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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

domenica, marzo 31, 2024

💙Pasqua Sacro Germoglio

 La Pasqua, esotericamente indica quel momento in cui il "Seme", piantato nel Solstizio Invernale, e tenuto all'oscuro, imprigionato nella materia, può finalmente risorgere e germogliare, morendo a se stesso , al proprio Ego e chiusura, e lasciando agire in sé la forza solare dell' Energia Vitale. 

Si celebra il trionfo della luce sul buio, della luce sulla morte

"Omne vivum ex ovo"

"Tutti i viventi nascono da un uovo, archetipo psichico della perfezione, del germe della vita, della cellula primaria

Simbolo della potenza femminile della Natura, Vergine Madre, Caos, il Mistero Interiore e Sublime della vita stessa nella sua perfezione anche nella Forma. 

L' uomo nel suo Involucro Aureo

In Egitto l' uovo era consacrato a Iside. Come simbolo di vita immortale, di matrice generatrice

Nel rituale egiziano si parla di Seb, il Dio del Tempo e della Terra che depone un uovo, o l'Universo, nel KHOOM, l' acqua dello spazio, il principio femminile astratto

Nel  popolo dell'antica Lemuria, tutti gli esseri umani erano ermafroditi. Non vi è dubbio che quei giganti, quei colossi (così meravigliosamente rappresentati da alcune sculture dell'isola di Pasqua), mestruarono. 

La parte femminile è ovulata e quegli ovuli sono venuti al mondo già fecondati dal principio maschile. 

Quegli esseri avevano tutti dentro di sé gli aspetti maschili e femminili. L'umanità si riproduceva per mezzo del sistema di ovulazione, che è lo stesso sistema degli uccelli. La creatura si forma nell'uovo e dopo un certo tempo, rompe il guscio d'uovo e prende vita. L'essere che nacque a Lemuria fu nutrito dal Padre-Madre.

Questa era l'Età dell'Oro; questo era il periodo in cui i fiumi di pura acqua viva scorrevano con latte e miele. A quel tempo non esisteva né "mio" né "tuo", e tutto era per tutti e ognuno era in grado di mangiare dall'albero del suo vicino, senza alcuna paura. A quel tempo, quelli che sapevano suonare la lira elettrizzavano l'intero universo con le loro melodie più sublimi. 

La lira di Orfeo non era ancora caduta sul pavimento del tempio, fatta a pezzi.

Quando l'umanità si è separata in sessi opposti, tutto è cambiato.

L' uovo è stato rilasciato dall'ovaio, senza fecondazione, perché il principio maschile si era separato da quello femminile. 

Quindi, è stato necessario collaborare per creare.

Grandi  peregrinazioni vennero fatteda luoghi remoti, ai templi sacri. I Kumara (re divini) dirigevano quelle pratiche mistiche.

Ma ognuno può essere Kumari di se stesso. 

Un residuo di queste antiche memorie è rimasto in Nepal, dove si celebra ancora il culto della Dea vivente degli Hindu,  la Kumari, la Dea Vergine, personificata da una bambina che viene selezionata  in qualunque momento della sua vita, dallo svezzamento alla pubertà

Proprio tre giorni fa, tra i ricordi di fb, ho ritrovato un ricordo, un video, che riguarda proprio la Kumari, che mi ha indicato la via, un tempi non sospetti, 30 anni fa

( https://www.facebook.com/share/p/HCzcME9UF23m8HfB/) 

Una Dea Vivente che verrà detronizzata all' arrivo della prima mestruazione o di una qualsiasi perdita di sangue

Culto controverso per la durezza dell'iniziazione e dello stile di vita, ma che indica comunque l' importanza del mantenersi puri per far si che la divinità si manifesti attraverso l'Umano. 

Oggi siamo proprio sotto l'energia del quindicesimo Sacro Archetipo Ebraico Samech, con funzione "pressione". 

Agisce affinché il Divino in noi, si manifesti, nelle Ottave alte, con energie creative, che uniscono. 

Nelle Ottave basse, invece, queste energie, dividono (Arcano Maggiore XV del Diavolo) 

Ho riportato proprio due giorni fa, sempre tra i ricordi di Fb( https://www.facebook.com/share/p/1KYSHhYKKR2KgeJ3/) un brano di un autore che ho condiviso spesso nella mia pagina "La Porta Sacra", Daniel Meurois un brano tratto da "Il libro segreto di Gesù vol. 2 Il tempo del Compimento

Vi riporto solo una frase dell'intero brano

" Quando il Fuoco del Leone diventa Acqua, e quest’Acqua riesce ad accoglierlo come si deve, il Soffio scende e la Terra può cominciare ad essere fecondata"

Oggi siamo di domenica, un giorno dedicato al sole, in luna calante in Sagittario.

Due elementi di Fuoco. 

Il nostro Fuoco d'acqua interiore, che contempla la nostra dimensione Monadica, che ci permette di essere Seme, uovo completo, ovunque, a prescindere dall'esterno. Che ci permette di rinascere, da noi stessi, senza essere a ridosso del terreno favorevole o meno, delle persone, cose o situazioni, delle emulazioni. 

Perché la nostra Essenza è Verità, e la Verità, vibra di frequenze altissime, 

È questo il senso del manifestare la nostra rinascita. 

Quando rinasciamo da Seme, non da terreno. 

Siamo siamo Uovo, completi, con le nostre polarità in dialettica costruttiva, non distruttiva. 

Quando siamo Originali. 

Quando siamo la nostra stessa Origine, con le proprie frequente, le proprie note, la propria Essenza e Verità. 

È il Fuoco Cristico, Monadico, che deve ardere incessantemente in noi. 

Tutto il resto, è ibrido, è emulazione, è un ricreare a ridosso di un qualcosa che non può appartenerci. 

La Verità ha una vibrazione altissima, non è per tutti, e non tutti la sanno riconoscere, perché ci si ferma all'involucro. 

Ma quanto è bello, poi, scoprire il fiore all'interno del bocciolo, con i propri colori e sfumature, che saranno sempre diverse da un qualsiasi altro fiore. 

Ieri ho rivisto un film "Glass", il sequel "Split" di cui avevo già scritto( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/10/ho-visto-un-film-molto-bello-ieri-split.html?m=0) 

Non spoilero.

"Gli Dei non sono ammessi tra gli Umani. Bisogna neutralizzarli" ..

Non sia mai che emerga la nostra Divinità

Con infinita gratitudine sempre. 


Buon germogliamento. 



Tiziana Fenu

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Pasqua, Sacro Germoglio




venerdì, marzo 29, 2024

💛Rituali Pasquali in Sardegna

 



Simbologia delle Tre Croci nella Pasqua Sarda. 

Lettura senza asterischi nel mio blog 

Riprendo un mio scritto di tre anni( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/simbologia-delle-tre-croci-nella-pasqua.html?m=0) fa, con alcune modifiche


Parlare dei RIti della celebrazione della Pasqua in Sardegna, é parlare di riti antichissimi, non sicuramente legati all'ambito cattolico-cristiano, ma, come abbiamo visto tante volte, sono riti che affondano le radici in quella semantica legata al culto della rinascita, così fortemente preponderante nell'antica Civiltà Sarda, e che trova radici, nella dimensione astrale e astronomica. 

Culto della rinascita che abbiamo visto presente, dai miei precedenti post, anche riguardo le rappresentazioni del Carnevale sardo, nel quale è estremamente presente il concetto di purificazione e rinascita. 

Ho detto piu' volte, come la stessa pratica della crocifissione, sia stata totalmente manipolata e deviata soprattutto sotto l'impero Romano, diventando uno strumento di sofferenza e di morte, anche se era già presente nell'impero persiano già nel 500 a.C., e poi perpetuata dai cartaginesi, fino ad arrivare ai romani, in forma di palo a "T", allungato sulla parte superiore verticale. 

Inizialmente, presso gli Egizi e le culture orientali la croce a T, era lo strumento di elevazione alchemica e spirituale degli Iniziati, che durante le pratiche di preparazione ai Misteri Iniziatici, venivano adagiati su queste croci di legno a forma di Tau, per tre giorni, al termine dei quali ricevevano la divinizzazione solare, esponendosi ai raggi del sole, dopo tre giorni di isolamento e di incubatio, pratica molto diffusa anche nell'Antica Civiltà Sarda, che fece guadagnare agli Antichi Sardi, la fama di "popolo dei dormienti", come ho già avuto modo di scrivere. 

Quindi niente a che vedere con la rappresentazione che poi ne ha fatto la Chiesa.

Ciò non toglie, che le rappresentazioni della nostra Pasqua in Sardegna, siano veramente sentite e suggestive, e permeate di una grande sacralità e devozione. 

Ai tempi di Mosè, circa 1700 anni prima di Cristo, la prima Pasqua ebraica fu intesa come rito di passaggio dalla schiavitù d'Egitto alla libertà, quando il sacrificio di un agnello risultò necessario per segnare le case degli ebrei, e salvare tutti i primogeniti.

Poi l'agnello divino venne rappresentato da Cristo in persona, anche se, simbolicamente, rappresenta soltanto uno dei tanti avatar che lo hanno preceduto o che arriveranno dopo, un Logos Solare. 

Lo stesso Osiride è considerato come un essere divinizzato, solarizzato, legato profondamente all'equinozio di primavera, come abbiamo visto, poiché sarà proprio questo equinozio a dare il parametro angolare della Geometria Sacra sulla quale si baserà tutta la loro architettura perché rappresenta la perfetta unione degli opposti, del Sole e della Luna, in perfetto equilibrio sulle braccia orizzontali di quella Tanit, che ha come lettera iniziale e finale, proprio una T, che rappresenta l'alfa e l'omega di tutto, ultimo sacro archetipo ebraico, il ventiduesima, il sigillo dell'opera del Divino in terra. 

La firma di Dio. E la firma più bella e completa di Dio, è stato proprio il suo "alfa e omega" sulla terra, il Cristo sulla Tau. 

Osiride nasce e risorge, grazie a Iside, identificata con Venere, che si trova ad est, prima dell'alba e ad ovest dopo il tramonto. Quasi un astro solare. 

Infatti la parola "Easter", Pasqua in inglese, è legata alla luce dell'est e all'equinozio di primavera. 

Nel corso del tempo, questo concetto, assolutamente naturale in natura, della morte e rinascita, è stato molto teatralizzato, soprattutto in ambito cristiano, dopo la crocifissione di Cristo, soprattutto in ambito spagnolo, che ha molto influenzato anche la tradizione Sarda. 


