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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

domenica, luglio 07, 2024

💛La costellazione dei Pesci nel corridoio di Mandra Manna

 


Le incisioni sulla parete destra del grande corridoio di accesso al complesso della muraglia megalitica de Sa Mandra Manna, complesso archeologico che si trova a Tula, in provincia di Sassari, il cui nome significa "grande recinto", sono delle incisioni verticali, oblique, e sicuramente è un tipo di scrittura comunicativa, ma non credo proprio che rientri nella scrittura Ogham. 

C'è un simbolo molto evidente. 

(prima immagine Fonte :

https://www.nurnet.net/mediateca/tula-incisioni-sulla-muraglia-megalitica-di-sa-mandra-manna-da-antonio-meledina-jpg-2/) 

Tre piccole coppelle disposte a triangolo. 

Corrispondono, secondo me, alla Costellazione dei Pesci. 

È un simbolo che ho già visto, nella Domu de Jana di Ossi, di cui ho già parlato, perché mi è particolarmente cara( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/12/il-nostro-presepe-sardo-domu-di-ossi.html?m=0) 

Domus de Janas Mesu'e Montes ( Ossi-Sassari)

Vedi seconda immagine ( Paolo Lombardi- 

https://www.neroargento.com/page_galle/montes_gallery.htm) 

Datazione 3500/4.000 a. C. circa

"La "Sala della Sacra Natività", come amo  chiamarla io. 

"Tre elementi disposti in modo triangolare ( triade creativa), dentro due circonferenze ( maschile e femminile uniti, che creano) 

L' elemento triadico centrale, che non è un "focolare" con la simbologia delle tre fiamme, racconta di una Sacra Creazione protetta dal doppio cerchio, solare e lunare, dei Genitori Cosmici Creatori"

Il glifo dei Pesci è come un Tao, con la doppia polarità, maschile e femminile, ed è proprio il simbolo dell'energia creatrice. 

Il Sole, nel corridoio della muraglia de Sa Mandra Manna, penetra attraverso una delle sue porte, e attraversa tutto il corridoio soltanto nel periodo equinoziale. 

Può essere, quindi, che le tre piccole coppelle disposte a triangolo rappresentino proprio la costellazione dei Pesci, in quanto, la sua levata eliaca avviene con l'inizio del mese di marzo, periodo che comprende anche l'equinozio di primavera, dopodiché alla costellazione occorrono quasi tre mesi per portare sopra l'orizzonte tutte le sue stelle. Sul finire di maggio sorge per la prima volta nell'anno Alpha Psc e da quel momento i Pesci divengono sempre più protagonisti della notte.

Credo che il corridoio funga da marcatore astronomico, e simbolicamente, offre la simbologia della creazione, del sole che ingravida il corridoio, come un condotto uterino, proprio nel periodo dell'equinozio di Primavera, quando vi è equilibrio tra le energie, e la terra si lascia fecondare dal calore del sole 

D'altronde anche il periodo astronomico dei Pesci, l'era dei Pesci, si inaugura con una figura, il Cristo, che è considerato un "Ichtys", una Vesica Piscis energetica, Monadica, che comprende le due polarita, altamente creativa. 

Dodicesimo e ultimo dei segni zodiacali, può anche rientrare nella simbologia del "grande recinto", come il nome de "Sa Mandra Manna", l'ultimo segno, che racchiude tutti gli altri, a completamento, come in un recinto simbolico. 

Sicuramente abbiamo la stessa simbologia nella Domu de Jana di Ossi. 

L'ingresso è orientato a sud-est, quindi all'alba del solstizio invernale, come l'ingresso del pozzo Sacro di Santa Cristina, ma proprio questa Tomba II, che comprende 12 vani, ha una pianta a T, e quindi è molto probabile che i tre elementi semisferici  interrati, con doppia circonferenza ( indicativa proprio della doppia polarità dei Pesci) siano disposti proprio ad est, il punto equinoziale in cui sorge il sole  ad indicare fertilità, nascita, rinascita. 

Trovo questo simbolismo, e sicuramente, i segni longitudinali, sono una narrazione astronomica. 

Per quanto ne dicano da anni, scrittura Ogham, antica scrittura sarda, non ho mai trovato traduzioni o interpretazioni a riguardo.

Per me, non è scrittura Ogham, ma, come sempre, sono mie personali interpretazioni 


Tiziana Fenu 

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Maldalchimia.blogspot.com 

Costellazione Pesci a Mandra Manna











sabato, luglio 06, 2024

💛Ofiotauro e Sirio

 A proposito del portale di Sirio/Iside, domani 7/7

Bronzetto di Nule (l'Ofiotauro)


 Da un post nella pagina "La Sfinge del Sinis"( https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=672747277680638&id=100048361166342)

"Sardegna , marina di Torregrande (Or)


Il Pozzo di "Serracus"

il pozzo dove i cabraresi si rifornivano di acqua fino agli anni 30. Dalla foto d' epoca si intravede che il pozzo era attorniato da 12 Betili , con delle bretelle(rappresentavano il serpente?) di collegamento agli angoli della vera del pozzo . Mentre nella struttura superiore del pozzo si nota chiaramente la raffigurazione di un toro.  Il monumento è stato completamente dimenticato dalle istituzioni preposte , lasciato in uno stato di abbandono ". 


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La presenza dei due simboli, del serpente e del Toro, mi rimanda ad un nostro bronzetto famoso, il bronzetto di Nule, del quale ho già parlato in passato, e del quale riporto un brano:


" In definitiva abbiamo che: gli ipogei di Ħal-Saflieni e di Anghelu Ruju risalgono allo stesso periodo; i due siti presentano caratteristiche del tutto simili (architettura in negativo, falsi elementi architettonici, false porte, colore rosso e simbologia); al loro interno sono stati ritrovati numerosi resti umani; la percentuale di teschi dolicocefali tra tali resti è molto elevata; in entrambi i sepolcri sono state ritrovate statue della D.M. e simboli del dio Toro. 

Le popolazioni che si resero protagoniste della trasmissione del culto doppio Dea/Toro di Malta e della Sardegna, potrebbero essere di etnia simile se non addirittura appartenere alla stessa.

Forse i culti venivano tramandati da sacerdoti dal cranio dolicocefalo, sacerdoti serpente, che provenivano dalla Mezzaluna Fertile. Come accennato nella Parte I, nel sito archeologico pre-sumerico di Al’Ubaid in Mesopotamia, sono state rinvenute numerose statue davvero particolari: raffigurano esseri metà uomo e metà serpente, con il cranio decisamente allungato.

