Oggi, 13 novembre, nell'antica Roma, si celebravano degli eventi importanti
INVENTIO OSIRIDIS
Iside ritrova i pezzi e dà sepoltura al corpo del marito( ma ne avevo già parlato, i "passaggi intermedi, a cavallo degli equinozi, che fungevano da fattore equilibrante.
La dimensione della Vesica Piscis, rappresentata molto bene sia dalla Navigium Isidis, che riporta simbolicamente alla vita Osiride, sia dalla dimensione del Mundus Patet.
Le due dimensioni, tra la Vita e la Morte, in entrambi i casi.
La dimensione della Vesica Piscis, dell'armonia"- dal mio scritto-https://maldalchimia.blogspot.com/2025/10/iside-afrodite-menat.html?m=0)
LUDI PLEBEI
(Idibus Novembribus) Erano organizzati dagli aediles plebei. Contemporaneamente ai ludi si esibiva una parata di cavalleria.
TEMPLUM FORTUNAE PRIMIGEMIAE IN COLLE
Festa in onore della Dea Fortuna Primigenia in Colle, ossia sul Quirinalis.
EPULUM IOVIS
banchetto sacro in onore di Giove. Si ricordava la fondazione del Templum Iovis in Capitolio. I triumviri epulones organizzavano l'epulum, ossia il sacro banchetto celebrato nel corso dei Ludi Romani e i plebeii Ludi.
Il collegio degli epulones venne istituito nel 196 a.c. Gli Dei venivano formalmente invitati, portando le statue in letti ricchi, arredati con morbidi cuscini, chiamati pulvinaria.
TEMPLUM PIETATIS
Festa celebrata in onore della Dea Pietas, personificazione del sentimento del dovere, della religiosità, dell'amore. Si ricordava la dedicatio del tempio. Esistevano due templi di Pietas, uno nella regio IX e uno nella XI regio di Roma.
Giornata declinata, odiernamente, nella giornata della Gentilezza
FERONIAE
in onore della Dea Feronia , la Signora delle belve, protettrice delle sorgenti e dei boschi. Il santuario più importante, il Lucus Capenatis o Feroniae, era nella valle del Tevere, vicino Capena.
Sulla Dea Feronia ho avuto già avuto modo di approfondire, antichissima Dea Italica
Dal mio scritto
https://maldalchimia.blogspot.com/search?q=Feronia&m=0
"Da un post del ricercatore ed esperto di Megalitismo, Roberto Giacalone, sulla Dea Feronia, che diede il nome all'isola di Favignana.
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=3043416719319827&id=100009545872101
"FAVIGNANA E LA DEA FERONIA
L’arcipelago delle Egadi è composto da tre isole: Favignana, Levanzo e Marettimo.
Anticamente nel periodo ellenistico, il nome di Favignana era Egusa, dal greco Aigousa (Αἰγοῦσα), «che ha le capre», data la loro abbondanza sull'isola. Conosciuta anche con altri nomi come Aponiana, Katria, Gilia, e ricordata da numerosi scrittori tra cui Plinio, Polibio, Nepoziano, l'anonimo Ravennate.
Sotto la dominazione spagnola, intorno al 1.500 d.C. le tre isole erano ricchissime di vegetazione, ma con la richiesta sempre maggiore di legname dalla Spagna, l’isola subì un gravissimo disboscamento.
Si narra che Egusa sotto l’impero romano prese nome in Favignana dal vento Favonio, ma di questo non vi è alcuna certezza, pertanto presumo che i romani associarono Favignana, Levanzo e Marettimo, alla divinità Feronia.
Erilo (dal latino Ery̆lus o Erŭlus), mitico re di Preneste, figlio di Feronia. Al momento della nascita, Feronia, gli conferì tre vite, vite che associo alle Egadi, tanto che Evandro lo dovette abbattere tre volte prima di averne completamente ragione.
