Informazioni personali

La mia foto
Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

domenica, luglio 30, 2023

💚Stele di Caven 3

Giornata mondiale del Phi greco

Sezione Aurea,  lettera greca Φ (Phi) = 1,618

Spirale di Fibonacci

Successione di Fibonacci

Rapporto aureo nel pentagono

Angolo a 72 °


La Stele di Caven 3 ( perché ne sono state ritrovate anche altre, simili, nella stessa zona) deve il suo nome al luogo in cui fu ritrovata dell'archeologa dott.ssa Maria Reggiani Rajna nel febbraio del 1940, nei pressi di Teglio in Valtellina. 

Con un'altezza di ca 80 cm di altezza, è stata datata al III millennio a.C.

Le incisioni sono molto precise.

Subito, mi viene spontanea la correlazione con l'ingresso del nostro pozzo di Santa Cristina, qui a Paulilatino, in Sardegna, di cui ho scritto più volte. 

Ha la stessa conformazione del pozzo di Santa Cristina, con lo stesso angolo aureo, della Geometria Sacra, a 72°, come nell'ingresso del nostro pozzo( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/06/simbologia-angolo-72-nel-pozzo-scristina.html?m=0), come anche l'ingresso dei nostri nuraghi. 

C'è anche un rimando numerologico tra i 20 moduli all'interno del triangolo, i 10 moduli della semicirconferenza sottostante, i 5 ciascuno delle due doppie spirali( quindi, ancora un 20, e i moduli superiori, della circonferenza, a 5 moduli concentrici

Gli angoli sono quelli di una Tanit, che nella rappresentazione geometrica, è una stella a 5 punte, con angoli a 72 °

Ho scritto che questa conformazione ricalca il Menat egizio ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/il-menat-portale-alchemico-dei-pozzi.html?m=0). 

Ma in origine si deve porre l'accento su una interpretazione archeoastronomica, che codifichi i passaggi solstiziali ed equinoziali, e il relativo rapporto con l'inclinazione dei raggi solari. 

Sappiamo che l'inclinazione a 72° dei raggi solari, si verifica al solstizio d'estate ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/03/pozzo-s-cristina-pantheon.html?m=0) 

Nel Pantheon romano, edificato in base a queste antichissime conoscenze archeoastronomiche, abbiamo delle date importanti, scandite proprio dall'angolazione dei raggi solari che entrano dall'oculus della cupola 

I numeri dell'angolazione dei raggi che entrano nel Phanteon, rispettivamente, agli equinozi(48°), solstizio invernale (24°), al solstizio d'estate( 72°), in sequenza, diventino un 

48/24/72

E ancora, ridotti 

12/6/9

E ancora, un

3/6/9

La sequenza triadica dell'universo che crea. 

Sottolineo come, i nostri nuraghi, come già avevo esposto, così come il pozzo di Santa Cristina, hanno gli angoli dell'ingresso, a 72°,  e sottolineo come, proprio al solstizio d'estate, quando gli angoli del fascio di luce nel Pantheon è a 72 °, nei nostri nuraghi si verifica la trasfigurazione nel "corpo di luce" 

( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/06/trasgirazione-solstizio-estivo.html?m=0).) 

Il raggio di sole che entra nel Pantheon, per il Solstizio estivo, ha un raggio di 9 metri ed un'inclinazione di 72°. 

Ha un'estensione di 9 metri, che richiama il numero 9 degli  angoli 72°/72°/36°,  dell'ingresso del pozzo di Santa Cristina e dei nostri nuraghi. Sommati singolarmente, diventano dei 9

72/72/36

9/9/9

27

Ancora un 9

Il 9 è il numero del grembo, del Sacro Femminino, della Creazione.

L'Archetipo Teth, la Kundalini divinizzante. 

Questa figura nella stele di Caven, è il simbolo di un Femminino. 

Il Sacro Femminino Aureo della Creazione, 

Si ritrovano le stesse misure angolari sacre, nella stella a 5 punte, simbolo del Femminino, in comunione con la dimensione spirituale. 

È lo stesso schema della Dea Tanit, che nasce, appunto, dall'osservazione di  precisi parametri astronomici, come l'angolazione dei raggi solari. 

Il 72 è un parametro sacro che fa riferimento anche al ciclo immortale dell'universo, alla precessione degli equinozi, che avanza di un grado ogni 72 anni, di cui le custodi sono proprio le grandi, immortali Dee Madri ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/le-tre-dee-madri-cosmiche-sarde-della.html?m=0) 

La stele di Caven, simboleggia un Sacro Femminino, con i suoi cicli  universali, con le sue proporzioni auree, con le spirali del divenire. 

Curioso come il numero 11 dei semicerchi concentrici ai piedi della figura, siano la somma di quel 137, che è considerata la proporzione aurea per eccellenza. 

Le linee orizzontali, e parallele, invece, che attraversano il corpo triangolare, sono 19, come il numero che rappresenta il Sole. 

Visto dall'alto, potrebbero essere i gradini del nostro pozzo Sacro di Santa Cristina, qui in Sardegna, a Paulilatino, anche se i nostri sono 24, per una precisa simbologia( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/osservavo-la-piantina-del-pozzo-di.html?m=0) 

24 gradini per scendere

12 gradini superiori e speculari per risalire trasmutati e divinizzati 

24 anelli nella tholos 

24+ 12+ 24 = 60

In ghematria, il numero 60 è il valore della lettera, del Sacro Archetipo Ebraico Samech, il quindicesimo, con funzione "pressione". 