La settimana Santa di preparazione è scandita da questi rituali di preparazione : "Sas prammas", con la benedizione delle Palme la domenica prima di Pasqua , i Misteri del lunedì e Martedì, la flagellazione del mercoledì, fino al giovedì con "su lavabu", il lavaggio dei piedi da parte del parroco, il Venerdì di lutto per "s'incravamentu", la crocifissione di lutto, "s'iscravamentu" della sera preceduto dalla via crucis, a cui segue un sabato silenzioso, fino a "s'incontru della domenica, quando il Cristo e sua madre, Maria, si possono ricongiungere in un abbraccio. 

Vi è tutta una complessa paraliturgia riguardo questi Misteri preparatori durante la settimana Santa, organizzata di solito dalle Confraternite, con simboli e liturgie legate alla sofferenza di Cristo, e Cagliari, Oristano, Castelsardo, Alghero, sono le zone nelle quali questa rappresentazione è maggiormente sentita.

 

Particolarmente toccante è il rito de "s'iscravamentu", nel quale il Cristo, grazie alle articolazioni mobili progettate dagli artigiani, viene deposto dalla croce.

La parola "iscravamentu" significa togliere una cosa che è stata conficcata a forza.

"Cravare" infatti significa conficcare a forza, sicuramente riferito alla forza con la quale si conficcano i chiodi durante la crocifissione.

Ma "cravare/cravos" ha anche attinenza con la radice crav- di "cravellu", che significa garofano in sardo, del quale i chiodi di garofano, che sono delle spezie, possono ricordare nella forma, i chiodi della crocifissione.



La pratica della crocifissione abbiamo detto, non è di ambito prettamente romano, ma ha origini nell'impero Persiano, affinandosi nel tempo per procurare maggiore agonia possibile.

Ma è bene sottolineare che la sua simbologia ha una matrice assolutamente astrale, in quanto è legata alla simbologia della rinascita, della resurrezione dopo la morte, legata alla simbologia astrale delle tre croci, con croce cardinale di Orione in una posizione centrale, lungo la via Lattea, verso la quale erano orientati anche i nostri Antichi Sardi.

La via Lattea, la via della rinascita, legata all'iconografia dello scarabeo, de su carrabosu, in sardo, o anche babballotti. 

Scarabeo, che come ho approfondito tante volte, ha le proporzioni e fattezze della nostra Dea Madre di Cuccuru S'arriu. 

Il nostro carrabosu sardo, che veniva deposto nella mano dei defunti ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/lo-scarabeo-umanoide-egizio-khepri-e-la.html?m=0), presente, in Sardegna, come simbologia, tremila anni prima che si affermasse nella cultura egizia 

Lo scarabeo era considerato, nella nostra Antica Civiltà e ( aggiungo, successivamente) in quella egizia, uno psicopompo per la dimensione dei morti, perché lo scarabeo stercoraro, segue la direzione della Via Lattea, che si snoda da Nord est a sud ovest, per portare il cibo, appallottolato con il suo stesso sterco, verso la sua tana. Un elemento che servirà da protezione anche per le sue uova, quindi per garantire la vita. 

E proprio, questo simbolismo de su babballotti( che in Sardegna implementa anche la figura dello scarabeo, che è un piccolo insetto con le ali, come i babballotti), è quello che accompagna il rituale de su Iscravamentu durante le celebrazioni del Venerdì Santo, specialmente a Riola Sardo e Iglesias, in cui giovani ragazzi scalzi, con una tunica bianca e un cappuccio sulla testa, portano in processione la pesante croce di legno. 

I babballottis riolesi  sono seguiti dal simulacro del Cristo e della Vergine Addolorata vestita a lutto, che porta sul capo la corona di spine del figlio e ai piedi, in un vassoio, i chiodi tolti al Cristo. 

È il Sacro Femminino, con la veste pura, e senza identità terrena, che accompagna il suo Figlio terreno e spirituale, attraverso le stazioni del suo martirio. 

Cooperano in sinergia alla sua missione purificatrice e di rinascita. 

E la rinascita, si lega anche alla simbologia, alla 

configurazione terrena, che riprende la configurazione astrale e astronomica, che è stata trasposta anche in terra, in quanto il Cristo( che esotericamente rappresenta il pneuma, l'anima spirituale), è stato crocifisso insieme ad altri due.


Due ladroni, che rappresentano rispettivamente, quello di destra, la psiche, che ha possibilità di elevazione, e quello di sinistra il Soma, l'anima materiale. 

Tre croci, quindi, simbolo di nascita, morte e rinascita. 

Come le tre cornici sempre presenti nelle nostre Domus de Janas. 

Le tre croci astrali sulla Via Lattea rappresentano, trasposte anche simbologicamente, sulla terra, le tre croci-tappe della via Iniziatica per la rinascita, per la resurrezione, nella quale il Cristo Risorto, rappresentato da Orione con le sue tre stelle centrali della cintura, rappresenta la croce Cardinale, da cui si origina tutto, seguite poi dalla Croce del Cigno del Nord( punto di riferimento, come stella Polare, 10.000 anni fa) che rappresenta il Cristo in croce, e la croce fissa del Cristo rivelato, consapevole, rappresentato dalla stella Aldebaran, l'occhio del Toro, che, come abbiamo visto, anche nella maschera Ghignante di San Sperate( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/la-maschera-dellaldebaran-solare-di-san.html?m=0) rappresenta il terzo occhio, "l'Anja/Jana", della consapevolezza del sé, dopo il viaggio iniziatico attraverso la via Lattea, l'arco/arca/argha( vagina in sanscrito).

Di questo, ho approfondito in un mio scritto. 

( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/la-y-taurina-di-ascensione-lungo-la-via.html?m=0) 


Una trasposizione che  abbiamo geograficamente anche qui in Sardegna. 

Una toponomastica che fa riferimento a questo arco della via Lattea, lo abbiamo proprio qui in Sardegna, con il nostro Sarcidano, altopiano del sud-Sardegna, inglobato al Comune di Oristano, che abbiamo visto, coincidere con le tre stelle della cintura di Orione. 

Sarcidano. 

S'arci-danu. 

Dove "arci" sta per arco, o molto più probabilmente "Arca" , rafforzato da quel "Dhanu" che in sanscrito significa arco come già scrissi a proposito dell'arca, e delle "archedde" (cassapanche) sarde. 

L'Arca dell'Arco". 

"S'arca", così tanto rappresentata in Sardegna, tanto da chiamare le cassapanca tipica sarda, tutta in legno intagliato, "s'archedda", di cui già parlai, in ricordo di quella sacra alleanza, tra umano e divino, sancita attraverso l'Arca dell'Alleanza, che aveva sulla parte superiore, due Cherubini a protezione, che, si narra, formavano un arco elettrico a protezione della stessa. 

Un arco, quindi sacro, come è sacra "s'arca", la via Lattea traghettatrice che passa per le tre croci astrali, prima della rinascita, della resurrezione. 


Orione, fulcro dinamico della via Lattea, era chiamata "Luce del Cielo". 

Era una traduzione dal sumero "Uru-anna", e il nome Orione significa letteralmente "esplosione della luce", poiché le radici "ar-/or-/ur-", sono tutte derivazioni dell'originaria consonante "R", che esprime l'idea del moto per unire, per ricongiungersi con il divino, con l'Origine. 

La via Lattea è come un'Arca che traghetta nel mondo dello spirito, oltre la morte. È una vagina cosmica, poiché "argha" in sanscrito significa "vagina". 

Solo nella croce cardinale, rappresentata  da quella che passa per la cintura di Orione, l'uomo è in equilibrio tra umano e divino, tra maschile e femminile. 


È la croce cardinale del Golgota, quella sulla quale sta il Cristo, dopo il percorso iniziatico che lo ha unito al Divino. 

Ed è qui, che ha la consapevolezza del suo triplice aspetto divino, in un unico Logos, il Sacro tre, che riunifica i complementari.



E questo stesso Logos, che consente la resurrezione, alchemica, la rinascita, grazie all'allineamento di queste tre croci iniziatiche, lo troviamo anche all' interno delle Domus de Janas, sempre corredate da elementi triadici come le triple porte nelle false porte, o negli ingressi.

Domus de Janas nelle quali si ripropone lo stesso allineamento funzionale all'ascensione, dopo la morte.

Conformazione particolarmente evidente nella Domus de Janas S'Incantu o di Putifigari, a monte Siseri, in provincia di Sassari, dove abbiamo tre elementi "allineati", affinché avvenga la resurrezione, la rinascita dopo la morte: l'elemento solare, che entra in quell'ingresso sovrastato ai due lati da questa serie di tre protomi taurine/uterine(che indicano la sinergia degli opposti necessaria all'alchimia della trasformazione), e che contemporaneamente illumina e divinizza, sia l'elemento che sta in terra, circolare con tre cornici, che rappresenta il cielo, sia l'elemento quadrato che sta proprio nella parete difronte, sempre con tre cornici, che rappresenta la terra. 



È la quadratura del cerchio( la perfezione cercata secoli dopo, millenni dopo, da Leonardo, con il suo Uomo Vitruviano divinizzato), che si può ottenere solo se gli elementi opposti sono in equilibrio, come nella X che passa per la cintura, nella costellazione di Orione, e che ha la stessa sagoma quadrata  della porticina di ingresso della Domus s'Incantu(come in altre Domus, dove questi tre elementi sono allineati) da dove arriva il sole divinizzante, che consente l'ascensione, l'alchimia trasformatrice. 

Il quadrato dell'ingresso e il cerchio della coppella in cui il raggio solare si riflette e va a divinizzare il passaggio nell'altra dimensione, nella falsa porta difronte. 

È stata ricreata una Via Lattea di resurrezione anche dentro le Domus de Janas, sempre con tre elementi ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/04/allineamento-domus-sincantu.html?m=0) 



Non potendo riprodurre la Via Lattea in termini pratici, hanno riprodotto l'allineamento della stessa, rappresentandola come il fondo di un'arca, con quel soffitto che sembra la carena di una nave capovolta, perché l'Arca/argha/vagina cosmica, della via Lattea, porta con sé i semi della vita. Può "impiantare" la vita dove vuole, anche dopo la morte, perché porta con sé il Trilobato, il Fiore della vita della creazione. 

Lo stesso afflato di vita immortale ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/01/le-domus-de-janas-non-sono-capanne.html?m=0) 

I nostri sacri nuraghi Trilobati sono il simbolo di questa immortalità 


La via Lattea della resurrezione, e che era chiamata dagli antichi Egizi, il "fiume d'argento", che era considerata lo speculare, la controparte celeste del fiume Nilo, il fiume della fertilità, reso tale dal fallo di Osiride ingoiato dall'ossirinco. 

E un  un fiume che riceve nutrimento da una porta d'argento, l'abbiamo anche noi. 

