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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

giovedì, gennaio 30, 2025

💙Imbolc 2025

 Tre giorni di forte trasmutazione energetica per la ricorrenza di questo Imbolc e della Candelora. 

Domani, Venerdì 31 luna crescente in Pesci, segno d'acqua, abbiamo l'energia del Sacro Archetipo Ebraico Nun, il quattordicesimo, con funzione trasformazione, correlato all'Arcano Maggiore XIV della Temperanza 

Sabato 1 febbraio, siamo sempre in luna crescente in Pesci, con l'energia del dodicesimo Sacro Archetipo Lamed, con funzione "misura" e Arcano Maggiore XII dell'Appeso

Domenica 2 febbraio, con luna crescente in Ariete, segno di Fuoco, abbiamo l'energia del tredicesimo Archetipo Mem, la Sacra Madre delle Acque amniotiche e cosmiche, correlato all'Arcano Maggiore XIII della Morte 

Tre giorni di intensa trasmutazione, che culminano, per la Candelora, con una straordinaria sinergia tra Acqua ( la Mem) e il Fuoco( l'Ariete della luna crescente), in un giorno, domenica, dedicato al Sole, alla luce, al Fuoco. 

La festa della Luce crescente, Imbolc, la festa del Fuoco Sacro.

Un Fuoco capace di sopravvivere oltre la coltre di neve dell'inverno, che desidera manifestarsi.

È molto interessante questa combinazione energetica tra l'acqua della Mem  e il Fuoco dell'Ariete, che questa celebrazione rappresenta.

Sappiamo che ad essere festeggiata è proprio la Dea del Fuoco, Brigid, la Dea Celtica, la dea Madre, la guerriera , ma anche la Sposa , perche Bride, vuol dire sposa. 

E questo, rimanda all'unione ierogamica tra acqua e fuoco, che quest'anno contraddistingue questa celebrazione. 

Il simbolismo di vestire di Bianco deriva dall'antico animale totemico del Cigno, connesso alla Dea - Brigid - Bride, perché le sue piume connettono al regno divino superiore. 

Ma tra le divinità, tra gli arcangeli, uno sposo molto probabile può essere l'arcangelo dalle ali bianche, l'Arcangelo Michele. 

Un Eroe

Eroe, da "ieros gamos", inteso come unione degli Opposti, sinergia rappresentata dal nostro Ariete. 

Un Guerriero di luce, e guardacaso anche Brigid, è connessa fin dal neolitico, ai fuochi, ai fabbri, all'alchimia e  all'antica arte guerriera. 

E infatti dal suo nome deriva la casta fuorilegge dei briganti. Una donna amazzone, una valchiria. 

Il Monte Pirchiriano, su cui sorge la Sacra di San Michele, in provincia di Torino( dove erano molto diffusi i porci e i cinghiali, gli animali sacri ai Druidi e dalla casta druido guerriera ) si chiama proprio Braida. 

Pirchiniano significa anche Fuoco Divino, perché il vescovo di Torino, che era salito sul monte per consacrare l'abbazia, non lo fece più, perche durante la notte, sopra di essa si manifestò un globo di luce, fuoco e fiamme, in un esplosione che "benedìsse" la chiesa direttamente ad opera di Dio. 

All'interno del santuario c'è la  cima di pietra, la punta originale  del Pirchiriano ai piedi di un enorme colonna a simboleggiare la Natura, il Femminino Sacro custodito in un luogo di culto dove magia femminile( Terra) e maschile( Cielo) si incontrano, ad ulteriore manifestazione dell'Unione ierogamica tra gli Opposti. 

La casta guerriera dei Templari ( i Guerrieri della Luce, derivano il loro nome  dal Tempio di Salomone, in quanto nati, come casta, a Gerusalemme nel 1118 ) strettamente legata alla Linea di San Michele, è una continuazione dell'antico lignaggio druido. 

Il fondatore dei Templari, san Bernardo di Chiaravalle, un druido, si dice che da piccolo si abbevero' di latte al seno di una statuetta della Vergine Nera, che è un icona riferita all'Antica Dea Madre Brigid  connessa alla Mucca Divina e portatrice di abbondanza, la quale, alla sommità del suo seno (il Bric, la montagna ), come Dea Madre Terra,  incontra il suo maschile divino  che scende, personificato dall'Arcangelo Michele, Sacro Guerriero. 

La linea di San Michele connette proprio Gerusalemme all'Irlanda( l'ultima depositaria dell'antichissima sapienza druido celtica). 

Brigid è anche la tessitrice. 

Regge il fuso( simbolo maschile e femminile contemporaneamente). 

Come le prime rappresentazioni delle Dee. 

Coloro che tessono il destino dell'umanità 

E i templari erano connessi al Sacro Graal, a anche ad  Artù, che in celtico significa Orso. E la catena di monti dietro il colle Braida si chiama proprio L'Orsiera. 

E Artù' come si chiama di "cognome"?

Pendragon. 

E per inciso, riguardo Michele e il suo drago, le linee sincroniche di energia  dove in antichità si innalzavano menhir, dolmen, ecc,  erano chiamate le linee del Drago. 

Sottolineo che siamo in un anno che nel calendario cinese corrisponde al Serpente, che è lo stesso Drago( Animale sacro del 2024), che, nella sua forma ctonia, rappresenta la fase gestazionale, misterica, uterina, e che quindi unisce in sé la simbologia del Fuoco e dell'Acqua, il cui strumento di potere è la lancia di Lugh/Lughsan, i cui festeggiamenti cadono in agosto, per la celebrazione del Lammas, a 6 mesi di distanza solstiziale. 

Le linee del drago/serpente, nella sua forma sotterranea, simboleggiavano gli affioramenti dell'energia vitale della Dea Madre Terra, le sue sacre Vene e arterie femminili. 

Infatti, questa energia, come ho già approfondito, è legata al Sacro Archetipo Ebraico Teth, il Femminino, il grembo, la kundalini, che ha due polarità, la suprema Sophia. 

Il suo Fuoco vitale che si manifesta fino alla superficie della terra. 

La pianta sacra ai Celti in questo periodo è il bucaneve, il fiore di Imbolc, che, col suo colore bianco candido ricorda la purezza della Giovane dea ed il latte che nutre gli agnelli, la cui fioritura anticipa l'equinozio di primavera. 

Ma il bucaneve sacro di Imbolc,  della Dea Brigid, il fiore della purificazione, come viene chiamato, ha un suo corrispettivo anche nel fiore sacro all'Arcangelo Michele, il Narciso bianco e tutta la famiglia delle Amarillidacee in generale, compresa la sua espressione più semplice e genuina, il Bucaneve.

Bucaneve, che, nella sua conformazione ogivale, quando è ancora chiuso, rimanda proprio, nella sezione, ad una Vesica Piscis, simbolo dell'Unione tra Maschile e Femminile, talmente potente, da essere in grado pur nella sua meravigliosa fragilità di fiore piccolo e delicato, di farsi strada nella coltre di neve, spesso cristallizzata e ostica da oltrepassare per raggiungere il raggio di sole, e manifestarsi in tutto il suo incanto. 

Questo primo Febbraio di Imbolc, con il suo Sacro Archetipo Lamed, mi parla di prova, del capire il nostro stesso valore, dell'essere al guado, e di cercare, attraverso una dinamica di estrema spoliazione, nella dimensione catarchica dell'Appeso, una nuova prospettiva. 

Una nuova rinascita. 

E, non a caso, per la Candelora, pe la presentazione del Bimbo Gesù al Tempio, per il due Febbraio, siamo guidati dall'Archetipo Mem, la Sacra Madre Amniotica, che ha come valore ghematrico, proprio il 40, che corrisponde ai 40 giorni dopo la nascita del Cristo, coincidenti con la presentazione al tempio di Gerusalemme, come portatore di lece, e, nel contempo, la purificazione di Maria, per poterlo presentare, 40 giorni dopo Natale. 

40 giorni per la manifestazione. 

Con l'essere esposti alla luce. 

Per il 2 febbraio, quindi, per la Candelora, siamo in una totale e profonda sinergia di acqua( Mem), fuoco( Ariete), in sublimazione nell'elemento Aria( siamo ancora sotto il segno dell'Acquario), attraverso la trasmutazione ( la Nun del 31),, l'equilibrio ( la Temperanza legata alla Nun), la consapevolezza del nostro valore ( la Lamed del primo febbraio, di Imbolc, che nella sua iconografia più ancestrale, ha sempre rappresentato il "bastone del potere" - https://maldalchimia.blogspot.com/2024/02/lamed-bastone-di-potere.html?m=0), della nostra capacità di ribaltarci come un guanto, in totale spoliazione ( l'Appeso correlato alla Lamed), sperimentando la profondità delle nostre radici, che sono le nostre stesse fronde, che puntano verso l'alto, un'autogenerazione continua, arrivando poi, alla Morte  e rinascita con la Mem, del 2 febbraio, della Candelora.

La nostra personale e intima presentazione al nostro Tempio. 

Siamo stati capaci di edificare, tassello dopo tassello, il nostro personale tempio di luce? 

O siamo rimasti intrappolati nel nostro stesso riflesso di Narciso, che in fondo, è un Appeso, che non riesce a sganciarsi da sé stesso.

Il narcisista, sempre e totalmente autoreferenziale. 

Talmente radicato in sé stesso, che lo switch "fronde/radici", non gli riesce mai, e non circola nell'energia della trasmutazione e della rinascita, della dialettica delle due polarità 

Solo le due polarità in sinergia dinamica, possono creare dimensioni sempre più vicine alla nostra reale, intima dimensione, quella divina, nella quale ci manifestiamo nella nostra intima Verità. 

Perché solo nella complementarietà degli Opposti, si può manifestare la nostra potenzialità, la nostra possibilità di manifestazione. 

La nostra occasione. 

In cui abbiamo la possibilità di accadere, di manifestarci pienamente. 

Di celebrare chi siamo veramente, ciò che valiamo, la nostra misura. 

Questo intenso passaggio ci porta  verso la Lamed, verso la misura di ciò che siamo. 

Verso il rendere Sacro, verso il sacri-ficio del nostro percorso, in cui ci viene chiesto di abbandonare certezze, attaccamenti, legami materiali, le nostre piccolezze umane, e affrontare la prova del Fuoco e dell'Acqua. 

Le due polarità di attivazione.

Il Fuoco di Brigid, l'Acqua della luna crescente in Pesci, e l'acqua della Mem, per la Candelora . 

Siamo sotto il segno dell'Acquario, che è un segno d'Aria. 

La sublimazione dell'acqua, che viene portata ad un livello superiore, al vapore, che porta guarigione ad Ottave più alte rispetto all'acqua, perché è potenziato anche dall'energia del Fuoco. 

Tutto è in movimento. 

