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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

mercoledì, dicembre 28, 2022

💙Passaggio 2022 /2023

 Domenica 1/1/2023, in attesa della luna piena in Cancro del 6 gennaio, ci troviamo ad inaugurare questo 2023, con una Luna crescente in Toro, guidati dal nono Sacro Archetipo Ebraico Teth, con funzione "cedente", dall'Arcano Maggiore IX dell'Eremita, dal Sole che governa la giornata di Domenica, e dalla runa Isa.

Un anno che si apre nel segno dell'abbondanza, della gestazione, e si chiude, il 31/12/2022, con delle energie molto interessanti, se viste in corrispondenza con le energie del primo gennaio.

Infatti, per l'ultimo dell'anno, abbiamo l'energia del tredicesimo Sacro Archetipo Ebraico Mem, con funzione liquidità, e l'energia dell'Arcano Maggiore XIII della Morte, con una Luna crescente in Ariete, che dal primo pomeriggio, dello stesso 31, entra nel segno del Toro.

Siamo dunque, in una dimensione energetica, in questa transizione verso il nuovo anno, tutta al femminile.

I due giorni a cavallo, sono in Toro, segno femminile. 

L'Archetipo Mem, del 31 dicembre, è un Archetipo Madre, indica le acque del Femminino, il Caos primordiale delle acque, la dimensione amniotica delle nostre memorie ancestrali.

È legato all'Arcano Maggiore della Morte, perche il Femminino, per antonomasia, muore e rinasce a sé stesso, in una ciclicità e fluidità continua.

Ma è un Archetipo legato al Femminino, anche il nono Archetipo Teth, la Grande Madre, il Sole dietro il Sole, Shamash, la kundalini, la Shekinah incarnata, la forza vitale del serpente, in continua trasformazione come una spirale, non come un circuito chiuso.

È apertura gravida. Sono le acque amniotiche e fertili, di chiusura di anno, che segnano la fine di un ciclo gestazionale, con l'Arcano Maggiore XIII della Morte, del 31, e che iniziano un altro ciclo gestazionale nel grembo della Teth, con grande forza interiore, con una luce interiore, quella dell'Eremita, che affronta un altro viaggio iniziatico in solitaria, spinto dal proprio Fuoco interiore.

Dal proprio serpente della Saggezza, dalla propria Kundalini, senza temere il ghiaccio del percorso che lo attende, rappresentato dalla runa Isa, che è la Runa del ghiaccio che inaugura energeticamente questo anno "7".

Il ghiaccio che preserva, che custodisce, fino a che la primavera non è pronta ad esplodere anche in superficie.

È l'Archetipo della profondità, l'Archetipo Teth, dell'abisso, della discesa nel proprio grembo interiore, dove l'Eremita, in solitaria, affronta il suo percorso iniziatico attraverso le 7 tappe energetiche dei 7 chakra, con il suo bastone di potere, il serpente, che attraverso l'energia del settimo Archetipo Zayn, quello che caratterizza quest'anno 2023(2+2+3=7), si erge in segno di abilità di gestione del potere.

Perché è questo, ciò che ci ha insegnato il 2022, con la sua energia 6, unione degli Opposti.

A governare al meglio le energie, perché il viaggio sarebbe stato ancora più impegnativo. 

A cercare l'equilibrio, per meglio manifestare. 

Perché, come dico sempre, il Potere, è una questione di gestione. 

Si sale di livello. 

La Zayn, l'Archetipo di questo anno "7", è rappresentata da un pugnale. Ha funzione "penetrazione".

Penetrare le cose, significa coglierne l'Essenza.

Avere capacità di discernimento.

Coglierne la frequenza.

È intelletto che è maestria.

Che è equilibrio.

Che è simmetria.

Che è capacità di capire, selezionare, tagliare.

Scegliere un nutrimento piuttosto che un altro.

La Zayn esige fermezza, essendo anche metaforicamente un pugnale.

Fermezza nell'azione, significa precisione.

Il settimo giorno della creazione, la domenica, e guardacaso questo primo dell'anno, cade proprio di domenica, ci si ferma, ci si ritira.

Una morte, come l'Arcano Maggiore XIII, che governa questo ultimo giorno dell'anno, che è necessaria all'inizio di un nuovo ciclo, in espansione, come l'inizio di una nuova gestazione, come è traguardato dall'Archetipo Teth.

È come fare un passo indietro.

Raccogliere, preservare tutte le energie, custodirle, some sotto una coltre di ghiaccio, come indica la Runa Isa, per meglio gestirle.

Per dar loro una valenza ancora più sacra.

Il 6  dell'anno 2022, rappresentava l'unione degli Opposti.

Il 7, è un quadrato al cubo, che rappresenta la Materia nella dinamica della Creazione, al cui centro, come il settimo punto, la settima stella oscura delle Pleiadi, o il settimo punto centrato dell'esagono, o il settimo chakra della Corona, vi è la Coscienza dell'uomo, che non si manifesta cercando verso l'esterno, ma cercando verso l'interno.

Nel proprio grembo, nella propria luce interiore dell'Eremita.

Sotto la propria lastra di ghiaccio.

Protetti.

Isolati.

Preservati.

Facendo luce nelle proprie tenebre.

In quel luogo ideale, amniotico, protetto, che è il grembo della grande Madre Mem, del 31 dicembre, in cui si muore a sé stessi, ma solo per rinascere, in un nuovo ciclo gestazionale di maestria, stavolta, nel penetrare e cogliere, con discernimento, l'essenza delle cose.

Trovo bellissimo, e, perfettamente orchestrato, come è nelle corde dell'Universo, nella sua perfezione, questo passaggio, dal 31 dicembre al primo gennaio, con questi Archetipi e Arcani Maggiori che si incastrano benissimo tra di loro, attraverso la figura allegorica del Carro, l'Arcano Maggiore VII, che guida energeticamente questo anno 2023, che indica movimento, spostamento, dinamicità, un lasciarsi qualcosa alle spalle, per avventurarsi verso il nuovo, con la Maestria di saper gestire le polarità, i due cavalli. 

Ho scelto di rappresentare questo mio approfondimento, dall'Arcano Maggiore IX dell'Eremita, a cui sono particolarmente legata. 

La nostra luce nascosta, custodita, deve essere il nostro Sacro Faro.

Oltre il buio.

Oltre la separazione.

Oltre la superficie.

Si sale di Ottava.

Sarà sicuramente più impegnativo.

Ma anche più intenso.

La nostra "prova del 9", come si suol dire, ma non per caso.

La nostra volontà.

L'energia che mettiamo nell'intento, ingravidato dalla nostra Essenza, focalizzando cosa vogliamo, e cosa no.

Essendo anche capaci di rinunciare a ciò che non è più nelle nostre Frequenze, perché molto altro ci aspetta.

Un passaggio di grande scrematura e depurazione.

Un cui l'Eremita sa.

Sa, e agisce.

Dritto per la sua strada, seguendo solo la sua Luce interiore.

Gravida di tutto ciò che lo rappresenta, in verità.


Tiziana Fenu

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Nell'immagine, l'Arcano Maggiore IX dell'Eremita, di Matteo Arfanotti, e, in sovrapposizione, il Sacro Archetipo Ebraico Teth. 


Passaggio 2022/2023


sabato, dicembre 24, 2022

💚Bassorilievo tre Re Magi

 Bassorilievo Re Magi

"Allora Erode, chiamati segretamente i magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa loro la stella e li inviò a Betlemme dicendo: “Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo

[...] Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese” (Matteo 2, 1-12).


Nella cattedrale di Autun, in Francia, dedicata a Sainte Lazare, i Magi sono rappresentati in due capitelli della cattedrale. In uno vi è l’episodio dell’adorazione e nell’altro quello, appunto del sogno. 

L’autore dell’opera è lo scultore Gisleberto (“Gislebertus hoc fecit”, si legge sull’architrave, scultore del XII secolo, e l'opera risale al 1120 circa. 

Ho trovato molto interessante questo bassorilievo, per la simbologia che veicola. 

Inanzittutto, notiamo sul lato destro, che risulta alla sinistra dei Re Magi, una stella con 8 punte, che rappresenta la Stella Cometa, ma che è anche il simbolo del Femminino. 

La stella di Betlemme è rappresentata sia con 8 punte, sia con 6, ad indicare la sinergia degli opposti, in atto di creazione. 

È infatti il Femminino, nel caso della stella a otto punte, custode del Gesù Bambino, a guidare i tre Re Magi, che probabilmente erano astronomi - sacerdoti persiani, che sono una rappresentazione allegoria, in senso astrologico, delle tre stelle della cintura di Orione, facilmente rintracciabili, proprio partendo da Sirio(simboleggiata dalla stella a 8, punte), a metà strada, tra Sirio e le Pleiadi, sullo stesso asse, tra est e sud. 

In senso alchemico, invece, rappresentano i tre stadi del processo alchemico iniziatico, Nigredo, per  Baldassarre, il re nero che arriva dall'Africa e che porta in dono la mirra, la fase Albedo per il re Gaspare che arriva dall'Europa e porta l'incenso, e la fase Rubedo per che arriva dall'Asia, rappresentata da Melchiorre che porta l'Oro.