Il Tirso, che riceve dal Gennargentu(genna/jenna/janna/porta), dalla "porta d'argento", l'affluente Taloro(Tal-Oro). 

Un Tirso che ha lo stesso nome del bastone pastorale divino della conoscenza, dove le due nadi energetiche del maschile e del femminile si incrociano per arrivare alla consapevolezza della ghiandola Pineale posta sulla Sommità. 


Non credo sia un caso, che proprio qui in Sardegna, abbiamo un corso d'acqua femmineo, il Tirso, "un'arca/arga/vagina", naturale, che ha lo stesso nome di un oggetto di potere che indica la completezza della consapevolezza. La Kundalini totalmente attivata. 

È l'allineamento, il segreto dell'ascensione in modo che si abbia la quadratura del cerchio e ci si divinizzi. 

Quell'allineamento ben delineato dalla configurazione astrale "Sirio/piattaforma costellazione di Orione con X centrale/Aldebaran".

E questo allineamento dei tre elementi è sempre presente nell'Antica Civiltà Sarda. 


Ci sono sempre moduli triadici ovunque, nelle triple porte, nelle triple protomi taurine, nella stessa Y, nella scrittura. 


Questo allineamento astrale, crea,  una conformazione tridimensionale, formata da due piramidi a base quadrata unite per la base, con i vertici su Sirio e Aldebaran, e la base quadrata che corrisponde al perimetro esterno delle quattro stelle (Beltegeuse, Bellatrix, Rigel, Saiph) che contiene la cintura di Orione, con le tre stelle Alnitak, Alnilam e Mintaka.

Un ottaedro.


Ottaedro che, guardacaso, sarà la figura solida usata per rappresentare i tre chiodi usati per crocifiggere Cristo.

Ad indicare, simbolicamente, che è questa configurazione astrale, la via per la morte e rinascita, per la resurrezione, per gli uomini che intraprendono la via della consapevolezza, e del sacrificio, dello smembramento del proprio ego( come nel Cristo e in Osiride, Dionisio, e in chi prima o dopo di loro). 


Gesù era un iniziato, figlio di un altro iniziato, Giuseppe, e di una Donna pura in tutti i sensi, e fu iniziato dagli Esseni, come lo fu Osiride, iniziato ai sacri Misteri. La sua crocifissione ha un alto valore esoterico, che riprende i riti di iniziazione a tre punti, sulla croce a forma di Tau, come ho già spiegato, ma fu ferito in cinque punti, come nel pentagono, la meta finale, quella che ricongiunge al divino, prima della rinascita

La costellazione del Toro. 


I tre chiodi "piramidali" sono la reliquia più importante del Cristo, quella che poi divenne il simbolo, con questa forma a ventaglio, della prima confraternita in nome di Gesù, i Gesuiti, fondati da Sant'Ignazio di Loyola. 

I tre chiodi, sono rigorosamente a forma di doppia piramide, e ricalcano quell'altro simbolo degli Iniziati, che già conoscete, perché ne ho parlato in altri post, il piede d'oca, la Y con la stanghetta al centro, simbolo della discendenza degli iniziati della Regina di Saba e del Re Salomone, strettamente legata alla nostra Antica Civiltà 

( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/10/i-motivi-pibiones-nella-cultura-sarda.html?m=0) 


Y che abbiamo visto, sempre presente nell'antica Civiltà Sarda, come scrittura, come impianto nuragico a trilobato, simbolo del tetragramma divino YHWH /YHW 


È una Y che ha tre vertici, tre punti, come la lettera Tau, il ventiduesimo sacro archetipo ebraico, il simbolo dei nostri Sacri Iniziati, i Giganti di Mont'e Prama, i nostri Sacri Giudici. 

La Tau non è niente altro che la croce, senza il prolungamento superiore, che è stato aggiunto in epoca romana per potervi affiggere la scritta INRI, sia in latino che in ebraico, e in ebraico, la traduzione risulta YHWH, l' impronunciabile tetragramma, il nome di Dio. 

L’acronimo, che sta per il latino "Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum", significa "Gesù il Nazareno re dei Giudei" 

Una croce, la Tau, che indica l'unione mistica tra il cielo e la terra, tra l'umano e il Divino. 


La Pasqua, in Sardegna, è particolarmente sentita, con tutte le sue rappresentazioni mistiche e rituali, perché affonda le radici nella notte dei tempi, così come nello stesso Carnevale. 

Nella nostra Antica Civiltà Sarda, tutto parla sempre, di resurrezione e rinascita. 

Due sacre rappresentazioni che parlano di purificazione, di morte e rinascita, e che hanno un elemento in comune, l'Ankh. 

Poiché l'Ankh, nella sua forma grafica rimanda, nella parte inferiore, alla Tau, quindi al concetto pasquale di espiazione, di perfezionamento, attraverso la crocifissione simbolica del sé, della parte egoica umana. 


Un sacrificio necessario, nel senso letterale del termine, del "rendersi sacri" per rinascere, risorgere a sé stessi. 


Ma l'Ankh, la chiave della vita, che Osiride tiene in mano, sulla sua Arca, mentre sulla vita Lattea raggiunge lo stargate astrale per la resurrezione, l'Aldebaran, il Sacro occhio di Horus, è anche quel lazo, che nel Carnevale sardo, l'uomo già divinizzato dalla funzione simbolica della maschera bianca, "su Issohadore", utilizza per acchiappare il Mamuthone, per offrirgli una possibilità di purificazione e quindi di rinascita, di risurrezione. 

Sino ai giorni nostri, questo simbolo rimane come il cordone che i consacrati a Dio, tengono come cintura per tenere stretto il saio religioso lungo il punto vita. 

Punto vita, che è il baricentro Alchemico dei Giganti di Mont'e Prama. 

I Giganti "vitruviani", nei quali la "quadratura del cerchio" leonardesca, si ha attraverso il fulcro centrale della cintura degli stessi, che rappresenta la cintura di Orione, unica piattaforma possibile per avere accesso al Divino, e unire gli opposti, umano e divino, cielo e terra. 


Parlare quindi, per me, della Pasqua in Sardegna, significa onorare quelle antiche conoscenze, che vedono nel Cristo, il massimo esponente, ma che rimandano ad una visione molto, estremamente più ampia, che gli Antichi Sardi conoscevano bene, perché aldilà del rituale di espiazione in sé, funzionale ad un gesto umanitario di alchimia collettiva nel quale si fa Agnello sacrificale  per l'umanità, in linea con i canoni religiosi e cattolici, nei quali è stato incasellato, questo rituale, mi parla di grandi uomini osservatori architetti, astronomi, intimamente connessi con la loro intima Essenza  e naturalmente orientati verso quel senso del Divino, al quale anelavano osservando il cielo, ma che hanno, in modo sublime, trasposto anche in terra, creando, ancora prima che ne "s' incontru" pasquale, dopo la resurrezione, tra Madre e Figlio, un incontro terreno, tra umano e divino, in ogni loro manifestazione terrena, curata nei minimi particolari, come la ricercatezza degli angoli aurei. 


Ricercatezza che riempie sempre gli occhi di Incanto. 

Il mistero della Crocifissione, con la sua simbologia delle tre croci, affonda le radici in tempi antichissimi, e in una trasposizione astrale, di cui, qui in Sardegna, in questa Sacra, ci sono tutti gli elementi terreni  di decodifica. 

Tutti. 

Basta andare oltre ad uno sguardo puramente archeologico e archivistico. 

Sardegna Cultura Madre. 

Mater Matrice. 

Come sempre. 


Tiziana Fenu 

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Galleria di foto completa, nel mio blog

Rituali pasquali in Sardegna

























 

💙Giuda l'Appeso

 Il tradimento di Giuda è funzionale e necessario alla realizzazione del Piano Divino. 

Yoshua stesso lo chiama " amico", e gli dice di fare ciò che deve essere fatto al più presto, e nessuno degli apostoli capisce, tranne Maddalena, l'Apostolo che amava, il tredicesimo, che riflette la simbologia del tredicesimo Sacro Archetipo Ebraico Mem, la Madre Divina, ancestrale, cosmica, amniotica, e l'Arcano Maggiore XIII della Morte, poiché essendo Madre Divina, in essa è vita e morte contemporaneamente. 

Ma il 13 è legato anche alla dimensione ciclica, lunare, astrologica, della tredicesima Luna, di cui abbiamo un altare anche qui in Sardegna, di cui ho approfondito in passato ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/08/altare-tredicesima-luna-ampliato.html?m=0), che non è certo un altare "per partorire", ma un altare che simboleggia la perfetta coesione, tra Femminile e Maschile, tra Luna e Sole. 

Simbologia che incarna perfettamente sia il Cristo, che la Maddalena. 

La Tredicesima Luna va da un novilunio all'altro, e si verifica sette volte ogni 19 anni, e si manifesta nell'anno solare successivo  a quello in cui si sono manifestati 13 pleniluni.

È la base del calendario ebraico, e la tredicesima Luna, va a far coincidere, con il suo ciclo di 19 anni,  2 ore e 5 minuti, il ciclo solare, con quello lunare. 

Questo ciclo viene chiamato ciclo di Metone, astronomo e matematico greco, risalente al V sec. aC, già usato in Mesopotamia. 

Al termine di questi 19 anni, si otterrebbe una perfetta sincronia tra i moti della Luna e del Sole: le medesime date corrisponderebbero alle stesse fasi lunari. 

È la tredicesima iniziazione, 

Maria Maddalena, rappresenta, come tutti i Sacri Femminini, compresi quelli delle favole, come Ishtar, Inanna, Astarte, Afrodite, Venere, quella sacerdotessa-moglie, attraverso la quale avviene la trasmutazione alchemica dei primi chakra verso frequenze più alte. 

È la divina kundalini, la Shekinah incarnata. 

Rappresenta il Mercurio, indaghiamo l'origine della parola Mercurio, la cui radice "mer-", rimanda alla parola francese Mer, che in spagnolo è Mar, e in italiano Mare.  Così, mar, mare, Mer e “Curius” o cura, "curia", che è il nunzio: messaggero.  Quindi, mer-curios o mar-curia, simboleggia il messaggero del mare.  

In effetti, Il mercurio è associato al liquido, l'acqua, poiché, tra I metalli, il mercurio è un metallo liquido che viene chiamato argento vivo.  E infatti, in alchimia, rappresenta la materia prima del grande lavoro che ognuno di noi deve compiere. 

È lo spazio della Divina Madre, che è precluso a Pietro, poiché Pietro, resta ancorato alla materia, alla pietra, appunto, alle fondamenta, ma non alla trasmutazione. 

Di cui Pietro prova invidia. 

