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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

lunedì, giugno 30, 2025

💛Stibadium Frosinone /Pozzo di Santa Cristina

 Come ho già avuto modo di commentare ieri, in un post del gruppo "Preistoria sarda" di  prof Montalbano,( https://www.facebook.com/share/p/1F2dcTJbDP/), riprendo la mia risposta a riguardo.

Trattasi di uno Stibadium "romano" di Frosinone, un letto /banchetto romano, con acqua corrente. Una sorta di sala da pranzo in una grande Domus. Se ne è parlato già due/tre anni fa

"Romano" molto virgolettato, perché ricalca la forma a Menat del nostro pozzo Sacro di Santa Cristina, ma siccome i romani, desacralizzavano e gozzovigliavano, hanno ideato questo banchetto /letto, in una Domus di un benestante."

In pratica si tratta di una struttura destinata ai banchetti conviviali, che fa parte di una struttura termale più ampia, presso l'antica città di Frusino.

Come ho già sottolineato la struttura rimanda al nostro pozzo Sacro di Santa Cristina, una struttura a Menat, a Tanit( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/il-menat-portale-alchemico-dei-pozzi.html?m=0) 

Si trova nell'area archeologica di Castrocielo (comune in provincia di Frosinone, nella media valle del Liri, a due passi dall’Abbazia di Montecassino)

Frosinone, Lazio, sud-est di Roma.

Ho già sottolineato come ci siano importanti correlazioni tra Pantheon e pozzo di Santa Cristina ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/03/pozzo-s-cristina-pantheon.html?m=0), e come lo stesso nome Paulilatino, in cui si trova il Santa Cristina, è collegato alla Dea Pales celebrata dai romani sul colle Palatino ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/06/solstiziopales.html?m=0), per non parlare della ierofania sul dodicesimo anello della tholos, del pozzo di Santa Cristina, che si verifica il 21 aprile, data che è stata ripresa  dai romani, per celebrare il capodanno romano.

"Quindi, il 21 aprile, traguardava la levata eliaca, di Palilicium, il nome latino di Aldebaran, e l'intero colle Palatino, e il Palazzo imperiale, sede dell'imperatore Augusto,  era dedicato a Pales e a Palilicium. 

Quindi la fondazione di Roma è legata a questa congiunzione, alla Dea Pales, e alla celebrazione del Natale romano"( approfondimenti nel mio scritto https://maldalchimia.blogspot.com/2022/06/solstiziopales.html?m=0). 

L'Etruria, l'attuale Toscana e Lazio settebtrionale, terre in cui sono stati ritrovati numerosi bronzetti sardi, di cui il più famoso è sicuramente il bronzetti di Vulci( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/simbologia-delle-trecce-nel-bronzetto.html?m=0/  https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/sacchetta-sciamanica.html?m=0). 

Io stessa ho sottolineato più volte nei miei scritti, le correlazioni tra civiltà etrusca e antica civiltà sarda. 

Che poi, sull'architettura di un antico pozzo Sacro sardo, abbiamo creato uno stibadium, è fattibile. 

Nella terza immagine, scena di banchetto all’aria aperta, particolare del medaglione centrale di piatto in argento dorato conservato al museo Archeologico di Cesena (foto Ravennantica)

 Il banchetto è uno dei momenti sociali più importanti nella vita dell’aristocrazia tardoantica, un’occasione di incontro, di esibizione del proprio status e di condivisione di valori comuni. Tra i valori del simposio è anche il rispetto della condizione gerarchica dei commensali, che trova espressione nell’arredo del triclinio) la sala da pranzo dei romani, con tre letti ai lati della tavola) e nella disposizione degli invitati. 

La tavola da pranzo, che nella maggior parte dei casi assume la forma di una mensa semicircolare in marmo, attorno alla quale si disponevano radialmente i letti per gli invitati (stibadia ), in modo tale che essi potessero appoggiare il gomito al lungo cuscino collocato tra i letti e la mensa dalla quale venivano prese le vivande. 

In sardo, vi è una certa corrispondenza tra la parola stibadia, e il sardo "stibbau". 

Se gli stibadia erano usati per i banchetti, in cui si infittiva la presenza di conviviali, "stibbau", in sardo, indica un infittirsi, un riempirsi. 

Un modo di dire tipico sardo, è "prenn'a instibbu" 

"Piena fino ad esserne completamente infittita". 

Satura, satolla. 

Come i banchettanti che gozzovigliavano nei loro stibadium romani. 

Se i pozzi sacri, come quello di Santa Cristina, erano un punto di ritrovo, di culto per la comunità, di guarigione terapeutica, di trasmutazione ed elevazione spirituale, di purificazione, questa stessa antica struttura, in mano ai romani, è diventata l'esatto opposto, e il termine stesso, di Matrice Sarda , lo rivela. 

Tracce di Civita sarda, di pozzi sacri a "menat/Tanit", ovunque, dall'India ( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/05/pozzo-santa-cristina-pozzo-indiabadlapur.html?m=0) alla Nubia (https://maldalchimia.blogspot.com/2024/07/pozzo-canopolicanopi-egizi.html?m=0) 

Niente è mai per caso. 


Tiziana Fenu 

©®Diritti intellettuali riservati 

Maldalchimia.blogspot.com 

Stibadium Frosinone








domenica, giugno 29, 2025

💛Thor/bronzetto Teti

 Prima immagine, antico Amuleto scozzese, in argento che rappresenta il Dio Thor, ritrovato in Svezia, appartenente all'età del bronzo( 3300-1200 aC) 

Stesse corna unite, e protette da un pomello, che troviamo anche nel nostro bronzetto più esemplificativo, il guerriero di Teti, del quale ho già approfondito ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/geometria-sacra-guerriero-teti.html?m=0) 

Il martello di Thor, il Mjorlin, che è divinizzato, simbolo di equilibrio, protezione, giustizia e prosperità, ha la particolarità di ritornare indietro, da Thor. 

Guardacaso, "ritornato", in sardo, si dice "torrau" 

Thor/tor/torrau. 

Thor era il dio dei fulmini, e aveva a che fare quindi con l'elettricità.

Simbologia del tuono e del fulmine di cui ho parlato approfonditamente in un mio post del 2020

https://maldalchimia.blogspot.com/2020/10/la-simbologia-del-tuono-e-del-fulmine.html?m=0

Riguardo i fulguratores, ne ho parlato in particolare in un mio scritto su Santa Barbara, protettrice del fuoco, patrona dei fulmini, il cui culto è molto diffuso in Sardegna ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/12/santa-barbara.html?m=0) 

"Anche i nostri Antichi Sardi, erano dei "fulguratores", coloro che attivavano la potenza delle tempeste, dei fulmini e delle saette, attraverso dei movimenti toroidali della "pietra del tuono", di cui ho già parlato( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/10/pietra-del-tuono-pinacoteca-cagliari.html)  che guardacaso, ha una forma vulvare. 

Perché il movimento toroidale che si attiva, è la sinergia dinamica dei due Opposti, di cui è custode il Femminino. 

Simbologia che ritroviamo anche nei nostri Antichi vasi della cultura di Ozieri( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/10/ballu-tundu.html), o nei nostri bassorilievi e petroglifi nelle nostre Domus de Janas, in cui è presente proprio la simbologia, che trasversalmente, è presente in ogni civiltà, quella della manifestazione del plasma ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/03/spirale-speculare-domus-di-oredda.html) 

Il fulmine, in sardo è "frumini", e l'elemento opposto e complementare, è "frumi", fiume in sardo, quindi l'elemento acqua. 

Un fulmine che si dirama in cielo, come un fiume di fuoco, con i suoi affluenti. 

Quindi vediamo, già da questo aspetto, che la simbologia di Santa Barbara,  patrona dei fulmini, in quanto Sacro Femminino, risponde alla simbologia archetipale, antichissima, della custode degli Opposti, acqua e Fuoco. 

Nella nostra tradizione, sappiamo che fulmini e temporali, sono legati anche alla figura de "su carru de Nannai", di cui ho approfondito in un mio post 

Riporto un breve passo che rimanda ad una corrispondenza in ambito sumero, con la Ninḫursaĝ. 

( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/10/la-simbologia-del-tuono-e-del-fulmine.html) 

"Dea Nunhsarg, chiamata anche Ninmah, Mami, Mama, la signora del cielo . Il cielo, che era di dominio del fratello AN. 

Essendo la padrona del cielo insieme al fratello AN, viene spontaneo l'accostamento con il modo di dire sardo " su carr'e nannai", nel quale la parola "nannai", sembra una ripetizione del blocco sillabico "AN", un modo di dire sardo per indicare il temporale  e  i fulmini. 

Un riferimento all' antica figura mitologica della tempesta, dei temporali, che correva con un carro trainato dai cavalli neri e che trasportava dei massi, che sbattendo tra di loro  facevano scintille e  rumore. 

Il riferimento al nome "nannai", può essere collegato al signore dei cieli sumero An, che viveva nelle Ennai, "la  Casa dei cieli", un dio dei temporali e dei fulmini. 

Una sorta di Dio primordiale. 

Un Dio "nonno", più importante del padre stesso. 

Questo potrebbe essere l'interpretazione più immediata, accostando "nannai", alla parola "nonno", in senso di importanza genealogica come capostipite. Interpretazione che è anche la più diffusa. 

Ma c'è anche un'altra interpretazione da considerare. 

"Nannai" potrebbe essere riferito anche ad una dimensione femminile lunare. 