Le tre grandi Fasi alchemiche della grande Opera iniziatica, traguardata dal simbolismo dei tre Doni, con la mirra, usata nei riti di mummificazione e per lo stesso Cristo alla sua morte, legata al concetto di resurrezione e immortalità, l'incenso, usato nelle sacre cerimonie, che rappresenta la natura divina del Bambino Gesù, e l'Oro, legato alla sua natura solare, divina. 

Nella rappresentazione, abbiamo un Angelo che tenta di svegliare, in senso metaforico, alchemico, i tre Magi che sono dormienti, non consapevoli. 

Per fare questo, tocca lievemente, con l'indice della mano destra, l'anulare destro, del primo dei Tre Re Magi, che infatti tiene gli occhi aperti, come risvegliato da questo tocco angelico. . 

La scelta di sottolineare queste due dita in particolare, ha un significato simbolico. 

L'indice è segno di autorità divina, e la punta dell'indice è chiamata proprio "punto di divinazione", come nel dipinto della Cappella Sistina di Michelangelo, dove viene rappresentato Dio, che passa il Dono dell'intelletto ad Adamo, proprio attraverso questo "punto di divinazione" che si trova all'estremità dell'indice, sempre destro. 

Invece, l'anulare destro che viene toccato al primo dei tre Re Magi, è legato al Dio Apollo, quindi al Sole, ma anche al cuore, organo sacro ad Apollo.

É il dito del legame amoroso, quello dell'anello di fidanzamento, ed è legato al primo chakra della radice, l'elemento terra. 

Invece l'indice è legato ad un elemento più nobile, più alto e spirituale, l'elemento aria, legato al quarto chakra del cuore. 

È un momento, quindi, quello in cui l'angelo sfiora con il suo dito indice, l'anulare di uno dei Re Magi, in cui divino e umano, hanno un contatto, attraverso il quale è possibile un risveglio spirituale, una nuova consapevolezza. 

Una divinizzazione, una solarizzazione dell'umano. Infatti, anche la coperta semicircolare, sembra il percorso del sole sull'orizzonte, dall'alba al tramonto, e i tre Re Magi, sono inglobati in questo percorso solare, che li divinizza. 

Processo di divinizzazione, sottolineato anche da parte del Sacro Femminino, perché l'Angelo, Custode di questo Dono, con l'indice della mano sinistra, sul lato femminile, appunto, sta puntando l'indice sulla stella a 8 punte. 

Quindi vi è una sinergia divina, che sta agendo attraverso il Mascolino e il Femminino, per portare i tre Re Magi ad un risveglio di coscienza, che, traslato in senso astronomico, significa essere allineati sulla via della rinascita, sulla via Lattea, con Sirio/tre stelle della cintura di Orione, costellazione del Toro/Pleiadi, allineati, in sinergia tra Sole e Luna, per arrivare ad una nuova consapevolezza, ad una apertura di cuore, che consenta il discernimento, la protezione del Bambino Gesù, del Bambino d'Oro da Erode, dalla follia di un uomo che vuole spegnere ogni Seme solare, con una strage di bambini, pur di non vederlo splendere. 

E invece, il Sole, la consapevolezza, qui, si riesce a trasmetterla proprio per intervento divino, se si consente di stare sotto la sua traiettoria solare (la coperta fatta come una parabola solare nel suo tragitto diurno), sotto la sua coperta, e se si porge il lato sinistro, quello femmineo, ricettivo, l'anulare destro, ad accogliere, nel proprio cuore, come in un fidanzamee, questa forza propulsiva, mascolina, solare, che divinizza, che salvifica, che indica la via, la Madre, la stella a sei punte, il Femminino Custode dell'Antica Sophia. 

Quella stessa, che l'indice destro, rappresenta. 

E, attraverso questo contatto di dita, creare un legame, un "fidanzamento", un pegno d'amore, una promessa. 

Un nuovo patto, una nuova Alleanza. 

Una nuova possibilità per l'umanità. 

Un'opera stupenda, ricca di simbologia.


Tiziana Fenu 

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Bassorilievo tre Re Magi



💙25/12/2022 Luna Crescente in Acquario

 Il 25/12/2022, il giorno del Santo Natale, siamo in Luna  crescente in Acquario, guidati dall'energia del Sacro Archetipo Ebraico Ayin, il sedicesimo, con funzione "corrispondenza", e dall'Arcano Maggiore XVI della Torre.

Ho voluto scrivere questo post, riguardo questa festività, perché sono rimasta estremamente sorpresa, dalla corrispondenza( giusto per restare nella dinamica energetica della "corrispondenza", dell'Archetipo Ayin), tra l'Arcano della Torre, e la parola Betlemme.

Betlemme, dovete sapere, è un nome esoterico. Il villaggio di Betlemme non esisteva in quei tempi in cui  nacque Gesu. Betlemme è del tutto simbolica. In lingua caldea è "Belen", e la sua radice significa "torre di fuoco". Betlemme è dunque Belen, termine caldeo che corrisponde appunto alla torre di BEL, la torre del Fuoco. 

Il Sacro Fuoco solare. 

Il Logos divino, adorato fin dalle antichissime e prime civiltà. 

E guardacaso, l'Arcano Maggiore di questo 25 dicembre 2022, rappresenta una torre che va a fuoco. 

Quest'anno, sono state davvero tante, le "corrispondenze" tra date, simboli,  Arcani Maggiori, numerologia e Archetipi. 

Hanno creato una tessitura perfetta, che spesso mi ha emozionata profondamente, per guidarci al meglio, con tale perfezione che non può che avere un imprinting divino, del quale dobbiamo sentirci onorati nell'essere partecipi di questo grande ingranaggio, che è il Logos Divino. 

Lavorare con il Fuoco, nella propria torre, significa fare un lavoro da Iniziati. 

Il Fuoco smantella, incenerisce la sommità della Torre, il superfluo. 

Ma se vi è corrispondenza, tra sotto e sopra, le fondamenta, le radici, non vengono intaccate. 

La stella di Betlemme, che guida i tre Re Magi, è una stella a 6 punte, e rappresenta il sigillo di Salomone, la stella di David, la sinergia dell'elemento Fuoco, con il triangolo con il vertice verso l'alto, con  l'elemento acqua, il triangolo con il vertice verso il basso. 

Il Mascolino e il Femminino. 

Femminino, che alchemicamente è il Mercurio, acqua mercuriale che depura e trasforma. 

Zolfo e Mercurio in sinergia.

Lo zolfo, elemento maschile fecondante, e il Mercurio è l'elemento femminile che si lascia fecondare, ma che, nel suo Athanor alchemico, trasforma lo "sperma" alchemico, simbolico, dello zolfo, in un elemento più nobile, attraverso il sale, elemento "collante" tra i due. 

È la sinergia degli opposti che ha contrassegnato energeticamente quest'anno 2022, che fa "6", come somma. 

Questa trasformazione alchemica, attraverso questa sinergia di Opposti, deve portare alla trasformazione in corpo astrale, solare, cristizzato, puro Oro. 

Il Bambino d'oro che nasce nella notte del 25.

La simbologia alchemica dei Tre Re Magi, rimanda ai colori dei tre grandi passaggi dell'opera alchemica. 

Il nero, l'opera al nero, saturniale, di morte. 

Il bianco, la purezza della colomba

Il giallo, l'oro dell'opera compiuta. 

E infine il viola, che caratterizza il mantello di tutti e tre i Re Magi. 

Il momento di questa Natività alchemica è traguardato da questa torre che si sgretola, folgorata dal fulmine divino. 

È una nascita/rinascita, che ci tocca intimamente. 

È l'ascesa del Capricorno, è il valore della nostra misura, è la maestria della Temperanza. 

Archetipi che ci hanno guidato fino a questo momento, per essere pronti alla nostra Betlemme, alla nostra Torre di Fuoco, alla folgorazione della consapevolezza di tutto ciò che non trova risonanza in noi. 

Di tutto ciò che deve essere bruciato, perché non trova corrispondenza. 

La corrispondenza dell'Archetipo Ayin, che ci guida in questa celebrazione di vita. 

L'Ayin è l'Archetipo dell'occhio. 

Dell'occhio che vede oltre. 

Dell'intuizione. 

Del sentire. 

Della Frequenza. 

Perché corrispondenza, fa sempre rima con frequenza. 

E non è solo un gioco di parole. 

La materia è energia. Il lavoro alchemico si concretizza solo nella materia, quando il Logos Solare, si incarna nel Femminino, nella materia. 

Quando prende forma, concretamente, nella Kundalini, la Divina Madre. 

E solo la Madre Divina, è la naturale portatrice d'acqua. 

È un acquario naturale, con il suo liquido amniotico nel quale si genera la vita, per quanto la mitologia greco romana, abbia affidato ad una figura maschile, Ganimede, l'essere il portatore d'acqua. 