Sono quasi tutte abbigliate in maniera bizzarra, con imbottiture sulle spalle e alcune con strani caschi (quasi indossassero tute sportive o addirittura spaziali). Molte statue, indubbiamente femminili, presentano a livello del pube segni a triangolo e alcune sono intente ad allattare il proprio figlio, anch’esso dalle chiare fattezze rettiliane: si tratta forse dell’antenato comune alla base delle raffigurazioni classiche di Iside e della Madonna?

Il teschio allungato delle donne-serpente è diventato il copricapo egizio di Iside e l’aureola della Vergine Maria?

Sono tutti tentativi di diffondere un messaggio antico di migliaia di anni legato a questa particolare forma del cranio?

[...]Del resto Iside/Dea Madre . era sempre raffigurata con un grosso sole tra corna bovine e la compagna di Akhenaton, Nefertiti, era sempre al suo fianco e rivestiva grande importanza, così come la sua progenie dal cranio allungato.

[...] A complicare (o forse a semplificare) ulteriormente le cose ci pensa ancora la Sardegna, restituendo un reperto davvero incredibile, del quale è d’uopo parlare: si tratta di una statuetta in bronzo di epoca nuragica ritrovata nei pressi del comune di Nule, in provincia di Sassari, zona che offre davvero una ricchezza archeologia enorme.

Viene comunemente definito ‘toro androcefalo’ in quanto raffigurerebbe un toro con cranio umano, una sorta di centauro giusto per citare la mitologia classica.

Personalmente non vedo assolutamente nulla di androcefalo, anzi.

Scorgo un essere per un terzo toro, un terzo umano e un terzo serpente. Addirittura si intravedono gli occhi allungati, del tutto simili a quelli delle statue di Al’Ubaid. Questo reperto sembra rappresentare il missing link tra toro, serpente e uomo. Per stimolare ulteriormente la vostra curiosità accenno al fatto che una statua simile è stata ritrovata tra gli idoli della tribù Dogon del Mali, già famosa per le presunte informazioni astronomiche che la legano alla stella Sirio (adorata anche dagli Egizi)


Tratto da "Misteri di un antichissimo culto: la Dea e il Toro" di Giancarlo Maria Longhi


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Considerazioni mie. 

A parte il legame tra la civiltà sarda e i Dogon, del quale ho parlato altre volte, che non fa altro che confermare lo stretto legame tra la nostra civiltà e le costellazioni, verso stelle importanti e molto luminose  come Sirio, visto che molti nuraghi sono orientati verso esse, e sono verso l'alba del solstizio estivo, quindi in piena levata eliaca di Sirio, che si manifestava proprio al culmine del solstizio estivo

Orientamento che ritroviamo non solo nei nostri nuraghi, ma anche nell'ingresso del nostro pozzo Sacro di Santa Cristina, del quale ho parlato tante volte, e in altri pozzi Sacri

Queste osservazioni, mi hanno fatto pensare, al mito greco dell'Ofiotauro, un ibrido con il corpo di toro e la coda di serpente, il contrario di ciò che potrebbe essere il bronzetto di Nule, che invece ha la testa umana/serpentina, e il corpo di toro. 

Non ho trovato l'Ofiotauro dei Dogon, a cui si riferisce il Longhi, nel testo sopracitato, ma lo posterò appena lo trovo. 

Ci sono elementi interessanti, nel mito greco dell'Ofiotauro, che rimandano alla Sardegna. 

L'Ofiotauro fu ucciso dai Titani, quindi Giganti, dopo che riuscirono ad imprigionarlo in una triplice mura circolare, che mi ricorda tanto l'iconografia del simbolismo delle coppelle con tre cerchi concentrici, così presente nella nostra Antica Civiltà Sarda. 

Che sia successo che sia nato prima il nostro Ofiotauro, il nostro bronzetto di Nule, e poi è stato modificato in senso maschilista e patriarcale, visto che la testa serpentina simboleggia il Femminino, declassandolo poi invece, nella coda? 

Secondo me, potrebbe essere andata proprio così.

D'altronde, il Sacro Femminino, di cui Iside, la cui rappresentazione astrale è proprio Sirio, forse è stata la massima rappresentante, è sempre stato rappresentato con elementi che riguardano il toro, il serpente e il sole. 

Le corna taurine, il globo solare tra le corna, l'ureo, il cobra dal collare espanso, esattamente come la testa del nostro bronzetto di Nule, e così come è presente nell'Ofiotauro.

Ma vi è un altro particolare, nel mito greco dell'Ofiotauro, che mi rimanda al Sacro Femminino.

Il nibbio, uccello che, tra gli altri, rappresenta Iside.

Il mito narra che le viscere dell'Ofiotauro, partorito dalla Terra, conferiscono, a chi le brucia, il potere di rovesciare gli dei. 

Lo Stige, avvertito dalle Parche, imprigionò l'Ofiotauro (per impedire che fosse ucciso) in un bosco circondato da un triplice strato di mura( il triplice strato di mura, mi rimandano alle triplici cornici delle porticine delle Domus de Janas, che rappresentano dei passaggi dimensionali, attraverso la ciclicità della "nascita/morte/rinascita") 

Durante la Titanomachia, il mostruoso ibrido fu ucciso con un'ascia adamantina da Briareo, un gigante con 100 braccia, un alleato dei titani, ma prima che le interiora potessero essere bruciate Zeus inviò gli uccelli a trafugarle. Quello che gliele riportò fu il nibbio: allora, per ricompensarlo del servizio resogli, Zeus lo elevò al cielo trasformandolo nella costellazione dell'Aquila.

Il nibbio, quindi, salva le interiora dell'Ofiotauro. 

Una storia che si ripete, come Iside, il Sacro Femminino, che ricompone il corpo di Osiride. 

Perché solo l'energia del Femminino, che tutto contiene, può ricompattare e rigenerare il tutto. 

Aquila e Toro. 

Il cielo e la terra. 

Un'iconografia poi ripresa dall'antico Testamento, che fa del Toro e dell'aquila, uno dei quattro aspetti del tetramorfo, che è una raffigurazione iconografica dei quattro animali dell'Apocalisse, leone, toro, aquila e uomo, alati, a figura intera o solo il capo, che fu usato anche come simbolo degli evangelisti. 