Prendendo in esame il nome di Egusa e il suo significato di isola delle capre, mi viene da pensare che probabilmente l’isola prenda nome dalla Dea Feronia, (Dea di origine italica, protettrice degli animali selvaggi, dei boschi, della natura, dei malati e degli schiavi riusciti a liberarsi)"
Altro aspetto da tenere in considerazione è che nell’isola sono presenti diverse grotte ipogee, con varie testimonianze databili dal periodo Fenicio/Punico, Romanico, Spagnolo ecc., ipogei particolarmente indicati per lo svolgimento di riti di culto religioso.
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Aggiungo, a completamento, una mia personale interpretazione simbolica su questa magnifica Dea.
Il rombo sulla fronte, è simbolo della vulva, ma anche della Terra con i suoi quattro elementi, i suoi quattro punti cardinali, i quattro stati della materia.. È un po capricornina, questa dea..
Un segno di terra, ma correlato al Divino, perché la "porta del Capricorno", è la porta degli Dei, di tutto ciò, che, da umano, deve elevarsi ad una dimensione divina più spirituale. Quella frase scritta nel post, "gli schiavi riusciti a liberarsi", mi ha fatto pensare a questa caratteristica di elevazione spirituale e divina, ascetica, mistica, del Capricorno( considerando anche il suo lato opposto, il lato Ombra, molto terreno, legato al materiale).
Come se questa Dea, avesse il compito di "portare alla luce", dal basso verso l'alto, verso le vette del capricorno/capra, più spirituale.
Questo, in senso anche astronomico, perché il Capricorno è legato al Solstizio d'inverno, il Sol nascente, il Bambino d'Oro che deve venire alla luce, e che trova la sua massima espressione e manifestazione nella sua controparte, il Solstizio estivo, sotto il segno del Cancro.
La Dea Feronia, si festeggiava, in periodo romano, il 13 novembre, che cade sotto il segno dello Scorpione, il segno d'acqua, abissale, torbido, trasmutativo per eccellenza, con un 13, che è l'Archetipo Mem, acqua, vita e Morte insieme(Arcano XIII, la Morte).
Nel culto etrusco era Uni, che formava la triade divina con Tinia (Giove) e Menrva (Minerva). Si comprende che da qui deriva la triade capitolina.
Aveva un culto in quasi ogni città dell'Italia centrale, protettrice delle nascite e delle città, in quest'ultima funzione chiamata "Regina" o di " Giunone Sospita".
Non poteva che essere, il Grembo di una Dea Feronia(stessa radice "fer-", di fertilità), l'athanor trasmutativo per questa elevazione spirituale, per questa "liberazione dalla schiavitù", dal buio, dall'ombra, dagli abissi, per arrivare alla pienezza dell'abbondanza spirituale e materiale.
Una curiosità che lega Feronia alla nostra Sardegna
A Posada, ai piedi della collina su cui sorge il castello medievale della Fava, viene collocato da alcuni studiosi l’antico insediamento di “Feronia civitas" .
A Posada è stata ritrovata anche la statuetta in bronzo raffigurante un Eracle di tipo italico, datato tra la fine del V e gli inizi del IV secolo a.C., la cui presenza ben si accorda con il culto di Feronia
( https://virtualarchaeology.sardegnacultura.it/index.php/it/siti-archeologici/eta-medievale/castello-della-fava/schede-di-dettaglio/11 60-Feronia)
Una Dea potentissima e meravigliosa"
Come ho scritto, la nostra sarda Posada, era chiamata Feronia civitas e ho poi approfondito a riguardo
Dal mio scritto
https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/posada-lantica-feronia.html?m=0
"A proposito delle corrispondenze tra date delle ierofanie nel pozzo di Santa Cristina e le date delle antiche celebrazioni romane, di cui ho approfondito ieri( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/corrispondenze-celebrazioni-romane-date.html?m=0), sulla base di miei precedenti scritti, c'è una curiosa corrispondenza tra l'antico castello medioevale della Fava, di Posada, che pare fosse un antico insediamento etrusco, poi romano, risalente al IV aC, chiamato Feronia, e la Dea Feronia.
