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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

sabato, dicembre 06, 2025

💛La scacchiera di Pubusattile e il quadrato di Mercurio

 

Difronte a questo reticolo silenzioso di 64 caselle, della scacchiera di Pubusattile, nella Domu de Jana di Villanova Monteleone, sento risuonare in me un’eco profonda.
Ne sto parlando da tanto, e ogni volta, scopro nuove dimensioni.
Il mio ultimo scritto a riguardo, evidenzia una correlazione con il quadrato di Sator, ma contiene anche tutti gli approfondimenti precedenti( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/12/il-64-nel-quadrato-di-satorsinis.html?m=0)
È una mappa.
Ogni casella, come un tassello del cosmo, mi parla  sempre di altri  quadrati perfetti di 64 unità.
Altre griglie, concettualmente collegate tra loro.
E, come non nominare il Quadrato magico di Mercurio, il messaggero alato, nella tradizione esoterica occidentale.
Mi immergo in questo specchio numerologico.
Il quadrato magico di Mercurio è un reticolo di 8 per 8, 64 celle in totale, dove la somma di ogni riga, colonna e diagonale principale è sempre 260, la cosiddetta costante magica.
Questo numero non è casuale, ma nasce da una formula armonica, che dal numero 8 arriva al 260.
Si può applicare infatti una progressione basata  sulla Sezione Aurea (Φ ≈ 1.618), la quale è un principio fondamentale in geometria sacra.
Partendo da 8 e applicando multipli di Φ in progressione, possiamo arrivare a un numero vicino a 260.
Inoltre, dividendo 260 per 8, abbiamo un 32,5, che è un approssimativo vicinissimo al numero 33, che è ricorrente in molte tradizioni spirituali e mistiche (vertebre, gradi massonici, età di Cristo, ecc).
Se consideriamo la mia interpretazione del soffitto delle Domus de Janas  rappresentate  come carene, nella doppia valenza di carena come fondo dell'arca/argha( vagina in sanscrito) e "carena", la parola sarda che indica lo sterno, e quindi, custodi del Soffio Divino( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/sa-carena-domus-de-janas-su-murrone.html?m=0), collegate alla colonna vertebrale, il 32,5/33, della proporzione numerica di questo quadrato di Mercurio, un "8X8", come la scacchiera di Pubusattile, acquisisce un enorme senso logico, soprattutto se consideriamo, come ho sempre sottolineato, che le Domus de Janas sono luoghi alchemici di trasmutazione, Mercuriali.
Consideriamo anche il 260 rapportato al 360.
360°, il cerchio perfetto
360-260= 100
100 rappresenta il quadrato perfetto, che è un numero che risulta dall'elevazione al quadrato di un numero intero.
La radice quadrata di 100 è 10, che è un numero intero senza parti decimali.

Il 10, il Sacro Archetipo Ebraico Yod, che nell'alfabeto ebraico ha un legame profondo e simbolico con il concetto di scrittura e creazione, specialmente nella tradizione mistica ebraica (Cabala). 

La Yod, infatti è la lettera più piccola dell'alfabeto ebraico, spesso rappresentata come un punto o un apice.

Nella Cabala, la Yod simboleggia l’unità divina primaria, il punto di partenza di ogni esistenza. 

Ha la funzione "concentrazione", ed è quindi considerata la "scintilla" energetica da cui tutto ha origine.

È per questo motivo che nella scrittura a mano, molte lettere ebraiche iniziano con un tratto a forma di Yod, come se ogni lettera contenesse un "seme" di questa lettera fondamentale.

È infatti considerata la Matrice, il punto originario  da cui si sviluppano tutte le altre lettere, e quindi tutta la scrittura.

Nella dimensione della Creazione, nella Torah, secondo il pensiero cabalistico, Dio creò l’universo attraverso le lettere dell’alfabeto ebraico. 

La Yod, essendo la prima lettera del nome divino YHWH (יהוה), è considerata lo strumento iniziale della creazione.

Infatti il nome di Dio inizia con Yod, e questo punto originario, traguarda il passaggio dalla dimensione divina del  " non-manifesto", a quella del "manifestare", come se fosse, intrinsecamente, un atto di "scrittura" della realtà.

In Ghematria, la Yod ha valore numerico 10, numero che nella tradizione simboleggia completezza (ad esempio, i 10 comandamenti, le 10 Sefirot), e questo numero quindi, rappresenta una connessione profonda ad un ordine cosmico e divino.

La Yod nella lingua ebraica, si trova come consonante, o come radice, legata a concetti che riguardano l'esistenza, l'agire. 

 Per esempio, "yad" significa "mano", lo strumento della  scrittura e della creazione, simbolo dell'agire divino, della saggezza divina( Chokhmah), che si manifesta tramite la Yod. 

Penso ai nostri bronzetti sardi, rappresentati con la mano destra, la Yad,  sollevata e il palmo esposto, con il saluto sciamanico che viene chiamato Nyny, e che contiene due N, della Nun sinergica delle due polarità, della N del Nachash, del Serpente della Saggezza, della conoscenza, simbolo della tribù dei Dan, e le due Y, simbolo di conoscenza divina emanata. 

La Yod è Rivelazione. 

È il  simbolo potentissimo dell’origine della scrittura come atto creativo. 

Nella spiritualità ebraica, scrivere (specialmente la Torah) è un atto sacro che riproduce simbolicamente la creazione del mondo, e la Yod ne è il fondamento invisibile ma essenziale.


Quindi, 100 = 10² soddisfa pienamente la definizione di quadrato perfetto.

La quadratura del cerchio( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/la-scacchiera-di-pubusattile-e-la.html?m=0), insita nel valore 260 delle 64 caselle
Nel Calendario Tzolkin Maya Il numero 260 è centrale, e corrisponde ad un ciclo di 13 numeri e 20 glifi (13x20=260), il tempo Sacro.
Lo Tzolkin, ha 20 glifi solari (detti anche segni del giorno o Kin). Questi 20 glifi si combinano con 13 "toni lunari" o numeri per formare un ciclo completo di 260 giorni (20 x 13 = 260
È considerato un ciclo armonico di creazione, di "Frequenza della Nascita".
Anche la  gestazione umana media è di circa 260 giorni (circa 9 mesi lunari). Q
E anche questo fattore collega il numero 260 al ciclo della vita.
E poi comunque abbiamo il numero chiave 8,  comune alla nostra griglia di Pubusattile e al Quadrato di Mercurio.
L'8, come sappiamo, simboleggia l'infinito, il simbolo della lemniscata, l'equilibrio, la rigenerazione e in Geometria Sacra è associato all'ottaedro e alla struttura a voxel dello spazio.
Letto in chiave esoterica, questa griglia "8X8" del Quadrato di Mercurio, di cui oni riga, colonna e diagonale principale somma 260, è come se rappresentasse il passaggio alchemico dall'equilibrio materiale e cubico (8) alla realizzazione di un ciclo di creazione, un ciclo creativo completo (Tzolkin), o gestazione completo ( il ciclo completo di 260 giorni ).
È il principio di crescita armonica (la sezione aurea o un multiplo simbolico come 32.5/33), che si sviluppa dall'energia fondamentale rappresentata dal numero 8, che è il punto di partenza, simbolo di infinito, equilibrio e struttura cubica.
Il numero 32.5, approssimativo del 33,agisce come "fattore di trasformazione armonica" che, applicato alla struttura base (8), genera un ciclo creativo completo (260), in cui, nella dimensione della Geometria Sacra, la Sezione Aurea (Φ), agisce come principio di crescita.
Il numero 33, che può essere visto come una "frequenza" di transizione tra l'ordine materiale (8) e quello temporale/creativo (260)
La formula, quindi, che di sviluppa in questa griglia di Mercurio, non è un semplice calcolo, ma un'allegoria matematica di un processo di trasformazione e manifestazione.
È lo stesso concetto della nostra griglia di Pubusattile, che rappresenta uno spazio sacro, definito di trasmutazione per l'altra dimensione.
Qui, appunto, non siamo nella pura matematica.
Questo quadrato, è un talismano, uno strumento vivente per sintonizzarsi con l’intelligenza del pianeta Mercurio con la comunicazione, l’intelletto, la magia della parola e la conoscenza che fluisce tra il divino e l’umano.
Il numero 64, poi, apre ulteriori vortici simbolici.
Mi richiama anche gli 64 esagrammi dell’I Ching, il libro cinese delle mutazioni.
È un numero di totalità e trasformazione, perfetto per Mercurio, l’eterno mutatore.
Ed è qui che il sistema si espande e si radica in una tradizione ancora più antica.
Perché Mercurio, per gli esoteristi occidentali, non è solo il pianeta.
È la versione romana di Hermes, che a sua volta è la versione greca del dio egizio Thoth.
Thoth, il signore della scrittura, della misura, della sapienza segreta e della magia.
Sapete bene che ho parlato del dio Toth, e della sorella la Dea Seshet, proprio per la cerimonia del Quadrato Sacro, del Peddj Shes( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/11/la-cerimonia-della-tiratura-della-fune.html?m=0) celebrato con la tiratura della corda/cordone ombelicale.
Dea Seshet della scrittura e architettura.
È in questa griglia 8 X 8, che nasce l'alfabeto quadrato delle lettere ebraiche
È la trascrittasi di una memoria ancestrale, come i 64 codoni del DNA, che trascrivono il codice genetico di antiche memorie.
E vedete, come la simbologia
Il quadrato magico 8x8 è, quindi, la cifra geometrica di questa forza archetipica.
L’8, numero dell’equilibrio e dell’infinito, è il suo sigillo numerico.
Ma la vera rivelazione, per me, è proprio questa, e arriva quando incrocio lo sguardo con Seshat, la dea egizia dalla veste di pelle di leopardo, sorella e controparte femminile di Thoth.
Se il quadrato di Mercurio-Thoth è la formula astratta, il puro Logos, Seshat ne è l’applicazione concreta e sacra.
Lei è la “Signora dei Costruttori”, la dea della scrittura, dell’archiviazione, della misurazione con la corda annodata per tracciare le fondazioni dei templi.
Il suo emblema, una stella a sette punte sotto un arco, parla di cicli e geometria sacra.
Vedo così una correlazione potente e non banale, che vede il Quadrato di Thoth/Mercurio, che  rappresenta l’aspetto maschile, attivo e vibrante, l’Intelletto puro, la Parola creatrice, la matrice numerica perfetta e invocativa.
La Dea. Seshat ne incarna l’aspetto femminile, recettivo e realizzativo, quella Scrittura fisicamente incisa, la Misura che traduce il progetto in terra, l’Archiviazione che dà durata alla conoscenza.
Seshat è la porta attraverso cui la sapienza astratta di Thoth-Mercurio (quel quadrato magico di 64 numeri) prende forma nel mondo manifesto. In un rituale, il quadrato sarebbe la formula per invocare la forza.
Seshat è il principio che guida la mano a incidere correttamente il talismano, a “scrivere” quell’energia nella realtà.
Così, mentre il mio sguardo percorre le 64 caselle della scacchiera sarda, non vedo più solo vedo un campo di forza simbolico.
Vedo il quadrato magico di Mercurio, mappa dell’intelligenza cosmica che tutto collega.
E, più in profondità, vedo l’opera congiunta di Thoth e Seshat, in sinergia ierogamica, come la stessa scacchiera archetipale di Pubusattile.
Lui che fornisce il progetto numerico e verbale, lei che lo misura, lo traccia, lo rende spazio sacro e giocabile, vivibile, il primo nucleo della comunità, proprio come quelle su pietre antiche sotto il cielo di Villanova.
Esattamente come il tempio sacro quadrato per la dimensione dell'Oltre, tracciato nella vibrante griglia energetica di Pubusattile.
È il ciclo completo della conoscenza.
Dall’intuizione folgorante alla sua fissazione duratura nel tempo e nella materia.
Ma non solo.
Potevo esimermi dal considerare la dimensione della gematria ebraica, come ho fatto finora per la decodifica della nostra scacchiera Matrice, di Pubusattile?
In gematria ebraica, il 260 può essere analizzato secondo la correlazioni con le Lettere Ebraiche
Il numero 8 e Lettera Ebraica Heit, che ha, appunto, valore numerico 8
Questa lettera ha la forma di un cancello, di un portale( ח), il portale trasmutativo di Mercurio  messaggero alchemico tra cielo e terra.
Nella Cabala, la lettera Heit/Chet è associata all'intelligenza trascendentale (e Mercurio a Hod, l'ottava Sefirah dell'Albero della Vita).
Nell'Albero della Vita, Hod (Splendore) è l'ottava Sefirah, governata da Mercurio.
Ha valore numerico 15
Il quadrato 8×8 potrebbe riflettere la struttura di Hod (8 come numero della Sefirah nel conteggio discendente).
Sempre nella Cabala, il sentiero 8 (che collega Chesed a Geburah) è associato a Mercurio.