L'Archetipo Ayin è legato anche all'acqua, perché il suo nome indica l'anima che cerca il contatto con il Divino, che protende verso esso, ma indica anche la sorgente, la capacità di entrare in profondità nelle cose, alla ricerca dell'acqua della vita, di quel senso di universalità che si manifesta nella corrispondenza, di abbondanza, di comunione profonda, in queste acque universali, di una nuova consapevolezza, che si riflette nell'energia dell'Acquario, che governa la luna crescente di Domenica, e che permea questa importante era astrologica di intensi cambiamenti sublimanti ( essendo l'Acquario un segno d'aria) nella quale ci siamo addentrati dal 20 dicembre 2020.

Domenica non si festeggia solo il Santo Natale. 

Si festeggia intimamente, nel silenzio della nostra personale Torre di Fuoco, la nostra Betlemme, la nascita del nostro Bambino d'Oro, del nostro Sole alchemico, del nostro percorso animico e umano, costellato da tante emozioni, intense, vere, contrastanti, umane. 

Meravigliosamente umane. 

Un Cristo solare che trova spazio nella nostra dimensione, seguendo il percorso astronomico che ha traguardato anche le altre divinità solari prima di lui. 

Il percorso del Cristo Solare, che va in  simbiosi con il percorso del Sole fisico. Nelle antiche civiltà, si adorava ciò che il Sole fisico rappresentava, cioè il Sole spirituale. 

È il sole fisico, con la sua intrinseca saggezza, ad indicarci la via, ed ogni suo rappresentante divinizzato, come il Cristo solare, ci guida verso una coscienza cristica superiore, nella quale si acquisisce la saggezza, la catarsi, dei due grandi misteri dell'esistenza, della Natura, del percorso dello stesso Sole, della vita e della morte. 

E attraverso questi insegnamenti, lasciarsi fertilizzare, in fiducia. 

Lasciare che il Fuoco Benedetto, divampi in noi, come lanterne che squarciano le tenebre. 

Come tante piccole Betlemme pronte ad ospitare nuova vita, nuova rinascita, nuova epifania. 

In continuo dinamismo, 

In una continua celebrazione alla vita. 

Buona Natività di cuore 💙💎


Tiziana Fenu 

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25/12/2022 Luna Crescente in Acquario



💙23/12/2022 Luna Nuova in Capricorno

 Domani, Venerdì 23/12/2022, siamo in Luna Nuova in Capricorno, guidati dall'energia del Sacro Archetipo Ebraico Nun, con funzione trasformazione, il quattordicesimo, e dall'Arcano Maggiore XIV della Temperanza.

Siamo ancora negli strascichi di un Solstizio in Sagittario, con un Archetipo Lamed che ci ha offerto la misura del nostro valore, dopo averci ribaltati come un calzino, grazie alla forte e costruttiva energia dell'Appeso e alla dinamicità mercuriale del mercoledì, come ho già approfondito. 

Arriviamo, così, ad un venerdì governato da Venere, dalla Bellezza, dall'Armonia, dall'amore e dal gusto del bello, ritrovato.

L'Archetipo dell'Arcano Maggiore della Temperanza, esprime bene questo concetto. In piena trasformazione, grazie all'archetipo Nun, che è un Archetipo "amniotico", che segue l'Archetipo Mem della grande Madre, dell'acqua, della vita, ci troviamo in quella dimensione straordinaria di gestazione, traguardato dall'ascesa del Capricorno, prima della nascita/rinascita, del nostro Bambino Solare.

È un'ascesa/discesa, dentro noi stessi.

Nun, in arabo, significa balena, e questo rimanda alla metafora alchemica di Giona,  all'interno del ventre della balena, per tre giorni, prima di poter rivedere la luce, completamente trasformato, pronto ad affrontare la sua missione di portatore ebreo, della parola di Dio, a Ninive, città non ebrea.

Notate come Giona, sia simile a Giano, la divinità, che in epoca romana era preposta a custode dei solstisti, il guardiano del passato e del futuro, della nascita e della rinascita.

Infatti, il nome Giona, nel suo etimo originario, significa sia colomba, quindi messaggeria di luce, di purezza, sia oscurità. 

Giona è sordo alla chiamata di Dio. Passa tre giorni in fuga, finendo dentro una balena, nel torpore di un sonno senza sogni. 

Ha il talento del predicatore. È apprezzato e sarà osannato a Ninive. 

Ma questo non lo appaga, perché non pone il suo talento, al servizio, ma per un fine egoico di distruzione della città, come chiede a Dio, che invece, misericordioso, salva Ninive dal peccato. 

Giona, quindi, che non sa gestire le sue due polarità, il suo talento, la sua luce e la sua ombra. La sua estate e il suo inverno, parlando in termini solstiziali. 

La sua dimensione umana, e quella divina, che si manifesta tramite il talento, che si potenzia, esponenzialmente, solo nella condivisione, per creare unità, amore, bellezza, e non distruzione, come vuole Giona. Il Giona che non sa amare e che vuole morire. 

Figura nobilitata poi dalla divinità romana del Giano bifronte, abbondantemente anticipato, almeno cinque, sei millenni prima, e anche oltre, dalle nostre sarde custodi dei solstizi, le Janas ( Jana/Giana/Giano) delle nostre Domus de Janas, tutte orientate ai solstizi, in quanto luoghi alchemici di morte, guarigione, rinascita e nascita.

Ma "Nun" significa anche "suora", in lingua inglese.

La tradizione del velo delle suore, ha un origine antichissima. L'ho notato  osservando una statuina neo-sumera, che avevo intenzione di interpretare in chiave simbolica, per l'altra mia pagina, Sacred Symbologies ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/11/statuina-oannes-neo-sumera.html?m=0). 

Rappresenta l'appartenenza a quella dimensione dell'acqua, del Caos Primigenio, in cui le due polarità, attraverso la simbologia del "pesce", della Vesica Piscis, erano in perfetta sinergia dialettica e creatrice. 

Perché solo questa dialettica dinamica, favorisce la manifestazione del nostro aspetto divino. 

Anche il Cristo, era chiamato Ichtys ( traslitterazione in caratteri latini della parola in greco antico: ἰχθύς), "pesce", perché era un essere divinizzato, con un'energia androgina, riflesso della Vesica Piscis della matrice del Fiore della vita. 

"Nun" significa pesce, in aramaico, e questo rimanda agli antichi civilizzatori della mitologia mesopotamica - sumera, gli Oannes, che avevano il corpo, per metà pesce, come il Capricorno, e la bocca del pesce, che faceva loro da copricapo, esattamente come il velo della Nun inglese, della suora, che, per esteso, indica un essere divinizzato.

Un Femminino divinizzato, rappresentato dall'acqua, che diventa dimensione amiotica dove avviene la trasformazione.

Intimamente.

Nelle profondità del nostro essere.

Nel nostro intimo Sacro Graal, dove le due polarità fluiscono in bellezza, in dialettica.

Esattamente come viene rappresentato dall'Arcano Maggiore della Temperanza, dove l'acqua viene versata da una coppa all'altra, dove si nasce e si rinasce continuamente, in questa dimensione monadica, dove gli Opposti si complementano in dialettica amorosa e di abbondanza.

Il "pesce" della Nun è anche il pesce, alchemicamente, della Vesica Piscis, che indica la dimensione dell'Unione, della ierogamia Sacra con la nostra polarità opposta.

Il richiamo alla manifestazione di questa raggiunta integrità, è forte

La forza ascensionale del Capricorno, spinge verso la conquista delle vette.

La Nun indica il cambiamento, la trasformazione energetica in corso, dentro uno spazio che abbiamo creato in protezione alchemica, come un grembo, come una mandorla mistica, così come viene chiamata la Vesica Piscis, che è protetta da un guscio rigido, perché il contenuto è prezioso, è bianco, è puro. 

La Temperanza manifesta Maestria di creazione, di discernimento dall'impuro, di equilibrio tra le due polarità, che sono in dinamica comunicazione tra loro, rappresentate dalle due coppe che travasano acqua. Dietro le montagne, alle sue spalle, sorge il sole, sulla sua destra, come vedete dalla mia creazione, perché è Mascolino dinamico. 

È la conquista della vetta, del Capricorno, il segno zodiacale di questo periodo, di questa Natività Sacra, di questa Luna Nuova di profonda trasformazione, rinascita, bellezza e armonia ritrovata. 

Di stabilità ( sta nell'elemento terra), ma nel contempo, di fluidità ( ha un piede nell'acqua).

Si prende consapevolezza dei propri talenti. Si sperimenta, si miscela, con questa incantevole nuova coscienza dell'integrazione delle due polarità, dei nostri abissi e delle nostre vette.

Consapevoli del fatto, che i due estremi uniti, sono molto più potenti dei due estremi separati.

Questo è il talento e la maestria.

La manifestazione.

Perché un talento non manifestato, perde potenza. Muore.

Deve essere al servizio.

Per creare bellezza.

Per creare armonia.

Per portare amore.

Non è un caso che questa Luna Nuova di trasformazione e manifestazione, sia proprio di Venerdì, il giorno dedicato a Venere.