"Nannai", come "sa Nai", la nave. 

Nave intesa come utero primordiale, traghettatrice tra le  dimensioni. 

Sappiamo bene come la falce di luna taurina, simile alle corna del toro, sia anche rappresentativa dell'utero". 

Ed ecco, che abbiamo una magnifica rappresentazione di questa triade creatrice, "acqua/fuoco/terra", proprio in uno dei nostri nuraghi più belli, il nuraghe Santa Barbara di Villanova Truschedu, in provincia di Oristano(  https://maldalchimia.blogspot.com/2022/07/ierofania-del-torello-nelle-canarie.html?m=0) 

Il 21 dicembre, in occasione del solstizio d'inverno, si manifesta la ierofania di una protome di torello sulla parete di un altare rivolto all'alba del solstizio d'inverno, quindi a sud-est. 

Un orientamento che corrisponde anche al l'orientamento del nostro pozzo di Santa Cristina, di cui ho approfondito tante volte, che è orientato, nel suo ingresso, verso sud-est, come il nuraghe Sisini( speculare al pozzo di Is Piriois ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/09/orientamento-solstizio-invernale-pozzo.html) all'alba del solstizio invernale, in cui domina, in questo orientamento, sud-est, l'elemento maschile, fuoco e aria, che va a fecondare, simbolicamente, l'elemento terra e acqua, Femminino, della struttura, del nuraghe Santa Barbara, il cui nome, per antonomasia, legato al Sacro Femminino dell'acqua, dei fiumi/fulmini, "frumi/frumini", è simbolo di un Sacro Femminino, custode dell'Abbondanza, fecondato in un alba di un solstizio invernale ( che rappresenta il Fuoco fecondante, attraverso la ierofania taurina proprio sul lato sud-est)  

Le corna, per antonomasia, sono veicolo simbolico di fertilità, perché, non solo rimandano alla simbologia lunare del Femminino, del grembo, ma anche alla forza fecondante del Toro, astrologicamente appartenente alla dimensione "terra" e, per antonomasia, segno femminile governato da Venere. 

Ma c'è anche l'aspetto importantissimo, che lega le corna all'abbondanza, all'energia del fulmini veicolano l'acqua, portatrici del Fuoco di Sant'Elmo. 

"I buoi con le corna addobbate, che sfilano per le sagre, per la festa di Sant'Efisio il primo maggio, con "is traccas", i carri addobbati a festa, per auspicare abbondanza, fertilità, fulmini che presagiscono ai temporali, portatori di acqua e nutrimento per la terra, custodiscono ancora oggi, questa usanza che evidentemente ha radici antichissime". 

( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/01/fuoco-di-santelmo.html) 

E teniamo presente che anche Thor ha un suo personale carro, guardacaso guidato da capre. 

Capra, che rappresenta proprio il Solstizio invernale, con la simbologia del Capricorno, che è considerato come la "Porta degli Dei" 

Creatori di elettricità, quindi, che si genera anche tra due poli energeticamente opposti. 

Ma questo lo sapete, ne ho sempre parlato,  presente anche nella nostra Antica Civiltà Sarda, che i nostri bronzetti hanno rappresentato molto bene, anche prima del bronzetto di Teti(https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/osservavo-queste-tre-immagini-la-prima.html?m=0, anche riguardo il Sommo Sacerdote( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/07/sommo-sacerdote-approfondimenti.html?m=0)

Anche questo bronzetto presenta proporzioni auree, perfettamente coincidenti con la Sacra Geometria della Vesica Piscis e del pentacolo /esagono, come anche i Giganti di Mont'e Prama, come ho approfondito un mio scritto( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/03/proporzioni-auree-giganti-di-monte-prama.html?m=0) 

La conformazione ad X segna due angoli speculari a 36°, che è la stessa l'angolatura( 36°/72 °/72 °) che rimanda, come sapete, perché ne parlo sempre, alle proporzioni auree degli ingressi dei nuraghi e del pozzo Sacro di Santa Cristina in particolare. 

Rimanda anche all'Archetipo Teth, il nono, il Grembo Cosmico della creazione

Tra l'altro, anche le gambe,  di questo bronzetto che rappresenta Thor, hanno

 le stesse proporzioni "tozze" e corte, delle gambe  Giganti di Mont'e Prama, ma come ho spiegato diverse volte, anche questo, ha un preciso significato simbolico. 

"Sono sempre state mosse critiche feoci a riguardo,  sul perché i Giganti di Mont'e Prama, abbiano le gambe così corte, tanto da risultare rozze e sproporzionate, quasi esteticamente sgradevoli

Certo i nostri Antichi costruttori, non avrebbero avuto nessun problema, abili come erano, nella precisione di calcoli, proporzioni e misure, visto i capolavori architettonici che hanno creato, il Pozzo Sacro di Santa Cristina su tutti, perfettissimo strumento lunisolare creatore di ierofanie e ombre capovolte perfettamente orchestrate con i cicli lunari e solari, nel creare delle statue perfettamente proporzionate, ricalcando le proporzioni umane, come invece si vede nella statuaria greco romana.

O anche, come è stato indicato da Leonardo da Vinci nel suo celebre "uomo vitruviano", rappresentazione grafica rinascimentale, del 1490, delle proporzioni del corpo umano descritte e riprese dal trattato "De architectura di Vitruvio" (I secolo a.C.).

Rappresentazione in cui Leonardo da Vinci, dimostra che il corpo umano è talmente perfetto da poter essere iscritto in due figure altrettanto perfette, come il cerchio e il quadrato, che simboleggiano rispettivamente la perfezione divina, il cosmo, e la terra.

Quindi, uomo, come unione tra microcosmo e macrocosmo.

Uomo come "misura di tutte le cose".

Una visione antropocentrica, aggiungerei.

Al cui centro c'è il simbolo di potere dell'uomo.

La sua forza generatrice, l'organo riproduttivo, il fallo.

Andando invece a cercare le proporzioni auree dei Giganti di Mont'e Prama, avevo scoperto, tempo fa, che, sovrapponendo alle riproduzioni grafiche dei Giganti, sia la griglia dell'Uomo Vitruviano, sia la Vesica Piscis,  il baricentro, non corrisponde al fallo, ma alla cintura, all'ombelico.

Un errore?

No, assolutamente no.

Il baricentro nella cintura è molto simbolico. Come ho scritto, anche le Dee Madri(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/le-tre-dee-madri-cosmiche-sarde-della.html?m=0)  e nei bronzetti,  tra cui anche il bronzetto di Teti, hanno il baricentro nella cintura.

E un baricentro aureo, poiché la Vesica Piscis, di per sé è un parametro Aureo.

Rappresenta la base del Fiore della vita, la cui struttura è presente nella nostra tradizione di cui ho parlato tante volte, fino ad essere arrivata ai giorni nostri, presente anche nella maschera dei Boes.

Un Fiore della Vita, che nella sua versione completa, con 19 circonferenze, ricompatta la figura del cerchio, del Sole, simbolo di Vita

[...] Il baricentro nella cintura dei Giganti di Mont'e Prama, indica un simbolismo molto importante, che ne fa, emissari Divini, frattali divini, sulla terra.

Sono esseri divinizzati, semidei.

Sappiamo che gli inumati di Mont'e Prama erano orientati verso la costellazione fi Orione

Orione indica la loro origine divina, lungo la Via Lattea, simbolo di nascita e rinascita  dopo la morte.

Quella Via Lattea di cui ho parlato tante volte.  

La cintura. 

L'ombelico. 

"Il biddio", in sardo. 

L'omphalos. 

L'epicentro da cui si dirama la "bidda" (biddio/bidda), la comunità. 

Thor. 

Un nome molto simile alla parola Toro. 

Toro, onnipresente nella nostra Antica Civiltà Sarda, con la sua simbologia sinergica, taurina /uterina, come non si è visto mai in nessun'altra civiltà, necessaria per generare energia. 

Per generare Vita. 

Sempre tutto per caso...

E non può essere certo un caso.

Sardegna Cultura Madre.


Tiziana Fenu

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Thor















sabato, giugno 28, 2025

💛Matzani

 Da un post di Nurnet 

(https://www.facebook.com/share/p/19obhHqxGo/) 

"I pozzi sacri di Matzanni (Vallermosa), in un articolo pubblicato dall’Unione Sarda nel lontano febbraio 2016.

Nel suo libro “La Religione Primitiva in Sardegna” (1912), Raffaele Pettazzoni citava “le due tholoi di Mazzani presso Villacidro, dette dagli indigeni ‘tumbas de Mazzani’, esplorate da D.Lovisato che le denominò ‘favisse’, e pensò potessero essere monumenti cartaginesi…” A questo proposito, e a parte la convinzione del Lovisato smentita dalle successive ricerche archeologiche, Pettazzoni scriveva inoltre: “Quale iddio era dunque venerato in questi templi che sulle alture e sui piani dell’isola ergevano al cielo le loro cupole visibili di lontano, cospicuo segno della fede e dell’adorazione delle tribù?”. Dilemma sicuramente intrigante ed ancora attuale. 

Le foto dei pozzi sacri di Matzanni sono di Bibi Pinna e Sergio Melis; i disegni dalla riedizione 1993 del libro di Pettazzoni, curata da Delfino Editore".

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Mie personali considerazioni a riguardo 


Matzani. 