La pressione che esercita per far sì che l'essenza divina si manifesti. 

E si manifesta proprio nell'unione data dalle due polarità, maschile e femminile, Sole e acqua, che nel pozzo Sacro, simbolo di fertilità, di nascita e rinascita, si manifesta in tanti modi, in ierofanie e ombre capovolte di rinascita( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/ombra-capovolta-santa-cristina.html?m=0), come ho scritto tante volte, in svariati miei scritti( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/08/ierofania-21-agosto-pozzo-s-cristina.html?m=0) 

Il 15 è infatti il numero della fertilità, e il numero 6, la sua somma, il numero dell'Unione degli Opposti. 

Le bande oblique ai lati della figura "teomorfa", come hanno definito questa figura stilizzata della stele di Caven, poiché riferita al Sacro, sono in numeto di 4 per parte. 

Il 4 è il numero di Madre Terra.

E il numero 8 è il simbolo dell'infinito, dell'unione cielo e terra, Mascolino e Femminino, ma anche simbolo del Femminino (vedi la stella a 8 punte, simbolo del Femminino - https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/la-simbologia-della-stella-otto-punte.html?m=0) 

E qui ritorniamo ancora al Femminino. 

Perché di Sacro Femminino si tratta, con i suoi cicli, lunari e solari, con il suo eterno divenire, con le sue proporzioni auree. 

Come un'ancestrale Dea Tanit, Madre di tutte le Madri, riflesso della perfezione dell'Universo e della Natura. 

Custode dei solstizi, come simbolo di nascita e di morte, di luce e tenebre, in una ciclicità eterna, archetipale e senza tempo, decodificata in una conformazione labirintica, come una Sacra Matrice  all'interno del suo stesso grembo creativo. 


Tiziana Fenu 

©®Diritti intellettuali riservati 

Maldalchimia.blogspot.com

Nella prima immagine, la stele di Caven 3, immortalata da Nicola Castangia

Stele di Caven 3







🖤Molte bugie

 Molte bugie 

non hanno proprio gambe. 

Non vanno da nessuna parte. 

Sono autoreferenziali. 

Definiscono, più di qualsiasi verità. 


#RebelSoul©®

Maldalchimia.blogspot.com 

Mark Ryden Surrealist Art

Molte bugie



sabato, luglio 29, 2023

💙Plenilunio in Acquario 1 /8 /2023

 La Superluna Piena del primo agosto, in Acquario, si avvicina, e questo mese di agosto, oltre che per il portale dei Leoni 8/8, è importante, perché a fine mese,  il 31 agosto, abbiamo una Blue Moon, la Luna Blu, che identifica, appunto, il secondo plenilunio nello stesso mese. Poiché l'intervallo temporale tra due pleniluni è di 29,53 giorni può accadere che in un mese vi siano due Lune Piene (il primo a inizio mese e il secondo alla fine). Ciò accade in media ogni 2 anni e mezzo, e quando ciò si verifica il secondo plenilunio, che prende il nome di Luna Blu.

Quindi, abbiamo, per agosto :

-01/08/2023, martedì. Plenilunio in Acquario. 

Energia del Sacro Archetipo Ebraico Ayin, il sedicesimo, con funzione "corrispondenza". Guida dell'Arcano Maggiore XVI della Torre. 


-08/08/2023, martedì. Sacro Portale dei Leoni, con Luna calante in Toro. 

Energia del quinto Sacro Archetipo Ebraico He, con funzione "vita". Arcano Maggiore V del Papa. 


-Mercoledì 16/08/2023, luna Nuova in Leone. Energia del Sacro Archetipo Ebraico Tau, il ventiduesimo. 

Arcano Maggiore XXII del Folle. 


-giovedì 31/08/2023 Luna Blu, plenilunio in Pesci, con Archetipo 19, Qoph, con funzione "legame" e Arcano Maggiore XIX del Sole. 


Ma, ancora più sorprendente, è il passaggio della festività di Lughnasadh, chiamata anche Lammas, un' antica celtica, proprio in occasione di questo primo plenilunio di agosto, tra il 31 luglio, con luna crescente in Capricorno, energia dell'Archetipo Tsade', diciottesimo, con funzione "divisione", e Arcano Maggiore della Luna( e siamo in un lunedì in onore della Luna), che abbiamo avuto per il 22 luglio, celebrando il Sacro Femminino della Maria Maddalena, e il primo agosto, martedì, dedicato a Marte, ed energia Ayin di "corrispondenza". 

Trovo questi tasselli, straordinariamente perfetti, incasellati in un disegno che solo la Maestria dell'Universo può archittetare. 

Per questa antichissima festa pagana di Lammas, si celebra il raccolto. 

Una morte e una rinascita, contemporaneamente, in cui la spiga recisa, si sacrifica, si rende Sacra, per consentire il raccolto successivo. 

Si celebrano canti d'amore, di morte e rinascita. 

