Informazioni personali

La mia foto
Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

giovedì, novembre 30, 2023

💙Ecate trivia 30 novembre

 30 novembre

Notte dei Crocicchi.

Si celebra Ecate Trivia, poiché Ecate è associata in particolare agli incroci a tre vie

Per questo motivo, veniva chiamata anche Trioditis, o Tetraoditis se riferito alle quattro vie.

Veniva celebrata, in epoca romana, sia il 30 novembre, che che il 13 agosto, durante i solstizi, considerando che il 13 agosto veniva celebrata anche Diana( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/08/dea-diana-13-agosto-2023.html?m=0), di cui Ecate rappresenta il lato oscuro, ctonio, misterico.

Anticamente, specie in epoca romana, si lasciavano offerte, proprio in questa notte particolare, in cui gli incroci rappresentano metaforicamente, l'accesso alla nostra dimensione spirituale e animica.

Sulla Dea Ecate, ho già avuto modo di approfondire ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/06/dea-ecate-solstiziale.html?m=0).

Volevo sottolineare come questa notte, segni il passaggio ad incrocio, guardacaso, da un Giovedi( Giove /Sole/Mascolino), ad un Venerdì ( Venere/acqua/Femminino).

È una dimensione in cui gli opposti, gli estremi solstiziali, di cui Ecate è la custode, si incontrano.

Stiamo ancora beneficiando del plenilunio in Gemelli, che ci ha spinto, con l'energia del Sagittario, verso questa dimensione complementare.

Oggi subentra anche l'energia dell'Ofiuco, che porta in sé tanta potenzialità per questa integrazione.

Archetipalmente siamo in un passaggio da un Sacro Archetipo Ebraico Lamed, il dodicesimo, quello di oggi, con funzione "misura",  con Arcano Maggiore XII dell'Appeso, ad un Archetipo 11, la Kaf, con funzione "penetrazione", e Arcano Maggiore XI della Forza.

Se vi ricordate, abbiamo quindi la stessa energia del portale 11/11, di cui ho approfondito.

Questo, energeticamente, è molto rivelatore

È un passaggio importante, con due Archetipi, che ci danno, sia la dimensione del nostro valore, della nostra Essenza, ma anche la capacità di andare oltre, di "penetrare" energeticamente, ciò che stiamo vivendo, in relazione a noi, e di riflesso anche all'esterno.

L'Appeso ci offre la prospettiva necessaria per attraversare e sondare questa nuova prospettiva, questi nuovi crocevia.

Niente ha da perdere.

Viaggia leggero, nessun vincolo terreno superficiale.

La sua Forza ritrovata, è un quella capacità di proiettarsi, capovolto, in ogni contesto, in ogni dimensione, per coglierne l'Essenza, comprenderla, "prenderla con sé", e saperla gestire al meglio.

È una malleabilita', che non è debolezza.

Che non è vulnerabilità.

Ma è forza, che consente di stabilire contatti energetici, ad ogni ponte, ad ogni incrocio, per creare quella rete su cui muoversi, come un funambolo, al di sopra dei vettori terreni.

È la forza dell'11.

Dell'essere un Numero Primo, un Numero Maestro.

Dell'essere due pilastri, che insieme possono diventare triade creativa, Forza.

Perché, nelle "dimensioni altre", in quelle il cui accesso è proprio ai crocicchi ecatiani, una volta sondata la propria caverna di Ecate, il proprio abisso che è grembo e potenzialità, "1+1" fa sempre "3".

Quel "3" rappresentato dalla Forza.

Perché due Fiamme Gemelle, Giove e Venere, quando si incontrano e si incrociano, creano una terza dimensione, dove tutto è possibile, perché sono già entrambi integri, e il loro complementarsi è arricchimento, e non un colmare una mancanza.

Come se l'energia dei due, esondasse per creare questa nuova potenzialità.

È una notte ricca di potenzialità, questa.

È anche la notte in cui Ofiuco, con la sua infinita, ancestrale saggezza, di cui ho approfondito nel mio scritto sul plenilunio, è portatore.

Ecate

Ofiuco

Due rappresentati del Sacro Femminino.

Dell'acqua, benedetta dal segno di Fuoco del Sagittario. 

Come vedete, in questo ultimo periodo, c'è una forte spinta propulsiva verso l'equilibrio. 

Verso la ricerca della propria dimensione complementare animica. 

È un richiamo dell'Anima. 

Con fluidità, con lentezza, con polso morbido.

L'Universo richiede equilibrio.

Si manifesta, nella sua pienezza, proprio nell'equilibrio, anche e soprattutto, attraverso quegli estremi che sembrano inconciliabili, ma che riconosciamo, come potenzialità per l'equilibrio. 

C'è una certa morbidezza di fondo, in questa nuova prospettiva, un po lasciva. 

Un po "easy going". 

Lasciate che sia. 

Andate a piedi nudi su quelle risonanze che vi fanno battere il cuore. 

Percepitevi. 

Percepite. 

Ogni crocevia può essere possibilità. 


Tiziana Fenu 

©®Diritti intellettuali riservati 

Maldalchimia.blogspot.com

Ecate trivia 30 novembre




mercoledì, novembre 29, 2023

💙Emozione e commozione

 Dare forma alle emozioni, una qualsiasi forma tracciabile, rintracciabile, è molto importante. 

Che sia scrittura, uno spartito musicale, un passo di danza, un quadro, una qualsiasi composizione.

Fare un dolce. 

L' emozione deve scendere, deve passare tra le mani, farsi materia. 

Lo dice la stessa parola. 

Emo-zione

"Azione nel sangue, nella materia". 

L'emozione si deve sentir scorrere sottopelle e a livello epidermico. 

Infatti, proprio a livello fisico, molte emozioni ci fanno venire i brividi, la pelle d'oca. 

Sentiamo quel subbuglio a livello energetico, che si inerpica attraverso i 7 chakra, quando si dinamizzano energeticamente, fino a creare uno stato di ebbrezza, di estasi, fino alla commozione. 

Commozione. 

"Azione con". 

"Muovere con". 

Perché la commozione è corresponsione tra emanatore e ricevente. 

Anche un'opera artistica, se pur inanimata, è veicolo di emozione, poiché nata da un estro creativo, che è forma d'amore, di emozione, di slancio verso l'altro. 

Verso una dialettica che passi attraverso i cinque sensi, in cui trova corresponsione sia l'emozione dell'artista, che quella del ricevente. 

Si crea così, una dimensione unica, personale, Sacra, che trascende lo spazio e il tempo, e che rende l'emozione, immortale. 

In molte occasioni, con molte creature, con molti umani, con certe manifestazioni artistiche, si crea quella connessione vibrazionale, che è pura commozione. 

Perché ci si "muove con". 

Ci si riconosce, in quella stessa dinamica che ha reso tangibile, percepibile ai cinque sensi, quel moto del cuore, dell'Anima e della Coscienza, che ci rende piccoli crocevia di un retaggio energetico molto più grande, più vasto, universale. 

I cinque sensi, sono un veicolo di appartenenza. 

E quando succede, ne percepiamo tutta la maestosità, la grandezza, la dilatazione ed espansione dei nostri recettori animici, spesso intrappolati ad occasioni sensoriali momentanee. 

Ci sentiamo come parte di un qualcosa più grande di noi. 

Che ci ha trasmutato in un qualcosa di diverso, di misterico, di ineffabile, estraneo anche a noi stessi, ma nel quale ci riconosciamo totalmente. 

Del quale ne percepiamo l'abisso, ma anche la vetta. 

La vertigine, come anelito all'emozione, al volo. 

La vertigine che bypassa il terrore di cadere. 

Ma poi, che cosa è una caduta, se non fidarsi delle proprie ali, piuttosto che del ramo su cui ci si poggia? 

Certe Anime, ci danno la vertigine. 

Uno stordimento, un'ebbrezza, da cui rifuggiamo, ma dalle quali siamo irresistibilmente attratti. 

"To fall in love" 

"Essere innamorati", in inglese. 

Amo questa definizione, perché presuppone un lasciarsi andare, un fidarsi del volo, negli occhi dell'altro. 

Con quell'ebbrezza, quella vertigine, quell'emozione, che è quasi orgasmica, perché si sente a pelle. 

E la pelle, è l'unico recettore sensoriale che non mente all'Anima. 

È la sua principale cartina tornasole, e ciò che è custodito nell'Anima, come memoria o come presenza, viene a galla. 

"A pelle", percepiamo rivelazioni che difficilmente passano attraverso la logica. 

Sembrerebbe un controsenso. 

Affidare la nostra intuizione ad un recettore periferico come la pelle. 

Ma è proprio questa dimensione di confine, tra "l'interno ed esterno", ad averne sensibilizzato e amplificato la ricettività, è di conseguenza, anche la manifestazione. 

Cattura e convoglia in brividi, in rossore, e nelle tante manifestazioni in cui si esprime la pelle, unica dimensione sensoriale a godere di una vasta sfaccettatura emozionale, ogni respiro di Bellezza, a cui abbiamo partecipato, di cui siamo stati protagonisti. 

Ci sono emozioni, persone, occasioni, cose, animali, che ci attraversano, anche veloci, ma intense, come un primo vagito alla vita, all'Amore, alla  Bellezza. 

Ripercorrerle, riviverle, ritrovarle, è come ritrovare un pezzetto di noi. 

"Guarda come eri  bella, quando eri felice, presente, partecipe alla vita". 

Anche se non lo siamo in quel momento. 

Ci ricorda, non ciò che eravamo, ma ciò che Siamo, in ogni nostra sfumatura. 

Che siamo stati, e che ancora saremmo, in mille altre, attraverso quell'Emozione condivisa. 

Attraverso quella Commozione. 

Ci sono Anime che mi commuovono profondamente, visceralmente, a cui forse, non dirò mai "mi commuovi fino alle viscere". 

Ma sono sicura che lo sanno. 

Perché la commozione è sempre corresponsione. 

E sono queste sfumature a renderci unici, completi, speciali. 

Insostituibili. 

Solo e solo due circostanze che si incontrano in un dato momento, creano perle, unicità. 

Il particolare dell'Universale, nell'Universale. 

Quella piccola pausa, nel respiro dell'Universo. 

Quella piccola sospensione dello spazio e del tempo, in cui si cade l'uno nell'altro, come frattali di eternità, ai quali è stato concesso il volo. 

Quella dimensione in cui l'Universo si riposa, e lascia che siamo noi, a Creare.

Attraverso una Bellezza che non ha eguali. 