Dove è stato ritrovato il nostro bronzetto offerente Barbetta, che ha molto in comune con i primi faraoni neri ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/09/faraonebarbetta_1.html?m=0/ https://maldalchimia.blogspot.com/2022/09/approfondimento-faraonebarbetts.html?m=0)

Matzani

"Atza"

A punta, a vertice. 

Come le stesse piramidi

Anche Barbetta presenta un mento ad "Atza"

Non credo si tratti di bende, come è stato sempre scritto.

Erano a punta anche i menti dei faraoni.

Nasce proprio come un elemento regale di appartenenza, a punta, poi codificato in forme più appariscenti.

Punto di convoglio energetico di energie.

Intrecciato, tra l'altro.

Come l'intreccio delle trecce, che indicano una certa regalità, ma ancor di più, in riferimento all'elemento intrecciato che spesso cinge il capo dei nostri bronzetti, indifferentemente di maschi e femmine, che indica appartenenza regale, e che ha correlazione con il Sacro Ankh, con il lazo divinizzante de Is Issohadores e con la costellazione del Cigno, agli antichi Sardi, estremamente cara ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/02/il-monkgol-sardo-come-segno-di.html?m=0) 

L'ingresso presenta angoli aurei a 36°/72°/72 °

Numeri sacri che riportano al 9

Il numero della creazione, dell'Archetipo Teth, del Sacro Femminino. 

Sono gli stessi angoli che ritroviamo nell'ingresso dei Nuraghi, che ha correlazione con la costellazione del Cigno( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/l-ingresso-triangolare-dei-nuraghi.html?m=0) e nel pozzo Sacro di Santa Cristina in particolare ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/06/simbologia-angolo-72-nel-pozzo-scristina.html?m=0) 

9 cerchi concentrici nelle cupole.

L'enneade cosmogonica egizia, in particolare, di cui forse, il nostro Barbetta era un rappresentante. 


Tiziana Fenu 

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Matzani












💙San Pietro e Paolo/Barca di San Pietro

  Domani, domenica 29 giugno, con luna crescente in Vergine, si celebrano San Pietro e Paolo. 

Siamo sotto il Sacro Archetipo Het, l'ottavo, con funzione riparo, recinto, il separare ciò che è importante, da ciò che non lo è. 

Preservare, proteggere, tutto ciò che è giusto ed è armonia. 

Infatti questo Archetipo corrisponde all'Arcano Maggiore VIII della Giustizia, nei tarocchi di Marsiglia, in altri tarocchi, come i Rider-Waite, l'Arcano Maggiore VIII è quello della Forza. 

Entrambi governati da un Femminino potente, entrambi con un elemento in comune, l'equilibrio, necessario per governare le due polarità. 

Equilibrio esemplificato dalla H mercuriale di Hermes. 

H che corrisponde proprio all'ottava lettera del nostro alfabeto. 

Straordinario che la stessa H mercuriale di Hermes, corrisponda anche alla celebrazione di San Pietro e San Pietro 

Il 29,  sommato numero per numero, è un 11, e il 29/06, diventa un 17, quindi un numero 8.

Il numero 11 è il simbolo dei Gemelli spirituali, e il numero 8 è il simbolo dell'unità tra opposti, tra cielo e terra, simbolo dell'infinito.

San Pietro e San Paolo, come i due aspetti delle energie della Kundalini

San Pietro, esotericamente, è identificato con il gallo, con l'elemento volatile della pietra, colui che detiene le due chiavi incrociate della coagulazione e soluzione, perché il Mercurio, che da gallo, deve, attraverso il "cantare tre volte", simbolicamente attraversare questo passaggio di "nascita/morte/rinascita", arrivare alla rinascita della Fenice. 

Il gallo è un elemento alchemico/metaforico, un elemento solare, luminoso, che rappresenta il passaggio dalla prima fase alchemica, oscura, la Nigredo, alla fase di rinascita, luminosa, l'Albedo. 

Ma questa rinascita  è possibile solo se passa attraverso il fuoco, che fissa l'elemento volatile del Mercurio, che, voglio ricordare, ha un'energia femminile. 

Il "nascere /morire/rinascere", è una dinamica energetica ciclica lunare, del Sacro Femminino, e inoltre, come il Mercurio, contiene in sé tutto il necessario alla lavorazione per l'opera alchemica. 

È come un'acqua secca volatile, così la definiscono gli alchimisti, argentea, lunare, sensibile al calore( infatti nei termometri classici, all'Interno c'è il mercurio), ma deve trovare il modo per resistere al Fuoco, che tende a farla evaporare tutta. 

Allora, deve fare in modo di ritornare alla Terra, da cui è nata, in modo da stabilizzarsi, senza restare volatile, e resistere, così, al Fuoco, che tende a farla evaporare. 

Ma è lo stesso fuoco a renderla fissa e densa. 

Per questo motivo San Pietro fu crocifisso a testa in giù, come l'Arcano Maggiore XII dei Tarocchi, l'Appeso, sacrificato, reso sacro, per un bene superiore, il suo. 

Esotericamente, l'Appeso è proprio legato al mercoledì, a Mercurio, ha l'energia del sacrificio, e cabalisticamente è rappresentato dal dodicesimo Sacro Archetipo Ebraico Lamed, con funzione "misura", un Archetipo che abbiamo incontrato tante volte, e che sostanzialmente parla di autotrascendenza, perché è una lettera che graficamente, tende verso l'alto( la vedete in basso a destra, nell'immagine). 

Se notate, la posizione dell'Appeso, sembra ricalcare il simbolo dello zolfo (un triangolo sormontato da una croce), ma capovolto. 

Un capovolto che sta tra due grossi rami, come tra le due colonne del Tempio di Salomone, "saggezza  e forza", Jakim( la Yod, il principio attivo maschile solare, lo zolfo) e Boas( la Beth, il principio passivo femminile lunare, il Mercurio), come tra le due nadi, Ida e Pingala, della kundalini, nella sinergia delle quali, avviene la trasmutazione. 

Come le due colonne presenti anche nell'Arcano Maggiore della Giustizia, oltre che nell'Arcano Maggiore II della Papessa, ancora Femminino. 


Questa Luna Crescente in Vergine, che è un segno di terra governato proprio da Mercurio, quindi in una dimensione femminile, sotto il segno del Cancro, segno femminile d'acqua, tende alla vita, all'autorigenerazione, al preservare ciò che è giusto, a porre a riparo, a custodire arminicamente, ciò che serve per la nostra evoluzione, per il nostro benessere animinco, per il nostro equilibrio. 

Energia che è perfettamente sincrona, energeticamente, alla simbologia esoterica della celebrazione di San Pietro e Paolo(  simboleggiato dalla spada, dal libro e dal serpente, simbolo del Femminino), braccio e mente della trasmutazione alchemica della nuova umanità, da Cristo in poi. 

Un San Pietro Alchemico, che si pone come fattore trasmutante attivo, che deve attraversare tre passaggi di fuoco, il rinnegare il Cristo tre volte, prima che il gallo canti, per poi acquisire consapevolezza della trasmutazione in atto, e diventare Fenice, testimone attivo, pietra angolare del Verbo.

Ma Pietro è anche pietra, la pietra angolare, la vulva, il Femminino, il Betilo, la Betlemme in cui nacque il Cristo. 

Beth, secondo Sacro Archetipo Ebraico, la "dimora" che accoglie la luce. 

La Papessa, Arcano Maggiore II. 

E ancora, siamo nel Femminino. 

Il Femminino trimorfo. 

I tre giorni necessari al Cristo stesso, dopo i tre giorni, dopo i quali risorge come una Fenice. 

Solo a testa in giù, può essere come la rugiada, l'acqua più pura del mattino, che, adagiata sulla terra, sulla pietra, non può evaporare, sotto l'azione del Fuoco. 

Metaforicamente, siamo sempre a contatto con il fuoco, con cose o persone che tendono a farci evaporare, con occasioni "zolfo". 

Ma il segreto, è ribaltarle, come fa l'Appeso, e padroneggiarle. 

Perché Pietro, la pietra d'angolo, la Lamed, la misura, il parametro, ha con sé le due polarità in equilibrio.

La Lamed, il Femminino, il bastone di comando, il Neushan bronzeo di Mosè , la kundalini. 

Il Serpente ureo che custodisce, come l'Archetipo Het, che ripara come un un recinto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/02/lamed-bastone-di-potere.html?m=0) 

Ha le due chiavi incrociate della coagulazione e della soluzione. 

È domanda e risposta, e il tutto e il nulla. 

Si autorigenera. 

Autotrascende anche se stesso e i suoi limiti, i suoi attaccamenti. 

Rinasce da quello stesso fuoco che lo ha portato ad ebollizione, e ora rinasce come una Fenice, dal nulla delle sue stesse ceneri. 

È diventato il suo punto di Origine, il suo punto zero. 

Non aspetta la pioggia. 

Si fa rugiada dalla stessa terra dove lo hanno sacrificato. 

È stato talmente alchimista da ribaltare la situazione a suo favore. Da imparare a vedere e agire, in una prospettiva diversa. 

Questa Luna Crescente in Vergine, è straordinariamente potente e vivificante, se riusciamo ad essere flessibili come l'Appeso, se tendiamo alla Vita, se sappiamo attraversare e gestire il Fuoco a nostro favore, proprio nella dimensione terrena della Vergine. 

Se abbiamo adattabilità, umiltà, se diventiamo occasione noi stessi, tanto da capovolgerci, da essere "sacrificati" al contrario, a testa in giù, perdendo dalle tasche, tutto ciò che non ci serve. 