È un apprendimento superiore.

Il potere, è sempre una questione di gestione, di equilibrio tra le parti, come per la buona riuscita di un cocktail.

Deve inebriare, ma non ubriacare.

Ed è arrivato quel momento.

Di essere ebbri di Noi.


Tiziana Fenu 

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23/12/2022 Luna Nuova in Capricorno



💛L'agrifoglio, "su colostru" sardo

 L' agrifoglio, il "colostru" sardo. 


Pochi sanno che il Natale non è una festa cristiana, e che le sue origini sono di molto precedenti alla nascita di Gesù. 

Ma questo l'ho già sottolineato parlandovi dello Yule, del solstizio d'inverno del 21 dicembre, quando il Sole raggiunge il punto più basso nel cielo, poi inverte la rotta, e torna a salire, rinasce ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/12/yule-in-sardegna.html?m=0) 

Era questo, ciò che si celebrava anticamente

Era il culto del 'Sol Invictus", della nascita del Sole Bambino

Un Sol Invictus celebrato anche negli antichi santuari orientali, dove si celebrava una vera e propria natività di un Sole nato da una Vergine, con un Padre Cosmico creatore. 

Questo lo abbiamo visto anche  in quella rappresentazione triadica custodita da due cerchi, quella della quale vi ho parlato nel mio post sulla Domus de Janas Mesu e' Montes  di Ossi( Ss) ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/perche-il-nostro-presepe-in-sardegna-lo.html?m=0) 

Ma la mia attenzione, oggi, si vuole soffermare su quella Y dello Yule, del Bambino Solare nascente, che in Sardegna, acquisisce la valenza di Suprema Divinità solare, intesa come Padre Solare.

Una Y che è la chiave di lettura di tutta la simbologia di tutta la nostra civiltà, come abbiamo visto dal mio ultimo post. 

Ma la Y, mi colpisce anche per un'altra cosa oggi, che contribuisce a creare un'altro tassello che si incastra benissimo con i precedenti. 

La Y è anche lo schema della struttura dell'agrifoglio, simbolo per eccellenza, del Natale, e presente anche in Sardegna. 

Quando ho letto il nome della sua trasposizione in lingua sarda, non potevo credere ai miei occhi. 

In sardo, l' agrifoglio si chiama "colostru", (.. Agrivoddu, alasiu, arangiu furisteni, golostru, lau spinosu.. Basta cercare nel sito ufficiale "Sardegnaflora", e cercare agrifoglio), ed è lo stesso nome con il quale si chiama anche il colostro, la sostanza preziosissima prodotta dalla ghiandola mammaria, nelle prime 12/24 ore dopo il parto, che ha una funzione immunitaria importantissima. 

Mi sono chiesta perché chiamare l'agrifoglio, con questo nome, che senso aveva, e soprattutto che legame ha con il colostro. 

Poi ho capito che non è tanto la pianta in sé, a portare in grembo questo significato così importante, ma proprio la sua struttura ad Y, che nella civiltà Sarda è così prepotentemente presente, come simbolo di regalità solare, di potenza, di immunità, anche, come il colostro, visto che si parla di regalità, di figli di un Dio solare, taurino e uterino insieme. 

-Agrifoglio

-Toro

-Utero

-Nuraghe trilobato

-Tombe dei Giganti

-Struttura uterina interno delle Domus

-Y come prima lettera del tetragramma/trigramma divino, estremamente  presente nella nostra Antica Civiltà Sarda. 


Tutte queste cose, hanno una struttura ad Y, e tutte queste cose rimandano ad un unico concetto: natività regale. 

Talmente forte, questo concetto di regalità nella natività, che la stessa Y, di per sé, nella traduzione sanscrito-inglese (e sappiamo bene, e visto più volte, come il sanscrito, così come la spiritualità indù, abbia cose in comune con la civiltà e lingua sarda), significa "corona e ricchezza". 

In celtico, la Y, rappresenta la nascita, il roveto ardente di Mosè, il rovo sul monte di Dio, il monte Oreb, che brucia, ma non si consuma, quando Dio ordina a Mosè di portare fuori gli Israeliti dall'Egitto. O forse erano gli antichi Shardana, visto che una tribù dei Dan, era proprio attivamente presente per la protezione di Mosè, durante l'attraversamento del deserto. 


-La Y come la pietra filosofale, la pietra della creazione. 

-Unione dei complementari. 

-La Kundalini con le sue due Nadi, la completezza. 

Ma la Y ha anche un corrispondente numerico 700, che la associa alla lettera Tau, il ventiduesimo e ultimo, Sacro Archetipo Ebraico, che non sto qui a spiegare, ma dico solo che indica la completezza avvenuta, dell'opera divina. 


Ricordo solo che la Y/Tau, viene ripresa in ambito cristiano, come ho già scritto nel mio post sullo Yule, come simbologia della croce della crocifissione, ma che, inizialmente, in tutto l'ambito egizio, siriano e mediorientale, rappresentava il Tau/Y degli Iniziati ai Sacri Misteri, nei quali venivano adagiati su queste "croci", per ricevere l'iniziazione, in un luogo al buio, e vi restavano per tre giorni, fino a quando, il terzo giorno, venivano esposti ad un raggio di sole in corridoio, sul viso, ad abdicare che l'iniziazione alla saggezza e consapevolezza solare, era avvenuta. 

Pratica che sembrerebbe proprio come quella delle Tombe dei Giganti, dove avvenivano i riti di incubatio e di guarigione . 

Y/Tau che poi è diventata il simbolo di San Francesco e dei Cavalieri del Sacro Graal, i Templari. 

Infatti la Y, il Decimo archetipo ebraico Yod, la prima lettera del tetragramma divino Yhwh, che ritroviamo, come spiegato tante volte dal prof. Sanna, anche nella nostra scrittura Sarda, come "yh", come "padre solare", oltre che significare il 10 (una stanghetta e un cerchio, perfezione divina di maschile e femminile), rappresenta il primo grado di livello di iniziazione, il passaggio dal dualismo all'unità e la rinascita, poiché indica anche l'autorità divina, Regale, del Semidio, del "sacerdote/sciamano". 

Infatti secondo un metodo di studio e di decodifica numerica detta "gematria inversa" con metodo J. King, alla Y corrisponde il 12, che ridotto teosoficamente diventa 3(1+2),e sappiamo bene, quanto nella civiltà sarda, il tre e multipli, siano sempre presenti, soprattutto il numero 12, tanto da essere chiamato" su Santu Doxi", numero estremamente simbolico. 

Ma un altro passaggio importante, per capire il collegamento tra "agrifoglio e la sua traduzione in sardo in  colostru", inteso come nutrimento immunitario, è il fatto che la struttura ad Y dell'agrifoglio, è la stessa di un'altra struttura ad Y, che, ancora una volta, nel suo giro, approda alla Sardegna. 

La struttura ad Y nelle rune celtiche ( .. e mai dimenticare che parlare di celti, é parlare anche di Antichi Sardi) rappresenta la Runa Algiz, che viene chiamata "orma del Cigno". 

Infatti in antico germanico, "alkaz", significa "cigno". 

Così come è presente, nella mitologia indù, ed è chiamato Ham-sa, ed è calvacato da Brahma, e rappresenta, nella sua forma più alta e mistica, l'unione di Shiva e Parvati, la sua Sposa, che si uniscono fino a raggiungere un livello superiore di consapevolezza, in unione mistica tra principio maschile e femminile, tra Shiva e Shakti, la sua sposa d'Anima. 

E proprio il Cigno, abbiamo visto, come sia strettamente legato, come disposizione "triangolare/ad Y" stellare, e come fonetica, al "Cygnus" "cunnus" (in latino, "cunnu" in sardo), che riproduce il Sacro Graal uterino, nutrimento immunitario, poiché indica la Croce del Nord, la stella Polare, che porta alla salvezza, alla protezione e alla sicurezza.

Quindi, il Cigno rappresentato da una Runa Algiz che è a forma di Y triadica

Cigno che era animale Sacro alle Walkyrie, le Donne Sacerdotesse, come le Janas. 

Cigni, che sono in stretta correlazione con i Tuatha De Danaan, (e ritorniamo agli Shar-Dan, agli Antichi Sardi), simbolo di saggezza, purezza, Fedeltà.  

Legato ai tre elementi dell'acqua( dove nuota), dell'aria (dove vola) e alla terra(dove si posa) 

Ma, il cigno, rappresenta soprattutto il Fuoco del Sole, da cui trae il suo potere per padroneggiare gli altri tre elementi, che entrano in comunicazione tramite esso. 

-Il Cigno "Fuoco/Nur"

Il Nur di Nuraghe, che è Cigno/Cono/Cunnus/utero/Fuoco

Perché, come ho già spiegato in un mio precedente post, è il Fuoco/Athanor femminile, che consente la creazione, come un calderone 

Il Cigno simbolo del Santo Graal, del Sacro Femminino, e della sua cavalleria mistica di protezione della Rosa Mistica, incarnata poi, nell'Avatar della Maria Maddalena, come altre prima di lei, Iside, e tutte le Dee Madri a partire dal Paleolitico , I Templari, con la T del Tau, che è un adattamento della Y iniziale, come simbolo degli Iniziati, e della coppa della Conoscenza, del Sacro Graal, di cui il Femminino, il Cygnus/Cunnus, è depositario . 

