Iside-Afrodite arte greca III sec aC
Il culto di Iside - Afrodite, è frutto di un sincretismo diffuso nell'area mediterranea.
Sul mito fondante dello smembramento del corpo di Osiride, e sul successivo ricompattamento da parte di Iside, che funge da elemento alchemico trasmutante, si fondano i Misteri ellenistici isiaci e osiridei, custoditi in sacre liturgie in lingua egizia sacerdotale, attraverso un formulario arcaico ritualistico.
Questi Misteri prevedevano una dimensione cultuale pubblica, attraverso due celebrazioni importanti
La prima è il Navigium Isidis, che inaugurava la navigazione in primavera, il 5 marzo.
La seconda, l'Inventio di Osiride, si ritualizzava tra il 29 ottobre e il primo novembre.
La festa romana del Navigium Isidis era festa romana che si celebrava il 5 marzo, anche se in origine era legata al primo plenilunio dopo l'equinozio di primavera.
Consisteva in una processione in maschera con un'imbarcazione, la Navigium Isidis, la nave di Iside, carica di doni, che veniva poi lasciata in mare come offerta alla dea, simbolo di fecondità e protezione.
Naturalmente la simbologia dell'imbarcazione è quella metaforica della Vesica Piscis, come la struttura delle navicelle Shardana, come l'imbarcazione iniziatica di Argo( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/07/gli-argonauti.html?m=0)
Argo/arca /argha( vagina in sanscrito).
La simbologia è quella.
Uterina, di nascita e rinascita, legata al quattordicesimo Sacro Archetipo Ebraico Nun, le acque trasmutatrici, la Vesica Piscis.
Ciò che Iside crea, con il fallo mancante di Osiride, è un'operazione alchemica, energetica, nonostante l'assenza fisica dell'elemento creatore Mascolino, andato perso nel Nilo, in sacrificio all'ossirinco, altra metafora della Vesica Piscis ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/ossirinco.html?m=0)
Con le due energie, mascolina e femminina, crea l'Horus.
Si fa lei stessa quattordicesimo pezzo mancante, con funzione alchemica.
Perché è essa stessa Vesica Piscis capace di trasmutare.
È il fattore equilibrante, il punto di equilibrio necessario al salto di Ottava, alla trasmutazione.
Non mi stupisce che in questa rappresentazione di Iside-Afrodite, sia delineato chiaramente il profilo del Sacro Menat, che aveva la stessa funzione equilibrante.
Menat che ritroviamo anche nella conformazione dei nostri pozzi Sacri, ne ho sempre parlato, particolarmente evidente nel pozzo Sacro di Santa Cristina ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/simbologia-menat.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/il-menat-portale-alchemico-dei-pozzi.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2021/11/il-menat-e-santa-cristina.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/astarte-e-il-menat.html?m=0)
Conformazione presente anche in altri pozzi sacri ( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/07/pozzo-canopolicanopi-egizi.html?m=0), fino ad essere presente anche nei nuraghi ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/09/orientamento-solstizio-invernale-pozzo.html?m=0)
Dal mio scritto.
"Menat era anche il nome usato per la Dea egizia Hator, la Dea della fertilità, dell'Amore. Rappresentava, insieme alla dea Nut, la via Lattea.
Sottolineo che Hator è una delle manifestazioni di Iside, e viceversa.
Entrambe sono dee madri e nutrici. Hator è la "Grande Vacca Celeste" che allatta il faraone, donandogli protezione e sovranità.
Iside è la madre per eccellenza di Horo, che allatta e protegge con feroce determinazione. In questo ruolo, Iside assorbe l'aspetto materno e nutriente di Hator.
In una dimensione sincretica, Horo e Osiride sono spesso identificati (Osiride è Horo nel regno dei morti). Quindi, Iside come sposa di Osiride può essere vista come correlata a Hator, sposa di Horo.
Hator è per definizione una dea del cielo.
Iside, assimilando gli attributi di Hator, diventa anch'essa una "Signora del Cielo". Il suo trono è un simbolo di regalità che si adatta perfettamente a questo ruolo.