Iconografia, che però risale alla ben più antica cultura assira, la quale, aveva rappresentato la figura del Lamassu, un ibrido tra umano e toro alato, chiamato anche il Toro alato di Khorsabad, e che era posto a protezione del palazzo reale di Sargon II sovrano assiro della Mesopotamia.

Quello rappresentato nell'immagine che ho postato, è il Toro alato di Khorsabad, 721-705 a.C., in alabastro, altezza 420 cm, esposto Parigi, Museo del Louvre. 

Ritornando quindi, al simbolismo del Toro e del serpente, del pozzo di Serracus, visto che si tratta di un pozzo, quindi di un luogo sacro dedicato al culto dell'acqua, e quindi del Femminino,  e ritornando al nostro bronzetto di Nule, l'ibrido con la testa di serpente, e il corpo di toro, mi sembra evidente che il bronzetto rappresenti una divinità dall'energia androgina, in cui il serpente, rappresentato con il collare aperto, come l'ureo egizio( e quante volte, a tal proposito, ho sottolineato che la civiltà egizia, deriva da quella Sarda, e non, invece, il contrario), rappresenta proprio quel Sacro Femminino potente, così come è sempre stato in ogni cultura, dove il Femminino è sempre stato legato alla Sacra figura del Serpente. 

E poi abbiamo anche il nibbio, presente sia come veicolo di elevazione dell'uomo -Toro, che come simbolo del Sacro Femminino, in Iside. 

Proprio il nibbio, e non un altro uccelli qualsiasi. 

Il nibbio viene spesso scambiato per la nostra poiana ( o "po-Jana", per Jana), non solo per l'aspetto ma anche per gli acuti striduli. 

"Elevazione dell'uomo-Toro", verso il cielo, nobilitato da Zeus stesso, attraverso la costellazione dell'Aquila, in tempo greco-romano. 

In un periodo, cioè che aveva già surclassato e ghettizzato il Sacro Femminino, relegandolo a dei Femminini truci e malevoli, come le Parche, le Moire, Medusa che pietrifica con lo sguardo.

Un Femminino, privato, insomma, del suo immenso potere. 

Così come, viene rappresentato, nella sua grande potenza, nel nostro bronzetto di Nule, che sembra invece la versione opposta e speculare  dell'Ofiotauro greco, che invece, ha nella coda, la parte meno nobile del corpo, quella più "bestiale e demoniaca", la rappresentazione del serpente. 

Serpente, che invece, come un nobile ureo egizio, domina la testa del nostro bronzetto di Nule.

Un'appendice serpentina, a memoria di ciò che era il Femminino che custodiva e proteggeva, che era presente, come ureo, che è rimasta invece fino ai giorni nostri, nella nostra tradizione, nella nostra "berritta sarda" 

Ne ho parlato approfonditamente in un mio scritto, in cui riprendo il discorso su Sirio, Ofiotauro, e simbologia del berretto frigio

( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/05/baal-e-tanit.html?m=0) 

Ma non poteva che essere così, in una antica società matriarcale come la nostra, dove l'icona della protome taurina si sovrappone alla sagoma uterina, nelle tombe dei Giganti, nelle Domus de Janas, e ovinque ci sia questo simbolismo, indice di una potente sinergia creativa tra Maschile e Femminile. 

Ed è naturale che il femminino, rappresentato dalla testa del serpente, così come in ambito egizio, venga rappresentato come struttura portante del bronzetto. 

Serpente e Toro, indissolubilmente uniti. 

Perché il Toro, essendo un segno femminile, un segno di terra, rappresenta anche l'energia femminile di Madre Terra, a cui appartiene il serpente, animale che striscia in terra, ma che appartiene anche all'acqua. 

Come sempre, i simbolismi, sono sempre collegati tra loro in un continuum narrativo, e assolutamente logico, che lega ogni espressione della nostra Antica Civiltà. 

Basta vedere oltre, e capire, che molto è stato ribaltato, mistificato e deturpato, e che inizialmente l'Ofiotauro poteva essere quella magnifica creatura simbolo del Femminino, della fertilità, della saggezza, che si è intrecciato con il destino degli uomini, per apportare Bellezza e civiltà. 

Per nobilitarli, ed elevarli verso piani spirituali più alti, verso, simbolicamente, la costellazione dell'aquila, simbolo del Sole, è simbolo anche del Sacro Romano Impero, non a caso. Un importantissimo simbolo di potere. 

Guardacaso, "aquila" in sardo, si dice "ae".. "ae/ave"... 

Ma questa è un'altra, interessantissima storia... 


Tiziana Fenu 

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Ofiotauro e Sirio










💙Portale Sirio 7 /7 /2024

 Il 07/07/2024 , domani, domenica, avremmo una giornata un po' particolare.

Siamo al culmine di quello che viene chiamato il portale di Sirio.

Saremmo in Luna Crescente in Leone e saremmo guidati dall'energia del Sacro Archetipo Ebraico Tau il ventiduesimo, il Sigillo Divino. 

La potenzialità manifestata

La stella Sirio, della costellazione del Cane è 20 volte più luminosa del nostro sole, e due volte più grande, e per questo motivo, è stata molto venerata in ogni civiltà e periodo.

Sirio viene identificata con la grande Madre Creatrice, il "Sole dietro il Sole", Madre dello stesso Sole, colei che tiene in vita il mondo spirituale. 

Il Sacro Femminino è sempre stato collegato a Sirio, così come la sua controparte oscura. Infatti nell'antico Egitto, sia Iside che Anubi, che Thot, sono collegati ad essa.

Era così importante, nell'antica Civiltà egizia, che il calendario egizio si basava sulla levata eliaca di Sirio, che si verificava poco prima delle esondazioni annuali estive del Nilo.

Un culto del sole che affonda le radici nella civiltà atlantidea e di tutte le dottrine segrete

Iside emerge da Osiride, dal Sole, come la vera, grande Madre, l'unica capace di ricomporre Osiride. Emerge come Is, che corrisponde anche alla runa Isa, la Runa dritta, del ghiaccio, dentro la quale vi è il fuoco della kundalini.

Runa collegata all'archeripo 9, Teth, la Gestazione, la Sophia, la Kundalini, il Sacro Femminino che fa da ponte tra umano e divino. 

