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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

domenica, dicembre 31, 2023

💙Energie 31/12 /2023 - 1/1/2024

 Che energie avremmo tra oggi e domani, in questo importante passaggio dal 2023 al 2024?

Oggi siamo di domenica, un 31/12/2023

Siamo in Luna calante in Vergine, in una domenica che onora il Sole, guidati dall'energia del Sacro Archetipo Ebraico Nun, il quattordicesimo, con funzione "trasformazione", e dall'Arcano Maggiore XIV della Temperanza.

La Nun è collegata al segno dello Scorpione( che riguarda sempre la dimensione "acqua" della Nun) e al senso dell'olfatto. 

Domani, Lunedì, invece, 1/1/2024, siamo sempre in Luna calante in Vergine, in un lunedì che onora la Luna, e saremmo guidati dall'Archetipo Yod, il decimo, con funzione "concentrazione", e dall'Arcano Maggiore X della Ruota della Fortuna.

L'Archetipo Yod, si lega proprio al segno della Vergine, in cui si trova la luna calante di domani, e il senso a cui è legato è il " senso del Fare".

La Vergine è terra, è logica, è azione, è costruzione. 

Nel 2023, abbiamo avuto un "Anno 7", legato energeticamente all'Archetipo Zain, con funzione "eternità", che ci ha guidato, come l'Arcano Maggiore VII del Carro, in questo ennesimo viaggio di Iniziazione in noi stessi, come attraverso un viaggio attraverso i nostri 7 chakra, via via, attivati da persone, circostanze e occasioni, attraverso una dinamica mercuriale di equilibrio tra le nostre polarità, per arrivare al trionfo, alla fermezza, all'integrita, che metaforicamente, si lega alla settima Sephiroth Netsah della fermezza coordinatrice, la Scintilla Divina che si è cristallizzata in noi. 

Nel 2024, invece, saremmo in un Anno 8.

Meraviglioso Anno 8, legato all'ottavo Archetipo Heit, con funzione "riparo", coadiuvati dall'Arcano Maggiore VIII della Giustizia, legato al senso della vista. 

Osserveremo, e tanto, in discernimento e fermezza. 

C'è da dire che si inizia l'anno, proprio "con il botto", con un decimo Archetipo Ebraico Yod, legato, come ho già scritto, alla Vergine, all'Arcano Maggiore X della Ruota della Fortuna e al "senso del Fare". 

Quindi, fare, manifestare, attraverso la simbologia della Fortuna, ma anche un manifestare che passa attraverso il dinamismo dell'anno in corso, l'anno 8, la Heit, con un profondo senso di Giustizia, di cosa sia giusto o no. 

Questo è possibile, perché, a livello archetipale, la Yod che dà la nota di inizio di quest'anno( e non ci poteva essere Archetipo migliore per inaugurare quest' anno di Manifestazione), con funzione "concentrazione", è proprio il punto di inizio, di snodo, di ogni creazione. 

Contiene in sé, l'energia monadica delle due polarità, talmente importante, da essere la prima lettera del tetragramma divino YHWH. 

La più piccola lettera dell'alfabeto ebraico, che simboleggia semplicità e umiltà, con la sua grafica come un punto. 

Noi siamo il nostro punto di inizio. 

Di inizio e di fine. 

Da noi, inizia e finisce tutto. 

Siamo pensiero, idea, manifestazione non ancora rivelata. 

Siamo potenziale. 

I due piccolissimi trattini della Yod, indicano il legame trascendentale con la Coscienza Superiore, e il trattino inferiore, il radicamento nella materia, nella quale si manifesta questa Coscienza Superiore, di cui noi siamo veicolo, attraverso la nostra Consapevolezza, che permette la Manifestazione. 

Due polarità, maschile e femminile, che si incontrano e si complementano nella Yod, per creare, per manifestare. 

Ma a questo passaggio di domani, di inizio anno, ci sta preparando, energeticamente, l'Archetipo che ci guida oggi, la Nun, con funzione "trasformazione". 

Il quattordicesimo Archetipo Nun, la Vesica Piscis degli Archetipi Ebraici. 

Il "due volte il sette", dell'anno 7, Zain, appena trascorso. 

La Nun, che abbiamo incontrato tante volte, ultimamente, sappiamo bene che è legata alle acque trasformatrici di rinascita, di trasmutazione, alla Vesica Piscis, che complementa in sé l'energia e la sinergia creatrice delle due polarità, in cerca di quell'equilibrio che si è stabilizzato con la Yod, il decimo Archetipo, che, attraverso la Nun, diventa espansione, Geometria Sacra, Architettura Divina che agisce attraverso le nostre vite, la nostra Presenza a noi stessi, attraverso il nostro fare e manifestare, per attraversare un ennesimo portale iniziatico. 

Il portale di un Anno 8, Archetipo Heit, dopo il percorso iniziatico dell'Anno 7, che ci ha fatto sperimentare le nostre potenzialità. 

È il momento di varcare la soglia.. 

La forma della Heit, rimanda ad una doppia porta, proprio come il numero 8 

Due crune di ago sovrapposte e speculari. 

Una doppia porta particolare, dalla quale si accede ma, nel contempo, si esce anche, con il potere della Consapevolezza, che ci offre la possibilità di accedere a conoscenze superiori, ma anche di saperne uscire. 

Sono gli otto vertici del cubo. 

Quella dimensione tridimensionale, a cui si ha accesso, partendo dalla dimensione terrena, bidimensionale, del quadrato. 

Uno spazio di creazione, di infinite possibilità, che rappresenta l'accesso al nostro personale tempio, in cui dilatiamo, in forma tridimensionale, il nostro tempo, in grado di percepire e canalizzare questa connessione superiore. 

L'infinito delineato dal numero 8, rende bene, graficamente, questo tipo di connessione. 

Un doppio cubo, che ci offre l'accesso ad energie superiori. 

Questo accesso, è possibile solo se vi è la volontà di offrire "riparo", protezione, un preservare, come indica la funzione "riparo" dell'ottavo Archetipo Heit, a questa connessione tra polarità, dilatata in una dimensione energeticamente superiore a quella terrena, in cui vi è un patto sacro, un'unione ierogamica, sacralizzata da un riparo metaforico, perché la funzione della Heit, è proprio il riparo. 

L'ambiente sicuro, che preserva. 

D'altronde, se ci pensate, anche le prime fonti battesimali avevano una forma ottagonale, così come cattedrali o luoghi di culto. 

La simbologia del numero 8, sacralizzata, sigilla, questa antica alleanza, la rinnova, facendole fare il salto di Ottava, da una dimensione terrena, rappresentata dal quarto Archetipo Dalet, all'ottavo della Heit, che è Femminino che si dilata come un grembo, per accogliere le infinite possibilità di Creazione. 

È il cubo su cui siede l'Iside nera, la Madre Primordiale, la Madre dello stesso Sole. 

Si inizia l'anno 2024, proprio di lunedì, proprio con l'energia femminile della Luna, che ha un'energia centuplicata dalla sua dimensione spaziale acquisita attraverso la Heit. 

Ha il senso della Giustizia (Arcano VIII) 

Ha il dono della Parola e del Silenzio. 

Ha la forza spirituale che amministra la Giustizia. 

Osserva, soppesa. 

È nel suo Sacro Tempio, in connessione con la sua dimensione divina, spirituale. 

È in un ambiente "al riparo", con dei confini precisi, che rispondono ad un ordine Universale, che trascende quello Umano, terrestre, che porta Equilibrio, Armonia. 

Ma già, l'energia di oggi, con l'Arcano Maggiore della Temperanza, ci stava preparando a questo passaggio. 

È tempo che la conchiglia si dischiuda, per mostrare la perla che è diventata durante questi 4 anni, da quando è iniziato il tutto. 

Nel 2020 eravamo in un anno del 4. 

Sacro Archetipo Dalet, il quarto, con funzione "solidità", il potere terreno, Arcano Maggiore IV dell'Imperatore. 

La materia . Il possedere. 

È stato messo a dura prova anche il confine del nostro, della materia. 

Del nostro corpo, violato da imposizioni illogiche. 

Ma eravamo nella dimensione dell'avere, e non ancora dell'essere. 

Abbiamo un corpo, che non è solo nostro, ma Siamo anche Corpo.

Cosi come "siamo", anche ciò che abbiamo dilatato nel nostro 8, nel nostro Tempio, nel nostro Cubo Sacro. 

Abbiamo costruito. 

Il tempo dell'avere è stato superato. 

È tempo dell'Essere. 

Del manifestare ciò che, da Coscienza, è salito a Consapevolezza. 

Abbiamo imparato a "giocare "con il nostro Fuoco interiore. Con il nostro Cristo. La nostra Kundalini. 

Abbiamo imparato a conoscerla. 

Adesso deve farci da guida, non solo ai 4 angoli delle nostre zone buie terrene, ma, agli 8 cardini della nostra dimensione animica, tridimensionale, in questa dimensione. 

Concretamente. 

Perché è da qui , che inizia la Manifestazione. 

La 

Yod creatrice. 

La connessione energetica con le nostre infinite possibilità divine. 

Il punto di inizio, di snodo. 

Come il punto di fuga di tutte le nostre architetture tridimensionali, come faretti di luce puntati a creare le coordinate delle nostre personali cattedrali. 

Pietre angolari di ogni nostra costruzione. 

Siamo stati creati tutti in doppio. 

Nel maschile e nel femminile. 

Uguali, speculari.

Due braccia, due gambe, due polmoni, due emisferi cerebrali. 

Due zone che custodiscono gli elementi riproduttivi. I te*sticoli e le o*vaie. Speculari anche queste. 

Poi si erge lui. 

L' imperativo. 

Il Verbo. 

Il Logos. 

"Fa*llo" 

"Se lo devi fare , fa*llo!!!"

Il Fall*o è il fare, il manifestare, la nostra energia creativa. Ciò che unisce e va oltre la dualità. 

Cio' che si deve manifestare adesso è la nostra Anima, nella materia, in quel numero 8 che è infinito, che scalpita, come unione dei 4 vertici di due cromosomi ad X, che insieme, diventano un "8" infinito. 