Hator, come "Signora dell'Occidente" (dove tramonta il sole), accoglie i defunti nell'aldilà. La sua immagine è spesso dipinta sui sarcofagi.
Iside, insieme a sua sorella Nefti, è una protettrice fondamentale dei morti, in particolare grazie ai suoi poteri magici che hanno riportato in vita Osiride. Anche lei diventa una guida e una protettrice per le anime nell'aldilà.
Sono identificabili tra loro.
A partire dal Periodo Tardo (circa 664-332 a.C.) e in modo massiccio in epoca tolemaica, l'iconografia di Iside cambia, perché inizialmente aveva un proprio simbolo (il trono).
Successivamente, inizia a essere rappresentata esattamente come Hator: con le corna bovine che racchiudono il disco solare.
In pratica Hator rappresenta l'archetipo divino più antico, la forza primordiale della natura, del cielo e della gioia vitale.
Iside rappresenta un archetipo più "accessibile", che tuttavia, assorbe le caratteristiche di Hator, in versione più "ammorbidita".
Quindi, nel suo apice nel mondo ellenistico e romano, Iside era spesso rappresentata come Hator, diventando una dea onnicomprensiva
Questa collana rappresenta non solo un bellissimo gioiello, ma anche un oggetto di culto fortemente simbolico, il Menat, poiché il contrappeso bronzeo, lungo circa 15 cm, veniva impugnato, e le perline venivano scosse, come un sistro, l'altro oggetto sacro ad Hator, per invocare o placare la divinità.
[Sul sistro ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/04/esiste-un-giochino-sardo-chiamato.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2025/10/calcofonosistro.html?m=0)]
Indossato, essendo un contrappeso che scendeva tra le scapole, faceva in modo che la collana rimanesse perfettamente aderente al collo.
Osserviamo la forma. È assolutamente identica alla forma dell'ingresso del pozzo Sacro di Santa Cristina, a Paulilatino, e di altri pozzi, in Sardegna e in altre parti del mondo. Perché i nostri Antichi, Sacri, Architetti, sono arrivati ovunque.
Non mi risulta che in altre zone ci siano questi pozzi, con questa stessa forma, in quantità così alta così come ne abbiamo noi in Sardegna.
Ciò significa che questa particolare conformazione architettonica è nata qui, per dei precisi motivi.
[...] Questa Dea Hator, era associata alla via Lattea, insieme alla Dea Nut, nel III millennio a.C., quando durante gli equinozi d'autunno e di primavera, sembrava allineata sulla terra, e sembrava che la toccasse nei punti in cui il sole sorgeva e tramontava.
Hator era la Dea Madre di tutti i faraoni, la dea della fertilità, dell'amore, ma anche la signora del regno dei Morti, protettrice di miniere e sorgenti.
Era rappresentata come Vacca solare, con un disco solare, completo di Ureo, posto tra le sue corna.
Era considerata la controparte femminile dell' Amon-Ra, la forza solare, elettrica, taurina.
[...] Questo simbolo, il Menat, quasi identico alla conformazione del pozzo di Santa Cristina, era un amuleto prezioso, capace di allontanare le negatività, con poteri terapeutici, indossato dalla Dea Hator e da tutte le sacerdotesse del culto di Hator
[...] Il pozzo sacro, è un luogo, nel ventre di Madre Terra, dove si scende per purificarsi. Si scende carichi di tutto ciò che deve essere alleggerito, santificato, benedetto dalla potenza purificante, trasmutatrice e alchemica dell'acqua, e si risale alleggeriti, divinizzati, simbolicamente, attraverso quei gradini superiori, impraticabili, ma che sono sempre in numero inferiore, se non dimezzato, come nel pozzo di Santa Cristina.
Gradini speculari.
Perché noi umani siamo riflesso del Divino, e come abbiamo energie che ci portano verso il basso, così ne abbiamo, per naturale inclinazione, che ci spingono verso l'alto, in un afflato divino che ha sempre caratterizzato antropologicamente e ancestralmente, questa costante ricerca e corrispondenza dell'umano con il Divino, in cerca di una identificazione del sé, che lo facesse parte di un unico e universale linguaggio.