La lettera Reish, del ventesimo Archetipo, che si è manifestata per questo novilunio in Cancro, che rappresenta la testa, è rappresentata come se fosse un uomo con il capo chinato, in umiltà. 

Perché la testa, la mente, cerca la connessione con il cuore.

Si concentra.

Si centra dentro, in profondità, con mente e cuore connessi, con padronanza, senza farsi sopraffare dall'esterno, cose, persone o eventi.

Questo è molto in linea con la luna crescente in Leone che governa questo portale 7/7, tutto Femminile, che si manifesta sotto un segno d'acqua, il Cancro. 

Fuoco e Acqua ancora in sinergia, anche per questo passaggio. 

È l'inizio rivelato, il trascendere il rumore dei propri pensieri. 

Perfezionarli, come è proprio della funzione dell'Archetipo, con funzione "perfezionante", e portarli ad un compimento, manifestazione della Tau, di questo portale 7/7.

La Tau ha funzione "reagente", e sappiamo bene che è la nostra reazione a fare la differenza, per la manifestazione della nostra Essenza. 

La Tau, che ritroviamo anche nel simbolismo dell'Ankh, della Chiave della Vita, come simbolo di completezza creatrice, del Maschile e del Femminile in sinergia. 

Questo offre una grandissima possibilità. 

Infatti l'Arcano Maggiore correlato alla Tau, è quello del Folle, a doppia valenza, prima o ventiduesima lama. 

Perché il Folle può tutto. 

Si è liberato da ogni costrizione. 

Il suo cuore è sublimato, arriva alla Sophia, all'Intelligenza sublimata, all'Intelletto. 

È come una trasformazione, potenziata, che libera da tanti pesi, convinzioni, giudizi, proiezioni, schematismi.

Ci si lascia fecondare, con la testa china, in umiltà, sapendo che quell'afflato divino che metaforicamente ci viene insufflato, ci porta ad una elevazione maggiore.

È lasciamo che agisca, perché abbiamo superato il conflitto tra testa e cuore, e non c'è opposizione, ma solo complementarietà perfezionante, che punta ad uno step successivo.

In Bellezza, in Armonia. 

Con quel senso intimo di Giustizia che ci dice che tutto va nel giusto verso, in equilibrio.

È una resa. Il punto più alto dove può manifestarsi l'illuminazione, la consapevolezza, è la testa, sesto e settimo chakra.

Nell'Arcano Maggiore del Giudizio, il ventesimo, lo Spirito emerge dai sepolcri, bianco come una tabula rasa, totalmente rinnovato, come se fosse rinato a nuova vita.

Capace di vedere "il sole dietro il sole", con un nuovo senso di giustizia, lungimirante, in unione solo con ciò che è in risonanza, in un profondo senso di Bellezza, elevandosi al di sopra dei conflitti, incarnando, di per sé, quel senso del Giusto e del Bello, che lo fa emergere al di sopra delle basse energie.

Sentendo profondamente, la dimensione intima della Vita stessa. 

Della propria Essenza. 

Il passaggio, tra novilunio e portale di Sirio, è oggi, giorno dedicato a Saturno, al Femminino ciclico, all'Archetipo Shin, il Fuoco Sacro, che brucia ciò che non serve. 

Per fare in modo che, con la nostra intima verità e nudità, possiamo essere in grado di governare il nostro Mondo, come nell'Arcano Maggiore XXI. 

Tra l'altro, "7+7", fa 14, manifestazione dell'Archetipo Nun, con funzione trasformazione, correlato all'Arcano della Temperanza. 

La figura Sacra correlata alla Nun, è la Vesica Piscis, che indica la complementarietà tra le due polarità. 

E per questo passaggio, abbiamo giusto la sinergia dell'Acqua e del Fuoco, che richiedono trasformazione, ma anche Temperanza, dolcezza, travaso fluido. 

Avviene comunque, in una dimensione di grembo metaforico, perché gli Archetipi Tau e Nun, rimandano alla dimensione della vita e della trasmutazione nelle nostre stesse acque. 

Della compiutezza del ciclo trasmutativo. 

Un portale straordinario, questo, per la leggerezza, per la profondità, per la saggezza, per la visione di insieme, per la capacità di distacco.

Per la capacità di bypassare gli intermediari e percepire quanto siamo benedetti in questa maestria di cambiamento, di trasmutazione.

Perché qualcosa si perde.

E qualcosa si trova.

Ma non era andata persa. 

È sempre stata con noi.

Il rumore della testa, dei pensieri, e di tanto altro, ci impediva di vederla, di sentirla.

I portali, i passaggi alchemici, sono come passaggi uterini.

Troppo stretti, per più persone. Si viaggia in solitaria, o con la controparte animica, se l'Universo lo consente.

Ci si trova al di là del guado. Ci si riconosce per risonanza. Un po come dei sopravvissuti, a sé stessi, Inanzittutto

Ne valeva la pena?

No. Ne valeva la Gioia. Dell'essere qui, ma del sentirsi parte di un Cuore Cosmico pulsante, potente, immortale, immenso.

Buon portale 7/7

E se ribaltiamo il secondo "7", come in uno specchio, diventa un triangolo con il vertice verso il basso, simbolo dell'acqua, della terra, e del Femminino.

Un portale che funge da specchio, nel quale possiamo vedere la nostra interezza, la nostra Bellezza.

Quanto siamo assolutamente giusti qui, in questo momento, perfetti, in questo stesso istante, come un Diamante che riluce di Luce propria. 

Buon portale 7/7


Tiziana Fenu 

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Portale Sirio 7/7/2024






venerdì, luglio 05, 2024

💛Uomo di Otzi

 Da un articolo di oggi, del Corriere della Sera 

https://corrieredeltrentino.corriere.it/notizie/cultura-e-tempo-libero/23_luglio_05/oetzi-tutti-i-segreti-dell-uomo-dei-ghiacci-era-sardo-e-aveva-il-colestorolo-negli-ultimi-anni-e-ingrassato-045581d2-2f36-4811-a9ac-9e8d4ebb9xlk.shtml


"Ötzi non è affatto altoatesino: è sardo".

 Nonostante uno stile di vita salutare soffriva di colesterolo alto"

«Era un uomo di circa 45 anni, ma non sappiamo se sia autoctono. Sotto il profilo genetico, l’aplotipo materno non esiste più: quel raro sottogruppo di Homo Sapiens si è estinto. Invece quello paterno è individuato in Sardegna o in Corsica: qualche antenato proveniva da lì. La ricostruzione digitale della sua immagine è verosimile: il teschio rivela che aveva quei tratti e i capelli erano marroni e ondulati».