E Geburah abbiamo già visto, cio che significa, contestualizzato all'interno dell'interpretazione ghematrica del 64 nella scacchiera di Pubusattile.
Dal mio scritto
( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/11/simbologia-dei-64-quadrattini-della.html?m=0)
"Come vedete, la simbologia della nostra monadica, archetipale scacchiera di Pubusattile, è una Matrice, a cui si ricollegano simbolismi anche di altre civiltà, come ho approfondito nei miei scritti.
Ma soprattutto, indica, nella sua valenza più archetipale, simbolica e spirituale, L'ENERGIA AL DI SOPRA degli Umani limiti, quella sinergica dell'energia del Grande Iniziato, l'energia creatrice, che ha GIUDIZIO .
Il GIUDIZIO come principio divino di rigore, legge e forza rettificatrice, la cui dimora è  nella SEPHIRAH di GEBURAH , che spesso è chiamata DIN, molto simile a DAN , che indica un giudizio stretto, rigido, severo, infatti si trova nel pilastro della Severità, nell'Albero della vita con le 10 Sephiroth, il cui simbolo, il documento di "riconoscimento" è nelle TAVOLETTE di TZRICOTU che appartengono ai Giganti di Mont'e Prama.
Argomento di cui ho iniziato a parlare nel 2020( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/la-sephiroth-sarda.html), per poi approfondire nel corso degli anni, fino ad arrivare al mio ultimo approfondimento, due mesi fa, che contiene anche gli approfondimenti pregressi (https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/sigilli-tzricotu-vesica-piscis-sephiroth.html)
Sottolineo che la Sephiroth Geburah è associata al pianeta MARTE , che come ho approfondito in un mio scritto, era il Dio dell'abbondanza e della pioggia, un periodo romano, e associato al DOPPIO SCUDO ANCILIA ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/il-pane-cabude-e-gli-ancilia-etruschi.html) donato a Numa Pompilio, che è stato ripreso, non solo dalla simbologia del nostro doppio scudo sardo, presente nel GUERRIERO di TETI ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/geometria-sacra-guerriero-teti.html) e anche in altri, compreso un bronzetti che rappresenta la simbologia DELL'OFIOTAURO (https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/bronzetto-tetiofiotauro-vesica-piscis.html), ma anche dalla simbologia dell'ascia bipenne, la cui sede Sacra era nel nostro importantissimo santuario di Santa Vittoria di Serri( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/santuario-santa-vittoria-di-serri-numa.html).
Un GIUDICE GUERRIERO , quindi, unendo in sincretismo le simbologie del Giudizio /Giudice e di Marte.
Per finire, un'ultima nota interessante, a completamento.
La Sephiroth Geburah è associata al quinto Sacro Archetipo Ebraico HE ', con funzione vita.
La Forma necessaria in cui si canalizza la forza creatrice.
Il SOFFIO VITALE , divino ( e ritorniamo alla simbologia archetipale del Soffio Divino, ma Numa, lo sapeva bene, da Sardo Cabiro quale era ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/i-flamen-dialis-de-sa-carena.html), del verbo che si fa atto.

Quel soffio vitale custodito dalle costole rappresentate dal soffitto delle Domus de Janas. 
5
Pentacolo
Tanit primordiale
Il 5 unione di Venere e Toro, del Femminile e Maschile, sempre presente, nella nostra civiltà
La Geburah è associata anche al Toro, straordinario, simbolo sinergico della nostra Civiltà, collegato proprio al quinto chakra
Quinto chakra Vishudda della gola
Manifestazione del Soffio Divino
La sinergia delle due polarità creatrici, come nella scacchiera
Simbologia taurina/uterina.
E "i giri", coincidono tutti, in estrema perfezione ed incastro". 

Avete presente il simbolo di Mercurio? 

Falce lunare, cerchio, croce. 

Falce lunare e cerchio è un toro stilizzato. 

La croce, la sinergia delle due polarità. 

Il quadrato magico di Mercurio, per la sua potenza energetica, è spesso usato in talismani per l'intelligenza, l'eloquenza, la scienza.
È considerato una matrice di intelligenza cosmica.
In chiave cabalistica, abbiamo un 260, che risulta essere un 10×26, dove 26 è il valore del Tetragramma YHWH, frequentissimo in Sardegna, anche come trigramma YHW.
Quindi il 260 corrisponde a 10 volte il Nome di Dio.
Quindi il quadrato di Mercurio, con  suo valore portante. 260, è manifestazione della Parola divina nei 4 mondi cabalistici (10 Sefirot × Nome di Dio).
Quindi, questo quadrato infine può essere visto come una rappresentazione geometrica del Logos, in cui Mercurio/Hermes come Logos primordiale divino, che unisce la Simmetria numerica a corrispondenze planetarie, con lettura un chiave cabalistica.
Interessante notare, per finire, che
Il valore 260 nelle parole ebraiche, lo troviamo in  רני (Rani), che significa "cantami" o "rallegrati" (imperativo femminile singolare di "cantare" o "rallegrarsi").
In ebraico biblico, רני appare in Isaia 54:1 "רני עקרה" (Rani, barren one, "Canta, o sterile"). Quindi, רני ha esattamente 260 come valore ghematrico.
E si trova anche nell'altra parola,  "כרם" (kerem, vigna) כ=20, ר=200, מ=40? 20+200+40=260. Sì, כרם (kerem) significa "vigna" ed è una parola comune nella Bibbia.
Quindi abbiamo due parole comuni che hanno in gematria il valore 260

רני (Rani) - "cantami" o "rallegrati"

כרם (Kerem) - "vigna"

Vigna, sicuramente inteso come iconografia, sempre presente, nei testi sacri, come "spazio sacro di coltivazione spirituale".
La vigna simboleggia la trasformazione alchemica, spirituale, mercuriale, come l'energia vettoriata dal quadrato di Mercurio e dalla nostra scacchiera di Pubusattile.
Se pensiamo che anche i Giganti si trovano in una delle più importanti zone vinicole della Sardegna, casualmente, famosa soprattutto per la "Vernaccia di Oristano" ..
La vigna
L'uva.
L'aceto
Il vino
La trasmutazione eucaristica tramite la simbologia del vino.
La linfa della vite.
Il rosso del sangue.
I 64 codoni del DNA ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/11/i-64-codoni-cordone-ombelicale-rito.html?m=0)
Il codice bio-spirituale della vita.
L'uva, suddivisa in chicchi, come gli arilli della melagrana, sacra rappresentante del numero 64( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/11/64-melagrana-scacchiera.html?m=0)
Stessa simbologia.
Dall'Uno, alla molteplicità, e viceversa.
La vigna, l'uva, la lode.
"Cantami".
Un inno alla vita.
Anche alla Vita dopo l'Oltre.
Come è nella simbologia archetipale della nostra scacchiera con 64 caselle.
La nostra antichissima Mater Matrice.
Sardegna Cultura Madre, sempre.

Tiziana Fenu
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Scacchiera Pubusattile /quadrato Mercurio





 





mercoledì, dicembre 03, 2025

💛Il 64 nel quadrato di Sator/Sinis

 Riguardo i miei approfondimenti sulla scacchiera di Pubusattile nella Domu de Jana a Villanova Monteleone, aggiungo ulteriori considerazioni, su ciò che ho già scoperto e verificato, iniziando ad indagare già nel giugno 2020( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/la-scacchiera-de-sa-pala-larga-bonorva.html?m=0) 

Correlazione tra la griglia "8X8"/65 caselle, Matrice archetipale, tra:


La griglia delle vibrazioni, delle 64 Arti dell'Amore, del KAMASUTRA ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/il-kamasutra-e-la-scacchiera-di.html?m=0)

Correlazione tra scacchiera e VELA EGIZIA ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/05/la-vela-egiziascacchiera-pubusattile.html?m=0)

Correlazione tra scacchiera e LARNAX CRETESE ( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/01/larnax-cretese-e-pubusattile.html?m=0)

Correlazione tra scacchiera/MELAGRANA https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/la-melagrana-e-la-scacchiera.html?m=0

Correlazione tra scacchiera e PAVONCELLE nel tempio di Neith e Khnum

https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/pavoncelle-tempio-di-neith-e-khnum.html?m=0

Correlazione VASO SIRIANO /scacchiera 

https://maldalchimia.blogspot.com/2025/10/vaso-sirianoscacchiera-pubusattile.html?m=0

Correlazione scacchiera Pubusattile /SCACCHIERA INDIA 

https://maldalchimia.blogspot.com/2025/07/scacchiera-indiascacchiera-pubusattile.html?m=0

Per poi scoprire che la griglia 8x8, è una vera e propria Matrice algebrica, geometrica, frazionale. 

Correlazione scacchiera /OCCHIO di HORUS 

https://maldalchimia.blogspot.com/2024/04/locchio-di-horus-e-la-scacchiera-di.html?m=0

Correlazione tra scacchiera / QUADRATURA del CERCHIO 

https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/la-scacchiera-di-pubusattile-e-la.html?m=0

Il numero 64, l'8x8, riflette, GHEMATRICAMENTE lo stesso identico concetto di GIUSTIZIA DIVINA , espresso tramite le due lettere /Sacri Archetipi Ebraici, la Nun e la Dalet, presenti nell'antico simbolo della tribù dei Dan ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/il-simbolo-della-tribu-di-dan.html?m=0), creando, così, continuità concettuale, tra i due simboli, quello dei Dan e la scacchiera 

https://maldalchimia.blogspot.com/2025/11/simbologia-dei-64-quadrattini-della.html?m=0


Griglia 8x8 che diventa MATRICE anche delle 22 LETTERE EBRAICHE , perfettamente inscrivibili nel quadrato, visto che nascono come alfabeto quadrato  chiamato  KTAV ASHURIT, che ricalca anche il quadrato del Sacro Ephod, il Sacro pettorale, paramento sacrale presente nei Giganti di Mont'e Prama, Giudici divini

https://maldalchimia.blogspot.com/2025/11/lettere-ebraiche-e-le-64-caselle-della.html?m=0


Il 64 è la chiave di lettura anche della simbologia della CORONA della MELAGRANA , presente, nei Sacro Paramento del Giudice Divino rappresentato anche dal nostro bronzetto SOMMO SACERDOTE 

Quindi, ancora, Sacra correlazione tra MELAGRANA /scacchiera 

https://maldalchimia.blogspot.com/2025/11/64-melagrana-scacchiera.html?m=0


Inoltre, correlazione tra il 64 della griglia e i 64 CODONI del DNA, discorso che lo ricollega, concettualmente, alla dimensione del Sacro Quadrato nei riti di fondazione, con la cerimonia della tiratura della fune, il PEDDJ SHES, correlato alla dimensione amniotica del CORDONE OMBELICALE /fune per la nascita del gemello placentare architettonico, come se fosse una trascrittssi, gestita dalla dea Seshet, dea della scrittura e architetture, identificabile con la nostra sciamana di Sardara e con la simbologia del bronzetto sardo di Bolsena ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/11/simbologia-anelli-al-collo.html?m=0) 

con il rocchetto della corda sul capo e intorno al collo, come un cordone ombelicale 

https://maldalchimia.blogspot.com/2025/11/i-64-codoni-cordone-ombelicale-rito.html?m=0


Oggi individuo un 64, un 32 x 2, anche nel QUADRATO del SATOR , il cui antecedente archetipale, è nel QUADRATO del SINIS, la cui croce centrale, è SINIS, palindromo, come Tenet ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/02/il-progenitore-del-quadrato-di-sator-il.html?m=0) 

Il quadrato di SATOR ha 8 lettere differenti, altra correlazione con l'8x8 della scacchiera di Pubusattile. 