Unione di cielo e terra. 

Di possibilità e di realizzazione, che nasce come dall'unione di due gameti, che nei loro rispettivi "4 filamenti cromosomici " si uniscono ad un' altro "4" per formare un 8. 

L' infinito. 

L'unione tra cielo e terra. 

Il Cristo. 

Quell' istante di infinito che si cristallizza in noi, prima di un'altra divisione feconda e necessaria. 

In un miracolo che si rinnova costantemente. 

Il "respiro della vita", la nostra Anima, la otteniamo proprio in seno a questo "4 costruttore", che si dilata nella tridimensionalità dell'8, della Heit, grazie al potenziamento della Yod, imparando a non temere ciò che ci fa paura. 

Distinguendo ciò che ci illude e ci allontana da questo processo di costruzione di noi stessi. 

Imparando a fidarci. 

È la quadratura del cerchio che ci definisce come Anime. 

Perché "a chiunque ha, sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha."

(Matteo 25, 29)

Dio costruisce dove vede abbondanza in prospettiva, in potenza. 

In tridimensionalità, consapevole già della connessione con il Divino, che implementa in sé, per definizione, infinite possibilità. 

Rendiamoci  "edificabili". 

Terra fertile. 

Per noi stessi, ma anche per gli altri. Facciamo dei nostri Demoni, dei validi collaboratori per il nostro Daimon.

Demon/Daimon.

Senza paura. E fidandoci.

Facciamo rinascere l'altro, nei nostri occhi, ogni volta che lo guardiamo. 

Facciamoci occasione consapevole, in ogni contesto. 

Ingravidiamo l'esterno di ciò che è già nell'interno. 

Essenza creatrice e feconda, senza distorsioni. 

Fecondiamo inanzittutto noi stessi. 

Sinuosamente. Per offrire agli altri la parte migliore di noi, della nostra Essenza

Siamo stati, per il 2020, dei Cromosomi "4", viventi. 

È tempo di espansione e manifestazione 

Cromo-somi.

Fertile cromo-terapia per noi stessi e per tutto ciò che ci circonda. 

Un "corpo di colore" ( "cromo- soma") bianco. 

Come una tela su cui dipingere i più belli dei nostri progetti, delle nostre iprirazioni. 

Perché il bianco contiene tutti i colori, ed è di elevatissima luminosità. 

Buon Corpo di Luce per questo 2024, da Cromo- somi, Costru-ttori  Cristici di Corpi di colore, come Arcobaleni che uniscono in un unico infinito, tutti i finiti possibili. 


Tiziana Fenu 

©®Diritti intellettuali riservati 

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Energie 31/12/2023 - 1/1/2024



sabato, dicembre 30, 2023

💚Origine babilonese Capodanno

 Origine babilonese del Capodanno. 


Il Capodanno ha un'origine molto antica, e pare risalga, perlomeno dalle fonti scritte, al periodo Babilonese.

Il Capodanno babilonese si chiamava Akitu, una festa molto importante, distribuita nell'arco di 12 giorni e celebrata nel mese di aprile, un mese chiamato Nissanu, in cui il quarto giorno , il sommo sacerdote, celebra, attraverso l'Enuma Elish, l'Epopea babilonese della creazione, scritta nel 2300 aC circa, il tempo caotico degli Dei.

In questa occasione, Marduk, figlio di Ea e Damkina, associato al pianeta Giove e protettore dell'impero Babilonese, allegoricamente, uccideva Tiamat. 

Tiamat è il nome con il quale questa civiltà chiamava la Terra, e la traduzione letterale di Tiamat è “vergine che dà la vita”, dea delle acque sovrastanti, quelle salate, insieme ad Apsu, dio delle acque sottostanti. 

La loro sinergia, portò, emergendo dal vuoto e dal caos primigenio, alla creazione dell'universo materiale. 

Nei miti successivi, Tiamat mantiene il suo ruolo di “Madre di tutti gli Dei” ma, insieme al consorte, lotta con i suoi figli sotto forma di enorme drago e progenitrice di terrificanti mostri, ibridi e demoni, fino a che un “eroe civilizzatore” ( Anu, Enlil, Marduk, Indra, Thor, Zeus, Yahweh, Mitra, ecc..

Anche il San Giorgio cristiano, che uccide il Drago, proprio in concomitanza dell'inizio del segno del Toro, due giorni dopo, il 23 aprile, non riesce a sconfiggerla e, talvolta, a smembrarla per creare la terra e il cielo. 

Questo delinea anche il passaggio da  civiltà prevalentemente matriarcali, pacifiche, verso delle società prevalentemente più aggressive, patriarcali. 

Il nome “Tiamat” deriva proprio dalla radice sumero/accadica per “mare” e, probabilmente, è da questa stessa radice che deriva il termine “thalatte/thalassa” (“mare”) in greco, nonché “tehom” nei dialetti semitici nord-occidentali, con il significato di “abisso, profondità”, parola che troviamo anche nella Bibbia ebraica. 

Stiamo parlando, dunque, di un’entità primordiale estremamente potente, Madre Cosmica di tutte le divinità del mondo antico, collegata in particolar modo con la forma del "serpente/drago/mostro Marino", con le acque salate generatrici di vita, il caos primigenio e gli imperscrutabili abissi dell’oceano.

Tiamat, il drago che appartiene ai quattro elementi, terra, aria, acqua e fuoco, che domina il Caos. 

Il Sacro Femminino da cui tutto ha inizio. 

Integro, completo, solstiziale ed equinoziale. 

Che governa i quattro elementi, come Madre Terra, ma in connessione anche con la dimensione eterica/spirituale, come l'Archetipale Tanit

Il serpente, la Dea Madre creatrice, che custodisce un grande tesoro, come è tradizione dei draghi. 

Un grembo, una tholos. 

Una spirale serpentina che custodisce la vita. 

Dal corpo fatto a pezzi di Tiamat, verranno creati il cielo e la terra. 

È il sacri-ficio necessario, per rendere sacra e fertile, la terra. 

Il sangue del drago è prezioso.

Contiene l'immortalità, e può diventare veleno, nelle mani sbagliate. 

È un tentativo, quello di Marduk che uccide Tiamat, di rendere mortale questo Sacro Femminino che si rigenera continuamente da sé stesso, attraverso il suo stesso sangue, veicolo di vita e di morte, in una partenogenesi continua, che non è accessibile al Mascolino, quindi viene castrata, invalidata, nel Femminino. 

Il sangue è iniziazione, fertilità, sacrificio, di alleanza con gli Dei.

Dissanguare Tiamat. 

Renderla mortale.

Il sangue è sacro. 

Il sangue è Anima. 

Il sangue è frequenza vibratoria divina. 

Contiene il plasma, il cui nome indica non solo il componente maggiore del sangue, ma anche il più alto veicolo eterico di energia, di elettricità ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/04/plasma.html?m=0) 

Attraverso il sacrificio umano la divinità si manifesta. 

Anche il sacrificio di Cristo, e successiva resurrezione/rinascita, avviene in un mese, aprile, che corrisponde al mese del Sacrificio della Tiamat babilonese. 

Durante l'equinozio di primavera, quando i 7 pianeti sono allineati. 

Sette pianeti, come i 7 percorsi del labirinto archetipale. 

Il respiro della vita, della rinascita continua, si può solo nel labirinto.

Il labirinto simbolicamente, come cordone ombelicale, attraverso il quale passa il respiro della vita di madre in figlio/a.

Labirinto come luogo di RI-nascita. Il Minotauro può rinascere ed elevarsi dalla sua forma bestiale, solo dentro un percorso iniziatico, ritrovando se stesso, nel labirinto/cordone ombelicale di Arianna, che simboleggia il Sacro Femminino.

Un percorso iniziatico a 7 percorsi, come i 7 chakra, ma anche, in scala più ampia e universale, come i 7 pianeti allineati, che formano l'armonia delle sfere celesti.

Nel labirinto si ritrova l'armonia, il proprio centro, individuale e universale.

Si ritrova il centrale respiro della vita.

Il respiro che ci è stato insufflato da Dio, dal Divino.

La ritualistica del sacrificio, è accompagnata spessissimo da formule ritualistiche da pronunciare durante la cerimonia. 

Aprile è il mese del segno del Toro. 

Il Toro è legato al chakra della gola. 

Quindi della parola. 

Ma il chakra della gola Vishudda, è legato, per corrispondenza vibratoria, anche all'apparato riproduttivo femminile ( che in sardo, viene chiamato "udda". 

Udda/Vishudda.. Corrispondenza, non a caso) 

E il Toro, è un segno femminile, governato da Venere, che rappresenta Madre Terra, con la sua fertilità in potenza. 

È molto simbolico che il Capodanno babilonese si festeggiasse proprio in Aprile. 

È il passaggio necessario, verso il segno del Toro, per fertilizzare di sangue fertile la Terra. 

Anche Mitra uccide il Toro per questo motivo, affinché il sangue del Toro rendesse la fertile terra, ricca di tanti Doni ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/11/mitra-che-uccide-il-toro.html?m=0) 

Anche in Sardegna, nel pozzo Sacro di Santa Cristina,  la ierofania più importante, della "resurrezione/rinascita" si verifica in aprile, il 21, con la ierofania sul dodicesimo anello della tholos, proprio sotto il segno del Toro( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/aprile-simbologia.html?m=0) 

Ierofania, che doveva essere accompagnata, sicuramente da dei riti, preghiere, "brebus" Sardi, che ancora oggi sono dei potenti riti orali di guarigione (e la parola, è di dominio energetico del Toro) per la medicina dell'occhio, "sa mexina de s'ogu", praticata per lo più con l'acqua e l'olio. 

Olio che sicuramente veniva utilizzato a pelo d'acqua, nella cisterna del pozzo, per enfatizzare la ierofania sul dodicesimo anello della Tholos, così come succede all'interno delle Domus de Janas, che ripropongono un allineamento che passa sull'enfatizzazione del catino a tre anelli, come le tre dimensioni dei tre mondi, allineati con l'ingresso del sole e la sua ierofania divina ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/04/allineamento-domus-sincantu.html?m=0) 

Un Capodanno, quindi, che affonda le radici nella notte dei tempi, ma, che, ne sono certa, ha ribaltato, come sempre succede, snaturandone il significato, qualche ritualistica cerimoniale che onorava il Sacro Femminino, per ciò che è. 

