra dimensione divina.
Athena che fece dono di un olivo, dalle infinite proprietà, alla città a lei dedicata, Atene.
Si diceva anche che la dea Atena avesse scolpito con il legno di quercia la polena parlante  della nave Argo sulla quale erano imbarcati gli Argonauti alla ricerca del vello d’oro, in viaggio verso la Colchide.
Simbolicamente, quindi Atena, come Via Maestra, portatrice di luce e conoscenza, di Sapienza.
Un'energia talmente potente, quella del Femminino rappresentato da Metis e da Athena, nella sua forma manifesta, che Zeus ne vuole acquisire la paternità, come una gestazione.
La nascita simbolica di Athena dalla testa di Zeus ci insegna che ciò che è di dimensione del Femminino, la gestazione viscerale, di pancia, non può essere acquisita o sostituita dal Mascolino"

Ma la zucca era usata anche per assicurare la gravidanza, come è scritto nel  Corpus Hippocraticum del 400 aC,
correlata anche al Dio Priapo, definito dai romani “custode ligneo delle zucche” nei Carmi Priapei.
Priapo legato alla dimensione della fertilità, delle lacrime della notte di San Lorenzo, che portano fertilità, alla dimensione itifallica rappresentata dal nostro dionisiaco bronzetto itifallico suonatore di Launeddas, argomento di cui ho già approfondito (https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/san-lorenzo-e-priapo.html?m=0).
San Lorenzo, collegato alla figura di Acca Laurentia, come ho approfondito ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/08/dea-acca-laurentiaaccabadorasan-lorenzo.html?m=0)
E Acca Laurentia, che viene identificata come colei che alleva i due gemelli Romolo e Remo, fondatori di Roma (https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/romolo-e-remo-e-acca-laurentia.html?m=0)
Roma che veniva fondata sul quadrato sacro del Mundus Patet del quale ho parlato( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/mundus-patet-romani-24-agosto.html?m=0) , che in epoca romana veniva celebrato anche l'8 novembre.
Era una connessione con la dimensione dei morti e antenati, che serviva a onorarli per benedire il Sacro spazio in cui veniva edificata la città.
Un Sacro Spazio benedetto da offerte di cibo, come è nella tradizione di tutti i morti e di prodotti della terra sacri a Demetra.
Veniva chiamato infatti anche Mundus Cereris
Quindi, come ho scritto nel mio precedente approfondimento( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/10/is-animeddas-parte-i.html?m=0), vi è una stretta correlazione tra Demetra/Cerere e celebrazione di Tutti i Morti.
Dal mio scritto
https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/mundus-patet-romani-24-agosto.html?m=0
"l'ingresso di questo spazio sacro, chiamato "lapis manalis" era chiamato la Porta dell'orco, attraverso le quali le divinità degli Inferi, dette Mani, penetravani nel mondo dei morti.
Da custode Sacro, come è rappresentato nel nostro Carrasegare sardo, che rappresenta una dimensione fortemente spirituale di iniziazione, a spauracchio per i bambini.
Una sorta di Omphalos che sigillava questo "pozzo" sacro, che veniva scavato come un solco circolare tracciato intorno alla fossa con un aratro, trainato da un bue e da una vacca  aggiogati, un solco che  rappresentava il perimetro delle mura della città.
Un solco fertile, il cui albero centrale diventava l'axis Mundi della città, protetto con una cinta muraria.
La Roma quadrata delle origini, nella cui simbologia della croce nel cerchio si intersecano le ancestrali simbologie della terra e del cielo.
La quadratura del cerchio.
Venivano piantati sopratutto cereali in onore di Cerere /Demetra
Cerere. C'era un legame fra Cerere e il mondo dei morti, sia come Dea della crescita, sia come Demetra.
Anche l'albero centrale ha a che fare con Cerere, e il periodo di Carnevale, si chiude proprio con il mercoledì delle Ceneri.
I Romani celebravano il ricordo dei defunti, in particolare tra il 13 e il 21 febbraio con i Parentalia e il Feralia (il giorno finale), durante i quali si onoravano i Mani (le anime dei defunti) con cerimonie e sacrifici.
Questo si ricollega al nostro Carrasegare sardo, di cui ho approfondito svariate volte, che rappresenta un profondo processo di purificazione, divinizzante ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/01/il-simbolismo-divinizzante-del.html?m=0)
Gli ultimi 4 giorni di ottobre in periodo romano erano dedicati ai festeggiamenti per Isia/Iside, inaugurati dalla celebrazione di Vertumni, per il 29 ottobre, detto anche Vortumnus, divinità di origine etrusca, probabilmente da Volsinii, che era la personificazione del cambiamento, dell'avvicendarsi delle stagioni.
Era il protettore della vegetazione.
Il promo novembre si celebrava il Kalendis Novembribus, banchetto sacro in onore di Giove, con una grande tavola imbandita.
Questo rimanda alla tradizione di imbandire la tavola per i defunti
In origine si sarebbe trattato di semplici offerte alla divinità, ma poi il re Numa avrebbe dettato precise disposizioni.
Numa Pompilio, il re sardo/etrusco, antico Kabiro sardo
( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/santuario-santa-vittoria-di-serri-numa.html?m=0/ https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/i-flamen-dialis-de-sa-carena.html?m=0)
Il primo 1 novembre, ancora celebrazioni per Isia
Inizia l' Inventio Osiridis, che  rappresentazione sacra in cui si ricordava l'uccisione del Dio, ad opera di Set, che lo chiuse in una bara e lo gettò nel fiume.
Iniziano le lamentazioni di iside, che per questo è chiamata " La Piagnona".
Questo è importantissimo, perché la tradizione de "is Attittadoras" delle lamentazioni funebri è strettamente legato alla nostra tradizione de Is animeddas del primo novembre. Ne ho parlato tempo fa nel mio scritto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/10/radici-della-tradizione-de-is-animeddas.html?m=0)
E infine, 7/8 novembre, il Mundus Patet.
Uno dei tre giorni in cui era aperto il mundus Cereris, terza festa degli Dei inferi. Nel comitium esisteva una apertura che metteva in comunicazione con il mondo infernale. L'apertura era chiusa dal lapis manalis.
Tre volte l'anno il lapis veniva sollevato: il 24 agosto, il 5 ottobre e l'8 novembre. Si trattava di una fossa posta nel santuario di Cerere e consacrata agli Dei Mani, che ha forma circolare, scavato al centro della città al congiungimento degli assi di decumano e cardo.
La fossa rimaneva chiusa per tutto l'anno ad eccezione dei tre giorni in cui mundus patet, il Mundus, è aperto. L'apertura del mundus metteva in comunicazione il mondo dei vivi e quello dei morti, il rito di apertura del mundus aveva un carattere ctonio con valenze anche agricole, in quanto Cerere non solo faceva crescere le messi ma era anche guardiana dei fenomeni tellurici e del mondo sotterraneo dei morti.
Nel "mundus patet" le anime dei defunti potevano ritornare nel mondo dei vivi e aggirarsi per la città. Era il giorno in cui le maghe praticavano i loro riti.