Nel quadrato del Sator ci sono 

5 parole con 5 lettere ciascuna, un testo palindromo, dove le 5 parole si ripetono, se lette da destra a 

sinistra e viceversa, o dal basso verso l'alto e viceversa, con al centro la parola TENET che forma una croce palindromica( somiglia anche alla parola Tanit).

Sator /arepo /tenet/ opera/ ROTAS, dove è possibile all'interno del quadrato, leggere e scrivere la stessa parola in quattro direzioni diverse.

E questo è possibile perché esiste una simmetria centrale rispetto alla lettera N, lettera che rappresenta il Nous( l'intelletto divino) e il  Numen (la volontà divina).

Ma anche in termini cosmogonici, corrisponde al  primordiale significato di "pesce", simbolo della Grande 

Madre( come il Nun e il Nunet, la prima coppia androgina semidivina, creatori delle Acque Primordiali e del Caos).

Sator, significa Seminatore, creatore, o come Saturno, il Dio delle messi

Arepo forse carro o aratro, o un piccolo attrezzo come un falcetto, del Dio Saturno, dio dell'agricoltura

Tenet nel senso di "regge" e "guida". 

Rotas nel senso di ruote, le ruote del destino. 


Interessante notare, nel quadrato del Sator, che il NUMERO 64 è già presente. 

Si dice che l'origine del Sator sia romana, quindi le lettere del Sator  sono equivalenti ai numeri delle loro posizioni alfabetiche, secondo, appunto, la GEMATRIA LATINA  

La N centrale ha valore numerico 13.

Le estremità del suoi bracci, a croce, terminano con la T, che ha valore numerico 19

Ognuna delle 4 assi, a croce, ha quindi, dalla N alla T, valore 32, che è la metà di 64.


Non solo.

All'interno di questo quadrato, si può creare un secondo quadrato, i cui vertici corrispondono alla T di Tenet, al cui interno possiamo tracciare una DIAGONALE che funga da diagonale per altri due quadrati più piccoli. 

Il valore delle due diagonali interne a questi due quadrati più piccoli, quelle che intersecano a croce, la diagonale portante, dalla T alla T, del quadrato più grande, precisamente, dalla P( valore 15) alla R ( valore 17)di OPERA, e, dalla R alla P di AREPO, ha VALORE 32, che risulta ancora, la metà di 64.


Ora, se consideriamo l'intera parola a croce, TENET, come valore ghematrico latino è un 61.

Se riportiamo lo stesso valore ghematrico alla parola SINIS, che dovrebbe essere centrale, a croce, nel mio ipotetico antecedente quadrato del SINIS, genitore del Sator, nato, concettualmente, sempre dalla griglia a 64, della scacchiera di Pubusattile, la parola SINIS, ha valore ghematrico 65

Abbiamo

S 17

I 9

N 13

I 9

S 17


Come valore totale è un 65

Ma non abbiamo considerato una cosa, che la N è talmente CENTRALE concettualmente, nella nostra Antica Civiltà Sarda, che il suo archetipale valore ghematrico potrebbe essere proprio il 12, poi traslitterato in 13, nell'alfabeto latino.

Affermo questo, perché il 12, "su Santu Doxi" è parametro Sacro. 

Lo troviamo anche nella Sacra ierofania che si manifesta sul dodicesimo anello della tholos del pozzo Sacro di Santa Cristina, in tre date ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/osservavo-la-piantina-del-pozzo-di.html?m=0) 

Archetipalmente, quindi credo proprio che la N, la NACHASH del SERPENTE , simbolo della tribù dei Dan, potesse essere rappresentato proprio dal 12, da SU SANTU Doxi, parametro Sacro del dodicesimo Sacro Archetipo Ebraico LAMED , che rappresenta la kundalini, l'ureo, il serpente che si erge, la misura, il parametro sacro, il BASTONE di POTERE ( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/02/lamed-bastone-di-potere.html?m=0) 


Ciò che consente la trasfigurazione 

( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/06/trasgirazione-solstizio-estivo.html?m=0), custodendo proprio il significato archetipale della N, la NUN di trasmutazione, che nella nostra antica civiltà sarda, rappresentando il Serpente, la lettera iniziale, acquisisce la doppia valenza "serpente eretto della LAMED " che consente la trasmutazione, essendo il serpente, simbolo delle due polarità della KUNDALINI , quindi della stessa NUN, la Vesica Piscis, simbolo della sinergia delle due polarità. 

Nachash, serpente, che ha lo stesso glifo dell'Ofiuco( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/11/ofiuco-toroserpente.html?m=0) 

 collegato alla simbologia dell'Ofiotauro, di straordinaria importanza in Sardegna, presente anche nella produzione bronzistica, nella doppia valenza di Toro/Serpente ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/ofiotauro.html?m=0) 

L'emblema dell'Ofiotauro è il bronzetto di Nule, ritrovato in un luogo, che, guardacaso, inizia per N, come Nachash, serpente ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/04/bronzetto-di-nule-ofiotauro.html?m=0) 

Credo proprio che il valore ghematrico archetipale della N, nell' ipotetico quadrato del SINIS, fosse il 12, inteso come valore sacrale, centrale, come la stessa simbologia del serpente, unità alla simbologia del Toro. 

Una kundalini tutta sarda, in cui queste due energie, toro e serpente, rappresentano le due polarità, maschile e femminile. 

Sinergia sempre presente,, nella nostra Antica Civiltà Sarda. 

Il Serpente, il Femminino. 

Come l'ureo egizio, ribaltato, rispetto al nostro archetipale ureo, che è a custodia del Mascolino. In 

In questo modo, abbiamo esattamente, nella croce del quadrato del SINIS, progenitore del Sator, con la TENET a croce, palimdroma, come la parola SINIS, un valore ghematrico 64, come le caselle della scacchiera di Pubusattile. 

S 17

I 9

N 12

I 9

S 17


tot 64


Se poi consideriamo la parola TENET, nel suo significato simbolico, esoterico,  formando una croce perfetta al centro. Già questa collocazione le conferisce un ruolo di perno, asse o chiave del quadrato. 

Tenet in latino significa "egli tiene, sostiene, governa, preserva" (dal verbo tenere).

Nel contesto del quadrato, di questo spazio sacro archetipale, TENET può essere interpretato come un principio cosmogonico  che sostiene l'universo, un Axis Mundi che collega cielo, terra e inferi.

La legge divina che mantiene l'ordine contro il caos.

Ed è la stessa simbologia del Mundus Patet(  https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/mundus-patet-romani-24-agosto.html?m=0) altra "quadratura del cerchio", come il quadrato della scacchiera, in cui il palo centrale era L'ASHERAH, il palo sacro centrale, un Femminino, tanto che il Mundus Patet era chiamato anche Mundus Cereris 

Asherah, collegata al simbolismo della croce nel cerchio ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/11/stele-cananea-con-asherah-e-croce-nel.html?m=0) 

Asherah che ritroviamo anche un nostro bronzetto Ofiotauro( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/06/bronzetto-ofiotauro-palo-asherah.html?m=0). 

È estremamente indicativo che il Mundus Patet, chiamato anche Mundus Cereris, l'Umbilicus urbis, coincidesse, anche con il NUNDINAE PATET, perché, come vedete, nella parola NUNDINAE è contenuta la radice NUN-, la N centrale del quadrato del Sator e del quadrato del Sinis. 

Presso gli antichi Romani, le nundinae erano il giorno del mercato, che si teneva ogni 8 giorni (ciclo detto nundinum), legato al ciclo etrusco di 8 giorni (il nundinum), in cui il mercato si teneva il nono giorno, calcolato in modo inclusivo.

E qui ritorniamo al numero 8 dello schema "8x8" della scacchiera di Pubusattile. 

In quel giorno, contadini e allevatori si recavano in città per vendere prodotti e concludere affari.

Le nundine seguivano un ciclo indipendente dal calendario ufficiale, quindi potevano cadere in qualsiasi tipo di giorno (festivo, feriale, fasto, comiziale o nefasto). Tuttavia, avevano una regola speciale che prevaleva sul calendario: erano sempre considerate dies fasti (giorni in cui era ammessa l'amministrazione della giustizia), ma mai giorni comiziali (in cui era permessa l'attività politica), anche se il calendario indicava il contrario.

Quindi potevano coincidere anche con il Mundus Patet. 

Si cercava di evitare due coincidenze particolari, cioè che le nundine cadessero nelle Nonae (il 7° giorno dei mesi romani), per timore che l'afflusso di popolo potesse favorire tumulti in ricordo del re Servio Tullio, e che cadessero il primo giorno dell'anno (le Calende di gennaio), poiché si credeva che questa coincidenza portasse un anno infausto per lo stato.

Per evitare queste coincidenze, il collegio dei pontefici poteva inserire un giorno intercalare speciale tra le feste dei Terminalia e il mese intercalare. 

Questo giorno extra serviva a sfasare il ciclo delle nundine. Secondo Macrobio, questo giorno corrispondeva alla differenza tra l'anno lunare (354 giorni) e quello solare, e spiegherebbe l'alternanza nei calendari pregiuliani tra mesi intercalari di 22 e 23 giorni.

E ritorna il 22 delle lettere ebraiche correlate alla griglia/Matrice della scacchiera. 

Il Mundus, come ho approfondito con svariati scritti, rappresenta   Soglia, con la dimensione del "Ctonio", governata dalla simbologia del Serpente/Femminino.

Il Serpente è un naturale abitante e simbolo di quel regno a cui il Mundus dà accesso.

L'apertura del Mundus segnava momenti di passaggio nel calendario agricolo e rituale (verso il raccolto autunnale e l'inverno), richiamando cicli di vita, morte e rigenerazione.

Il Serpente, con la muta, è il simbolo archetipico di questa rigenerazione ciclica.

Il Mundus dà accesso a un sapere riservato (quello del mondo dei morti, degli antenati, delle origini), spesso guardiano di conoscenze nascoste (dal Giardino dell'Eden ai miti greci) o simbolo di una sapienza non ordinaria (sapienza terrestre e istintiva).

I giorni del "Mundus Patet" erano pericolosi e nefasti: il contatto con l'aldilà era necessario ma temuto.

Il Serpente incarna la stessa ambivalenza: è creatura velenosa e guaritrice, distruttiva e rigenerante.

È la personificazione vivente delle forze che, durante il Mundus Patet, salivano dalla fossa rituale: le energie ctonie, ancestrali, di rigenerazione ma anche potenzialmente pericolose, legate al sottosuolo e al mondo degli inferi.

Non dimentichiamo, che come ho sempre sottolineato, al fianco destro, per chi osserva( ma risultano al suo fianco sinistro, la parte del Femminino) c' è un modulo di 6 serpenti ondulati che rappresentano le energie ctonie, serpentine, cosmogoniche, del serpente/Femminino, che risale dal grembo oscuro, per la creazione. 

Entrambi, Mundus e serpente, quindi, rappresentano la soglia, l'accesso e la forza ambivalente del mondo "di sotto", in tutte le sue accezioni: terra, inferi, morte, rigenerazione e conoscenza primordiale.

Madre, Mater. 

Simbolo della creazione primigenia. 

Stesso simbolismo del quadrato della scacchiera di Pubusattile. 

Saturno, è il Femminino
È il Sator / S'Hator/
Dal mio scritto
https://maldalchimia.blogspot.com/2024/08/hatorshardana.html

"Perché Hator è S'Ator.

La S che funge da articolo nella lingua sarda.
S come Serpente.
La tribù del serpente mercuriale di Mosè, il Nehustan
N come la N centrale del quadrato di Sator. 