Si manifestano i Doni dell'Unione Sacra tra Sole e Terra, celebrata a Beltane, in questa occasione, sotto la benedizione del dio solare Lughnasadh, che ha consentito maturazione e abbondanza. 

Il Dio e la Dea del Grano, si sacrificano, si rendono sacri, per la mietitura, per morire e rinascere come farina e pane, come grano messo da parte per la semina successiva.. 

Questa è la punta massima della magnificenza di questa unione, perché il sole, dopo il Solstizio, comincia a declinare, per poi rinascere come il Sole Bambino, nel solstizio estivo. 

L'energia di questi due giorni di celebrazione, ci portano a riflettere secondo le energie dei due Archetipi  e Arcani, che li guidano. 

Tsade' e Ayin. 

Divisione apparente e corrispondenza. 

Luna e Torre. 

Lunedi e Martedì. 

Luna e Marte. 

Ancora Maschile e Femminile che cercano corresponsione, corrispondenza. 

Solo ed unicamente, nella verità. 

Il nome Tsade', significa "giusto", e astrologicamente è legato proprio al segno dell'Acquario che traguarda questo Plenilunio così importante. 

Rappresenta un albero, con le sue radici ben stabili. 

L'albero giusto, la persona retta, integra. 

Capace di discernere. Di trovare in esso, la stessa integrità di cui è il riflesso, consapevole del fatto, che anche i suoi rami, ciò con il quale si "diffonde" all'esterno, siano una sua emanazione. 

L'Archetipo Ayin, del Plenilunio del primo agosto, ci offre il dono della risonanza, della corrispondenza, necessaria per  agire nella dimensione della Torre, dando fuoco a ciò che ostacola la nostra maturazione, senza più illusioni e proiezioni, offerte dall'Arcano della Luna. 

Non è più tempo. 

Non ne abbiamo più bisogno. 

Molti veli sono stati strappati, appesantiti da un'energia roboante di parole, giustificazioni, mistificazioni, seduzioni, falsificazioni. 

Siamo nell'Essenza sublimata. 

Siamo ancora reduci dall'ultimo passaggio importante del 24 luglio, giorno della levata eliaca di Sirio, traguardato proprio da un Archetipo Reish, la "testa", che ci ha spinto verso la sublimazione dei nostri pensieri, dei nostri processi mentali. 

Ci stava spingendo verso questo importante plenilunio in Acquario, segno d'aria. 

Acquario, il portatore d'acqua. 

Un'acqua pura, sublimata, purificata. 

Nella scrittura geroglifica dei Papiri Egizi, il cuore era rappresentato da un ben preciso ideogramma, noto come hati, raffigurato come un’anfora, contenente tutte le esperienze della vita del suo proprietario che viene pesata su una grande bilancia della giustizia divina, che ha come contrappeso la  "Piuma della verità", simbolo di Maat, raffigurata come una piuma di struzzo che sovrasta una tiara.

Una pesatura che manifesta il valore del "proprietario" del cuore. 

La cerimonia, che si immagina svolta nell’aldilà serve per accertarne il "valore" Un valore, quindi, intrinseco, puro, come l'acqua contenuta dall'anfora, depurata dalla pesantezza terrena, rappresentata dal Leone, antipode astrologico dell'Acquario. 

Un sangue depurato da tante scorie. 

L'impeto sanguigno del Leone, purificato. 

Portato ad un livello successivo, per mano del Femminino. 

È lo stesso Femminino, che si purifica. 

Pensate alla stessa parola plasma, che ha la doppia valenza di principale componente del sangue e allo stesso tempo, dell'etere. 

Un Femminino, Sirio, che ci ha donato affilatezza, Intelletto, che ci sta guidando attraverso il corridoio di questi due importanti portali, tra il 7 luglio, e l'8 agosto, portale dei Leoni, attivato proprio dalla levata eliaca di Sirio. 

È un Femminino che trova corrispondenza con la massima espressione del Mascolino, del Sole, rappresentato dal Solleone di Agosto. 

In questa corrispondenza, nasce la dimensione dell'infinito( il cui simbolo è presente proprio nell'Arcano della Forza), come viene rappresentato ancora oggi nell'Arcano Maggiore XI della Forza( pensate che corrispondenza, il numero 11 corrisponde anche al segno dell'Acquario), in cui la giovane fanciulla, domina il leone. 

È un'icona antropologica e ancestrale antichissima. 

Il Sacro Femminino come Ishtar, Astarte, Inanna, e molte altre, rappresentate mentre hanno i due leoni ai lati, simbolo dei solstizi. 

Della vita e della morte, necessaria al ciclo della vita stessa. 

In una corrispondenza infinita, in cui il sacrificio è necessario. 

Quando la mente si affina, quando si sublimano certe emozioni, certe dinamiche, certe reiterazioni, certi schematismi poco chiari e trasparenti, non si trova più corrispondenza in esse, e bisogna affinare, ripulire, potare, dar fuoco al superfluo, a ciò che non fruttifica più. 

A ciò che non può più essere un "raccolto". 

Si prende le distanze, in modo quasi naturale, perché non vi è più corresponsione nel vero, nella verità, ma nella mistificazione. 

La nostra personale acqua, deve sgorgare limpida, senza contaminazioni. 