Sempre straordinarie correlazioni e rimandi, come ho sottolineato altre volte, tra le celebrazioni romane e le nostre celebrazioni sarde, da cui hanno pienamente attinto
Guardacaso la ierofania del 21 aprile nel pozzo di Santa Cristina, corrisponde alla data della fondazione di Roma ( approfondimenti https://maldalchimia.blogspot.com/2024/04/simbolismo-del-21-aprile-santa.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2023/05/21-aprile-natale-romano.html?m=0)
Il 24 agosto, tre giorni dopo la stessa manifestazione ierofanica del Santa Cristina, che è un Giorno legato anche alla nascita di Osiride, è l'altra data del Mundus Patet, insieme al 5 ottobre, data del Navigium Isidis ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/10/iside-afrodite-menat.html?m=0)
"Misteri ellenistici isiaci e osiridei, custoditi in sacre liturgie in lingua egizia sacerdotale, attraverso un formulario arcaico ritualistico.
Questi Misteri prevedevano una dimensione cultuale pubblica, attraverso due celebrazioni importanti
La prima è il Navigium Isidis, che inaugurava la navigazione in primavera, il 5 marzo.
La seconda, l'Inventio di Osiride, si ritualizzava tra il 29 ottobre e il primo novembre.
Sempre tutto estremamente collegato.
Prima immagine, un Mundus Patet, che sembra una struttura nuragica.
Ade, con la croce nel cerchio, signore del mondo dei morti.
La croce nel cerchio ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/01/la-simbologia-della-croce-nel-cerchio.html?m=0)
La quadratura del cerchio(  https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/la-scacchiera-di-pubusattile-e-la.html?m=0)
Concetti  archetipali della nostra Antica Civiltà Sarda

Tiziana Fenu
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Simbolismo zucca/Mundus Patet




martedì, ottobre 28, 2025

💛Is Animeddas Parte I

 Le radici ancestrali della tradizione de Is Animeddas sarde.