Perché abbiamo già in noi, tutto il necessario. 

Siamo Mercurio vivente, con le polarità della kundalini attive, pronte ad esperire, a ricevere, e donare. 

Inizio e fine. Per riscrivere ogni volta una nuova versione di noi stessi. 

In una dimensione di nascita/rinascita che è di totale dominio del Femminino. 

Anche la stessa simbologia del numero, con la ricchissima simbologia, tutta al Femminino, della stella a 8 punte ( 8, https://maldalchimia.blogspot.com/2025/02/stella-8-punte.html?m=0), oltre che all'infinito, e queste celebrazioni di inizio solstizio, compresa quella di San Giovanni, sono un ponte di unione tra i due estremi, luce ed oscurità, tra la dimensione dei vivi e quella dei morti. 

Riti legati agli antichi riti agricoli e alla simbologia delle donne che li governano, Demetra, Persefone, Ecate...

Le porte solstiziali 

Le Jannas, in sardo. 

Le Janas, le porte solstiziali, come le nostre Domus de Janas, orientate ai solstizi, luoghi alchemici di trasmutazione. 

La stessa simbologia della barca di San Pietro, che si fa nella notte tra il 28 e il 29, fatta con una brocca di vetro trasparente in cui si versa l'albume dell'uovo, che oracolera' a seconda dell'altezza delle "vele" metaforiche della barca, la buona riuscita dei propositi, la benevolenza del vento sulle vele soffiate di abbondanza. 

Anche questa è una simbologia che riconduce al Femminino. 

Pietro il pescatore. 

L'acqua. 

Il Mare. 

Le primordiali Dee che venivano dal mare( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/03/le-dee-che-venivano-dal-mare.html?m=0) 

Barca

Arca

Arga in sanscrito significa vagina. 

L'Arca dell'Alleanza ha una simbologia femminile. 

S'Archedda sarda, che riprende la struttura dell'Arca dell'Alleanza, è la tipica cassapanca sarda, finemente intagliata, ricca di simboli, in cui le spose sarde custodivano ( e ritorna il concetto del custodire e del preservare, del nostro Archetipi Het, l'ottavo) il loro corredo matrimoniale.( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/09/riflettevo-ancora-sul-nome-della.html?m=0) 

Per non parlare della simbologia dell'albume, che viene usato per questo rito. 

Ne ho parlato, nello specifico, in un mio scritto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/seu-sou-seu-sousono-solosono-luovo-l.html?m=0) 

"Al suo interno( dell'uovo) abbiamo un albume madreperlato, lunare, chiamato "sa Jara" in sardo, e un centro, giallo, tondo, solare, chiamato in sardo, "Torulu", con un guscio conico/piramidale che li protegge. 

Uovo sorgente di energia vitale. 

L'albume, "sa Jara". 

Una parola simile a jana, ma anche simile a giara(come anche il nostro altopiano), che indica un grande recipiente cilindrico e panciuto, per la conservazione di liquidi o granaglie, come un utero materno.

E "Torulu", 'tuorlo", somiglia molto a Toro, sembra un Toro piccolino

( sappiamo che la simbologia taurina, specialmente in Sardegna, è sempre stata anche uterina, quindi simbologia della sinergia delle due polarità) 

E la parola "OU"( uovo in sardo) nel segno  grafico, sembra proprio un grembo, una barca solare (la U) che trasporta l'Horus, il figlio di Iside e Osiride, da est a ovest"

Una barca solare, come quella rappresentata dalla barca di San Pietro, totalmente al Femminile, con la simbologia dell'acqua e del tuorlo, che quest'anno cade di Domenica, che rappresenta il Sole. 

Una straordinaria sinergia. 

Che di buon auspicio sia. 

Con infinita gratitudine sempre. 


Tiziana Fenu 

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San Pietro e Paolo / barca di San Pietro




venerdì, giugno 27, 2025

💛Bronzetto sacerdotessa

 Ho già avuto modo di commentare il nostro bronzetto( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/06/bronzetto-sacerdotessa.html?m=0)

rapportando la simbologia delle spirali con il nostro straordinario bassorilievo della Domu de Jana  de Sa Pala Larga di Bonorva( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/10/domus-de-janas-bonorva-sa-pala-larga.html?m=0)
"In  questo straordinario bassorilievo, ci sono 4 spirali grandi per parte, e 2 più piccole, per parte.
In tutto, 12 spirali, e sappiamo bene, quanto il numero 12, su Santu Doxi, era importante, tanto da averne fatto anche parametro di ierofania proprio sul dodicesimo anello della Tholos nel pozzo di Santa Cristina, in particolari date, solstizio estivo incluso, con una forte simbologia, come ho scritto tante altre volte. 
Il 12 è il parametro, la misura, la Lamed, numero Sacro per eccellenza, perché riporta al 3( 1+2), numero Sacro della triade creativa.
Le spirali hanno tutte 7 percorsi, come il Labirinto di Benetutti.
Sono 4 grandi per parti, quindi 28 percorsi.
Un percorso lunare, femmineo, sottolineato anche dal fatto che sono 4 per parte.
Il numero 4 è archetipo Dalet, legato a Madre Terra, presente anche, insieme alla Nun, nel simbolo della tribù dei Dan, come ho già approfondito. Quindi è un 4 importante, legato a Madre Terra, il cui grembo accoglie, fa da riparo ( la Dalet, ha funzione "riparo").
In tutto, le spirali, quelle grandi, 8.
Il numero 8 è da sempre legato al Sacro Femminino ( vedi stella di Ishtar per esempio).
E poi abbiamo le 4 spirali piccole, 4 per parte. Ancora un 7 moltiplicato 4, un ciclo lunare /mestruale, che metaforicamente, indica fecondità.
Madre Terra, feconda, fecondata dall' energia mascolina taurina/solare, per far rinascere anche dopo la morte
Quindi abbiamo in tutto 12 spirali( ancora su Santu Doxi), con 7 percorsi ciascuna
Se moltiplichiamo il 12 per 7 volte, un modulo, questo delle 7 volte, in ripetizione, che si è visto in altri contesti, perché è la scansione lunare della ripetizione, abbiamo un 84, le cui cifre, sommate tra loro( 8+4), mi danno, guardacaso, un altro 12.
Perfettamente orchestrato, anche numericamente, per celebrare e onorare insieme, Padre e Madre Creatori, in perfetto equilibrio e sinergia, in cui Madre Terra, con i suoi cicli femmine, lunari, naturali, accoglie e riporta alla vita"

Le spirali, sempre presenti, nella nostra Antica Civiltà Sarda, di cui ho approfondito nello specifico, in un mio scritto https://maldalchimia.blogspot.com/2023/06/simbologia-delle-spirali.html?m=0

Se prendiamo invece in considerazione le spirali del nostro bronzetto, sono sempre 12, di cui due nella parte alta della schiena, ma il giro delle spirali, è a 3 percorsi.
Se moltiplichiamo 12 x3, mi da un 36, che ancora, sommato, mi da un 9
Siamo ancora nell'ambito della dimensione creatrice, perché 3/6/9/12, sono multipli, ma il 9, in questo caso, acquisisce una connotazione prettamente femminile.
Il 9 è il Sacro Archetipo Ebraico Teth, il Grembo Cosmico, la Sophia Superna, il Sacro Femminino per eccellenza.
Un'altro elemento che mi fa pensare ad una connotazione tipicamente femminile, è la direzione dell'intreccio delle stesse due trecce.