Feronia (greco: Φηρωνία (πόλις), (Phērōnía pólis)/ Feronia (oppidum), Ptol. III 3, 4), è stata un'antica città della Sardegna, situata sulla costa nord-orientale dell'isola. Il nome si riscontra nell’opera geografica di Claudio Tolomeo, il toponimo è stato identificato con un antico insediamento alla foce del rio Posada, ai piedi della collina su cui, in epoca medioevale, sarebbe poi sorto il centro omonimo (Castello della Fava).( Wikipedia)
Della Dea Feronia avevo parlato in un mio scritto
( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/01/dea-feronia.html?m=0) e avevo sottolineato come, proprio a Posada fu ritrovata una statuina in bronzo raffigurante Eracle.
Di Eracle/Ercole, ho avuto modo di parlare altre volte.
Riguardo il famoso nodo di Eracle( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/11/nodo-di-eracle.html?m=0), ho sottolineato come "il
nodo di Eracle, o nodo di Ercole, era il nodo con cui veniva fissato il "cingulum", una cintura di lana applicata alla tunica rituale usata nei matrimoni greco-romani.
Nodo, che poteva essere sciolto solo dallo sposo, richiamando così, simbolicamente a memoria, il mito di Ercole che ebbe settanta figli, augurando cosi tanta fertilità all'unione tra i due.
Sempre in ambito greco-romano, era usanza che il marito, liberasse la moglie in gravidanza, da una cintura, dopo averla cinta, al fine di agevolarne il parto.
A questo proposito, vorrei sottolineare come qui in Sardegna, si usi dire, di una donna che è stata fecondata, che è stata "impringiada" ("pringia" significa incinta).
"impringiada", se consideriamo solo "-pringiada", vediamo che è molto simile a "pingiada", che significa "pentola, contenitore per cuocere i cibi", in senso generico.
Un chiaro riferimento simbolico al fatto che, simbolicamente il grembo materno, custodisce come una pentola, e porti a "cottura", a termine, la gestazione.
Un manufatto molto bello, questo, arricchito dalle decorazioni a spirale che indicano il divenire nel riprodursi, poiché richiamano le spirali uterine, e dove la compenetrazione tra i due "cappi", maschile e femminile, avviene contemporaneamente sullo stesso livello, in sinergia, dove uno compenetra, e l'altro si lascia compenetrare, accogliendo a sua volta".
Un nodo collegato anche al racconto mitologico di Ercole, che nella culla all’età di otto mesi, uccide due serpenti mandati da Hera per ucciderlo, per gelosia, perché Ercole era figlio di Zeus e Alcmena, discendente di Perseo, perché Zeus voleva assicurare la continuità della casata di Perseo e generare un uomo tanto forte “da impedire lo sterminio degli uomini e degli Dei”.
Eracle è legato alla luna nella sua forma triforme( con la simbologia di nascita /morte/rinascita) specialmente ad Ecate, perche ci vollero tre notti per generarlo.
Tre giorni di "sonno /incubatio".
I due serpenti che Eracle neonato uccide, sono i simboli della testa e la coda del Drago, che fino ai giorni nostri, rappresentano, nell'astronomia orientale, i nodi ascendenti e discendenti della Luna.