Invidia, che, invece, non prova Giuda, che, paradossalmente, era il più illuminato di tutti gli Apostoli, e che viene sollecitato da Yeshua stesso, a "distaccarsi" dagli altri Apostoli, a prenderne le distanze, a vedere le cose da un'altra prospettiva. 

Tant'è che Yeshua ( e lo chiamo cosi perché è il suo vero nome) gli chiede se è pronto a tradirlo, e Giuda gli chiede perche ha scelto proprio lui.

Gli risponde che lui ha la forza che gli altri apostoli non hanno, perché Giuda farà in modo che venga sacrificato l'uomo ( Yeshua) dentro il quale è il Verbo stesso.

E questo è un passaggio cruciale, che si compie grazie a Giuda, il più illuminato tra gli apostoli, colui che è in grado di sostenere anche l'onta del tradimento, come la più alta forma di amore, per fare in modo che ci possa essere la trasformazione dell'uomo in Dio, la vittoria dello spirito sulla carne. Il tradimento è insito in ogni grande forma d'amore, e c' era grandissimo amore tra Yeshua e Giuda.

Viene scelto, perché aveva fiducia in lui. 

È affidarsi all'altro, sapendo anche che ciò significa il rischio del tradimento.

L' opera di Dio doveva essere compiuta, in una visione di insieme che contemplasse il tradimento e anche il sacrificio dell'Apostolo prediletto di Yeshua, che non era certo Pietro, che mancava di fede, e che non si pentì mai di questa sua mancanza. 

Cosa che non riusci a sostenere Giuda, che, dopo aver tentato di restituire i danari per il tradimento, si suicida. 

Perché ha dovuto recitare un ruolo che non era nelle sue corde. 

Un ruolo sociale, antropologico, escatologico. 

Pensateci. 

La figura di Giuda è identificata con il segno dello Scorpione, subito dopo quello della Bilancia, con cui viene identificata, come ho scritto ieri, la Maria Maddalena /Giovanni, nel dipinto dell'Ultima Cena di Leonardo da Vinci. 

Lo Scorpione è un segno d'acqua Femminile, rappresenta il Sacro Femminino nella sua manifestazione più tenebrosa, ancestrale, Misterica, rappresentata, nell'antico Egitto, da Iside/Selkit( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/07/la-dea-scorpione.html?m=0) 

Quindi ha un intimo legame con il Sacro Femminino. 

Ne rappresenta la complementarietà disposta a svendersi, nelle Ottave Basse. 

Quelle Ottave basse, che però, servono per risalire. 

La storia dell'umanità è piena di figure femminili che sono state le peggiori traditrici, di sé stesse, e nei confronti dell'altro, soprattutto verso le stesse donne. 

La Chiesa ha fagocitato la figura di Yeshua.

È stata la sua fortuna.. La Chiesa romana ha costruito sulla successione apostolica di Pietro " uomo di poca fede", s*atana, indegno, come Yoshua stesso lo definiva.

Colui che lo tradirà 3  volte prima che il gallo canti( " molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti" e Pietro non rispose alla chiamata, perché non era illuminato spiritualmente) piuttosto che costruire sui legittimi eredi di sangue di Y*oshua e Mad*dalena.

E c'è da sottolineare una cosa importantissima.

I primi messianici a scrivere i vangeli furono gli e*brei seguaci di Y*eshua, rivolgendosi agli altri e*brei. 

Ma poi le fazioni si divisero, e Giuda diventa il primo mattone che darà via all'antise*mitismo ( la folla insultera' Giuda, per il tradimento).

Ciò è quello che scriveranno i redattori dei vangeli per colpevolizzare gli e*brei della crocifissione. 

Ma quei vangeli, verranno scritti in greco, per un pubblico greco-romano, e questo denota la necessità dei cristiani, di essere accettati dal mondo romano per avere una sorta di leggittimazione. 

Non potevano certo accusare i romani di essere i responsabili della crocifissione di Yeshua, quindi accusano gli ebrei, e tutta la colpa ricade su Giuda, quando invece, Yoshua stesso, e lo dimostra , chiamandolo amico, e con il famoso bacio che erroneamente la chiesa ha voluto che ne sugellasse il tradimento, mentre invece ne sottolinea la grande fiducia, e il privilegio , come un vero eletto( titolo che non ha saputo portare Pietro), vero erede, insieme alla Maddalena del testamento alchemico e spirituale di Y*eshua, straordinario alleato e complice( che ha messo da parte il suo ego per realizzarlo, pagandolo con la vita) del grandioso piano divino, che solo un eletto può vedere nella sua totalità, senza soffermarsi sulle piccolezze. 

Poteva rifiutare la responsabilità del tradimento. Ma non lo fece. 

Lui. 

Giuda. 

Era il più forte. 

E Ye*shua lo sapeva. 

Sapeva che era in grado di sostenere l'impegno del tradimento.

Alla pari. Un dare e un ricevere il tradimento. Sullo stesso piano.

Per evolvere insieme.

Rievoco il particolare che ho sottolineato ieri nel mio scritto. 

Nel dipinto di Leonardo da Vinci, Giuda ha la sua mano sinistra sulla spalla della Maddalena, le cui punte delle dita sono sul chakra della Gola, il quinto chakra, legato a Venere, al Femminino, ma anche al Mascolino, al segno di Terra, femminile, il Toro, perché la Maddalena è già stata divinizzata dal Cristo. 

La mano di Giuda è perfettamente orizzontale, quasi una lama in procinto di tagliare la testa, il legame regale con la Corona, in tutti i sensi, che ho esplicato ieri. 

In modo rettilineo. 

Come un rettile. 

Perché nella dimensione del rettile, quella alle Ottave basse, di agisce con energie basse. 

Alle Ottave alte, invece, il rettile, il Serpente è ciclicità energetica cosmica, e segue le vibrazioni creatrici dell'universo.

Alle Ottave basse, invece, avendo una progressione bidimensionale, diacronica, non è sintonizzato sulle infinite sincronie amplificanti dell'Universo. 

È confinato in un ruolo, subdolo, ma funzionale, che gli è stato assegnato. 

Giuda trova corrispondenza nell'Arcano Maggiore XII dei Tarocchi, l'Appeso. 

Si autosacrifica per ritrovare la "misura di sé", la sua Lamed, il suo valore, il suo Archetipo 12, la cui somma fa 3, la somma potenza creatrice, divina. 

È l'iniziazione, la morte dell'io, la caduta delle Maschere. È il sacrificio richiesto, affinché il vero, la verità emerga. 

Ma al contempo, rappresenta anche l'ostinazione alla cristallizzazione. 

Una sorta di indolenza. 

Restare aggrappati alle proprie credenze, ai propri ruoli. 

Una personalità precaria che necessita di aggrapparsi a quel poco di precostituito e conosciuto, pur di non scoprire l'abisso che regala nuovi orizzonti. 

Adattarsi ad un cliché narrativo che ha fatto il suo tempo, e che risulta anacronistico. 

Io sono continuamente Giuda di me stessa. 

Mi fido di un disegno superiore. 

Le cose non le mando a dire. 

Non mi adatto. 

Non mi conformo. 

Muoio migliaia di volte a me stessa, pur di sentire l'ebbrezza del mio stesso abisso, e provare l'emozione del battito d'Ali. 

L'Appeso, anticipa la Morte, che è la piattaforma della rinascita, e quindi, della trasformazione. 

Abbiamo sempre una scelta. 

In ogni microsecondo abbiamo la possibilità di scegliere, di fidarci. 

Di noi stessi. 

Di quel che di divino, abbiamo già in noi. 

Della verità che è già in noi. 

Dobbiamo solo lasciare che emerga. 

I ruoli, le occasioni, le istituzioni, sono solo parentesi di passaggio, nei quali non possiamo riporre la nostra identità, la nostra identificazione. 

Siamo esseri in continua evoluzione e le uniche alleanze energetiche che dobbiamo creare sono quelle che ci fanno emergere.

Giuda è un'occasione. 

Un'occasione di elevazione o di distruzione. 

Bisogna essere in grado di supportarla. 

È la Lamed, dodicesimo Archetipo. 

È un'iniziazione, una prova. 

Una misura. 

Per testare il nostro valore, se siamo fedeli alla nostra connessione con il Divino o con l'Umano. 

Per vedere quanto siamo pronti a sacrificare. 

A rendere Sacro, nonostante tutto. 

Arcano Maggiore dell'Appeso. 

Abbiamo trovato continuamente entrambi, nei fatti, negli eventi, nei protagonisti che si stanno susseguendo specialmente nell'ultimo periodo. 

Una costante sempre presente. 

Una Lamed, il cui valore ghematrico è 30.

I 30 denari di Giuda. 

Tutto estremamente simbolico, su cui riflettere, a cui non aggiungo altro. 

E anche per oggi, tanta roba. 

Con infinita gratitudine sempre. 


Tiziana Fenu 

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Maldalchimia.blogspot.com 

Giuda l'Appeso





💚Dumuzi e Tammuz

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https://maldalchimia.blogspot.com/2023/03/inanna-e-dumuzi.html?m=0


Oggi, in ambito Mesopotamico, si celebrava il rito dell'Unione ierogamica, l'unione Sacra tra la dea Inanna, la dea della fertilità e Dumuzi o Tammuz, il Dio pastore della vegetazione, figlio della pecora Duttur, il pastore che muore per poi rinascere ciclicamente, come gli altri rappresentanti di questo ciclo di vita, come Afrodite con Adone, di cui ho parlato recentemente ( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/03/su-nenniri.html?m=0) 

Si celebrava una Teogamia, esattamente, le nozze sacre tra divinità. 

Questa placca rappresenta gli Amanti che si abbracciano.

Questo mito non riguarda quindi, soltanto il rapporto amoroso tra Inanna e Dumuzi, ma è una metafora che riguarda la dimensione agricola, del Seme inteso metaforicamente anche come Seme spermatico maschile, che rende feconda la terra, e quindi, la loro unione ha un valore anche sociale, perché rende feconda la terra, mettendo i frutti di questa unione a disposizione della comunità. 

Questo aspetto è molto bello e importante, perché in questo modo, gli esseri umani si rendono attivamente partecipi alla creazione divina, influenzandola con le loro azioni. 

Infatti ogni anno, con l'arrivo della primavera, pochi giorni dopo l'equinozio di primavera, il re della città e l'alta sacerdotessa del tempio, nel regno Mesopotamico, assumevano il ruolo di Dumuzi e Inanna, celebrando l'unione Sacra, per garantire fertilità e abbondanza, identificandosi per la durata del rituale, con le stesse divinità. 

Inanna è potentissima.( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/03/inanna.html?m=0) 

È la regina del cielo e della terra, dell'amore e della guerra, del bene e del male. 