Come portatore di abbondanza e fertilità, senza questo passaggio "imposto" dal patriarcato, del sacrificio. 

Un aprile, importantissimo anche per l'antica Civiltà Sarda, traguardato da una ierofania che si manifesta proprio nel primo giorno del Segno del Toro, quando sole e acqua si congiungono in sinergia, per manifestare il Divino tra gli Umani. 

Si dice che l'origine del Capodanno, sia babilonese, ma proprio in ambito Mesopotamico/babilonese, troviamo degli Archetipi antichissimi, che hanno come Matrice la simbologia della nostra Antica Civiltà Sarda. 

Osservate Marduk, ha la stessa disposizione della divinità mesopotamica Assur. 

Una configurazione archetipale, come spiego nel mio scritto( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/07/alfa-e-omega.html?m=0), che si trova, come simbolo antichissimo, l'Alfa e l'Omega primordiali, nella nostra Antica Civiltà Sarda, nelle stele di Laconi ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/07/alfa-e-omega.html?m=0) e nelle Domus de Janas ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/06/domu-de-jana-dei-due-simboli.html?m=0). 

Ci sono moltissimi elementi in comune, tra civiltà sarda e mesopotamica, l'ho sottolineato più volte. 

Ma resta sempre, perlomeno in questo ambito simbolico, archetipale e antropologico, la simbologia del Femminino, che attraverso il suo sacri-ficio, rende Sacra la terra, come la simbologia dell'ovulo, che nonostante non sia stato feco*ndato, nonostante muoia, rilascia ugualmente energia, san*gue, simbolo di potenziale fecondità e fertilità. 

È la metafora del ciclo della vita, che contempla, e implementa in sé, la dimensione della vita e della morte contemporaneamente. 

Come la simbologia alchemica di Persefone, che trova la sua forza, la sua integrità, anche attraverso la "frammentazione", rappresentata simbolicamente dal frutto della melagrana. 

Una Dea potente e indispensabile alla fertilità della terra, che accetta anche la sua condizione di frammentarieta', tra ombra e luce, tra vita e morte, e ne trae potenza, nel momento in cui accetta i 6 arilli di melagrana, numericamente, simbolo, della sinergia tra maschile e femminile, di cui il Femminino è grembo e custode, eternamente integro a sé stesso, per isiaca Memoria  Integra di Sé, capace di ricomporre anche la sua controparte mascolina, Osiride. 

Il mito si ripete. 

L'Archetipo resta integro, nonostante le frammentazioni. 


Tiziana Fenu 

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Origine babilonese capodanno





💙Capodanno, anno benedetto

 Questo è stato un anno benedetto per me.

Mi ha insegnato a portare nella materia tutto ciò per il quale la vita mi ha sempre allenato. 

Ho provato la stessa soddisfazione che si prova nel ripercorrere a ritroso, all'indietro, le orme dei piedi sulla neve. 

A far finta di essere scomparsa ad un certo punto, dal percorso, dalla mia stessa vita, e ricomparire. 

Con tutto il carico di un pupazzo di neve creato dal nulla. 

Sono abituata alla neve. 

Ho imparato a giocarci, con le nevicate ghiacciate sull'Anima. 

Come quelle palle di vetro che rovesci come una clessidra, e a forza di farlo, ne scorgi anche l'incanto. 

Ho imparato a fare lo stesso gioco con la clessidra. 

Con lo scorrere del tempo. 

A dilatarlo, a modellarlo al mio tempo interiore. 

Ero già allenata a questo. 

A crearmi un tempo-tempio che consentisse la mia manifestazione. 

Nella mia solitudine. 

E a non sentirmi sola in essa. 

Due parole così simili, tempo e tempio. 

Perché in fondo, il tempo, è come un tempio. 

Ogni volta che dedichiamo del tempo a qualcosa, a qualcuno, a noi stessi, con amore, profondità e trasporto, stiamo creando un tempio di raccoglimento, di preghiera, di intima connessione. 

Questo tempo-tempio, quest'anno, è stato per me.

Non perché l'abbia voluto o cercato. 

Ma semplicemente perché la vita, le circostanze, le persone, mi hanno preparato ad esso. 

Con la loro presenza o con la loro assenza.

Su molte cose/persone /emozioni/occasioni, ho perso tempo. 

Ho perso tempo. 

Ho perso peso. 

Ho limato. 

Ho alleggerito. 

Ho fatto decantare. 

Mi sono ubriacata di me. 

Ho perso tempo. 

Ho ritrovato il tempio. 

È stato l'anno della mia Manifestazione. 

Del mio personale Logos. 

Mi sono ascoltata, come ho fatto tante altre volte, e ho percepito la mia personale frequenza.

Sapevo già. 

Ma c'era ancora troppo rumore, affinché potessi percepirla chiaramente. 

Quando impari a rilasciare, a fare vuoto, diventi cassa di risonanza, e puoi percepire anche il lieve battito delle tue ciglia. 

Ho imparato a lasciare. 

A non guardarmi indietro. 

A non elemosinare. 

A non chiedere. 

A non credere. 

Ad ascoltare. 

A percepire. 

A ricordare. 

A non aver paura del già visto

A non credere alle parole, ma solo ai fatti. 

Ma ho imparato a creare con le parole, quella dimensione che mi è stata, di volta in volta, concessa di vivere, di ricordare, di ammirare, di sentire incastonata nel cuore. 

Di essere portata tra le mani, come un Dono, per il tempo che mi è stata concessa. 

Le Dimensioni del mio Altrove. 

Dove ero, e sono, Pienezza e Completezza, in respiro sincrono con l'Universo. 

Dove sono stata Manifestazione in altre Forme. 

Ho centinaia di vite in me. 

Non posso essere mai sola. 

Ho imparato a dire "Amore", senza la paura che mi si frantumasse tra le mani. 

Ho imparato che non esistono legami, ma solo Frequenze. 

E che a volte, si cambia stazione, e non è più importante. 

L'importante è continuare a danzare, e percepire l'emozione delle note. 

Un ballo lento, in due è meglio. 

Ma se non hai la musica nel cuore, anche in due, può essere l'abisso. 

Ho imparato ad amare in silenzio, e a quanta dolcezza e protezione possa esserci, anche solo in un pensiero d'amore, di passione. 

Ho imparato a non stagnare. 

A tenere la mente attiva su più fronti. 

A renderla elastica. 

Ciò che non segue, lo lascio fermo. 

Se anche il corpo non vorrà più seguire, sarà giusto così. 

Ha un'intelligenza sua

E sa cosa è meglio per la mia Anima. 

Io non inseguo più. 

Non disperdo più. 

Ho imparato a capire quanto valgo. 

Valgo tutto ciò che non mi è stato ancora donato. 

Poiché ne valgo l'attesa. 

Valgo quell'ombra che ho sempre lasciato alle mie spalle, pur di seguire il sole. 

Valgo la luna argentea che mi scalda di tepore, come una figlia partorita ad ogni lunazione. 

Valgo un uomo che nei miei occhi veda tutto ciò che può desiderare al  mondo, e mi tenga tra le mani come una gemma preziosa. 

Sono stata vetro per chi non mi ha riconosciuta. 

Ma un Diamante non lesina luce altrui, quando può brillare della propria luce. 

Valgo ciò che ancora sta accumulando e custodendo valore per me. 

Ho imparato a ridere di me, e con me. 

L'affollamento non fa per me. 

Devo sentire esclusività. 

Attenzione, riguardo. 

Sulla distrazione, non mi soffermo più. 

So dare attenzione. E attenzione esigo.

Oltrepasso gli occhi e arrivo fin dentro l'Anima. Ma solo se sono fissi sui miei. 

Non seguo più. Ho trovato il mio centro.

E il centro, è sempre l'inizio del tutto. 


Tiziana Fenu

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Immagine : "Metamorphosis" di Kristian Zaire


Capodanno, anno benedetto



💙Plasma e sangue

 Riporto questo scritto di Anna, straordinaria come sempre, della pagina "Universo della radionica Due", perché lo trovo molto in Frequenza con ciò che avevo scritto sul plasma/sangue, già tre anni fa( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/04/ho-incominciato-pensare-su-plasma.html?m=0), poi ripescato e ripubblicato quest'anno. 

Come Anna, come sa bene chi mi conosce, svengo, solo all'idea di dover fare un prelievo. In gravidanza ero riuscita a farne solo uno, con tutti i rimproveri annessi e connessi. Non era riuscita a farmi il secondo prelievo, nemmeno una carissima amica ostetrica che era venuta a casa, per farmelo in totale relax. Le vene si erano come "ritirate". Detto così fa ridere, soprattutto per chi è bianca come la neve e ha le vene facilmente individuabili. 

Niente da fare. 

Il mio corpo si rifiuta di sottostare ad una situazione invasiva e forzata  come un prelievo. 

Mi succede anche con i tagli, ma non con il sangue in genere. 

È il taglio, la ferita, la fuoriuscita, a farmi perdere i sensi. 

Il prelievo. 

Una parola che ha la stessa radice di preservare. 

C'è una componente genetica di sicuro. Siamo tutti così, i Sorrentino.

Ma credo, sia più, la componente animica.

Una debolezza, per molti, ma che ho scoperto essere, animicamente, un preservare.. 


Anna, nel suo post, scrive ( https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=122135582198078509&id=61552355291902) 


"Pur avendo io un sangue particolarmente raro e ricercato,ho sempre "Sentito" che donarlo non era come in molti pensano, un atto d'amore...

Il mio Spirito Superiore mi conferma questa cosa con una particolarità alquanto singolare:Ogni volta che per motivi diagnostici faccio un prelievo di sangue,mi devono portare in sala rianimazione 😂.

Scherzo...