Tutto è in trasformazione. 

Lasciamo che accada. 

Lasciamoci accadere. 

Fiduciosi nella nostra Guida interiore. 

Il Fuoco Sacro, che mai estingue. 

Nel quale siamo già compiuti, integri, circolari e semplici come un anello.

L'anello che sigilla e suggella, l'antica Sacra Alleanza, con la nostra polarità complementare, con la quale dobbiamo essere sempre in comunicazione dialettica e creativa. 

Con le nostre ombre, con le nostre parti più solari, con le nostre contraddizioni, che sono la nostra maggiore verità, perche indicano la flessibilità di pensiero, la trasformazione, la possibilità di cambiamento. 

Per poterci manifestare nella nostra Essenza, nel nostro Sacro Fuoco interiore, dobbiamo implementarlo in noi, e lasciare che agisca. 

E lasciare che si manifesti in noi, in totale resa e fiducia, come l'Appeso, che di niente si preoccupa, perché sa che la trasmutazione passa anche per capovolgere le nostre prospettive. 

Come una clessidra che necessita di essere capovolta, affinche la sabbia fluisca nuovamente. 

Dobbiamo accoglierlo, lasciare che ci forgi, come una spada rovente che si lascia forgiare e istoriare, di tutte le nostre sofferenze e gioie, per poi essere immersa nell'acqua, per cristallizzare la memoria di ciò che è stato forgiato in adesione alla nostra verità, alla nostra Essenza. 

Perché l'acqua è Mem, è memoria, e ciò che viene benedetto nel suo grembo, se forgiato nel Fuoco, acquisisce una Frequenza altissima. 

Il Fuoco è un potente elemento alchemico. 

Per averne padronanza, dobbiamo lasciare che esso abbia piena padronanza di noi, in fiducia. 

Per bruciare ciò che non ci serve. 

Per scarnificare il superfluo. 

Per portare ad ebollizione, la nostra intima dimensione amniotica, dove spesso si stagna con i ricordi, con i sentimenti, con le emozioni, e lasciare che questo diventi vapore, che purifica e nobilita. 

Camminare attraverso il Fuoco, non è una passeggiata. 

Ma imparare ad essere lo stesso Fuoco, il Fuoco d'Acqua, come viene chiamato in alchimia, è ciò a cui, ancestralmente, animicamente, siamo destinati. 

Siamo composti per lo più da Acqua. 

Riuscite ad immaginare la potenza del nostro Fuoco interiore, dei nostri centri energetici, di chakra, della Kundalini, di ogni nostra cellula che produce Atp, energia allo stato puro, combinata con l'energia dell'acqua? 

E questi antichi riti, che energeticamente si manifestano con la Lamed, con l'Appeso che si fa Sacri-ficio vivente, per potersi trasmutare nel grembo della Madre( la Mem), morendo a sé stesso ( Arcano XIII della Morte) sono riti che ci fanno altari del nostro tempio, nel quale celebriamo il nostro, immortale, Fuoco interiore. 

Poiché, dove vi è manifestazione di esso, vi è manifestazione della nostra integrità, della nostra risolutezza. 

Del nostro essere Umani. 

Compiuti. 

Accaduti. 

Declinabili e coniugabili ad infinite possibilità di interazione e integrazione. 

E che Imbolc di Purificazione sia. 

Con infinita gratitudine sempre. 


Tiziana Fenu 

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Imbolc 2025




mercoledì, gennaio 29, 2025

💙I tre giorni della merla. Santa Martina

 Il 29, 30 e 31 gennaio sono considerati, dalla tradizione popolare, i giorni più freddi dell'anno, chiamati i "tre giorni della merla", e hanno, come giorno centrale, il 30 gennaio, domani, una ricorrenza legata a Santa Martina, patrona dei martiri e vittime degli abusi. 

La tradizione della merla, nasce da una leggenda, in cui la merla, inizialmente bianca, con i suoi piccoli, per cercare un po' di tepore nel freddo inverno, si rifugio' nella canna fumaria di un caminetto, per tre giorni, al termine dei quali, lei e i suoi piccoli, ne uscirono completamente neri.

Da quel momento, i merli, si dice che nacquero tutti neri. 

La canna fumaria del caminetto, come iconografia simbolica, rimanda alla figura della Befana, dello stesso Babbo Natale.

Una simbologia femminile, come il buio condotto uterino che porta alla nascita /rinascita.

Una simbologia fortemente legata alla simbologia solstiziale degli estremi, perché, se ci fate caso, il culmine dei tre giorni della merla, cioè domani, 30 gennaio, Santa Martina, si pone come punto opposto e speculare, di un'altra data importante, in cui si celebra San Martino, l'11 novembre, e al centro, perfettamente al centro, il 21 dicembre, il Solstizio d'inverno

40 giorni tra l'11 novembre e il 21 dicembre e 40 giorni tra il 21 dicembre e il 30 gennaio

Il numero 40 è un numero sacro, presente come numero biblico, in particolare, legato alla dimensione della purificazione con acqua e fuoco( pensiamo ai 40 giorni del diluvio, o 40 giorni nel deserto, di purificazione)

Ma il numero 40 è legato in particolare al Sacro Archetipo Ebraico Mem, il tredicesimo, poiché il suo valore ghematrico è proprio 40.

La Sacra Mem, una delle tre lettere Madri, insieme all'Aleph e alla Shin( vorrei ricordare che oggi siamo proprio sotto l'energia del Sacro Archetipo Shin, il Fuoco Sacro, come ho già approfondito), la Madre delle Acque Cosmiche e ancestrali, correlata all'Arcano Maggiore XIII della Morte.

Martino e Martina che fanno da bilancia al solstizio invernale.

San Martino che porta un po' di tepore( "l'estate di San Martino)  nelle fredde giornate invernali, e Santa Martina che porta con sé il freddo.

Che anticipa Imbolc e la celebrazione della Candelora, le celebrazioni della luce che vince sul buio. 

È la simbologia legata ai culti pagani della primavera e alle dee Demetra e Persefone. 

Secondo questa versione, la merla sarebbe un messaggero di Persefone, la dea che trascorre l’inverno nell'Oltretomba e torna sulla Terra con l’arrivo della bella stagione. 

Il suo invio servirebbe ad avvisare la madre, Demetra, del suo imminente ritorno e dell’arrivo della primavera

Una simbologia legata anche ai fuochi purificatori, in particolare del nostro "Carrasegare" sardo

Ricorrenze che traguardano finestre cronologiche tra solstizi ed equinozi, fortemente legate alla dimensione contadina. 

Cercando, se esistesse qualche dea in particolare legata alla simbologia del merlo, ho trovato la dea celtica Rhiannon. 

In  gaelico il merlo veniva chiamato “Druidh Dhubh”, un nome che richiama gli alberi, e i sacerdoti degli alberi, i Druidi, che nelle tradizioni gallesi, vengono anche chiamati Uccelli di Rhiannon. 

E come non pensare alle prime Dee Uccello paleolitiche, di cui il merlo, per intelligenza, scaltrezza, e simbolismo magico, ha un ruolo di spicco, tra il simbolismo degli uccelli legati al Femminino. 

Si narra che il merlo conoscesse il linguaggio sacro di tutti gli uccelli, degli Umani, e della stessa Natura per preservare i suoi cicli vitali 

Rhiannon, nei Mabinogion gallesi, è la Grande Regina, dea o umana che sia. 

Questo la accomuna alla simbologia della Mem, la Madre Cosmica ancestrale delle acque. 

Acque, che esotericamente sono nere, come grembo amniotico, come grembo del fertile limo. 

A lei sono sacri anche i cavalli, come alla gallica Epona, ed è sempre correlata ai riti di rigenerazione della natura e al rapporto con l’oltretomba. 

E qui ritorniamo alla simbologia del Sacro Archetipo Mem, vita, nascita e rinascita e al suo corrispettivo Arcano Maggiore della Morte. 

Viene descritta come una dea bellissima, con lunghi capelli rossi sulla pelle candida come il merlo all'origine, con grandi occhi verdi color bosco. 

Rhiannon è la dea che, nel gelo profondo dell’inverno, già annuncia la primavera, che promette un’altra vita e la rinascita. La leggenda dice che gli uccelli di Rhiannon sono tre merli, che sono appollaiati e cantano sull’albero della vita ai confini con i mondi ultraterreni. 

Il loro canto, è un canto sciamanico, che permette di entrare in  uno stato di trance multidimensionale, poiché il merlo è anche il detentore dei segreti della magia. 

Santa Martina, il cui simbolo è il giglio, accusata della distruzione di idoli e templi pagani, dopo torture di ogni genere, morì decapitata. 

La decollazione di Santa Martina, mi rimanda alla decollazione di San Giovanni Battista, per mano di Salome'

Un San Giovanni Battista che traguarda il Solstizio estivo, il 24 giugno( in asse con il Giovanni Evangelista, celebrato il 27 dicembre, che traguarda il Solstizio invernale), la cui decapitazione, come quella di Santa Martina, che traguarda il Solstizio invernale, è simbolicamente fortemente alchemica. 

Dal mio scritto a riguardo

https://maldalchimia.blogspot.com/2024/06/salome.html?m=0

"Il passaggio attraverso la decapitazione è un momento di intensa trasmutazione, che può avvenire solo grazie all'energia femminile, che è Energia alchemica, mercuriale, per eccellenza. 

Passiamo attraverso la decapitazione di San Giovanni Battista ogni volta in una forma molto raffinata, poiché i sette serpenti passano in ordine successivo dalle vertebre del collo, attraverso i 7 centri energetici della Kundalini. 

La decapitazione è necessaria e funzionale alla discesa del Sole nella dimensione dell'ombra. 

Il sangue che viene versato, fertilizza e santifica questo momento, come nel sacrificio del Toro, da parte di Mitra, per ingravidare Madre Terra, di nuova fertilità, all'ingresso della primavera sotto il segno del Toro, che porta in sé, la sinergia del maschile e del femminile. 

La decapitazione, come la perdita della testa dello spermatozoo, per fecondare, in questi mesi di declassamento del sole, silenziosamente, nel grembo di Madre Terra. 

Una gestazione solitaria, silenziosa, fino ad arrivare alla nuova manifestazione del Sole, il Sol Invictus, il 24 dicembre, a cui segue, dopo i tre giorni in cui Johannes, come Joshua, come Jana, solstizia, esattamente come i tre giorni dopo il Solstizio, il festeggiamento di Giovanni Battista. 

Sono i tre giorni alchemici, come quelli di Giona, nel ventre della Balena. 

Tre come la simbologia alchemica del tre, presente nelle nostre Domus de Janas, che sono carene alchemiche di trasmutazione (https://maldalchimia.blogspot.com/2023/01/le-domus-de-janas-non-sono-capanne.html?m=0) 

Dei grembi di pietra, gli athanor dell'afflato divino che si manifesta. 