Forze astrali e forze telluriche di madre terra
Come ho scritto in un mio post
( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/04/san-michele-arcangelo.html?m=0) "Ercole è il guerriero per eccellenza, che vestito di una pelle di leone e armato di una potente clava veniva spesso raffigurato nell'atto di uccidere un mostro, ad esempio l'Idra di Lerna (una delle sue più celebri "fatiche"). Per analogia, San Michele viene rappresentato da un ampio mantello, che armato di spada sconfigge un enorme drago. In questo la figura del santo è equivalente, dal punto di vista simbolico, a quella di San Giorgio, altro famoso "uccisore di draghi". Fin da bambino, Ercole ha dimostrato il "potere" di riuscire a soggiogare i rettili. Secondo la mitologia, infatti, fu la gelosa Era( Giunone) che inviò due grossi serpenti per soffocare il piccolo Ercole quando era ancora in fasce nella culla, ma questi con le sue poderose manine riuscì a strangolarli. Il mito deve essere letto in chiave simbolica. Ad un livello di lettura superiore, infatti, draghi e serpenti simboleggiano le correnti telluriche sotterranee"
Eracle, protetto da Atena, presentato dalla stessa Atena, al cospetto dei Dodici Dei dell’Olimpo. venne portato da Hera( o dea Uni etrusca - https://maldalchimia.blogspot.com/2025/06/dea-etrusca-uni.html?m=0), che lo allatto', ma con distacco, succhiandone avidamente il seno.
Quando si stacco' dal seno con impeto, nacque la Via Lattea.
Ercole, chiamato anche Ercole Astrochyton, dal manto di stelle, venne identificato anche come lo stesso Sole.
Elios.
Eracle.
Ecate.
Aspetti dell'androginismo divino.
Eracle di cui ho parlato riguardo la bussola Sardo pelasgica ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/05/bussola-sardo-pelasgica.html?m=0) presente sulle nostre navicelle Shardana.
Bussola presente anche nella nave degli Argonauti
di cui Ercole fa parte( approfondimenti https://maldalchimia.blogspot.com/2025/07/gli-argonauti.html?m=0), per la conquista del vello d'oro al fianco di Giasone, anche se fu costretto a ritirarsi presto dal viaggio per volere degli Dei.
E anche Eracle, come i nostri Antichi Sardi, era un Kabiro, il cui nome, Eracle, "gloria di Era", allude allo scorrere del tempo, compresa la grande ruota della precessione degli Equinozi.
Le sue dodici fatiche, straordinarie per simbolismo, sono il percorso dell'Iniziato nella ruota del tempo.
Secondo i Celti, Eracle era un Dattilo Ideo, cioè un Kabiro, che essi chiamavano Ogmio e rappresentava la prima lettera dell’alfabeto arboreo degli Iperborei, cioè la betulla.
Ogmio ha la stessa radice di Ogham, l'antico alfabeto dei Sardi.
E il Giovane Eracle era lo stesso Sansone, perché In Palestina il personaggio che gli corrisponde, a detta della Bibbia, è Sansone, il significato del cui nome è “piccolo sole”.
( ne ho parlato in un mio scritto https://maldalchimia.blogspot.com/2022/05/simbologia-api-in-sardegna.html?m=0)
"Sansone è un Giudice, come i nostri Giganti di Mont'e Prama.
Ne ho fatto cenno nel mio post sull'analogia del pozzo di Santa Cristina con le Iadi(https://maldalchimia.blogspot.com/2022/05/le-iadi-e-santa-cristina.html?m=0).
Iadi, che, astrologicamente, corrispondono all’arma con cui Sansone uccise i Filistei: una mascella d’asino.
Versetto di Giudici, 15: 19, («Dio aprì una cavità che era nella mascella, e ne uscì dell’acqua»
Le pluvie, acquose Iadi, identificate astrologicamente sia con la mascella della costellazione del Toro, che con le due corna.
Sansone, che nella sua impresa da giovane Eracle, facendo a pezzi un leone, si trasforma in un baleno fa nascere il mito della generazione delle api da una carogna".