Perché nel suo ventre, custodisce il trilobato, il seme creativo della vita. 

Ed ecco perché, l'agrifoglio, viene chiamato, in lingua sarda, "colostru" . 

Perché la sua disposizione ad Y, con le Bacche rosse del fertile sangue mestruale al centro, rappresenta il nutrimento immunitario, che protegge. Quasi un'investitura Regale, così come rappresenta la Y nella scrittura. 

-Un'appartenenza alla divinità solare, che è Padre e Madre insieme 

-E insieme, immunizzano, come il colostro materno, da contaminazioni

-Un simbolo elitario di appartenenza

-Di immunità permanente, quella della Y

Perché non solo è Padre solare, ma anche Sacro Graal, Cigno/cunnus, Sacra Madre Lunare. 

Chi più, dei propri genitori energetici, Cosmici, può offrire immunità?

Dall'agrifoglio in senso stretto, non se ne ricava niente. È pure tossico. 

Ma visto in questo senso, come un seme della vita, un trilobato Y,  grembo,  l'agrifoglio/colostru, acquista tutto il senso del mondo, anche e soprattutto, come colostro simbolico. 

Agrifoglio sacro, usato per i Solstizi Saturnali. 

Simbolo del Natale. 

Ma anche l'albero, con la sua tipica conformazione a cono, come un nuraghe.

Gli Antichi Sardi, continuano sempre a stupirmi. E chissà, quanto ancora da scoprire, tra le pieghe di ciò che ci sembra banale e scontato. 


Tiziana Fenu

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L'agrifoglio, "su colostru" sardo

















martedì, dicembre 20, 2022

💛Yule in Sardegna

 Lo Yule, il solstizio d'inverno, nella Civiltà Sarda. 


Nello Yule o Farlas, la notte tra il 20 e il 21 dicembre, si celebra la notte più lunga dell'anno, il solstizio d'inverno. 

Si celebra la nascita del Sole Bambino, generato dalla Grande Madre. 

Il nuovo sole che riporta la luce attraverso la rigenerazione del suo Fuoco sacro interiore. 

Questo è sempre stato raccontato attraverso i vari Avatar solari, il dio Toro, Horus, Mitra, Gesù, Apollo.. 

Una festa di luce dove si  rinnova la promessa delle  energie primaverili della rinascita, dopo la discesa negli inferi bui, dove la coppia solare, Sole e Luna si sono uniti e ritirati nella notte di Samhain, che è iniziata il 31 ottobre, e che dura fino  a questo Yule, che è considerato il Capodanno pagano. 

Infatti dopo l'equinozio di autunno, del 22 settembre, la Dea lunare ha raggiunto il suo  Dio  solare, come nel mito di Persefone, regina degli Inferi e sposa di Ade, dio degli Inferi, e insieme hanno trascorso l'inverno abbracciati, con l'energia a  riposo. 

Ogni anno la Dea, va e viene dal mondo di sotto, al mondo di sopra, generando così le stagioni, poiché la dea lunare è immortale. 

Invece il dio solare , il suo amore, ogni anno si deve sacrificare per portare la luce  in un continuo ciclo di nascita, morte e rinascita, in una traiettoria dell'anno solare ciclica. 

Questa festa di Yule, è un Dio bambino che si evolverà, da amore individuale a quello universale, attivo nel  raccolto del seme che riposa nel grembo della sua Sposa . 

È un Dio bambino che si lascia le spalle, con questa festa, il dio morente, il vecchio sole, e contemporaneamente, nasce come Dio bambino, guidato da lei, la dea lunare, che lo esorta a festeggiare la festa della morte, necessaria, perché lei sa porta in grembo, come Madre Terra, il suo seme, che nascerà con il raccolto della Primavera e dell'estate. 

Durante lo Samhain, e fino allo Yule, si vive il "tempo del sogno", una sorta di "incubatio",  dove si affronta se stessi, nella propria profondità, come il Minotauro al centro del labirinto, nel cordone ombelicale, da ripercorrere a ritroso, nel grembo uterino di una nuova rinascita. 

Il toro, simbolicamente, non può ancora manifestarsi perché deve morire a se stesso . 

Lo Samhain viene considerata come una dea addormentata. 

Come le nostre Dee Madri sarde che venivano riposte nelle mani dei defunti, le Dee addormentate. 

Si dorme, per poter ricordare la propria origine Divina e solare, e rinascere a sé stessi. 

La morte è necessaria  alla vita. 

La polarità genera la vita. 

Questa notte di Yule, a cavallo tra il 20 e il. 21 dicembre, la notte del Solstizio d' inverno, segna un passaggio, la promessa di portare a maturazione la nostra potenzialità. 

La nascita del Sole Bambino. 

Nell'antichità, la stella di Ra, del Sole, era Chronos, cioè Saturno, il signore del tempo, il demiurgo che esercita la sua forza dal centro della terra, (poiché il centro della terra è la sua manifestazione femminile) dall'abisso del Tartaro ( infatti, la terra, questi giorni si sta muovendo telluricamente), e che presiede la settima sfera celeste, la più lenta di tutte, quasi un motore immobile, colui che detiene la pietra nera della creazione, il Lingam, attributo principale di Shiva, signore del triplice tempo, che ha un tridente come Poseidone, signore della profondità acquea. 

Un dio Serapide,  quello di Cronos, strettamente legato alle acque. 

Ser-Api-  >  legato alla divinità Api, il Dio Toro egizio. 

E infatti il Dio Api era considerato come la divinità solare Crono-Saturno, così come il vitello d'oro che gli Ebrei fuoriusciti dall' Egitto si portarono appresso. 

Gli Antichi Shardana, per molti studiosi. 

Come un antico Shardana, il Noè /Ziusuddu, era colui che costruì l'Arca del Diluvio. 

Il passaggio solstiziale di questo 21 dicembre, è, simbolicamente, il transito del Seme Solare, dello Yule, custodito nel grembo, nella Yoni. 

Yoni/Jana. 

Come si somigliano questi due nomi. 

La Y della parola Yule, è un decimo archetipo ebraico sacro importantissimo, poiché rappresenta la Yod, la prima lettera della divinità Yhwh, con funzione concentrazione, il centro di rotazione/creazione. 

Questo significa  raccogliersi in un punto, ritornare a sé, alla propria divinità e centralità trascendente. 

Un punto, che rappresenta questa piccola lettera, che contiene l'interezza. 

Un punto Yod, che in forma espansa diventa Forma  nel femminile Y, la prima lettera della parola Yoni, che in sanscrito significa vagina, utero, sorgente, origine, acqua, grano, seme, spiga ( come la conformazione a spiga, simbolo di fertilità, di certi incastri delle pietre che nuraghi, come ho scritto  altre volte. Nuraghi fallici con una "placenta" fatta di pietre disposte a fertile spiga) . 

Y della Yod, il punto centrale creatore .

Ecco il punto centrale del catino con i tre cordoni concentrici della Domus de janas s' Incantu, a Putifigari ( Sassari) , lo zero che potenzia gli altri numeri, o con le tre pietre centrali disposte a triangolo, o ad Y, sempre nella coppella a tre cordoni, in quello che ho definito il nostro Presepe ancestrale, nella Domus de Jana a Mes'e Monti, a Ossi, in provincia di Sassari ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/perche-il-nostro-presepe-in-sardegna-lo.html?m=0) 

Oppure, sempre nella Domus de S'Incantu, le tre corna taurine /uterine, sopra la falsa porta, o le altre tre( tre per ogni lato) sopra un passaggio, che è sormontato da una "scanalatura" a tronco di cono rovesciato, che sembra proprio la riproduzione di un passaggio vaginale conico. 

Quasi un' indicazione "stradale" . 

Perché da questo passaggio, è la via per la rinascita, dove si compie il rito incessante dello  Y-ule, della" nascita/morte/rinascita". 

La Yoni è Arca che trasporta il trilobato, il seme della vita, rappresentato graficamente dalla Y, così presente nella nostra Antica Civiltà Sarda, nel tetragramma divino YHW, nel vasellame ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/10/interpretazione-vaso-di-sedilo.html?m=0) 

Il nome universale di YHWH dei Sardi, in Sardegna, esiste un po’ dovunque, sigilli, cocci, e anche le tavolette di Tzricotu dei Giganti di Mont'e Prama. 

Ma il centro, la Yod, rappresenta anche la svastica, la ruota dinamica da sole, l'origine di tutte le cose, poiché ha un'energia centrifuga maschile, luminosa, al contrario di quella centripeta e oscura femminile. 

È la manifestazione che si crea, quando i due moti sono opposti nel movimento, e il punto rappresenta questo proprio questo movimento. 

Geometricamente  il Sacro Archetipo Ebraico 10, la Yod, è rappresentata dal decagono , quasi una circonferenza, i cui lati sono la sezione aurea del raggio. 