Questo passaggio alchemico verso la Rubedo, l'ultima fase della Grande Opera, rossa come il sangue, veicolo del Sacrificio e del rendere Sacro, avviene per opera di un Femminino, che deve calarsi nel ruolo del Femminino alle Ottave basse, perché la trasmutazione parte sempre dalla Materia"

E così, anche la merla, deve sacrificare, rendere Sacro, il suo candore, per rinascere a sé stessa, in una trasmutazione alchemica uterina, nel buio, nel nero del suo stesso grembo, per rinascere, e portare luce, di nuova, profonda saggezza interiore, con nuovi Doni e Talenti, in concomitanza della festa della Luce, Imbolc, e della Candelora, rappresentate, come illustrero' più avanti, sempre da un Sacro Femminino. 


Tiziana Fenu 

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Piero Berettini "Santa Martina" 1634

I tre giorni della merla







 




💛Il riso sardonico. Dedola

 Oltre la superficialità. Sempre grandioso.. 


IL RISO SARDONICO


SARDÓNIOS GHÉLŌS o sardánion ghélōn, ossia ‘riso sardònico’. La prima apparizione scritta collegabile a questa espressione è in Omero Od. XX 301-302, allorché Odisseo schiva la zampa di bue lanciata da Ctesippo e “ride sardonicamente” (μείδησε δε θυμῷ σαρδάνιον μάλα τοῖον ‘sorrise in cuor suo, però dolorosamente’). L’unica ricostruzione arcaica cui è possibile agganciare l’aggettivo avverbiale greco è il composto sum. sa ‘to burn’, ‘to sting, pungere’ + raḫ ‘disease’, ‘to beat, break, crush’ + du ‘to push, thrust, gore; spingere, attaccare, incornare’ + niḫuš ‘terrifying appearance’, che agglutinandosi (sa-raḫ-dú-niḫuš) porta al significato compatto di ‘dolorosissimo, sconvolgente’. 

   Ma tanti autori greci e latini seriori, nel tramandarsi a vicenda un’incompetenza culturale sull’omerico σαρδάνιον, sono andati a parare su altri significati, a loro parere legati a un’erba speciale che fa morire tra spasmi di labbra e digrignar di denti; senza peraltro aver mai pensato che Omero con l’aggettivo σαρδάνιον volle descrivere lapidariamente un Odisseo muto e serio, che non aveva affatto sorriso per la provocazione di quel prepotente ma aveva soltanto rimuginato nel proprio animo la giusta vendetta per un affronto doloroso che al momento suggeriva prudenza. Ed oggi arriviamo a Paulis (Nomi Popolari delle Piante in Sardegna 143 sgg.) che identifica nel sd. isáppiu la celeberrima “erba sardonica” o “sardonia”. «Di tutte le specie di Oenanthe questa è la più velenosa. Provoca intossicazioni mortali, caratterizzate da fenomeni di violenta infiammazione gastro-enterica, accompagnati da brividi, sudore freddo, midriasi, angoscia respiratoria, convulsioni, delirio, stupore e talora anche sincope. Il succo della pianta fresca, quando entra in contatto con l’aria, assume un caratteristico colore giallo zafferano. Cresce nei luoghi umidi, soprattutto presso i corsi d’acqua… Possiamo arrivare alla soluzione… (del)… problema etimologico considerando la ricca tradizione del mondo classico relativa ad un’erba velenosa… la cui ingestione provocava la morte attraverso un quadro clinico caratterizzato da spasmi muscolari e contrazione delle labbra, con messa in evidenza dei denti come quando si ride, donde, a detta di molti autori antichi, l’origine dell’espressione gr. sardónios gélōs ‘riso sardonico’… Dioscoride, alex. 14, descrive l’erba sardonica come simile ad un ranuncolo… caratteristico della Sardegna (De materia medica 2, 175,1)». NPPS cita vari passi di Dioscoride, nonché del suo interpolatore, e pure di Paolo Egineta 5,51, di Sallustio (hist.frg. II,10, apud Serv. Ad Bucol. VII,41), di Plinio (N.H. 20,116). «Da tutto ciò discende la conclusione che la ”erba sardonia” dell’antichità era l’Oenanthe crocata, la quale essendo un’ombrellifera molto somigliante al sedano selvatico, era definita da tutti gli autori antichi simile al sedano ed in particolare al sedano selvatico».

   Paulis, nella convinzione che, al pari di quasi tutti i fitonimi presentati nelle stesse pagine, anche isáppiu abbia origini greco-latine, conclude così: «Dopo tutto ciò che abbiamo visto sulla tradizione del riso sardonico connesso con l’Oenanthe crocata, non può esservi il minimo dubbio sul fatto che isáppiu, voce oscura per il Wagner, in effetti derivi da risáppiu ‘sedano che provoca il riso’».

   Ma Paulis sbaglia. Nel dargli merito di avere operato una vastissima disamina ed una intelligente interpretazione delle fonti disponibili, contesto le sue deduzioni poiché non sortiscono da un confronto fono-semantico tra tutti i lemmi mediterranei disponibili ma solo dal confronto tra lemmi greci. Mentre d’altro canto tutte le descrizioni dell’erba (anzi delle varie erbe simili), nonché le arbitrarie commistioni e confusioni tra ranuncoli ed ombrellifere, sono assai discutibili; come sono discutibili gli effetti nell’ingerirla. Soltanto della cicuta si hanno certezze, mentre la Oenanthe crocata è stata da me mangiata parecchie volte senza conseguenze. 

   Sul riso sardònico si potrebbe scrivere un libro, ma sarebbe sprecato, perché parlare dell’erba sardònia o del riso sardónio è come parlare del sesso degli angeli. Nella storia di questo appellativo ognuno degli autori è stato coinvolto in un vortice di traviamento collettivo, condito da molta ignoranza, da presunzione e dalla fiabesca distanza tra Grecia e Sardegna, un’isola che i Greci non avevano mai visto ed alla quale, considerata la sua dislocazione nel mitico Occāsŭs Sōlis, potevano conferire a man salva tutti i misteri mediterranei covati dalle civiltà dell’epoca. Tutto ciò portò poeti e pensatori a girare su se stessi sino a parare in una messe di paronomàsie che si stratificò ed ammuffì col passare dei secoli. Il riso sardónio esala puzza di stantio.

    Pertanto c’è bisogno di dare la giusta interpretazione al passo omerico, ed ognuno è autorizzato a proposte migliorative rispetto alla mia: ma esorto a formularle con intelligenza. Inoltre, considerato che i pensatori greci si scambiarono e barattarono un riso che, francamente, non poteva essere sorto dal nulla, occorrerebbe apparecchiare a questo riso, se non una cornice storica, almeno una cornice proto-storica, sempre però nell’alveo della logica. A me viene d’inquadrarlo nel sum. šar ‘vacca’ + du ‘imprigionare’: šar-du ‘imprigionare entro la vacca’. Era l’urlo lacerante emesso dai moribondi entro il ventre metallico di questo arnese inventato dai Cretesi e surriscaldato. Altri lo chiamano Toro di Faláride, perché donato al tiranno Falaride di Agrigento da Perillo ateniese. Il sardónios ghélōs fu una cosa orribile che oggi, divenuti gente senza memoria, possiamo fanciullescamente intendere come ‘risata smodata, plebea, esagerata, chiassosa, urlante’.


Prof. Dedola, glottologo e autore


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Il riso sardonico. Dedola



martedì, gennaio 28, 2025

💙Novilunio 29 gennaio /anno serpente di legno

Secondo il capodanno lunare cinese, il 2025 sarà l'anno del Serpente di legno, come ho già approfondito parlando delle energie del 2025( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/01/energie-anno-2025archetipo-teth.html?m=0) simbolo di trasformazione e cambiamento. Questo anno inizierà ufficialmente domani,  29 gennaio, in concomitanza con il novilunio in Acquario di domani ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/01/novilunio-in-acquario-2912025.html?m=0) e si concluderà il 16 febbraio 2026. 
Martedi 17 febbraio, avremmo un novilunio in Acquario ed eclissi solare, veramente interessante, come passaggio, che lascerà il posto all'anno del Cavallo, con un'energia Fuoco. 
Le celebrazioni del capodanno lunare durano tradizionalmente quindici giorni, culminando con la festa delle lanterne, un evento in cui le famiglie si riuniscono per ammirare lanterne colorate e partecipare a giochi e danze.
Un capodanno lunare, conosciuto anche come festa di primavera, una celebrazione antichissima della tradizione cinese, risalente ad  oltre 3.000 anni fa, durante il regno della dinastia Shang dal 1600 al 1046 a.C., in un periodo in cui le comunità agricole celebravano l'inizio della nuova stagione agricola con rituali e sacrifici a dei e antenati. 
Una celebrazione che nasce come risposta alla minaccia del mostro Nian , una creatura mitica, con corpo gigantesco e denti affilati, che emergeva ogni anno durante il capodanno per attaccare i villaggi e cibarsi degli abitanti, che poteva essere allontanato solo con forti rumori, luci intense e decorando le case di rosso. 
Il capodanno lunare si basa sul calendario lunisolare, un sistema che combina i cicli della luna con quelli del sole. Questo calendario è diverso da quello gregoriano e può variare di anno in anno, cadendo tra il 21 gennaio e il 20 febbraio.
Il Serpente verde  di legno  di questo 2025, ha una polarità Yin, Femminea, sarà un anno particolarmente lungo perché durerà oltre un anno. 
Polarità Femminea che trova riscontro anche nell'Archetipo guida di questo 2025, il nono Sacro Archetipo Ebraico Teth, il serpente, la Kundalini, la Sacra Madre della creazione, la Sophia Ancestrale. 
Trovo straordinaria questa corrispondenza tra Archetipo e simbologia astrologica cinese, in cui il Serpente è enfatizzato nella sua massima espressione. 
Tra l'altro, anno lunare particolarmente importante, perché  in questo anno avremo due feste di primavera (che si tengono sempre il 4 febbraio) e ciò rende questo specifico anno del Serpente particolarmente favorevole soprattutto per le unioni.
Nell’anno del Serpente di Legno, le energie dominanti sono Legno, Fuoco e Metallo, soprattutto il Legno yin e il Fuoco yang, ma è un fuoco di trasformazione e di evoluzione. 
La Terra è meno forte, l’Acqua è assente.
Saggezza, intuizione, crescita, trasformazione, introspezione, intelligenza. Discernimento. 
Il Serpente è associato alla direzione sud est. 
Il sud est è orientato in corrispondenza dell'alba del solstizio invernale 
Esotericamente, il sud est  è legato all'elemento fuoco( sud) e, anch'esso, all'elemento aria (est) 
Molti pozzi Sacri in Sardegna, come il pozzo Sacro di Santa Cristina a Paulilatino, ha  l'ingresso orientato a sud - est, in cui l'elemento maschile, fuoco e aria,  va a fecondare, simbolicamente, l'elemento terra e acqua, Femminino, della struttura. 
Perché la fecondazione, avviene nella dimensione alchemica del buio estremo, nel solstizio invernale. 
È lo stesso orientamento che hanno la maggior parte delle Domus de Janas, tutte con gli ingressi orientati ai solstizi. 
Questo è molto simbolico, perché l'energia di questo serpente di legno è molto dinamica, è un energia fecondante attiva, di fuoco. 
Fuoco yang che feconda il legno yin, ed essendo correlati alla direzione cardinale sud-est, fuoco e aria, aria come il nostro segno dell'Acquario solare, in questo momento, e di questo novilunio, è come se si alimentassero a vicenda. 
L'aria che alimenta il Fuoco. 
Il Fuoco che cerca la corresponsione dell'Aria, per attivarsi 
E domani, mercoledì, siamo proprio in questa corrispondenza dialettica mercuriale di attivazione reciproca. 
Il Feng Shui, raccomanda, per questo anno del Serpente di legno, di evitare il posizionamento del letto o della scrivania, con il retro a nord est, est o nord ovest. 
Ci sono molte leggende che riguardano il simbolismo del serpente, soprattutto in ambito orientale 
Sicuramente la più poetica è quella che affianca questa figura ad una dimensione cosmogonica Monadica, un cui sono presenti le due polarità, maschile e femminile. 
Ho avuto già occasione di parlarne, riguardo una stupenda rappresentazione antica ( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/08/divinita-cinesi-in-caduceo-compasso-e.html?m=0), in cui il serpente, come Creatore, in alcune versioni della mitologia cinese, è legato al mito della creazione. La dea Nuwa, raffigurata con il corpo di serpente e il busto umano, è considerata la creatrice dell'umanità, insieme al suo padredro Fuxi. 
Nuwa è anche nota per aver riparato il cielo dopo una grande catastrofe, sottolineando il ruolo del Serpente come simbolo di rigenerazione e protezione. 
Trovo che quest'anno sia assolutamente straordinario e ricco di simbolismo, con una forte energia dinamica e ricettiva, con tanto potenziale e possibilità di manifestazione. 
Una dimensione un cui sarà il nostro discernimento, a decidere ciò che può "fecondarci" o meno.
Persone, cose, situazioni, pensieri, emozioni. 
E ciò che non ci farà crescere, ciò che non porterà a germoglio questo legno, 
infinitamente generoso di natura, nel germogliare, nel portare frutti, nello scaldare, attivato dal fuoco, nel proteggere e creare sostegno, nel donare ossigeno, resterà al palo. 