Ape
Apa
L’etrusco Hercle, figlio di Uni (Era) e Tinia (Zeus) è venerato con l’appellativo di Apa (Padre), esattamente come descritto nel XII Inno Orfico: “Padre di tutte le cose …
Quell'Eracle( che poi diverrà l'Ercole mitologico romano), figlio di Zeus, e di un'umana, Alcmena, il cui figlio, Sardus, Sardo( uno dei figli che Erache ebbe dalle Tespiadi) parti dalla Libia, spinto dal verdetto oracolare, ricevuto dal padre Eracle, dopo le sue dodici fatiche, nell'oracolo di Delfi, con dei coloni, e arrivò in Sardegna, guidato anche dal nipote di Eracle, Iolao.
La Sardegna degli "Eraclidi", dove si onorava l'Eracle/Ercole.
Come principio regolatore dell'anno, Eracle si sposò con 50 figlie di Thespio, le Thespiadi, dalle nozze con le cinquanta fanciulle o secondo un’altra versione con 49 fanciulle. Le fanciulle erano 50, ma una di loro non si sarebbe unita con Eracle, per cui ne fecondò 49 (7x7 = numero dei rinnovamenti della Fenice, numero dei 7 giorni delle fasi lunari . Dalle nozze sarebbero nati 50 o 52 figli, cioè il numero delle settimane che compongono l’anno, un ciclo di 50 settimane per l’anno lunare e di 52 settimane per l’anno solare. Le fanciulle lunari generano dei figli, delle unità di tempo minori.
50, i remi della nave Argo
Argo
Arga ( vagina in sanscrito)
Arca
50, il valore ghematrico del quattordicesimo Sacro Archetipo Ebraico Nun, la Vesica Piscis delle nostre navicelle Shardana, che solcano la ruota del Tempo, attraverso gli anni solari e lunari.
L’Eroe, l’Iniziato che ripete le gesta del modello celeste in mezzo agli uomini
La terza fatica che il re Euristeo impose ad Ercole fu la cattura della cerva di Cerinea: avrebbe dovuto portarla a Micene ancora viva. Questa era una cerva consacrata alla dea Artemide, che viveva a Enoe e aveva delle magnifiche corna d’oro massiccio.
Inizialmente Ercole non voleva ferire l’animale e la inseguì per un anno intero, cercando di acciuffarla. Infine, quando la cerva si rifugiò sul monte Artemisio, Ercole la ferì con una freccia, mentre stava attraversando un fiume; se la caricò sulle spalle e scese dal monte per tornare a Micene.
Mentre tornava a casa, la dea Artemide e il dio Apollo gli sbarrarono la strada: volevano impedirgli di tornare a Micene poiché aveva ferito un animale consacrato a una divinità. Ercole, però, si difese spiegando loro che si trattava di una fatica impostagli da Euristeo per volere di un’altra divinità e che, dunque, lui non aveva colpe. Persuasi gli dei poté fare ritorno a Micene e consegnò la cerva di Cerinea ad Euristeo.
In realtà Taygeta, rappresentava metaforicamente, una delle Pleiadi, trasformata da Artemide in cerva.
Questo aspetto Ercole /Taygeta, è indicativo della correlazione tra il ritrovamento del bronzetto di Ercole e Posada, che anticamente si chiamava Feronia.
Feronia infatti, come ho approfondito nel mio scritto, è una Virgo Sacra, una Dea Vergine non soggetta a vincoli.
I suoi animali sacri sono: il cervo, in particolare la cerva bianca.
La radice "Fero-" indica la gestante.
E ritorniamo al significato del nodo di Eracle.
Taygete, dalle corna d'oro, era consacrata ad Artemide.
Le compagne di Artemide erano appunto le sette Pleiadi. Eracle inseguì la cerva per un anno intero, quando la cerva si fermò ai piedi di un albero sul monte Artemisio dove Artemide aveva il suo tempio. L’albero è simbolo assiale, l’axis mundi. Ercole ferì lievemente la cerca a un piede, la prese e se la caricò sulle spalle.
Se la quinta cerva era Taygeta, una Pleiade, le altre quattro cerve erano le sue sorelle Pleiadi.