PARTE I

Delle Radici della  tradizione de " Is Animeddasa" nella cultura Sarda, ho iniziato a parlare già nel 2020( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/10/radici-della-tradizione-de-is-animeddas.html?m=0), argomento poi approfondito nel corso degli anni, che offre sempre nuovi spunti di approfondimenti, e che stavolta affronto in diversi scritti che si integrano comunque a vicenda.
Il 2 novembre  si celebra la giornata di Tutti i morti, che qui in Sardegna assume le caratteristiche di una tradizione che affonda le radici in epoche molto lontane.
La tradizione de "Is paixeddasa" , de "IS ANIMEDDAS ", de "su mortu mortu", de su "prugadoriu" ( dipende dalla zona, qui a San Sperate, le chiamiamo " Is paixeddasa"), prevede la raccolta di dolcetti, caramelle, melagrane e frutta secca, da parte dei bambini che passano di casa in casa per chiedere queste offerte per le anime del Purgatorio.
Quell'importante elemento conviviale e di condivisione, come può essere il CIBO, che lega il mondo dei vivi con quello dei morti.
In alcune zone si imbandisce  la tavola proprio tra  il 30 ottobre  e il 2 novembre, di notte, in modo che i morti possano simbolicamente beneficiare ancora di quell'amore che nel mondo dei vivi passa anche attraverso la preparazione del cibo.
Mondo dei morti, con i quali si deve mantenere un buon rapporto amorevole, deliziandoli con frutta secca dalla lunga conservazione, in particolare, melagrane, oppure noci e castagne, come si faceva un tempo, e acqua, che non deve mai mancare, elemento simbolico e alchemico di rinascita, di connessione, di trasmutazione e memoria amniotica e ancestrale.

MELAGRANA estremamente usata anche in Sardegna in rituali per la gestazione per la prosperità, con grandi proprietà astringenti ed emostatiche, oltre che  ad essere usata anche per colorare  le fibre.
Melagrana, che con il suo rosso scuro, è collegata anche al Mosto dell'uva, con il quale si prepara la saba/sapa , base indispensabile per i tipici dolci sardi per la festività di Tutti i Santi e Tutti i Morti, come il tipico "Pan'e saba" , come le pabassinas, e come is caschettas, e spesso si offriva, specie nella zona del nuorese, sa Pippiedda ‘e tùharu, una bambolina di pasta di semola e zucchero.
Dolci che simboleggiano un inno alla vita, e che nel contempo onorano la morte, poiché sono collegati al rosso del sangue, come fonte di vita.
Morte e sangue  rigeneratore, rappresentato dalle melagrane e dai dolci di sapa, affinché i morti  possano rigenerarsi simbolicamente nella dimensione dell'aldilà
Soprattutto la MELAGRANA, la mia preferita in assoluto, che con i suoi arilli color rubino, ricorda la fertilità della Dea Madre, il sangue mestruale che si moltiplica in tante gocce simboliche, fertili, considerata la frutta  del Sacro Femminino, rappresentata anche nei quadri.
Pare che all'interno contenga 613 semi, la cui somma totale fa 10 (6 + 1 + 3), il numero della perfezione Divina. Melagrana come simbolo di fertilità e prosperità, oltre che simbolo di vita oltre la morte.
La disgregazione in tanti piccoli semi porta altra vita, come lo smembramento del corpo di Osiride in 72 pezzi, che ha portato alla formazione della Spiga, la nuova vita dell'abbondanza.
Melagrana come simbolo di  gocce di sangue mestruale, che porta vita e amore, tant'è che era il simbolo di  Afrodite, la dea dell'amore.
Un frutto sacro anche a Persefone, la dea dell'oltretomba, poiché il sangue, può essere anche sangue di morte.
Melagrana come veicolo simbolico di trasmutazione.