[...] Hator, il cui simbolo principale è il Menat, che ha la stessa conformazione del nostro pozzo Sacro di Santa Cristina 
https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/il-menat-portale-alchemico-dei-pozzi.html?m=0
"Partiamo dalla parola, dal nome di questa Dea, Hator. 
Pronunciandola, mentalmente, mi è venuta in mente la parola Sator, del quadrato di Sator, il quadrato creatore, che abbiamo visto, trova una sua matrice creativa, nel quadrato del Sinis, trasposto in terra sarda. 
Sator, che significa il creatore, il seminatore, può essere letto anche come "S' Ator", e se lo leggiamo così potrebbe essere anche una parola sarda, con quella "S" apostrofata, che funge da articolo, come gli articoli sardi, e "Ator", uguale al nome della Dea Hator, anch'essa identificata come "seminatrice, creatrice" primordiale. 
La frase intera del "Sator/Arepo/Tenet/Opera/Rotas", è indentificabile con la frase "Il Creatore delle terre tiene (governa) le ruote celesti". 
Il concetto del mondo terreno che si fonde con quello trascendente, identificato anche dalla forma a croce del "tenet" centrale, come la parola "Sinis" nel nostro "quadrato del Sinis"(come già sondato in un mio precedente post), forma che esprime simbolicamente l'unione del cielo e della terra. 
La Dea Hator Seminatrice per eccellenza. La grande Madre di tutti i Faraoni. 
Hator
Ator 
Utor
Ut*ero
Il Grembo Cosmico
Ma "Sator", anagrammato, diventa anche "astro". 
E contiene quel nucleo "str", che è presente anche nelle nostre parole Tirso(il fiume più importante della Sardegna, collegato anche alla 131, simbologie che ho già approfondito https://maldalchimia.blogspot.com/2024/04/la-131-e-il-fiume-tirso.html?m=0). e "stria"(barbagianni), simbolo del sacro Femminino in ogni civiltà, Ishtar, Astarte.. "strega". 
E, ancora, anagrammato, Tirso, diventa "istro", al quale, se mettiamo un articolo in lingua sarda, davanti, diventa "s'istro", l'altro oggetto di potere magico, della Dea Hator, al quale avevo dedicato un mio precedente post. 
Oggetto sacro, utile per scacciare le energie negative, che in Sardegna era conosciuto con il nome di "sciranchizzi", 'lo sveglia-presto". ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/04/esiste-un-giochino-sardo-chiamato.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2025/10/calcofonosistro.html)
Un Menat che diventa il tratto distintivo dei nostri pozzi Sacri più importanti, orientati ai solstizi, come simbolo di una energia equilibrante, preservante, che custodisce e che ritroviamo anche in altre parti del mondo ( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/07/pozzo-canopolicanopi-egizi.html?m=0) 
Un Menat che è anche Tanit primordiale .
La Sator/Saturno, Femminino primordiale, madre dello stesso sole.
Ator
Attorno 
Il ciclo della precessione degli equinozi, di cui le nostre Sacre Madri, con la loro perfetta Geometria Aurea, sono rappresentanti( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/le-tre-dee-madri-cosmiche-sarde-della.html?m=0) 
La Tanit primordiale, che ha la stessa Conformazione del Menat, tessitrice del cielo e della terra, come la antichissima Tanit di Tresnuraghes ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/la-tanit-di-tresnuraghes-la-nostra.html?m=1) 
Le antiche Janas dai telai d'oro
Le tessitrici dell'umanità. 
Prima ancora che venisse rappresentato da un rappresentante maschile, in ambito egizio, con la statua lignea del faraone Hor I (XIII Dinastia), che è l’unico esempio di Ka in figura tridimensionale che sia giunto fino a noi.
Il Ka, l'anima, che sopravvive anche dopo la morte, è stata rappresentata in tempi antichissimi, dalla nostra Tanit /Menat di Tresnuraghes, con le braccia alzate ad angolo. 
La prima tessitrice archetipale( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/06/la-tanit-di-tresnuraghes-tessitrice.html?m=0) che ha creato anche Kabras, Cabras, fulcro alchemico-energetico di tutta la nostra Antica Civiltà Sarda,  con i nostri semidei Giganti di Mont'e Prama, che è la culla dell'Horus ( Or-Oristano) e Matrice di tutte le altre, e Kalaris/ Cagliari, entrambe con radice Ka. 
La Dea Hator, S'Ator rappresentante egittizzata della nostra Dea Madre Matriarcale. 
Ator /Ruota /il Femminino dell'unica Civiltà Madre, grembo, uter, di tutte le altre". 


La TENET è il Femminino, l'Axis Mundi

La croce verticale della TENET è il collegamento tra SATOR (il Seminatore/Creatore) e ROTAS (le Ruote/cicli cosmici), passando per OPERA (Le opere) e AREPO( un aratro, un simbolo solare?) 

Ma chi è che semina, se non il Femminino? 

Le grandi ruote cicliche, i cicli cosmici, le precessioni degli equinozi, sono governate dal Femminino ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/le-tre-dee-madri-cosmiche-sarde-della.html?m=0) 

È comunque la croce dell'Equilibrio degli opposti (spirito/materia, cielo/terra, fuoco/acqua), dei 4 elementi che solo il Femminino, può custodire. 

Si trova nella terza riga, centrale, sia verticale, che orizzontale 

Il 3, triadico, cosmogonico, è un multiplo di 12.

Il punto di incontro tra tempo ed eternità. 


Vedete, quindi, come è tutto collegato? 

Un simbolismo archetipale, una Matrice, che ritroviamo nel corso dei secoli, dei millenni, anche in contesti diversi, ma concettualmente collegati 


Tiziana Fenu 

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Il 64 nel quadrato di Sator /Sinid





o





















martedì, dicembre 02, 2025

💙Superluna 4 dicembre

 La superluna "fredda" del 4 dicembre, arriva a scaldarci i cuori.

Ha l'energia del Fuoco del Sagittario, governato da Giove, con energia calda, espansiva, solare, elettrica. 

Si manifesta di giovedì, governato da Giove. 

Ha l'energia dei Gemelli, segno d'aria da Mercurio, che cerca comunicazione, correspinsione, corrispondenza, espansione. 

I Gemelli dell'età dell'Oro, quando, per confricazione si crearono i primi nuclei comunitari.

Ed è nella dimensione della comunità, del comunicare, del cercare quel qualcosa in comune, che, energeticamente, ci accomuni, che si incastona, meravigliosamente, il sedicesimo Sacro Archetipo Ebraico Ayin, di questo plenilunio, proprio con funzione corrispondenza, correlato all'Arcano Maggiore XVI della Torre. 

La torre è simbolica.

Può essere via di salvezza o prigionia. 

Ha in sé, la sinergia delle due polarità. 

È al contempo fallica e uterina. 

È un percorso iniziatico. 

Ho già scritto altre volte, come, in ebraico, torre, sia "mgd", come la Magdalena e l'amidgala, entrambi recettori energetici di un percepire oltre, attraverso l'occhio divino, che, proprio l'Archetipo Ayin rappresenta. 

È un plenilunio in Gemelli che ci guida verso la semplificazione. 

Cercare il gemellare. 

Fare chiarezza nel prendere la mira, guidati dalla freccia del Sagittario, che punta verso l'alto. 

Semplificare significa cercare il punto di equilibrio nonostante la situazione. 

Il resto verrà da sé.

Dal baricentro, alla punta delle dita. 

Funambolare. 

Perché si è radicati in ciò che crea corresponsione energetica, fluidità, circolarità.

Quando si stagna, ci si appesantisce. 

Si sposta su altri baricentri temporanei, tutto il peso del nostro essere. 

Sui nostri pensieri, la testa, sulle nostre emozioni, il cuore. 

Sulle nostre emozioni periferiche, limitate ai cinque sensi.

Si crea dispersione. 

E quando la torre va in fumo, ci sembra di non avere più radici, o punti di ancoraggio. 

Le torri, devono, devono, andare a fuoco. 

È la potenza delle radici a creare il corrispettivo della chioma. 

E quando si hanno salde radici, tutto è ancora, sempre, possibile. 

Il senso della dimensione gemellare è questo. 

La nostra dimensione animica. 

Anima. 

Anima sa. 

Anima guida. 

Anima, ama. 

Fidarci e affidarci, nonostante tutto. 

È un plenilunio molto potente, in cui l'elemento Aria dei Gemelli, antipode del Sagittario, ne anima e ne alimenta il Fuoco.

Il Fuoco va alimentato, ma anche governato.

Può sfuggire di mano, e distruggere. 

Ma a volte, è quasi un bene, che certe situazioni vadano a fuoco. 

Per scarnificare. 

Per chiarire. 

Per arrivare all'Essenza. 

Al punto. 

E, da quel punto e a capo, ripartire. 

Energeticamente, data la presenza del sedicesimo Arcano Ayin, è un plenilunio estremamente potenziato.

Il numero 16, in particolare, è sempre stato considerato Sacro,  fin dalle antiche civiltà. 

Un recettore energetico. 

Arrivato fino ai giorni nostri, lo vediamo nella ripartizione di molte cupole di chiese, basiliche, cattedrali. 

Di molti rosoni, come quelli al polso degli antichi Apkalli mesopotamici. 

16/32/64

Sono sequenze sacre, di cui abbiamo traccia Sacra anche nel nostro DNA, con i 64 codoni. 

È l'impronta energetica dell'Archetipo Ayin. 

Il seme divino, già innato in noi, che anela alla manifestazione 

L'Universo ama, chi si manifesta. 

Chi è connesso con la sua Essenza gemellare, animica. 

È una questione di vibrazione.

Sei nella tua Pienezza  

Sei interconnesso con ogni fibra, con ogni caleidoscopico aspetto del tuo essere. 

Non sei solo stella. 

Sei già costellazione. 

Sei direzione.

Tracci coordinate.

Per te.

Per gli altri. 

Sei compiuto. 

È una Superluna straordinaria, che traguarda anche il mio compleanno, a cavallo tra due notti. 

E ne sono, infinitamente grata. 


Tiziana Fenu 

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Superluna 4 dicembre








domenica, novembre 30, 2025

💛I 64 codoni /cordone ombelicale / rito della fune

 Come sapete dai miei precedenti scritti, la mia personale interpretazione sul bronzetto di Bolsena, di cui parlai già nell'agosto del 2021( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/08/il-bronzetto-sardo-di-dolsena.html?m=0), che ho ampliato e approfondito recentemente, si basa sulla mia personale convinzione che questa simbologia della fune, da me identificata come un simbolico cordone ombelicale, presente, come corda, anche intorno al capo di alcuni nostri bronzetti sardi, e intorno al collo, contestualizzato come ornamento "anelli al collo", appartenga alla simbologia dell'archetipale cerimonia della tiratura della fune. 

Dal mio scritto 

https://maldalchimia.blogspot.com/2025/11/simbologia-anelli-al-collo.html?m=0

Quindi la presenza degli anelli nel collo, non sembra appartenere ad un rango privilegiato, visto che è presente, indifferentemente, sia nei guerrieri, artigiani, sacerdotessa o nobile o semplice offerente. 

La simbologia degli anelli nel collo potrebbe essere ancestralmente legata alla simbologia specifica di una condizione privilegiata al momento della nascita, il cordone ombelicale attorcigliato intorno al collo, che può essere motivo di pericolo per la vita del bambino, ma se viene superato come ostacolo, se si sopravvive, diventa simbolo di una dimensione privilegiata, da eletti. 

Il collo, sappiamo, è un simbolo di connessione tra la testa( la dimensione spirituale) e il corpo( la dimensione materiale) 

Nel collo c'è "su gutturu", la gola in sardo, che ha affinità fonetica con "uturu/utero" 

Non solo. 