Tiziana Fenu

©®Diritti intellettuali riservati

Maldalchimia.blogspot.com

Emozione e commozione



lunedì, novembre 27, 2023

💚Bronzetto Uta

 Nell'immagine, bronzetto sardo, il "capotribu' di Uta", datazione 1000 aC circa, ritrovato nel 1849, sul Monte Arcosu, insieme ad altri 8 bronzetti, in provincia di Cagliari. 

Alto 39 cm, il più alto, tra i bronzetti ritrovati, si suppone facesse parte di un corredo funerario.

Dieci giorni fa, il 18 novembre il Comune di Uta ha presentato  “Dal Museo Archeologico Nazionale di Cagliari verso casa”, una giornata dedicata alla storia del territorio di Uta, in collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, e durante l’evento, è stato esposto il bronzetto nuragico del Capotribù di Monte Arcosu, conservato al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari. 


La mia attenzione va verso il bastone di potere, tenuto in mano sul lato sinistro. 

21 nodi

Un 7 ripetuto tre volte

Il 3 è il numero della Creazione

2+1= 3

Si sottolinea il potere creativo, di un Demiurgo umano, frattali del Divino.

Il 7 è un numero lunare, come i 7 giorni di una fase lunare, quindi legato al Femminino.

Ancora oggi, nelle pratiche mistiche e meditative, i 21 giorni, sono d'ordine, per un ciclo completo che sia finalizzato alla creazione dell'intento.

Il 7 è anche un 3 +4, quindi unione ierogamica tra cielo, spirito ( il 3, il triangolo) e materia, terra ( il 4, il quadrato).

Basti pensare alla stella a sei punte, o fiore della vita, ancora presente nella nostra maschera sarda sei Boes, o alla stella a sei punte della Sartiglia di Oristano, o ancora, all'esagono che contiene queste due conformazioni, presente come simbolo nei Giganti di Mont'e Prama, esseri divinizzati, come questo capotribu di Uta.

L'esagono puntato

Unione tra Mascolino e Femminino.

Il bastone nodato indica una forma di potere, una Kundalini, in cui le due nadi, Ida e Pingala, Maschile e Femminile, devono essere in equilibrio per accedere a quella dimensione divina, nella quale si può manifestare tutta la potenza creativa.

Il 7 è il numero dei passaggi alchemici necessari alla creazione, e ha un'impronta energetica femminile, perché è il Femminino, a custodire la Creazione in atto, in quanto azione, Forma, Materia 

In ambito cabalistico è la Shekinah.

Funge da unione tra cielo e terra.

Cristallizzazione formale, rappresentata anche dalla Menorah ebrea, il candelabro con 7 braccia.

Ascesa terrena, verso il Divino, che passa attraverso il percorso iniziatico dei 7 chakra.

Astrologicamente, l'origine, è ancora al Femminile.

Le  7 stelle visibili delle Pleiadi, che simboleggiano l'immortalità dopo la morte.

E ancora.

Il Labirinto, o spirale, è a 7 percorsi, come il nostro di Benettutti, nella Domus de Janas Luzzanas. 

La referenza è astrale, e risale a tempi antichissimi, tant'è che l'iconografia a 7 percorsi, è presente, trasversalmente, in ogni civiltà.

È il periodo, durante l'equinozio di primavera, in cui 7 pianeti si allineano, ed era considerato il periodo di nascita e rinascita, favorevole sopratutto per la nascita delle divinità, e benedetto quindi anche per gli uomini.

Anche la data di nascita del Cristo, secondo molti studiosi, uno dei tanti avatar, nel panorama universale delle divinità o semidivinita', sarebbe nato proprio durante l'equinozio di primavera, tra il quarto e il settimo secolo aC.

Poi la data di nascita, per tutta una serie di motivi, per convenzione cattolica, et stata fissata per il 25 dicembre.

Ma essendo una nascita legata agli eventi astronomici, risale a questo periodo equinoziale, che già di per sé, ha ulteriori simbologie

Un labirinto che viene definito " cretese", sempre a 7 percorsi.

Il Labirinto di Arianna

O forse, sarebbe meglio dire di Ar-jana.

Perché il Labirinto è Jana.

È dal Femminino, che il Minotauro, da Minus-Taurus, può riscattarsi a T-Aurus, a Creatura Divinizzata, aurea. 

I 7 percorsi, rappresentati nel labirinto, sono i 7 pianeti allineati durante l'equinozio di primavera, il periodo in cui le due polarità, sole e luna, maschile e femminile, sono in equilibrio. Condizione necessaria per accedere a quella dimensione divina, di cui l'immortalità, l'eternità, la funzione specifica del settimo Sacro Archetipo Zain ne è aspetto e caratteristica principale.

Ma è evidente che le prime depositare di questo equilibrio furono tutte quelle rappresentanti del Sacro Femminino, da sempre rappresentate in equilibrio con le braccia aperte e due animali archetipali tra le mani. Astarte, Inanna, dea dei Serpenti minoica, la Tanit.

Il Femminino, custode degli equinozi e dei solstizi, come Giano

Giano/Giana/Jana. Tutte le Domus de Janas sono orientate ai solstizi.

La Zain, settimo archetipo, funzione eternità. Ripetuto 3 volte, in atto creativo.

Il capotribu di Uta, un demiurgo semidivino creatore, con, addosso, il pugnaletto ( Zain significa anche pugnale). 

Un pugnale che ha la sagoma di una sv'astica solare, come ho già approfondito nei miei precedenti scritti, perché, se il bastone di potere, tenuto sulla mano sinistra, appunto, retto dal Femminino, come una kundalini, come un tirso( stesso nome del nostro Fiume Tirso. Elemento acqua, Femminino), con la pineale alla sommità, c'è il Femminino che contiene, la Forma dell'atto creativo che il bastone nodoso veicola, ci doveva essere anche un elemento, oltre quello lunare del 7, anche un elemento solare, il pugnaletto a forma di sv*astica solare ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/pugnaletto-svastica-solare.html?m=0) 


Tiziana Fenu

©®Diritti intellettuali riservati

Maldalchimia.blogspot.com

Bronzetto Uta





sabato, novembre 25, 2023

💛Eleonora d'Arborea e i Templari

 25 Novembre #noviolenzasulledonne ❤️


Sardegna millenni avanti

Dalla Carta de Logu di Eleonora di Arborea

 “Di chi violentasse una donna sposata”.

 

"Qualora un uomo dovesse usare violenza sessuale su una donna sposata, promessa sposa o vergine e di questo venga ritenuto colpevole, è condannato a pagare un’ammenda di cinquecento lire e, qualora lo stesso non dovesse pagare entro quindici giorni, gli sarà amputato un piede. Se la donna in oggetto è nubile l’ammenda scende a duecento lire ma l’uomo è tenuto a sposarla. Tale condizione è tuttavia subordinata al fatto che la donna accondiscenda al matrimonio. Nel caso in cui la stessa rifiuti la proposta, il reo è tenuto a farla accasare munendola di dote secondo la condizione sociale della donna stessa e del suo futuro sposo. Come nel caso precedente, se il colpevole non è in grado di onorare l’impegno, la pena è l’amputazione del piede. Per la donna vergine sussistono le stesse condizioni, senza però obbligo di accasamento, ma solo ammenda ed eventuale pena."

 

In questo articolo troviamo due principi di straordinaria modernità, considerata l’epoca in cui tali norme erano vigenti. Il primo sancisce che un matrimonio “riparatore” risulta valido solo e soltanto se lo stesso è di gradimento della donna. In caso contrario non sussiste per lei alcun obbligo ed il reo va incontro alla condanna. Questi dovrà comunque pagare allo Stato una cifra molto elevata per l’epoca considerando che un cavallo da battaglia, strumento fondamentale per un regno, aveva un valore indicativo di circa dieci lire.

 

Da sottolineare che qualora la donna non gradisca come marito il suo violentatore, l’uomo ha l’obbligo di provvedere per il suo futuro fornendole una dote e trovandole un marito a lei confacente. Tale operazione, non esime tuttavia lo stupratore dal pagamento dell’ammenda.

 Interessante il fatto che un documento così antico ed in forma ufficiale sia rispettoso della volontà della donna, figura non certo tenuta in alta considerazione in epoca medioevale.

 Altro aspetto del tutto rilevante è la poca importanza tributata alla verginità femminile: come si evince dalla norma, il reo di violenza sessuale su di una vergine subisce la stessa identica punizione di colui che si trovi a perpetrare il reato su di una donna nubile, fidanzata o comunque non sposata.

 Differente ammenda viene invece comminata allo stupratore di donna sposata, dove la multa è più che doppia ed ha valore inestimabile per l’economia dell’epoca, quasi come se lo spregio della violenza a chi si trovi ad essere maritata e quindi nel caso madre di famiglia, assuma nell’immaginario del legislatore proporzioni macroscopiche. Possiamo facilmente immaginare che in tale periodo la famiglia ed i figli fossero, non solo sull’Isola ma in tutto il continente europeo e non solo, un valore assoluto e di primaria importanza.