Tiziana Fenu 
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Maldalchimia.blogspot.com 















lunedì, gennaio 27, 2025

💙Novilunio in Acquario 29/1/2025

 Mercoledì 29 Gennaio abbiamo una Luna Nuova in Acquario.

Dopo il plenilunio di lunedì 13, in Cancro, estremamente intenso, guidati dall'archetipo Nun di trasmutazione e dall'Arcano XIV della Temperanza, ecco che per questo novilunio, sotto un segno d'Aria, in corrispondenza allo stesso Acquario subentrato il 20, ci troviamo per questo novilunio, sotto il Sacro Archetipo Ebraico Shin, il ventunesimo, il Fuoco Sacro, correlato all'Arcano Maggiore del Mondo, una delle tre lettere Madri, insieme all'Aleph, primo Archetipo, e alla Mem, tredicesimo Archetipo. 

Interessante questa combinazione Nun e Shin, per questo gennaio 2025, 

Abbiamo la trasmutazione della Nun e il Fuoco purificatore della Shin, per chiudere, per offrire ciò che è morto, al Fuoco della Vita, che è la nostra stessa Matrice eterica, il Fuoco Divino, la nostra stessa Forza creatrice, prima dell'importante passaggio di Imbolc, a cavallo tra il 31 e il primo febbraio. 

Imbolc, che è traguardato, ancora da una Nun di trasformazione, per il 31 gennaio, e da una Lamed, archetipo dodicesimo, di misura, di prova, per il primo febbraio, supportato dall'Arcano Maggiore XII dell'Appeso, di cui approfondiro' nel mio prossimo scritto. 

Tutto spinge verso una profonda trasmutazione e percezione dell'esterno e dell'interno. 

Si chiede leggerezza, fluidità, come nell'Arcano della Temperanza, correlato alla Nun. 

La Shin, con la sua Forza vitale, ci spinge, per questo novilunio, a ritrovare la Gioia del rinnovamento. 

La triade che la compone, indica sia la triplice Fiamma del rinnovamento, "nascita, morte, rinascita", sia un tridente, legato all'elemento acqua, quindi alla sinergia del suo complementare, sia un dente, come metafora dell'addentare, ma, nella fattispecie, del molare che serve per sminuzzare, che ha forza, perché ha radici profonde. 

Perché la Shin, come il Fuoco, distrugge, ma trasforma in cenere, e la cenere è un ottimo fertilizzante, un ottimo sbiancante e purificante, tanto che, in tempi passati, veniva usata per lavare i panni. 

È il Fuoco, a rivelare la ricchezza o l'aridita' di una terra. 

Se sopravvive al Fuoco, diventa più forte e fertile di prima. 

Il glifo della Shin è composto da tre Vav, sesto Archetipo, con funzione "gancio", con valore ghematrico 300, ma le tre Vav, sono ognuna, di valore ghematrico 6, quindi un 6*6*6

Di questo numero sacro, ho già parlato, e ho sottolineato come sia legato all'atomo di carbonio, il Carbonio 12. 

È il suo codice atomico, uno dei 5 elementi del DNA, che come composizione molecolare è uguale al grafene, con sei schemi angolari(un isotopo del carbonio con 6 protoni, 6 neutroni e 6 elettroni), che in natura, si "evolve", si trasmuta per creare il silicio, o il diamante, nel passaggio successivo, il cui codice atomico è il 9*9*9(3x9=27> 9, come il 9 del *666*,  come l'Archetipo di questo anno 9,in quanto, è suo gemello speculare divino). 

È questo il passo che ci aspetta. 

Far scendere, la nostra evoluzione spirituale nella materia. 

Diventare Cristalli di Quarzo. 

Cristalli. 

Portatori del Cristo, particelle di luce, che come i Fotoni, vibrano di Luce, ad una frequenza altissima, come Frattali divini, attraverso un salto quantico di Frequenza, spiralizzato in proporzioni auree, secondo la spirale di Fibonacci, che indica il percorso esperienziale a spirale, che via via, si restringe sempre di più, ciclicamente, fino a che l'esperire karmicamente, non sarà più necessario, perché abbiamo già una struttura cristallina, altamente geometrizzata in proporzioni auree, in corso, come dei Cristalli reali.

Come dei Diamanti che emergono dal ventre oscuro, e custodito dalla Vergine, la nostra parte più pura e incontaminata. 

Quella che ha protetto anche dalle interferenze, dalle manipolazioni sul proprio  Dna, che impediscono l'evoluzione verso il silicio, verso il Cristallo, che per formarsi necessita della laboriosità della Vergine, che Esotericamente, è considerata la nutrice del Bambino Celeste, del nostro Bambino interiore, la nostra parte più pura e cristallina. 

La pulizia, il rigore, la scrematura, l'umiltà, l'accoglienza, l'estrema Maestria nel portare il Divino nella materia, è l'apoteosi, l'espressione massima del Principio femminile che, nella consapevolezza di essere un frattale divino, che, lasciandosi fecondare, con il suo "Eccomi", cambia la sua curva evolutiva verso un Intelletto superiore, maggiormente ricettivo, di scambio, di comprensione, di comunicazione (il Mercoledì di questo novilunio, governato da un Mercurio comunicativo e trasmutante) che le consente l'accesso a dimensioni superiori, che porta in sé, nel grembo, il frutto, il raccolto di questa resa, di questa fiducia concessa alla sua stessa natura di portatrice del Santo Graal. 

Un simbolismo che va molto oltre il simbolismo mariano, e che affonda le radici nella notte dei tempi, quando l'alleanza tra umano e divino era pura e incorrotta. 

Questa dimensione del 6*6*6 ci spinge al ripristino di questa Antica Alleanza, al ricordare, al riuscire a percepire la nostra vera Frequenza, che troppo spesso, ultimamente, è stata disturbata, inficiata, corrotta, da troppe voci, da frequenze basse e distoniche. 

Quel che doveva essere, "è già". 

Senza rimorsi, senza rimpianti, senza ripensamenti. 

Siamo già oltre la curva. 

Siamo già in quella Dimensione nostra incorruttibile, nella nostra Merkaba, nel nostro Cristallo interiore che riluce di luce propria. 

Il cristallo si forma nel ventre oscuro di Madre Terra, l'elemento della Vergine, della Donna Danzante dell'Arcano del Mondo. 

E, dall'oscurita', ne emerge come Perfezione assoluta, perché ha imparato a lavorare sulla sua Luce interiore.

Anche l'allineamento dei 6 pianeti, di cui ho approfondito ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/01/2112025-allineamento-6-pianeti.html?m=0), iniziato il 21 gennaio, con culmine il 25, enfatizza il valore simbolico di questo 6 di unione mistica. 

E d'altronde anche l'Arcano Maggiore XXI del Mondo, correlato all'Archetipo Shin, indica l'adesione alla propria divinità, alla propria Essenza e trasparenza, nudi come un cristallo, come un Diamante, un cui, i 5 sensi fissi, fungono da portali per la dimensione spirituale, per i 5 sensi spirituali, chisroveggenza, chiarudienza, intuizione, memoria, immaginazione, che insieme, operano nella dimensione del discernimento, della consapevolezza, della divinazione, che altro non è, che connessione con il Divino, sganciati dalla coscienza collettiva, troppo inficiata da sovrastrutture di ogni tipo, sociali, culturali, antropologiche, politiche

Interessante notare, che se sommiamo i numeri, dall'1 al 21, ci dà come somma 231, che, in riduzione teosofica, fa ancora un 6, il 6 delle tre Vav che compongono la Shin. 

Il 6 è correlato all'Arcano Maggiore degli Amanti Divini. 

Basta pensare al simbolismo della stella di David, la sinergia degli Opposti, e questo novilunio, si manifesta proprio di mercoledì, in cui è enfatizzata l'energia mercuriale della dialettica, della corresponsione. 

Come non pensare alla controparte Femminea del Fuoco? 

Lo stesso Femminino Maria, madre di Gesù, era del ramo di Jessé. 

La parola ebrea "Jes" significa fuoco, sole, divinità. 