Da noi, la melagrana ha l'arcaico significato di elemento. destrutturante che può ribaltare una situazione, da negativa, come può essere il rapimento e conseguente segregazione di Persefone nell'Ade, o la disperazione di Demetra per la  stessa figlia Persefone, legate comunque, metaforicamente, al ciclo delle stagioni, a positiva, fertile, produttiva.

Da noi, la SIMBOLOGIA della MELAGRANA è infatti legata alla dimensione della RISATA , dimensione in cui nacquero gli Dei.
Dal mio scritto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/06/la-risata-degli-dei-bauboabba.html?m=0)
"Qui in Sardegna si dice "s'arrisu e s'arenada, pigada e squartarada", che, tradotto, significa "la risata della melagrana, presa e sbattuta con violenza", questo, in modo che il frutto  si apra, e gli arilli fungano da elementi riproduttivi, moltiplicati all'infinito.
[...] Gli Dei nacquero da una risata". 
È grazie alla risata che la Dea Baubo sollecita in Demetra, mostrandole la vulva, grazie alla melagrana simbolica, presa, spaccata, come una fragorosa risata( la melagrana, quando è matura, si spacca in modo naturale) che viene distribuita in modo fertile e riproduttivo, senza essere centellinata e limitata ai 6 arilli, che simboleggiavano la possibilità di sopravvivenza ciclica di Persefone/Demetra. 
Il varco/portale
L'acqua
Il pozzo Sacro.

Demetra che siede, disperata, a piangere, su una PIETRA di CHIUSURA di un POZZO .
Pozzo, dimensione dell'acqua, del Grembo amniotico.
Dal mio scritto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/04/dea-baubopozzo-s-cristina.html?m=0) 

"Demetra porta in grembo Iacco, che, come dice prof. Dedola a riguardo, è il terzo nome del Dio sardiano, Iáccu, ed  è , senz’altro il più intrigante, anch’esso panmediterraneo. 
Íaccos, Ἴακχος
Ed è pure il nome solenne di Bacco (Diónisos) nei Misteri Eleusini. Ricordo il grido rituale in onore del Dio: Iacco!"
Quindi, la nascita del Sole/Iacco/Iaccu, è come se fosse stata benedetta dalla risata di Demetra, che ha squarciato l'inverno, in lutto per la perdita momentanea della figlia Persefone.
[...] S'Abba", Baubo, la Grande Vagina. 

Il Sacro Femminino. 
Se badate, la Dea Baubo, è rappresentata anche con una lira con 7 corde, il ciclo lunare, femminile
[...] Il riso ghignante, sardonico, di rinascita e immortalità, è d'altronde tipico della nostra Antica Civiltà Sarda, rappresentato nella nostra famosa Maschera ghignante di San Sperate ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/la-maschera-dellaldebaran-solare-di-san.html?m=0).

La correlazione tra la Dea Baubo e la celebrazione di tutti i morti è evidente.
Demetra si rifiuta di mangiare e bere per la perdita di Persefone.
La Dea Baubo è lo strumento energetico di questa metaforica sconfitta sulla morte.
Ribalta la situazione.
La morte viene sconfitta con il riprendere a bere e mangiare di Demetra.
Le OFFERTE di CIBO e BEVANDE che si fanno in onore dei morti per la notte del primo novembre.
Con il suo gesto apotropaico dell'anasirmia, scaccia l'energia mortifera, mostrando i genitali, simbolo di energia vitale.
Una catarsi liberatoria.
La Baubo, vecchia strega  aggrinzita e deforme, che suscita ilarità, ma proprio per questo ha il potere enorme della dissacrazione e dello sfregio alla morte.
La STREGA è una figura chiave proprio dei moderni Halloween.
Sono figure ribelli, forti, che sbeffeggiano e sfidano la morte.
Una figura che può essere paragonata alla dea celtica Cailleach, la strega dell'inverno.
La Baubo che offre vita, energia, risata, cibo e bevande, tra cui il cyceone, un miscuglio di acqua, farina e menta, che immediatamente connette Demetra al mondo dei vivi.

È esattamente la stessa connessione che si crea attraverso cibo e bevande lasciate la notte, per i morti.
La sconfitta della morte, la celebrazione della vita.
Sono elementi chiave degli antichi miti Eleusini.
"Scherzetto o dolcetto" non è solo un modo di dire.
È la catarsi della vittoria della vita sulla morte.
La risata dissacrante dello "scherzetto".
Il ribaltamento.