 Trecce che qui, come nel Gigante di Mont'e Prama, sembrano i riccioli simanim tipici  ebraici
Se, nel bronzetto di Vulci, come ho già approfondito( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/simbologia-delle-trecce-nel-bronzetto.html?m=0), abbiamo due trecce con intreccio in direzioni diverse( per il lato destro, il Mascolino, il vertice punta verso il basso, con una simbologia a V, femminile, mentre la treccia sinistra, ha il vertice verso l'alto, ad indicare la polarità mascolina) che sottolineano esplicitamente, la sinergia delle due polarità, che questo sciamano /sacerdote, vuole rappresentare( la direzione diversa dell'intreccio, è presente anche nelle trecce del nostro Gigante di Mont'e Prama, come spiego nel mio scritto ), in questo bronzetto, la direzione dell'intreccio, è unica, e indica che si tratta di una manifestazione di energia femminile.
Sulla treccia destra, la sua destra, in particolare, è ben visibile il passaggio di 9 intrecci.
Il 9, ancora Femminino.
4 trecce con 9 giri ciascuno
4 x 9=36
36= 3+6= 9
Ancora 9
Questo bronzetto manifesta un Sacro Femminino, in tutta la sua pienezza.
Vogliamo prendere in considerazione anche le sezioni del copricapo?
Sono 5
Il 5 è legato al Sacro Archetipo Ebraico He'con funzione "vita"
È il simbolo della stella a 5 punte, dell'archetipale Tanit, di Venere, che compie un percorso pentacolare in cielo nell'arco di 8 anni.
Ancora conferma del Femminino.
Delle balze ho già parlato.
Tre balze, ad indicare il potere rigenerativo del Femminino, nella dimensione di "nascita /morte /rinascita"
Le balze come l'archetipale Ishtar, come ho già scritto nel mio primo post a riguardo.
Ritengo, che a differenza del bronzetto di Vulci, o degli stessi Giganti di Mont'e Prama, o anche della divinità androgina di Sardara, con il volto di Babbuino, del quale ho già approfondito( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/10/la-divinita-androgina-di-sardara.html?m=0), questo bronzetto rappresenti esplicitamente una rappresentazione del Femminino.
Un bronzetto ancora più antico di quelli che siamo abituati a vedere, che partono dal XII-XIII  sec aC.
Un Femminino potente, prima ancora che il Mascolino ne inficiasse il potere.
La raffinatezza stilistica del differenziare il senso direzionale delle due trecce, per indicare entrambe le polarità dell'essere divinizzato, sembra sia un qualcosa a cui hanno prestato attenzione in tempi più recenti, come un messaggio in codice. Per questo motivo, ritengo che possa essere anche più antica di quel che si immagina, un originale, che rappresenta un Femminino, che per antonomasia, è custode delle due polarità.
Polarità mascolina rappresentata da quel 12, il numero delle spirali.
La Lamed, dodicesimo archetipo Ebraico.
La Lamed, il bastone di potere, di cui ho parlato in un mio un mio scritto( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/02/lamed-bastone-di-potere.html?m=0)
che altro non rappresenta, se non il Femminino, la Kundalini, l'archetipale
Nehustan bronzeo di Mosè.
Bastone di potere presente anche nei nostri bronzetti, e che, nella sua forma più estesa, rappresenta l'Appeso, Arcano Maggiore XII.
Si, proprio quell'Appeso, quell'ombra capovolta in procinto di rinascere, durante gli equinozi, quando le polarità sono in equilibrio, sempre rappresentate da due animali di potere, come i serpenti, ai lati, da tutti i Femminini archetipali di potere, proprio nel grembo della Madre, del pozzo di Santa Cristina ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/ombra-capovolta-santa-cristina.html?m=0), simbolo del Femminino, che ha proprio 12 gradini speculari, ai 12+12, inferiori, con tutta una loro simbologia, già approfondita.
Per non parlare del 12 come il dodicesimo anello della tholos del pozzo, sul quale, il 21 aprile di ogni anno si verifica una ierofania, con un preciso significato simbolico
( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/osservavo-la-piantina-del-pozzo-di.html?m=0) 
Il 21 aprile subentra il segno del Toro, che qui in Sardegna ha comunque una connotazione taurina/uterina, e che comunque, e ritorniamo al discorso di prima, del numero 5 e delle sezioni del copricapo della nostra sacerdotessa, è collegato al numero cinque, al quinto chakra della gola, Vishudda ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/04/blog-post_18.html?m=0), a Venere, e alla nostra Archetipale Tanit, onnipresente in Sardegna ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/07/parlare-della-dea-tanit-in-sardegna-e.html?m=0), anche capovolta( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/12/tanit-capovolta-monte-sirai.html?m=0), proprio come la simbologia del nostro Arcano XII del Capovolto.
Una Tanit che, essendo pentacolo, ha le proporzioni auree del 9, con i suoi angoli a 36°/72 °/108°, che come somma, mi danno sempre un 9.
Angoli, a 36°/72 ° presenti nell'ingresso del pozzo di Santa Cristina( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/06/simbologia-angolo-72-nel-pozzo-scristina.html?m=0), nel grembo del Femminino.
Una sacerdotessa, che forse porta la sua acqua terapeutica, nella ciotola/coppa, che porta sul lato sinistro, che è comunque il lato del Femminino, legato alla dimensione dell'acqua, della nascita e rinascita,, del ciclo, è quindi del 9.
Trovo sempre una straordinaria continuità logica, semantica, simbolica, che lega sempre più livelli interpretativi, su svariati aspetti della nostra civiltà sarda.
È come un discorso continuo, un filo rosso, una koine ', che non viene mai interrotta, e che si manifesta in tante sfumature, in cui quadra e coincide  sempre tutto

Tiziana Fenu
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Bronzetto sacerdotessa












💚Lampadario di Cortona

 


Lampadario etrusco ritrovato a Cortona, che fu una delle più importanti città etrusche dell'Etruria interna, nel V-VI sec aC, conquistata dai Pelasgi guidati dal re Nanas, probabilmente, Ulisse. 

Città, al cui esterno delle mura, ci sono dei tumuli funerari, due Meloni del Sodo, il Melone di Camucia, le Tanelle di Angori e Pitagora, chiamati i  tumuli del Sodo, con  un diametro di circa 60 metri, orientato in direzione sud-ovest( tramonto solstizio invernale) che alchemicamente rappresentano il fuoco( sud) e la terra ( ovest), quindi, alchemicamente, il Fuoco, elemento Mascolino, che feconda l'elemento Femminino, la Terra. 

Tra parentesi, "Meloni" è uno dei cognomi più diffusi in Sardegna

Le nostre Tombe dei Giganti sono orientate principalmente verso sud-est( alba solstizio invernale) , con una particolare attenzione alla costellazione del Toro e alla stella Aldebaran.

Pare che le Domus de Janas meridionali, che stanno al Sud della Sardegna, siano orientate per lo più verso il Solstizio invernale, mentre quelle settentrionali, sono per lo più orientate verso il Solstizio estivo. 

Anche il pozzo di Santa Cristina è orientato ai solstizi, solo che l'ingresso è orientato a sud-est( alba solstizio invernale

In estate, per lo stesso emisfero, il Sole sorge a nord-est e tramonta a nord-ovest. 

60 kg  chili di bronzo, per questo, che è l’unico esemplare di un lampadario etrusco ritrovato integro fino ad oggi, uno dei più pregevoli esempi di bronzistica etrusca. 

La decorazione  al centro presenta una  Gorgone circondata da una fascia di animali che cacciano ( leoni, pantere, grifi e cerbiatti) e da una con onde e delfini.

 I 16 beccucci dove ardeva l’olio sono accompagnati  da otto satiri itifallici e da otto sirene o sileni che  suonano il doppio flauto. 

Tra un beccuccio e l’altro è presente  una testa di Acheloo (toro con volto umano, divinità dei fiumi e delle acque dolci). 

Il numero dei beccucci (16) fa pensare al simbolismo cosmico degli etruschi (sedici sono le parti in cui è diviso il cielo secondo l’etrusca disciplina) ma anche ad una simbologia più complessa. 

Una lampada ad olio realizzata con la stessa tecnica dei bronzetti sardi, con fusione a cera persa, proveniente dall'Etruria, nella zona di Orvieto, terra abitata dagli antichi Sardi, proveniente probabilmente da un tempio. 

16 beccucci esterni con stoppino. 

Archetipo 16 

Ayin l'occhio divino, corrispondenza tra cielo e terra. 

Ancora oggi, il 16 lo troviamo come numero sacro della ripartizione in raggi, delle cupole di chiese o basiliche( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/06/la-cupola-di-san-pietro-e-il-sacro-16.html?m=0) o nei rosoni scintoisti. 

Ripartizione che abbiamo visto fin da tempi antichissimi, nei polsi dei Sacri Apkalli( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/04/rosone-scintoista-apkalli.html?m=0) 

Presente, trasversalmente, nella Sacra simbologia di ogni civiltà ( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/08/divinita-cinesi-in-caduceo-compasso-e.html?m=0

Simbologia dell'Arcano Maggiore XVI della Torre.

 Come l'oculus sommitale dei nuraghi. 

Le torri/nuraghi, con la loro simbologia cosmogonica . 

3 cerchi concentrici, come sono sempre presenti nella nostra simbologia della nostra Antica Civiltà Sarda( nella necropoli di Goni in particolare, lo si vede archittetonicamente https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/goni-il-gone-della-vita.html?m=0) 

Le tre porte astrali, le tre cornici, i 3 Soli lungo la Via Lattea( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/la-y-taurina-di-ascensione-lungo-la-via.html?m=0) 

Al centro, il volto di Medusa, la Gorgone che qui in Sardegna ha una grandissima importanza ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/09/basilisco-e-il-mito-di-medusa-in.html?m=0) 

Sono rappresentati anche i "sileni", con doppio flauto, o per meglio dire, i suonatori di Launeddas sarde( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/10/simbologia-delle-launeddas.html?m=0) 

Lampada ad olio legata a Dionisio, come  rappresenta il nostro suonatore itifallico di Launeddas di Ittiri( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/08/san-lorenzo-2023.html?m=0) 

Tra i beccucci, la rappresentazione della testa  barbata e cornuta del dio Acheloo divinità dei fiumi. 

Sulle origini del dio esistono numerose varianti: secondo alcuni sarebbe figlio di Oceano e Teti, due delle più antiche divinità; secondo altri del Sole e della Terra, e secondo altri ancora di Poseidone, a favore della paternità del quale testimonia il suo aspetto di toro. 

Poseidone, re di Atlantide. 

Atlantide, che si ritiene, e ritengo, fosse proprio qui in Sardegna. 

Proprio Goni presenta una struttura Atlantidea ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/10/goniatlantide.html?m=0) 

Il toro, simbolo onnipresente nella nostra Antica Civiltà Sarda, sinergia creatrice tra le due polarità, simbologia taurina/ute*rina.

La cornucopia, simbolo di auspicata fertilità e abbondanza, nasce da una delle corna di Amaltea, la capra sorella di Acheloo che nutrì Zeus bambino sulle pendici del monte Ida.

Come vedete, molti rimandi, come ho sempre sottolineato ed argomentato, tra la civiltà etrusca e quella sarda, che considero Matrice di quella etrusca. 

Un reperto, comunque, straordinario, per simbologia, e per raffinatezza stilistica 


Tiziana Fenu 

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Lampadario di Cortona











mercoledì, giugno 25, 2025

💚Afrodite e l'oca

 Afrodite che cavalca un'oca.