Essere del ramo di Jessé, significa quindi, essere della razza del fuoco, del sole. 

Poiché la materia trae origine dal fuoco solare, il nome stesso di Jésus ci appare nel suo originale splendore celeste: fuoco, sole, Dio. 

Nell’Ave Regina, la Vergine è chiamata propriamente Radice (Salve, radix); quest’appellativo fa notare che Lei, è il principio e l’inizio di Tutto. 

«Salve, o radice, attraverso la quale la Luce ha brillato sul mondo».

La radice, il molare

In ebraico, la parola "radice", è una Resh, ventesimo archetipo, che significa Testa, circondata da due Shin, un molare per lato, "shoresh" .

Shin, quindi indica la radice della testa, ciò che deve essere portato a consapevolezza, ad un livello superiore, a discernimento, come radice dell'esistenza.

E questa consapevolezza, passa attraverso il Femminino, la Forma, che è radice, concretezza.

Come la Donna danzante dell'Arcano Maggiore XXI  del Mondo, che tiene in mano due bastoni, memoria archetipale delle antiche Dee del passato, in equilibrio tra le due polarità, rappresentate dai due animali di potere solstiziali, serpenti e leoni, in cui lei, è punto di equilibrio equinoziale, come nella Temperanza. 

La Verità senza velo, la Natura umida e fertile, punto di coesione delle 4 Forze della Creazione : Fuoco( il Leone), terra ( il Toro), fuoco( aquila), aria( Angelo), in cui il Femminino è la Quintessenza della connessione con il Divino. 

Fluisce, e fa fluire, tra le due polarità, il novilunio preparatore a Imbolc, che è come un arco teso, altra metafora collegata all'Archetipo Shin, in attesa di "scoccare" tutta la sua potenzialità. 

E questa potenzialità è l'elemento Aria dell'Acquario, il portatore d'acqua, segno solare di questo periodo e di questo novilunio. 

L'acqua di cui siamo portatori è il nostro potenziale. 

Acqua che stagna, acqua che fluisce, acqua torbida, acqua che catalizza e convoglia energia. 

Acqua che disseta, che nutre o che intossica. 

Siamo responsabili della nostra acqua, perché è la nostra stessa Essenza. 

Imbolc si avvicina, e con esso, tutta la nostra potenzialità inespressa. 

Imbolc, la festa della luce. 

L'arco teso, fino alla sua massima potenzialità. 

Per emergere dal buio, dalle nostre stesse acque interiori. 

Per essere quel seme che trova, ancora una volta, il coraggio e la forza di germogliare. 

Buon novilunio di Intento. 

Con infinita gratitudine sempre 


Tiziana Fenu 

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Novilunio 29 gennaio 2025



💜Gionata della Memoria

 #27Gennaio

#GiornatadellaMemoria

#Pernondimenticare


Entro nel campo che sono molto piccola. Quando lo lascio ho già compiuto cinque anni, vado per i sei. Sono tra le bambine che hanno vissuto per più tempo lì dentro, forse una delle più piccole che è riuscita a sopravvivere, a salvarsi. 

A volte torno a chiedermi: ero troppo piccola perché oggi possa raccontare? Difficile rispondere. Di certo c’è che circa tredici mesi a Birkenau segnano nel profondo a qualsiasi età. 

Quei giorni, mesi, anni, sono una ferita che mi accompagna da sempre e che, lo so, mi accompagnerà fino alla fine dei miei giorni. E anzi, il fatto di non ricordare ogni cosa per filo e per segno accresce il dolore che questa ferita provoca, il suo peso. 

Di non tutti gli abusi subiti ho piena coscienza. Eppure ci sono stati. Eppure ci sono. Vivono dentro di me, nel mio inconscio. Sono i miei compagni di viaggio. Ingombranti e presenti nello stesso tempo. Influenzano le mie giornate. 

I miei silenzi. I miei sorrisi seguiti da momenti di tristezza. Birkenau non muore mai. Birkenau è parte indelebile di chi l’ha attraversato. 

È un mostro che continua a parlare, a comunicare il suo indicibile vissuto. Me ne rendo conto a posteriori, dopo ogni incontro in cui sono chiamata a testimoniare, a raccontare l’accaduto in giro per il mondo. 

Ogni volta mi scopro a dire qualcosa che prima non avevo detto. Particolari sepolti nella mente riaffiorano e trovano nuove parole sorprendendo anzitutto me, poi i miei famigliari e coloro che mi vogliono bene: questa cosa non ce l’avevi mai raccontata. Lo so, rispondo. È sempre stata dentro di me ma soltanto adesso ha trovato la strada per uscire. Credo davvero che sia perché a Birkenau ero una bambina. 

I bambini immagazzinano, a volte nascondono, altre si confondono, ma non dimenticano. Mai. E quando crescono rivivono quanto è accaduto loro con nuove consapevolezze. Ciò che la mente seppellisce non muore. Rivive. Nel tempo torna a vivere. E degli abusi subiti spesso si arriva ad avere piena consapevolezza soltanto dopo anni, anche decenni. È così per molti. È così anche per me.

Cosa mi è stato fatto in quei lunghi mesi di prigionia? Il corpo ha vissuto, la mente ha immagazzinato ma poi ha anche seppellito. E ancora, anno dopo anno, ha rilasciato, come il mare con i suoi relitti. 

Spesso penso al mio spirito. Lo paragono a un antico ghiacciaio in via di scioglimento. A Birkenau il grande freddo ha coperto tutto, emozioni, sentimenti, parole. Poi, lentamente, il gelo ha lasciato spazio a stagioni diverse. La temperatura esterna è tornata via via più mite. E ciò che era stato prima coperto ora ritrova luce.


Tratto da   LIDIA MAKSYMOWICZ con Paolo Rodari "La bambina che non sapeva odiare La mia testimonianza" 

Solferino Editore

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Giornata della memoria



sabato, gennaio 25, 2025

La regina di Saba /Y

 La regina di Saba. 

In nessuna parte del mondo il cognome Saba, è diffuso come in Sardegna. 

"Sa sapa" . 

"In nessuna parte del mondo, i dolci con la sapa, il mosto d'uva( come il nostro inconfondibile "pan'e saba), sono così diffusi in modo capillare, in ogni parte dell'isola, simbolismo del fertile limo in cui nasce la vita. 

Quindi  in virtù di tutti questi collegamenti con l'uva,  la regina dei Vigneti, la Regina di Saba, la saba/sapa  dei nostri dolci più tradizionali, il richiamo della granulazione che simboleggia l'immortalità, la trasformazione, la fecondità dell' uva e del vino, e la straordinaria somiglianza tra le parole sarde  "bingia" (vigna) e " pringia" ( che indica una donna incinta, in dolce attesa), considerando la Sardegna come patria internazionale del vino, prodotto ed esportato, , e considerando la discendenza dalla  Regina di Saba,  mi è molto difficile pensare che abbiamo aspettato  gli etruschi per rappresentare la lavorazione a "pibiones"

[...] E se proprio vogliamo andare nel dettaglio preciso, i tre piedi a ventaglio, del tripode( mi riferisco al tripode sacro di Santadi), sembrano la struttura ossea  dei piedi  palmati dell' oca. 

Oca, legata al Sole, alla fertilità, alla Regina dei Vigneti, la Regina di Saba. 

Un'antica eucarestia ( [dal lat. tardo eucharistĭa, gr. eccles. εὐχαριστία, propr. «riconoscenza, rendimento di grazie», der. di χάρις «grazia»]) 

nell' accezione più primordiale del termine. 

Un brindisi di ringraziamento alla vita, e per la vita, attraverso la vite, e il suo vino che vince ( ingl. "to win" sulla morte), rosso come il san*gue me*struale, simbolo di vita e di fecondità.  

Questo bellissimo tripode è stato ritrovato a Santadi, la zona della Sardegna dove vigneti sono maggiormente diffusi. 

E questo rientra perfettamente in quel discorso di Tripodi usati per sminuzzare le spezie che  servivano per aromatizzare il vino speziato, che sicuramente veniva usato in un contesto sacrale/ cerimoniale, o perlomeno in occasioni particolari, visto la ricchezza decorativa di questo tripode e la sua particolare simbologia legata all'uva, alla fertilità e all'immortalità. 

Ed è stato quindi naturale, che la naturale trasposizione in arte manifatturiera, in ambito orafo e tessile, della vite nella sua simbologia, diventasse  la lavorazione " a pibiones", ad acini d' uva, sarda, così ricchi di significato  per la nostra terra. 

Ancora più simbolici, se li colleghiamo ad un altro aspetto, assolutamente non trascurabile

Il mosto concentrato dell'uva, qui viene chiamato sapa o saba. 

Il cognome Saba è molto diffuso qui in Sardegna, e la saba è molto usata nella preparazione dei dolci, soprattutto per il famoso "pan'e saba", il pane fatto con sapa, uvetta e noci, che è tradizione preparare per la festività di "tutti i Santi" e di "tutti i morti", insieme alle "pabassine" . 

Un pane Alchemico che simboleggia la rigenerazione verso la vita, e un' onorare la vita dopo la morte. 

Ma "sapa/saba", è legato anche alla storia della  bellissima Regina di  Saba, di cui si narra nel primo libro dei Re, nella Bibbia e a cui si fa  riferimento anche nel Cantico dei Cantici"


Immortalità. 

Via di rinascita dopo la morte 

La Y, dalla forte valenza taurina/uterina, presente come simbologia, ovunque, nella nostra Antica Civiltà Sarda, come protomi dalla sinergia mascolina e Femminina, e come strutture delle Tombe dei Giganti, simbolo, così come le Domus, di Rinascita dopo la morte, che riproduce la via alchemica celeste che passa per la Via Lattea, attraverso i 3 Soli, le tre porte/cornici alchemiche, fino alla costellazione del Toro, e che unisce il Mascolino e il Femminino, Sirio e la costellazione del Toro, per l'immortalità( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/la-y-taurina-di-ascensione-lungo-la-via.html?m=0), così come i piedi palmati della Regina di Saba, simboleggiano immortalità 

"Su pei de cocca" 

Il piede d'oca

Cocca

"Su coccu", il nostro sardo amuleto, il più rappresentativo di tutta la nostra tradizione orafa, protettivo, di lunga vita

(  https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/su-coccu-sardo_12.html?m=0)

La Y, simbolo de "su colostru" sardo, che contrassegna lo Yule, al cui approfondimento vi lascio il link di riferimento ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/12/lagrifoglio-su-colostru-sardo.html?m=0) 

Yule, uno degli 8  sabbat 

8, simbologia del Femminino, della stella a 8 punte, radicata anche nella nostra tradizione orafa che la vede presente, come simbolo ancestrale e pagano, anche nei nostri Antichi rosari 

( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/la-simbologia-della-stella-otto-punte.html?m=0) 

E, a proposito

Sabbat, deriva chiaramente da Saba, il Sacro Femminino simbolo della stirpe degli Iniziati 

La stirpe regale dei Falasha, gli Etiopi neri, eb*rei.