 È quindi comprensibile che le pene contro tale istituzione dovessero avere un tratto afflittivo del tutto marcato. Anche in questo caso, la pena inflitta agli stupratori insolventi era identica in tutti i casi: l’amputazione di un piede. Una simile pena si rivela nella società di allora una punizione del tutto crudele, in quanto l’amputato si sarebbe trovato disabile e quindi non più in grado di provvedere a se stesso, basti pensare alle difficoltà nel lavorare manualmente e nel combattere e quindi relegandolo alla condizione di mendicante, del tutto dipendente dalla carità altrui.

~~~~~~~~~~~~~~~


Nell'immagine 

Il bassorilievo raffigurante Eleonora d'Arborea, nell'abside della Chiesa di San Gavino Martire, del 1347, nella quale ci sono anche le rappresentazioni dei Regnanti del Giudicato di Arborea. 

Una donna Sarda  la cui imrpronta  è rimasta per quasi 5 secoli nella giurisdizione della Sardegna

Una donna coraggiosa che non ha avuto paura di affrontare né il popolo sardo, né la regalità Aragonese, che la voleva sottomessa e obbediente.

Che ha avuto il piglio di ribellarsi e di prendere in mano le redini  della giurisdizione ereditata dal padre, e farne di essa un' importantissimo punto  di riferimento che è rimasto fino alla  promulgazione del nuovo statuto ad opera  dal re  di Sardegna Carlo Felice, il 31 dicembre 1827

Eleonora d'Arborea,  il  giorno di Pasqua del 1392, promulgò la carta De Logu del territorio dello stato di Sardegna.

Pensare che uno Statuto  promulgato da una donna rimane in vigore per quasi 5 secoli,  e portando la Sardegna ad uno stato ottimale di perfetta giurisdizione, con il pieno rispetto delle regole promulgate e supportate dall' aiuto dei degli abitanti dei  Quattro Giudicati nei quali era suddivisa la Sardegna, è ammirevole.


Per l'approfondimento su Eleonora d'Arborea, vi rimando al link del mio scritto a riguardo( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/05/oggi-voglio-parlarvi-di-una-donna-sarda.html?m=0)


Volevo soffermarmi sull'immagine di Eleonora d'Arborea, rappresentata in questa chiesa, e sulla simbologia di alcuni particolari.

Spiccano due moduli da tre elementi ciascuno, ciascuno dei quali, pare rappresenti una Croce Tem*plare, perlomeno, la struttura è uguale.

Se pensiamo che questa croce, di cui il colore rosso ne è la caratteristica principale pare  che sia derivata dalla Croce dell’Ordine del Santo Sepolcro, la croce di Gerusalem*me, portata anche oggi dai Cavalieri del Santo Sepolcro che, a differenza dei Tem*plari, esistono ancora.

Gerusalem*me, capitale di Israele, alla quale siamo uniti da un gemellaggio che risale a tempi antichissimi, e, delle cui corrispondenze, ho spesso parlato anche nei miei scritti, è delle quali si occupano svariati studiosi.

Il numero di queste decorazioni è 6, altro numero particolare, insieme al 3, che sappiamo bene, essere, l'impianto numerologico cardine, insieme ai suoi multipli, di tutta la narrazione alchemica e simbologica, archetipale, della nostra Antica Civiltà Sarda, di cui ho approfondito tante volte. 

Se queste 6 rappresentazioni dovessero rappresentare davvero la Croce Templare, questo non mi stupirebbe affatto, perché da sempre i Templari sono riconosciuti come i protettori del Sacro Femminino, ed erano comunque presenti, in Sardegna, fin dalla seconda metà del XII secolo.

 Negli antichi Misteri, il numero Sei era considerato l’emblema della natura fisica, perché era la rappresentazione delle sei dimensioni di tutti i corpi. 

Nelle sei direzioni, la natura umana e quella divina trovano il loro equilibrio nel Punto centrale, il Cristo cosmico, l’immagine dell’Uno nel mondo oggettivo.

Nel 6, nella conformazione della stella a 6 punte, del Fiore della vita a 6 petali, perfettamente inscrivibili in un esagono, simbolo sacro dei Giganti di Mont'e Prama, gli Opposti agiscono in sinergia e complementarietà, creando, energeticamente. 


I Templari inoltre, amavano i motivi circolari eseguiti con il compasso, ritenendo il Cerchio la più spirituale delle figure, in accordo con Pitagora e Platone. 

I sei lati dei due triangoli divengono sei circonferenze, ma poiché siamo nella dualità, abbiamo 2x6 semicirconferenze che nel cerchio dello Spazio, nel Cosmo, creano il Fiore della Vita a sei petali. 

Questo simbolo è onnipresente nel mondo antico, la sua sacralità è attestata poiché è riportato sulle pareti del sarcofago-ossuario del sommo sacerdote Caifa a Gerusalemme, del I sec. d.C


Poi abbiamo, due cornicioni, al di sopra del bassorilievo che raffigura Eleonora D'Arborea. 

In uno c'è la rappresentazione, reiterata, di quella che potrebbe essere una foglia di vite, con 5 punte, poiché la vite, e l'uva, hanno un alto significato alchemico, come simbolo di nascita, di rinascita, di trasformazione, elementi tipici del Femminino. 

La Dea Muin, in ambito celtico, era proprio la Dea del Vino, dell'immortalita', legata alla celebrazione dello Samhain. 


"Ma, abbiamo una presenza ancora più antica di un simbolo( una linea obliqua che taglia la linea principale corrisponde alla lettera MUIN (vite vinifera), legato proprio alla vite vinifera, che fa parte dell'Antico Alfabeto Ogham, poi mutuato come tantissimi altri, dalla Latinità, ed ancora oggi conosciuto, di VINO

Parola che deriverebbe  dal nome stesso della pianta

Quindi abbiamo MUIN -> MVIN -> VIN, ripreso anche nelle Lingue Tedesca ed Inglese. 

Una paternità molto importante, a riprova del fatto che il Vino sia stato inventato proprio dalla Antica Civiltà Sarda, come è stato ampiamente dichiarato negli ultimi tempi" ( da un articolo di Fabio Garuti e Valeria Putzu https://edinterranunnaka.wordpress.com/2015/11/26/i-caratteri-ogham-obliqui-e-le-bevande-alcooliche/, ripreso e arbitrariamente fatto proprio da altri) 


Abbiamo anche un secondo cornicione, formato da fiori con 6 petali, la cui simbologia (stella a 6 punte/esagono/fiore della vita/sinergia degli Opposti), è estramente presente nella nostra Antica Civiltà. 

Il numero 6, il numero Aureo, a cui corrisponde  lettera F, il numero aureo 1,618. 

È un codice presente in varie chiese, come quella di San Giovanni al Sepolcro,  a Brindisi, di chiaro impianto simbolico, templare, che è costruita secondo la legge divina, secondo la perfezione aurea. 

Probabilmente anche questa chiesa di San Gavino, in cui viene rappresentata Eleonora d'Arborea, che è un simbolo del Sacro Femminino, sarà stata edificata secondo i parametri della Geometria aurea, estremamente presente, come vi ho sempre esposto, nella nostra Antica Civiltà. 


Ma c'è di più. 

I due cornicioni. 

Foglie a 5  punte e fiori con 6 petali. 

5+6 =11

Anche il numero 11, è una simbologia numerica fortemente presente in ambito templare

Il numero 11 è la dualità armonizzata, simbolicamente rappresenta una coppia di colonne, che sono poste all’ingresso del Tempio. Il numero 11 compare sempre nelle cattedrali gotiche, è la somma del numero 6 del macrocosmo i due triangoli intrecciati con il numero 5 del microcosmo, la stella a cinque punte. 

La maggior parte dei labirinti rappresentati nelle costruzioni religiose gotiche sono composti di 11 vie parallele. Le spire del labirinto sono 11

Spesso, in alcune chiese, è stato trovato questo codice 1631


Facendone l'addizione 1+6+3+1, esce fuori il numero 11. 

11: il numero della Conoscenza assoluta dei Templari, formato da 10+1. 

Non solo: questa sequenza di numeri era indicata anche per esempio dagli ordini cavallereschi, specialmente proprio nei Templari e Ospedalieri, come “Linguaggio della Dea”

L'ordine dei Templari fu fondato in un anno 11 ( 1118) da 11 frati francesi, dall’aristocratico Hugo di Payns, su richiesta di San Bernardo di Chiaravalle.

Direi che questa rappresentazione, veicola un metalinguaggio simbolico che ci riporta a quello della Grande Madre, in una società matriarcale come la nostra, ma estesa, nella sua simbologia, concettualmente, e ontologicamente, ad enfatizzare quella sinergia degli Opposti che traspare ovunque, anche in questi simboli che potrebbero appartenere alla simbologia Templare, ma che, archetipalmente, rimandano all'antica Alleanza tra Maschile e Femminile, sempre enfatizzata nel corso della nostra civiltà, di cui, Eleonora, fu un Eccelsa rappresentante di quella energia Femminile, capace di accogliere e magnificare, anche l'energia mascolina, attraverso la promulgazione di uno Statuto equo e giusto, che garantisse armonia e giustizia.


Tiziana Fenu

©®Diritti intellettuali riservati

Maldalchimia.blogspot.com

Eleonora d'Arborea e i Templari





venerdì, novembre 24, 2023

💙27/11/2023 Plenilunio in Gemelli

 Lunedì 27 novembre, abbiamo una Luna Piena in Gemelli.

Abbiamo una giornata energeticamente molto interessante.

Inanzittitto, siamo di lunedì, un giorno dedicato alla Luna, che si combina perfettamente con l'Arcano XVIII della Luna.

Siamo guidati dall'energia del diciottesimo Sacro Archetipo Ebraico Tsade', con funzione "divisione".

Una divisione apparente, come ho già detto a riguardo di questo archetipo, che si è manifestato spesso, ultimamente, perché riflette quella dimensione di frattali, che ci lega comunque, nel nostro microcosmo, ad una Coscienza Universale, di cui siamo, appunto, frattali, e quindi, veicolo di quella unita' monadica primigenia.

È interessante notare come, siamo appena entrati sotto il segno del Sagittario, e che il segno dei Gemelli è l'antipide e complementare del Sagittario.

La stessa natura del Sagittario, del centauro, manifesta questa natura gemellare, dell'uomo e della bestia, in sinergia, per potenziarsi vicendevolmente.

Ma siamo nella dimensione del Gemellare, visto che siamo ancora in riverbero della splendida energia del portale 11 /11, emblema  proprio di questa dimensione monadica e gemellare, anche, e sopratutto, direi, in quello che non viene considerato accademicamente un segno zodiacale vero e proprio, ma di cui viene considerata solo la costellazione.

Sto parlando dell'Ofiuco, che mi riguarda da vicino, come segno zodiacale reale di appartenenza, il cui periodo astrale, va dal 30 novembre al 17 dicembre.

Questa Luna piena, prende a battesimo, e anticipa, introduce, proprio il segno dell'Ofiuco, energeticamente estremamente potente, che oltre per appartenenza zodiacale, mi sta particolarmente a cuore, poiché è la costellazione che maggiormente rappresenta la nostra Antica Civiltà Sarda, insieme a quella del Toro.