Ma anche lo stesso nome del Chakra della gola, Vishudda, trova corrispondenza, nella desinenza "-udda", nell'apparato riproduttivo femminile, anche se in origine, "ud-da" era un sintagma sacrale di fine cerimonia, beneaugurante(

Ma allora è plausibile pensare, come avevo approfondito, che la gola, sia indissolubilmente legata e collegata allo sterno, a "sa carena", che in sardo significa sterno, ma che in italiano significa anche carena, il fondo di un'imbarcazione rovesciata, come avevo approfondito nel mio scritto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/01/le-domus-de-janas-non-sono-capanne.html?m=0) 

La gola, con la doppia simbologia di gola e utero, di Udda/Vishudda, sa carena, lo sterno che custodisce l'afflato divino che dona la vita anche dopo la morte. La carena come simbolo dell'imbarcazione ( quell'arga/arca- arga in sanscrito significa vagina, di cui ho parlato altre volte), che porta il seme solare nell'altra dimensione, per una nuova vita".

Il cordone ombelicale rappresenta questo punto di connessione tra la vita intrauterina, interna, e la dimensione esterna. 

È fonte di vita, ma anche di morte. 

Una morte simbolica, necessaria alla vita nella nuova dimensione. 

La stessa simbologia del nodo di per sé, riconducibile al cordone ombelicale intorno al collo, ha questa valenza di profondo legame, in questo caso con la Madre, intesa, ancestralmente come Grande Madre, la Madre Cosmica, che indica un legame privilegiato, di sfida alla morte, in cui si è stati protetti dalla Grande Madre. 

Il primo respiro dopo la nascita, è considerato Sacro. 

È il Soffio Divino, quello che cercavano nelle nostre Domus de Janas, che con la simbologia dello sterno, lo rappresentano totalmente ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/sa-carena-domus-de-janas-su-murrone.html?m=0

https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/i-flamen-dialis-de-sa-carena.html?m=0) 

Il Primo Respiro è il momento cruciale della nascita. 

È chiamato Pneuma. 

È il Soffio. 

Il Ruah in ebraico. 

"Rua", in sardo, significa "strada". 

La strada, il percorso che indica il Soffio Divino. 

E un passaggio stretto, una strada stretta, si dice "gutturu" esattamente come si chiama la gola in sardo. 

Quando il cordone ombelicale intorno al collo, che pure ha tenuto in vita per mesi, si scioglie, è come un passaggio alchemico, il respiro che vince sulla morte.

Per questo motivo, la simbologia del soffio divino, dello sterno, de Sa carena, è così evidente e importante, nelle nostre Domus de Janas, che dono luoghi alchemici sacri di transizione tra la vita e la morte. Luoghi di guarigione 

La presenza del cordone ombelicale intorno al collo che identifichiamo come decorazione di "anelli", potrebbe avere questa profonda valenza iniziatica. 

L'accesso al Soffio Divino, di Vita, nonostante il legame con la vita intrauterina.

Chi lo manifesta è portatore di un messaggio alchemico importante. 

Il legame tra le due dimensioni 

La presenza di questi anelli, in altre parti del mondo, come nelle "donne giraffa" della tribù Kayan Lahwi, in Myanmar/Thailandia, o alcune tribù in Africa, sottolinea, essendo riservata esclusivamente alle donne, questo profondo legame con la simbologia della Grande Madre. 

Non è un caso che siano di metallo prezioso (oro, ottone) che simboleggia l'immortalità, il sole e lo spirito purificato.

Non solo. 

Come abbiamo visto ci sono anche bronzetti che presentano un collo particolarmente allungato 

Gli anelli non soltanto allungano visivamente il collo, ma schiacciano la gabbia toracica e le clavicole. 

Simbolicamente, questo allunga la colonna vertebrale, che nelle tradizioni esoteriche (dallo Yoga alla Kabbalah) è il canale dell'energia spirituale primaria ( la Kundalini, la Shekhinah). 

Un collo lungo è quindi simbolo di un collegamento più diretto e elevato tra la Terra e il Cielo.

In una civiltà ancestrale, Monadica, ancestrale, come la nostra, attentissima alla sinergia tra le due polarità della Kundalini, il Mascolino e il Femminino, anche in questa particolare manifestazione, si esprime questo profondo concetto di integrazione, non solo tra le due polarità, ma anche tra la dimensione terrena e il profondo legame, da terra con una civiltà matriarcale come la nostra, legata al culto delle acque, e quindi alla dimensione amniotica del grembo, con la Grande Madre. 

Con questo prezioso simbolismo, di manifesta la bellezza degli Iniziati, non solo di coloro che hanno superato la prova del vincere la sfida della morte, nonostante il cordone ombelicale stretto intorno al collo, ma anche di coloro che hanno superato la prova dolorosa dell'applicazione degli anelli, per raggiungere, sbolicamente, uno stato superiore. 

È una prova iniziatica. 

Un segno di appartenenza ad una comunità che è interconnessa con le dimensioni superiori, con gli antenati, con la Grande Madre 

Il portare il "cordone" in modo permanente è un'onorificenza spirituale, in cui il dolore, alla stessa stregua di tatuaggi cerimoniale, di scarificazione o di quelle pratiche sacre che riguardano l'agire sul corpo per mapparlo attraverso sacre simbologie ben precise, diventa potere e bellezza, un veicolo di elevazione spirituale  

È come se fosse un Archetipo primario, il primo nodo da sciogliere per il passaggio alla vita oltre il grembo. 

Gli anelli al collo simboleggiano la rievocazione spirituale di questo momento sacro di rinascita. 

Si acquisisce uno status di prestigio nella comunità. 

Sono simbolo del Sacrificio, e come tale, è da onorare e da ritenere Sacro, perché sono simbolo del patto con la comunità, che ha reso possibile la nascita, e con Il Divino, rendendo tangibole, anche visivamente, con gli anelli al collo, questa connessione tra Cielo e Terra. 

Connessione, come sappiamo, profondamente intessuta, in ogni aspetto e manifestazione, nella nostra Antica Civiltà Sarda. 

Sardegna Cultura Madre, sempre. 

Senza contare che la simbologia del lungo collo potrebbe anche essere legata alla Costellazione del Cigno, e alla simbologia del lungo collo del Cigno, Importantissima per la nostra civiltà sarda, profondamente legata alla dimensione del Femminino, del suo apparato riproduttivo, quindi legato anche alla simbologia "gutturu /uturu" 

La cerimonia della tiratura della fune, che in Egitto è stata codificata come Peddj Shes, aveva come cerimoniante ufficiale, la dea Seshet, la dea della scrittura e delle Sacre misurazioni del quadrato del tempio sacro, per i riti di fondazione, che prevedevano anche un fossato  che riprendesse la conformazione placentare. 


Dal mio scritto

https://maldalchimia.blogspot.com/2025/11/la-cerimonia-della-tiratura-della-fune.html?m=0

"Trovo una profondissima corrispondenza tra PLACENTA , CORDONE OMBELICALE e l'antico cerimoniale della TIRATURA della FUNE degli antichi Egizi per delimitare uno spazio sacro. 

A livello antropologico, simbolico e concettuale vi è un profondo sincretismo 

Ho già parlato della Placenta e il Cordone Ombelicale nella Cultura Egizia. 

La  PLACENTA (khenenet o hesmen) e il CORDONE OMBELICALE non erano semplici scarti biologici. Avevano un profondo significato simbolico e religioso di Vita e Protezione. 


Ne ho parlato in un mio scritto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/08/dio-besgorgone.html?m=0) riguardo il sincretismo Bes/Gorgone, nominato ieri riguardo il cratere etrusco con la simbologia della Gorgone /Bes con il rocchetto sul capo, come il bronzetto di Bolsena ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/11/gorgone-cratere-principessa-di-vix.html?m=0) 

"Ora, il dio Bes era protettore della gravidanza e nella parola carrabus, nell'ideogramma " bs", abbiamo la simbologia del dio Bes, che fa rinascere  a nuova vita, in quanto protettore della gravidanza e dei neonati. 

Il KA è lo SPIRITO , ma rappresenta, nella sua rappresentazione a cuore dello scarabeo Karrabosu, la PLACENTA, il "GEMELLO ", come veniva chiamata, sacralizzata e ritualizzata presso gli Egizi. 

Placenta che, guardacaso è simboleggiata dalla LETTERA H , come Hermes/Mercurio, perché è traghettatrice di conoscenza, di vita

È la rappresentazione di questa nuova vita  auspicata dallo scarabeo, era rappresentata dalla placenta, che era considerata sacra, perché portava al mondo i bambini. 

Nell'Antico Egitto il faraone guidava la PROCESSIONE preceduta dalla sua PLACENTA in cima ad una lunga asta, che rappresentava il  cordone ombelicale come se fosse l'albero della vita. 

Secondo la dottrina egizia, il faraone era un GEMELLO della sua placenta, e costituiva il suo gemello abortivo, che non lo abbandonava mai. 

[...] La  PLACENTA era vista come un "GEMELLO " del FETO , un suo compagno protettivo nell'utero. Per questo, era associata alla protezione. Il dio Bes, protettore delle partorienti e dei neonati, era talvolta collegato a questo organo.

Il "KA " (la forza vitale, il doppio spirituale) di una persona poteva essere associato alla placenta. Era una parte integrante dell'identità dell'individuo.

Della simbologia del Ka, ne abbiamo traccia nella simbologia delle "CORNA TAURINE SQUADRATE ", nelle Domus de Janas ( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/09/la-h-e-il-ka-nella-domu-de-jana-di-brodu.html?m=0) e nella simbologia archetipale della nostra TANIT TESSITRICE di TRESNURAGHES ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/06/la-tanit-di-tresnuraghes-tessitrice.html?m=0) 

Il geroglifico che rappresentava la placenta era un vaso con un cordone che pende ed era parte del titolo reale "suten bat" (Re dell'Alto e Basso Egitto), simbolo quindi, di regalità e potere. 

La placenta del faraone  era talmente importante da essere  imbalsamata e sepolta ritualmente, a volte in un'apposita "tomba placentare", a sottolinearne l'importanza.

Placenta e cordone ombelicale, quindi, rappresentavano l'origine della vita, la protezione, il legame con la forza vitale (Ka) e un simbolo di regalità.

La Cerimonia della "TIRATURA DELLA FUNE ", chiamata PEDDJ SHES , della quale ho già parlato in un mio approfondimento sulla SCIAMANA di SARDARA , che presenta un volto di Babbuino con il dio TOTH , la cui sorella SESHAT presiedeva alla cerimonia( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/10/la-divinita-androgina-di-sardara.html?m=0), era un rito fondamentale per la fondazione di un tempio, perché serviva a delimitare con precisione i confini dell'area sacra del futuro tempio, allineandolo con precisi assi astronomici (spesso con una stella polare o il sorgere del sole).

Si prendeva, come referente principale L'ORSA MAGGIORE , che indicava il Nord, ma non solo 

La corda non era un semplice strumento di misura. Rappresentava, simbolicamente, la dimensione dell'ordine cosmico, dentro il quale si riorganizza il caos. 

Delimitare questo spazio sacro significava ricreare il momento della CREAZIONE , quando il tumulo primordiale (il Benben) emerse dalle acque del Caos (Nun). 

Il tempio era quindi una riproduzione dell'universo ordinato.

Una traslazione del grande, della dimensione spirituale/astrale/astronomica, nella dimensione terrena. 

Come ho scritto, la cerimonia era condotta dal faraone in persona, affiancato dalla DEA SESHAT, la signora della scrittura, dell'architettura e della misurazione, e in questo ha delle analogie in comune con la nostra sciamana di Sardara. 

È spesso raffigurata mentre aiuta il re a tendere la corda tra due picchetti.

Ma metaforicamente, e questo è l'aspetto centrale del simbolismo, la corda del rito, rappresentava metaforicamente, non solo il punto di interconnessione tra le dimensioni, ma soprattutto DELIMITA quello SPAZIO SACRO della PLACENTA TERRENA , dell'utero, del microcosmo protetto, dove la vita può formarsi e crescere, isolata dal mondo esterno, che viene traslato in uno spazio sacro architettonico. 

Un tempio, un microcosmo ordinato, dove gli dei possano dimorare. 

Si traccia, quindi, con la corda /cordone ombelicale simbolico, un netto confine tra interno, lo spazio sacro della gestazione, e l'esterno. 