«La predisposizione alle malattie cardiovascolari nonostante uno stile di vita molto più salutare del nostro: mangiava tanta carne perché il grasso forniva energia, ma camminava per ore quotidianamente. Eppure aveva placche di colesterolo e segni di arteriosclerosi nell’arteria addominale e nelle coronarie. Aveva abiti perfettamente cuciti e 61 tatuaggi sui meridiani dell’agopuntura: questo rivela una comunità organizzata in ruoli».

«La sua mummificazione deriva da un’azione combinata di congelamento ed essiccazione, ma cosa sia accaduto non è chiaro. Oscura anche la sua morte per emorragia dovuta alla ferita di una freccia tutt’ora conficcata nella spalla sinistra. Ha un livido sullo zigomo destro e una ferita sulla nuca. Ma chi lo ha ucciso? Perché? La lastra di Ötzi è uguale a quella di qualsiasi uomo e stomaco e intestino hanno fornito informazioni importanti, ma polmoni e cervello sono stati sottoposti solo a piccole biopsie e nascondono tanti misteri. Oscura anche la sua morte per emorragia dovuta alla ferita di una freccia tutt’ora conficcata nella spalla sinistra. Ha un livido sullo zigomo destro e una ferita sulla nuca". 


E ancora 

"Il corpo di Ötzi è stato rinvenuto nel 1991 sul ghiacciaio del Similaun, nelle Alpi Venoste, montagne al confine tra Austria e Italia, dopo essere rimasto sepolto nel ghiaccio per 5.300 anni. 

Lo studio ha utilizzato i marcatori del cromosoma Y che vengono passati di padre in figlio, per tracciare le migrazioni avvenute nel Neolitico che hanno portato l’agricoltura in Europa, passando per le Alpi. Ötzi apparteneva a un gruppo di cromosomi Y chiamato aplogruppo G tipico di popolazioni agricole radicate in Medio Oriente". 

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Personalissime considerazioni mie. 


Ötzi.. Otzieri.. Ozieri.. Cultura di Ozieri..

I nostri Antichi antenati conoscevano benissimo le dinamiche energetiche. Anche nelle decorazioni dei vasi di Ozieri ( 4000 aC), abbiamo visto la rappresentazione delle energie toroidali (i due triangoli uniti per il vertice), l'ho approfondito più volte. 

Questo nome non è arrivato a caso. 

È stato ispirato da una memoria ancestrale molto potente, come è tutta l'energia della nostra terra. 

Sono convintissima che i 61 tatuaggi trovati, non siano specificatamente tatuaggi, ma una sorta di Agopuntura primordiale, che passava per i meridiani energetici, o anche simbolismi tatuati a scopo terapeutico.

I 61 tatuaggi geometrici di Ötzi sono disposti a gruppi, principalmente in corrispondenza delle giunture. Forse una funzione di trattamento di disturbi come l’artrosi. 

O forse, come vedete, visto che ricorre il modulo a "3", tipico della nostra civiltà(  basta pensare alle tre cornici dei passaggi alchemici nelle Domus de Janas, simbolo di immortalità, di ciclicità reiterata) e la simbologia della croce, archetipo dell'Unione degli Opposti, viene da pensare che siano simboli legati più ad una ritualistica del Sacro, più che scopi prettamente terapeutici. 

La cultura di Ozieri, in ogni caso, è quella che meglio rappresenta, a livello grafico e artistico, questa dinamica energia toroidale degli Opposti  ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/10/ballu-tundu.html?m=0). 

Ne abbiamo traccia ovunque, nella nostra Antica Civiltà Sarda, di questa energia toroidale( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/03/spirale-speculare-domus-di-oredda.html?m=0) 

Non mi sembra propriamente un caso...

L'agopuntura terapeutica o anche i tatuaggi, l'incisione dei simboli ( e 61 "tatuaggi", su un corpo, sono davvero tanti), mira al riequilibrio delle energie, e la nostra Antica Civiltà, è srmpre stata attentissima a questo equilibrio. 

È la koine'  concettuale e simbolica, archetipale, che fa da filo conduttore attraverso i secoli e i millenni, e vediamo ogni giorno, quali meraviglie produce. 


Tiziana Fenu 

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Uomo di Otzi







giovedì, luglio 04, 2024

💙Novilunio 5/7/2024 in Cancro

 Domani 5 luglio, venerdi, abbiamo la Luna Nuova in Cancro.

Una luna detta "dei fulmini"

Siamo in piena energia di Acqua, con luna in Cancro e sotto il segno del Cancro.

Siamo anche di venerdì, di Venere, e sotto l'energia, ancora una volta, come è stato per il passaggio di San Giovanni, del ventesimo Archetipo Resh, la Testa, con Arcano Maggiore XX del Giudizio.

Devo dire, che anche stavolta, come per l'ultimo plenilunio in Sagittario, del 22 giugno, non ho avuto cognizione che domani fosse già il novilunio.

Sto perdendo letteralmente la cognizione del tempo, di ciò che sono le attitudini, impegni.

Alla Testa, arriva solo ciò che mi nutre, che non deve essere necessariamente impegnativo, ma che fluisca.

Sento tanto questa dimensione, in quest'ultimo periodo.

Si ribaltano molte cose, altre sbiadiscono, altre ancora, appaiono all'orizzonte, come nuovi interessi

La dimensione amniotica di questo passaggio, rende leggero questo percepire.

Alla testa mi arriva solo ciò che mi inebria, nonostante i nonostante.

E sento tanto questa energia dei fulmini, così come vengono correlati a questa lunazione.

Sono quei fulmini emotivi che ti arrivano fino alla testa e che probabilmente stanno polverizzando tutte quelle connessioni che hanno perso forza

Ho letto da qualche parte, che la Resh, questo Archetipo, viene definito il ponte, il punto di passaggio, che consente alle energie superiori di passare.

Come se davvero mi sentissi "occasione" vivente.

Come se mi lasciassi accadere, in qualsiasi declinazione.

È intelletto che si smuove, che prescinde qualsiasi intelligenza umana, perché è in connessione con l'altro intelletto, quello Universale, cosmico, presente ovunque, nelle forme sublimi che conosciamo.