Gli Accadi la chiamavano Ishtar, e il dio principale centro di culto era Uruk, nell'odierno Iraq. Naturale discendente della Dea Uccello neolitica, viene rappresentata con ali e zampe da uccello, mentre poggia, in atteggiamento di dominio, sui due leoni.

È l'equilibrio delle due polarità contrapposte, del maschile e del femminile, che le consente questa potenza. Sempre accompagnata da due civette, perché suo è anche il regno delle tenebre, e insieme a sua sorella Ereshkigal, dea dell'inferno sumero, la sorella oscura, formano la bipolarita' di questo potente Archetipo Femminile. 

Una dea potente, sicura di sé, che chiede con grande sicurezza e determinazione, al suo consorte Dumuzi, di penetrarla, di toccarle la vagina, perché il ciclo dell'accoppiamento, della fertilità, si deve compiere, per portare abbondanza.

Un aspetto che veniva considerato sacro, nel campo della ierodulia, della prostituzione Sacra, nella quale la femminilità viene liberamente manifestata. 

Una Dea associata a Ecate, alla Sophia della gnosi, alla Shekinah del misticismo giudaico. 

Un veicolo del Divino, in quanto pura, lucente, vergine, legata al pianeta Venere, e alla costellazione della Vergine, chiamata Spica in greco, che significa spiga di grano, simbolo della fertilità che questa coppia divina incarna. 

Ancora oggi, è tradizione regalare una cornucopia che trabocca di fiori e di frutta, agli sposi, eredità di quel corno, legato alla Fertilità, a quel Dio che  risale dagli Inferi, e che dimora nell'Ariete, segno che inaugura la primavera, il cui simbolo, che identifica "fallo e corno", porta in sé abbondanza, grano, elevazione spirituale. 

Perché l’antico culto di Tammuz, o Damuz, il Dio risorto(come lo sarà il nostro Cristo, due millenni dopo) è legato con i culti misterici babilonesi di Nimrod, Semiramide ed Horus, loro figlio illegittimo, quindi alla lettera Tau, il simbolo degli Iniziati, come ho scritto tante altre volte, che poi verrà adottato anche dai cristiani. 

La figura di Dumuz è più fragile, rispetto alla Dea Inanna. 

Incarna la forza, rappresentando un pastore, del latte, del nutrimento degli agnellini che nascono proprio in primavera. Latte che in natura, si altera facilmente. È il dio dell'ovile, mentre Inanna è la dea della palma, dei Datteri. 

Le nozze sacre proponevano anche un nuovo modello di regalità, che rinsaldava la dinastia dei sovrani di Ur, non solo di abbondanza pratica nei raccolti, e di rinnovamento vegetativo.

I due amanti, Damuz e Inanna, in questa placca, formano una M con l'incrocio delle gambe.

La M è il tredicesimo Sacro Archetipo Ebraico, Mem, con funzione "fluidità". Indica la Madre delle Madri, la Madre delle acque primordiali.

La Madre Amniotica, il veicolo di tutto il nostro DNA animico e mnemonico.

Un Archetipo, principio di vita, correlato e complementare al suo opposto, l'Arcano Maggiore XIII della Morte.

Vita e morte insieme, perché sono imprescindibili l'uno dall'altra.

Quindi stanno configurando l'unità monadica per eccellenza, la Sigizia primordiale, formata dall'unione degli opposti.

Lei, con la mano sinistra, quella del Femminino, offre il seno destro( il lato destro, maschile, è il lato che alchemicamente, offre).

Lui, con la mano destra, accarezza il grembo di lei, sede della creazione. 

E per finire, lei porta un ornamento, un

"collarino" con tre moduli, al collo, che indicano "nascita/morte/rinascita", il potere rigenerativo della stessa dea. 


Placca di argilla, Mesopotamia, periodo Isin-Larsa-antico babilonese, ca. 2000-1600 a.C. Argilla cotta. Basilea, Collezione Erlenmeyer.


Tiziana Fenu

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Dumuzi e Tammuz



giovedì, marzo 28, 2024

💙Semantica della Corona

Quando l'Assoluto desidera manifestarsi emana dei Semi Solari e appare esattamente in un dato posto nello spazio. 

I semi solari su cui ho indagato stavolta sono le lettere CORONA

Abbiamo iniziato, 4 anni fa, con questa parola, altamente simbolica e semantica, e ancora essa, energeticamente dinamica, ci parla in diverse sfumature. 

Ogni parola è vibrazione attiva. 

Nasce dal chakra Vishudda della gola, nasce proprio in un centro energetico che è chiamato "l'orecchio magico", quello che comprende la parola di Dio. La parola, secondo me, si cristallizza a seconda delle dimensioni in modo diverso. 

In questa dimensione, la Parola crea. 

Dio ci creò attraverso la Parola, il verbo. 

Ed ecco che una parola tanto inflazionata , richiama comunque la mia attenzione , ancora una volta, per vibrazione. 

Corna. 

Non è solo virus e non è solo chakra della gola

Corona . 

In quest'ultimo periodo, è prepotentemente alla ribalta, per ciò che sta succedendo intorno alla Corona Reale Inglese, specialmente intorno a Kate, che sembra essere veicolo di messaggi importanti, da decifrare.  

6 è il numero delle lettere che compongono questa parola

E che 66 è la somma delle posizioni di queste sei lettere nell'alfabeto, e che quindi diventa un 666. 

Gli stessi numeri di Kate. 

Del suo nome completo, come ho già approfondito. 

Ma non è solo questo

È la struttura stessa della parola. Come essa si è cristallizzata in questa dimensione, in questo momento, in questa precisa sequenza, ad aver attratto la mia attenzione. 

C

O

R

O

N

A

C'è qualcosa di troppo familiare. 

Poi si rivela. 

C > Carbonio. 

O >Ossigeno. 

O

N >Azoto. 

A

La parola contiene le iniziali di tre dei quattro elementi base di ogni forma di vita sulla terra, senza le cui interazioni chimiche non ci sarebbe nessuna forma di vita. 

Il quarto elemento, l'Idrogeno( H), non compare nella parola. Per un semplice e logico motivo. Anzi due, secondo me. 

L' Idrogeno rappresenta esotericamente il veicolo tridimensionale in carne e ossa, sul quale l'Assoluto, quando desidera lavorare  in una dimensione per il bene dell'umanità, appare con un maestro  autorealizzato  e autocosciente, proprietario della vita e della Morte( un elemento mortale e non). 

Un CON- CorNa che rappresenta in se', in modo alchemico, la manifestazione di quell'Assoluto, di quel frattale divino che tenta di realizzarsi in noi. 

Sia attraverso il nostro corpo fisico, il nostro veicolo rappresentato dall'Idrogeno ( H), ma sia anche dalla stessa H (simbolo del Mercurio), che è l'elemento base di ogni trasformazione alchemica. 

Quella che serve per trasformare il piombo in Oro. 

L'energia trasmutatrice del Femminino. 

Al di là del valore chimico, le molecole di Carbonio, Ossigeno, Azoto( CON), rappresentano le tre Forze Primarie- 

Padre( Affermazione), Figlio (Negazione ) e Spirito Santo(Riconciliazione)- manifestate nella terza dimensione. 

L'Idrogeno invece è una forza indipendente dalle altre. È un veicolo fisico che funge da strumento, per i corpi della volontà, per i corpi mentali e astrali. 

Il Carbonio( C) rappresenta il corpo cosciente della  forza di volontà

L'Ossigeno ( O) rappresenta il vero corpo mentale solare, la Mente Cristica, costruito nella fucina alchemica dell'Iniziazione. 

Costruito, appunto. 

L' Azoto ( N) è l'autentico corpo astrale solare, l'opposto del corpo del desiderio. 

E l'Idrogeno è il corpo fisico, il veicolo del Corona virus. 

La Forma, il Femminino 

La H mercuriale. 

Queste sono le 4 Forze dell'Iniziato, di colui che attraverso questa Involuzione momentanea( la discesa dello Spirito nella Materia, quindi la materializzazione dell'Assoluto nel CON, nel COrNa virus), soffrendo nell'evoluzione( malattia e disagio), arriva alla rivoluzione, cioè alla distruzione dell'Ego, per arrivare, come nell' Assoluto, nell'Ain Soph, alla piena realizzazione interiore del Se'. 

In questo senso, indagando, mi sono resa conto di come la materia contenga in sé molti concetti, e trascenda la stretta cornice della geometria tridimensionale. 

Queste forze primarie, rappresentate da questi 4 "atomi-seme" rappresentano appunto l'Uomo Celeste manifestato.

Un frattale di quell'Assoluto che ci ha creato, attraverso il Terzo Logos, lo Spirito Santo, rappresentato dal Fuoco, in tutta la pienezza del suo potere igneo trasmutativo, fecondato dal secondo Logos ( il Cristo Solare), che ha materializzato l'intento salvifico, cristallizzando in parola ( COroNna), l'occasione di evoluzione attraverso il veicolo Umano Idrogeno( H ), che lavora attraverso il potere mercuriale ( H) della trasformazione.

Ogni atomo è un Universo in miniatura, una Triade di Materia, Energia e Coscienza, ed è costituito da un Nucleo-Sole molto radiante, caricato positivamente con l'elettricità.

Come se fosse un sistema solare in miniatura. 

L'Idrogeno, che ha un solo elettrone per ogni atomo , ha in sé una quantità infinita del Cristo-Sole.

È un Frattale. 

Ed ogni atomo di Idrogeno si trova al confine tra la Materia molecolare  e la molecola in uno stato elettronico, che sono lo stadio prima, di pura energia, dello stadio spirituale.

Inizialmente gli atomi di Idrogeno si combinano con gli atomi di Carbonio per iniziare lo sviluppo della luce, poi ci sono svariate combinazioni energetiche tra carbonio e azoto  fino ad arrivare alla luce solare.

La luce solare è il risultato chimico e matematico dei diversi processi atomici e sessuali del carbonio.

Sessuali perché questo processo avviene nel nono strato del DNA, nella nona sfera, che è la sfera della nostra trasmutazione, guidata dalla Shekinah, dal Femminino, il fuoco dello Spirito Santo, che incarnata è la kundalini , l'unione del maschile e del Femminile nella sacralità sessuale della materia.

E l'atomo di Idrogeno ( H), quel frattale-veicolo Umano dell'energia solare cristica, che consente l'innesco di queste reazioni che portano alla creazione della luce, è il ponte tra lo spirito universale della vita e la materia di diverse densità.

Con quel suo unico elettrone, che come tutti gli elettroni, è la prima  straordinaria  cristallizazione( che si organizza in materia) dell'Akasha, della Sostanza Primordiale, del Caos, l'Eterno Femminino, la Grande Madre. 