Poiché le sette sorelle Pleiadi (Alcione, Merope, Elettra, Maia, Celeano, Taygeta e Asterope) sono le spose dei sette fratelli (Rishi secondo la tradizione indù) le stelle del Grande Carro, Orsa Maggiore, le quattro cerve o stelle che divennero parte della quadriga del carro di Artemide, sono le spose dei quattro fratelli che fanno parte del Grande Carro.
Una curiosità
Sa Idda, il nuraghe più importante di Posada, in sardo indica un paese vecchio, mentre in SICILIANO indica "lei", al femminile, il VULCANO ETNA , che ha la stessa iniziale di Ercole, il kabiro.
Le forze telluriche di cui ho parlato all'inizio, il vulcano.
Dea Feronia, che diede il nome all'isola di FAVIGNANA , guardacaso, in Sicilia.
Altra corrispondenza particolare con la Sicilia.
Fava-Favignana.
Castello della Fava, di Posada, che era chiamata Feronia e dove è stato ritrovato il bronzetto di Eracle il kabiro.
Sorprendente.
I kabiri che erano legati alle energie telluriche del fuoco dei vulcani ( anche Efeso dio del del fuoco, inizia con la E )
Kabiri di cui ho parlato non solo riguardo la bussola pelasgica, ma anche riguardo il Dio Bes rappresentato come un kabiro, in una moneta (https://maldalchimia.blogspot.com/2024/06/moneta-dio-beskabirios.html?m=0)
E il dio Bes, di cui ho approfondito svariate volte, anche in altri miei scritti, era il protettore della gestazione, proprio come la radice "Fero-" della Dea Feronia, che significa "la gestante"
Una coincidenza straordinaria.
Inoltre, le corna capricornine della Dea Feronia, riguardano il Solstizio d'inverno, il Sol nascente, il Bambino d'Oro che deve venire alla luce, e che trova la sua massima espressione e manifestazione nella sua controparte, il Solstizio estivo, sotto il segno del Cancro.
[...]
Sono convinta che anche il nuraghe Sa Idda, possa essere orientato alle Pleiadi, così come altri nuraghi, per esempio il Santu Antine, del quale ho già approfondito, che pare possa rappresentare la stella Alcyone, così come la disposizione di altri nuraghi rappresentino le Pleiadi.
Sembrerebbe a sud est, come orientamento di ingresso, e se è così, è proprio orientato verso le Pleiadi, che comunque fanno parte della costellazione del Toro.
Ad est, partendo da Orione.
Stesso orientamento che predomina nei nostri luoghi sacri più importanti, come ho approfondito recentemente
(https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/orientamento-sud-sudest-di-alcuni-pozzi.html?m=0)"
Interessante notare come le celebrazioni di Feronia siano Inanzittutto, subito dopo la chiusura del Mundus Patet, più tardivo, che ha INGLOBATO , nella data del 17 NOVEMBRE , la celebrazione del 5 ottobre del NAVIGIUM ISIDIS che è stata cancellata, correlato in sincretismo, il 17 NOVEMBRE in cui si celebra la festa della "TRASLAZIONE del CORPO di SANT'AGATA VERGINE.
La SIMBOLOGIA del VASCELLO, accomuna sia il Navigium Isidis che Sant'Agata"
Ne ho parlato in un mio scritto
( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/11/navigium-isidis-e-santagata.html?m=0)
Simbologia del Vascello/Vesica Piscis /Nun, presente anche per la Dea Feronia.
Il santuario principale di Feronia sorgeva sul Monte Sant'Angelo a Terracina, una città che dominava sia la Via Appia che il suo porto. Terracina era un cruciale nodo di scambio terrestre e marittimo.
Gli schiavi liberati, una volta ottenuta la libertà, offrivano alla dea le primizie dei loro capelli o una moneta come ringraziamento. Feronia era quindi una dea che "riceveva offerte" in cambio di un dono (la libertà).