Vediamo quindi cosa rappresentava la Dea Hator, e perché proprio lei ha dato, con il simbolo del suo Menat, l'imprinting per la forma architettonica dei pozzi Sacri, la cui forma è stata associata anche alla dea Tanit e all'Ankh, la chiave della vita egizio
La Dea Hathor come un utero alchemico, la prima progenitrice, come un' Omega, il principio femminile, di cui pozzo di Santa Cristina, e la stessa dea, riportano la conformazione.
Dea Hator, controparte della divinità del Toro, che, come costellazione, come ho scritto altre volte, riguardava quell'arco di tempo chiamato "era astrologica del Toro" che va dal 4300 al 2150 a.C., alla quale segue quella dell' Ariete, fino all' anno zero.
Il Menat, trasposto nella conformazione architettonica dell' ingresso dei pozzi sacri, è il fattore equinoziale equilibrante tra i due solstizi.
È l' alfa e l'omega astrologico, perché la Costellazione e il segno zodiacale del Toro, governano la gola, perché in principio era la Parola, e la parola, il suono, creano.
[Alfa e Omega estremamente radicato nella nostra civiltà sarda https://maldalchimia.blogspot.com/2022/07/alfa-e-omega.html
https://maldalchimia.blogspot.com/2024/02/lalfa-e-omega-simbologia-civilta-sarda.html]
[...] Questo, rappresenta il simbolo del Menat, il dominio taurino/uterino, della terra, l'oggetto che bilancia il peso della collana.
Il portale a forma di Menat nell'ingresso dei pozzi Sacri, é un portale che bilancia la stessa forza della terra, che è collegata al segno del Toro.
Bilancia gli istinti di bassa energia, quelli legati alla terra, e nel contempo, realizza l'opera di trasmutazione. La terra si lascia lavorare, si lascia dominare, per farsi grembo, utero e accogliere l'acqua purificatrice.
Si deve acquisire il dominio del Toro, la chiaruduenza, delle lingue universali, quelle che provengono dalle antiche forze della natura, per essere in grado di trasformare questa energia potentissima del Toro, in energia feconda, alchemica.
E chi poteva essere la depositaria e la custode del potere Alchemico ed equilibrante, tra i due solstizi, tra le due forze contrapposte, se non la grande Dea Madre Creatrice, dea della Vita e della Morte, la Dea Hator/Sator, la "seminatrice del cielo", la stessa Via Lattea, colei che contiene, come uno "sperma latteo", lo stesso seme della trasmutazione, perché è un utero cosmico?
[...] È arco del Cielo.
È Arco della via Lattea, che porta alla Rinascita, identificata nel passaggio attraverso l'occhio di Aldebaran, l'Occhio di Horus, il terzo occhio del Risveglio della Coscienza, attraverso l'asse Sirio(Iside/Venere)/cintura di Orione ( Osiride) /Aldebaran(Toro/Venere).
È un percorso iniziatico di nascita, morte (abbiamo visto come sulla via Lattea ci sono tre croci astrologiche, quella di Orione, del Cigno, e quella di Aldebaran,come le tre croci sul Golgota) e rinascita.
È un percorso iniziatico che nasce e muore con Venere, simbolo dell'Amore, Alfa e Omega, guida delle nostre vite.
Solo una Dea Madre Cosmica come Hator, detentrice di quel contrappeso alchemico di trasmutazione, di quel pettorale Menat, che indossavano tutte le sacerdotesse del suo culto, poteva rappresentare la potenza creatrice, la fertilità per eccellenza, possibile solo dove vi è equilibrio.
Il Menat rappresenta l'equilibrio equinoziale, il portale equilibrante, come una Tanit, il contrappeso, che consente la creazione.
Attraverso il Menat, l'ingresso del pozzo Sacro, le acque, l'elemento femminino, vengono ingravidate dal Fuoco sacro del Logos Solare.
Gli Antichi Egizi raffiguravano l'ingravidamento attraverso l'Ankh avvicinato alla bocca.
Perché la parola crea, ha la stessa potenza creatrice di un utero.