Non proprio in rianimazione,ma inizio a sentirmi male,con una sensazione di mancamento,vedo le palummelle davanti agli occhi e devono darmi acqua e zucchero.Questo non perché non sopporto la vista del sangue,infatti anche se giro lo sguardo dall'altra parte,non riesco ad evitare questo malessere.Il periodo della gravidanza fu per me un martirio a causa dei continui prelievi.Con gli anni ho riflettuto su questa cosa,ed ho capito che in effetti non sopporto che mi sia prelevato,perché conosco intuitivamente il valore e l'importanza di questo liquido prezioso,mi sento in un certo senso violentata, e privata di qualcosa di estremamente privato ed intimo.Non è però conosciuto il valore spirituale del sangue,e viene considerato come qualcosa di prettamente fisico.

NON È ASSOLUTAMENTE COSI!!!

Il sangue ha una importanza massiccia a livello energetico,e praticare trasfusioni,come pure effettuare trapianti di organo,è causa di tanti problemi evolutivi,che si ripercuotono sul lato Spirituale dell'essere umano.

Nel sangue è contenuta la vibrazione della vita,ed è   unica per ognuno,solo il Divino,la Coscienza Cosmica che l'ha generata ne ha la potestà,nessuno si può permettere di effettuare manipolazioni di nessun genere,né tantomeno arrogarsi il potere di trasferirlo in un altro corpo.

Nelle Sacre Scritture sono innumerevoli i divieti di astensione dal sangue,sia umano che animale,ma tralasciando questi motivi che qualcuno potrebbe definire religiosi,ce ne sono di altrettanto validi,ma a livello scientifico e mefafisico. 

A livello quantistico è stato dimostrato che una sola goccia di sangue contiene tutte le informazioni bio-energetiche di un'entità biologica vivente.Il sangue è vita,ne contiene la sua forza,infatti è risaputo che chi soffre di anemia,ha difficoltà ad A-FFERRA-RE la vita,poiché ha una frequenza di base piuttosto bassa.

Il sangue costituisce a livello quantistico,un ologramma,una proiezione della sua struttura eterico-astrale.

Il sangue può fungere da Testimone per indagini radiobiologiche,in quanto,come per la FOTO-GRAFIA,che contiene i FOTONI di luce che continuano a risuonare con il soggetto ritratto,anche se esso si trova a km di distanza,anche il sangue continua a risuonare con l'eventuale donatore. 

Nel sangue sono contenuti codici spirituali strettamente personali,che contengono informazioni energetiche,quindi una trasfusione non è solo un passaggio di cellule fisiche,vi lascio immaginare a livello spirituale cosa accade dopo essersi sottoposti a questa pratica,sia per chi lo dona,che per chi lo riceve.Si tratta di un vero e proprio "Patto di sangue",poiché le identità energetiche,i corpi sottili, dei due partecipanti vanno ad interagire tra loro,e le conseguenze sono disastrose. Chi conosce queste informazioni,può capire di cosa parlo...

Chiedetevi perché molti rituali,sia in passato che nei tempi attuali,vedono l'impiego di sangue, animale ed anche umano,fatevele queste domande,nulla è a caso.

Esistono leggi karmiche inviolabili,ed alcune di queste passano attraverso il sangue.Con una trasfusione,si ricevono tutte le eventuali disarmonie vibrazionali del donatore,e si continuerà a risuonare con lui per sempre,anche se non si conosce nemmeno il suo nome.Le cellule sanguigne,le piastrine,i globuli,sono caratterizzate dalla doppia elica del DNA,che oscillando funge da antenna,e produce quindi uno stato di risonanza continuo.La medicina ufficiale dovrebbe agire con Coscienza,ed applicare regole etiche riguardo la questione del sangue,ma purtroppo ciò non avviene,e allora bisogna informarsi e raggiungere da soli questa consapevolezza. 

Il periodo che stiamo vivendo,vede in un futuro piuttosto prossimo,l'accentuarsi di questa pratica,ed è quindi di vitale importanza conoscere queste informazioni.Nessuno può donare o ricevere sangue,poiché come vi ho spiegato,sono implicate questioni ben più profonde,a prescindere dalle discriminazioni che si stanno verificando tra chi ha mangiato le lasagne,e tra chi ha deciso di conservare inalterato il suo patrimonio genetico,materiale e spirituale. 

L'unico sangue preposto alla salvezza dell'umanità,l'unico sangue contenente una vibrazione pura ed incontaminata,è quello Cristico,ed è stato già metaforicamente versato per questo scopo.

Ci sarebbe molto altro ancora da dire,ma non amo fare post kilometrici, magari amplierò in altri post queste info.

