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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

martedì, luglio 19, 2022

💚Dea alata nubiana

 Stupendo amuleto che rappresenta una Dea alata. Un amuleto/pettorale, che risale al periodo Nubiano, precisamente al Periodo Napatan, regno di Piankhy (Piye), 743–712 a.C.

Il punto del ritrovamento è stato in Sudan, El-Kurru, Ku 51

Realizzato in maiolica Faience, ha queste dimensioni: Iunghezza x larghezza: 8,5 × 6,2 cm. 

Si trova esposto al Boston Museum of Fine Arts. 

Amuleti come questo sono stati trovati nelle sepolture delle prime donne reali di Napata.  Realizzati in maiolica smaltata blu-verde, raffigurano una dea nuda, alata, con la testa di leone, incoronata con un disco solare e un ureo. Le ali si piegano bruscamente verso il basso e su ciascun braccio c'è un ureo coronato di corna e un disco solare.  L'identità della dea è incerta.  Un'iscrizione geroglifica corre lungo la schiena..


Descrizione didascalica a parte, trovo che questo amuleto sia, oltre che bello, molto simbolico.

Sicuramente una Dea che richiama la dea egizia della cosmogonia di Menfi, la leonessa Sekhmet, moglie del dio Ptah, patrono degli artigiani, e la madre del dio del loto Nefertum. Sekhmet riceve anche il titolo di Signora della Vita, e come tale può curare le malattie che ha causato con la sua furia., ed era anche la signora della guerra.

La sua corrispettiva, era la pacifica dea Bastet, la dea gatto, Custode del focolare, della casa e delle nascite.

In questa rappresentazione, infatti, il seno sinistro, il Femminino, è notevolmente più piccolo del destro. Un seno, quasi mascolinizzato, ad indicare che emerge, in questa versione di Dea bellicosa, maggiormente la parte destra, che corrisponde all'energia Mascolina, rappresentata da quel seno destro di dimensioni normali, quasi a voler indicare che la sua energia maschile, può essere nutrimento e accudimento anche attraverso il suo Femminino di genere.

La posizione delle braccia, rivolte verso il basso, delinea una conformazione a "quadrato", che simboleggia il suo avere dominio nella dimensione terra, visto che il quadrato indica la terra.

Le ali, le fanno dominare anche l'elemento cielo.

Quindi, una creatura umana e divina, che implementa in sé, le energie del Mascolino e del Femminino.

Lo si vede anche dalla decorazione "a rete" delle ali, che crea una griglia sinergica, con le due polarità complementari.

Come tutte le figure di potere, è rappresentata con due urei speculari sulle spalle, che indicano questo equilibrio armonico tra le due polarità, come le due nadi della kundalini, necessarie per l'accesso ad uno stato di coscienza superiore, divino.

Due urei speculari, che sono muniti di corna, e che ospitano, nel loro incavo, non propriamente una sfera, che invece è presente sul capo, sul terzo ureo, e che rappresenta il sole, una sorta di occhio, ma una sorta di elemento ogivale. 

Potrebbe essere in riferimento all'occhio di Ra, di cui l'ureo, il cobra, il Sacro Femminino, è Custode e protettore..

Ma le corna sull'ureo potrebbero avere anche la valenza di un simbolo uterino/taurino, come le nostre Tombe dei Giganti in Sardegna, che, come un grembo, accoglie questa forma ogivale che è androgina, come il "pesce /mandorla" mistica della Vesica Piscis.

Questa unione degli opposti, si vede anche nel secondo simbolo a partire dal basso, che ha lungo la decorazione sul retro dell'amuleto, quel simbolo a "X".

Lungo questa decorazione, in alto, si nota subito un Sacro Ankh, la chiave della vita, e altre decorazioni tra le quali spiccano due figure che portano sul capo una falce di luna, simbolo di fecondità.

Un amuleto straordinario, finemente lavorato e molto simbolico, sicuramente protettivo, per chi lo indossava.

Un Dono degli Dei, per gli Dei terreni. 


Tiziana Fenu

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Dea alata nubiana




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