I quattro mori della bandiera sarda

Le antiche capanne dei pescatori di Cabras, in falasco.

I pescatori.

Gli apostoli.

Gli Iniziati. 

Gli antichi Nommo e Oannes, gli uomini che venivano dal mare per civilizzare l'umanità.

Sa Mastrucca sarda degli Oannes( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/05/sa-mastrucca-degli-oannes.html?m=0). 


Immagine della regina di Saba, e del Re Salomone, presa da un mio approfondimento sulla nostra, tutta sarda, lavorazione a "pibiones" 

https://maldalchimia.blogspot.com/2020/10/i-motivi-pibiones-nella-cultura-sarda.html?m=0


Tiziana Fenu 

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La regina di Saba/Y



venerdì, gennaio 24, 2025

💚Incensiere Taranto

 Dal post in un gruppo( https://www.facebook.com/groups/877832666044537/permalink/1746449759182819/) 


"Thymaterion (incensiere) plurimo in terracotta policroma con donne sedute intorno a un ripiano - h 21 cm - da Taranto, Italia meridionale, Magna Grecia - IV sec. a.C. – The Metropolitan Museum of Art, New York, Usa

Il thymaterion era un mezzo per venerare una divinità in tutto il Mediterraneo. Le donne tengono nelle mani patere per libagioni e offerte, come la melagrana, forse per il culto di Demetra e Kore molto diffuso nelle colonie greche, in Magna Grecia e in Sicilia"

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Così dice la didascalia, che ho trovato scritta nel gruppo, ma avrei alcune considerazioni a riguardo. 

Il manufatto è molto bello, e rivela anche una certa simbologia. 

Le cinque donne, non sono sedute "intorno ad un ripiano", ma bensì, intorno ad una forma che ricorda quella di un pozzo, poiché si vede chiaramente un bordo, ma non un ripiano, che avrebbe annullato la funzionalità dello stesso incensiere. 

A decorazione del "pozzo", che rappresenta l'elemento Acqua, di cui i 5 Femminino dono rappresentanti, vedo due elementi ( ma potrebbe essercene anche un altro) triangolari, cavi, con il vertice verso l'alto, che indicano l'elemento Fuoco. 

Quindi abbiamo già una simbologia Acqua/Fuoco, nella stessa rappresentazione. 

D'altronde, l'incensiere, è rappresentativo dell'elemento Fuoco, strumento utilizzato per bruciare gli incensi. 

Incensi, che di per sé, rappresentano anche l'elemento aria, etere, in quanto emanano fragranze profumate pur non generando fuoco, anche se con il fuoco, si attivano. 

Questo elemento Aria, si adatta perfettamente alla disposizione pentacolare delle donne, che sono appunto, in numero di 5, di cui una, quella nella sinistra, nell*immagine, risulta addirittura su uno scanno, come se fosse in una posizione di potere, rispetto alle altre. 

Probabilmente rappresenta il quinto elemento di connessione con il Divino, come la testa della Tanit, che ha appunto, una conformazione pentacolare. 

Il numero 5 è la sublimazione dell'elemento terra, con i suoi 4 Elementi, più l'elemento Aria, eterico, spirituale. 

Il Sacro Archetipo Ebraico He', il quinto, è un Archetipo tutto al femminile, perché ha funzione "vita", e la vita, viene custodita dal grembo materno, nel Femminino. 

Grembo materno, che in questa rappresentazione è stato creato, come coppa che accoglie, sia dalle cinque coppe tenute sulla testa, dalle cinque donne, sia, dalla "coppa" centrale, sulla quale sono sedute, in cui acqua e fuoco, simbolicamente, in sinergia, prendono vita e danno origine alla creazione. 

Il numero tre, dei probabili tre triangoli decorativi, indica questa simbologia numerica di creazione. 

D'altronde, di creazione e fertilità, parla anche il simbolismo della melagrana che tengono in mano le donne, il pane, ma anche l'elemento dell'uno( la "coppa/pozzo" centrale), più il cinque. 

Non ho trovato immagini a riguardo, ma mi sarebbe piaciuto sapere se la donna sullo scranno, tiene in mano qualcosa di particolare, di più importante, rispetto alle altre quattro. 

Si potrebbe leggere, dal punto di vista numerico, simbologico, un "1 +4", visto che la quinta donna sta in una posizione differenziata, rispetto alle altre, e si avrebbe un 14.

Il 14 è un simbolo lunare.

In 14 giorni sono suddivise le fasi lunari. 

Il Sacro Archetipo Ebraico Nun, il quattordicesimo, ha una funzione "trasformazione, ed è legato alla simbologia archetipale della Vesica Piscis, nella quale gli Opposti interagiscono tra loro, e si trasformano  attuando la dinamica della creazione. 

Se il numero 5, è legato alla simbologia del Femminino, della vita, della Tanit come Archetipo primordiale, della connessione tra la dimensione terra e la dimensione spirituale, di Venere, come archetipo del Femminino, che crea un percorso pentacolare nel cielo, nell'arco del suo ciclo di 8 anni intorno al Sole è anche un numero legato anche all'Arcano Maggiore V del Papa, quindi alla dimensione spirituale. 

Ma abbiamo anche un "1 + 5", cinque coppe sulla testa delle donne, e una centrale, che fa un 6, il numero della sinergia degli Opposti, della perfezione venusiana di questa sinergia. 

E ritorniamo sempre allo stesso concetto di sinergia e creazione. 

O, se vogliamo, accostando il numero 1 al 5, abbiamo un 15, Sacro Archetipo Ebraico Samech, con funzione "pressione". Crea pressione per far emergere il Divino che è in noi. 

Divino, che si manifesta nella dimensione del creare, di offrire la vita, nella fertilità. 

Il numero 15 è infatti, il numero della fertilità per eccellenza, poiché corrisponde al giorno centrale di un ciclo lunare" 14+14"( e quindi femminile, mestr*uale) di 29 giorni. 

Il giorno più fecondo, più fertile, il giorno dell'ovu*lazione. 

Fertilità, che come ho già scritto, richiama la simbologia della melagrana, che può essere sicuramente riferita alla discesa di Kore nell'Ade, ma di per sé, incarna quella simbologia di produttività, tutta femminile. 

Ho già avuto modo di parlare della simbologia della melagrana, srmpre presente, trasversalmente, nelle opere d'arte, in correlazione al Femminino. 

La melagrana è simbolo del Femminino, come abbiamo visto altre volte.

Simbolo della fertilità.

Fertilità che necessita della sinergia degli opposti per manifestarsi.

I suoi 613 arilli rossi come il sangue, sono la rappresentazione della riproduttivita', di un ciclo di vita che si completa.

Le sei punte della "corona", rappresentano il sei dell'Unione del maschile con il femminile, e la somma totale del 613 degli arilli, dà come somma un 10, la completezza, la perfezione, che porta all'uno(1+0).

La melagrana come simbolo di unione ierogamica, tra gli Opposti. 

Anche le vesti delle cinque donne, richiamano questa ierogamia, il giallo che richiama il sole, l'elemento Mascolino, e il rosso che richiama il fe*rtile san*gue mestr*uale femminile, uniti nel colore della terra, il marrone, la dimensione in cui si compie questa unione. 

Tra l'altro a separare/unire queste due polarità, al livello del  plesso solare, il chakra Manipura, energetico, della creazione, sotto l'ombelico, vi è una decorazione con il vertice verso il basso, chiaro riferimento al pu*be femminile. 

Ma non solo. 

È una decorazione "a Chevron", con 5 elementi, come il numero delle donne, impilati tra loro, a formare un modulo, che simbolicamente indica la potenza riproduttiva del Femminino, il suo potere di duplicarsi, ma di mantenere comunque un contatto con la dimensione eterica, poiché il Femminino, per antonomasia é ponte con il Divino. 

Questo dei Chevron è un simbolo antichissimo, un Archetipo, direi, poiché è presente anche nelle nostre antichissime Domus de Janas, risalenti a millenni prima di Cristo ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/03/motivi-chevron-nelle-domus.html?m=0). 

Direi che questa rappresentazione, estremamente raffinata, ha in sé un metalinguaggio simbolico che parla di Femminino, fertilità, ma anche di sinergia degli Opposti. 

Acqua e Fuoco, sublimati nella dimensione Aria.

Nell'effluvio di una fragranza, di un profumo. 

Incantevole come pochi. 


Tiziana Fenu 

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Incensiere Taranto



💛Goni /Atlantide /Israele

 Prima immagine

Da un post in una pagina ( https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=758557679515676&id=100060843529042) 

"Rujm el-Hiri Il luogo di riposo del gigante King Og. Antico Megalitico Monumento composto da cerchi concentrici di pietra con un tumulo al centro Le alture del Golan a nord di Israele."


Seconda immagine

Prano Mutteddu, Goni, Sardegna, sul quale ho già approfondito 

https://maldalchimia.blogspot.com/2023/10/goniatlantide.html?m=0


Terza immagine 

Atlantide


Non aggiungo altro


Tiziana Fenu 

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Goni/Atlantide /Israele












martedì, gennaio 21, 2025

💙21/1/2025 allineamento 6 pianeti

 


21 /01/2025

6 pianeti allineati 

Marte/Giove/Urano/Nettuno/Venere/Saturno


Martedì, dedicato a Marte 

Sacro Archetipo Ebraico Mem, il tredicesimo, la Madre delle Acque Cosmiche, con Arcano Maggiore XIII della MORTE . 

La GESTAZIONE 

Luna calante in Scorpione, segno d'Acqua 

Oggi subentra il segno dell'Acquario, segno d'Aria. 

I 6 pianeti in questione, in correlazione alle Sephiroth dell'Albero della Vita


-Marte, collegato alla quinta Sephiroth Geburah della Forza, sul lato destro( il suo destro, dell'albero della Vita) del Mascolino, la FORZA. 


-Giove è collegato alla quarta Sephiroth Chesed, sul suo lato sinistro, sul Femminino la MISERICORDIA 



Urano. Importante in questo allineamenti, perché è proprio il pianeta che governa il segno dell'Acquario. 


Nettuno è collegato alla seconda Sephiroth Chokmah, la SAGGEZZA, sul lato del Femminino. 


Urano spesso viene associato a questa Sephiroth 


Venere è correlata alla settima Sephiroth Netzach, la VITTORIA, l'intelligenza occulta, sempre sul lato del Femminino


Saturno alla terza Sephiroth Binah, sul lato del Mascolino, chiamata anche AIMA, la Madre Celeste, la COMPRENSIONE. 