Difronte ad esso, sento piccolissima anche la mia limitata intelligenza umana, messa molto alla prova, ultimamente.

Ma è proprio, nuovamente, questa presenza della Resh, anche in questo passaggio( così come è stato per L'Eclissi dell'8 aprile), a sospingerci, quidati dal nostro profondo sentire, enfatizzato dal Segno del Cancro, verso questo innalzamento vibrazionale, in connessione con l'intelletto che guida l'Universo.

Ho questa sensazione di lasciar fare, di lasciar scorrere, certe cose non mi interessano più.

Non mi folgorano più.

Non mi attraversano, come fanno i fulmini.

È tempo di godere della tempesta, di lasciare che certe cose vengano meno.

O forse non sono nemmeno mai venute.

È un tempo interiore che prende sempre più forma, non a discapito di una o dell'altra cosa.

Ma ad arricchimento dell'unico luogo che mi è concesso di abitare.

Me stessa. 

Dell'unico luogo che possiamo offrire in privilegio, a chi ci attraversa, emotivamente, energeticamente.

I fulmini, come già scrissi, sono composti di plasma.

Il nostro sangue è composto di plasma.

È curioso che il gas ionizzato che compone i fulmini, e la componente acquosa del sangue, abbiano lo stesso nome

Acqua.

Acqua nella forma più nobile, gas, vapore.

È tutto estremamente simbolico.

Sta cambiando tutto velocemente, e questo, da una parte mi fa fluttuare, dall'altra, mi elettrizza.

Come se non vedessi l'ora di sondare nuove modalità, nuove occasioni, nuove coordinate, nuove connessioni.

Questo novilunio arriva un po' in sordina.

Io stessa non ne ho avuto memoria fino ad un'ora fa.

Ma ne sento l'estrema potenza, e sono sicura che questi fulmini ci attraverseranno e arriveranno su, fino alla Testa, dove potremmo consapevolizzare certi processi che stavamo vivendo solo emotivamente.

Sento come una grande liberazione.

Un alleggerimento.

Un sonoro "Chi se ne frega"

E va più che bene così.


Tiziana Fenu

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Novilunio 5/7/2024 in Cancro





💛Pozzo Canopoli/Canopi egizi

 Nell'immagine di Fabrizio Bibi Pinna, la prima, il Pozzo Sacro di Predio Canopoli, che si trova a Perfugas, provincia di Sassari. 

Il pozzo ha orientamento sull'asse sud-ovest / Nord-est, con ingresso a sud-ovest, quindi perfettamente orientato ai solstizi. 

Al tramonto del solstizio d'inverno( sud-ovest) e all'alba del solstizio estivo ( nord-est) 

Anche il nostro pozzo di Santa Cristina è orientato ai solstizi, solo che l'ingresso è orientato a sud-est( alba solstizio invernale) e il lato opposto a Nord-ovest( tramonto del solstizio estivo) 

Il pozzo di Santa Cristina, ha l'ingresso orientato a sud est( alba solstizio estivo) come il nuraghe Sisini, speculare al pozzo di Is Piriois, dei quali avevo parlato in un mio scritto( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/09/orientamento-solstizio-invernale-pozzo.html?m=0), in quanto hanno la stessa conformazione a Menat, del pozzo di Santa Cristina 

Il nord ovest, esotericamente, è legato all'elemento acqua ( il nord) e all'elemento terra( l'ovest) 

Mentre il sud est  è legato all'elemento fuoco( sud) e, all'elemento aria (est) 

Una straordinaria simbologia e corrispondenza,  tra il pozzo is Piriois e il nuraghe Sisini, in cui avviene la fecondazione metaforica, simbolica, tra l'elemento acqua del pozzo e l'elemento fuoco del nuraghe, che coinvolge anche gli altri due elementi. 

La terra, in cui avviene la fecondazione, e l'elemento Aria, in cui questa fecondazione, assume anche una valenza spirituale, elevandosi oltre la dimensione terrena". 


Come ho sempre detto, questa sinergia tra Opposti, tra maschile e femminile, è profondamente presente nella nostra Antica Civiltà Sarda, anche in strutture, come questa, apparentemente simili, ma assolutamente complementari, sia per struttura, che per simbologia. 

Questa specularita', tra i due pozzi, come il Santa Cristina e il Sant'Anastasia, come tra  il nuraghe Sisini e il pozzo di Is Piriois, la troviamo anche tra questo pozzo di Predio Canopoli e il tempio nuragico a pozzo di Irru, a Nulvi( Sassari), seconda immagine, ( foto di Paolo Lombardi), poco distante dal pozzo Canopoli( una decina di km) 

Anche questo pozzo, ha lo stesso orientamento del Canopoli, con ingresso a sud ovest( tramonto solstizio invernale) e orientamento sull'asse nord-est( alba solstizio estivo) 

Le strutture simili tra loro, rientrano in quella dimensione del gemellare e speculare, sempre presente nella nostra Antica Civiltà Sarda 

Ne ho parlato nel mio ultimo scritto sulla simbologia solstiziale nella nostra Antica Civiltà Sarda ( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/06/solstizio-estivo-nellantica-civilta.html?m=0) 

Ho già affrontato l'argomento, in relazione, in particolare, al pozzo di Santa Cristina, e al suo gemellare pozzo di Sant'Anastasia (https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/il-concetto-di-gemellare.html). 

Un pozzo gemello a custodia del livello d'acqua del Santa Cristina, per evitare il "troppo pieno", e che quindi le acque possano contaminarsi con ciò che è esterno al pozzo.

Se ci badate, il nome "Anastasia", ha la stessa radice "ana-" della parola "anabasi", che indica la salita, l'ascesa verso il cielo, contrapposto al concetto di "catabasi", che indica la discesa verso gli inferi

L'anabasi non è possibile senza una base materiale, senza aver prima, figurativamente, esteticamente e moralmente, attraversato il proprio inferno personale; ecco il vero nesso concettuale tra il Cielo e la Terra; ecco perché non può esserci anabasi senza catabasi, senza discesa agli Inferi. 

[...] Questo concetto di pozzo gemellare, che ha la stessa conformazione a Menat, del nostro pozzo di Santa Cristina, lo troviamo nel pozzo di Kom Ombo, in punto strategico verso la Nubia e  l’Etiopia, con le quali abbiamo molti più legami di quel che si pensa. 