72° per ogni spigolo esterno >9

36 ° per ogni angolo interno >9

Sempre multipli del Sacro 3 del Trilobato, dei 3 vertici della Y

Sono le stesse angolature rilevate dell'esedra della Tomba dei Giganti S' Ena e Thomas

E gli angoli a 72 °/36°, come abbiamo visto molte volte, sono gli angoli della Geometria Sacra presenti negli ingressi dei Nuraghi e del pozzo sacro di Santa Cristina e altri. 

Ma la Yod l'archetipo 10, è l'Archetipo Uno Aleph,  in una Ottava Maggiore. 

E l'Aleph sappiamo che è l'archetipo della lettera A, che veniva rappresentata con la testa del Toro, come ho scritto altre volte, e che si è evoluta proprio da quella Sacra Svastica Solare, che ha avuto origine dal Punto Creatore dello Yod. 

Quell'energia necessaria, taurina, mascolina, necessaria all'intenzione fertile creatrice,  che consente la creazione in ogni campo, ma è che si manifesta nella forma di un'altra Y, quella della Yoni, il grembo. 

Y maschile solare elettrica. 

Y femminile lunare magnetica. 

Nella civiltà Sarda questi due simboli sono ugual, opposti e complementari contemporaneamente. 

Li abbiamo sempre visti,  in primis, nella stessa protome taurina e uterina sovrapposte, necessari alla creazione, nelle Tombe dei Giganti, nelle protomi taurine presenti nelle Domus de Janas. 

Ma anche Y come i tre punti esterni del trilobato della triade creativa

Del triangolo da cui poi si sviluppa in proiezione ortogonale, il cono dei Nuraghi. 

Ma anche come abbiamo visto in un mio  post, nelle dieci Sephiroth, nell'albero della Vita,  nel  triplice ternario delle Sephiroth, quella che secondo me sono rappresentate nella tavoletta di Tzricotu ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/04/sephiroth-e-tavolette-di-tzricotu.html?m=0) 

Tre Y incastonate tra loro, a formare l'Albero della Vita delle dieci Sephiroth. 

Nove Sephiroth, più la decima, chiamata Malkhùth , alla quale si ricollegano tutte e nove, poiché significa "regalità", l'uomo Celeste ideale, lo specchio di Dio, il Logos manifestato, l'Uomo pronto alla sua stessa divinizzazione, in potenza. 

Infatti la decima sephiroth è chiamata la Regina, ed è rappresentata con una Corona. 

Poiché l'uomo Divino si può manifestare solo attraverso la sua Regina, che racchiude, attraverso il suo grembo il suo seme, il cerchio dove il punto si  manifesta nel suo divenire. 

Come quei cerchi concentrici rappresentati nelle Domus de Janas, nella Stele di Boeri. 

E insieme, punto e cerchio, fanno girare la ruota del divenire e della vita, la ruota della svastica solare. 

Infatti anche nelle Rune, il movimento circolare è rappresentato della Runa Jera, che rappresenta il completamento di un ciclo, l'infinito processo di sviluppo.  

Lo Yule, qui in Sardegna, lo abbiamo sempre vissuto in ogni forma. 

La Y, così centrale, simbolica e portante, la troviamo in ogni manifestazione, nei vasi, nella scrittura, nei triangoli, nei Trilobati. 

È la lettera della creazione, dello scettro del potere

Dell'Iniziazione solare alla conoscenza misterica, come figli solari. 

Della Y, c' è da sottolineare una cosa molto importante

Era il segno che contraddistingueva coloro  che venivano iniziati  ai sacri misteri antichi. 

Questi tre punti, le estremità della Y, rappresentano i tre punti in cui l'adepto ai misteri iniziatici veniva adagiato con le braccia aperte, e i piedi sovrapposti, sia in India che in Egitto, nei paesi orientali in genere. 

Tre punti che venivano a contatto su un giaciglio a forma di svastica, senza i 4 prolungamenti addizionali,  come su una Tau

E venivano guidati  in un sonno profondo, che durava tre giorni, chiamato Siloam. 

Per tutto questo tempo i corpi di questi iniziati "dormienti", soggiornavano nella in grotte sotterranee, e nella notte precedente il terzo giorno, venivano trasportati In una galleria, dove ad una certa ora i raggi del sole si posavano direttamente  sul viso del candidato in trance, per essere iniziati da Osiride e da  Toth, i "signori della Sapienza Misterica", e questo ricorda assolutamente la procedura  di incubatio delle Tombe dei Giganti. 

Niente a che vedere con la distorsione di questa conformazione a Y, su una Tau, di forte valore simbolico, che ne ha fatto la Chiesa, con la pratica romana della crocifissione. 

Era un Sacra Pratica iniziatica, così come un Iniziato era il Cristo. 

Quindi la Y, come segno regale di iniziazione, sia attraverso il "sacro sonno", l'Incubatio, ma soprattutto attraverso, il sole che illuminava l'uomo per appena nato, e questo è rimasto nella Y della civiltà Sarda, che ritroviamo ovunque, come simbolo di "uomo solare e divinizzato", di uomo "ri-nato" innumerevoli volte a se stesso, grazie al grembo femminile, a quel pertugio uterino nell' Esedra delle Tombe dei Giganti, che fa passare il Sole Taurino, a far rinascere ogni volta il Bambino Solare. 

Proprio quello che si festeggia nello Yule di stanotte

Abbiamo sempre avuto tanti Yule, tanti solstizi alchemici. 

Tutte le Domus de Janas, sono orientate ai solstizi, a quello estivo, la porta degli Umani, e a quello invernale, la porta degli Dei, come ho già avuto modo di scrivere ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/01/3112-2021-solstizio-dinverno-toro.html?m=0) 

La Y è il segno distintivo della nostra civiltà 

La sinergia degli Opposti, Sole e Luna, che gli Antichi Sardi conoscevano e onoravano quotidianamente. 

Ogni gradino per scendere nelle acque dei Pozzi Sacri, è uno Yule di nascita, morte e rinascita. 

Ogni 3, espresso in ogni forma, è uno Yule

Ogni triangolino nei petroglifi, è uno Yule. 

Ogni protome taurina/uterina, è uno Yule sinergico di rinascita solare. 

Ogni Y, la cui evoluzione è  Triskell, svastica solare, toro, Aleph, A, è una rinascita nell'Anima Atlantidea delle Origini. 

Il 21 celebriamo l'inizio del nostro vero anno Solarizzato, "the Year", in inglese

Perché un vero anno  solarizzato, benedetto dal Sole, inizia quando il sole si esprime come seme, nell'unico luogo possibile dove si può esprimere e manifestare. 

Nella sua controparte animica, nel grembo 

Nella Yoni di tutte le iniziaz-Yoni 

E Jana /Yana/Yoni, non è certo un nome a caso. 

Jana, come Jano/Giano, il Custode dei solstizi, arrivato molto dopo le vere custodi solstiziali, le nostre Janas. 


Tiziana Fenu 

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Yule in Sardegna













💛Soffitti etruschi-Domus de Janas

 Da un post nel profilo dell'architetto Carlo Cusin

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=5356566591120315&id=100003010820519

"Explorata Tvscia ostendit... un'originale sepolcro familiare a tumulo,nella necropoli della "Banditaccia" di "CAISRA" (la "Caere" Romana),un'antichissima città fondata,"dicitvr", dai Pelasgi, mitico popolo preellenico perso nella nebbia protostorica del tempo,chiamata dai naviganti greci Agylla (in greco "falena",farfalla notturna attratta dalla luce) poi conquistata dai Rasna che,vicina al mare,divenne presto una ricca e popolosa "polis" etrusca,con i suoi vicini porti commerciali sul Tirreno... La "Tomba dei 5 sedili/troni" del VII sec aC,è un grande sepolcro costruito da una nobile famiglia,a ricordo di una coppia marito/moglie che vollero essere accompagnati da 5 antenati ,patriarca e coppie di genitori,nel buio mondo ctonio di Charun e Vanth ! Questo monumentale sepolcro è composto da un tumulo con tamburo in blocchi di "tophvs"-tufo di circa 20 mt di diametro,un dromos d'accesso scalettato per scendere ad un disimpegno con 3 porte,che danno accesso a 2 vani cerimoniali laterali,irregolari non simmetrici,ed uno centrale più grande,con 2 klinai,per marito/moglie uguali,sui lati,collegati da una banchina frontale. La sorpresa è nel vano a sinistra dove furono scavati nel tufo 5 piccoli seggi cerimoniali con poggiapiedi,su cui vennero poste le statuette fittili di 3 uomini e 2 donne offerenti,con 2 piccole "mensae"-tavolini per banchettare nei ricorrenti incontri conviviali annuali tra vivi e trapassati,infatti sui pavimenti dei 2 vani laterali furono anche scavate canalette che facevano defluire,verso la camera centrale,vino/latte/miele/cereali ecc. ! Grazie agli amici-colleghi del Gruppo Archeologico Romano che cura questo straordinario sito ! 😉"


Inutile sottolineare, come si tratti di una Domus de Jana riadattata a sepolcro dai Pelasgi, identificati, da più studiosi, con gli antichi Sardi.