SIATE BENEDETTI 💜 

Anna🔥👑"


~~~~~~~~~~~


Di mio, aggiungo che il sangue, è composto per lo più di plasma, che è sostanzialmente acqua. 

La stessa acqua che esce copiosa, insieme, e poco prima del sangue, quando il Cristo viene ferito al costato, in cui la lancia, perfora il pericardio e il cuore, prima di arrivare al cuore, partendo dal basso, perché è la membrana plasmatica, a proteggere tutte le cellule, e anche il cuore, protetto dal pericardio, una membrana sierosa di plasma, appunto. 

Ed è singolare che il plasma, come parola, identifichi sia la componente principale del sangue, sia l'etere, la componente animica, che è pura energia, la stessa dei fulmini, perché un'energia altissima, quella monadica della creazione. 

I "fotoni di luce", per usare la stessa espressione di Anna. 

Trovo elettrizzante, quando i percorsi di Anime affini, pur se con modalità, e tempistiche diverse, concorrono alla stessa Rivelazione di un tassello ancora, in questo percorso di scoperta, di riscoperta, di memoria e di apprendimento. 

I nostri due scritti sono diversi, ma complementari, si integrano e si arricchiscono vicendevolmente, per offrire una visione di insieme, che da soli, forse risulterebbe limitata. 

Ed è per questo che ci si ritrova per Frequenze, per ciò che unisce davvero. 

Questo che segue, è il mio scritto, che trovate sia in pagina che nel mio blog, ma sembra uno scritto unico con quello di Anna, e anche questo, anche oggi, è un Dono immenso e prezioso .

Sempre immensamente grata. 


https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=681425287320562&id=100063592898035


https://maldalchimia.blogspot.com/2023/04/plasma.html?m=0


"Ho incominciato a pensare su "plasma&dintorni " svariati anni fa. 

Percepivo che ci fosse qualcosa oltre il nostro corpo fisico che si manifestasse come una "guaina" al di sopra di esso. 

Era la sensazione di percepire in astrale l'anima, di consistenza plasmatica, come se al tocco si creassero dei cerchi concentrici che si propagavano. 

Inoltre succedeva spesso( e tutt' ora succede) che vedessi sempre lateralmente, specie a sinistra, ma ora anche a destra, dei flash di luce, come filamenti di energia elettrica incandescente. 

Ho definito spesso anche le Anime più evolute, come il PUNTO ZERO, come una sorta di piattaforma sulla quale creare.

Un frammento di Dio su questa terra, un ologramma del grande punto zero per eccellenza.

il vuoto è come uno zero circoscritto da uno spazio.

È uno stato potenziale che non è vuoto assoluto, ma Pieno totale, il quale ha una energia E, fondamentale, duale( yin e yang, che funzionano per attrazione e repulsione( E+/E-) INDISSOLUBILMENTE legate nel PLASMA, contenente l'energia gravitomagnetica ed elettromagnetica.

Quindi questa energia E, contenente le due polarità, viaggia nell'Etere ( altra "E", .come etere e come energia) come pulsazioni, come pacchetti quantici, attraversando lo spazio e il tempo, annullandolo.

"E+" è la luce bianca, la materia visibile. 

"E-" , è la materia oscura, invisibile, la quale anche essa è formata dai suoi lati contrapposti( "E+"/"E-". Maschile e femminile).

Ma ciò che si deve superare in questa dualità e contrapposizione di segni( il "-" contrapposto al "+" e la divisione contrapposta alla moltiplicazione) è proprio la contrapposizione, che in ultima analisi è rappresentata dal segno grafico "X" per", che moltiplica ed espande, e che  riporta sia al centro dell'Etere, al punto zero, sia verso la propria Essenza, perche pulsa, dilata e restringe, come un respiro cosmico, ma pur sempre attratto in forza centripeta verso il punto zero, come se  la X consentisse il completamento della materia con l'antimateria, non più in contrapposizione ma in espansione. 

Un inglobamento della Dualità. 

Il plasma è il quarto stadio della materia. 

Il plasma è un gas ionizzato( il gas è inizialmente neutro, si ionizza facendogli passare la corrente elettrica), e a differenza del gas, ha una conducibilità molto molto alta e risponde bene ai campi magnetici, formando molti fenomeni(jets  e filamenti) , che guarda caso corrispondono ai filamenti elettrici che già da un pezzo vedo al lato dell'occhio sinistro. E le interazioni tra particelle nel plasma, sono molto più importanti e cariche elettricamente di quelle del gas e si crea proprio una dinamicità potenziatrice propulsoria che si estende anche ad altre particelle( non è un rapporto binario come nel gas). 

Questo mi fa pensare al tipo di importanza strategica che hanno le Anime che hanno la stessa frequenza, ma anche le Fiamme( sdoganiamo il termine una volta per tutte. Il rapporto di Fiamma è un 2:2. Siamo Fiamme anche senza  la nostra controparte terrena incarnata. Ci completa in questa dimensione) quando " plasmaticamente", nell'etere si incontrano e coinvolgono con le loro vibrazioni sature elettromagneticamente, anche altre particelle, che vengono investite dalle loro vibrazioni d'amore. 

Inoltre, nel plasma, se si supera una scala spaziale di movimento detta lunghezza di Deybe( è una minima distanza dove elettroni e ioni nel plasma si muovono in modo indipendente), si crea questa Energia potenziale( Energia X) capace di far muovere gli elettroni e ioni verso un corpo unico( fusione fiamme). 

La presenza del plasma sulla terra è quasi inesistente( è nell' etere), si manifesta solo nei fulmini e nell'aurora boreale, mentre nell'universo il plasma costituisce il 99% della materia sconosciuta. 

Quindi il plasma ha cariche in continuo movimento e hanno altissime temperature elettriche, come quelle del fulmine( 30.000°per il fulmine, milioni per il sole). 

Il plasma è un campo magnetico che si autogenera continuamente perche gli elettroni e gli ioni interagiscono continuamente grazie alla forza di Couloumb e nel nostro corpo i portali attivi di questo "accesso" all'antimateria, alle dimensioni "altre" sono i nostri chakra, che fungono da acceleratori di particelle. 

Non tutti sanno che la materia oscura porta molta più luce della materia in questa dimensione, e possiede una frequenza molto più alta della materia fisica. 

Solo campi magnetici specifici  sono in grado di sostenere il plasma dell' antimateria

Il nostro campo elettromagnetico della Merkaba, ben sviluppato è in grado  di trattenere questa energia e di trasportarla all' interno del nostro corpo. 

Tutto il nostro corpo fisico, tutto il nostro sistema nervoso è elettrico, e il nostro corpo di carbonio funge da condensatore. Quindi i campi elettrici naturali del corpo sono collegati ai campi elettromagnetici aurici attraverso i chakra. 

Il corpo bioplasmatico si evolve nella stella a tetraedo della Merkaba, che è una forma ibrida bioplasmatica

È gemellato al corpo fisico a base carbonio attraverso i coni doppi dei chakra, attraverso dei cristalli bioplasmatici che operano allo stato fluido, passando dalla materia all'antimateria.

Non dimentichiamo che la parola plasma indica anche la componente maggiore del nostro sangue. Non a caso. 

Quando si impara a sviluppare la Merkaba, i chakra sono in grado di emettere flussi che permettono geometrie più complesse verso gli stati Merkivici, e vengono attivati un maggior numero di chakra e sottochakra. 

Il corpo di luce è legato alla fisica dei quanti

Cristo ha operato la trasmutazione della materia in energia. Ed è la reintegrazione della Luce a cui siamo chiamati. 

" E io mandero' su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto(Lc, 24-49) 

Sembra così profetica questa frase, cosi attuale e consona a questo momento. L'uomo può ripartorire se stesso. La sua stessa luce, una luce generata da se stessa ( Vangelo di Tommaso 55). Gli apostoli assistettero alla trasfigurazione del corpo di Cristo in Corpo di Luce, e lo fece con una potente emissione di plasma, di natura stellare. 

"Osserva le stelle, tale sarà la tua discendenza"(Genesi 15:5).

Quella discendenza che viene da un Cristo stellare

Cristo. Cristallino. I Cristalli hanno la struttura molecolare merkabica, tridimensionale. 

La luce che si irradia dall'interno verso l'esterno( la Merkaba) viene definita "effusione" ( Atti 2:31). 

L'effusione cristica radiante, ed è ciò che sentiamo quando proviamo la radianza del cuore.

Un calore che si espande. Calore che ha origine nel Luz, che giace nell'osso sacro, il nostro Cristo dormiente che si risveglia nell'energia della kundalini, fino a risalire al chakra del cuore ed iniziare ad irradiare  la luce-plasma che ha la stessa potenza elettromagnetica di un fulmine che squarcia il guscio stesso della creazione. 

È vero che il plasma si autoproduce solo ad altissime temperature, ma è anche vero che la folgorazione cristica,  divina, avviene in un attimo. 

Più volte, in astrale, sono stata dentro aurore boreali, dentro le quali erano immerse delle stelle grandi trenta, quaranta centimetri

Il sole vicinissimo. 

Le aurore boreali, pare che si creino, dall'interazione di sacche di particelle cariche che si vengono a formare negli alti strati dell' atmosfera,  dove si accumulano particelle solari in grado di interagire con l'atmosfera in un secondo momento, dando vita alle aurore boreali a forma di teta( lettera greca), e ultimamente, per via delle grandi quantità emesse dal plasma solare, le autore boreali si stanno manifestando in zone mai viste prima, come Francia, Gran Bretagna, addirittura in California. 

E qui, mi emoziono, perché ancora una volta, l'incastro del puzzle, si è magnetizzato in modo perfetto, ed un altro "pezzo del mio Cielo" si è ricomposto. 

Teta, è la lettera che corrisponde al mio archetipo Sacro di nascita, Teth, il numero 9, e nella sua forma più arcaica rappresentava una città e un sole, quindi il simbolo del Leone. 

E qui ritorniamo al plasma, alla sacra città di Telos, la Sacra città di Lemuria, delle Sacre Fiamme Gemelle, chiamati " i Leoni Ruggenti"

Telos come telomeri. I telomeri che producono trascritti chiamati TERRA, implicati nella regolazione della telomerasi, e quindi nella trascrizione del DNA nella sua integrità. 

Guardate infatti la lettera Teta. Sembra una cellula prima della divisione della mitosi

La stanghetta trasversale mascolina che ingravida il cerchio femminile. 

Ci sarà un luogo, dove l'aurora boreale segnerà una nuova mitosi cromosomica, una nuova Teta, un 9 ingravidato che porterà a compimento la nascita di una nuova Mitosi-mito. 

Nascerà un nuovo mito. 

Nuovi Dei . 

Il cielo e la TERRA ci aspettano"


Tiziana Fenu

©®Diritti intellettuali riservati 

Maldalchimia.blogspot.com

Plasma e sangue





venerdì, dicembre 29, 2023

💛Su Candelarzu di Capodanno

 "Su Candelarzu", il pane Sardo dell' ultimo giorno dell'anno, a forma di disco solare inciso a croce. 

Era antica usanza, e si conserva tutt'oggi, in qualche paese del nuorese, che per l'ultimo giorno dell'anno, si preparasse un pane tipico, chiamato "Candelarzu". 

Si tratta si una sorta di focaccia tonda, schiacciata, che viene distribuita ai ragazzi lungo le case del paese. 