Dal mio scritto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/07/lammas.html?m=0)

"Un rituale dissacrante, di turpiloquio, tipico delle trasgressive feste delle TESMOFORIE in onore di DEMETRA . 

Le Tesmoforie si celebravano dall'11 al 13 del mese di Pianepsione ( ottobre/ novembre), ed erano state istituire dalla Dea Demetra dopo la discesa agli inferi, di Persefone, rapita con violenza da Ade, che trascino' con sé i maiali del pastore Eubuleo. 
[...]  lo stesso concetto di "molteplicità/sacrificio", di cui è veicolo anche la melagrana. Simboli sacri, spiga e melagrana, dei misteri dell'iniziazione ai cicli della vita, dei culti dionisiaci, dei misteri eleusini, di Iside, del culto di Demetra, che si ripete in epoche diverse, con "testimoni" diversi. 
Vi è infatti correlazione, tra questa festa del raccolto, del Solstizio estivo, in cui il Dio solare è al suo apice, per poi declinare e lasciare posto al Dio solare Bambino del solstizio invernale, e la simbologia equinoziale di Demetra /Core, la cui manifestazione, per quanto riguarda Demetra, e il figlio solare che porta in grembo, Iacco, è possibile grazie all'intervento della Dea Baubo, che funge da elemento equilibrante, equinoziale, trasmutante. 
Queste figure, sono tutte e tre legate da simboli che li accomunano, come la spiga, e il maiale/cinghiale, figura importante in Sardegna
[...] Un mito, scritto sul soffitto del cenotafio di Seti I ad Abido, in cui si narra come Nut, la dea del cielo, in sembianze di scrofa, divori i suoi stessi figli, cioè le stelle, e li partorisca nuovamente ogni notte ad oriente. 
Questo mito ha un parallelo nel mito greco di Era e di Crono. 
Crono, o Saturno, che ricordiamo, era il padre di Demetra"
Questa risata, equinoziale, equilibrante, rimette le cose al giusto posto, in una dimensione virtuale armoniosa, dove la vita si può creare, riproponendo quella dimensione perfetta, dell'età dell'Oro.
Anche Hator, regina del sicomoro meridionale, era chiamata  anche Hetepet, che viene tradotto come "vulva", signora della fecondità. 
La potenza della donna, non in senso sessuale, ma proprio riproduttivo, procreativo, rigenerante. 
Sono Dee legate al Femminino, all'acqua, al liquido amniotico della rinascita.

Maiale /Fiume/acqua
Alla Dea Baubo era sacro il maiale, tra l'altro, anche simbolo del dio Lughnasad, perché è una divinità legata alla Sardegna e agli antichi Tuatha de Danann, gli antichi Shardana celtici.
Dio solare che ha la stessa radice del nostro Logudoro, il Lugh d'oro
( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/01/il-lugh-d-oro-di-orotelli.html?m=0)
Lugh/laugh, ridere in inglese.
Ma sono tutte simbologie che poi ritroviamo nella ritualistica culmine del nostro Carrasegare sardo, l'apice dei riti di purificazione, trasmutazione e rigenerazione attraverso la simbologia dell'acqua e del fuoco, di cui ho approfondito svariate volte.

Anche tra la ZUCCA di Halloween e il corpo della Baubo, trovo una potente  correlazione archetipale.

Sono entrambi due contenitori di linfa vitale, di luce.
La Baubo, sapete bene che ha un corpo deforme, come una grande vagina che è "contenitore" di vita.
È una "testa/vagina", in cui le due dimensioni, relegate ad una separazione millenaria ( la donna è vagina per la riproduzione, l'uomo è testa per le attività di conquista e affermazione), discriminante per il Femminino, finalmente non solo si sovrappongono, ma si integrano.

Questo mi fa pensare a come chiamiamo in Sardegna la zucca.
Sa croccoriga.
Da un mio scritto, vediamo come vi è correlazione tra sa CROCCORIGA e i CROCICCHI di Ecate.
Tra Ecate, Baubo e Demetra, vi è una stretta correlazione, specialmente nel contesto dei Misteri Eleusini, che sono i Misteri legati proprio alla dimensione della Vita/Morte/Rinascita.
Sono le due forze che consentono la sconfitta della morte, il ritorno alla vita.
La Baubo come elemento dissacrante, destrutturante e ribaltante
La Dea Ecate, come psicopompo e custode delle dimensioni liminali, che accompagna e assiste Demetra con le sue torce e accompagna Persefone dall'Ade.