Deve essere dissetante per noi stessi e anche per gli altri. 

Ci sarà molta chiarezza e trasparenza attraverso questi passaggi importanti di agosto. 

Sta emergendo tutto, e anche molto velocemente, e non ci saranno parole, azioni, giustificazioni, a salvare ciò che non è più salvabile. 

La Torre ha già iniziato a prendere fuoco. 

È un processo alchemico già in atto, iniziato a luglio, e che raggiungerà l'apice ad agosto, tra i due pleniluni. 

Tra l'energia della "corrispondenza" e del "legame" dei due Archetipi, Ayin e Qoph, che li traguardano. 

Tra la Torre, e il Sole, i due Arcani dei due pleniluni. 

19, Archetipo Qoph e Arcano Maggiore del Sole. 

Si arriva ad essere noi stessi, quel Sole che vogliamo, che bramiamo al di fuori di noi. 

Ma "volere", trascende "l'essere". 

Se vogliamo, vuol dire che "non siamo". 

E quando "non siamo", possiamo fingere di "essere" quanto vogliamo. 

Non è più tempo per questi giochini. 

A "chi è", il Sole dentro. 

A "chi ci fa", le bolle di sapone. 

Ad ognuno il suo raccolto, interessi compresi. 


Tiziana Fenu 

©®Diritti intellettuali riservati 

Maldalchimia.blogspot.com 

In sovrapposizione, il Sacro Archetipo Ayin, e il segno dell'Acquario interpretato dall'artista Matteo Arfanotti 

Plenilunio in Acquario 1/8/2023



venerdì, luglio 28, 2023

💛Lughnasadh/ Lammas 2023

 Festa di Lughnasadh, del raccolto, del grano, del nostro Logudoro/Lugh d'oro. 


Tra lunedi, 31 luglio, e martedì 1 agosto, si celebra la festa pagana, di Lughnasadh( il cui nome significa proprio agosto), o Lammas, la festa del raccolto, del grano, festeggiato in tutte le culture, compresa la nostra, per la quale avevo scritto un articolo in proposito, poiché Lugh, il dio solare al quale è dedicata la festa ha la stessa radice del nostro Logudoro, il Lugh d'oro.

Scrivevo, nel post di cui vi lascio il link

( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/01/il-lugh-d-oro-di-orotelli.html)

"Lugh era un Dio Solare, che rappresentava anche lo spirito del grano, che non muore mai, perché il grano tagliato, rinasce come farina o pane, festeggiato ufficialmente per il Lughnasad, la festa dell'estate del primo agosto, che diventata poi la festa di Lammas. 

E il pane, è il simbolo dei 4 elementi della Natura, si impasta con il grano, ridotto a farina(terra), con l'acqua, lievita grazie all'azione dell'aria, quando si alveola, e si cuoce con il fuoco.

Lugh si affaccia, sulla scena delle divinità, evidentemente quando il culto di Madre Terra, femminea e feconda, lascia spazio alle divinità maschili, che si sovrappongono al matriarcato monoteistico. 

Lugh, il "luminoso", dio della fertilità, del  Sole e della Luce, era il re dei Tuatha de Danann, abile in molte tecniche, che gli valsero il nome di Salmidanach, il "multiforme artigiano". 

Lo si rappresento' come un "Mercurio Lugh" , proprio per le sue abili qualità alchemiche e trasformative in ogni forma di artigianato. 

Aveva con sé dei corvi profetici, chiamati Lug, ed era associato al cinghiale, associato ai druidi, i sacerdoti e sacerdotesse dei tempi antichi.

Lug mi fa pensare a Logudoro. 

Luogo d'oro. 

Lug doro. 

Luce d'Oro. 

Ma anche luogo, Logu, del Mercuriale Lugh, che poteva trasformare ogni cosa in Oro. 

La magica Tartesso. 

La mitica terra dei Metalli, sempre più spesso identificata con la Sardegna."

E come sempre, tutto riporta sempre alla nostra terra, alla nostra Sardegna, dove la sacralità del pane è stata immortalata anche nei bronzetti, come vedete nelle immagini.

Il nostro Logudoro/Lugh d'Oro, doveva essere, anticamente, una distesa enorme tutta dorata, tutta coltivata a grano dorato, e non solo in riferimento a questo.

Un Luogo d'Oro, ai tempi dell'età dell'Oro, guidato da Uomini di Sapienza e Sapere. 

E il pane, doveva trattarsi di una" semplice pita", con acqua e farina, come quella nominata nel brano che ho riportato sotto.

Maestria nel pane, che è diventato sempre più elaborato, come in nessuna parte nel mondo, per il quale si eccelle, in vere e proprie opere d'arte, che fanno parte, ancora parte, del nostro quotidiano, in una grande varietà. 

Maestria della spiga. 

Quando cognomi sardi, abbiamo, in "Spiga"? 

Senza contare la conformazione stessa delle strutture murarie dei nuraghi. 

L'ho scritto tante volte. 

( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/05/lavorazione-spiga.html?m=0) 

Hanno una conformazione a spiga, come se fosse l'elemento simbolico più rappresentativo, di una civiltà che come filo conduttore antropologico e simbolico, che rimanda, non solo alla dimensione della fertilità, ma anche della rinascita. 