Afrodite, dea dell'Amore, che nasce dal sangue versato un mare, nel mare di Cipro, dall'evirazione da parte di Crono, verso il padre Urano.

È una simbologia iconografica ricorrente, il sangue versato che fertilizza, che porta nuova vita.

In questo caso, ha portato vita, bellezza e amore, incarnati in Afrodite.

Una Dea potente, la cui simbologia archetipale è rappresentata anche dalle Dee che l'hanno preceduta, come Inanna, Ishtar e Astarte, che erano Dee dell'Amore e dea fertilità, ma anche l'incarnazione del desiderio di conflitto e di relazioni carnali.

Afrodite, nell'isola di Cipro, era chiamata Kypria, nome simile al cuprum, al rame, che abbondava nell'isola di Cipro, chiamata appunto, l'isola di Afrodite. 

Il suo segno alchemico è "lo specchio di Venere", che indica la donna, che coincide con il simbolo di Venere. 

La croce sormontata da una circonferenza. 

D'altronde anche le statuine tipiche cipriote sono per lo più cruciformi, come il famoso idolo di Pomos, di cui ho già approfondito ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/idolo-di-pomos.html?m=0Il), che presenta analogie con i simbolismi della nostra civiltà sarda. 

Il simbolo di Venere, l'oca, è un simbolo potente, legato alla figura archetipale delle prime Dee Uccello, che univano le terre attraverso il "senza confine" del cielo, e fungevano da psicopompo per l'altra dimensione. 

Iconografia che è arrivata fino ai giorni nostri. 

Basti pensare al Gioco dell'Oca, che emula un percorso iniziatico a tappe, in cui vi è anche la presenza del serpente come percorso iniziatico, altro simbolo iconografico del Femminino. 

Gioco inventati da Palamede, nipote di Poseidone ( il cui simbolo è il tridente, similabile al piede d'oca, palmato) per divertire i guerrieri greci durante l'assedio di Troia

63 caselle con 13 figure di oche 

63=9 il sacro Femminino Teth, il Grembo 

13= archetipo Mem, le acque cosmiche del Grembo 

Arcano Maggiore XIII della Morte, percorso iniziatico di vita e morte al contempo

Casella 54, l'oca, il 9

Casella 58=13 la Morte

Casella 59= 14, ancora acqua, trasmutazione, Vesica Piscis, Temperanza. La croce. Equilibrio tra le due polarità 

Anche il Cammino di Compostela, è chiamato la Via delle Oche selvatiche, la Via di Lugh, la via delle Stelle. 

Lugh, dio dei Celti, che ha dato il nome alla città di Luga, antica capitale della Galizia. 

Proprio quel Lugh, che ha molto a che fare con il nostro Logudoro, il luogo d'oro, l'Eden sardo ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/01/il-lugh-d-oro-di-orotelli.html?m=0/ https://maldalchimia.blogspot.com/2021/08/festa-di-lughnasadh.html?m=0) 

Ma l'oca, in particolare, con la sua zampa tripartita, rimanda alla conformazione della vulva femminile. 

Basti pensare che anche un Sacro Femminino come la regina di Saba, di cui ho avuto modo di parlare in un mio scritto, era sempre rappresentata con i piedi palmati, come quelli di un'oca. 

Dal mio scritto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/01/la-regina-di-saba-y.html?m=0) 

"La Y, dalla forte valenza taurina/uterina, presente come simbologia, ovunque, nella nostra Antica Civiltà Sarda, come protomi dalla sinergia mascolina e Femminina, e come strutture delle Tombe dei Giganti, simbolo, così come le Domus, di Rinascita dopo la morte, che riproduce la via alchemica celeste che passa per la Via Lattea, attraverso i 3 Soli, le tre porte/cornici alchemiche, fino alla costellazione del Toro, e che unisce il Mascolino e il Femminino, Sirio e la costellazione del Toro, per l'immortalità( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/la-y-taurina-di-ascensione-lungo-la-via.html?m=0), così come i piedi palmati della Regina di Saba, simboleggiano immortalità 

"Su pei de cocca" 

Il piede d'oca( in sardo) 

Cocca

"Su coccu", il nostro sardo amuleto, il più rappresentativo di tutta la nostra tradizione orafa, protettivo, di lunga vita( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/su-coccu-sardo_12.html?m=0)

La Y, simbolo de "su colostru" sardo, che contrassegna lo Yule, al cui approfondimento vi lascio il link di riferimento ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/12/lagrifoglio-su-colostru-sardo.html?m=0) 

Yule, uno degli 8  sabbat . 

8, simbologia del Femminino, della stella a 8 punte, radicata anche nella nostra tradizione orafa che la vede presente, come simbolo ancestrale e pagano, anche nei nostri Antichi rosari ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/la-simbologia-della-stella-otto-punte.html?m=0) 

E, a proposito. 

Sabbat, deriva chiaramente da Saba, il Sacro Femminino simbolo della stirpe degli Iniziati . 

La stirpe regale dei Falasha, gli Etiopi neri, eb*rei.

I quattro mori della bandiera sarda

Le antiche capanne dei pescatori di Cabras, in falasco.

I pescatori.

Gli apostoli.

Gli Iniziati. [...] 

La regina di Saba, e del Re Salomone, di cui ho parlato anche in mio approfondimento sulla nostra, tutta sarda, lavorazione a "pibiones" ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/10/i-motivi-pibiones-nella-cultura-sarda.html?m=0) 

Pare che un Maestro Giacomo, tagliatore di pietre dei Pirenei, aiutò il costruttore Hiram per l'edificazione del Tempio di Salomone. 

La confraternita dei figli di Mastro Giacomo, il cui simbolo era un piede palmato d'oca, a cui erano legati anche i navigatori delle terre di Tartesso, i liguri, i "Fenici". 

Gli antichi Pelasgi. 

Anche gli Etruschi villanoviani avevano nelle  prue delle loro imbarcazioni, la testa e il collo dell'Oca. 

I "popoli dell'oca", venivano chiamati. 

Erano gli Antichi Sardi, gli abitanti di terre oltre l'isola, e Tartesso, come sapete, per molti ricercatori e studiosi sardi, era in Sardegna 

Gli antichi discendenti Atlantidei. 

La tradizione delle oche nel Campidoglio, anche questa, ripresa da questo antico simbolismo sardo, di discendenza Atlantidea 

Mastro Giacomo, fu poi canonizzato, in periodo cristiano, in San Giacomo, e il simbolo del piede d'oca, trasmutato in conchiglia, con cui si adornavano il mantello. 

I petroglifi galiziani riportano la simbologia del piede d'oca, frequentemente.

E come non sottolineare che anche la fiaschetta del pellegrino, di San Giacomo, la ritroviamo in un nostro bronzetto sardo molto particolare, il nostro Barbetta, che ha molte similitudini con i primi faraoni neri, quindi i primi costruttori di templi e piramidi? ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/05/fiaschetta-di-barbetta.html?m=0) 

I sacri costruttori, come i Giganti di Mont'e Prama ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/02/i-grandi-architetti-costruttori-della.html?m=0) 

Santu Jacu, San Giacomo, di cui qui in Sardegna, esiste un omonimo cammino a tappe, come quello di Compostela. 

Jaccu, uno dei nomi di Dio in antica lingua sarda. 

Giro lungo, ma che porta sempre qui. 

Sardegna Mater-Matrice


Tiziana Fenu 

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Una kylix (coppa per bere vino) del V secolo a.C. è decorata con l'immagine di Afrodite che cavalca un'oca

Afrodite e l'oca



💜Il Sacro

 Esistono in alcune lingue espressioni che denotano sia esclusivamente, sia prevalentemente, il timore che è qualcosa più del timore visuale. 

Tale ad esempio hiq’disch (santo) nell’ebraico. 

“Santificare una cosa nel proprio cuore” vuol dire avvolgerla e contrassegnarla con un sentimento di speciale tremebonda riverenza, non confondibile con altre forme di rispetto, vuol dire avvalorarla mediante la categoria del numinoso. 

Il Vecchio Testamento sovrabbonda di espressioni affini per indicare simile sentimento. 

È particolarmente notevole qui l’emat Jahveh, il “terrore di Dio” che Jahvè può emanare, che anzi può mandare come un demonio, e che si impadronisce di un individuo come una paralisi: esso è strettamente collegato al deima panikón, il terrore panico dei greci. 

È così detto nell’Esodo (XXIII 27): 

"Io manderò davanti a te il mio terrore e metterò in rotta ogni popolo presso il quale arriverai" . 

È un terrore saturo di intimo raccapriccio, quale nessuna cosa creata, non la più minacciosa, nemmeno la più potente, riesce ad instillare. 

V’è in esso qualcosa di spettrale. 

Il greco ha qui il suo sebastós. Ai primitivi cristiani appariva chiarissimo che il titolo di sebastós non conveniva ad alcuna creatura neppure all’imperatore, poiché rappresentava una qualificativa numinosa e che era un macchiarsi di idolatria attribuire ad un uomo la categoria di numinoso, chiamandolo sebastós. 

L’inglese ha awe che nel suo significato più profondo e tecnico si avvicina molto da presso al nostro significato. 

Si ricordi anche la frase: he stood aghast. In tedesco noi abbiamo solamente il Santo come corrispondente all’uso linguistico della scrittura. 