"Gutturu(gola in sardo)/utero"
"Utturu/utero". Molto simili.
La gola è governata dal segno del Toro, che è collegato a Venere".
Il Menat è l'archetipale Tanit ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/07/parlare-della-dea-tanit-in-sardegna-e.html?m=0), che nella nostra Antica Civiltà, si esplica in forme architettoniche e nell'arcaica scrittura sarda, per rappresentare la H mercuriale.
La lettera iniziale del Toro “T” equivale ad “H”, lettera iniziale di Horus.
Il T-aurus è il raggiungimento della dimensione dei Sacri Iniziati, il cui simbolo è la T, la Tau, ultimo e ventiduesimo Sacro Archetipo Ebraico.
La T d'Oro.
È come il percorso iniziatico che deve affrontare il Minotauro, che è "minus-taurus", all'interno del labirinto iniziatico.
Sul capo di questa Iside Afrodite è presente una conformazione semicircolare, una sorta di aureola, con 4 sezioni.
Questo può avere una spiegazione.
Secondo il mito, tramandato da varie fonti, Osiride sarebbe nato nel primo dei 5 giorni intercalari che il Dio Hermes avrebbe formulato sottraendo alla luna la settantesima parte di ciascuna delle sue fasi di illuminazione.
Il calendario tradizionale dell'Antico Egitto, era composto da 365 giorni (12 mesi di 30 giorni + 5 giorni epagomeni aggiuntivi.
Il 5 è il numero chiave del Toro e di Venere, che governa il Toro.
È anche il 5 del pentacolo, che Venere nel corso di 8 anni, traccia nel cielo.
È anche simbolo delle proporzioni auree del pentacolo/Tanit, con i suoi angoli aurei, 36°/72 °, presenti nell'ingresso del nostro pozzo Sacro di Santa Cristina, che ha una conformazione a Menat/Tanit( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/06/simbologia-angolo-72-nel-pozzo-scristina.html?m=0), fi cui già parlai nel 2020( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/osservavo-la-piantina-del-pozzo-di.html?m=0), in cui identifico anche i parametri della Vesica Piscis, perfettamente aderenti alla simbologia trasmutatrice delle acque sacre del pozzo.
Una valenza cosmogonica, di questi parametri, perché il cerchio celeste di 360° è diviso in 12 settori lungo l’eclittica o costellazioni di 30° ciascuno. La divisione per cinque del cerchio celeste individua i cinque vertici del Pentacolo, la stella a cinque punte, contenente cinque triangoli isosceli con angolo di base di 72°, questi triangoli hanno i lati, il cui rapporto è aureo.
Il quinto giorno del ciclo lunare, è una falce di luna, dalla doppia simbologia, taurina /uterina.
La falce di luna che rappresenta al contempo, Iside, come grembo, e Osiride.
Il disco solare tra le corna taurine.
Iside sarebbe nata, invece, nel quarto giorno intercalare “nelle regioni che costeggiano le paludi” come dice Plutarco (relazione con la terra e l’acqua come elementi dell’universo).
Il 4 delle 4 sezioni, potrebbe essere collegato a questo aspetto.
Ma è molto significativo anche un altro aspetto, riguardo la funzione equilibrante sottesa nella simbologia di questa Iside, a cui era dedicato il Navigium Isidis, il 5 marzo.
Se il Navigium indicava il viaggio iniziatico verso la luce, con l'inaugurazione del periodo di navigazione, quindi di possibilità trasmutativa, attraverso la stessa simbologia dell'Arca/argha/vagina/Vesica Piscis, specularmente al 5 marzo, si celebrava il Mundus Patet, il 5 ottobre, che si celebrava anche in altre due date, di cui ho già approfondito.
Dal mio scritto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/mundus-patet-romani-24-agosto.html?m=0)
"Per i Mundus Patet veniva individuato uno spazio sacro attraverso una croce le cui assi (cardo per il Nord/Sud, e decumano per l'est-ovest) individua il punto centrale della fossa, il luogo sacro di confine tra mondo dei vivi e mondo dei morti.