Siamo in un anno 8, con un'energia tutta al Femminino, come ho approfondito svariate volte, e stiamo assistendo ad una disintegrazione del Femminino, in quanto potente, pericoloso, sovversivo. 

E con questa straordinaria combinazione di questi 4  atomi alchemici(Carbonio/Ossigeno/Azoto/Idrogeno), gli elementi più presenti in chimica organica , insieme al fosforo ( che è rappresentato da una P, la stessa del crittogramma di Cristo infiammabile che è puro Fuoco Sacro) e allo zolfo ( S : lo Spirito che feconda il femminile Mercurio), appare chiaro come l'Assoluto, l'Ain Soph, possa costruire in Terra, attraverso la materia, i nostri corpi, la Merkaba, il carro solare, con questi quattro pilastri, il Corpo di Luce che ci renda esseri multidimensionali.

Coloro che non avranno lavorato alchemicamente nella fucina della nona sfera, eliminando la paura e acquisendo intima consapevolezza del Sé, non potranno creare tridimensionalmente questo carro merkabico che consente il passaggio nelle dimensioni successive.

E allora, ecco che acquisisce un senso logico anche quel 666 veicolato dall'interpretazione numerica del nome "Corona"

Il numero 666 è legato all'atomo di carbonio, il Carbonio 12,  è il suo codice atomico, uno dei 5 elementi del DNA, che come composizione molecolare, è uguale al grafene, con sei schemi angolari( un isotopo del carbonio con 6 protoni, 6 neutroni e 6 elettroni) , che in natura, si "evolve", si trasmuta per creare il silicio, o il diamante, nel passaggio successivo, il cui codice atomico è il 999( 3 x 9= 27 >9, come il 9 del 666> 18 >9 , in quanto, è suo gemello speculare divino). 

È questo il passo che ci aspetta. Far scendere, la nostra evoluzione spirituale nella materia. 

Diventare Cristalli di Quarzo. 

Cristalli. 

Portatori e protettori del Cristo, particelle di luce, che come i Fotoni, vibrano di Luce, ad una frequenza altissima, come Frattali divini, attraverso un salto quantico di Frequenza, spiralizzato in proporzioni auree, secondo la spirale di Fibonacci, che indica il percorso esperienziale a spirale, che via via, si restringe sempre di più, ciclicamente, fino a che l'esperire karmicamente, non sarà più necessario, perché abbiamo già una struttura cristallina, altamente geometrizzata in proporzioni auree, in corso, come dei Cristalli reali.

Il 666 non è il numero della "bestia satanica" indicato in un solo passo dell'Apocalisse: indica semplicemente l'uomo che ha in se' come base biodinamica, quel Carbonio 666

(  e' l'isotopo del Carbonio costituito da 6 protoni, 6 elettroni e 6 neutroni), base di tutto il metabolismo, così come è in natura. 

Il passaggio al più evoluto Carbonio 7, rappresenta l’isotopo ancora non scoperto del Carbonio, caratterizzato da 6 elettroni, 6 protoni, e da un solo 1 neutrone. 

E’ l’elemento materiale grazie al quale è possibile tracciare paralleli con il sistema della Kundalini o con il cubo di Metatron, che è la configurazione geometrica della Merkaba.

Esattamente come il ferro ha la capacità di generare intorno a sè un campo magnetico, alla stessa maniera il Carbonio ha l’innegabile capacità di trasportare campi iperdimensionali, quali ad esempio i campi generati dal pensiero, fissandoli intorno a sè. 

Quindi è in grado di amplificare il pensiero ed altri campi iperdimensionali, esattamente come il ferro e il rame, in un trasformatore, sono in grado di amplificare i campi magnetici.

Nell’ambito del sistema della Kundalini, tale configurazione 6-6-1 è riscontrabile nelle controparti maschili e femminili che vanno a costituire i 6 chakra di livello più basso, a cui va ad aggiungersi il settimo chakra, il neutro Sahasvara, , il Chakra della Coona.

Il Carbonio 7 ci indica la via. 

7 come le 7 Chiese dell'Apocalisse , attraverso le quali bruciare il nostro Ego e costruire la nostra Merkaba di luce multidimensionale 

Ciò accadrà quando la Terra entrerà nell’area a più Alta Frequenza, nel raggio di LUCE, proveniente dal centro della Galassia, che tende a sovralimentare il nostro motore Sole/figlio (Sun/son) , trasformando i nostri Elementi Costitutivi Materiali Essenziali fondati sul Carbonio 12 in quelli fondati sul Carbonio 7. 

Di questo si parla anche nel Libro dell’Apocalisse – “e in occasione del 7° Giorno… in un istante, in un batter d’occhio… noi saremo trasformati (1, Corinzi 15:52)

Il Chakra della Corona è costituito da 1008 petali, cioè 7 volte di più rispetto  ai 144 rappresentato da tutti e 6 i CHAKRA al livello immediatamente inferiore. 

7  l'Atomo del Nuovo Carbonio, dato che, appunto, 7×144=1008. 

Inoltre, aggiungendo 144 a 1008, otteniamo 1152, Petali o meglio, Volts di Energia , se vogliamo , quelli che indicano un Essere assolutamente Illuminato.

Rarissimi sono gli uomini in grado di reggere ad una scarica di un così alto potenziale energetico. 

Ci stiamo elevando verso il codice atomico del diamante( 999).

Il grafene ha la struttura bidimensionale base del carbonio 7. 

Struttura esagonale che si aggancia perfettamente a reticolo con tutte le altre. Come la struttura dell'alveare. 

L'Ape e la sua Merkaba tridimensionale, .

Il grafene è la struttura bidimensionale del Diamante di luce tridimensionale  che possiamo realizzare in noi, con l'Attivazione della Merkaba. 

La parola "Corona" ci ha indicato la strada. 

È sempre stata li. 

Sotto i nostri occhi.

Vibrava troppo forte, per non fermarmi ancora una volta, con nuove valenze, tridimensionali stavolta, ad ascoltarla, grazie a quell' orecchio magico e Divino che sta connettendo il mio Femminile uterino con il Chakra della Gola. 

Creo. 

Pensieri tridimensionali che stanno andando oltre le parole e oltre la Materia.

Veicolo umano come l'Idrogeno

Idro-geno.... generata dall'acqua..

Il Femminino mi indica la via, e insieme , dobbiamo percorrerla. 

Siamo in un anno 8, anno del Femminino, e  la corona, nel Femminino, è stata duramente colpita, come se si stesse attuando una disconnessione, molto più marcata, rispetto a quella del Mascolino. 

Corona. 

In inglese crown. In ghematria inglese è 438 > 15> 6

Siamo ancora sul 6, come i numeri di Kate, che è un 666

La sua data di Nascita 

9/1/1982 = 9/1/20 = 30

Il 30 è il valore ghematrico della Lamed, funzione "misura", correlata all'Arcano XII, l'Appeso, il sacrificio 

12= 66

Nehushtan il serpente guaritore, il serpente bronzeo di Mosè, simbolo della Kundalini, quindi del Femminino trasmutatore, in Ghematria inglese, corrisponde a 660( quindi ancora un 12, l'Appeso, il sacrificio) 

E il cognome di Kate, la parola Middlenton, è esattamente, sempre in Ghematria inglese, 660.

Il nome Kate in Ghematria Inglese è un 222, quindi un 6


Un 666, il potenziale Diamante. Troppo pericolosa. 

6 x 3= 18 > 9 (1+8)

Kate è un 9

Archetipo Teth, il Femminino, la Sophia, la Luna( Arcano XVIII) 

O se vogliamo, un 18, come l'Archetipo Tsade, un Frattale divino. 

Quel Seme stellare, che potenzialmente poteva essere veicolo di profondo cambiamento, ma che doveva essere neutralizzato, come l'altro seme stellare, stessi numeri di Diana. 

Come ho scritto prima :

Il Chakra della Cor*na : 1008 petali, quindi 1+8 > 18 > 9

I primi sei chakra hanno in tutto 144 petali 

144> 9

144+ 1008 = 1152= ancora 9

Il 9 è un Essere assolutamente illuminato. 

È l'Eremita che ha una sua propria luce solare interna, cristica. 

Tutti gli avvenimenti di questo ultimo periodo, sono collegati, come avete letto, in particolare, nel mio ultimo post. 

Oggi è la celebrazione del Giovedì Santo, il giorno dell'ultima Cena del Cristo e dei suoi 12 Apostoli, rappresentata in modo eccellente e in chiave simbolica - esoterica, dal dipinto di Leonardo da Vinci. 

Esotericamente, gli Apostoli, sono stati collegati ai segni zodiacali, e alle pietre preziose. 

Si è detto, che chi è alla destra del Cristo, sia Giovanni, identificato con un Diamante, lo Yahlom, un cuore puro, che rappresenta armonia e Bellezza, identificato con il segno della Bilancia. 

Ma, i colori complementari ed opposti a quelli del Cristo, e le sembianze femminee, fanno pensare che si tratti piuttosto della Maddalena. 

Le loro figure, vicine, formano una V, una M

La V della Vav, sesto Archetipo, funzione "gancio", e l'Arcano VI degli Amanti. 

La coppia Sacra, unita nel Sacro Grembo della Madre, la M della Mem, tredicesimo Archetipo ( la Maddalena era considerata il tredicesimo Apostolo), uniti dalla Vita ( la Mem è Femminino, Acqua Primordiale creatrice) e dalla Morte (Arcano XIII) 

Uniti oltre la densità di Giuda, che tenta di trarre a sé la Maddalena, ma è lei che fa da filtro, che non consente che Giuda vada oltre, nonostante l'aria minacciosa. 

Stabilisce dei limiti, perché lei è Forma che delimita e contiene. 

Forma Divinizzata a Sacro Custode di una soglia che la materia non può oltrepassare, oltre il denso, oltre il ferro, il coltello, che delimita il confine, sul tavolo. 

Mi viene in mente che questo gesto, di Giuda, che comunque, deve fare la sua parte, è funzionale. Ne avevo già parlato.

E la sua mano sinistra tesa, proprio sopra la spalla e  il collo della Maddalena, mi fanno pensare al gesto del tagliare il collo. 

Cristo è elemento solare. 

La Maddalena, come controparte animica, è lunare, ma anche solare. 

È archetipo 18, luna, Tsade, Frattale divino, ma anche Archetipo 19, la Phe, funzione legante, il Sole.

È stata cristallizzata in una forma diamantina. 

Regale. 

E quando si vuole far cadere la corona, si taglia la testa. 

Guardacaso, questo Plenilunio che annuncia e decide in quale giorno debba cadere la Pasqua, si è manifestato con un plenilunio in Bilancia. 