Si andava "a candelare", richiedendo questo pane, suddiviso in quattro quarti, e un misto di dolci e frutta. 

Questo pane è molto particolare, perché deve essere di 35 cm di diametro, e deve essere sezionato con una croce al centro, e 4 croci in ogni sezione. 

Ognuna di queste porzioni è chiamata "Su cocone". 

Ci sono delle apposite filastrocche da recitare durante la questua, e se per caso veniva negata l'offerta, i bambini rispondevano con una sorta di "frastimu", un malaugurio. 

Questo è sintomatico di come il rito fosse molto sentito, tanto che i bambini portavano in dono, a chi offrisse loro la candelaria, un rametto di ulivo, considerato da sempre, e in ogni cultura, un albero sacro e portatore di pace. 

Molto simbolico specialmente per le ragazze, che davano un nome, il loro nome, e quello del loro moroso, a queste due foglie attaccate ad Y, e le mettevano tra le braci del caminetto, nella cenere bollente. 

Se le due foglie si intrecciavano tra di loro, era di buon auspicio. 

La Sacralità della pianta di ulivo deriva anche dai racconti mitologici, nei quali si narra che Ulisse intaglio' il talamo nuziale, per lui e per la sua Amata, Penelope, proprio in un grosso albero di ulivo, ritenuto Sacro, simbolo delle Sacre Unioni Ierogamiche d'Anima.

"Su cocone" è particolare, perché ricorda, nella sua suddivisione a croce, e nella disposizione delle 4 croci, la bandiera Sarda dei quattro Mori. 

Attualmente Sa Candelaria, si pratica solo ad Orgosolo e Benetutti, dove viene chiamata "su candelarzu". 

Il pane viene chiamato anche" sa tundina ", e viene lavorato con pazienza, impastando con calma, semola di grano duro, lievito e strutto. 

E la festa, non è soltanto la questua dei bambini, la mattina del 31 dicembre, ma è anche la festa degli adulti, che di sera festeggiano "su Cocone", passando nelle case di novelli sposi, e autoinvitandosi per un brindisi, festeggiando sino alle prime luci dell'alba e cantando una filastrocca beneaugurante. 

Questo pane bianco, dai bordi frastagliati come un sole, è buonissimo. 

È molto interessante questa suddivisione a croce, in un pane circolare che sembra un sole. 

Questo  simboleggia il cerchio della vita che nell'antica tradizione induista, viene chiamato Pasha,  il nodo fatto con la corda che Shiva tiene nella sua mano destra inferiore.

Assomiglia all'Ank egizio e sta a simboleggiare il lingham e la y*oni.

Quando Shiva è nella forma di  Mahayoghi, l'Asceta Supremo, il Pasha perde il suo significato fal*lico per assumere quello di "porta stretta" che conduce al Regno dei Cieli. 

Allora esso è la Croce nel Cerchio, equivalente alla Croce Ansata egizia, quella sulla quale debbono essere "cro*cifisse" le passioni umane se si vuole attraversare la porta stretta, il cerchio ristretto che si dilata all'infinito, non appena l'uomo interno ne ha superato la soglia.

I quattro punti della croce rappresentano la successione, la nascita, la morte e l'immortalità. 

Era la croce, sulla quale si adagiavano in un sonno profondo, nel sonno di Siloam, per tre giorni e tre notti, prima di essere esposti al sole purificatore e rinnovatore di vita, come dei risorti. 

Si risvegliava il "Sole/Spirito interiore", che illuminava l'uomo appena nato. 

Questa connessione con il Sole, fin dall'antichità, fin da quando veniva indicato con una sva*stica uncinata e quattro punti nelle sue quattro sezioni, risale fin dai tempi antichissimi, e secondo me, l'evoluzione naturale è stata la bandiera dei quattro Mori, con quattro sezioni. 

Forse i 4 Mori erano gli antichi Falasha, gli Eb*rei neri, gli Iniziati, i discendenti di Menalik, figlio del re Salomone e della regina di Saba ( la Sapa/saba, è una brelibatezza tutta Sarda), gli stessi della tribù di Dan, gli antenati degli Shardana. 

Potrebbe essere un'ipotesi. 

Leonardo Melis ne ha seguito le tracce. 

Un simbolo, questo della Croce e del Cerchio insieme, che troviamo anche nell'antica tradizione del nostro Carnevale Sardo, che è portata ancora oggi, in processione dalla figura de S'Urtzu di Seui ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/01/il-grembo-alchemico-delle-maschere.html?m=0) 

"Da notare come nel Carnevale di Seui, S'Urtzu, porta come simbolo, durante la rappresentazione, la croce celtica, il   significato più comunemente assegnato a questo simbolo è quello solare, unito ad un significato di tramite e collegamento tra mondo terreno e mondo celeste, dovuto al fatto che sovente l'asse orizzontale viene ricondotto alla rappresentazione della dimensione terrena mentre quello verticale alla dimensione celeste"

Io, dal mio punto di vista continuo a seguire l'evoluzione "Sole/croce/tau/taurino/u*terina" 

Che mi porta sempre lì. 

La Y della Stirpe Regale degli iniziati del Sole

E nei nuraghi è frequente questa conformazione, a croce, interna, così come nelle Domus de Janas. 

Anche il segno della croce, non è di provenienza cattolica e cristiana. 

Era di tipo esoterico/cabalistico. 

Rappresentava l'opposizione e l'equilibrio quaternario degli elementi. 

Il Padre Nostro, era in origine in due modi. 

Uno riservato ai sacerdoti e gli iniziati, e l'altro per i neofiti e i profani. 

L'iniziato, portando la mano alla fronte, diceva:

"A te(mano sulla fronte) 

appartengono 

il regno(mano sul petto) 

la giustizia(spalla sinistra) 

e la Misericordia" (spalla destra) 

Quindi, si congiungevano le mani e si diceva "per il cicli generatori" . 

Quindi, aveva un alto valore simbolico. 

La Chiesa si è semplicemente impossessata di questo bellissimo e simbolico simbolo gnostico che non le apparteneva, distorcendolo nel significato primario. 

E sono felice di vedere questo antico simbolo, ancora commemorare, nel pane del 31 dicembre, nel "Candelarzu" della rinascita, a cui farà eco, tra un mese la festa de Sa Candelora, della luce della rinascita dopo il buio dell'inverno. 

Un pane che ci ricorda che il sole c'è sempre, è dentro noi. 

Un'ostia primordiale, un pane da offertorio. 

E rinnegarlo, negarlo attraverso la mancata offerta ai bambini che chiedono le offerte di casa in casa, merita un "frastimo", una mal*edizione

"che non possa arrivare a vedere l'alba del giorno dopo" . 

Chi non si risveglia, merita questo. 

Di vivere come uno zombie. 

Concetto, questo, quanto mai attuale. 

Gli Antichi Sardi conoscevano bene l'importanza del risveglio interiore, dell'uomo solare divinizzato. 

Stavano sulla Tau. 

Sul Taurino/U*terino, che li iniziava ai grandi Misteri. 

Poiché solo l'Energia Maschile e Femminile insieme, consentono l'accesso ai Misteri degli Antichi Iniziati . 

Il culto di Shiva e della sua "Shivedda", come scrissi in uno dei miei primi post, intendendo "Scivedda", il nome sardo dei nostri capienti contenitori in terracotta smaltata rossa (  non a caso, rossa come ancestralmente e antropologicamente, l'ocra rossa che da fin dai tempi antichissimi indica il Sacro Femminino e la potenzialità di fertilità, legata al rosso sa*ngue me*struale), come luogo ut*erino, grembo, come coppa, come contenitore sacro, dove lievita l'impasto e la vita, con i suoi Lin*gam e Yo*ni, è filosoficamente troppo elevato, nonostante le due degenerazioni moderne, per poterlo considerare solo un simbolo fall*ico. 

Ma questo, gli antichi Sardi, lo sapevano benissimo. 


Tiziana Fenu

©®Diritti intellettuali riservati

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Approfondimenti sull'offerente "Barbetta", che porta in dono del pane

https://maldalchimia.blogspot.com/2022/09/faraonebarbetta_1.html?m=0

https://maldalchimia.blogspot.com/2022/09/approfondimento-faraonebarbetts.html?m=0


Su Candelarzu di Capodanno  





















martedì, dicembre 26, 2023

💙Plenilunio in Cancro, dicembre 2023

 Domani, mercoledì 27 dicembre abbiamo una stupenda luna piena in Cancro.

Saremmo sotto la guida del diciannovesimo Sacro Archetipo Ebraico Qoph, con funzione "legame", e guidati dall'Arcano Maggiore XIX del Sole.

Questa combinazione è molto bella, perché pone in scambio dialettico, la simbologia dell'Arcano Maggiore, il Sole, quindi l'elemento Fuoco, con l'elemento acqua del Cancro.

Anche lo stesso numero "19", ha in sé l'energia delle due polarità, maschile e femminile, la Aleph, primo archetipo, Mascolino, e la Teth, nono archetipo, Femminino. 

Una dialettica che si manifesta proprio in un mercoledì dedicato all'energia dialettica e trasmutativa di Mercurio, in cui le polarita possono interfacciarsi, complementarsi e integrarsi.

Anche il novilunio del 12 dicembre, è stato governato dall'energia dell'Acqua e del Fuoco, poiché eravamo ancora sotto il segno del Sagittario, con la luna in Sagittario, e guidati dall'Archetipo Mem, che rappresenta le acque della Grande Madre, le acque primordiali.

La trasmutazione alchemica ha traguardato il passaggio solstiziale, come abbiamo visto, coincidente anche con l'ingresso del Sole, nel segno del Capricorno.

Una trasmutazione guidata dall'Archetipo Nun, il quattordicesimo, e dall'Arcano Maggiore della Temperanza.

Questa intensa e profonda dialettica, simbolegiata proprio dall'Archetipo Nun, con la sua Vesica Piscis degli Opposti, che ha traguardato il passaggio solstiziale dello Yule, si riverbera ancora, in questo Plenilunio, che presenta, anche in questa occasione, un passaggio attraverso l'elemento "terra", quindi, ancora più radicalizzato, rispetyo al passaggio nella Nun, ancora più profondo, fino alle nostre radici terrestri. 

Elemento terra, rappresentato, nel passaggio solstiziale,, dalla luna crescente in Toro, segno di terra, e in questo Plenilunio, dal Sole in Capricorno, anch'esso segno di terra.

Anche l'ultimo giorno dell'anno, il 31 dicembre, avrà l'Archetipo Nun, di trasformazione, e la Temperanza, come guide energetiche, con una Luna calante, ancora in un segno di terra, la Vergine.

Tutte queste combinazioni, come vedete, richiamano alla profonda dialettica trasmutatrice degli Opposti,  enfatizzata, ancor di più, dall'Archetipo Qoph, che guida questo Plenilunio, con funzione "legante". 

L'Archetipo Qoph, è legato al segno dei Pesci, elemento acqua come il Cancro, che si lega al plenilunio in Cancro. 

E il glifo del Cancro, enfatizza, nella sua composizione, la dialettica alchemica del mercoledì in cui si manifesta il plenilunio 

Nelle antiche scritture, il simbolo della Qoph era rappresentato dall'ascia bipenne, simbolo, appunto, della sinergia degli Opposti e di quel luogo alchemico e trasmutante, del labirinto a 7 percorsi, di Cnosso, di cui noi in Sardegna, abbiamo l'Archetipo, antichissimo, nel petroglifo nella Domu de Jana Luzzanas, di Benetutti, molto più antico, di millenni, del labirinto cretese. 

Un labirinto alchemico, in cui il Minotauro, attraverso il simbolismo dei 7 percorsi, come i 7 chakra, come i 7 pianeti allineati nel periodo dell'equinozio di primavera, considerato Sacro, per la nascita e la rinascita ( ancora, il Cristo, viene fatto risorgere per l'equinozio di primavera), ritrova la sua integrità. 