La similitudine con il soffitto della Domus de Jana S'incantu, di Putifigari, è impressionante.

Ma avevo già avuto modo di verificare queste corrispondenze con le tombe etrusche, ben più recenti delle Domus de Janas, riadattate sulle Domus, e spacciate come etrusche

https://maldalchimia.blogspot.com/2022/12/corrispondenze-etruschi-sardi.html?m=0

Sopra, la tomba "etrusca" fotografata dall'architetto Cusin.

Sotto, la nostra Domus de Janas S'Incantu di Putifigari

Tiziana Fenu

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Soffitti etruschi-Domus de Janas




💜Mitra e il Solstizio

 "Gli Indù chiamavano il Sole SURYA; i Persiani, MITHRAS; gli Egiziani, OSIRIS; gli Assiri e i Caldei, BEL; gli Sciti e gli Etruschi e gli antichi Pelasgi, ARKALEUS o HERCULES; i Fenici, ADONAI o ADON; e gli Scandinavi, ODIN ...


"MITHRAS era il dio-sole dei persiani; e si diceva che fosse nato in una grotta o caverna, alInverno Solstizio. Le sue feste venivano celebrate in quel periodo, nel momento in cui il sole cominciava a tornare verso nord e ad aumentare la lunghezza dei giorni. Questa era la grande festa della religione dei Magi. Il Calendario Romano, pubblicato al tempo di Costantino, periodo in cui il suo culto cominciò a prendere piede in Occidente, fissò la sua festa il 25 dicembre. Le sue statue e immagini erano incise, Deo-Soli invicto Mithræ - all'invincibile Dio-Sole Mitra. Nomen invictum Sol Mithra. . . . Soli Omnipotenti Mitre. A lui furono consacrati oro, incenso e mirra. "Te", dice Marziano Capella, nel suo inno al Sole, "gli abitanti del Nilo adorano come Serapide, e Menfi adora come Osiride; nei sacri riti della Persia tu sei Mitra, in Frigia, Atis e la Libia si inchina a te come Ammon, e il fenicio Byblos come Adone; e così il mondo intero ti adora sotto nomi diversi". [...]


"Mitra, l'eroe nato nella roccia (Πετρογενης), annunciava il ritorno del Sole in primavera, come Prometeo, incatenato nella sua caverna, annunciava la continuazione diInverno. Il faro persiano sulla cima della montagna rappresentava la Divinità Nata nella Roccia custodita nel suo tempio più degno; e la funebre conflagrazione d'Ercole fu il sole morente glorioso dietro le colline occidentali. Ma sebbene la manifestazione transitoria soffra o muoia, il potere duraturo ed eterno libera e salva. Era un attributo essenziale di un Titano, che si rialzasse dopo la sua caduta; perché la rinascita della Natura è certa quanto il suo declino, e le sue alternanze sono soggette alla nomina di un potere che le controlla entrambe...


"Mitra non è solo luce, ma intelligenza; quel luminare che, sebbene nato nell'oscurità, non solo dissiperà le tenebre ma vincerà la morte...


"Tra la vita e la morte, tra la luce del sole e l'ombra, Mitra è l'attuale esemplificazione dell'Unità Primaria da cui sono nate tutte le cose e nella quale, attraverso la sua mediazione, tutte le contrarietà saranno alla fine assorbite. Il suo sacrificio annuale è la Pasqua dei Magi , una simbolica espiazione o pegno di rigenerazione morale e fisica. Egli creò il mondo all'inizio; e come alla fine di ogni anno successivo libera la corrente della vita per rinvigorire un nuovo cerchio dell'essere, così alla fine di ogni cose porterà la stanca somma dei secoli come un'ecatombe davanti a Dio, liberando con un ultimo sacrificio l'Anima della Natura dalla sua peritura struttura, per iniziare un'esistenza più luminosa e più pura." -


 Alberto Pike (1871)

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Mitra e il Solstizio




💙Solstizio 21/12/2022

 Mercoledì 21 dicembre, in Luna calante in Sagittario, abbiamo l'ingresso del solstizio d'inverno, nella tradizione precristiana, festeggiato come Yule, fino al primo gennaio 2023. 

Un solstizio che anticipa l'ingresso nel segno del Capricorno, e una Luna Nuova del 23 dicembre, proprio sotto questo segno. 

Un segno di terra, ma che punta alle vette, alla sublimazione, alla purificazione.

L' energia di questo solstizio invernale, 21/12/2022, è governata, come lo è stato per il portale 12/12, da un dodicesimo Archetipo Lamed, come abbiamo visto nel mio approfondimento a riguardo, con la differenza che, per il portale abbiamo avuto una Luna calante in Leone, con un'energia, comunque sia, di Fuoco.

Era l'energia necessaria per operare il ribaltamento, per vedere le cose con occhi nuovi.

Un'energia di Fuoco, che ci accompagna anche in questa Luna calante in Sagittario, per questo importante passaggio solstiziale, per avere quella spinta propulsiva e grintosa verso il ritorno a noi stessi, facendo metaforicamente scivolare dalle tasche, ciò che impedisce la vetta. 

Ciò che abbiamo lasciato andare, non è andato perso. È stato accolto da Madre Terra,  seminando in forme che magari non conosceremo mai, in germogli primaverili che i nostri occhi non avranno il privilegio di vedere.

Ma abbiamo bisogno davvero di vedere, per avere la consapevolezza del nostro valore, della nostra misura?

Abbiamo bisogno di approvazione, di riscontro, di compiacimento, di ritorno?

Ancora una volta, l'Appeso di questo solstizio ci parla di resa, di fiducia, di dimensione tridimensionale di noi stessi, a prescindere dai fattori esterni.

Il Solstizio estivo del 21 giugno, era stato traguardato da una Luna Calante in Ariete, con Archetipi Samech, con funzione "pressione". 

L'energia giusta, di fuoco, arietina, per varcare la porta degli Umani, come è definito il Solstizio estivo, inaugurato dal segno d'acqua del Cancro, morbido, femminile, perché presuppone un ingresso metaforico nella dimensione della nascita e rinascita. 

Un percorso iniziatico, quello tra i due solstizi, che ci porta a varcare la porta degli Dei, il Solstizio invernale, governato da questa energia del Capricorno, che energeticamente si sovrappone e quasi si identifica, alla dinamica dell'Appeso. 

Il percorso del Capricorno è un percorso in solitaria, verso le ripide vette e altezze

Appartiene alla terra, ma non dimentica le sue origini marine, amniotiche, cancerine

È infatti rappresentato con la coda di pesce, creatura capace di rigenerarsi, di rinascere a sé stessa, spesso attraverso un doloroso percorso in solitaria, come è nell'archetipo del Capricorno. 

L'Appeso, offre, energeticamente, al Capricorno, quella prospettiva in più, quell'energia dinamica di essere radice che diventa fronda. 

Quindi di emergere dalla dimensione di Madre Terra, e dai suoi abissi marini, e scalare le vette, le proprie fronde. 

Le proprie radici.. 

Perché, il radicalizzarsi in sé stessi, consente questo gioco alchemico, come una clessidra che si ribalta, di permettersi il lusso di essere radici e fronda, al contempo.

Di essere capaci di respirare sott'acqua, e sulla sommità delle vette. 

È adattabilità. 

Non è solo sopravvivere. 

È vivere. 

È conoscere i propri limiti e superarli. 

L'Archetipo che ha guidato il Solstizio estivo, era proprio l'Archetipo Samech di pressione. Una pressione che mirava a tirare fuori il meglio di noi, per arrivare a questa punta di iceberg rappresentata da questo Capricorno versatile, che rinasce a se stesso. 

L'energia mercuriale di questo mercoledì sostilziale, agevola e magnifica questa intensa dialettica trasmutatrice con noi stessi, attraverso un viaggio, che può averci ribaltato come un calzino, ma che ci permette di vedere oltre l'orizzonte. 

Del godere del panorama oltre le solite coordinate. 

Di assaporare i frutti, anche dalle nostre radici. 

Le nostre Domus de Janas, in Sardegna, sono tutte orientate verso i solstizi, perché alchemicamente, il passaggio per la rinascita, passa attraverso la nostra dimensione umana piccola, al cospetto degli Dei, ma imprescindibile per accedere alla dimensione divina. 

Si lavora nella materia, nell'umano, nel limite. 

Lo si attraversa, lo si sonda, ci si lascia attraversare, ma lo si usa, come piattaforma di lancio, per andare oltre. 

Lo si implementa, perché è pura energia. 

È l'energia delle contraddizioni, delle incertezze, delle paure, non solo dei buoni propositi e intenzioni. 

È energia dialettica, mercuriale, dinamica, come quella degli elettroni, in continuo movimento, finché non trovano il legame che li stabilizza, pur in costante dinamismo. 

Questo consente, il canovaccio energetico su cui costantemente lavora il grande alchimista. 

Conoscere, per poter discernere. 