Il Toro e il Serpente, immortalati in un nostro famoso bronzetto sardo, chiamato il bronzetto di Nule, ma che rappresenta un Ofiotauro( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/10/ofiotauro-simbolo-del-toro-e-del.html?m=0).

Questa costellazione dell'Ofiuco, è sempre esistita, e veniva considerata  con grande rispetto dagli astrologi babilonesi in particolare, grandi osservatori del cielo, e la si trova nelle incisioni lapidee dei Kudurru mesopotamici del XVI sec, le pietre di confine, che ho proposto più volte, nell'altra mia pagina Sacred Symbologies, che presentano molte costellazioni, tra le quali, il Serpentario, rappresentato tra Sagittario e Scorpione.

Il Serpentario, che successivamente, in una visione più antropocentrica, verrà definito come "l'Ofiuco, colui che domina il serpente", viene rappresentato con due teste, perché rappresenta le due polarità del maschile e del femminile, anche se poi, nel corso dei secoli, è stato rappresentato con una sola testa e una sola coda.

Perché è stato ritenuto scomodo?

Perché come tutto l'impianto ideologico religioso, si deve demonizzare tutto ciò che è equilibrio e autoguarigione. 

Si deve stare nel peccato, nella colpa, trasferire all'esterno di noi stessi, la dimensione divina. 

La si deve sradicare e possibilmente demonizzare, per creare idoli e religioni ai quali essere revenzialmente devoti, senza consapevolezza, invece, delle nostre potenzialità.

Gli Antichi babilonesi, non contemplavano, nello zodiaco, né Bilancia, né Scorpione, ma, al loro posto, Aquila e Ofiuco, ritenuti potentissimi, due Archetipi di espansione della coscienza.

Aria, per aquila, acqua per Ofiuco, perché l'Ofiuco è l'Archetipo del Sacro Femminino, della Kundalini, della Lilith che destreggia abilmente le due energie, le due nadi, la Ida e la Pingala, della Kundalini.

Proprio come le due parti gemellari di una stessa unità monadica. 

Pensiamo all'immagine iconografica del Sacro Femminino, nel corso dei millenni. 

Da un Femminino potente, perfettamente in grado di gestire le sue due polarità, e quindi di accedere, attraverso questa sinergia, alla dimensione divina, rappresentato da Femminini potenti, come Astarte, Inanna, la dea dei Serpenti minoica, Ecate, e molte altre rappresentanti, divine e semidivine, siamo passati, ad un Femminino sradicato dalla sua natura, depotenziato, perché poi, naturalmente, questo dominio è diventato di competenza solo mascolino. 

Pensiamo alla Vergine Maria, un Femminino, spesso rappresentato con un piede, il destro, solitamente, che rappresenta quel Mascolino castrante e dominante, che tiene, a piede nudo, un serpente, sotto il suo piede, bloccandolo. 

Per quanto la trasmigazione simbolica, attuata dalla Chiesa, vuole il serpente come simbolo malefico, quindi di peccato e di punizione ( impianto su cui si basa tutta l'ideologia cattolica), rimane fortissima questa energia di complementarietà tra il Serpente e il Sacro Femminino. 

Di identificazione.

L'Archetipo 9, la somma dell'Archetipo 18, Tsade', del plenilunio di lunedì, parla di un salto di Ottava, dall'apparente divisione, alla consapevolezza di essere frattali di una dimensione divina che trascende quella umana. 

L'Archetipo 9, la Teth, è rappresentata proprio come un serpente, come un Orobourus. 

È la Sophia, la kundalini, la dimensione esperienziale, in sinergia gemellare con le nostre polarità. 

La Vergine Maria è a piedi nudi. 

Ha il tallone facilmente vulnerabile al morso del serpente. 

Proprio il tallone, che veniva considerato un portale energetico tra le due dimensioni, quella umana e quella divina 

L'eredità energetica e simbolica, è forte, 

Non si possono cancellare millenni di storia. 

Da custode delle polarità energetiche complementari, da Signora dei due estremi, delle "belve", non poteva improvvisamente diventare, colei che uccide la sua stessa natura. 

Ed ecco, che lo manifestano, tramite un simbolismo, un Mascolino ( il piede destro) dominante, invertendo quella clessidra gerarchica in cui la Donna, il Femminino primigenio, è portatrice e custode di tutta la Sapienza ancestrale. 

Ed ecco che, da dominatrice, da colei che "ammazza il serpente", il ma*le, diventa, per chi ha una visione di insieme più ampia, da frattali, e quindi, elabora con parametri che esulano dalle piccolezze umane, colei che invece, protegge e custodisce il serpente, con la sua zona più vulnerabile, il tallone scoperto. 

L'esporre e veicolarne il predominio maschile, e maschilista, anche in questo campo, a poco serve, se si bypassa la mistificazione, la manipolazione. 

La distorsione. 

Sono allineamenti energetici, questi del plenilunio di lunedì, che, traslati dal macrocosmo al microcosmo, riflettono una nostra particolare attenzione al nostro Ofiuco interiore, alla nostra Kundalini, all'allineamento dei nostri chakra, per offrire il meglio di noi, per essere magia, magia creativa, come dei Maghi che fanno sparire per un attimo il sole o la luna, o enfatizzando un plenilunio, sovvertendo l'ordine naturale delle cose.

Questo, ci offre la possibilità di un'enorme potenza, che le energie di questo Ofiuco alle porte, preannunciato proprio da un Sole in Sagittario e da una Luna Piena in Gemelli, ci consentono di sviluppare, creando le coordinate per una dimensione nostra, dove il "nostro mondo", può essere anche il contrario di ciò che gravita intorno.

Gemelli, Aria, come l'aquila. 

Ofiuco, acqua,. 

Sagittario, fuoco. 

Abbiamo già una triade alchemica molto potente 

Archetipo 18

La somma fa 9, il grembo, il Femminino, Madre Terra. Archetipo Teth. 

Un'alchimia che si deve compiere nella materia. 

Perché noi, come frattali, siamo manifestazione nella materia, e la nostra maestria, la nostra capacità alchemica, non può che manifestarsi nella dimensione terrena. 

Il Sagittario, da eccellente arciere che prende la mira e punta in alto, ci aiuta a concentrarci, a  non disperdere energie. 

Dopo i passaggi abissali, con il novilunio in Scorpione, del 13, sotto il segno dello Scorpione, e Archetipo Mem, le Acque primordiali, e Arcano Maggiore XIII della Morte,  siamo pronti alla rinascita, in profonda corrispondenza con la nostra controparte gemellare, come ci ha indicato anche il portale 11 /11, il cui Archetipo Kaf, riflette una compenetrazione reciproca tra le parti, ben rappresentata dall'Arcano Maggiore XI della Forza. 

Stavolta, la corresponsione è più profonda, più interiore, più intimista. 

Riguarda la nostra Sacra Essenza, le due polarità della nostra energia 

Quali accogliamo? Quali rifiutiamo? 

È tempo di integrazione. 

Il Serpentario ci fa da guida. 

È un'energia molto potente, che si deve sondare, attraversare, integrare in ogni suo aspetto, perché è ciò che chiede questo Plenilunio in Gemelli. 

È antipode e complementare al Sagittario, perché solo integrando le due polarità, esattamente come il centauro, integra la sua parte animale, in quella umana, si può focalizzare bene, si può puntare in alto. 

Si può prendere la mira, senza disperdere inutilmente le energie, e puntare alla Luna, all'Arcano Maggiore di Lunedì. 

Siamo in un giorno consacrato alla Luna, che, per quanto sia un satellite, è imprescindibile dalla terra. 

Due Femminini, non a caso. 

Perché è l'energia femminile, che integra, che accoglie, che fa spazio, che consente la gestazione, la creazione. 

L'espansione, rappresentata dal moto dinamico della freccia schioccata dal Sagittario, dall'Ofiuco, veicolo di Sophia, e di dimensioni che si rivelano solo con l'integrazione. 

In una dimensione che non accoglie, che disgrega, che non cerca il dialogo, che ignora, cancella, che crea barriere, che distrugge, il migliore regalo che possiamo fare a noi stessi, è proprio questa integrazione e completezza, per sentirci frattali del Divino, in qualsiasi contesto. 

Un plenilunio, questo di novembre, chiamato del Castoro, del gelo, del lutto, che predispone ad un nuovo slancio, ad una nuova spinta energetica. 

La somma complessiva della data del plenilunio, sarà un 9, quindi riguarda anche la chiusura di un ciclo personale, o più cicli karmici. 

Questi numeri, e questa simbologia del Castoro, ci parlano chiaramente anche attraverso questo importante animale Totem. 

Il Castoro, di per sé, è un grande lavoratore, il costruttore per eccellenza. 

Costruisce ininterrottamente 

Dalla sua energia, come Animale Totem impariamo ad entrare in connessione con le nostre esigenze più profonde, a plasmare i nostri desideri, pezzetto dopo pezzetto, "incidendo  la dura materia con gli incisivi, con i denti davanti, proprio come fa il Castoro.  

Non è più tempo di" masticare", usando tutti i denti, nella masticazione. 

È dispendio di energie. 

È il tempo del ghiaccio, del congelare le situazioni che devono congelate, e convogliare le energie solo su noi stessi, su quegli incisivi che incidono e plasmano la materia. 

La volontà unita al desiderio( il Sagittario, con le sue polarità gemellari, in sinergia, che punta la mira, con volontà, attraverso il desiderio, rappresentato dalla luna, e da tutta quella parte emotiva ed emozionale, misterica, che è il fulcro energetico e dinamico di ogni intento), creano le sinergie giuste per creare le nostre personali dighe, i nostri ponti, i nostri nuovi templi. 

Grembo di noi stessi, come il 9, Sacro Archetipo Teth, che è anche conoscenza, serpente, Kundalini, come ho scritto. 

Accoglienza di quella connessione profonda che consente la gestazione e rinascita. 

Infatti, nella disciplina della Dentosofia, la parte superiore della dentatura indica l'energia Maschile del Cielo, e nella fattispecie, i due incisivi centrali indicano, il sinistro, lo Yang di Yin, quindi il Maschile del femminile, quindi il creatore, l'aspirazione del desiderio, mentre l'incisivo destro, indica lo Yang di Yang, il Maschile del Maschile, il desiderio di realizzazione nel concreto . 

Anche qui, sinergia gemellare, non a caso. 

Una Luna Piena stupenda, che ci spinge a concentrare concretamente le nostre energie, nella realizzazione di sé stessi, lasciando perdere le situazioni che ci coinvolgono energeticamente in "masticazioni e digestioni energetiche" più impegnative e dispersive, non adatte per questo momento di "luna di ghiaccio", di tutela e protezione, di cristallizzazione delle nostre energie.