Dal mio scritto in correlazione "ZUCCA /CRANIO/ACQUA /MAIMONE.
https://maldalchimia.blogspot.com/2024/11/croccorigacrocicchiecatehalloween.html?m=0
"E, legato alla simbologia della zucca come un cranio, vi era un rito, sia in Sardegna che in Corsica: cioè quello prendere i CRANI dal cimitero PER FAR PIOVERE,  e il cranio in seguito venne sostituito da una ZUCCA INTAGLIATA .
Ed è per questo motivo che la ZUCCA , e quindi il CULTO dei MORTI, in un certo senso è legato anche al DIO MAIMONE, al dio della pioggia. "
La parola sarda" scroccorigau", derivante dal nome "croccoriga/croccorighedda" (zucca/zucchina), è una parola che indica una bocciatura a scuola, o più in generale, ad un esame.
Questo termine, legato alla zucca, lo lega concettualmente al fatto che la zucca abbia sostituito il cranio vuoto per assicurare fertilità e produttività nei campi.
Quindi "scroccorigau", rimanda metaforicamente al concetto dell'essere stati improduttivi e non fertili, come una zucca vuota, inutile.
Come un teschio senza più cervello.
È abituale anche il modo di dire, in italiano, "zuccone/a" per chi non eccelle in scaltrezza o viene bocciato agli esami.
Modi di dire, che  risalgono a questo antico rito sardo della "croccoriga", della zucca, intesa come un teschio "senza cervello".

Vorrei aggiungere che, simbolo di questa celebrazione dello SAMHAIN , è la DEA ECATE, custode della soglia, di questo passaggio, colei che ne detiene le chiavi.  
Ecate, di cui ho avuto modo di approfondire più volte
La signora dei noviluni e dei solstizi( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/06/dea-ecate-solstiziale.html?m=0) 
I crucivia di Ecate, erano appunto chiamati crocicchi,  zone di confine, limbiche, tra la vita e la morte, una derivazione lessicale, del simbolo del fiore che meglio la rappresentava come dea dell'Oltre, il croco
-https://maldalchimia.blogspot.com/2024/04/ecate-signora-dei-noviluni-e-delle.html?m=0) 
CROCICCHI
CROCCORIGA ( zucca in sardo) 
La radice della parola è la stessa, e non può essere una coincidenza. 
L'antico calendario sardo era basato, come tutti gli antichi calendari, su questi passaggi di confine, non solo equinoziali e solstiziali .

Qui in Sardegna abbiamo una DOMU DE JANA, a Villanova Monteleone, in cui, a cavallo tra il 15 e il 16 NOVEMBRE , giorno della celebrazione di ECATE , si verifica una IEROFANIA ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/11/ierofania-domus-puttu-codinu-ecate.html?m=0) 
Questo è perfettamente sincrono con la data dei festeggiamenti di Ecate, in epoca romana, proprio tra il 15 e il 16 novembre.
Una notte in cui si entra in contatto con la dimensione dell'oltretomba, di cui Ecate è sovrana e signora.
Signora delle due dimensioni, dei due solstizi, delle due polarità dell'ombra e della luce, della notte e del giorno.
Concetto perfettamente in linea con la dimensione femminea, amniotica e gestazionale, delle Domus de Janas, allineate ai solstizi.
Questa Domu de Jana ha un allineamento sud est, cioè verso l'alba del solstizio d'inverno.
Stesso orientamento del pozzo Sacro di Santa Cristina e di alcuni dei nostri più importanti pozzi( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/orientamento-sud-sudest-di-alcuni-pozzi.html?m=0) perché  è una dimensione legata alla trasmutazione uterina.
Ecate è legata  quindi alla dimensione dell'acqua
Famoso è il Santuario di Ecate Propylaia nel porto di Pireo, Atene, dove si onorava Ecate protettrice dei porti e della navigazione.
Il mare, l'acqua, come zona di confine tra le dimensioni
Essendo dea dei confini, era associata ad acque profonde, sotterranee o notturne.
Le sorgenti che scorrevano di notte o i corsi d acqua particolarmente oscuri erano considerati a lei sacre.
Essendo una dea in grado di viaggiare liberamente tra il mondo dei vivi, quello dei morti e quello degli dei, l'acqua che scorre nelle profondità della terra era vista come un condotto per il suo regno. I fiumi degli Inferi (Acheronte, Stige, Cocito) rientravano simbolicamente nella sua sfera di influenza, ed essendo Dea legata ai cicli lunari ha influenza sulle maree, e quindi sull'accesso si porti.