La terza Sephiroth, o emanazione, del Principio Divino, della Saggezza, della Sophia, della Grande Madre Cosmica. 

"Il Principio Saturno quindi è un principio che consente la creazione, che poi si esprime nella settima Sephiroth associata a Venere, Netzach, la Vittoria, l'intelligenza occulta, il trionfo della creazione. 

" Gli stessi lombi che accolgono la creazione. 

Saturno affila, spoglia e opera una spoliazione, affinché il seme arrivi a germinazione 

Venere è produttrice di Semi, e Gravida.  Dea della fertilità, morbida e accogliente, simbolo di una dimensione uterina che accoglie, custodisce e trasmuta. 

(gli approfondimenti su Venere e Saturno sono nel mio scritto riguardo la loro recente congiunzione di domenica 19 gennaio ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/01/19-dicembre-2025-congiunzione-venere.html?m=0. 

Per assurdità, il link mi segna dicembre 2025..) 

Quindi abbiamo un'importante allineamento, guidati da un Urano che è proprio il pianeta guida dell'Acquario che subentra oggi. 

Le parole chiave sono gestazione, morte, forza, misericordia, saggezza, vittoria, comprensione. 

Nel grembo dell'Acquario, che si apre con questo allineamento straordinario. 

Un. Acquario, che, essendo segno d'Aria, richiede che queste qualità, queste energie espresse dalla presenza di questi 6 pianeti, vengano sublimate, e portate ad un livello superiore 

L'acquario, il portatore d'acqua, grande conduttore energetico per natura, colui che , eleva la sua Anima, verso un punto più alto di manifestazione.

Si espande, oltre la dimensione terrena, come lo stato gassoso dell'acqua che si trasforma in vapore.

Il segno dell'Acquario, è infatti, un segno d'Aria.

Riflette quelle caratteristiche dell'Uomo Cosmico, in perfetta connessione con la sua Essenza, che diventa "portatore d'Acqua" anche per gli altri.

Un po come Prometeo, che ruba il Fuoco agli Dei, per donarlo agli Umani.

Qui, non abbiamo nessun fuoco da rubare, perché in effetti, non possiamo donare ciò che intimamente non siamo già.

Non possiamo creare una perla, se già, intimamente, ancestralmente, non abbiamo consapevolezza della nostra capacità di saperla creare.

L'Acquario è di polarità maschile, e, il donarsi, gli fa integrare la polarità femminile. Quella del donarsi, dell'essere al servizio, del depurare, che è tipico dell'elemento acqua. Del lavare la sporcizia, a partire dai nostri pensieri, dai nostri costrutti mentali. 

Abbiamo imparato, non per essere servitori al servizio. 

Ma per essere Maestri consapevoli, soprattutto di sé stessi. Maestri che donano, che si mettono al servizio. 

Che rivestono di bello, di madreperla, ogni più piccolo granello di sabbia. 

Questa è la leggerezza, della nuova era dell'Acquario. La Maestria, del vibrare con queste nuove energie, aeree, veloci, di scambio, di interazione, di leggerezza, perdono, di libertà. 

Di ricettività. 

Di Amore disinteressato.

Nutrire gli altri, l'esterno, non significa "volontariato ad oltranza". Significa essere nella nostra piena manifestazione, nella nostra Verità, nella nostra più alta vibrazione. Ciò che nutre davvero l'Anima, rispetto a quando, ci siamo accontentati di sfamare, ma senza nutrire. O di essere semplicemente sfamati, ma non, nutriti. 

Senza irradiare niente. Senza rilucere, senza perle nell'Anima. Prima le ostentavamo esternamente. Ora possiamo permetterci di essere Perle, insiene ad esse.

Acquario. 

Elemento Aria. Vento.

Non siamo profumo. Siamo lo stesso vento, che può raggiungere ogni angolo della terra. Siamo brezza, ristoro o tempesta. 

Siamo noi, nel pieno del nostro potere.

Urano, che governa il segno dell'Acquario, è melanconia, inquietudine, ribellione, compassione, sentimento, metaforfosi. 

C'è vento di cambiamento, a cui non dobbiamo essere passivi, ma essere noi stessi, questo vento di rinnovamento. 


Tiziana Fenu 

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Nell'immagine, l'Acquario in una rappresentazione Sufi

( credit Islamic & Ottoman Astrology

https://www.facebook.com/share/p/18zn4TDJHp/) 

21//1/2025 allineamento 6 pianeti



lunedì, gennaio 20, 2025

20/1/2025 Insediamento Trump

 

Analisi ghematrica insediamento Trumpa

Data della cerimonia, il 20 gennaio, come anche l'orario, le 12, sono  previsti dalla Costituzione americana per l'avvio delle nuove amministrazioni

20/01/2025

2/1/9

Tot 12

Alle 12:00 (18:00 in Italia) è previsto il giuramento di Trump, che leggerà la formula di rito nelle mani del giudice della Corte suprema Brett Kavanaugh: "Giuro solennemente che sosterrò e difenderò la Costituzione degli Stati Uniti contro tutti i nemici, stranieri e interni", è l'incipit della formula salutata dall'inno e dalle salve di cannone.


Giorno 12= 3

Orario 12 =3

Sacro Archetipo Ebraico Lamed, la prova, la misura, il parametro,  che abbiamo visto in concomitanza di svariati avvenimenti "spiacevoli" 

Arcano Maggiore XII dell'Appeso

Giorno 20

Somma totale 12

20+12= 32= 5

Stella a 5 punte. 

Archetipo He', con funzione "vita" 

Vi ricorda qualcosa la stella a 5 punte capovolta? 


Di Trump avevo già parlato, con analisi ghematrica, sempre, ebraica, inglese e semplice, in successione, di nome, data e luogo di nascita, riguardo il suo attentato( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/07/attentato-trump.html?m=0) 

Rivediamole


Donald 

119= 11

300= 3

50= 5


John

698= 22( 11+11) 

282 = 12= 3

47 =11



Trump

470= 11

528 = 15

88= 16 ( archetipo Ayin, corrispondenza, "come sopra, così sotto. Arcano Maggiore della Torre. 

Va a fuoco il visibile. 

Ciò che ci sfugge è ben radicato

~~~~~~~~~


Data nascita 

14/6/1946= 33( 11+11+11) =6 


~~~~~~~~~~~~~~~~~~~


Luogo nascita  New York 

New 

945= 18=9

252= 9

42= 6



York

540= 9

414= 9

69=15= 6


Già così, Trump, New York, è un 6*6*6


Riepilogando. 

Data in totale nascita = 33

Data in somma totale oggi= 12= 3

Orario 12=3

Luogo nascita 

New = 9( 3 + 3+ 3)

York= 9( 3+3+3)

Quindi abbiamo 3/3/  3/3/  33 3/3 33

O se vogliamo 

6/6/6 più un 6/6


Ah già.. 

Ma manca il 6 di Washington,  dove si è insediato, che in Ghematria inglese è un 15, quindi un 6


Washington 

1245=12

780=15=6

130=4


Quindi abbiamo due serie di 6*6*6 complete

6*6*6= 18=9

6*6*6= 18=9

Ma 9+9 fa ancora 18, e 18, sommato, mi da ancora un 9

Siamo in un anno 9, di cui ho parlato approfonditamente. 

La Teth, il serpente alle Ottave alte. Il Grembo, la kundalini. La Sophia. 

Il serpente. 

Alle Ottave basse è il baratro più totale. 

Siamo in un anno di manifestazione. 

Come sempre, troppa architettura, troppa perfezione. 

Una Geometria perfetta, ad emulazione di quella Sacra, Divina. 

E un brivido, mi corre lungo la schiena, quando vedo così tanta manipolazione di sacri codici. 

Troppo, troppo evidente. 

Vorrei credere, per una volta, in un mondo migliore. 

Vorrei davvero. 

Ma in questi termini, niente mi è credibile. 

Lo sarà per il tempo di un'illusione. 

È sarà comunque, un'ennesima Lamed, come ho scritto a inizio post, un'ennesima prova, per l'umanità. 



Tiziana Fenu 

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Irena Alzel Artist

20/1/2025 insediamento Trump




💛Navicella di Teti

 Gira questi giorni, in rete, l'immagine della nostra navicella di Teti, risalente probabilmente al secolo XI aC, 

Ma secondo me, è la versione archetipale della barca solare egizia, presente, tra l'altro, anche nelle Domus de Janas, come quella di Ossi, il nostro primo "presepe sardo" ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/12/il-nostro-presepe-sardo-domu-di-ossi.html?m=0), che ha in sé, impresso, l'importantissimo simbolo del nostro pugnaletto sardo, simbolo solare, della svastica solare( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/pugnaletto-svastica-solare.html?m=0) 

La svastica è un importantissimo simbolismo, che custodisce in sé il sincretismo della dimensione e simbologia astronomica solare e quella religiosa/spirituale. 

Quindi, Pugnaletto sardo,  come simbolismo della svastica solare, che poi, nel corso del tempo, si è evoluto in "arrasoja", nel coltellino a scomparsa, affilatissimo, vanto dei nostri migliori artigiani sardi. 

Coltellino a scomparsa, che emula il percorso solare diurno, metaforicamente. 

Scrivevo, nel mio scritto :

"Arrasoja. 

Ar-ra-soja. 

Ancora "ar" (tendere verso il divino) e "Ra" (che significa divinità solare, il sole). 

"Ar/ra", speculari, ancora un gioco di specchi, che fa da portale verso il divino. 

Il Pugnaletto sardo come simbolo dei Figli Solari.

Un simbolo regale, divino. 

Un Pugnaletto, la cui origine, antichissima, può essere stata proprio in occasione di questi riti solstiziali, quando sciamanicamente, si otteneva la padronanza del "Pugnale Supremo del Comando o dell'Arte"

Ritualistica che si officiava in particolare per i solstizi, gli orientamenti di tutte le nostre manifestazioni archeologiche, dalle Domus, ai nuraghi, pozzi e Tombe dei Giganti, poiché i solstizi hanno una profonda valenza simbolica e alchemica. 


Tenendo conto che in questo caso si tratta di una lucerna fittile, che sicuramente veniva utilizzata nell'ambito della ritualistica sciamanica, acquisisce senso anche la presenza del simbolismo del pugnaletto. 

Una navicella, legata al simbolismo dell'acqua, del Femminino, che porta in grembo, il Fuoco, il pugnaletto solare. 