Preservare, senza più dispersione. 

Maestri eccelsi. 

Di noi stessi. 

Con infinita gratitudine, sempre. 


Tiziana Fenu 

©®Diritti intellettuali riservati 

Maldalchimia.blogspot.com


27/11/2023 Plenilunio Gemelli




martedì, novembre 21, 2023

💙19/11/2023 Giornata internazionale dell'Uomo

 Domani 19/11/2023 è la giornata internazionale dell'Uomo, allo stesso modo in cui si celebra la giornata internazionale delle donne, l'8 marzo. 

Ho ripreso uno scritto dell'anno scorso, perché anche domani, come per il portale11/11, e per il novilunio del 13, la somma della data, corrisponde al giorno del mese, in questo caso, il 19. 

Siamo di domenica, con Luna Crescente in Acquario, sotto un segno d'Aria, quindi, e in piena energia del Sacro Archetipo Qoph, con funzione "legante". 

Siamo anche governati dall'energia dell'Arcano Maggiore XIX del Sole, che si combina perfettamente a questa domenica, alchemicamente legata al Sole. 

Quindi, abbiamo una prevalenza dell'energia Mascolina, anche se il numero 19 è una straordinaria combinazione del numero uno, e del numero nove. 

Un maschile, Aleph, e un femminile, la Teth. 

Il 19 dell'Arcano Maggiore del Sole, è un numero che è sempre stato considerato Sacro in ogni cultura e civiltà, poiché rappresentava la massima manifestazione della divinità solare

Nell'antichità questa funzione "legante" veniva rappresentata da un filo che tiene unite due cose, che crea una connessione, e in greco questa parola si traduceva in "legame d'amore". 

Un legame sottile, sensoriale. 

Un legame d'Anima. 

L'anticamera della completezza, della perfezione, rappresentata anche da quell'uno più nove, da quel "dieci" che rappresenta il totale allineamento. 

La circolarità divina. 

Particolarità di questo numero, è che 

Il Sole, la Luna e la Terra si allineano nella stessa posizione una volta ogni 19 anni.

Il 19 è anche la perfezione del Fiore della Vita completo, formato da 19 circonferenze. 

Fiore della vita formato dalla polarità maschile e dalla polarità femminile che si intersecano. 

Si, perché non si può avere una visione unitaria delle cose, non si può creare niente, se non attraverso la corrispondenza dei due occhi, di due fonti di energia. 

Tutto acquisisce un senso, se collegato ad un qualcosa. 

Gli stessi Archetipi funzionano così. 

Si relazionano tra loro, enfatizzando la loro funzionalità. 

L'Archetipo Qoph rappresenta proprio questo, il legame, la corrispondenza tra le cose, nonostante tempo, distanza e diversità. 

Come tra Amore e Psiche. 

Qualcosa di indistruttibile li unisce, nonostante la diversità agli antipodi. 

È il filo conduttore che riporta all'Origine, al Punto Zero. 

Dove si possono vedere le cose non solo nella Forma, ma anche nell'Idea.

Nella Forma - Pensiero. 

In quella Quarta Dimensione che appartiene alla sfera emozionale, quella che fa, farà da Matrice al corpo fisico in Quinta Dimensione, come dimostrano gli studi sulla ricettività emozionale dell'acqua. 

Quel sesto senso che è rimasto atrofizzato nella terza dimensione, e ha sede nell'admigala. 

La porta, la mandorla che permette di accedere nella dimensione superiore, e trova la sua corrispondenza alfabetica nella Mandorla Mistica, nel Pesce Mistico, della Vesica Piscis. 

E cosa rappresentano, la Mandorla Mistica, nella sua forma come una v*ulva, se non il Femminile?

Il Femminile che ha la forma perfetta di un cristallo d'acqua, a forma di Fiore della vita a sei petali. 

L'acqua, il Femminile, è Memoria. 

Memoria ancestrale, amniotica.

Memoria di quella forma Monadica, che lo collegava al suo complementare, al suo Sole. 

È il Femminile a guidare il Maschile, ad iniziarlo nell'Intuitivita'. 

Intuitivita', che solo attraverso il Maschile, può diventare azione, e bypassare la passività magnetica del Femminile. 

È la via ionica. 

Ionica, da Y*oni. 

Ma anche ionica, da ioni, che sono quelli che si agganciano chimicamente, che creano corrispondenze. 

La via che porta alla consapevolezza del nostro essere completi, integrati, androgini, monadici. 

La sua corrispondenza geometrica, simboleggiata dalla stella di David a sei punte. 

Il 6, che rappresenta un tre più tre, due completezze, maschile e femminile, che si integrano, che si corrispondono, perché sono parte integrante della stessa Essenza, e uno, magnifica ed enfatizza l'altro. 

Parlare della giornata mondiale dell'Uomo, significa riconoscergli questo potere d'azione aggregante di continuità, di corresponsione. 

Forgiato dalla dura via della Materia, del denso, della Mente, della Logica, disconosciuto, in questa dimensione, dal suo stesso Padre, arriva ad un punto dove deve andare oltre, e spaziare, attraverso il suo corrispondente femminile, in quella Dimensione che gli è connaturata da sempre. 

Che gli è innata, poiché complementare. 

Perché è la dimensione monadica dell'Origine, con il suo Sacro Femminino. 

Attraverso la prima via, quella della mente, molti uomini sono stati come mutilati della loro dimensione più potente, quella delle Emozioni, quella che davvero crea oltre la Forma-pensiero. 

Nella dimensione dell'Origine, invece, l'Uomo, tramite il Femminile, crea nella Forma-Emozione, che dà accesso a livelli superiori di consapevolezza. 

Il Femminino è la forza propulsiva a questa Dimensione. 

Perché lei è Grembo, è Mandorla Mistica e Ichthys insieme. 

È Fiamma Cristica, ha già in sé, come Grembo Madre, il Maschile e il Femminile.

Conosce la via del Ritorno a Casa. 

Verso l'Uni-Verso. 

Riconoscere questa Sacralità di corrispondenza, nell' Uomo, spetta alla Donna. 

L'Uomo non è capace di vederlo, di avere uno sguardo di insieme, se non ha l'altro occhio corrispondente, per vedere il tutto. 

E questo significa, da parte della Donna, avere una sensibilità tale, da avere davvero tutti i sensi attivati, oltre i cinque terreni, e cogliere, con il suo sesto, la corrispondenza di cui è portatore l'Uomo, e renderla manifesta, in sinergia, insieme. 

Vedo molta sedimentazione, sotto questo aspetto, molto giudizio, molta superficialità e pregiudizio, nel capire quanto può essere stata dura, per l'Uomo, la via della Mente, dell'azione, del fare, penalizzando la via del Creare. 

Perché si può creare solo in due, quando si ha la giusta corrispondenza emotiva. 

Perché l'emozione crea. 

È la via più Pura e semplice del Creare. 

La più potente.. 

Il filo conduttore che va oltre questa dimensione, dove invece si realizza senza emozione.

La Natura si crea e ri-crea continuamente, in forme perfette ed equilibrate. 

Ma senza Emozione. 

Ci deve essere corrispondenza tra i piani Spirituali e quelli Terreni. 

L'Emozione è l'accesso per il Divino. 

Il Regno è qui. 

E ci sono già dei Regnanti che aspettano la loro Regina, degna della Corona. 

Del Settimo Chakra, quelli che unisce con il Divino. 

E le Regine, aspettano il Re Nudo, colui che regna anche senza un Regno. 

Perché è lui stesso, il suo stesso Regno, di cui la Regina ne e' combinazione giusta, per quella chiave  che solo il suo Re possiede. 

Sta alla Donna, riconoscere la regalità dell'Uomo, perché è lei, a vedere oltre. 

Quell'oltre di cui l'Uomo detiene la corrispondenza, la Chiave, il Legame, il collante. 

Non è questione di cuore. Di romanticismo.

Si tratta di campi toroidali potenti, che partono dal chakra del cuore, il nostro chakra più potente

La nostra centralina elettrica. 

Quella del futuro, della Nuova Umanità.

Come quella dell'Acquario, il segno che governa la Luna di domani . 

Scrivendo, sento lo strappo, la lacerazione di questa funzione legante, archetipale, che governa la giornata di domani. 

Giornata che dovrebbe celebrare celebrare l'Uomo, nella sua capacità di espandersi anche attraverso la donna. 

Un altro uomo che non ce l'ha fatta. 

Un altro uomo mutilato. 

Anestetizzato e coercizzato. 

Rimasto incastrato nel suo esoscheletro sociale, culturale, patriarcale. 

Un Sole senza i suoi pianeti 

Un Sistema Solare mancato. 

Disallineato. 

Improduttivo. 

Fuori orbita. 

Fuori frequenza. 

Una Luna fatta scivolare dalla magia dei sogni, dei desideri. 

Un sogno spezzato, che stavolta, ha avuto gli occhi di Giulia. 

In quel limbo dove il Mascolino non può più recuperare Memoria di Sé, ma può solo constatare quanto ha perso, di quella dimensione. 

È un'occasione che non ritorna. 

Un riscatto impraticabile. 

Una caduta che segrega negli abissi dell'oblio, in cui non si potrà più avere memoria di sé. 

Come una Madre, che non riconosce più il proprio figlio. 

Perche ciò che continuerà a vivere è la Memoria di quel sorriso, che nemmeno la morte può spegnere. 

Un pensiero, domani, a tutti quegli Uomini orfani, di madri, compagne di vita e figlie, di donne che hanno continuato a brillare, pur sganciandosi dalle orbite di questi Soli mancati, creando sistemi solari e costellazioni che illuminavano anche i cieli oscuri di questi uomini orfani di sé stessi. 

L'Universo celebra i legami, non le distruzioni.

Celebra la creazione, la vita, gli elettroni magnetici. 

La memoria ancestrale di sé, in quell'afflato naturale, divino, che ci porta all'espansione attraverso l'altro, per creare la stessa trama dell'Universo. 

La stessa storia dell'Umanità. 

E la condanna alla damnatio memoriae, è ciò che si paga. 

Nella densità di un grembo di Madre, che diventa pesante, come un macigno, con il quale affondare la memoria di quel figlio, Uomo mancato, nella profondità degli abissi. 

È una sconfitta, uno strappo, una lacerazione per tutti. 

Individuale, della famiglia, della società. 

Ma soprattutto dell'Individuo. 

Benchè se ne dica. 

Un passo indietro, prima dell'irreparabile. 

Abbassare lo sguardo per umiltà, per riconoscimento dell'altro, nella sua Bellezza. 

E, se deve essere per vergogna o pentimento, auguriamoci di non incrociare mai questi sguardi. 

Sapremmo vedere oltre.

Anche in quell'oltre dove il loro sguardo non ha più nessun orizzonte. 


Tiziana Fenu

©®Diritti intellettuali riservati 

Maldalchimia.blogspot.com

Giornata Internazionale dell'uomo



venerdì, novembre 17, 2023

💚Tomba Etrusca degli Àuguri