Bilancia, che, abbiamo detto, legata a Giovanni/Maddalena( Giovanni > Giano> Giana> Jana > porta. Il Femminino Sacro Custode delle porte solstiziali e tra le due dimensioni) 

Ancora, guardacaso, l'Archetipo del giorno del Plenilunio ed eclissi lunare importantissima, era un 18, la Tsade', il Seme stellare, il Frattale, il Femminino, la Luna. 

Sono impressionata da queste coincidenze. Sono perfette, ad incastro. 

Un plenilunio detto del lombrico, del verme. 

Il lombrico è una strana creatura. Vive sottoterra, non ha occhi, non ha naso, non ha orecchie. Il troppo sole, secca la loro pelle, impedendo loro la traspirazione. Stanno bene negli ambienti umidi, continuamente idratanti.

Nel grembo di Madre Terra. 

Privati di alcuni sensi che per noi sono vitali, eppure riescono a vivere benissimo, perché sono nel loro ambiente, nella loro dimensione.

E poco importa cosa succede al di sopra, sulla superficie del terreno.

Hanno trovato, nel grembo di Madre Terra, un modo per vivere, pur mutilati nei sensi.

Un equilibrio che rimanda all'equilibrio tipico del segno della Bilancia, considerato l'Omega dello zodiaco, per la forma della Bilancia che ricorda quella dell'Omega, contrapposta all'Alfa dello zodiaco, il segno dell'Ariete. 

Due equinozi, di primavera e d'autunno, agli opposti, che bilanciano due stagioni climaticamente forti, come l'inverno e l'estate. 

E in questo equilibrio "bilancino", questa luna piena del Lombrico,  così importante, che segna la data del passaggio della Pasqua, parla proprio di equilibrio. 

La Tsade', è Frattale divino, ma anche  funzione divisione, ma nel senso di tagliare il superfluo. 

Quando tagliamo da tutto ciò che è superfluo, e siamo connessi con la nostra Essenza, diventiamo quel frattale del Divino che si autogenera dal suo stesso grembo, che non ha bisogno di sensi esterni che lo colleghino all'esterno. 

Non ha bisogno di vedere, di percepire odori, o di sentire altre voci. 

Il che, non significa isolamento. 

Significa semplicemente non far dipendere il nostro benessere, il nostro equilibrio, da fattori esterni. 

Un plenilunio all'insegna del Femminino, della partenogenesi ( 1+8 della Tsade'  è il 9, la Teth, la Sophia Suprema) 

Tra l'altro, la Runa legata all'archetipo Tsade', è la Runa Algiz, rappresentata come un fiore aperto a ricevere il Sole. 

Come una Y con tre stanghette, simbolo, che rappresenta anche gli antichi Iniziati, di quella discendenza dalla Regina di Saba, consorte del re Salomone, che era rappresentata con un piede d'oca, proprio con questo simbolo, e che rappresenterà tutta la discendenza del Sacro Femminino Iniziatico. 

Infatti è una Runa che parla di Sacra connessione con il Divino. 

Quella connessione che trapela dall'immagine del Cristo e la Maddalena, nell'ultima cena. 

La nostra Sacra Dimensione di nutrimento, di connessione con il Divino, in qualsiasi situazione ci troviamo. 

I sensi umani non ci servono. 

Ci serve solo la connessione di cuore, e accogliere il Divino, che fa già parte di noi. 

Farci grembo per accogliere, e per essere in grado di partorire noi stessi, come un percorso a ritroso, sulla via di Casa. 

Perché siamo assolutamente Creatori di noi stessi, e la consapevolezza di essere dei Frattali di questo Divino universale, ci deve dare il discernimento per capire cosa ci impedisce la nostra stessa realizzazione, impedendoci di gravitare intorno ad energie che ci fanno stagnare, piuttosto che farci progredire. 

Non è un percorso in solitaria. Su certe frequenze, non si può essere mai soli. 

È un percorso che richiede fiducia, in noi stessi, nei nostri talenti, nel nostro Intelletto, riflesso di quello Divino. 

I sensi, a volte, sembreranno anestetizzati, le connessioni esterne, perse. 

Ma se ci fidiamo, e varchiamo la soglia, si può scoprire una dimensione molto più vasta, che crea legami molto più intensi di quelli vincolati ai cinque sensi. Si parte sempre, dalla nostra Intima Essenza, captandone la Frequenza. 

Il resto, poi, vien da sé. 

E si apre come tante matriosche, a rivelare infinite dimensioni e connessioni. 

Perché è sempre tutto correlato, e qualsiasi aspetto ha un se, tanti messaggi interdimensionali, con più chiavi di lettura, a cui abbiamo accesso, se lo vogliamo. 


Tiziana Fenu 

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Semantica della Corona



💛Su Nenniri

 


Il giovedì Santo è usanza portare in chiesa "su Nenniri", un piccolo vaso composto da germogli di grano, che vengono seminati per il Mercoledì delle Ceneri, e tenuti rigorosamente al buio, adornati di fiori e nastri. 

Verranno poi bruciati e conservati per le fumigazioni. 

I germogli devono restare chiari, di un giallo pallido, per celebrare metaforicamente il germogliare, il sorgere e risorgere del sole, nonostante il buio. 

Una metafora solare, quindi, che si accosta alla metafora cristica, solare. 

Ma anche i fiori che adornano e accompagnano questi germogli solari, hanno una loro simbologia. 

La parola fiore, in sardo, è "frori", molto simile alla radice del nome Afrodite. 

Sappiamo che in Sardegna c'era il culto di Afrodite, dea dell'Amore e della Natura, perché era legato al culto di Adone, dio sirio fenicio della Natura. 

Abbiamo un tempio di Astarte( Afrodite/Iside/Athor) le cui rovine sono visibili sulla sommità della Sella del Diavolo di Cagliari, di cui ho già parlato( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/07/sella-del-diavolo-e-solstizi.html?m=0), strettamente connesso al pozzo di Santa Cristina, in quanto hanno lo stesso orientamento solstiziale( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/astarte-e-il-menat.html?m=0) 

Tempio in cui veniva praticata la ierodulia, la prostituzione Sacra. 

La Dea Tanit nella mitologia "fenicia" era identificata come  Astarte, la dea madre.

Nella religione greca, Tanit era paragonata ad Afrodite, ad Artemide ed a Demetra, dea delle messi e dei raccolti.

Nella lingua egizia il nome di Tanit potrebbe essere letto come "Terra di Neith"

Ma Neith, sappiamo che, come dea tessitrice, è legata alla nostra Tanit riprodotta nel concio di Tresnuraghes ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/la-tanit-di-tresnuraghes-la-nostra.html?m=0), dalla forte valenza simbolica, come ho approfondito ulteriormente in un altro mio scritto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/06/la-tanit-di-tresnuraghes-tessitrice.html?m=0) . 

Dea Tanit, che è profondamente presente, nella nostra Antica Civiltà ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/07/parlare-della-dea-tanit-in-sardegna-e.html?m=

Una dea Astarte associata alla fertilità, all’amore e al piacere. 

Le Adonie, le celebrazioni in onore di Adone, amante di Afrodite, si svolgevano nel 420 aC circa, dopo l'equinozio di Primavera, per celebrare la resurrezione di Adone, ucciso da un cinghiale 

Erano celebrate nel santuario di Afrodite con le Erma, che erano delle composizioni floreali di fiori e frutti e dolci impastati con estratto di fiori farina e miele, che ricordano i nostri Nenneri preparati prima di Pasqua, proprio a metà quaresima, con terra, e semi di orzo, lino, grano, fatti crescere al buio, così cresceranno verdi-gialli e verranno addobbati in maniera sgargiante anche con pietre e oro, simboli di fertilità e buon auspicio, ed esposti il mercoledì della settimana Santa, quando si preparano le Chiese per i rituali del Santo Sepolcro.

Antiche tradizioni che ci accumunano soprattutto alla Sicilia in particolare. 

"Nenniri" viene dall'accadico( la lingua semita con una scrittura cuneiforme parlata nell'Antica Mesopotamia dal 2300 circa a.C. fino al 100 d.C.) "Niru"( preghiera) ripetuto due volte. 

In Sardegna abbiamo proprio un villaggio di Gadoni, molto simile al nome Adone (Gadoni/ G'Adoni /Adone) provincia di Nuoro, Barbagia centrale, e un nuraghe Adoni( risalente al 1350 a.C.) entrambi dominanti la gola selvaggia, simile a quella fenicia del fiume Adoni, che si tinge di rosso, e dove le fanciulle siriane, le vestali di Adone( in Siria c'era l'antica Fenicia) piangevano la crudele morte del loro Dio Adone. 

"Ad -Un" significa "zoppo del cielo", perché Adone morì per emorragia all'arteria femorale per l'attacco di un cinghiale e dal suo sangue germogliarono anemoni rossi, colore dato dalle foglie morte del cisto. 

In questa zona della Sardegna, anticamente, si  estraeva il componente essenziale del bronzo, il rame, che veniva fuso per modellare statuine, utensili, gioielli e armi. 

Funtana Raminosa, tra i più ricchi giacimenti di rame in Europa, è una delle otto aree che compongono il parco geominerario della Sardegna, annoverato tra Geoparks dell’Unesco, un museo a cielo aperto, e protagonista della metallurgia in ambito Mediterraneo. 

Ad Alessandria d'Egitto le effigi di Afrodite  e del suo amato Adone  venivano collocate su due giacigli affiancati, con accanto frutti maturi, e le donne, le vestali,  spruzzando acqua sul nenniri, imitavano la pioggia. 

E il Santo Sepolcro del Giovedì Santo, che viene simbolicamente preparato con questi "nenniri", che in Sicilia vengono chiamati "lavureddi", è quello sul quale risorgera' il Cristo, simbolicamente, come la Primavera che risorge dopo il buio inverno, su una coltre soffice, abbondante e fiorita, che viene bagnata d'acqua ogni due giorni, come vuole la tradizione, con grano, orzo e lino, per lo più. 

“Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane da solo; se invece muore produce molto frutto”(Giovanni 12, 24). 

È il sacrificio del Seme, che si sacrifica per rendere fertile la terra. 

Adone, come un seme, il cui sangue, fertilizza la terra, come il sangue versato dal costato del Cristo. 

Una "resurrezione", legata agli antichi culti pagani di Madre Terra, e ai suoi semi che germogliano con l'arrivo del primo caldo primaverile. 

Una resurrezione, legata al grano, ad una spiga che viene tagliata come unità, ma che da vita ad una molteplicità di vite. 

Come il corpo di Osiride dopo la morte, di cui avevo già fatto cenno, da cui germoglieranno 28 spighe.  