In questa zona ci sono  due templi d’età Tolemaica dedicati al dio "dalla testa di falco" ed a Sobek il dio coccodrillo. Vicino questi templi principali ci sono altre costruzioni molto più antiche, tra cui un pozzo, il pozzo, appunto di Kom Ombo, che fungeva da nilometro. 

Cioè aveva la stessa funzione del gemello di Santa Cristina, il pozzo  di Sant'Anastasia, evitava cioè che il Nilo risultasse troppo pieno, e che le acque venissero contaminate da agenti esterni, straripando dal pozzo. 

La conformazione a Menat, lega tutti questi  pozzi, perché oltre la sua simbologia, di fattore "equilibrante, equinoziale", come ho già approfondito( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/11/il-menat-e-santa-cristina.html?m=0/  https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/il-menat-portale-alchemico-dei-pozzi.html?m=0), c'è da sottolineare che il Dio Sobek, legato ai riti di mummificazione, quindi al concetto di anabasi ( ma anche di catabasi, perché "ricompatta" dopo la morte) è il marito della Dea Hator, il cui simbolo è proprio il Menat, e il pozzo, che contiene l'acqua, elemento femminile per eccellenza, non puoi che avere una simbologia femminile, che rimanda all'archetipale Tanit, di cui noi in Sardegna, abbiamo le primissime forme archetipali, come ho sempre scritto". 


Quindi anche questo pozzo Canopoli, con il suo gemello nel pozzo di Nulvi, e con la conformazione a Menat, che contraddistingue, e funge da equilibrante, i nostri pozzi Sardi, e il pozzo di Kom Ombo, tra Nubia ed Etiopia( a cui siamo particolarmente legati per una serie di motivi) può essere un riferimento a quella dimensione di catabasi/anabasi,  dell'oltretomba, collegata al dio Sobek, consorte della Dea Hator, il cui simbolo è proprio il Menat. 

Il pozzo Canopoli, ha la stessa radice del nome  dei Canopi Egizi, lo stesso nome quasi. 

I vasi canopi sono contenitori destinati a racchiudere gli organi interni( polmoni, fegato, stomaco ed intestini) asportati dal corpo durante la mummificazione. 

Con la XIX dinastia (1292-1186 a.C.) i coperchi si differenziano, fino ad arrivare alla canonica raffigurazione dei geni funerari chiamati “Figli di Horo”, protettori dei punti cardinali. 

Il vaso di Amset, riconoscibile per la testa umana e contiene il fegato. Amset, era legato alla dea Iside ed indicava il sud.


Il vaso di Hapi ha la testa di un babbuino e contiene i polmoni; Hapi era connesso con la dea Nefti e indicava l’opposto cioè il nord.


Il vaso di Duamutef ha la testa dello sciacallo e contiene lo stomaco. 

Duamutef era connesso alla dea Neith e indicava l’est.


Il vaso di Qebehsenuf ha la testa di falco e contiene gli intestini. 

Qebehsenuf era connesso con la dea Selket e indicava l’ovest.


Canopo, pare che fosse il nome greco di un'antica città costiera risalente all'antico Egitto, posta nel delta del Nilo sul ramo più occidentale del fiume che è appunto detto ramo canopico, e fu il principale porto greco in Egitto prima della fondazione di Alessandria

Una città edificata in onore di Ramesse II, con tempio dedicato ad Osiride ed Ercole

Proprio quel Ramesse II che nomina gli Shardana, il suo esercito, nelle stele di Tanis del 1287 a.C., in si dice testualmente :

"Gli Shardana dal cuore impavido. Da sempre non si sapeva come combatterli, essi arrivavano con il cuore fiducioso, sui vascelli da guerra dal mezzo del Grande Verde (la parte tirrenica del Mediterraneo) e non  si poteva resistere davanti ad essi". 

Sottolineo che migliaia di Shardana erano stanziati proprio nel Delta del Nilo, specie sulla frontiera orientale. 


Quindi, non stupisce la corrispondenza tra Canopo, città costiera del Delta del Nilo, quindi legata alla dimensione dell'acqua, e il pozzo Sacro di Canopoli. 

E non dovrebbe nemmeno stupire la corrispondenza tra la ritualistica dei vasi Sacri Canopi, che preservavano gli organi dopo la morte, con la simbologia del pozzo Sacro in sé, in questo caso, anche con la stessa radice fonetica, le cui acque purificano e preparano al passaggio nell'altra dimensione. 


Ritornando ai canopi, è interessante notare come ogni vaso avesse una formula magica, un'invocazione di protezione, da parte di alcune divinità femminili, che erano in genere Iside, Nefti, Selkis e Neith

Quindi si richiedeva, in ogni caso, la protezione del Femminino 

Se ci pensiamo, anche la conformazione dei vasi Canopi, richiama la morfologia dei pozzi Sacri. 

La tipologia a Menat

Perché è il Femminino, il fattore equilibrante, il custode delle due polarità. 

Iside, la Grande Dea Madre, che sottolineo, era protetta da 7 scorpioni 


Nefti, guardiana del letto funebre, Madre di Anubi, che ebbe dal fratello :sposo Seth

nell'enneade eliopolitana, come sposa di Seth (poi di Thot), e nella religione di Osiride, in cui Iside e Nefti. sono 'le due sorelle', 'le due vedove

Presentata come un nibbio. 

Il nibbio, è simile alla poiana, ed emette acuti simili ad essa


Selkis, deificazione dello scorpione, era dea della fertilità, della natura, degli animali, della magia, della medicina e della guarigione delle punture da animali e insetti velenosi Era anche connessa all'oltretomba, in quanto si riteneva sorvegliasse una delle quattro porte del Duat, l'aldilà egizio inoltre era patrona di uno dei quattro vasi canopi del corredo funebre, quello contenente le viscere del defunto. 

La puntura dello scorpione induce una paralisi, ed è per questo che il nome di Selkis, ellenizzazione dell'originale egizio Selket, potrebbe essere tradotto come "Colei Che stringe la gola/Colei Che permette alla gola di respirare" . 


Neith, era la patrona di Sais, nel Delta occidentale.

Dea Neith, collegata alla nostra Dea Tanit primordiale di Tresnuraghes( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/la-tanit-di-tresnuraghes-la-nostra.html?m=0) 


È il Femminino, ad essere lo psicopompo che traghetta nell'altra dimensione. 

Come la nostra Dea Madre Sarda di Cuccuru Is Arrius, dalle fattezze di scarabeo. 