 Prendo spunto dal post ( https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10227722811007485&id=1584316231) di un mio contatto, il ricercatore Luca Zampi, nel quale vi è rappresentato un particolare della Tomba degli Àuguri di Tarquinia, una tomba a camera, etrusca, dipinta, situata nella necropoli dei Monterozzi, che risale alla fine del VI secolo a.C. e scoperta nel 1878.

Nel post viene proposto il particolare della Falsa Porta, che segnava il limite tra il mondo dei vivi e il mondo dei morti, a cui gli Etruschi davano molta importanza attraverso il culto dei morti, e delle due  figure benedicenti di Àuguri (coloro che interpretavano il volere degli dèi attraverso il volo degli uccelli, di cui si vede anche una rappresentazione in questa stessa tomba ) ai lati della porta, che sembrano accommiatarsi dal defunto.

Come Luca ha notato, trasversalmente in altre culture e civiltà, i due Àuguri, presentano due mani ognuno, ma entrambi  solo la destra e solo la sinistra. 

Ho offerto la mia interpretazione personale, sul simbolismo presente in questa scena in particolare. 

La porta ha la valenza iniziatica e simbolica della T, l'ultimo dei Sacri Archetipi, la fine di un percorso iniziatico, la completezza, la Tau, il ventiduesimo Sacro Archetipo Ebraico, il Sacro Sigillo degli Iniziati. 

Questa forma è ricorrente, nelle iconografie di ogni civiltà. 

Ne abbiamo un esempio anche nei pilastri a T dell'antichissimo sito archeologico di Gobleki Tepe. 

Ma lo vediamo anche nelle iconografie, trasversalmente, in ogni civiltà, delle rappresentazioni di personaggi semidivini, o con alte cariche sacerdotali, attraverso la conformazione a T del setto nasale e dell'arcata sopraciliare. 

Lo vediamo anche nei nostri sardi Giganti di Mont'e Prama, o nelle nostre Dee Madri di Cuccuru S'arriu( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/03/sephiroth-sarda-e-la-tau.html?m=0). 

Indica il Sacro Sigillo degli Iniziati, delle figure semidivine, che hanno raggiunto l'accesso alla dimensione divina, grazie all'equilibrio delle due polarità opposte, maschile e femminile, sole e luna, luce ed ombra, destra e sinistra, come in questo caso, rappresentato dalla simbologia della stessa mano doppia per ognuno dei due Àuguri. 

È Un'iconografia da sempre rappresentata, in ogni civiltà, di dominio, inizialmente, solo del Sacro Femminino, custode, come Athanor alchemico, delle due polarità della Kundalini, la polarità maschile, Pingala, e quella femminile, Ida, che riconosciamo in Dee antichissime come Ishtar, Inanna, la dea dei Serpenti minoica, giusto per citarne qualcuna, e molte altre Dee rappresentate in una posizione di potere, in genere con serpenti o leoni speculari al loro fianco o tenuti in mano, con le braccia tese, argomento che ho trattato più volte. 

La falsa porta è il passaggio nell'altra dimensione.

Per questo passaggio, si necessita della sinergia delle due polarità, maschile e femminile, come se fosse una seconda rinascita, ben rappresentate dalle figure ai lati, che sono come due Demiurghi, creatori di questa nuova vita oltre la morte. 

Anche l'iconografia della Scacchiera, che decora spesso il soffitto delle Tombe etrusche, rappresenta questa sinergia tra le due polarità.

Ma sappiamo bene, come per tante altre cose, anche nella stessa struttura del soffitto (https://maldalchimia.blogspot.com/2022/12/corrispondenze-etruschi-sardi.html?m=0), che è un concetto e un simbolismo, ripreso ed ereditato dal nostro, ben più antico, presente nelle nostre Domus de Janas, in particolare nella nostra Domus de Janas di Pubusattile, a Villanova Monteleone,  ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/il-kamasutra-e-la-scacchiera-di.html?m=0). 

La figura a destra, in questo affresco, rappresenta la polarità maschile, e infatti con le due mani, entrambe destre, entra in connessione con il suo chakra della Corona, che lo connette alla dimensione divina, e alla sua polarità complementare, rappresentata dall'altra figura, alla sinistra, che rappresenta la polarità femminile.

Infatti ha due mani sinistre, che, come l'altra figura speculare e complementare, sono in connessione con il chakra della Corona e con il suo complementare, all'altezza del cuore, con il braccio teso. Sicuramente una punta di maschilismo patriarcale, emerge

Le questioni "alte, sacerdotale", erano competenza degli uomini, e rappresentare le due polarità sinergiche, necessarie alla rinascita dopo la morte, anche attraverso una figura femminile, non rientrava nella loro ritualistica.

Anche nelle decorazioni circolari della falsa porta, ci sono elementi numerici interessanti e simbolici

Tre passanti orizzontali, con 12 elementi circolari ciascuno

12 x 3= 36

3+ 6= 9

Sulla barra centrale verticale, 9 elementi decorativi

9+9= 18, quindi un "1+8"=9

Ancora un 9

Oppure potremmo anche sommare i 36 elementi decorativi circolari orizzontali, ai 9 verticali

36+9= 45

45, è ancora, un 4+5, = 9

Ancora un 9

Qualsiasi somma si faccia, mi da sempre un 9, perché il 9 è il Sacro Archetipo Ebraico Teth del grembo, della gestazione, del Femminino che accoglie. 

Una forte simbologia numerica che parla di nascita anche dopo la morte.


Tiziana Fenu 

©®Diritti intellettuali riservati 

Maldalchimia.blogspot.com

Tomba etrusca degli Àuguri




mercoledì, novembre 15, 2023

💛Ierofania Domus Puttu Codinu /Ecate

 Grazie ad un mio commentatore, il signor Pietro Correddu, che ringrazio, intervenuto su un mio scritto, ripubblicato oggi, nell'altra mia pagina Sacred Symbologies, sono venuta a conoscenza di una ierofania, che si verifica proprio domani 16 novembre, giorno in cui veniva celebrata la Dea Ecate, la dea delle dimensioni, dei solstizi, durante il periodo romano. 

Il signor Correddu mi ha segnalato la pagina Pottu Codini-Domus de Janas Villanova Monteleone, di cui lascio il link del post, anche se è datato, uno al 16 novembre del 2014, l'altro, al 15 novembre del 2015( https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=3203883963208009&substory_index=3203883963208009&id=389488107781569), in cui si manifesta comunque lo stesso fenomeno, la stessa ierofania, nella Domus VIII, datata al V millennio aC. 

"È il fenomeno della luce all'alba di metà novembre, quando il sole illumina perfettamente la falsa finestra scolpita nella parete e sormontata da doppia protome taurina ( O doppia luna O doppia nave?? )"

Questo è perfettamente sincrono con la data dei festeggiamenti di Ecate, in epoca romana, proprio tra il 15 e il 16 novembre.

Sulla Dea Ecate ho approfondito nella mio scritto, nella mia pagina Sacred Simbologies, il 18 giugno, in occasione del solstizio estivo ( https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid02LPTp13K7zqhKHBwE2J9XVca2qcUiACbJRPtGw537m8wGravY9hmdauWCaS9KNrHvl&id=100041945383639), che trovate anche nel mio blog( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/06/dea-ecate-solstiziale.html?m=0), che ho voluto riproporre oggi, in occasione di questa ricorrenza pagana, la notte di Ecate, celebrata proprio a cavallo della notte tra il 15 e il 16.

Una notte in cui si entra in contatto con la dimensione dell'oltretomba, di cui Ecate è sovrana e signora.

Signora delle due dimensioni, dei due solstizi, delle due polarità dell'ombra e della luce, della notte e del giorno.

Concetto perfettamente in linea con la dimensione femminea, amniotica e gestazionale, delle Domus de Janas, allineate ai solstizi.

Questa Domu de Jana ha un allineamento

sud est, cioè verso l'alba del solstizio d'inverno.. 

Quindi ritorna con il discorso del Sacro Femminino/Ecate/Domus, collegate ai solstizi.

Come ho scritto altre volte, la civiltà romana, ha ripreso molte cose dalla nostra, ma in particolare, le ierofanie, come ho approfondito in alcuni miei scritti( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/03/pozzo-s-cristina-pantheon.html?m=0

-https://maldalchimia.blogspot.com/2023/05/21-aprile-natale-romano.html?m=0

-https://maldalchimia.blogspot.com/2022/06/solstiziopales.html?m=0

A Villanova Monteleone,  nelle Domus, abbiamo delle rappresentazioni particolari 

Abbiamo la Domus IV, con i tre fa*lli ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/09/pubusattile-tre-falli-tempio-di-malta.html?m=0)

Abbiamo la Domu de Jana della Scacchiera di cui ho approfondito tante volte.

Questa ierofania, che si manifesta in un giorno 15, a celebrazione di un Sacro Femminino, rappresenta l'energia benedicente su una falsa porta, quadrata, simbolo del Femminino, come tutti gli ingressi delle Domus de Janas, dell'energia fertilizzante del sole, del Mascolino.

Una sinergia necessaria per la nuova vita nella dimensione ultraterrena.

La falsa porta quadrata, sulla quale si manifesta la ierofania, è sovrastata da una doppia protome taurina, la cui simbologia si lega proprio a questa sinergia tra le due polarità, tra maschile e femminile, così nen rappresentata anche nell'altra Domus, sempre a Villanova Monteleone, della Scacchiera, splendido esempio estetico e simbolico di come questo concetto, simbolico, misterico, sia il filo conduttore di tutta la nostra Antica Civiltà Sarda.

Anche la dea Ecate, signora dei Solstizi, come tutti i Sacri Femminini della storia dell'umanità, regine della Luce e dell'Ombra, ha la falce di luna, taurina/ute*rina, sul capo. 

La ierofania che si manifesta nella Domus Puttu Codinu, che significa "pozzo di pietra", quindi, simbolicamente legato all'elemento acqua, quindi al Femminino, si manifesta in una Domus, che è orientata verso sud est, alba del solstizio invernale, come il pozzo di Santa Cristina e anche il nuraghe Sisini, speculare al pozzo Is Piriois ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/09/orientamento-solstizio-invernale-pozzo.html?m=0), accomunati dalla stessa conformazione, come ho già approfondito 

Ma in questa Domus, come in altre, per esempio, come quella de S'Incantu, in cui è presente il soffitto, lavorato come se fosse la carena di un' imbarcazione. 

"Sa carena", come ho scritto nel mio articolo ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/01/le-domus-de-janas-non-sono-capanne.html?m=0), lo sterno. 

Sterno che rappresenta "su nai", la sede in cui si genera la risonanza della voce, il "dire", sede dell'afflatto divino della creazione, e "sa nai", l'imbarcazione che traghetta da una dimensione all'altra. 

Sanai, guarire

Sa nai, la nave