La spiga rappresenta il corpo di luce, l'Oro, l'Horus, l'Essenza trasfigurata in qualcosa di più elevato, di più nobile, purificato. 

È il culto misterico dell'iniziazione ai cicli della vita. 28 come il ciclo lunare. 

É il culto dionisiaco, dei misteri eleusini, di Iside, il culto di Demetra, che si ripete in epoche diverse, con "testimoni" diversi. 

La spiga è collegata alla costellazione della Vergine, la "Spica", poiché il "corpo di luce", può nascere solo in un cuore vergine, non corrotto. 

Lo smembramento della spiga, e quindi di Osiride, sono stati necessari, poiché solo smembrando la spiga, trasformandola in farina, si può poi impastare simbolicamente con l'acqua amniotica del Femminino, di Iside, che darà vita ad Horus. 

È il sacrificio necessario. 

È il "fare sacro" in senso letterale. 

Il "pane di vita" cristiano, l'Eucaristia, affonda le radici in tempi ben più lontani. 

È il processo di osirificazione, di distruzione e rinascita nel corpo di luce, rappresentato da Osiride, dal Cristo, da Adone, in questo caso. 

Alle palmette per la domenica delle palme viene unito di solito un rametto d'ulivo. 

Simbolo sicuramente di pace, ma anche simbolo di quell'olio simbolico con cui viene unto il Cristo, il cui nome significa, appunto, "unto". 

Per fare l'olio, le olive si portano in un frantoio, stessa radice di "frantumare", perché si deve destrutturare la materia, per arrivare all'essenza, all'olio. 

Quello stesso olio, che asperso a filo d'acqua nel pozzo di Santa Cristina, ne rivela poi la ierofania nel dodicesimo anello della tholos, per indicare la "misura", il parametro della maturazione del grano( da qui, credo, sarà l'origine, come ho già scritto, della medicina dell'occhio, "sa meschina de s'ogu", fatta con olio e acqua, o con grano e acqua-  https://maldalchimia.blogspot.com/2022/03/la-pietra-di-villamassargia.html?m=0) 

L'ulivo, e quindi, l'olio, sono abbinati alla Palma, perché la palma rappresenta la colonna vertebrale, l'albero della vita, il Djed, che corrisponde alla Palma, il dattero maschio, l'Ima, considerato un albero Sacro, legato alla controparte Imait, che era l'altro nome della dea Athor. 

Si deve risorgere per ricompattare la colonna vertebrale, simbolicamente. 

I Giganti di Mont'e Prama, finora  rappresentano proprio questi uomini SemiDei, divinizzati, proprio nel luogo delle palme, a Mont'e Prama, dove vi è la sinergia di entrambe le energie, come ho già approfondito. 


Voglio sottolineare come, l'antico simbolo della Tau, anticamente era una croce ad X, quello spazio in cui gli Opposti si complementano. 

E le lettere Dalet e Nun, quelle presenti nel simbolo della tribù dei Dan, e che, insieme, formano la parola "Giudice", come i nostri sacri Giudici di Mont'e Prama ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/il-simbolo-della-tribu-di-dan.html?m=0),  erano le lettere intermedie del nome del Dio Adonai, una manifestazione solare del dio Yahweh

Adonai in ebraico significa “mio Signore" ed era l'appellativo di Dio nell'Antico Testamento

È anche il Dio  del diritto e degli oracoli [Adonai ha il suo oracolo sul Monte Oreb, il monte Sinai, quello sul quale hanno trovato un sigillo come i sigilli di Tzricotu]. Il suo simbolo è il disco solare unito a una stella. 

Un Dio potente, che incarna la vegetazione bruciata dal sole estivo, e nei culti misterici veniva adorato come dio che muore e risuscita», proprio come il Sole, che al crepuscolo “muore”, secondo la simbologia degli antichi Semiti ed Egizi, per poi “resuscitare” al mattino seguente. 

Tutto ciò si collega anche alla simbologia cristiana.

Un dio solare, quindi. 

Ma, proprio qui in Sardegna, abbiamo un grande culto di Adon/Adonai. 

Ma non solo. 

Oltre la simbologia della spiga, del grano usato per "su nenneri", abbiamo anche la simbologia dei culurgiones, simbolo dell'abbondanza, i nostri particolari ravioli con il ripieno di menta e patate, con la chiusura a spighetta. 

Con una disposizione  "a spiga", sono anche le pietre usate per edificare i nostri  nuraghi.( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/05/lavorazione-spiga.html?m=0) 

La spiga, come simbolo di immortalità, di rinascita, di guarigione, di fertilità, abbondanza. 



Abbiamo anche la simbologia  della Dea Afrodite, afflitta, affranta, che regge tra le braccia l'amante morto, Adone, in ambito greco. 

Ma sarà per questo che si dice "affranto", anche questo da una radice comune "affr-"?

Su "frori", il fiore,  che veniva usato come essenza per impastare i dolci per la preparazione delle offerte votive con su nenniri  nell'equinozio di primavera per il rito di Adone, che era lo sposo della dea Afrodite. 

Quindi erano dolcetti afrodisiaci, in onore del grande amore che Afrodite nutriva per Adone. 

Adone nacque da un poderoso colpo di spada da parte di Ciniria, re di  Cipro, nella corteccia di un albero di Mirra, nel quale era stata trasformata la figlia incinta di lui, Smirna, rabbioso perché Smirna aveva consumato un rapporto incestuoso con lui, ma solo perché vittima di un incantesimo della madre, che la voleva più bella di Afrodite. 

Adone era nato proprio dall'amore di Mirra per il proprio padre Cinira, re di Cipro, al quale si era unita attraverso un sotterfugio. 

Scoperto l'inganno, il re Cinira le diede la caccia. Ma gli dei decisero di salvarla trasformandola in un albero, dalla cui corteccia, dalle gocce di mirra, tra l'altro, anche potente afrodisiaco, nacque Adone. 

Il bambino è talmente bello che Afrodite se ne innamora appena lo vede e, forse per nasconderlo fino a quando non sarà cresciuto, lo manda, chiuso in una scatola di legno, a Persefone. La dea dell’oltretomba però resta incantata dal piccolo Adone e decide di tenerlo per sé.

Nasce l’ennesima disputa tra divinità, che solo Zeus può dirimere: il re degli dei decide che il bambino trascorrerà un terzo dell’anno con Afrodite, un terzo con Persefone e il resto con chi più gli aggrada.

Passano gli anni, Adone è ormai un bel giovanotto che, quando se ne sta nel mondo dei vivi, si diverte ad andare a caccia e a giacere con Afrodite. Quell’amore così passionale scatena però la cieca gelosia di Ares, figlio di Zeus ed Era,amante di lunga data della dea, che quasi impazzisce dal dolore quando il giovane Adone muore, ucciso dallo stesso Ares sotto le mentite spoglie di un cinghiale (o forse era qualche altra divinità in collera con la dea).


E guardate come, lo stesso nome Ares, che corrisponde al dio romano della guerra, Marte, sia la radice( "ares-") della parola sarda "aresti", che significa ribelle, indomabile, selvatico, lo stesso spirito dell'Ares guerriero, e del cinghiale, che in questo contesto rappresenta. 


Afrodite corre a soccorrerlo, si graffia e sparge alcune gocce di sangue, intrise della sua passione, che faranno crescere le prime rose rosse. 

Dal sangue di Adone invece nascono i bellissimi anemoni, i fiori del vento, dalla vita breve, fragili e delicati come l'amore. 


Quindi abbiamo, un paese, Gadoni,  e un nuraghe Adoni, entrambi dominanti la gola selvaggia, simile a quella fenicia del fiume Adoni, con nome uguale ad Adobe. 


Un Ares, con le sembianze di un selvatico cinghiale, che ha la stessa radice di "Aresti", "selvatico", in sardo. 

Del cinghiale ho già parlato in altre occasioni. 

(- https://maldalchimia.blogspot.com/2024/02/cinghiale-di-villanova-strisaili.html?m=0

- https://maldalchimia.blogspot.com/2021/01/il-grembo-alchemico-delle-maschere.html?m=0) 


"Cinghiale come animale sacro ai guerrieri in particolare e al Dio dell'abbondanza e della fertilità Dagda,  che aveva un paio di maiali magici, che si rigeneravano ogni volta che venivano uccisi. 

Cinghiale dalle setole d'oro, o "maiale della battaglia, caro anche alla dea celtica Freya, che è associato alla categoria dei Vani, le divinità della fecondità . 

Alla dea erano sacri anche i maiali, e uno di questi era Syr(scrofa) 

Ma sappiamo che" sirboni "in sardo, significa cinghiale, quindi hanno la radice in comune : Syr/ sirboni

Il cinghiale/ maiale, era associato anche alla Dea Demetra, dea della vegetazione, e alla dea della Caccia Artemide, alle quali spesso era affiancata la Dea Afrodite. 

Nel Carnevale Sardo, il cinghiale è rappresentato dai Sos Murronarzos  di Olzai"


È poi  abbiamo un "frori", "fiore" in sardo, la cui parola è compresa nel nome Afrodite, e che rappresenta i fiori nati dalle ferite di Adone e l'essenza di fiori impastati nei dolcetti afrodisiaci. 


"Affroddiai", in sardo, è una parola che significa mescolare, mettere insieme più cose, magari, in origine poteva essere riferito al mescolare l'impasto dei dolcetti afrodisiaci ( fro- ri, si trova anche in questa parola), o al dire cose senza senso, le stupidinerie, magari come quelle che dicevano tra loro le Vestali del Dio Adone quando preparavano su Nenniri e i dolcetti afrodisiaci. 


Quindi è anche lecito pensare che la radice "frori" sia la radice lessicale dalla quale poi si sono snodati i vari significati. 



"Frori/Affrori/Afrodite/afrodisiaco, o anche affroddius", o anche "affranto". 

"Affrori" è un modo di dire sardo, che fa da contrappunto all'armonia e alla bellezza di un fiore. 

Si dice di una persona /cosa/situazione, un po sgangherata, all'opposto di ciò che può essere un fiore. 

Come sempre, dietro le parole sarde, c'è tutto un mondo, un concetto che si esplica con numerose sfumature. 

Quindi, non solo "nenniri", ma molto altro, come sempre. 

Come sempre, intuizioni, sentori, ma radici evidenti che profumano ancora "commenti is frorisi "("come i fiori", in sardo ), a distanza di secoli e secoli.

Foto del Nuraghe Piscu di Suelli, di Sergio Melis, evidente lavorazione a spiga. 

-villaggio Nuragico e Nuraghe Adoni 

"Su Campanili" di Gadoni



Tiziana Fenu

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Su Nenniri ( ampliato)