Una "resurrezione", legata agli antichi culti di Madre Terra, e ai suoi semi che germogliano con l'arrivo del primo caldo primaverile. 

Una resurrezione, legata al grano, ad una spiga che viene tagliata come unità, ma che da vita ad una molteplicità di vite. 

Come il corpo di Osiride dopo la morte, di cui avevo già fatto cenno, da cui germoglieranno 28 spighe. 

La spiga rappresenta il corpo di luce, l'Oro, l'Horus, l'Essenza trasfigurata in qualcosa di più elevato, di più nobile, purificato. 

È il culto misterico dell'iniziazione ai cicli della vita. 28 come il ciclo lunare. É il culto dionisiaco, dei misteri eleusini, di Iside, il culto di Demetra, che si ripete in epoche diverse, con "testimoni" diversi. 

La spiga è collegata alla costellazione della Vergine, la "Spica", poiché il "corpo di luce", può nascere solo in un cuore vergine, non corrotto. 

Lo smembramento della spiga, e quindi di Osiride, sono stati necessari, poiché solo smembrando la spiga, trasformandola in farina, si può poi impastare simbolicamente con l'acqua amniotica del Femminino, di Iside, che darà vita ad Horus. 

È il sacrificio necessario. 

È il "fare sacro" in senso letterale. 

Il "pane di vita" cristiano, l'Eucaristia, affonda le radici in tempi ben più lontani. 

È il processo di osirificazione, di distruzione e rinascita nel corpo di luce, rappresentato da Osiride, dal Cristo, da Adone, in questo caso. 

Alle palmette per la domenica delle palme viene unito di solito un rametto d'ulivo. Simbolo sicuramente di pace, ma anche simbolo di quell'olio simbolico con cui viene unto il Cristo, il cui nome significa, appunto, "unto". 

Per fare l'olio, le olive si portano in un frantoio, stessa radice di "frantumare", perché si deve destrutturare la materia, per arrivare all'essenza, all'olio. 

Quello stesso olio, che asperso a filo d'acqua nel pozzo di Santa Cristina, ne rivela poi la ierofania nel dodicesimo anello della tholos, per indicare la "misura", il parametro della maturazione del grano( da qui, credo, sarà l'origine, come ho già scritto, della medicina dell'occhio, "sa meschina de s'ogu", fatta con olio e acqua, o con grano e acqua-  https://maldalchimia.blogspot.com/2022/03/la-pietra-di-villamassargia.html?m=0) "

La spiga, come simbolo di immortalità, di rinascita, di guarigione, così come lo è nella struttura architettonica "a spiga" dei nostri nuraghi. 


Tiziana Fenu

©®Diritti intellettuali riservati 

Maldalchimia.blogspot.com 


Di seguito, riporto un brano tratto da" Il grano e la Dea", di Maria Ivana Tanga, pertinente proprio a questa  festività del raccolto, del grano. 


"Una civiltà, quella del grano, che segnerà il paesaggio mediterraneo in maniera indelebile, modificandone la storia e la geografia.

In sostanza, il grano indurrà l’uomo primitivo ad organizzare le prime forme di società civile. La spiga di grano diverrà, ben presto, il simbolo dell’ ordine civile ed alimentare dischiuso con l’ agricoltura. L’immagine di una donna che macina il grano all’ ombra delle pareti domestiche diverrà il simbolo stesso del progresso, di una vita affrancata dalla fame, nell’ambito rassicurante dell’ οικός, del nucleo familiare.

L’ uso estensivo dei cereali macinati a fini alimentari segnerà una tappa fondamentale nella storia del ‘mare nostro’, agendo da marcatore culturale e principio di identificazione delle genti mediterranee. ‘Civiltà del grano macinato’ definirà Esiodo la civiltà sorta sulle sponde del Mediterraneo.

L’ottanta per cento del vitto dei popoli mediterranei, sarà costituito, essenzialmente, da farine e granaglie. Dalle zuppe di grano elleniche alle puls’ romane, dalle ‘migas’ spagnole alla ‘fregola’ sarda: l’alimentazione mediterranea sembra dipanarsi lungo i mille rivoli tracciati, nel corso dei secoli, dalla ‘civiltà del grano’.

Sotto il segno del grano, abbiamo cercato di disegnare una sorta di ‘geografia alimentare’ del bacino mediterraneo che, pur nel rispetto delle diversità locali, si pone come obiettivo ultimo la riaffermazione di una comune radice cultural-gastronomica. Tantissime sono le preparazioni a base di grano che, dal Bosforo a Gibilterra, differiscono tra loro solo nel nome o per qualche ingrediente secondario. Pensiamo, ad esempio, al cous cous.

Dal Marocco alla Sardegna, dalla Tunisia alla Sicilia: mille modi diversi di interpretare un unico alimento, in cui i sapori e i profumi del Mediterraneo sembrano esaltarsi a vicenda. Un cibo che, travalicando i confini delle singole appartenenze, può essere preso a vessillo di quella ‘multiculturalità’ alimentare che si è venuta a realizzare sulle sponde del ‘mare nostro’, frutto di contatti e di mescolanze tra genti e culture diverse.