E guardate quanto sia importante questa dimensione amniotica dell'acqua, tanto da celebrare Shamain 40 GIORNI DOPO L'EQUINOZIO D'AUTUNNO del 21 settembre. 
Un numero 40 estremamente presente nei testi sacri e nelle dimensioni narrative di trasmutazione, perché è un simbolo universale che  nasconde la stessa Verità universale.
40 è il valore ghematrico del tredicesimo Sacro Archetipo Ebraico MEM, le ACQUE UNIVERSALI cosmiche, correlato all'Arcano Maggiore XIII della Morte. 
Nel mese di Ottobre/ novembre, iniziano le piogge, anche torrenziali, e questo è simbolico dal punto di vista alchemico.
Perché vi è una trasmutazione tra vita e morte, tra morte e vita, che porta ad un nuovo percepire, che proprio la celebrazione dello Shamain rappresenta.

Mosè, la cui parola è Mosè = משה Moshe = מ Mem (acqua), ש Shin (fuoco), ה Hei (grembo) = nato dal fuoco e dall'acqua, è colui che è riuscito a governare le acque, le acque che si coagulano nella nona sfera dell'Albero della Vita, Yesod, per creare le fondamenta. 
Le acque della distruzione e della Creazione 
Morte e rinascita. 
Simbolo della stagione del raccolto (autunno). 
Il mietitore raccoglie i valori di ciò che è stato precedentemente seminato, mentre una nuova (e diversa) vita cresce dal terreno fertile della fine del raccolto precedente. 
Nei crucivia, nei crocicchi dei 4 Elementi, nell'integrazione della nostra dimensione spirituale e divina. 
Nel rispetto del nostro passato, e nell'intento del nostro futuro. 
Nell'onorare la nostra stirpe, la nostra genaologia umana, con la quale gli antichi sono sempre stati a contatto.

Una DIALETTICA, quella con gli ANTENATI, che si perde nella notte dei tempi, risalendo alle antiche civiltà atlantidee e Lemuriane, civiltà che scomparirono proprio in concomitanza del cosiddetto TRAMONTO ACRONICO, collegato al simbolismo dell’arare, al creare un nuovo terreno, ovvero il giorno dell’anno in cui il TRAMONTO delle PLEIADI avveniva CONTEMPORANEAMENTE al SORGERE del SOLE .
All’epoca e alla latitudine di Esiodo, poeta greco che ne parla, questo accadeva intorno al 10 NOVEMBRE, ma col passare dei secoli la data si sarebbe spostata in avanti, a causa del fenomeno della precessione degli equinozi, dovuto al movimento conico che l’asse della Terra compie in un periodo di tempo di circa 26.000 anni.

Come vedete, quindi un momento di grande simbolismo, che integra la dimensione umana, scandita dai tempi astronomici, e la dimensione divina. 
Un po' come il simbolo della zucca, de "sa crocoriga", che rappresenta una testa, come ho scritto a riguardo.
La ZUCCA di HALLOWEEN simboleggia la TESTA, l'Ariete, e in ebraico, zucca, si dice "KA ", la stessa radice di kaballah, conoscenza.  
KA, L'ANIMA, nella dimensione egizia .
La conoscenza del Cuore, nella dimensione della testa. 
Perché Anima, è testa e Cuore. 
Altrimenti, resta una "croccoriga", una testa vuota. 
Ecco perché è rappresentata con un lumicino all'interno. 
La testa illuminata dalla Conoscenza. 