Sanaj

Janas al contrario, nella sua forma speculare e gemellare, concetto portante di tutta la nostra simbologia della civiltà sarda. 

Sanai

Guarire.

Domus de Janas alchemiche. 

Dimensione alchemica di trapasso in un' altra dimensione, di guarigione, ma anche di fecondità. 

La ierofania che si manifesta il 15/16 novembre, la cui data, 15, è legata al concetto di fe*rtilità, come giorno centrale di un ciclo lunare e mestr*uale. 

Il 16, come sopra, così sotto. 

Manifestazione divina, ierofanica, benedetta da Padre e Madre Cosmici, rappresentati da quelle doppie protomi taurine che sovrastano la falsa porta della manifestazione ierofanica. 

Come due imbarcazioni che custodiscono l'anima, che si manifesta tangibilmente, come corpo di luce, come in un primordiale  tabernacolo, in cui assiste alla meraviglia e all'incanto, ancora dopo millenni. 


Tiziana Fenu 

©®Diritti intellettuali riservati 

Maldalchimia.blogspot.com 

Ierofania Domus /Ecate








martedì, novembre 14, 2023

💛Bronzetto Sciamano Vulci

 Ho visto più volte, in questi giorni, girare, su profili anche non italiani, le immagini del nostro bronzetto sardo di Vulci, che si continua a definire come "pugilatore".

Ho dato la mia personale interpretazione tempo fa, a cui vi rimando, per la lettura, sul mio blog( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/simbologia-delle-trecce-nel-bronzetto.html?m=0), tenendo conto di tutta la simbologia di cui il bronzetto il portatore, nei particolari che manifesta in modo evidente.

Uno sciamano, un'alta figura sacerdotale, che ha caratteristiche comuni con i nostri Giganti di Mont'e e veicola una simbologia da demiurgo creatore, Monadico, quindi portatore di un'energia androgina.

Porta anche la sacchetta sciamanica, di cui ho approfondito in quest'altro scritto

https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/sacchetta-sciamanica.html?m=0


Tiziana Fenu

©®Diritti intellettuali riservati

Maldalchimia.blogspot.com


Bronzetto Vulci



domenica, novembre 12, 2023

13/11/2023 Novilunio Scorpione /Diwali 2023

 Domani 13/11/2023, siamo in Luna Nuova in Scorpione

Saremmo guidati dall'energia del tredicesimo Sacro Archetipo Ebraico Mem, le  acque della Sacra Madre Primordiale. 

Le acque amniotiche della Memoria, e dall'Arcano Maggiore XIII della Morte. 

Siamo anche in un giorno 13, e questo è speculare all'intensa giornata di ieri, che faceva 11 come somma, ma anche come giorno e mese 11.

Domani saremmo di Lunedì, in un segno d'acqua, lo Scorpione, sotto una Luna in Scorpione e sotto un Archetipo Mem

Una giornata, energeticamente profondamente consacrata al Sacro Femminino, e alla capacità di partenogenesi del Femminino, che nasce e muore a sé stesso, continuamente, sia per essere fecondato, ma anche per mantenere attiva la sua fertilità, che non è subordinata alla fecondazione. 

Perché se si ha l'energia per vivere, si ha anche per morire, condizione necessaria, sacrificio necessario per sacralizzare la venuta alla luce. 

Il Seme è Energia potenziale, a prescindere dal germoglio, ed è Monade integra fino a quando si Sacri-fica , muore a sé stesso, si squarcia, per trasformarsi in altro, in germoglio. 

Per emergere, per venire alla luce. 

Ma la potenza è tutta nel seme, non nel terreno.

Ci sono piante meravigliose che germogliando tra le spaccature del cemento, nel deserto. 

Nella stessa aridità della vita. 

E anche se non germogliassero, sono dei meravigliosi Semi, pieni di potenzialità. 

Ad un occhio attento li riconosco. 

Emettono energia e luce anche attraverso la dura scorza. 

Questo si lega perfettamente alla straordinaria combinazione di questi tre giorni, sabato domenica e lunedì, con un portale, con una festa della Luce, il Diwali, che si festeggia oggi, e con una Luna Nuova in Scorpione, domani. 

E ancora, sabato( Saturno), domenica( Sole), lunedì ( Luna). 

Le Fiamme, il Maschile e il Femminile, che risuonano in corresponsione sulla ruota del tempo di Saturno, che, anch'esso, come la Mem, di domani, come lo Scorpione, è legato al Femminino. 

Al Femminino Monadico, il grande Grembo, che spesso non riconosciamo, perché porta in sé anche quell'ombra che preferiamo tacitare o ignorare, ma che inevitabilmente, ci scaraventa nel nostro stesso grembo, con fermezza e dolcezza. 

Per farci vedere. 

Per riconoscerci dove non immaginiamo. 

Ci viene chiesto di scendere in profondità, nel limbo della nostra stessa decomposizione, come le foglie autunnali che marciscono dopo la loro caduta. 

In un'acqua che, in un segno d'acqua come lo Scorpione, non è limpida, ma torbida, poiché implica una trasformazione profonda, paludosa, invisibile in superficie, dove tutto si compie al buio, soli con noi stessi. 

La divinità rappresentata dallo scorpione, presso gli Antichi Egizi, era Selkhet, divinità funeraria, Custode della vita e della morte, come ho già scritto in uno dei miei ultimi scritti. 

E gli Scorpioni, 7 Scorpioni, erano i custodi di Iside, il Sole Nero, il Sole dietro il Sole, Saturno, proprio perché era presiosa. 

L'Iside Velata, quella che si rivela attraverso il percorso iniziatico dell'apertura dei 7 chakra, che possono essere abissi e vette, lo sappiamo bene. 

A favorire questa discesa nel nostro personale Ade di trasformazione,  è l'energia della data di ieri, come abbiamo visto, l'undicesimo  Sacro Archetipo Ebraico Kaf, con funzione "pen*etrante", che indica un momento di transizione molto intenso, in apertura, estremamente potente, perché il numero 11, ha la forza equilibrata del maschile e del femminile, il primo Numero Maestro, il più importante, catalizzatore di potenti energie, che possono portare sulle vette, o scaraventarci negli Abissi, proprio come è nelle stesse caratteristiche dello Scorpione. 

E ieri, Archetipo e segno zodiacale  si sono  armonizzati alla perfezione. 

In un momento storico, sociale e individuale, dove è un attimo non riuscire a veicolare positivamente la forza contenuta  in questo Archetipo Kaf, che va all'Essenza delle cose, dove è presente l'energia monadica degli opposti. 

E il potere dell'alchimista è quello di gestire al meglio le proprie energie. 

Questo significa metterle a disposizione di una creazione costruttiva, che funga da agente di coesione anche con gli altri che vibrano della stessa frequenza. 

In quest'ultimo periodo abbiamo visto tanti elementi di coesione, come in una catena magnetica. 

Mani nelle mani. 

La forza del silenzio.

La Presenza. 

L'eloquenza elettrica, pulita, fluida, immediata. 

Cerchi umani di connessione. 

Per smuovere i fili dei burattinai. 

Che, abbiamo visto, a pari intensità, risponde con un'azione uguale e contraria. 

Eccessiva per molti, per chi non sa gestire le Energie Divine, ed è abituato a lavorare con quelle basse, terrene, molto meno potenti, perché spinte dall'immediato, dalle circostanze, dalla necessità, non dalla nostra Intima Essenza. 

Ma io osservo e vedo quanta intensità in questa Luce astrale, in questa chiave, mossa da un solo uomo, che ha fatto tremare la terra sotto i piedi. 

Questo, significa Kaf. 

Convogliare e pen*etrare. 

Perché è manifestazione di Energia Divina. 

Lo Scorpione aiuta a scendere in profondità, nell'Abisso. 

A smuovere le acque paludose, poiché conosce il segreto per conquistare la vetta. 

La Kaf insegna a gestire in profondità queste grandi energie divine, che incarnate negli Umani, diventano Emozioni, Sentimenti. 

Quanto siamo capaci di far aprire le fauci al temerario leone, come fa la fragile e delicata fanciulla dell'Arcano XI dei Tarocchi, "la Forza"? 

Quando sei arrabbiato, la tua rabbia è la tua consapevolezza, il tuo sensore, la prova che sei ancora vivo, consapevole, pulsante, ricettivo. 

È tempo di trasformare questa energia, di scendere nel proprio Mistero, accessibile solo a noi stessi. Di essere omeopatici verso noi stessi, cura e veleno, portatori di veleno nel pungiglione dello scorpione, e contemporaneamente, la nostra stessa cura.

Quella cura, quella guarigione che può avvenire solo nel nostro stesso grembo, bevendo le nostre stesse acque, come Giona nel ventre della balena, senza fare della nostra ribellione, della nostra rabbia, la nostra palude.

Emergendo, diventando Maghi di noi stessi.

Camminando sopra le nostre stesse acque. 

Toccando quelle alte vette di Misticismo e profondità che solo uno scorpione può. 

Dobbiamo saper cogliere il nostro Mistero, la nostra formula magica, per poter imparare ad agire nel mondo e bypassare gli incantesimi a cui ci sottopone la realtà in cui viviamo.

Che è solo un contesto, un'occasione, una coordinata terrena. 

Niente di più. 

Come Anime ne abbiamo vissuto centinaia, vita dopo vita.

L'energia dell'Archetipo Kaf,  ci ha aiutato in questa discesa alchemica, per sviscerare la nostra stessa Essenza e portarla alla luce, come in una Coppa votiva, alla quale rinnoviamo la promessa di Fedeltà a noi stessi, alla nostra Essenza.

Al nostro sentire.

Al nostro intuito.

Ai nostri sentimenti.

Alle nostre emozioni.

Dove impariamo, prima a fidarci di noi stessi, e poi degli altri.

Dove impariamo a gestire, a governare, da Imperatori quali siamo, le nostre energie, senza disperdere dove non serve.

Dove impariamo a rilasciare, a lasciare andare, ciò che ci tiene bassi, di qualsiasi natura sia.

Dove impariamo a non aver paura.

Perché tutto è stato già vissuto e affrontato.

Dobbiamo solo ricordare il coraggio che ci ha contraddistinto nella tormenta, e l'odore dei nostri stessi demoni, diventati profumo di casa.

Perché sono ciò che ci ha consentito di oltrepassare la Soglia, di fare il salto di Ottava.

Di riconoscerne il Drago, di attraversare le sue lingue di fuoco purificatrici e scarnificanti, e arrivare al tesoro dell'Essenza.

Saper affrontare il nostro stesso Ade, scendere nel nostro Abisso, significa imparare a come poterne risalire.

Nessuno ce lo può insegnare.

Ogni Ade fa esperienza a se.

Al di sotto di esso, c'è il nostro Bambino interiore, la nostra Purezza, la nostra Origine, la nostra Integrità, la nostra Verità, la nostra Innocenza primordiale, che nessuno può inficiare.

La nostra Luce, che si si manifesta, celebrata proprio oggi, attraverso il Diwali, con un Archetipo 12, la Lamed, con funzione "misura", e l'Arcano Maggiore XII Dell'Appeso, con Luna calante in Bilancia. 