Del resto, ‘il cibo, più della parola, si presta a mediare tra culture diverse1’ ci ricorda Massimo Montanari. Unica al mondo, la cucina mediterranea, risultante dall’incontro di tradizioni gastronomiche diverse, presenta caratteri di fondo unitari. Un altro cibo che unisce i popoli mediterranei sotto le insegne della ‘civiltà del grano’ è, sicuramente, la ‘pita". 


Semplice, arcaica focaccia di acqua e farina, ci è sembrata celebrare al meglio, nelle sue mille declinazioni (berbera, araba, turca, musulmana, balcanica, napoletana), quell’ ‘unità plurale’ mediterranea di cui parlano studiosi del calibro di Henri Pirenne, Fernand Braudel o Franco Cassano2. ‘Unitè plurielle’, ‘unità plurale’ risultata dal contatto tra culture e tradizioni diverse, talvolta diversissime, unite da una comune radice, quella fulgida ‘civiltà mediterranea’ matrice di un modello di società aperta al dialogo, naturalmente predisposta all’ incontro tra popoli.

Dal grano al pane: tremila anni prima di Cristo, la ‘civiltà mediterranea’ metterà a segno la sua conquista più importante. Il Mediterraneo e il suo pane: una storia avvincente che celebra, definitivamente, la vittoria dell’ uomo sulla natura selvaggia.

E’ il ‘pane della civiltà’ contro la barbarie, contro il kaos primigènio, contro l’ indistinto primordiale. Il pane, quale ‘cifra’ di civiltà, assurgerà a sacra ‘icona’ di una mentalità, di una cultura radicata nella terra. Quella feconda, solare ‘cultura mediterranea’ che riterrà sacri il pane, il vino e l’olio. I primi pani saranno impastati proprio sulle sponde del Mediterraneo.

Più di ogni altro alimento, può essere ritenuto il cibo-simbolo dell’ identità mediterranea, elemento di coesione delle popolazioni affacciate sulle ‘sacre sponde’. Nel pane si vengono a stratificare saperi e sapori, valori, usanze, credenze che affondano le radici nel cuore profondo della ‘cultura mediterranea’. Pensiamo a quel ‘pane-sole’ degli egiziani antichi o a quel pane forgiato a forma di falce lunare che il popolo greco offriva alle dèe della Natura, meravigliosi ‘refrain’ di una cultura ancestrale, una cultura impastata nella terra, baciata dal sole, bagnata dal mare, dal caldo mare mediterraneo.

Veri e propri trofei di acqua e farina, cesellati dal mito, plasmati dal fluire del tempo, dai marosi della storia, impastati di sogni e di bisogni, di fatica e di sudore. I pani del Mediterraneo: compendio del concetto stesso di mediterraneità. Essenza mediterranea allo stato puro. Proprio come quel profumo di pane che si sprigiona, caldo, avvolgente, quasi sensuale, dai forni del Mediterraneo, puntuale, ogni mattina. Un ricordo indelebile, frammento, ‘refrain’ dell’ antica memoria mediterranea. Tra odori e sapori. Tra visioni antiche e suggestioni nuove. Tra mito e rito, il pane mediterraneo, da millenni, racconta la storia di un mondo chiuso nel caldo abbraccio di una civiltà feconda, fecondissima.

Una civiltà che chiama ‘madre’ la terra. 


Tiziana Fenu

©®Diritti intellettuali riservati 

Maldalchimia.blogspot.com

Lughnasadh/Lammas 2023



💙La Forma

 La Forma, per chi è in connessione con la propria Essenza, non può mai essere una Manifestazione a sé stante

Non si può manifestare ciò che non si è. 

Può durare per un po. Ma Inevitabilmente si creano delle falle che poi diventano crepe, e che vanno a spaccare ciò che ci si è costruiti addosso. 

Come un esoscheletro di mantenimento, senza il quale l'Essenza, essendo priva di vigore, spessore, nerbo e consistenza, vacilla, spalmata sull'ovvietà di quella bidimensionalità che non consente spessore. 

Si può essere un bel "piano Cartesiano", con ascisse e ordinate, a formare picchi dinamici di manifestazione. 

Ma restano pur sempre bidimensionali

Un involucro di Forma. 

La vera tridimensionalità è data dall'Essenza. 

E solo una Vera Essenza può manifestare una Forma, un piano Cartesiano che non vacilli alla prima variabile che si presenta sul piano delle ascisse o delle ordinate

A volte la Forma, è solo uno. specchietto per allodole

Una bella confezione di un Bacio Perugina inesistente. 

Il Bacio Perugina sarebbe una delizia anche senza involucro. 

Anche senza quelle stupide frasi sull'amore appiccicate come un francobollo, sulla fronte di chi si ama, o si crede di amare. 

Il senso del Bacio Perugina è la nocciola interna. 

Quella sulla quale si modella poi il cioccolato. Il nerbo portante. 

Ciò che resta. 

Dopo che ci si ciuccia tutto il cioccolato. 

L' intelligenza, o meglio, l'Intelletto, consiste nel dare alla Forma una struttura che regga quanto la stessa Essenza. 

Devono essere intercambiabili. 

E non parlo di parametri estetici di Bellezza, solidità, autorevolezza o quant'altro. 

Parlo di Verità.