Un vocabolo proprio, congeniale, abbiamo per gli stadi inferiori ed elementari di questo sentimento, il tedesco grauen e sich grauen e per i gradi più alti e più nobili l’erschauern si è convenientemente fissato e saturato di questo significato in generale. “Terrificante” ed “orrore” valgono parimenti per noi, anche senza nuova aggiunta di specificativi, qualcosa di sacro 

Io ho a suo tempo, nella mia discussione sull’“animismo” con il Wundt suggerito per la cosa la parola Scheu; ma in esso l’elemento principale, vale a dire il numinoso, rimane certamente solo nelle virgolette. Meglio religiöse Scheu. Suo stadio preliminare è il timore “demoniaco” (l’orrore panico) con la sua sotterranea derivazione, la “paura degli spiriti”. E nel sentimento del “inquietante” (canny) ha il suo primo impulso. 

Da esso e dalla sua forma rozza, da questo certo sentimento irrompente in una prima emozione di qualcosa di inquietante, che appare come nuova ed estranea al senso primitivo è scaturito tutto lo sviluppo storico religioso. 

Con la sua irruzione incominciava una nuova epoca dell’Umanità. In esso hanno le loro radici “demoni” e “dei” e tutto che 1’“appercezione mitologica” o la “fantasia” ne trassero nel processo di sviluppo di “tale sentimento”. 

E se non lo suppongono come fattore e impulso basilare, primitivo e qualitativamente specifico di tutto il processo dell’evoluzione religiosa, risultano aberranti e vane tutte le spiegazioni animistiche, magiche, psicologicoetnografiche della genesi della religione 

La religione non è nata né da uno sgomento naturale, né da una ipotetica, generica angoscia cosmica. Poiché l’inorridire non è un timore naturale e ordinario, bensì un primo apparire del misterioso sullo schermo dei sentimenti, un primo avvertirlo, seppure nella forma rudimentale dell’“inquietante”, una prima valutazione secondo una categoria, la quale non è compresa nel consueto e ordinario ambito naturale, non si rivolge alla natura 

Ed è possibile solamente in colui nel quale ci sia ben destata una predisposizione mentale unica del genere, definitivamente difforme da ogni facoltà naturale. La quale, pur nelle rozze e violente manifestazioni, tradisce una funzione di esperienza e una capacità di valutazioni del tutto nuova e peculiare allo spirito dell’uomo. 


Tratto da 

Rudolf Otto "Il sacro L’irrazionale nell’idea del divino e la sua relazione al razionale" 

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Il Sacro



martedì, giugno 24, 2025

💙Novilunio in Cancro 25/6/2025

 Questa Luna Nuova in Cancro, di domani, guidata dal ventiduesimo Sacro Archetipo Ebraico Tau e dall'Arcano XXII del Folle, è straordinaria. 

Sta arrivando un po' in sordina, ma è profondissima, a livello energetico. 

Siamo sotto il segno del Cancro. 

Novilunio in Cancro

Segno d'acqua femminile, lunare. 

Novilunio di Mercoledi, dedicato al mercuriale Femminino trasmutativo. 

Il percorso fatto finora, che richiedeva presenza, discernimento, una certa logica, una certa energia risoluta, ora si deve radicalizzare nel cuore, nella pancia, nel grembo.

Nel percepire, nei sentimenti, nelle emozioni. 

Li dove abbiamo le nostre fragilità e vulnerabilità. 

Nel nostro grembo alchemico. 

Li dove, da seme, avvengono tutte le nostre trasformazioni. 

Tutte le nostre rinascite. 

È un momento intimo con noi stessi. 

Abbiamo in grembo la nostra stessa creatura. 

La dialettica intima di questo ultimo periodo, è rivolta solo ad essa. 

Il Cancro è casa, famiglia, nucleo, affetti. 

È grembo, memoria. 

Memorie ancestrali. 

Generazionali. 

Ha un'eredità umana, dalla quale non si può prescindere, ma dalla quale, non si può nemmeno dipendere. 

Non in questo momento.

Non a questo punto del percorso. 

Si emerge a vita nuova. 

Ad Iniziati che hanno intrapreso il loro ennesimo viaggio in solitaria. 

Come si può, emergere, se noi stessi, spesso non riconosciamo la nostra stessa voce, la nostra stessa Frequenza, in mezzo a tanto brusio? 

La tendenza esterna è all'omologazione. 

Al "tutto di tutti" 

Al "tutti uno". 

No. 

Non siamo tutti uno. 

Ciò che è mio, è mio, come mia peculiare vibrazione, energia, talento, ricerca, emanazione, chiamatelo come volete. 

Ci nasciamo, con queste particolarità. 

Ci vengono donate nel grembo amniotico, come Dono dell'Universo. 

Risconoscerle e dar loro il nostro particolare imprinting energetico, e far sì che anche gli altri la riconoscano, o perlomeno, la rispettino, è una questione di integrità, di custodia. 

Di "preservare". 

Che non significa, "limitare". 

Ma, espandere, in consapevolezza, in Presenza.

Custodire un qualcosa che è sacro, riconoscerlo. 

In modo che la nostra Shin, celebrata oggi con il portale di San Giovanni, la nostra Fiamma divina, arda ovunque, a prescindere dalle circostanze e dalle variabili. 

Che bruci pure, tutto ciò, che al nostro contatto, si riduce in cenere. 

Tutto ciò che non arde insieme a noi. 

Il Fuoco, è l'unico elemento, che non possiede formula chimica. 

Può, la nostra intima energia, avere una formula chimica? 

Trovate sempre dei "fuochi", con cui ardere. 

Se vi consumerà, se lo consumerete, non era Fuoco, ma un qualcosa di passeggero al vostro passaggio. 

La straordinarietà di questo Novilunio, è che è traguardato da un segno d'acqua. 

Acqua  e Fuoco insieme. 

E sinergia sia. 

E Follia, quella pura dei Forti di Cuore, sia. 


Tiziana Fenu 

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Novilunio in Cancro 25/6/2025



lunedì, giugno 23, 2025

💛Giovanni /juvale/Orsa maggiore

 Da un post nel gruppo "Il Sondaggio" by Andrea Milanesi 

(https://www.facebook.com/share/p/1YSd9DeAzN/) 

Un antico tavolo da gioco egizio, e decorato con 29 buche, è stato realizzato in faience, una ceramica invetriata tipica dell’arte egizia. Questo raffinato oggetto risale alla XXVI dinastia, durante il periodo tardo (circa 664-332 a.C.), un’epoca di grande rinascita culturale in Egitto. Giochi da tavolo simili erano molto diffusi tra le élite e spesso associati a riti e simbolismi religiosi. 

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Mie personali considerazioni. 

Ho approfondito a riguardo, perché sono rimasta molto colpita dal simbolo sul dorso, le due coppelle unite. 

È un ippopotamo, esattamente.

Ho riconosciuto subito sul dorso delle due coppelle unite, il simbolo del Gran Carro, dell'Orsa Maggiore, "su juvale" di cui ho approfondito pochissimi giorni fa( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/06/orsa-maggiore-giogo-dei-buoi.html?m=0). configurazione, per gli antichi, rivelava anche la sagoma di un ippopotamo, per gli antichi egizi. 

 29 buche, come il ciclo lunare. 

La Dea Tueret, era simbolo di fertilità, ma anche delle forze infere, e rivela aspetti interessanti. 

Inanzittutto la costellazione dell'Ippopotamo faceva parte delle stelle del cielo del Nord. 

Questo ritorna con il discorso toro /bovino, e su Juvale, il giogo dei buoi, che rappresentano l'Orsa Maggiore ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/06/orsa-maggiore-giogo-dei-buoi.html?m=0), perché l'ippopotamo era chiamato il bue delle acque. 

Bue delle acque, che nella mitologia egizia, provocava le esondazioni  del Nilo. 

Le stelle del Nord, le costellazioni circumpolari, le Mesket, che stanno sempre sopra l'orizzonte e non tramontano mai. 

La zampa anteriore  del Toro( le 7 stelle dell'Orsa Maggiore) che rappresentano Set, paredro di Tueret, la dea ippopotamo. 

Taweret potrebbe essere associata all'occhio di Ra, con  Iside che, in versione di Tuaret, causa le esondazioni del Nilo, fertilizzando la terra, durante il periodo chiamato Akhet, che andava da metà luglio a metà novembre, che quindi iniziava in pieno solstizio estivo.

C'e da sottolineare che l'Akhet indica anche un  geroglifico che rappresenta il sole che sorge tra due montagne, spesso tradotto come "orizzonte"  associato al concetto di rinascita e ri-creazione. 

Il sole che sorge tra due montagne, tra due torri. 

Le due torri collegate da una retta, l'orizzonte, proprio come le due torri/nuraghi nel complesso nuragico di Sa Mandra ‘e Sa Giua (o Jua)di cui ho approfondito da poco ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/06/orsa-maggiore-giogo-dei-buoi.html?m=0). 

Avete notato come Juvale sia anche la radice di Juanni, il Giovanni, il San Giovanni che segna l'inizio del solstizio estivo, di cui ho già approfondito( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/06/san-giovanni-in-sardegna.html?m=0)? 

Come ho scritto stamane( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/06/salome-e-il-giovanni-battista.html?m=0) la decapitazione di San Giovanni è simbolica. Deve perdere potenza, come uno spermatozoo che per perde la testa, per donare la vita, affinché l'Horus del solstizio invernale possa nascere 

Un sacri-ficio necessario, per mano di un Femminino. 