E qui la correlazione tra zucca/ dea Dea Baubo/ si fa interessante
Dal mio scritto
https://maldalchimia.blogspot.com/2020/08/le-dee-silenziose.html?m=0
Poi approfondito successivamente con altri scritti sulla Dea Baubo.
"Nelle società matriarcali, di cui la Sardegna era una delle più importante rappresentanti si trovano I primi segni della Dea Madre nel Paleolitico superiore, risalenti a 30.000 /10000 anni fa, dove la Dea Madre governava l'universo con il suo ventre cosmico, con nutrimento e protezione per tutti, con ventre e fianchi prominenti, che sarà la tipica tipica rappresentazione del Neolitico
Culture gilaniche, quelle di carattere protettivo, pacifico, produttivo e riproduttivo, con importanti interazioni a livello culturale ed economico con altre popolazioni
Caratteristica che  si rivela anche in questi manufatti scultorei sardi,  di una  Dea Madre dalle forme morbide e accoglienti, eseguite in stile naturalistico- volumetrico,  con un busto ovoide, con  linea di demarcazione tra  il petto e la zona ventrale e una demarcazione per  la ZONA INGUINALE a FORMA di Y.
Questa figura in un unico blocco ovoide, a forma di uovo, mi ricorda moltissimo con queste linee di demarcazione, la forma dello SCARABEO.
Dello scarabeo come figura simbolica, ho già parlato in un mio precedente post
Avevo scritto che gli scarabei  come Amuleti Sacri e protettivi verso i defunti, tanto da essere istoriati con invocazioni e simboli per una buona rinascita , prima di essere deposti sul petto del defunto, comparvero in Egitto tra  2128 e il 2055 a. C., e che molti segni sugli scarabei sardi  sembrano più disegni di Tanit, che di Ank egizi, con grafemi antropomorfi riconducibili a quella che poi diventerà la lettera H, assimilabile alla Tanit, la quale faceva già parte dell'alfabeto antico sardo.
Una Tanit con la sua simbologia  di Hermes/Mercurio, psicopompo, traghettatore verso dell'aldilà, che conduce i defunti nell'altra dimensione, che non è della morte, ma è la dimensione della Rinascita
"Su KARRABUSU ", lo Scarabeo Sacro, dove  "KA ", simboleggia lo spirito,  "Ra" il dio sole, e "Bs", una forma contratta del dio Bes, la divinità protettrice   della  gravidanza, della fertilità della nascita, di cui la Tanit rappresenta la controparte femminile, che guida alla rinascita
Stiamo parlando di scarabei ritrovati in Sardegna e datati 1200-1300 a. C., e di Tanit che spesso venivano rappresentante con la testa grossa a cuore  come quella degli scarabei votivi egiziani
La H della placenta in Egitto, visto che la placenta era rappresentata dalla lettera H
La Tanit/H come placenta, come CORDONE OMBELICALE che collega due vite, che fa da PONTE tra la VITA e la MORTE.

La Tanit come lo Scarabeo psicopompo
Su BABBALLOTTU , come vengono chiamati in generale gli insetti piccoli in Sardegna, quelli con le ali, anche gli scarabei, che quelli più grandi, hanno atrofizzate
Babballotti
B-Abba.. Acqua, Dea Madre. 
B-Abba, trova risonanza anche in una Dea più tardiva, l'oscena dea Baubo, rappresentata come una Dea che ha, nel chakra della gola, Vishudda ( che ha la stessa desinenza della nostra parola sarda "-udda", che indica l'intero apparato riproduttivo femminile) la vulva. 
Una conformazione che rimanda al nostro pozzo Sacro di Santa Cristina.
La Dea della risata. 
Guardacaso, Il Tempio di Demetra a Terraseo di Narcao, nel sud Sardegna, sorge su una sorgente Sacra. 

Nel nord Italia specialmente, è ancora tradizione  lasciare un catino d'acqua pulita in cucina o nella stanza del focolare, elemento che rimanda alla simbologia del pozzo, di cui la Baubo è riflesso,insieme a una luce accesa (una candela o una lampada), elemento che rimanda alla Sacra torcia di Ecate.
Invece nel Sud Italia, e anche da noi in Sardegna, era usanza molto diffusa, e lo è ancora, quella di lavare e rendere pulito il cimitero e le tombe dei propri cari in prossimità del 2 novembre. 
L'acqua, nelle tradizioni celtiche, era spesso associata ai pozzi sacri e alle fonti, considerati luoghi di passaggio per l'Altromondo e dotati di poteri curativi e divinatori. In alcune tradizioni, l'acqua di questi luoghi veniva usata in rituali proprio durante Samhain.

Come vedete, i sincretismi tra le varie culture e civiltà, sono sempre molto interessanti, ma spessissimo trovo risposte esaustive proprio nell'ambito delle nostre antiche tradizioni sarde, che rivelano sempre spiegazioni che in altri contesti non trovano risposte.

Tiziana Fenu
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