Quando siamo in verità tra il nostro esterno e il nostro interno, tra Essenza e Forma, tra Intento e Manifestazione , si diventa inscalfibili. 

Una continuità che non contempla crepe, interferenze, deviazioni. 

Distorsioni. 

Non si può parlare di ciò che non si è. 

Non si può manifestare ciò che non si è. 

L'energia della Verità è meravigliosamente tremenda. 

Emerge sempre, per quanto si accampino mistificazioni sulla propria sostanza, manipolazioni, fascinazioni, proiezioni. 

Non si può riconoscere come verità ciò che è distonico, disfunzionale, già alla radice. 

Puntare il dito non serve. 

Non puoi parlare di Bellezza, se non ne sei portavoce. Non serve essere la Venere del Botticelli per parlarne. Basta essere in quella dimensione di Armonia e di Grazia, della quale la Bellezza estetica è solo un valore aggiunto. 

Ho visto volti bellissimi tra Anime che passano inosservate. 

Semplici. 

Umili. 

Incapaci, per natura, di astuzie, di seduzioni, di proiezioni. 

Con la coda dei capelli tirata alta. 

Come nel più semplice tra i gesti quando si vuole apparire in ordine. 

Non hanno bisogno di sedurre, di condurre a sé. 

Si conducono da sole. 

Senza proiezioni, perché sono già integre, espanse, spazialmente straordinarie e complete. 

Semplici. 

Come il cerchio argenteo della luna. 

Compiute. 

Ho visto Anime bellissime aprire il ventaglio del loro vocabolario d'amore e di bellezza, e sventagliare parole soffici e discrete attraverso dense cortine di grettezza, rivalità, ignoranza e volgarità. 

Ho visto persone ritirarsi dal mondo, e cercare, come cercatori solitari, Bellezza e Intelligenza, dove l'uomo non è riuscito ancora a deturparle. 

Lo fanno ogni giorno. 

In solitaria. 

Se ne nutrono, e lo restituiscono al mondo, silenziosamente, dietro le quinte, come se fosse un ringraziamento, un tributo, per essere partecipi alla meraviglia del Creato. 

Per essere sopravvissuti alle brutture. 

Per non aver ceduto alle speculazioni, alle mistificazioni, alla convenienza, all'invidia, alle proiezioni, alle autocelebrazioni. 

A tutto ciò che non è verità. 

Eppure emergono. 

Come bucaneve su una coltre di neve di cemento. 

Per cercare ogni notte, prima di dormire, qualcosa di bello da leggere, da vedere, da ascoltare in musica. 

Qualcosa di bello da poter raccontare agli altri, attraverso i loro occhi.

Perché, verità, è anche Generosità. 

Ci sono Anime che non hanno più bisogno degli occhi. 

Osservano con il cuore e sentono con l'Anima. 

Non ascoltano più parole. 

Certe parole, non sono mai veritiere. 

E quando le hai vicine, ti viene l'acquolina bocca, come se fossero un Bacio Perugina. 

Senza argentea carta stagnola, senza frase di circostanza, senza giustificazioni. 

La frase sono loro stessi. 

Ti invogliano a leggerle, a coglierne il senso. 

Sono Anime Ispiratrici. 

Ciò che toccano diventa poesia. 

E la poesia è saper riconoscere la Bellezza nella materia, nel denso, e sublimarla in attimi che valgono Oro. 

Ci sono anime Originali. 

Nate dall'Oro. 

Non si trovano ovunque. 

Restano tra le mani di chi sa setacciare tra i detriti. 

Di chi sa ancora distinguere il vetro dal diamante. 

Di chi riconosce chi si spaccia per diamante. 

Restano tra chi ha lo stesso bagliore di verità e trasparenza negli occhi. 


Tiziana Fenu

©®Diritti intellettuali riservati

Maldalchimia.blogspot.com

La Forma



🖤La verità non necessita

 La verità non necessita 

di assoluzioni e giustificazioni. 

Quando già cerchi consenso e approvazione 

sei molto lontano dalla credibilità. 

A volte, siamo già 

dove gli altri stanno ancora arrivando. 


#RebelSoul©®

Maldalchimia.blogspot.com 

Aykut Aydogtu Surrealist Art

La verità non necessita




lunedì, luglio 24, 2023

💚La Dea Scorpione

 La luna crescente in  Scorpione di domani,  che traguarda una giornata energeticamente importante come quella del "non tempo", nel calendario Maya, di cui ho approfondito nel mio scritto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/07/2472023-levata-eliaca-sirio.html?m=0), rimanda ad una figura simbolica sempre stata presente, in ogni civiltà e cultura, specialmente in ambito Mesopotamico ed egizio, molto potente, energeticamente, perché della costellazione dello scorpione fa parte la stella rossa Antares.

In Mesopotamia era conosciuta come Ishhara (o Ishkhara o Ishara). 

Era la dea dell’amore e madre dei sette Sebettu, paragonabile, come importanza, alla Dea Inanna, dea della fertilità, talmente importante che esisteva un verbo "isharis,", che la riguardava, e significava  “essere colpito dalla malattia di Ishkhara. 