Allo stesso modo, durante il Navigium Isidis, i marinai e i mercanti, prima di salpare, offrivano preghiere e doni a Iside per ricevere in cambio il dono più grande: un viaggio sicuro e la prosperità.
Le Ferialia (o feste di Feronia) si celebravano intorno al 13 novembre.
Il Navigium Isidis si celebrava il 5 marzo, ma l'INVENTIO OSIRIDIS, quando Iside ritrova i pezzi e dà sepoltura al corpo del marito, si celebrava il 13 novembre, periodo dei Riti Osiriani di Morte e rinascita, legati anche al Mundus Patet
Queste date sono significative perché cadono immediatamente prima e dopo il periodo di chiusura invernale della navigazione.
Il culto di Feronia, legato alla terra e alla liberazione, e il culto di Iside, legato al mare e al viaggio, incorniciavano e "gestivano" ritualmente il ciclo annuale dei trasporti e dei commerci nel porto di Terracina.
Pur rimanendo distinte, le due dee svilupparono una complementarietà funzionale nello stesso luogo.
Feronia presiedeva al mondo terrestre, alla liberazione (dalla schiavitù, ma forse anche metaforicamente dai pericoli invernali) e all'accoglienza dei viaggiatori che arrivavano via terra.
Iside presiedeva al mondo marittimo, alla rinascita (della stagione dei viaggi) e alla protezione di coloro che partivano via mare.
In un importante centro commerciale come Terracina, era naturale che le divinità che proteggevano le diverse fasi del viaggio e del commercio fossero venerate in stretta prossimità, creando un "sistema divino" integrato per la protezione dell'economia e della mobilità.
Il collegamento tra Feronia e il Navigium Isidis, quindi, non è un legame diretto di identità, ma un affascinante intreccio di prossimità geografica, complementarietà rituale e sincretismo funzionale.
Infatti il porto di Terracina, il santuario della dea italica della libertà e della fertilità (Feronia) e le celebrazioni per la dea egizia del mare e della rinascita (Iside) rappresentano una cooperazione di intenti per garantire abbondanza e armonia
Inoltre, L'antico tempio di Roma e Augusto situato sull'acropoli della città (il moderno centro storico di Terracina), risalente alla fine del I secolo a.C., non ha la classica pianta rettangolare dei templi romani. La sua cella (l'ambiente sacro interno) ha una pianta a forma di stilizzazione di un mandorla, di Vesica Piscis.
L'unione tra il potere divino di Augusto e il potere terreno di Roma.
Il punto di incontro tra l'ordine cosmico e l'ordine imperiale
Terracina, in epoca romana, era una città strategicamente importante. Era situata lungo la Via Appia, al confine tra il Lazio e la Campania, e possedeva un porto fondamentale. La costruzione di un tempio così innovativo e simbolico in questo luogo prominente serviva a marcare visivamente l'importanza e la potenza del nuovo regime augusteo.
Un simbolo arcaico utilizzato nell'antica Roma per veicolare significati religiosi e politici di altissimo livello.
È un vero e proprio "gioiello" di geometria sacra applicata all'architettura imperiale.
Sappiamo anche come ho approfondito dal mio scritto, che la simbologia della Vesica Piscis, della Nun legata al Navigium Isidis è presente anche nel nostro stupendo luogo di culto dell'altare di Santo Stefano ad Oschiri ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/10/altare-santo-stefano-navigium-isidis.html?m=0)
Quindi ci sono corrispondenze tra Feronia e il Navigium Isidis.
E come vedete, sono simbologie archetipali che attraversano l'arco del tempo, trasversalmente attraverso le varie civiltà e che si manifestano in sincretismi eloquenti e rivelatori.
La Nun è simbolo e Matrice della Nostra Antica Civiltà Sarda ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/07/navicella-e-vesica-piscis.html?m=0)
Tiziana Fenu
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