Una dea Madre, è stata ritrovata anche qui, a Perfugas, una Dea Madre con Bambino, simile alla nostra Dea Madre di Cuccuru Is Arrius. 

Abbiamo quindi un Femminino, legato anche alla simbologia dello Scorpione

Come ho scritto in un mio recente post 

( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/05/simbolismo-zig-zag-guanto-gigante-di.html?m=0) 

"L'animale che  rappresenta la dea Serket, simbolo del venire alla vita, sarebbe più precisamente  la nepida (scorpione d'acqua), un insetto anfibio maestro del respiro, del soffio vitale.

Infatti in alcune rappresentazioni appare una Nepeta sulla Dea Serket, la dea Scorpione, protettrice di morti e uno dei vasi canopi dove andavano gli organi del defunto durante la mummificazione

 della quale avevo già approfondito ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/05/la-dea-scorpione.html?m=0) 

"Uno scorpione che è legato astronomicaente, al Solstizio d'inverno, quindi alla discesa autunnale del sole agli inferi. 

(notate infatti, come l'ingresso del pozzo Canopoli è orientato al tramonto del solstizio d'inverno, quindi alla dimensione più assoluta dell'oscurita', propedeutica alla generazione /rigenerazione/gestazione) 

Una discesa necessaria per poter poi risalire e far nascere il Sole Bambino invernale che emerge dall'oscurita' per portare la luce. 

Una simbologia equinoziale - solstiziale, che ingloba in sé la simbologia della dea morte in senso iniziatico, nel senso che la morte consentiva l'accesso e il ritorno, ad una dimensione spirituale alla quale già si apparteneva prima della nascita.

Scorpione come simbolo di quel Sacro Femminino che domina anche gli abissi e l'oscurità.

Iside che riesce ad evadere dalla prigionia di Seth, dopo la morte di Osiride, accompagnata da 7 scorpioni, la risalita dei 7 chakra, per darle aiuto.

Iside a volte era chiamata lo "scorpione di Behdet" soprattutto insieme ad Horus di Edfu.

Selkit (o Selqet o Serket) era un'altra dea scorpione vicina a Iside.

In una sua rappresentazione, la si vede come una donna sfinge con corpo di scorpione, coda arcuata al di sopra del corpo e testa coronata con le corna e con il disco lunare di Iside.

La dea Iside-Selkit è un aspetto estremamente protettivo della dea, tuttavia sotto queste sembianze ha una natura piuttosto irascibile. 

Era conosciuta nei Testi della I Dinastia delle Piramidi come "colei che apre la gola", cioè  colei che dà respiro a coloro che avevano difficoltà a respirare in seguito al morso di uno scorpone.

Essa prima di tutto esercitava la sua protezione a difesa di Ra, e quindi del Sovrano.

Seth e Horus (Horus venne punto da uno scorpione per mano di Seth) sono due facce della stessa medaglia. Horus solare e Seth tenebroso, lunare. 

Ma anche, e soprattutto androgino. 

Era infatti bisessuale e il suo simbolo di offerta erano i testicoli, mentre Horus era l'occhio, la saggezza. 

Un aspetto del Femminile aggressivo, distruttivo, la dea Kali con 4 braccia, come la rappresentazione dello scorpione. Dea Kali, che era chiamata proprio Dea Scorpione . 

Al Femminino spetta il compito di distruzione e di rinascita. 

Lo Scorpione è un segno d'acqua, alchemico. 

Nella mitologia, Orione, che sta vicinissimo al Toro,  morì a causa della puntura di uno scorpione che Artemide fece uscire dal terreno per aver attentato all'onore delle Pleiadi. 

[...] Una Nepeta o nepida( casualmente, abbiamo una località, qui in Sardegna, che si chiama proprio Nebida, nel comune di Iglesias), quindi, che è legata anche ad Orione, fulcro importantissimo della spiritualità della nostra Antica Civiltà Sarda. 

Gli inumati di Mont'e Prama sono infatti orientati verso Orione"


Alla luce di queste considerazioni, credo che la simbologia del pozzo Sacro di Canopoli, sia comunque legato alla stessa simbologia dei vasi Canopi, protetti sempre da un Femminino, che rimanda per lo più alla simbologia dello Scorpione, legato all'acqua amniotica trasmutante, e alla dimensione ultraterrena. 

Il pozzo come un grembo, che offre la gestazione e la rinascita, oltre che custodire, come è nella simbologia di tutti i nostri pozzi Sacri più importanti, soprattutto il Santa Cristina, di cui ho parlato più volte. 

Come avevo già scritto( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/osservavo-la-piantina-del-pozzo-di.html?m=0) 

"Ho cercato l'etimologia di Pozzo

Deriva dal latino "puteus" , con radice indoeuropea "put", che significa procreare ( questo significato è rimasto anche nell' inglese "to put", che significa "mettere qualcosa in un'altra" (perché, come dico sempre, le lingue sono tutte collegate, nella loro valenza simbolica, che spessissimo si esplica anche in assonanza grafica e fonetica, anche su lingue molto distanti cronologicamente e geograficamente)

"Put" quindi, che significa generare procreare, che ha la stessa radice di "puta", che in latino significava "fanciulla", da cui deriva la parola "puttana" ( il significante  si è involgarito nel corso del tempo, come è successo per altre parole, come ho scritto in un altro post, come la parola "udda", che in ebraico significava "donna e sposa", e  che deriva da una forma arcaica di sumero che significava "andate verso il sole". Un sintagma sacrale che rivelava la metempsicosi di ritorno all' Uno)

Quindi "puteus",  con radice "put" , "puta" (fanciulla pura) e poi ancora "puteal",

"Puteal", che significa un qualcosa che protegge e recinta le zone sacre, da cui deriva "putei"

I "putei" erano le scavature   rotonde usate per conservare il grano.

Quindi pozzo come simbologia di purezza, come una fanciulla bambina, e anche con il significato di " procreazione". 

Come vedete, una simbologia, fortemente legata al Femminino, in ogni suo aspetto. 

Il Femminino equilibrante, custode delle due polarità, che riporta alla vita e la custodisce, che lega i canopi anche alla simbologia dell'etimologia della parola pozzo. 

Sempre straordinarie corrispondenze, e sempre straordinaria la matrice architettonica, raffinatissima, dei nostri pozzi, riconoscibilissimi in ogni parte del mondo.. 


Tiziana Fenu 

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