È la stessa simbologia che secoli dopo troviamo nella ritualistica della FONDAZIONE della CITTÀ, in ambito ETRUSCO e ROMANO ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/romolo-e-remo-e-acca-laurentia.html), nonché del MUNDUS PATET, che spesso si sovrapponeva alla simbologia dell'Umbilucus, del "tempio urbano di fondazione", ripreso dalla simbologia dei nostri NURAGHI ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/11/nuraghi-i-primordiali-mundus-patet.html) 

Il Cordone come "Fune Vitale", collegamento fisico e vitale tra il feto (il "nuovo creato") e la sua fonte di vita (la placenta e la madre). 

Una placenta, gemella, presupposto per la generazione della vita (umana o divina)". 


La Dea Seshat 

La Dea della scrittura 

Veniva trascritto, in questo quadrato sacro, come il quadrato archetipale, monadico, delle 64 caselle, della nostra scacchiera di Pubusattile, della Domu de Jana di Pubusattile, attraverso la cerimonia della tiratura della fune, che simboleggia il cordone ombelicale del nuovo tempio sacro nascituro, le fondamenta della città, attraverso proprio la Dea della scrittura, un codice. 

Esattamente come aviene nel passaggio del codice genetico. 

Attraverso l'Mrna trascrittssi, che è una vera e propria scrittura del codice genetico. 


Il numero 64, come ho approfondito, della scacchiera di Pubusattile, è straordinaria Matrice, della simbologia dell'occhio di Horus ( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/04/locchio-di-horus-e-la-scacchiera-di.html?m=0), 

della quadratura del cerchio ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/la-scacchiera-di-pubusattile-e-la.html?m=0). 

del valore ghematrico 64, che riporta al concetto di Giudici /Giudizio Divino( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/11/simbologia-dei-64-quadrattini-della.html?m=0), 

e al numero 64, come griglia quadrata in cui sono nati i 22 sacri Archetipi /lettere ebraiche ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/11/lettere-ebraiche-e-le-64-caselle-della.html?m=0) 


E oggi sottolineo questa straordinaria correlazione tra il numero 64 e il DNA, che hanno una relazione affascinante e profonda, che lega la biologia molecolare alla matematica e all'informatica.

Sappiamo che il Codice Genetico è una sorta di "dizionario" con 64 parole, in quanto l'informazione genetica viene scritta usando quattro "lettere" chimiche. 

Si parla proprio di Mrna trascrittasi, durante il passaggio dell'informazione genetica, perché è una trascrizione vera e propria. 

Le 4 lettere chimiche sono le basi azotate, Adenina (A), Timina (T), Citosina (C) e Guanina (G). Nell'RNA, la Timina è sostituita dall'Uracile (U).

Le cellule non leggono il DNA una lettera alla volta, ma in gruppi di tre. 

Ogni gruppo di tre basi è chiamato codone.

Con 4 basi possibili (A, C, G, T/U) e 3 posizioni in ogni codone, il numero totale di combinazioni possibili è 64, quindi esistono 64 codoni possibili 

Queste 64 "triplette" formano un dizionario universale che tutte le forme di vita sulla Terra usano per tradurre il linguaggio del DNA in proteine

Parafrasando, i 64 codoni sono il set completo di istruzioni per costruire tutta la diversità proteica della vita.

Ma c'è anche un'interessante correlazione con L'I Ching, Il Libro dei Mutamenti, un antico testo filosofico cinese che usa un sistema di 64 esagrammi. Ogni esagramma è una figura composta da 6 linee, che possono essere intere (yang) o spezzate (yin).

Le 4 basi del DNA (A, T, C, G) potrebbero essere paragonate ai 4 possibili stati di una coppia di linee (yang-yang, yin-yin, yang-yin, yin-yang).

Un codone (3 basi) potrebbe essere paragonato a un esagramma (6 linee)

In pratica, i 64 esagrammi condividono la stessa struttura matematica dei 64 codoni possibili, il linguaggio genetico per costruire le proteine 

Questi esagrammi sono considerati gli archetipi fondamentali che descrivono tutti gli stati possibili del mondo e della vita. Sono, in un certo senso, il "codice della realtà", e può essere visto come il primo e più fondamentale "codice" o "canale" attraverso cui ci viene trasmessa la vita e l'energia per entrare in questa realtà.

Il numero 64, inoltre, in informatica e nella comunicazione digitale è fondamentale

Un indirizzo IPv6, che serve per identificare i dispositivi su Internet, è lungo 64 bit (in una sua comune suddivisione).

Molti sistemi di codifica e crittografia operano con blocchi di 64 bit.

Il numero 64, in generale, è un numero che ricorre spesso nella strutturazione di canali di informazione e connessione. 

Il cordone ombelicale, attraverso i  64 codoni è il mezzo attraverso cui si forma una nuova vita individuale.

Si agganciano ad elica, come la struttura elicoidale dei nostri nuraghi. 

Non è certo una coincidenza, che anche in questo aspetto specifico della trascrittasi, della scrittura, del codice genetico, venga usata una Matrice a base 64, come la nostra Scacchiera di Pubusattile. 

Questo è straordinario, se pensiamo che pur con le loro profonde conoscenze, gli antichi Egizi e ancor prima, gli antichi Sardi, non conoscevano le cellule, i geni, il DNA e tantomeno il processo di trascrizione genetica.

Ma è straordinario pensare che questa ritualistica della trascrittasi, attraverso una fune/cordone ombelicale, che traguardasse uno spazio sacro placentare in cui potesse nascere la nuova città, il nuovo tempio, fosse officiato proprio dalla dea Seshat della scrittura e architettura, della misurazione di un quadrato sacro, che è identificabile con la nostra Matrice della scacchiera, con 64, che rappresenta proprio la formulazione algebrica e geometrica della quadratura del cerchio, che si officiava con la fine Sacra. 

Il nostro Bronzetto di Bolsena, ne rappresenta un emissario, un Sacro Rappresentante, tanto più che porta la corda anche intorno al collo, come segno di regalità e appartenenza. 


Altro piccolo appunto sul numero 64

Il  ciclo completo della precessione degli equinozi è 25.800/26.000 anni. 

Un numero spesso usato nelle tradizioni esoteriche e nella cosmologia antica è 25.920 anni. Questo valore è una stima arrotondata e simbolica, ma molto precisa.

Dividendo questa cifra per 64, otteniamo un 405, che come somma fa un 9

La posizione degli equinozi, durante la precessione, si sposta lentamente all'indietro,  lungo l'eclittica (il percorso apparente del Sole nel cielo) di circa 1 grado ogni 72 anni

Anche 72, sommato, mi da un 8

I 405 anni potrebbero essere visti come una "sotto-unità" del grande ciclo precessionale. 

Quindi, in scala più grande, dalla cellula, ad un concetto di un ciclo cosmico completo che governa l'evoluzione delle ere.

La nostra scacchiera di Pubusattile, si sta rivelando Matrice a 360°. 

Una Matrice archetipale, la cui decodifica apre straordinarie dimensioni di conoscenze, e correlazioni, sempre perfettamente integrate tra loro, a creare una continuità concettuale, una koine' semantica, simbolica, che non si perda nel tempo, ma sia Memoria che unisce, che riporti all'uno. 

Alla Matrice. 

Sardegna Cultura Madre, sempre. 


Tiziana Fenu 

©®Diritti intellettuali riservati 

Maldalchimia.blogspot.com 

64 codoni /cordone ombelicale/rito della fune


Immagine Sergio Melis 
















giovedì, novembre 27, 2025

💛Donna e Cigno natufiano

 Scoperta recente di pochi giorni fa( link di riferimento  https://archaeologymag.com/2025/11/rare-natufian-figurine-of-a-woman-and-a-goose/).

"Un reperto straordinario( prima immagine, che rappresenta una rara STATUETTA NATUFIANA di 12.000 anni fa, di donna e oca integrate insieme.
È stata ritrovata nel nord di ISRAELE e risale al periodo epipaleolitico. La statuetta di 12.000 anni fa, è stata identificata nell'insediamento tardo natufiano di Nahal Ein Gev II, vicino al mare di Galilea; raffigura una donna accovacciata con un'oca posata sulla schiena, un'immagine diversa da qualsiasi altra cosa precedentemente trovata nel sud-ovest asiatico.
La statuina, complessa, originale e articolata, è alta solo 3,7 cm, ed è stata modellata in argilla locale prima di essere riscaldata in un camino a temperatura controllata. L'esame microscopico ha mostrato tracce di ocra rossa su entrambe le figure e persino un'impronta digitale parziale lasciata dal suo creatore, probabilmente una giovane donna, sulla base dell'analisi del motivo a creste.
L'opera è stata rinvenuta in una struttura in pietra semicircolare utilizzata per sepolture e depositi insoliti, tra cui la tomba di un bambino e una collezione di denti umani. Il contesto, unito all'accurata modellazione e al soggetto simbolico, suggerisce che la statuetta avesse un significato rituale o spirituale per la comunità che l'ha realizzata.
I NATUFIANI , che vissero nel Levante tra circa 15.000 e 11.500 anni fa, furono tra i primi gruppi della regione a stabilire insediamenti permanenti o semipermanenti. Vivendo prima dell'avvento dell'agricoltura, stavano già sperimentando forme artistiche che avrebbero prosperato nel Neolitico . La nuova statuetta sottolinea il loro crescente interesse per l'immaginario narrativo, la creazione di miti e i legami simbolici tra le persone e il mondo naturale".

Sui NATUFIANI avevo già avuto modo di scrivere qualcosa, tratto  da MIRCEA ELIADE "Il dizionario degli Dei", mio grande punto di riferimento
( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/07/alla-fine-del-natufiano.html?m=0
"Alla fine del Natufiano, all’antivigilia dell’invenzione dell’agricoltura, assistiamo alla «nascita degli dèi». L’arte dei cacciatori franco-cantabrici durante il Paleolitico recente, precedente perciò alla cultura natufiana, era un’arte animalista. Tuttavia a volte è presente anche la figura umana: un esempio sono le Veneri paleolitiche dette aurignaziane. Il Natufiano ha lasciato pochi generi di figure antropomorfe. Esse compaiono soltanto nell’VIII millennio, soprattutto nella regione dell’Eufrate, sotto forma di figurine femminili che diventano sempre più numerose a partire dall’8000 a.C. circa. Le forme sovradeterminate di queste figurine e le loro posizioni sono simboliche e significative di un certo pensiero. Dopo averne compiuto uno studio sistematico, Cauvin non esita a scrivere che all’inizio dell’VIII millennio vediamo ritrarre la figura che sarà la «Grande Dea orientale». A Mureybet essa compare in un ambiente paesano sedentarizzato, ma che ancora non conosce l’agricoltura. La sua comparsa non simboleggia perciò un’idea di fecondità agricola – che si preciserà più tardi – ma un nuovo senso del divino. Intorno al 7000 a.C. una seconda figura umana maschile accompagna talvolta la dea, ma occorrerà attendere Çatal Hüyük nel VI millennio per trovare questo dio nel pantheon neolitico. Presso i cacciatori natufiani predomina ancora l’arte animalista. A Mureybet sono stati trovati dei bucrani, risalenti all’8200 a.C., inseriti in sedili, sebbene il toro non facesse ancora parte dell’alimentazione. Perché ciò avvenga occorre attendere un mezzo millennio (verso il 7700 a.C.). Ciò consente di dedurre che molto presto il toro ha avuto un ruolo nell’ideologia religiosa degli abitanti di Mureybet. Molto tempo prima della sua cattura, esso ossessionava la psiche dell’uomo, che gli attribuì un posto nella sua concezione del sacro. È questo l’inizio del culto del toro che si diffonderà in tutto il Vicino Oriente"

Interessante notare che studi sul DNA antico (come quelli pionieristici di Johannes Krause e David Reich) hanno chiaramente dimostrato i Sardi moderni e gli antichi Sardi mostrano un'altissima percentuale di ascendenza riconducibile agli Early European Farmers (EEF).
Poiché gli EEF contengono a loro volta una COMPONENTE NATUFIANA, i Sardi sono una delle popolazioni moderne con la più alta percentuale residua di questo ANTICO L'INGAGGIO LEVANTINO, nell'area del Levante che comprende gli attuali Israele, Palestina, Giordania, Libano e Siria.
Vivevano in villaggi, e costruivano anch'essi strutture in pietra circolari.
In pratica, geneticamente, la Sardegna ha agito come una "capsula del tempo" genetica, preservando in modo straordinario il profilo dei primi agricoltori neolitici europei, che a loro volta erano parzialmente derivati dai Natufiani.
Avevano il Culto degli Antenati e DEA MADRE , elementi comuni alla nostra cultura Sarda.