Un'integrita che le viene offerta da un Sacro Femminino

Un'Arianna.

Un'Ariana

Una Ar/Ra Jana

Un'ariana dal cuore puro, dal cuore solare, come il nostro Archetipo Qoph, il diciannovesimo, legato alla simbologia del Sole. 

Infatti il glifo ebraico della Qoph, sarà poi una scure rivolta verso destra, dove sorge il sole, il lato del Mascolino. 

E un questa dinamica, emerge la sinergia del Femminino e del Mascolini che si implementano e integrano a vicenda.

La labrys, l'ascia bipenne. 

Labrys/labirinto.

Solo nell'integrazione delle due polarità, si può emergere, come un sole nascente, come un Sole Bambino, dal proprio buio  interiore. 

L'Archetipo Qoph, viene subito prima della Resh, ventesimo Archetipo, che rappresenta la testa, il pensiero razionale. 

La Qoph è, a livello corporeo, nella zona occipitale della nuca, dove c'è il chakra del pensiero intuitivo, che personalmente, sento molto attivo, e si estende anche tra le due scapole, nella parte superiore, spessissimo, fino a bruciare anche a livello epidermico. 

La pratica della decapitazione, va a inficiare,  ad infrangere, a livello alchemico, questa profonda connessione della nostra parte più intuitiva, con l'Anima. 

È la dimensione del tramonto del Sole, occidentale, del Femminino, in cui si amplifica la connessione con la Grande Madre, con la nostra parte animica legata all'inconscio, a ciò che già siamo, e che spesso fatica ad emergere. 

La Qoph, in questo senso è un Archetipo che amplifica l'energia di questo legame, con la sua specifica funzione "legante". 

La Luna piena, proprio in Cancro, segno d'Acqua, simbolo del Femminino, antipode proprio del Capricorno, segno solare del momento, enfatizza questo connubio "mente /inconscio", maschile e femminile, sole e luna, acqua e fuoco. 

La Qoph, scende in profondità, nell'oscurità del terreno invernale, tenebroso, a cercare volutamente quel legame che deve "solvere e risolvere", nella sua dialettica. 

È in cerca della sintesi. 

Come la sintesi clorofilliana. 

È in cerca del suo Sole interiore, che già ha, in potenza, per poter germogliare, dopo la risoluzione della dualità, e inglobare e portare alla luce, anche la propria parte d'Ombra.. 

Ed è in questa dimensione, che la forza legante, che spinge verso l'integrità, assume notevole importanza. 

Siamo al diciannovesimo Archetipo Qoph. 

Poi viene la Resh, la testa, verso la quale, la trasmutazione deve essere razionalizzata, assimilata anche a livello conscio, per portarla al livello superiore della Shin, del Fuoco alchemico trasmutante, il Fuoco Divino, il ventunesimo Archetipo, e della Tau, l'ultima tappa, il ventiduesimo Archetipo. 

Verso il Sigillo Divino, verso la consapevolizzazione di essere dei Sacri Iniziati, che dono riusciti a passare attraverso la cruna dell'ago della Qoph, la cui simbologia grafica, indica anche l'Ankh, la Chiave della vita. 

È una rinascita a sé stessi. 

Un legame, come un cordone ombelicale, che ci lega, ad ogni nostro metaforico concepimento, alla nostra dimensione monadica, alla nostra intima integrità, 

Alla nostra Memoria di noi, prima dello stappo, della divisione, della dualità necessaria per compiere il viaggio a ritroso.

Per imparare, ancora una volta, sempre e sempre, in quel gioco meraviglioso della vita, a nascere e rinascere in continuazione. 

A creare legami energetici con la vita, con la voglia di risplendere, di sorgere, di risorgere, ancora e ancora. 

Come il Sole, che rappresenta la Qoph, nella sua trasposizione tarologica. 

Che i vostri, i nostri pensieri, siano sempre di aggregazione, di legame, di crescita, di espansione, di manifestazione, e mai di rottura, di disgregazione, che deve essere solo il passaggio energetico transitorio, propulsivo, all'espansione, all'arricchimento. 

Come Arabe Fenici, il cui volo, di fuoco, è nella forza delle due ali, nell'equilibrio delle due, del Fuoco e dell'Acqua( il plenilunio in Cancro non capita a caso) 

Nel bilanciamento, tra cuore e ragione 

In quello stacco di volo tra l'essere e il voler essere, consapevoli della meraviglia che siamo. 

Con infinita gratitudine sempre. 


Tiziana Fenu 

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Plenilunio Cancro dicembre 2023





💛Altare Oschiri di Santo Stefano

 Interpretazione simbolica dell'altare di Santo Stefano ad Oschiri.


Riprendo un mio scritto di approfondimento riguardo l'altare di Santo, di un anno fa( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/04/altare-di-oschiri.html?m=0) 

Stefano, poiché oggi è la celebrazione di Santo Stefano, un santo che venne lapidato. 

Il Santo della "pietra", viene chiamato, invocato per le "pietre" che si formano nel nostro corpo, i calcoli renali. 

Sarà per questo, che venne edufucata una chiesa, dedicata proprio a questo Santo, in questa zona Sacra, perché non poteva che essere tale, visto il ricco simbolismo. 

L'altare, di forma serpentina, quindi legata al simbolismo alchemico della trasmutazione, e alla simbologia del serpente, cosi presente nella nostra Antica Civiltà Sarda, di cui ho parlato e approfondito altre volte, con tre dossi, come il serpente alchemico presente in ogni civiltà, e rappresentato anche nell'antichissimo monolite di Mamoiada a tre anse( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/monolite-di-mamoiada.html?m=0) , è orientato verso est/sud est. 

Il sud est, è l'orientamento dell'alba nel solstizio invernale, perfettamente in linea con la simbologia alchemica di trasmutazione, di cui è portatore il Solstizio invernale, come ho scritto sullo Yule, a riguardo. 

Vorrei sottolineare, altre volte che " il pozzo di Santa Cristina, di cui ho approfondito tante volte, è orientato, nel suo ingresso, verso sud-est, come il nuraghe Sisini, all'alba del solstizio invernale, in cui domina, in questo orientamento, sud-est, l'elemento maschile, fuoco e aria, che va a fecondare, simbolicamente, l'elemento terra e acqua, Femminino, della struttura"( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/09/orientamento-solstizio-invernale-pozzo.html?m=0) 


Amo questo altare cosi particolare e ricco di simbolismo. 

Siamo nell'altare di Oschiri, in provincia di Sassari, risalente al 3000/3500 aC, in piena cultura di Ozieri, in una vasta necropoli dove ci sono anche una decina di Domus de Janas 

La rappresentazione si svolge su due moduli, in una roccia di circa 10 metri, uno superiore e uno inferiore, dove sono presenti una serie di nicchie, alternate nella loro forma quadrata, triangolare e circolare, che variano anche di profondità

In basso ci sono 14 nicchie, in alto 7 nicchie, per un totale di 21.

Numero 21, che ridotto, diventa 3, la perfetta triade creativa. 

Questa disposizione del "sopra/sotto", con il "sotto(14) in numero doppio rispetto al sopra(7), mi ricorda la stessa distribuzione dei gradini di molti pozzi sacri, qui in Sardegna stesso. Come per esempio, nel pozzo di Santa Cristina, dove troviamo 24 gradini per scendere e 12 gradini speculari, impraticabili, che simboleggiano l'ascesa verso il Divino, allegeriti, in numero inferiore, dopo la discesa, il battesimo, nelle acque purificanti del pozzo Sacro. Si entra da umani e se ne esce da esseri divinizzati, più leggeri. 

Idem per la disposizione di questi simboli. 

14 simboli in basso, e 7, la metà, in alto dove è rappresentata maggiormente la dimensione spirituale, con tutta la simbologia anche delle piccole coppelle che accompagnano i triangoli e la circonferenza.

Cinque simboli a forma di triangolo e tre a forma quadrata. 

La sequenza è questa

1)Triangolo con angolo a 60°

2)Quadrato con doppia cornice (sormontato da un triangolo con una croce greca al suo interno)

3)Triangolo con angolo a 72 °

4)Triangolo diverso dagli altri due,. 

Sopra si esso, un quadrato, sormontato da un altro triangolo

5) un rettangolo con una forma trapezioidale sulla parte superiore, sormontato da un triangolo ad angolo 72° con 19 coppelle intorno

6)un triangolo ad angolo a 72 ° sormontato e comunicante con un altro triangolo isoscele. 

A sua volta, questo triangolo, come gli altri due ai suoi lati, risulta "incoronato" da 25 coppelle

7)un quadrato sormontato da un triangolo, sua volta attorniato da 15 coppelle 

8)un triangolo ad angolo 72°

9)un quadrato sormontato da un triangolo

10)un quadrato sormontato da una circonferenza, circondata, sembrerebbe, da 19 coppelle

Gli ultimi quattro, sembrerebbero dei quadrati smussati, alcuni, sul lato superiore . Non credo eccessivamente importanti, dal punto di vista simbolico, se non per il fatto, che simboleggino Madre Terra, la dimensione terrena, nella fascia bassa dell'altare, mentre quella alta è in connessione con il Divino, con i movimenti astrali. 


Oltre a questo grande modulo, vi è anche un piccolo altare di cui già approfondito svariate volte( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/08/altare-tredicesima-luna-ampliato.html?m=0), l'altare delle tredici lune, e ancora dietro, una roccia bassa, piana, nella quale è inciso un rettangolo che presenta delle coppelle intorno, in direzione nord. 


Alla sinistra dell'altare, una roccia con incisioni triangolare, un bancone, e un'altra roccia con 14 coppelle disposte in modo orizzontale, e, poco distante, un'altra roccia con tre quadrati disposti come come le tre piramidi di Giza, Micerino, Cheope e Chefren, rivolte verso Orione. 

Niente di strano, perché abbiamo visto più volte, come anche i Giganti di Mont'e Prama siano legati ad Orione. 

Nella chiesetta di Santo Stefano, datata al 1492 abbiamo un betilo nuragico, e sulla facciata due volti femminili, probabilmente della Dea Astarte, molto presente in Sardegna. 

Ricordiamo, come ho scritto in un mio precedente post, che un tempio di Astarte era presente anche a Cagliari, sulla Sella del Diavolo(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/astarte-e-il-menat.html?m=0

- . https://maldalchimia.blogspot.com/2023/07/sella-del-diavolo-e-solstizi.html?m=0) 


Questo altare, nella sua forma globale, così sagomata, allungato, con tre anse  sul dorso, mi fa pensare alle tre anse del serpente piumato, il serpente della creazione e della trasmutazione per eccellenza, che non è una prerogativa della cultura Maya ed Atzeca, come abbiamo visto in un mio precedente post, ma lo abbiamo anche nella nostra antica Civiltà sarda, con il monolite di Mamoiada, risalente ad un periodo di molto antecedente alla dimensione mitologica del serpente piumato(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/10/il-monolite-di-mamoiada.html?m=0) e nel simbolo della tribù dei Dan(https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/il-simbolo-della-tribu-di-dan.html?m=0)

Simbolo della sinergia creativa degli opposti, dell'acqua e del fuoco. 

