Il "nemico", spesso, è colui che regge lo specchio
Come una lente di ingrandimento, che ci rivela degli aspetti sui quali noi non abbiamo mai avuto consapevolezza
Sinché non ce lo mostrano
Sinché non ce lo impongono
Allora ci diventa stretto
Come una clessidra che si capovolge all' improvviso
E lì dove prima era la nostra libertà, in espansione, a discapito dell' altro, ora ce la vediamo reprimere, perimetrare
In un grottesco gioco delle parti in cui si condanna ciò di cui noi stessi siamo stati portatori e testimoni
Magari da sempre
Quanti "distanziamenti verticali " abbiamo adottato nella nostra vita?
Ritorniamo a inizio anno
Per le strade
Sui mezzi pubblici. Nelle sale di attesa dei servizi pubblici. Negli ambulatori.
Tutti per conto proprio.
Con la testa china sul cellulare
Si rientra a casa e non si guarda negli occhi nemmeno i propri figli, la propria moglie. Il proprio marito
Distanziamento verticale
Poi si scopa furtivamente al buio, la notte
Giusto perché non si è capaci di far l' amore con gli occhi, ancora prima di toccarsi
Di percepire, solamente da come si apre il portoncino di ingresso, se chi entra ha avuto una buona giornata
O se quello zaino scolastico sbattuto sul divano, il pranzo lasciato a metà, o la porta chiusa in camera, non nascondano invece un disagio, una sofferenza che non sappiamo, che non vogliamo cogliere
Perché in fondo, molte volte , si sta bene così
Perché abbiamo già troppe cose a cui pensare
E invece di fermarci , di pre- occuparci, di indagare, sbottiamo sempre in esternazioni autoreferenziali, egoistiche
Il "tempo che c'è voluto a cucinare", il tempo per questo, e il tempo per quest' altro
Stiamo sempre a lamentarci di questo "scippo arbitrario e ingiusto di tempo"
Perché noi, "non abbiamo tempo da perdere"
E invece, perché non diventiamo noi stessi, artefici del nostro tempo?
Quando le Anime comunicano, si incontrano, il tempo si ferma
Se ne crea un' altro, un terzo, il "tempo del noi", dell' incontro, dello scambio.
Del capire, dal passo, che umore ha l' altro.
Da ciò che non dice, più che da ciò che dice
Siamo mai stati veramente interessati a cogliere l' altro?
O è meglio nicchiare, far finta di non vedere gli occhi di una moglie triste o di un marito annoiato che cerca svago sui social?
Queste nuove restrizioni non penalizzano nessuno
Non prendiamoci per i fondelli
Siamo sempre stati ognuno per conto proprio, nello spazio virtuale del proprio telefonino, nei mezzi pubblici
Chi non lo era, gli anziani, si guardavano costernati le misere buste della spesa.
Sguardo chino
Costretti spesso a stare in piedi, con i giovanotti bivaccati comodamente sui sedili
Io lo imporrei ovunque
Per procurare in quegli stessi artefici di questo delirio sociale ,quell' effetto "aberrazione "che ha provato chi queste cose le ha sempre viste e colte, da sempre, da anni
Perché l' indifferenza è la più grande malattia dell' uomo
Se si arriva al punto di filmare una giovane donna che si da fuoco, piuttosto che intervenire
Siamo ciò che ci meritiamo
Diamo agli altri le coordinate su come comportarsi con noi
E quando lo fanno, schizziamo sdegnati come una molla
Lo sdegno che proviamo è solo ciò di cui non siamo degni, e di cui arbitrariamente ci fregiavamo come di un diritto a noi dovuto
Niente ci è dovuto
Siamo esattamente ciò che seminiamo
E il "nemico" è il nostro più grande alleato
L' unico che può mostrarci cosa siamo diventati
O cosa non siamo riusciti ad essere
Tiziana Fenu
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