Separare il sottile dal denso. 

Alleggerirsi, per poter scalare le vette. 

In questo senso, l'Appeso, è, in questo caso, implementato nell'energia del Capricorno. 

Solo se conosci il valore della tua misura, puoi tentare la scalata. 

L'azzardo. 

Il brivido.

L'euforia che dà l'ossigeno sulle alte vette. 

Stordisce, perché non siamo abituati all'ossigeno puro. Perché riempiamo costantemente i nostri polmoni, i nostri pensieri, di cose che ci fanno respirare per sopravvivere, ma che realmente non ci ossigenano, non apportano nutrimento. 

La volontà, la perseveranza, la saggezza, di essere noi stessi, quell'ossigeno che alimenta il nostro Fuoco interiore, il nostro Athanor, il nostro Daimon, in continua dialettica mercuriale tra gli opposti. 

In dinamismo, come una Fiamma che arde costantemente. 

L'Archetipo Lamed, nella Cabala, è chiamato "la terra che vola nell'aria", perché si erge verso l'alto. Stupenda definizione che delinea bene l'energia del Capricorno, che ha fiducia nelle sue possibilità. 

Che si è arreso, come l'Appeso. 

Ma non passivamente, ma con la consapevolezza di avere nuove prospettive, nuovi orizzonti, nuove profondità, se solo impara a spostarsi sul crinale delle prospettive che continuamente calcifica, per sicurezza. 

Se solo impara a fidarsi, del suo istinto, delle sue forze fisiche, della sua origine divina 

Al suo poter e voler essere, un essere divinizzato, che va molto oltre ciò lo che tiene ancorato a terra. 

È tempo di raccoglimento. 

È tempo di sé stessi. 

Di ritrovarsi. 

Come mai ci siamo sempre percepiti. 

Con un nuovo amore, una nuova benevolenza. 

Ascoltando quelle piccole richieste di ascolto da parte della nostra Anima, del nostro corpo, a cui siamo stati sordi per tanto tempo. 

Il Sole Bambino, il Sol Invictus, che si celebra per questo Yule, deve trovare lo spazio in noi, per manifestarsi, per venire alla Luce, con animo puro, alleggeriti, e in questo, lo spirito eternamente bambino del Sagittario, offre, per questo passaggio alchemico, con la Luna in Sagittario, la giusta frequenza. 

Un Sagittario che punta verso l'alto, come il Capricorno. 

Che prende la mira, apparentemente nel vuoto della vastità delle stelle, pur senza vedere l'obiettivo. 

Perché si fida della sua centratura ritrovata. 

Della sua luce interiore. 

Può portare luce ovunque. 

È diventato esso stesso obiettivo dinamico. 

È diventato luce in potenza, ovunque si trovi. 

Germoglio fertile che attende fiducioso la sua primavera. 

Una primavera che è sempre l'Adesso, in continuo potenziale. 


Tiziana Fenu 

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Nell'immagine, una mia creatura artistica, con il glifo del Capricorno e dell'Archetipo Lamed, in dialettica connessione.

Solstizio 21/12/2022



venerdì, dicembre 16, 2022

💚Buddha solare

 "Buddha seduto in mostra al The Met  Museum Fifth Avenue nella Galleria 235

Questo piccolo Buddha in bronzo è probabilmente una delle prime rappresentazioni iconiche di Shakyamuni del Gandhara.  Si siede in una postura yogica tenendo la mano destra in abhaya mudra (un gesto di avvicinamento);  il suo insolito alone ha dentellature che indicano la luce radiante.  La sua acconciatura, la forma delle sue vesti e il trattamento della figura riflettono contatti stilistici con le tradizioni classiche dell'Occidente.  Questo Buddha mostra affinità più strette con la scultura romana di qualsiasi altro bronzo Gandharan sopravvissuto. 

Buddha seduto

I- metà del II secolo

Pakistan (antica regione del Gandhara)

Bronzo con tracce di foglia d'oro". 

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Questa rappresentazione del Buddha ha una simbologia molto intensa 

Inanzittutto la simbologia solare, dovuta alla rappresentazione dei 19 raggi dentellati intorno al suo capo. 

Ancora oggi, l'Arcano Maggiore XIX, simboleggia proprio il Sole. 

Nei Sacri Archetipi Ebraici, corrisponde al l'Archetipo Qoph, con funzione legame. Il suo glifo, rimanda ad un simbolo speculare di origine cerimoniale, l'ascia bipenne cretese, che indica l'unione degli opposti, le polarità complementari. 

Polarità complementari che sono in sinergia soprattutto a livello inconscio, primordiale, nella parte posteriore della testa, dove l'ascia bipenne, simbolicamente, inferte il colpo mortale, sulla nuca, l'occidente, a livello cardinale. 

A ovest dove il sole muore, ma solo per rinascere, ancora e ancora. 

Mi colpisce la similitudine tra la simbologia del numero 19, con il glifo che ricorda l'ascia bipenne, che era il simbolo del palazzo di Cnosso, dove c'era il Labirinto del Minotauro, e la simbologia del mudra presente nella mano destra del Buddha. 

Questa simbologia, questo mudra, è presente in un dipinto  con Persefone che tiene in braccio Dionisio, che ha le fattezze di un minotauro, presente in un vaso dalle figure rosse prodotto in Etruria attorno al 340 a.C. 

Infatti, Persefone, fa questo gesto delle corna, dietro la testa di Dioniso, nella nuca.

Un gesto che ha una funzione apotropaica, nel senso di un segno simbolico che evoca la resurrezione, il ritorno in vita, la vittoria sulla morte. 

Il dito medio, che rappresenta l'espansione, è unito all'anulare, che rappresenta l'elemento terra. 

Quindi una simbologia di rinascita, che, attraverso le iconografie, anche religiose, arriverà sino ai giorni nostri, con il gesto apotropaico delle corna, simbolo di energia, buona sorte, immortalità, rinascita. 

Il Buddha, manifesta questo gesto, sul lato destro, quindi, simbolicamente ad est, dove sorge il sole, e sul palmo della mano, ha un fiore con 8 petali, simbolo dell'infinito, quindi della resurrezione, della continua rinascita, perfettamente in linea con la posizione delle dita, con medio e anulare uniti, che evolvono nel segno taurino /uterino di morte e rinascita continua, esattamente come la simbologia solare di cui è portatore. 


Tiziana Fenu 

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Buddha solare






💜Maria Maddalena

 Quella che per i cristiani è la dinamica stessa della salvezza, per gli gnostici non è altro che una tappa secondaria del cammino di Gesù, mentre la vera redenzione avviene tramite il suo insegnamento segreto. 

Spiegando che esiste un altro mondo, un’altra realtà e che questa non è altro che una fase di passaggio, Gesù – anche mediante riti iniziatici – fa «aprire gli occhi dell’anima» ai prescelti, destinati a divenire i futuri gnostici. 

Costoro, tuttavia, non sono quasi mai gli Apostoli, né gli altri protagonisti del Nuovo Testamento: gli gnostici non si mettono in competizione con i cristiani rivendicando un’origine comune rispetto alla Chiesa delle origini, ma al contrario si fanno discendere da figure secondarie come Giacomo il Giusto, Tommaso, Maria Maddalena e Salomè. 

Non è un caso che già in questa generica rassegna introduttiva due delle figure citate siano di sesso femminile. 

Non a caso una delle maggiori novità introdotte dagli gnostici nel variegato panorama giudaico-cristiano è proprio quella della radicale rivalutazione della donna all’interno della mitologia religiosa e del loro immaginario collettivo. 

Negli scritti gnostici troviamo figure come Eva e Maria Maddalena che rivestono il ruolo di «maestre» e profetesse, ma anche vere e proprie figure divine femminili come Sophia e Barbelo. Pur avendo una concezione monoteistica, infatti, questo gruppo concepisce Dio come un insieme di varie forme o emanazioni (ipostasi), e molte di queste sono proprio di sesso femminile. 

La portata di questo cambiamento culturale è dirompente, soprattutto se si considera l’ambiente fortemente misogino in cui nasce: con la Gnosi la donna acquisce uno status di vera e propria parità sia nella letteratura sacra, sia anche – per quanto ci è oggi possibile ricostruire – nella vita concreta di queste comunità chiuse e «segrete» che nei primi secoli vivevano in Palestina e in Egitto. Ha fatto molto scalpore l’ipotesi che Gesù fosse sposato con Maria Maddalena, ma in realtà – almeno secondo gli gnostici – la comunione tra i due sarebbe stata persino più profonda e avrebbe riguardato rivelazioni e insegnamenti destinati solo a lei. 

Un’eredità esclusiva, insomma, che la rendeva molto più vicina all’originale messaggio del Messia di quanto potessero esserlo Pietro e i primi cristiani.


Tratto da  Paolo Riberi "MARIA MADDALENA E LE ALTRE Le figure femminili dimenticate degli gnostici"

Edizioni L'età dell'Acquario

Maldalchimia.blogspot.com

Dipinto di Arthur Hacker "Christ and Magdalene" 1890

Maria Maddalena