Oggi testiamo la nostra misura, la nostra potenzialità come Seme, la nostra Luce, la nostra Frequenza. 

Siamo in equilibrio anche a testa in giù. 

Anche fisicamente, si sente lo sbandamento del cambio di energia, di prospettiva, pronti per un nuovo slancio. 

Con una rinnovata energia 

Senza più disperdere. 

Senza più donare a vuoto. 

Il Seme può germogliare ovunque, proprio perché preserva le sue energie, non le disperde, e quindi si può permettere di germogliare ovunque. 

Dovremmo arrabbiarci quando veniamo meno a noi stessi, perché gli altri, le situazioni, adempiono semplicemente al loro ruolo: farci vacillare, decentrarci dal nostro baricentro.

Ed è giusto che sia così.

Perché solo oscillando si trova l'equilibrio.

E quando si trova l'equilibrio, si trova anche il proprio ritmo, come un metronomo, che può coordinarsi a ritmi simili ai nostri, fino a creare una sinfonia perfettamente accordata, dove si ha lo stesso ritmo, lo stesso linguaggio, la stessa frequenza.

Non affanniamoci a cercare frequenze simili alle nostre.

Verrà da sé.

E quel che a noi, sembrava attrito da poter limare, era semplicemente una banda di frequenza diversa, che non può realmente recepire, poiché è impostata su frequenze diverse dalla nostra, e che nessun intervento può sanare.

È come la creazione di una Galassia, i cui pianeti si reggono energeticamente a vicenda, in uno scambio, perché hanno la stessa energia.

Soffermiamoci in quegli occhi che sono, per noi, galassia.

Questo deve essere il nostro unico imperativo. 

Insieme a quello di armonizzare le nostre due polarità, perché solo la potenza femminile, dà potere al suo Dio maschile. 

Attingere energia dai nostri istinti più animali, più istintivi, più viscerali, rappresentati dal leone, significa non distruggerli, ma trasformarli ed incanalare in modo costruttivo, nobilitandoli in Oro. 

Questo significa saper usare l'Alchimia. 

Si conciliano le divergenze in nome di un interesse comune. 

Nell'integrazione. 

Ci stanno insegnando la disgregazione. 

La sopraffazione. 

La gente assorbe. 

Prevarica. 

Emula. Si sente autorizzata alla prevaricazione e sopraffazione, allo sminuire l'altro.

Con arroganza, con strafottenza.

È il potere illusorio dei "piccoli". 

Guardatevi intorno. Si agisce sempre di più in questo modo. 

Nel piccolo, come nel grande. 

Ma i Guerrieri Spirituali non vogliono il potere esterno, ma la capacità di saper governare le proprie energie interiori. 

E per poterle governare, bisogna conoscere e riconoscere i propri Demoni interiori. Interiorizzarli, appunto, e farne linfa vitale dalla loro forza propulsiva, che è potentissima, senza arrivare al punto di farli implodere e creare delle voragini che ci inghiottirebbero. 

Il tempo è arrivato. 

Coloro che resteranno in piedi saranno proprio i Guerrieri Spirituali. 

Coloro che non hanno bisogno di sgomitare, di sminuire. 

Di sopraffare, anche solo verbalmente. 

Fanno un passo indietro e osservano. 

La loro Presenza, la loro Sacra Energia, fa tremare la terra anche senza muovere un passo. 

Si chiama Presenza. 

A se stessi, innanzitutto. 

I palcoscenici, alle primedonne. 

 Per i Guerrieri, c'è la Regia. 

Mi dici poco.. 

I festeggiamenti di oggi, il Diwali indiano, onorano il Sacro Femminino. Le strade si riempiono di luci e colori, e il cielo è inondato di fuochi d’artificio. Si onora il Divino nella forma della Madre Divina Lakshmi, consorte di Vishnu, ed espressione della luce, della generosità e della prosperità.

Si onora la loro Luce sinergica che porta Amore nelle tenebre. 

Quale migliore sincronicita' energetica, per festeggiare la festa delle luci, delle nostre luci interiori, delle Fiamme Gemelle(il cui numero è 11, come l'Archetipo di ieri, frutto della ierogamia delle nostre due polarità, con noi stessi e con l'altro, quando riusciamo ad emergere, a trasmutare la nostra palude scorpioncina e raggiungere le vette? 

Buona Luna Nuova di trasmutazione, per onorare la nostra Vera Essenza, in Verità, senza maschere. 


Tiziana Fenu 

©®Diritti intellettuali riservati 

Maldalchimia.blogspot.com

13/11/2023 Novilunio Scorpione/Diwali 2023



giovedì, novembre 09, 2023

💛💚Anello Museo Sant'Antioco

 Stavo visionando questo video, 

https://fb.watch/ocvxWn1HJR/ in cui si illustra un bellissimo anello esposto al

 Museo Archeologico Ferruccio Barreca (MAB) rinvenuto in una necropoli "Punica" vicino a Sant'Antioco. 


Poi mi spiegano come fanno a definire punico questo reperto ( immortalato nel fermo immagine del video), quando sono presenti elementi decorativi esplicitamente sardi come simbologia e come struttura.

Il fiore centrale ha 8 petali.

Ho sottolineato e approfondito più volte( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/la-simbologia-della-stella-otto-punte.html?m=0) come la simbologia della stella a 8 punte, che rappresenta il Sacro Femminino( basta pensare alla stella di Ishtar in ambito Mesopotamico) fin dai tempi antichissimi, sia estremamente presente anche nella nostra Civiltà, tanto da arrivare fino ai giorni nostri, presente negli antichi rosari di eccellente manifattura. 

Intorno alla stella a 8 punte, cinque cordonature.

Il cinque è ancora numero, del Femminino, Archetipo He,  con funzione "vita", la H del tetragramma divino YHW, presentissima in Sardegna. Lettera rappresentata da una Tanit, perché la conformazione ad H simboleggia il Sacro Femminino in equilibrio con le due polarità delle due energie, come sempre è stato rappresentato.

Ishtar, Inanna, la dea dei Serpenti minoica, e molte altre Dee, che rappresentano in questo equilibrio mercuriale, di scambio equo tra le due energie, le due nadi della kundalini, Ida e Pingala, il Femminile e il maschile, la possibilità di accesso alla dimensione divina, che era prerogativa della dimensione Femminina, prima che, con il subentrare del Patriarcato, diventasse di esclusivo dominio del Mascolino.

A ridosso delle 5 cordonature, c'è una decorazione formata da 34 elementi decorativi in "vetro", bianchi e blu, così li hanno definiti, ma potrebbero essere cristalli più preziosi.

Ma comunque sia, sono il simbolo dell'integrazione delle due polarità, 17 "femminili" e 17 maschili. 

Il 17, sommato, è un "1+ 7", che mi dà un 8, e ritorniamo alla rosetta con 8 petali, simbolo del Femminino. 

Una corrispondenza, quella del 17, che ritroviamo anche in un altro anello, con rubini, tipicamente sardo, chiamato "Sa mura sarda" ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/sa-mura-sarda-anello.html?m=0), in cui abbiamo 17 rubini. 

"L' Arcano Maggiore 17, nei Tarocchi è simboleggiato da una stella.

"Nascere sotto una buona stella" è altamente beneaugurante

Ma il 17, nella sua riduzione teosofica, diventa un' otto (1+7),che indica l'infinito, ciclicità che si ripete, unione di cielo e terra, unione continua e dinamica tra gli opposti, tra maschile e femminile. È il simbolo stesso della creazione dinamica, del divenire"

Ma se vogliamo, il 34, è un 3+4, la dimensione spirituale( 3) che dimora nella dimensione materica (4), che sommati tra loro, mi danno un 7, numero Femminino per eccellenza. 

Un ciclo lunare di 7 giorni. 

I 7 chakra della kundalini, che è l'energia Femminile, la Shekinah, che contiene, come una coppa, le due polarità. 

Intorno a questa decorazione di 34 elementi, un'altra "crodonatura", la sesta, tecnica tipica delle nostre lavorazioni, sia orafe, che nei cestini, chiamati, appunto, "is crobeddasa". 

Ma l'elemento forse tipicamente più sardo, sono le doppie spirali, presentissime nella nostra Antica Civiltà Sarda. 

Ho già approfondito sulla simbologia delle spirali, anche nel mio recente post sul bassorilievo presente nella Domu de Jana di Bonorva( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/10/domus-de-janas-bonorva-sa-pala-larga.html?m=0) 

Ma una doppia spirale, speculare, è una simbogia antichissima nella nostra Civiltà Sarda, che troviamo addirittura in una Domu de Jana, a Oredda,  in un bassorilievo  Oredda in una colonna all'interno della Domus

I nostri Antichi Padri e Madri, amavano moltissimo  la simbologia della spirale 

Come nel petroglifo della  Domus de Janas Corongiu , nella necropoli di S'Acqua Salida, a Pimentel (Ca)., di cui ho già approfondito la simbologia ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/07/gli-dei-delle-spirali.html?m=0) 

"Sembra un racconto. una storia con ideogrammi. 

Simbologia che ritroviamo anche nella sua versione singola, non speculare, come nel 

bassorilievo nella nostra Domu de Jana  dell'Ariete, a Perfugas(Ss), in Sardegna, metà IV millennio aC. (https://maldalchimia.blogspot.com/2020/09/petroglifo-sardo-e-siciliano-confronto.html?m=0), per il quale è stata evidenziata la similitudine con  il bassorilievo  proveniente dalla Necropoli di Castelluccio, in Sicilia, in provincia di Siracusa, ed esposto al museo Paolo Orsi di Siracusa, fine III millennio a. C.

Una simbologia presente, in modo evidente, anche in questo anello, molto più recente( si parla della metà del secondo millennio aC), ma che siruramente è un elemento simbolico identificativo della nostra civiltà, come unione di sinergie terrene e cosmiche, contrapposte e complementari, finalizzate alla creazione, che fanno da cornice ad una "crodonatura" a sei circonferenze. 

Il numero 6 è la perfezione dell'Unione degli Opposti, riconducibile anche alla simbologia dell'esagono, di cui ho approfondito più volte e legato all'Archetipo Vav, la W del trigramma /tetragramma YHW /YHWH, di cui, come vedete, abbiamo già due Archetipi presenti, La He, e la Vav/Waw

Perché è un anello che simboleggia un'unione Sacra, che parla di fertilità, di grembo Femminino che accoglie e porta il fiore di questa fe*condazione. 

Il particolare motivo a "crodonatura", è assemblato a moduli di due, in modo che formi la disposizione della spiga del grano, simbolo di fertilità ed elemento contraddistintivo strutturale e architettonico dei nostri nuraghi, simbolo di fertilità, di incontro, tra cielo e terra ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/05/lavorazione-spiga.html?m=0) 

Anello "punico", dicono. 

Ma anche no. 

Anello tipicamente sardo. 


Tiziana Fenu 

©®Diritti intellettuali riservati 

Maldalchimia.blogspot.com 

Anello museo Sant'Antioco