Ho già evidenziato in alcuni miei scritti, i PARALLELISMI con la SIRIA e con ISRAELE
Approfondimenti
https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/tracce-shardane-in-siria.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2025/10/vaso-sirianoscacchiera-pubusattile.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2025/08/nuraghe-siraisciraicapanna-sudatoria.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2024/05/baal-e-tanit.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2022/06/stele-israele-con-capovolto.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2022/07/stele-di-chemosh.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2025/04/capitello-motzacoppella-sincantu.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2025/05/porta-di-tel-dan.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2025/11/shasu-shardana.html?m=0

L'OCA /CIGNO presente, e la sua simbologia, sono molto particolari, soprattutto in stretta simbiosi con questa figura femminile, e mi rimanda ad un altro reperto straordinario, di cui avevo già avuto modo di approfondire, risalente al V secolo a.C., che rappresenta il mito di ELENA, la cui madre, Leda, fu sedotta da Zeus in forma di cigno e diede alla luce Elena e Clitemnestra (e talvolta i loro fratelli, Castore e Polluce) da una o più uova.
Reperto ritrovato in Magna Grecia (Italia meridionale), che era probabilmente associato a culti misterici orfici, dove L'UOVO era un potente simbolo di rinascita e rigenerazione nell'aldilà.
Questo tipo di rappresentazione, viene chiamata "EKKOLAPSIS" (schiusa), è uno dei reperti più preziosi esposti al Museo Archeologico Nazionale di Metaponto, in Basilicata, Italia.

Il CIGNO , e la costellazione del Cigno, sono profondamente  legati al FEMMININO .
Dal mio scritto
https://maldalchimia.blogspot.com/2024/08/costellazione-del-cignoelena.html?m=0
"Il Cigno è considerato una delle tre costellazioni legate proprio al segno dell'Acquario, in quanto allineate con la sua ellittica astrale, e insieme, formano una sorta di cono .
-Il Pesce australe, associato alla Dea del Mare Ishtar, l’aspetto femminile di Oannes-Capricorno
[...] Cigno simbolo della vita stessa, portatore di acqua pura e cristallina
Simbolo di VOLO , di energia che guida sulle acque del fiume astrale della VIA LATTEA. 
Uccello dello Spirito, la cui ala destra è la A, l'ala sinistra è la U, e la coda è la M. 
Il Cigno, HAMSA in sanscrito. 
Un nome sacro, mistico, che quando è preceduto da "KALA", diventa "Kalahamsa", l'uccello fuori dal tempo e dallo spazio", immortale. 
Vorrei sottolineare che KALARIS ( l'originario nome di Cagliari) e Cabras, o KABRAS, hanno la stessa radice Kala/Ka, di Kala( abbiamo tantissimi toponimi qui in Sardegna con radice Cala-) 
La A di Aum è collegata allo Scorpione, che ha il suo antipode nel TORO ( Toro che nella sua simbologia archetipale è legato al 9. I 9 archi del cielo, gli antichi Shardana, come scrissi già 4 anni fa ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/l-ingresso-triangolare-dei-nuraghi.html?m=0), e che trova nel glifo del Toro♉,  una esemplificazione della sinergia lunare e solare insieme, come il numero 9, chiave di lettura e di creazione dell'Universo. 
La U è la luce, la Causa prima, l'energia toroidale, legata al Toro( e ritorna la simbologia del Toro) 
La M è il Fuoco Sacro, il Leone del periodo estivo ( il triangolo estivo, si manifesta proprio durante il segno del Leone). 
AUM che attraversa il tempo-spazio. 
La sua STELLA MAGGIORE,  che è nella coda del Cigno, DENEB ( insieme a Altair  stella della costellazione dell'Aquila, e Vega, della costellazione  della Lira), forma il triangolo estivo con orientamento SUD-EST , il triangolo isoscele incastonato tra il Drago/Orsa Maggiore e le Costellazioni zodiacali dell’alto Cielo solare (Sagittario, Capricorno, Acquario) .

Il Cigno, o Croce del Nord, incrocia la Via Lattea con altre due costellazioni importanti( sulle quali avevo già scritto) Sirio e Orione, e insieme formano "i 3 SOLI ", considerati importantissimi fin dai tempi del paleolitico. 
Ho scritto a riguardo più volte, perché questa VIA di RINASCITA, attraverso i tre Soli, era considerata importantissima per gli Antichi Sardi, codificata con la Y taurina
( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/la-y-taurina-di-ascensione-lungo-la-via.html?m=0) 
"Solo un'accurata osservazione del cielo, e di tutta la mappatura stellare ha consentito agli antichi Sardi (ma anche alle altre civiltà), di individuare questi precisi punti, di Ascensione, e li avevano individuati già 17.000 anni fa nelle costellazioni delle Pleiadi, del Toro e di Sirio, tutte sulla stessa linea. 
Ci sono pitture rupestri che 17.000 anni fa rappresentavano il Toro dalle lunga corna, pur non essendo presente come animale, in quanto arriverà 10.000 anni dopo. 
Le stelle più luminose del cielo erano Sirio, con le sue 3 stelle più luminose, l'occhio luminosissimo del Toro, Aldebaran,  le tre stelle della cintura di Orione e le Pleiadi. 
Erano i "tre Soli", di cui Sirio era il primo sole, la Madre Divina creatrice, Iside. 
Abbiamo disposizioni triangolari anche qui in Sardegna. Come i nuraghi trilobati, specie il Santu Antine e il Nuraghe Losa, e di triangoli raffigurati, ne abbiamo ovunque, anche nelle Domus de Janas. 
Centri di creazione. 
Nascita, morte e rinascita, ma intesi ad un livello superiore, nei loro stargate stellari, che avevano individuato in questa conformazione stellare triadica. 
Le antiche mappe di Orione e delle Pleiadi, in ogni civiltà antica, mostrano tre "stelle solari", ma è come se fosse una mappa del paradiso dei loro antichi antenati"
Via di rinascita, lungo la via Lattea, di cui fa parte anche la costellazione del Cigno. 
Considerato l'uccello di Fuoco, viene chiamata anche croce di Sant'Elena, scopritrice della croce del Cristo sul Golgota, e artefice della stessa conversione dell'imperatore Costantino, suo figlio.
Il Cigno, insieme al cavallo, gli animali sacri del Sole/Apollo, che guida l'Auriga celeste. 
Quindi, una costellazione importantissima, quella del Cigno veicolato, nella sua simbologia esoterica, anche da Leonardo da Vinci.
Il grembo della vita.
Il SACRO GRAAL
Da sempre rappresentato come un TRIANGOLO VULVARE che contiene la vita.

[*i nostri nuraghi hanno l'ingresso triangolare https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/l-ingresso-triangolare-dei-nuraghi.html?m=0] 

Lo si trova anche nelle simbologie delle rappresentazioni artistiche nei quadri con iconografia religiosa, specialmente nei quadri di Leonardo da Vinci, grande genio del simbolismo celato.
Riporto un passo dello straordinario libro "POLARIS MUNDI . Il Leonardo svelato", di JULIANUS DEIULIO, dove si sottolinea, analizzando il dipinto di Leonardo da Vinci, il "Salvador Mundi", l'assonanza tra Cygnus e signum
"Esiste un asterismo particolarmente visibile, soprattutto nel cielo estivo, da cui prende il nome uno dei bracci spiraliformi della nostra galassia. Si tratta della costellazione del Cygnus, il Cigno, situata nel mezzo della Via Lattea e la cui forma ricorda una croce. Immenso e regale sembra volare nella notte, con le ali aperte. La sua particolare conformazione coincide sorprendentemente, al punto da risultare sovrapponibile, con la sagoma della croce di sant’Andrea del dipinto. Di queste geometrie parleremo però a breve. Meglio proseguire ricordando che il maestoso cigno, simbolo di sublime eleganza, è da sempre rivestito di un’aura di sacralità. Lo stesso Leonardo lo rappresentò spesso nelle sue opere, di cui forse la più famosa è la Leda. Il mito narra che Zeus, per sedurla, si tramutò nel candido volatile e dalla loro unione, come già detto, nacquero i Dioscuri. I quali, non a caso, risultano collocati nel dipinto proprio sulla croce-volante. E poi che, secondo Tolomeo, le stelle della costellazione avrebbero la stessa influenza di Venere e Mercurio, ovvero la bellezza e il dinamismo, sintetizzandone al massimo le caratteristiche. Termini che calzano a pennello col Cygnus. Giungiamo così al simbolismo macrocosmico. L’asterismo del Cigno è talmente simile all’insegna cristiana da essere denominato anche “Croce del Nord"
[...] Più imponente di quella del Sud, non visibile nel nostro emisfero, nel periodo di Natale splende nel firmamento, al punto tale da essere considerata uno dei segni della nascita del Cristo
A tal proposito proviamo ora a sovrapporre le principali stelle della costellazione del Cigno sulla leonardesca croce di sant’Andrea. Per prima cosa orientiamo il collo del volatile secondo la direttrice del braccio più lungo della croce, quello che termina in prossimità della mano benedicente del Salvator Mundi. Al centro dei bracci della croce – proprio sulla Terra – ci sarà la stella doppia Sadr. Mentre sul collo del Cigno la stella doppia Albireo. Deneb, l’astro supergigante più luminoso, coinciderà con la stellina della cornice che si trova in basso sul centro-destra. In alto a destra, sull’altro braccio della croce la stella gigante Gienah. Infine, in coincidenza con l’altra stellina in basso a destra sulla cornice, si collocherà la stella Delta cygni. Sorprendente vero? Tutto collima.
[...] Non meno importanti poi sono gli aspetti inerenti alla grazia e alla nobiltà del cigno, esaltati nei poemi cavallereschi. Wolfram Von Eschenbach, ad esempio, narrando le gesta del paladino della ricerca del Graal, descrive Lohengrin come il “cavaliere del cigno”. Fu infatti spesso ritratto in piedi su una barca trainata da uno splendido esemplare di questo uccello acquatico. Infine come non sottolineare il leggendario canto melodioso che la creatura emette prima di morire? Una vera e propria devota lode all’immensità del creato che Leonardo stesso fissò in una delle sue Frasi: Cigno è candido, sanza alcuna macchia e dolcemente canta nel morire; il qual canto termina la vita. Siamo certi che Leonardo fosse a conoscenza di tutti questi aspetti e che dunque i simbolismi del cigno non siano casuali all’interno del dipinto. Un altro modo di significare che il Cristo, con la grazia del cigno, ci conduce alla Salvezza. Accompagnati dalla melodia di uno stupendo canto – altro richiamo alla musica nel quadro – ascendiamo verso il cielo. Dovremo percorrere questa Via da veri cavalieri – alla ricerca del Graal, come Lohengrin –, con nobiltà d’animo e purezza di cuore. Seguendo le indicazioni del genio di Vinci, giungeremo prima o poi alla meta."