E, come San Giovanni, fa nascere il Cristo dalle acque, lo battezza, così le costellazioni del Mesket,  le guardiane del cielo, riguardavano i misteri della nascita e rinascita, poiché il  Meska, durante i riti Iniziatici, misterici, di rinascita, di incubatio, era la pelle sotto la quale si poneva l’iniziando, la pelle che simboleggiava l‘amnios o il chorion, la placenta, la membrana che avvolge il feto. 

Meska, da "mes" che significa “nascita” e ka, “doppio”.

Il passaggio per la pelle, che era simbolo anche dei riti di mummificazione, attraverso la pelle di leopardo, agnello o cervo. 

Mentre scrivo, penso a "su juvale", che veniva posto anche sotto la nuca dei faraoni, o sotto la nuca di chi guidava verso la fine delle sofferenze, su Juvale usato dalla nostra Accabadora, o forse, sarebbe meglio scrivere Akabadora, con la Ka, perché guidava verso la rinascita. 

Le Mesket, le guardiane del cielo, sempre vigili, quelle fanno girare il mondo ( come il giogo, il carro, che gira sempre su se stesso) e rendono immortali), che offrono vita, ma anche morte. 

"Bogadoras" ( coloro che fanno nascere, che portano/bogano, in sardo, fuori) e "Accabadoras" (

 coloro che mettono fine alla vita). 

Forza distruttiva, quindi, ma anche rigenerante, in connessione con Anubi, tanto che Set( che rappresenta la coscia del Toro) e Anubi, spesso vengono sovrapposti, nella dimensione misterica della rinascita. 

La relazione peculiare mostrata tra la Zampa Anteriore del Toro  e l'ippopotamo, è menzionata in parecchi testi mitologici.

Iside, sotto le  sembianze di ippopotamo, sorveglia questo legame della zampa anteriore del Toro, legata con una catena d'oro a due pali. 

Simbologia del giogo, de su Juvale. 

Il Toro domato, tenuto al giogo da Femminino. 

D'altronde, la dimensione della gestione della vita e della morte, è sempre stata di competenza del Femminino, ma lo vediamo anche dalle nostre archetipali icone sarde femminili, della Filonzana, la filatrice, con i due fusi, della quale ho approfondito la simbologia, perché è l'archetipale Fanes, la portatrice di luce( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/01/la-be-fana-jana-fanes-sa-filonzana-e-la.html?m=0), fino ad arrivare a figure importantissime, fino ai nostri giorni, come quella de S'Accabbadora ( approfondimenti https://maldalchimia.blogspot.com/2023/08/dea-acca-laurentiaaccabadorasan-lorenzo.html?m=0) 

Figure femminili legate alla nascita /rinascita, alla luce, in questa o nell'altra dimensione. 

Resta il fatto che la costellazione della Zampa Anteriore del Toro, associata a quella dell’Ippopotamo, è di origine antichissima, indissolubile. 

Gli umani divinizzati, sempre a riflesso delle costellazioni. 

Se Set, Paredro della Dea  ippopotamo Tueret, rappresentava il Solstizio invernale,  la nascita di Horus, la dea Tueret,  rappresentava il Solstizio estivo. 

Solstizio estivo che celebra la luce, e la Dea Tueret, celebrava il parto, il venire alla luce, nel  cielo del Nord, di Mesket,  dell'immortalita, l'Eden, l'albero della vita difeso dai due cherubini. 

Asino e bue si sovrappongono, come simbologia ( il bue e l'asinello a difesa della mangiatoia, è un'iconografia arrivata fino ai giorni nostri, come i due cherubini a difesa dell'Arca dell'Alleanza ). 

La  Zampa Anteriore di Set incatenata ai due pali d’ormeggio di pietra, affidata a Iside, che sotto le sembianze di un Ippopotamo, “il bue delle acque” come lo chiamavano gli Egiziani, la custodisce e la sorveglia. 

Tutte costellazioni che trovano risonanza nella simbologia della nostra Antica Civiltà Sarda perché davanti al toro si trova anche  la dea Serket( anche questo, molto interessante, la Dea Scorpione, simbolismo legato alle acque, ai Giganti di Mont'e Prama - https://maldalchimia.blogspot.com/2024/05/simbolismo-zig-zag-guanto-gigante-di.html?m=0). 

Le Mesket, le guardiane del cielo, sempre vigili, quelle fanno girare il mondo ( come il giogo, il carro, che gira sempre su se stesso) e rendono immortali, con un Focus, in particolare, per queste costellazioni tra Sagittario e Capricorno. 

Parentesi. Tra Sagittario e Capricorno, si trova Ofiuco, che è strettamente legato alla nostra Antica Civiltà Sarda ( approfondimenti https://maldalchimia.blogspot.com/2023/10/ofiotauro-simbolo-del-toro-e-del.html?m=0) di cui ho parlato anche recentemente, riguardo un bronzetto, che ha due simboli legati al Sacro Femminino, l'elmetto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/06/bronzetto-ofiotauro.html?m=0) e il palo ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/06/bronzetto-ofiotauro-palo-asherah.html?m=0). 

 

Iside, sotto le  sembianze di ippopotamo, sorveglia questo legame della zampa anteriore del Toro, legata con una catena d'oro a due pali. 

Interessante notare che la dea ippopotamo è spesso rappresentata in piedi con una mano sul segno Sa, che significa protezione e sulla schiena ha spesso le zampe del dio coccodrillo Sobek, rappresentante delle forze disgregatrici. 

Un amuleto usualmente rinvenuto è un coltello sacro, o un bastone da lancio, ricavato da una zanna in avorio d’ippopotamo, recante immagini di molte divinità armate di coltelli e/o del geroglifico “sa” ( ), ovvero “protezione”, che veniva poggiato sul ventre della partoriente per allontanare il pericolo.. 

"Sa" è l'articolo determinativo usato nella lingua sarda, "la". 

"Sa" è anche la radice di Sardegna. 

Coincidenze? 

Il coltello, come ho scritto pochi giorni fa, il coltello simbolo del solstizio è Sa Arrasoja ( https://maldalchimia.blogspot.com/2025/06/il-pugnaletto-sardo-e-il-solstizio.html?m=0), un simbolo solare, del venire alla luce, collegato quindi alla stessa simbologia della Dea Tueret, che era la protettrice del parto, tanto che, dei 58 coltelli sacri noti, ben 45 ne contengono la rappresentazione normalmente appoggiata, o recante, il geroglifico “sa”.

La Dea Tueret ( chiamata anche Ipet), verrà chiamata anche “R(e)r(e)t”, la “scrofa”, e come tale assimilata a Nut, protettrice dei morti e delle necropoli, con il compito di difendere Osiride, durante il suo viaggio nella Duat. 

La  dea è rappresentata come un ippopotamo crestato con un coccodrillo sulla schiena.

E anche questo è molto interessante, perché vi è "correlazione tra  il nostro pozzo Sacro Canopoli, con il suo gemello nel pozzo di Nulvi, e con la conformazione a Menat, che contraddistingue, e funge da equilibrante, i nostri pozzi Sardi, e il pozzo di Kom Ombo, tra Nubia ed Etiopia( a cui siamo particolarmente legati per una serie di motivi) può essere un riferimento a quella dimensione di catabasi/anabasi,  dell'oltretomba, collegata al dio Sobek, consorte della Dea Hator, il cui simbolo è proprio il Menat. 

Il pozzo Canopoli, ha la stessa radice del nome  dei Canopi Egizi, lo stesso nome quasi. 

I vasi canopi sono contenitori destinati a racchiudere gli organi interni( polmoni, fegato, stomaco ed intestini) asportati dal corpo durante la mummificazione"

( approfondimenti a riguardo nel mio scritto https://maldalchimia.blogspot.com/2024/07/pozzo-canopolicanopi-egizi.html?m=0) 

Vi erano anche dei "geni" che presiedevano al parto, come Meskhenet , e tutelavano la madre (Tueret, che proteggeva la Madre) ed il nascituro, il nano Bes, che proteggeva i neonati 

Meskhenet recava  sul capo un geroglifico che rappresentava un utero bovino, molto interessante, perché è una conformazione uterina presente nelle nostre Domus de Janas ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/09/petroglifo-sardo-e-siciliano-confronto.html?m=0/ https://maldalchimia.blogspot.com/2023/03/spirale-speculare-domus-di-oredda.html?m=0) 

Sul Dio Bes, idem, ho trovato tante corrispondenze con la nostra Antica Civiltà Sarda, una figura che ho sempre trovato interessantissima, a cui vi rimando agli approfondimenti 

https://maldalchimia.blogspot.com/2024/06/dio-besmanico-di-rasoio.html?m=0

https://maldalchimia.blogspot.com/2022/08/dio-besgorgone.html?m=0

https://maldalchimia.blogspot.com/2022/09/dio-besgorgone.html?m=0

https://maldalchimia.blogspot.com/2024/06/il-dio-be-bessiu-custode-della.html?m=0. 

Come vedete, i simboli rivelano sempre correlazioni straordinarie, ricchissime di collegamenti, di linguaggio celato, ma identificabile, e soprattutto, sempre una correlazione con le dinamiche dell'universo, delle costellazioni, e questo, è assolutamente straordinario, perché trovo sempre straordinari riscontri soprattutto con la nostra Antica Civiltà Sarda, che considero Matrice assoluta delle altre. 

Con infinita gratitudine sempre, per queste piste. 


Tiziana Fenu 

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Giovanni /juvale/Orsa maggiore