Oltre questo simbolo, sono presenti anche delle lettere ebraiche, tra cui spiccano la Nun in particolare, presente anche nel simbolo della stessa  tribu dei Dan( insieme alla Dalet, in quel caso, è formano la Tau, il simbolo dei Giudici Divini - https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/il-simbolo-della-tribu-di-dan.html?m=0)

La Nun, quattordicesimo Sacro Archetipo Ebraico, con funzione "trasformazione", legato al potere trasmutante delle acque, legato alla simbologia della Vesica Piscis, della sinergia delle due polarità, che è proprio la conformazione delle nostre navicelle nuragiche( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/07/navicella-e-vesica-piscis.html?m=0), dall'alto valore simbolico, perché è nella Nun, nel suo grembo, come nel grembo trasmutativo della balena( Nun, in arabo, significa balena), che Giona trasmuta sé stesso, prendendo consapevolezza della sua missione. 

Il Giona/Giano, che ha come archetipo le nostre Janas, i nostri grembi alchemici solstiziali di trasmutazione 

Nasce, muore e rinasce a sé stesso. 

Infatti sulla navicella di Teti, ci sono tre decorazioni a spirale appena accennata, che rimandano quasi alla simbologia del moto ondoso dell'acqua, che hanno questa valenza simbolica triadica, gestazionale, della "nascita/morte/rinascita". 


È presente anche la stessa Zain, che nel glifo, rimanda proprio ad un pugnale. 

La Zain, settimo Sacro Archetipo Ebraico, ha funzione "eternità" e rimanda al potere del settimo punto centrale della stella di David, la cui simbologia, si intreccia alla nostra Antica Civiltà Sarda. 


Una simbologia solare, quella del pugnaletto, legata anche all'ardia di Sedilo, che si svolge durante il Solstizio estivo, legata in particolare alla simbologia della Tomba dei Giganti di Nixias( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/tomba-dei-giganti-di-nixias.html?m=0) 

S' Ardia

Sardia

Sardegna

Stessa radice lessicale

"E, guardacaso, "S'Ardia" è legata ai cavalli. 

Teniamo presente che la razza del cavallo sarda, è la più antica in assoluto, e che forse, questa stele, questo osservatorio astronomico dei solstizi, fosse anche un punto in cui di celebrava o dei riti in proposito, di iniziazione spirituale, dove di raggiungeva la padronanza de "s'arrasoja", del Pugnaletto sardo, del Pugnale di comando e d'Arte. 

Esotericamente viene chiamata "la padronanza dell'Argento," l'opera al Rosso", quella che poi consente di arrivare all'Opera completa, all'Oro. 

Padronanza dell'Argento, fino ad arrivare all'equilibrio equinoziale, dove le due polarità in equilibrio, generano Horus, l'Oro. 

E guardacaso, ma mai per caso(mi stupisco sempre di come le cose si incastrino perfettissimamente), la zona di questa Tomba dei Giganti, che si chiama Nixias, è nel territorio di Lunamatrona(1800 a.C.circa, età del bronzo), zona del sud Sardegna. 

La luna, che è legata, esotericamente, proprio all'Argento.


Argento e oro

Luna e sole 

Navicella lunare che trasporta il Sole. 


Ma la simbologia della barca solare, che sarebbe più corretto chiamare lunare, visto che rappresenta il Femminino che custodisce il Sole, è presente anche all'ingresso di una Domus de Janas( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/12/domus-de-janas-tonara-barca-solare.html?m=0) 

Una Domus che ha un ingresso come la Sacra Barca solare egizia che trasporta il Sole.

Domus de Janas, che sono metafora della Carena di una barca rovesciata( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/01/le-domus-de-janas-non-sono-capanne.html?m=0), che traghetta nell'altra dimensione, perché sono carene, navi alchemiche, in cui la vibrazione della parola, terapeutica, trasmutante, si esplica in afflato divino, che nasce "in sa Carena", nello sterno alchemico delle Domus de Janas, in cui "su nai", il dire, il proferire, il ritualizzare attraverso la Sacra Parola, diventa "Sanai", sanare, e quindi "sa nai", imbarcazione alchemica, la "nave" che sana, che trasmuta, che trasporta, simbolo di una mezzaluna Femminea che è grembo alchemico di guarigione e rinascita. 

Il Sole fertilizzante che consente la rinascita 

S'arrasoja

La svastica solare espressa attraverso la simbologia del pugnaletto sardo. 

Pugnaletto presente in questa navicella di Teti. 

Una primordiale "barca solare". 

La barca solare, in ambito egizio, trasportava da Oriente a Occidente, Ra, il dio Sole, durante il percorso diurno.

Nella Domu de Jana di Tonara, come ho approfondito nel link del mio scritto, a conferma che possa trattarsi di una rappresentazione simbolica della barca solare egizia, di cui le Domus sono ancestrali precursori, visto che veicolano il tragitto di rinascita per l'aldilà, con il sole che entra nel simbolico condotto vaginale quadrato di Madre Terra, è quella coppella inusuale, che non ha i tre bordi come le tre cornici delle porte, o come, per esempio, la coppella nella Domus s'Incantu di Putifigari, ma ha, come il glifo egizio del sole, una circonferenza centrale, e una esterna. 

Un punto con un cerchio intorno.


E le barche solari della Domus de Janas di Montessu, a Villaperuccio?

( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/07/imbarcazioni-egizie-montessu.html?m=0) 

Barche solari, millenni prima della civiltà egizia.


Teti

Luogo di provenienza del nostro famoso Bronzetto. 

Un Sacro Bronzetto, con una precisa Geometria Sacra 

( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/geometria-sacra-guerriero-teti.html?m=0) 

La Geometria Sacra della Teth, nono archetipo Ebraico, il Sacro Femminino. 

Il 9, la creazione, la chiave di lettura dell'universo, come gli stessi angoli di ingresso a 72 °/72 °/36° dei nuraghi e dei nostri pozzi Sacri, come quello di Santa Cristina

(-https://maldalchimia.blogspot.com/2021/06/simbologia-angolo-72-nel-pozzo-scristina.html?m=0

-https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/l-ingresso-triangolare-dei-nuraghi.html?m=0) 

Una dimensione, che in chiave più ampia, cosmica, rimanda alla precessione degli equinozi( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/le-tre-dee-madri-cosmiche-sarde-della.html?m=0) 

Un 72/72/36, che è un 

9/9/9

E, ancora, un 27, sommato, quindi ancora un 9, il grembo creatore. 

Esattamente come la navicella di Teti, che porta nel suo grembo creatore la svastica solare, il pugnaletto sardo, s'arrasoja, suo Figlio e controparte energetica, in un simbolismo di sinergia creatrice, assolutamente straordinario.


Tiziana Fenu 

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Navicella di Teti






💜Dea Cibele

 La ripetizione di specifici culti, gli attributi iconologici e simbolici che ne richiamano il ricordo delle origini , permettono di riconoscere le tracce della Grande Dea nelle sue più tarde epoche. 

La Grande Madre fu venerata in varie regioni e sotto vari nomi: Gli etruschi la conoscevano come Gea, i romani come Mater Matuta i greci come Cibele. 

Prima del cristianesimo fu proprio la Grande Madre a richiedere che il neofita venisse coricato in una fossa e ricevesse una pioggia di sangue di toro (come ricorda Prudenzio). 

Una cerimonia magica dalle origini remotissime che nei secoli si trasformò da rito propiziatorio in purificazione iniziatica, un mistero di trasformazione che rimanda a un'altra grande divinità che ha segnato non poco il cristianesimo: il dio Mithra. Caratteristiche tipiche del culto della Grande Madre erano: l’interesse specifico per gli animali, che accomuna i leoni alati che accompagnano Ishtar la cerva di Diana e il serpente ctonio della dea cretese; cerimonie e nascondigli tra rupi , anfratti e caverne, fiumi e boschi, o comunque presso acque. 

Poi l’uso di celebrare culti e riti i durante le ore notturne. n gran parte dell’ Europa permane la memoria della divinità arcaica, di una divinità femminile padrona e signora di luoghi o semplicemente di bisogni umani primari, ne sono esempio anche le molte Madonne Nere ancora venerate in alcuni paesi. 

I misteri ellenistici di Cibele, in epoca imperiale presero forma di religione autonoma. Ancor oggi la donna con le torri in testa (l'immagine di Cibele) rappresenta l'Italia. E va pure segnalata la traccia del culto di Attis e Cibele che si ritrova nel mondo cristiano: l'albero addobbato una volta all'anno (allora era un pino); la castità dei sacerdoti; il rito dell'eucarestia (mangiavano carne e bevevano il sangue del dio «che moriva e risorgeva»). 

E a proposito del rito del sangue va osservata più da vicino quella che Tertulliano definirà effusio sanguinis, che diventa semen christianorum. 

L'evoluzione di tali figure e la loro progressiva personificazione individuale sembrano confermare l'idea di un'origine matriarcale della civilizzazione. In questi stessi miti sono, peraltro, delle dèe, e non degli dèi, a comparire quali protagoniste: Hera, Athena, Cibele, connesse con le società matriarcali e ginecocratiche dell’Asia Minore. 

E sempre in Asia Minore ebbe enorme diffusione il culto di Artemide (Efeso), di Afrodite (Troade) ed in seguito, con l’avvento del cristianesimo, persino quello della Vergine Maria, la cui abitazione viene oggi mostrata ad Efeso, non lontano dal tempio di Artemide. E, tra le tante dèe che lì nacquero, le cosiddette “vergini nere”, Cibele e Artemide (corrispondente più alla Artumes etrusca che alla Diana latino-romana), furono le più venerate e quelle il cui culto divenne tristemente famoso per l’usanza rituale dei sacrifici cruenti, anche umani (vedi anche i rituali sacrificali che in età arcaica si svolgevano nell’antico santuario laziale del Lucus Nemorensis, “bosco sacro” posto sulle rive dell’odierno piccolo lago vulcanico di Nemi -noto in età romana come spaeculum Dianae, “specchio di Diana”- dedicato originariamente alla sanguinaria Artumes etrusca, poi all’italica Diana Nemorense, divinità cacciatrice e silvestre). 

Cibele e Artemide furono ambedue adorate sotto forma di un simulacro nero, una pietra caduta dal cielo o una scultura lignea. Si dice che il nome Cibele, Kubiles, significasse “pietra cubica”, in riferimento a un meteorite nero conservato nel sacrario di Pessinunte (presso l’odierna località turca di Balâhisar), la città frigia sacra alla Madre degli Dèi. 

Testimoniato in età molto antica in Lidia, il culto di Cibele si diffuse nel V secolo a.C. nel mondo greco, dove la dèa fu collegata a Demetra, la dèa materna della Terra, figlia di Crono e di Rea, la cui personalità però è assai distinta da quella di Gaia, la Terra concepita come elemento cosmogonico: Demetra è la divinità della terra coltivata; è essenzialmente la dea del grano.


Tratto da "Sacra Disciplina Etrusca" di Enrico Scarscioni


https://maldalchimia.blogspot.com/2022/08/dea-cibele-con-leone.html?m=0

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Dea Cibele Magna Mater

Dea Cibele