[...] anche  ELENA , era figlia di Zeus, e di Leda, regina di Sparta e moglie di Tindaro. Zeus si travestì da cigno per sedurre Leda ed Elena fu il frutto della loro storia d'amore. 
Anche Elena, quindi, strettamente legata alla simbologia del Cigno, poiché nata da un uovo di Cigno, vede questo stesso, come "uovo cosmico", vagina astrale, grembo, Teth, 9...
In un'altra versione del mito, la madre di Elena era la dea Nemesi, personificazione del castigo. 
Del fattore equilibrante.
In entrambe le versioni Elena nacque da un uovo di Cigno nella città di Sparta,
Tra i fratelli di Elena vi erano i gemelli eroi Castore e Polluce, e Clitennestra, futura moglie di Agamennone, re di Micene. 
Elena "responsabile" della guerra di Troia. 
Sulla sua figura ci sarebbe molto da dire, perché si tratta di uno di quei Sacri Femminini offuscati dal Patriarcato, come sempre. 
Un piccolo particolare, però 
Era conosciuta anche come ELENA "DENDRITE ”, o dendresis, L’ARBOREA . 
Correlata all'ambito vegetativo. 
Ma io ci vedo una correlazione linguistica e simbolica tra la radice "DEN- in comune. 
La stessa DEN di DENEB , la stella più luminosa della costellazione del Cigno. 
E, se vogliamo, la STIRPE dei DEN /DAN.
SHARDEN /SHARDAN
E ritorniamo ai 9 ARCHI della COSTELLAZIONE del CIGNO , designati come gli ANTICHI SHARDANA ".

Sapete, dai miei scritti di approfondimento, quanto la COSTELLAZIONE del CIGNO sia simbolica e importante per la nostra Antica Civiltà Sarda
Approfondimenti
https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/l-ingresso-triangolare-dei-nuraghi.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2023/06/arciere-santa-vittoria-di-serri.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2025/07/cappello-ad-atza.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2024/06/costellazione-del-cignobronzetto.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/gonnellino-vcostellazione-cigno-utahuta.html?m=0

Simbolo, quello della croce della costellazione del Cigno, sincretico al simbolismo del cerchio.
La croce nel cerchio, simbolo del MUNDUS PATET ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/11/croce-nel-cerchioshamain-mundus-patet.html?m=0), che affonda le radici nella nostra Antica Civiltà Sarda ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/11/nuraghi-i-primordiali-mundus-patet.html?m=0)
Simbolismo presente e collegato anche al SANTUARIO di SANTA VITTORIA di SERRI, al carro, alla biga primordiale con le ruote che portano il simbolo ancestrale de "Urtzu", dell'Orco, custode del Mundus Patet ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/11/carro-e-pelli-rovesciate-di-santa.html?m=0
https://maldalchimia.blogspot.com/2021/01/la-simbologia-della-croce-nel-cerchio.html?m=0) "

Quindi non credo che il riferimento, della complementarieta' donna/oca, o Cigno, molto più probabilmente, sia solo una rappresentazione" romantica di questo legame.
Potrebbe essere UN'INDICAZIONE ARCHEOASTRONOMICA di fondo.
Non dimentichiamoci, che a proposito di civiltà mesolitiche, antichissime, come quella natufiana, risalente a 15.000 anni fa, ancora più recente, è quella di GOBLEKI TEPE, risalente a 12.000 anni fa, di cui ho approfondito altre volte per le correlazioni con la nostra Antica Civiltà Sarda

Nel "PILASTRO 43", detto il Pilastro dell'Avvoltoio, è raffigurata una scena che include un avvoltoio, uno scorpione, un serpente e un UCCELLO con le ali spiegate, che si ipotizza potesse rappresentare la COSTELLAZIONE del CIGNO , importante costellazione per le culture preistoriche del Vicino Oriente, ma soprattutto per la nostra Antica Civiltà Sarda, come sapete, perché ne parlo spessissimo ( il miei ultimi scritto a riguardo, per non fare l'elenco dei precedenti -l
( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/gonnellino-vcostellazione-cigno-utahuta.html?m=0 https://maldalchimia.blogspot.com/2025/11/croce-nel-cerchioshamain-mundus-patet.html?m=0)
Questa ipotesi, dal mio punto di vista, è estremamente plausibile, perché nel pilastro sono rappresentati anche 3 BANDUDDU , o borsette degli Dei, che potrebbero rappresentare, nella loro intrinseca simbologia di "attivatori di coscienza" ( approfondimenti nel mio scritto https://maldalchimia.blogspot.com/2020/07/il-banduddu-e-le-tombe-dei-giganti.html?m=0), le 3 TAPPE dei TRE SOLI LUNGO la VIA LATTEA, di cui fa parte anche, come uno dei tre Soli, anche la Costellazione del Cigno
Dal mio scritto
https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/la-y-taurina-di-ascensione-lungo-la-via.html?m=0
"E questo centro cosmico di rotazione, è indicato con quella X(la conformazione di Orione è una clessidra) e Rho(che rappresenta la via retta che arriva sino ad Aldebaran, la consapevolezza). 
La Cruz Christi, il monogramma di Cristo Chi Rho, il Chhrismon, che non è un simbolo solare, ma la via Lattea, via retta per l'Ascensione percorsa attraverso queste X,  queste croci. 
Infatti la via Lattea è percorsa da tre croci :
1)La X di ORIONE , con la sua conformazione a clessidra (clessidra che ritroviamo anche nei nostri manufatti sardi) che è una croce primaria, cardinale, identificata con Cristo, Osiride e tutti gli Avatar, intorno alla quale ruota tutto, come è sottolineato dalla centralità della cintura dei Giganti di Mont'e Prama inseriti nella quadratura del cerchio, nel pentacolo dell' uomo vitruviano, e nella geometria sacra della Vesica Piscis.
2)La CROCE del NORD del CIGNO , fissa(altro punto di riferimento importante per gli antichi Sardi. La croce del "cigno/cunnus", la via per la rinascita, di cui già parlai in un mio precedente post).
3)E la CROCE che passa attraverso l'occhio del Toro, la stella ALDEBARAN . Costellazione del Toro, di cui fanno parte le Pleiadi, che si trovano sul "suo collo", nel chakra della gola, da dove si esprime  il verbo della Creazione, il Logos divino
Il grande uomo cosmico Orione/Osiride, produce la sua manifestazione divina, solare(il suo nome è luce, è Aur, Or, come Oristano), dà la caccia al "Toro materia", con la complicità di sua moglie Sirio/Iside attraverso le Orse, maggiore e minore, attraverso le quali passa la costellazione del Drago(di cui la sua stella Thibau era la stella Polare 2700 anni fa, che ha in sé, anche la costellazione del Cigno). 
Sirio che era chiamata "dente di serpente" o "arco" che scaglia la triplice freccia, le tre stelle della cintura di Orione, verso l'occhio centrale Aldebaran del  Toro/Apis, porta e perno(con l'opposto Antares-scorpione) verso il cuore solare. 
Orione è come Atlante che sorregge il mondo. Come i Giganti di Mont'e Prama, che reggono l'arco della via Lattea dell'Ascensione. 
La X di Orione, la doppia piramide, il Vajra degli opposti dinamici, la croce ad elica, ed è il motore della vita cosmica. 
Orione è come un Fuoco solare dinamico che consente l'ascensione. 
È una svastica con i rebbi, che gli consentono il movimento dinamico". 

La VIA LATTEA è un ARCO di cielo, sulla simbologia del QUADRATO , del BANDUDDU , che indica la TERRA .
Cielo e terra uniti, in Ascensione, attraverso tre tappe, i tre Soli, di cui la Costellazione del Cigno, rappresenta una delle tre tappe.
Una SIMBOLOGIA , quindi, ARCHEOASTRONOMICA importantissima, se consideriamo che d'altronde i due PILASTRI CENTRALI (nel Recinto D), secondo le loro ricostruzioni, puntavano verso un punto sull'orizzonte dove la costellazione del Cigno SORGEVA circa 12.000 
I pilastri a T
"SA TAULA " in sardo.
Anche il nostro Sacro Altare di Monte d'Accodi, con la conformazione a T, a "Taula", a "tavola", i primordiali altari, è orientato verso la Costellazione del Cigno
Dal mio scritto
https://maldalchimia.blogspot.com/2024/01/sa-taula.html?m=0
"Ho già avuto modo di scrivere riguardo le corrispondenze tra il nostro altare di Monte d'Accoddi( prima immagine) e Gobleki Tepe( seconda immagine, i pilastri). 
Per approfondire vi lascio alla lettura del mio scritto a riguardo, di cui riporto solo un breve stralcio. 
https://maldalchimia.blogspot.com/2023/07/monte-daccoddi-gobleki-tepe.html?m=0) 
"Struttura, che, vista dall'alto, sembra uno dei tanti pilastri a T, di Gobleki Tepe, lo straordinario sito archeologico turco, risalente a 12.000 anni fa, che presenta similitudini con i nostri siti( la conformazione ad utero, la H nei pilastri, gli stessi pilastri a T..) 
La  conformazione a T, di per sé, indica una zona Sacra di confine tra le due dimensioni. Indica una zona Sacra, divinizzata.
Un portale degli Dei.
Come quando la si trova anche in certe riproduzioni, come il setto nasale e l'arcata sopraciliare a "T", presente anche nei nostri Giganti di Mont'e Prama e nelle nostre dee Madri di Cuccuru S'arriu. Sono esseri divinizzati.
Ma non solo.
L'orientamento dei pilastri centrali nei recinti principali del sito di Gobleki Tepe, puntano a Nord, verso Deneb, che è la stella più luminosa della costellazione del Cigno, la parte finale, la Croce del Nord, e puntano verso la Via Lattea, che, abbiamo visto molte volte, era, per gli Antichi Sardi, la via di ritorno verso l'altra dimensione.
Il luogo delle divinità, il centro della creazione della vita, della rinascita, e dell'universo.
Ho controllato su Google Earth.
Anche l'altare di MONTE D'ACCODDI, è perfettamente orientato verso Nord, VERSO DENEB, che era la stella Polare nel 10.900 a.C. ( le stelle polari cambiano ogni 2000 anni circa. Adesso siamo sotto Polaris, la stella più luminosa dell'Orsa Minore).
Una stella Polare, quindi, visibile proprio durante l'edificazione del sito di Gobleki Tepe, che ha importanza simbolica in ogni Civita e in ogni contesto, come avevo scritto tempo fa". 
Ho riportato solo un breve stralcio, perché la mia attenzione, ad ulteriore conferma, ancora un altro piccolo tassello, che la nostra Antica Civiltà Sarda, sia Cultura Madre di tutte le altre civiltà. 
La mia attenzione si vuole soffermare su una parola sarda, "sa taula", che indica, genericamente, la tavola, ma che, sicuramente, in origine, era la "tavola Sacra", l'altare per eccellenza 
L'altare di Monte d'Accoddi, è un altare sacro, è una tavola Sacra, dove si celebravano unioni ierogamiche.
"sa Taula", in sardo, significa tavolo, ma anticamente, rappresentava sicuramente quel tavolo simbolico, quell'altare, i due pilastri dell'altare sacro.
Taula
Tau-la
Il nome tradisce la radice "Tau-", Sacro ventiduesimo Archetipo Ebraico, che indica il sigillo degli Iniziati.
Sigillo che è presente anche nel solo della tribù dei Dan, poiché la Tau, è formata da una Nun, quattordicesimo archetipo/lettera, e una Dalet, quarto Archetipo /lettera, insieme, e indicano gli Iniziati, i Giudici semidivini, come ho scritto tante volte. 
I Giudicati hanno origine da questo concetto.
Dicasi lo stesso per Sa Taula, un altare divino, celebrato da pochi eletti, da iniziati".

Come vedete, c'è un discorso Archeoastronomico continuativo, tra le antiche civiltà, natufiani, Gobleki Tepe, antica Civiltà Sarda, per le quali la costellazione del Cigno era estremamente importante. Noi ne abbiamo segni ovunque, non solo negli orientamenti, ma anche nei bronzetti e nei Giganti di Mont'e Prama ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/09/gonnellino-vcostellazione-cigno-utahuta.html?m=0)
E la COSTELLAZIONE del CIGNO , proprio perche è collegata alla nascita dei due gemelli Castore e Polluce, i figli di "Zeus/Cigno" e Leda, e quindi alla dimensione COSMOGONICA del GEMELLARE, estremamente presente in ogni antica civiltà, soprattutto nella nostra, sarda( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/il-concetto-di-gemellare.html?m=0), assume una valenza ancora più profonda, in questa rappresentazione simbiotica di un uovo cosmico in cui la Madre Terrena, è sinergica alla Madre astrale, la costellazione del Cigno.

Tiziana Fenu
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Donna e Cigno natufiano