Infatti, qui in questo altare, ci sono simboli sia maschili(il triangolo con il vertice verso l'alto, il fuoco) che femminili(il quadrato che rappresenta Madre Terra, con i suoi 4 elementi e i suoi 4 punti cardinali). 

Infatti, un triangolo nella fascia superiore dell'altare, è coronato da 19 coppelle. Il 19 è un numero che da sempre indica il Sole, il Fuoco, l'energia creativa maschile, quella primordiale, androgina, formata dall'uno(primo sacro Archetipo Ebraico, Aleph, maschile, e il nove(nono Archetipo Ebraico Teth, il grembo, il Serpente, il Femminino), tanto da essere rimasto fino ai giorni nostri, come Arcano Maggiore XIX, nei Tarocchi, il Sole. 

Indica anche la dimensione spirituale, l'elevatezza verso il Divino, il Padre creatore.

Il simbolo della montagna, dell'ascesi spirituale, della connessione con il Divino. 

Il fatto che alcuni triangoli risultino "isosceli", quindi con due angoli di base molto vicini all'angolo di 72°, li accomuna, come tipologia simbolica, all'ingresso dei nuraghi (https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/l-ingresso-triangolare-dei-nuraghi.html?m=0) che hanno l'angolo a 72 °, e all'ingresso del pozzo di Santa Cristina, che presenta anch'esso, due angoli di base a 72 °(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/06/simbologia-angolo-72-nel-pozzo-scristina.html?m=0).


Scrivevo(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/le-tre-dee-madri-cosmiche-sarde-della.html?m=0) 

" Il numero 72, il numero più importante inserito nelle mitologie di tutto il mondo, e anche nelle religioni, corrisponde agli anni necessari per lo spostamento di un grado precessionale durante la precessione degli equinozi, che è quel movimento della terra che fa cambiare in modo lento ma continuo, l'orientamento del suo asse di rotazione, rispetto alla sfera ideale delle stelle fisse. 

Il sole equinoziale impiega 72 anni per spostarsi di un grado, e ogni costellazione occupa 30° dell'orizzonte celeste, su un totale di 360°

Quindi per percorrere tutte le dodici costellazioni e i 360° dell'orizzonte celeste, il Sole equinoziale  impiega 2160 anni, solo per attraversare una costellazione (26.000 per attraversarle tutte, e completare il ciclo di precessione).

Quindi il 72, è un numero precessionale fondamentale, un numero Sacro, come i suoi multipli, inseriti all'interno di tutte le mitologie del mondo(ricordiamo, per quanto riguarda Osiride, i suoi 72 cospiratori che attentarono la sua vita, Seth compreso). 

Settantadue anche come i nomi di Dio nella cabala ebraica, ma è presente in tutte le religioni e in molte varianti simbologie, proprio perché è legato ad un fenomeno astronomico. 

E andando a curiosare e a sperimentare con gli angoli e il righello, scopro che le nostre tre stupende Dee Madri, hanno tutte e tre, una perfetta architettura di Forme, che presenta sia gli angoli a 72°, che una perfetta inscrivibilita' nella Vesica Piscis, come avevo già verificato con la Dea Madre di Cuccuru s'Arriu.

Non solo.

Ma questo angolo 72°, lo si trova anche negli ingressi dei nuraghi, conformati a triangolo acuto con angoli ai vertici, di 72°.

E non solo, le tre Dee Madri, nella loro parte centrale, dove si intersecano i due cerchi della Vesica Piscis, hanno un perfetto quadrato (dea madre di Cuccuru s'Arriu), trapezio(Dea Madre di Turriga) o quadrato(dea Madre di Mont'e d'accodi, e infatti ne ricalca la conformazione) che si inserisce perfettamente nella parte centrale della Vesica Piscis.

Cosa significa tutto questo?

Che esse sono il Ventre che accoglie la perfezione creativa dell'universo.

Quel settantaduesimo grado celeste, attraverso il quale avanza la precessione degli equinozi, la vita stessa. 

Indica il passaggio, di grado in grado in grado, di costellazione in costellazione, per compiere il ciclo astrale completo. 

Il 72 nella sua riduzione teosofica, nel '7+2', diventa un 9, che indica un ciclo completo, ma anche un grembo, il nono archetipo ebraico Teth. 

E in questo grembo simbolico, le Dee Madri accolgono questo parametro, l'angolo di 72°, senza la cui progressione, non vi è vita. 

Gli ingressi dei nuraghi a 72°, indicano ogni volta una nuova nascita. 

Hanno scandito il passaggio da un grado all'altro, da una costellazione all'altra. 

Hanno segnato il percorso della vita dell'umanità, su larga scala. 

Era per loro, in quel periodo, il parametro indicatore dei calendari cosmici. 

Nuraghi come calendari solari, ma anche come indicatori cosmici, visto che i loro ingressi, così ad "angolo acuto", segnano l' angolo  necessario per l'avanzamento nella ruota celeste, seguendo la traccia del sole equinoziale, che ogni 2000 anni circa, cambia costellazione.

E avevano individuato nella conformazione del pentacolo, del pentacolo tracciato da Venere, che domina la costellazione del Toro, ogni 8 anni, il portale dell'ascensione. 

La stella Aldebaran. 

La Dea Tanit. 

Il simbolo dell'Ankh. 

Solo delle Dee Madri come queste, potevano portare, nella loro precisa struttura Sacra Geometrica, il simbolo stesso della vita, il 72.

L'angolo 72°, che si trova spessissimo nella architettura della nostra antica civiltà.

Entrare in un ingresso ad angoli a 72°, nei nuraghi, significa entrare nell'utero cosmico, nell'ingranaggio delle precessioni degli equinozi, nel cuore stesso della vita cosmica, con i suoi perfettissimi processi."


Questi angoli a 72 °, in questo altare di Santo Stefano, simboleggiano la connessione, l'essere parte di un processo cosmico che lo ingloba, che lo rende immortale, che lo rende partecipe della" grande Ruota del Tempo Cosmico". 

Un tempo che è un "non-tempo". 

Immortale. 

Come il serpente con tre anse che rappresenta.

Che si rinnova, che cambia continuamente pelle, in un ciclo continuo. 

Così come la presenza del triangolo equilatero, con gli angoli a 60°, che è la sesta parte di quell'esagono scolpito come un simbolo regale, nel mento del Gigante di Mont'e Prama( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/02/la-geometria-del-6-nel-mento-del.html?m=0). 

Un parametro della Geometria Sacra, che poi verrà adottato come Cubito Reale, nella nostra civiltà, oltre che in quella Egizia(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/08/il-cubito-reale-sardo-simbolo-dei.html?m=0).

Non mi dilungo nella spiegazione, lo trovate nei link di riferimento.

Basti pensare soltanto alla perfezione dei nostri due nuraghi più belli, il Nuraghe Losa e il Santu Antine, dei perfetti triangoli equilateri con angoli a 60°.

Vedete, quindi, dunque, come tutti i simboli di questo stupendo e misterioso altare, che io sto cercando di decodificare, ma tanto, c'è ancora da scoprire, facciano riferimento a simboli, a certi parametri della Geometria Sacra già presenti nella nostra Antica Civiltà Sarda, e come i riferimenti numerologici delle coppelle rimandano ad una simbologia ben precisa. 

Abbiamo visto le tredici coppelle intorno a quella grande centrale, simbologia della tredicesima Luna. 

Abbiamo visto il Dio Sole creatore, il Fuoco Sacro, il primo triangolo da sinistra, nella parte alta, con 19 coppelle intorno. 

Ma c'è anche il triangolo con 15 coppelle intorno, quello che sta sopra il quadrato, il terzo dei tre triangoli superiori, tutti e tre con coppelle intorno. 

Il quadrato indica l'elemento femminile, Madre Terra, mentre le 15 coppelle, indicano il quindicesimo giorno, quello che sta proprio al centro, del ciclo lunare di 29 giorni, e quindi, anche del ciclo femminile, che corrisponde al giorno più fertile, quello dell'ovulazione. 

Simbolicamente, quindi è un richiamo al potere creativo, fecondante, rigenerante, con una valenza femminile e maschile insieme, associata alla simbologia generale del serpente, che secondo me, questo altare rappresenta nella sua globalità

Il secondo dei tre triangoli superiori, che hanno le coppelle intorno, invece, quello centrale, presenta 26 coppelle. 

Stranamente è collegato al triangolo inferiore. 

Il numero 26 è il doppio di 13. I triangoli collegati tra loro, sono due. 

Potrebbe trattarsi di due lunazioni di tredicesima luna(13 x 2, fa 26), e sappiamo bene che la tredicesima Luna era legata a precisi ritualismi di connessione con il mondo spirituale, con il mondo dei morti, degli antenati, quindi legata  al concetto di nascita e rinascita. 

Quindi abbiamo, nella parte superiore, tre triangoli, rispettivamente con 19/26/15 coppelle( su visione di alcuni video, che mi hanno aiutato nell'identificare il numero di coppelle) 


Infine, la parte superiore, si chiude con una circonferenza con 19 coppelle intorno.

La circonferenza è la perfezione. Il 19 è non solo il sole, ma la sinergia creatrice, come ho già detto del maschile(1) e del Femminile (9)

Questa sequenza, non poteva che chiudersi con la perfezione del cerchio. La creazione si è attuata. 

L'alchimia compiuta. 

La trasmutazione si è manifestata 

Ma indovinate quanto fa "19+26+15", che corrisponde al numero delle coppelle dei tre triangoli in sequenza, superiori? 

Non ci potevo credere.. 

Fa 60. 

60 come l'angolo a 60° del triangolo equilatero. 

La perfezione dei nostri nuraghi più importanti. 

La sesta parte del simbolo dell'esagono, della perfezione, del fiore della vita a sei petali, come il simbolo della Maschera dei Boes(https://maldalchimia.blogspot.com/2020/09/il-fiore-della-vita-nella-maschera.html?m=0), come la stella a sei punte della Sartiglia, come i parametri sacri, gli angoli a 60°, e a 72°, che ritroviamo anche nelle proporzioni delle stesse statuine delle nostre Dee Madri, del nostro Guerriero di Teti(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/geometria-sacra-guerriero-teti.html?m=0, delle nostre Dee Madri. 


Su un lato vediamo anche una sorta di "trono", con due triangoli isosceli incisi sul lato sinistro. Non ho immagini di questo. L'ho visto in un video. 

Il trono regale, alchemico, delle due energie? Maschile e femminile?

Magari si svolgevano anche riti ierogamici, dando particolare importanza al periodo della tredicesima Luna. 

Un altare altamente alchemico, legato al culto della Dea Madre, alla ritualistico della nascita e della rinascita, e alle sue dinamiche cicliche universali, implementate in una dimensione di Sacra Geometria che lo rende immortale, fuori dal tempo, eternamente presente e perfetto, nelle sue corrispondenze simboliche e numeriche, e che fa riferimento, quindi, anche a dinamiche stellari, cosmiche, e a precisi riferimenti stellari, visto che ci sono anche degli specchi astronomici quadrati, che servivano per creare coordinate anche terrene. 

Questa è la mia personale e parziale interpretazione di ciò che ho potuto decodificare. Molto c'è ancora da scoprire, ed è bello che rimanga ancora, in parte, nel mistero, con la sua grande carica di energia e carisma. 


Tiziana Fenu 

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Ringrazio il signor Alex Sardegna per la foto ravvicinata dei tre triangoli con coppelle, superiori.


Altare Oschiri di Santo Stefano