La simbologia della croce nel cerchio è rimasta fino ai giorni nostri, nel nostro Carrasegare sardo, portata in processione proprio dalla figura de S'urtzu di Seui( approfondimenti nel mio scritto https://maldalchimia.blogspot.com/2021/01/la-simbologia-della-croce-nel-cerchio.html?m=0)
Una figura, quella de s'Urtzu/Orco, che poi ritroviamo anche in periodo greco.
Dal mio scritto https://maldalchimia.blogspot.com/2021/01/il-grembo-alchemico-delle-maschere.html?m=0
"In periodo greco il rito di passaggio di iniziazione all'età adulta, avveniva da cerimonie dove le ragazze in reclusione preritualistica, indossavano pelli di orso, per poter entrare a far parte del mondo di Artemide, signora degli animali (arktos significa orso), Dea legata, per il suo legame con la caccia, alle cerimonie di Iniziazioni maschili, rituali legati al culto dell'orso, che si svolgevano in uno specifico tempio chiamato Arkeita.
La Mitologia poi ne fece costellazioni importanti, l'Orsa Maggiore e l' Orsa Minore".
E, guardacaso, l'ingresso di questo spazio sacro, chiamato "lapis manalis" era chiamato la Porta dell'orco, attraverso le quali le divinità degli Inferi, dette Mani, penetravani nel mondo dei morti.
Da custode Sacro, come è rappresentato nel nostro Carrasegare sardo, che rappresenta una dimensione fortemente spirituale di iniziazione, a spauracchio per i bambini.
Una sorta di Omphalos che sigillava questo "pozzo" sacro, che veniva scavato come un solco circolare tracciato intorno alla fossa con un aratro, trainato da un bue e da una vacca aggiogati, un solco che rappresentava il perimetro delle mura della città".
5 marzo, il Navigium Isidis, il mito di Iside che riporta alla vita il suo sposo Osiride, simboleggiando la resurrezione e la vittoria sulla morte, e l'abbondanza che la primavera porta con sé.
5 ottobre, il Mundus Patet, la purificazione necessaria per la connessione tra il mondo dei
vivi e il mondo dei morti.
Giorno in cui, essendo chiamato anche Mundus Cereris, si creava uno spazio ipogeo, fatto risalire dalla tradizione antica al momento della fondazione di Roma da parte di Romolo( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/romolo-e-remo-e-acca-laurentia.html?m=0)
Due passaggi speculari, che hanno la particolarità di avere più o meno la stessa declinazione dei raggi solari.
Il 5 marzo e il 5 ottobre i raggi solari hanno approssimativamente la stessa declinazione.
5 marzo: il Sole si trova tra l'equinozio di primavera (20-21 marzo) e l'equinozio d'autunno
5 ottobre: il Sole si trova tra l'equinozio d'autunno (22-23 settembre) e l'equinozio di primavera
Intorno al 5 marzo e 5 ottobre, la declinazione solare è di circa -5° a -6° sud (negativa), il che significa che i raggi solari arrivano con un'angolazione molto simile in queste due date.
Questa simmetria si verifica perché la Terra percorre la sua orbita in modo regolare, e la declinazione solare dipende dalla posizione della Terra lungo la sua orbita attorno al Sole.
Questo è molto particolare, se consideriamo la simbologia del numero 5.
È come se, i due passaggi, intermedi, a cavallo degli equinozi, fungeressero da fattore equilibrante.
La dimensione della Vesica Piscis, rappresentata molto bene sia dalla Navigium Isidis, che riporta simbolicamente alla vita Osiride, sia dalla dimensione del Mundus Patet.
Le due dimensioni, tra la Vita e la Morte, in entrambi i casi.
La dimensione della Vesica Piscis, dell'armonia.
Dell'armonizzazione che riporta al giusto equilibrio.
Come la stessa funzione del Menat, che ha una simbologia equilibrante, di dominio del Femminino, di custodia di entrambe le polarità.
Come sempre, niente è per caso, e anche i piccoli dettagli possono veicolare informazioni preziose, dietro le quali vi è uno straordinario mondo da indagare e scoprire, in cui i tasselli, si agganciano sempre in modo perfetto.
Tiziana Fenu
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