Si parla, nei miti Babilonesi, anche di uomini scorpione, gli Aqrabuamelu, dei "giudici", Custodi e protettori di Shamash, il dio solare della verità, della giustizia e della guarigione, guardiani delle porte del dio solare, che usciva durante il giorno,  nella terra di Kurnugi, la terra dell'oscurita, rappresentati già nel 55 aC, come un precursori del dio Mitra, che sacrifico' il Toro, per garantire la vita sulla terra, del quale avevo già parlato in un mio post, a novembre(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/11/mitra-che-uccide-il-toro.html?m=0) 

Rappresentazione simbolica dell'offrire alla terra 7 gocce di Sangue, come le 7 Pleiadi, localizzate tra nuca e collo del Toro. 

Un sacrificio necessario perché le Pleiadi si trovano lungo la via "spermatica" della Via Lattea, la via della nascita e della rinascita.

La Figura di Mithra di può simbolicamente associata ai 7 gradi di iniziazione, ai 7 chakra che portano alla creazione dell'opera alchemica, l'uccisione del Toro.

Lo scorpione va ad aggredire il toro nei suoi testicoli, che rappresentano il potere di affermazione, la fertilità, il terzo chakra, il plesso solare, il Fuoco interiore. 

Pungere i testicoli del Toro, significa andare ad inficiare la struttura genetica, il liquido seminale, il DNA, per un cambiamento. 

Astrologicamente lo Scorpione è legato all'Arcano Maggiore della Luna, e questa giornata di oggi, 24 luglio, in ambito egizio, era legato alla levata eliaca di Sirio. 

Sirio, che viene identificata con Iside. 

Iside, che  viene identificata come Dea Scorpione, rappresentante di Antares, la stella più luminosa della Costellazione dello Scorpione, durante le  cerimonie religiose che si tenevano all’interno delle piramidi.

I cani, nella rappresentazione di Mitra che uccide il toro, rappresentano la costellazione di Sirio( Cane maggiore e Cane Minore) che combatte la costellazione del Toro. 

Mitra viene identificato con Orione, il cacciatore, proprio durante un'eclissi lunare, come quella che si svolgerà lunedì. 

Il serpente presente significa liberazione, verso la sapienza. Uscire dalla caverna alla luce del sole, rappresentato dal dio Mitra, sacralizzarsi, nel senso di fare sacro, di "sacrum facere"

Un sacrificio necessario, quello del Toro, per acquisire luce e conoscenza, perché il toro è tutto radicato nella materialità, e bisogna agire anche nell'organo genitale maschile, dove si concentrano virilità e istinto primordiale. 

Uno scorpione che è legato astronomicaente, al Solstizio d'inverno, quindi alla discesa autunnale del sole agli inferi, e che quindi viene associato a Iside /Sirio/ Scorpione, in quanto, la levata eliaca di Sirio, preannunciava il termine della stagione estiva, e le prossime piogge autunnali che avrebbero nutrito i campi. Una discesa necessaria per poter poi risalire e far nascere il Sole Bambino invernale che emerge dall'oscurita per portare la luce. 

Una simbologia equinoziale - solstiziale, che ingloba in sé la simbologia della dea morte in senso iniziatico, nel senso che la morte consentiva l'accesso e il ritorno, ad una dimensione spirituale alla quale già si apparteneva prima della nascita.

Scorpione come simbolo di quel Sacro Femminino che domina anche gli abissi e l'oscurità.

Iside che riesce ad evadere dalla prigionia di Seth, dopo la morte di Osiride, accompagnata da 7 scorpioni, la risalita dei 7 chakra, per 

darle aiuto.

Iside a volte era chiamata lo "scorpione di Behdet" soprattutto insieme ad Horus di Edfu.

Selkit (o Selqet o Serket) era un'altra dea scorpione vicina a Iside.

In una sua rappresentazione, la si vede come una donna sfinge con corpo di scorpione, coda arcuata al di sopra del corpo e testa coronata con le corna e con il disco lunare di Iside.

La dea Iside-Selkit è un aspetto estremamente protettivo della dea, tuttavia sotto queste sembianze ha una natura piuttosto irascibile

Era conosciuta nei Testi della I Dinastia delle Piramidi come "colei che apre la gola", cioè  colei che dà respiro a coloro che avevano difficoltà a respirare in seguito al morso di uno scorpone.

Essa prima di tutto esercitava la sua protezione a difesa di Ra, e quindi del Sovrano.

Seth e Horus (Horus venne punto da uno scorpione per mano di Seth) sono due facce della stessa medaglia. Horus solare e Seth tenebroso, lunare. 

Ma anche, e soprattutto androgino. 

Era infatti bisessuale e il suo simbolo di offerta erano i testicoli, mentre Horus era l'occhio, la saggezza. 

Un aspetto del Femminile aggressivo, distruttivo, la dea Kali con 4 braccia, come la rappresentazione dello scorpione. Dea Kali, che era chiamata proprio Dea Scorpione 

Al Femminino spetta il compito di distruzione e di rinascita. 

Lo Scorpione è un segno d'acqua, alchemico

Nella mitologia, Orione, che sta vicinissimo al Toro,  morì a causa della puntura di uno scorpione che Artemide fece uscire dal terreno per aver attentato all'onore delle Pleiadi. 

Ma grazie a questa puntura può attivare la metamorfosi verso un essere spirituale più elevato, come già avevo sottolineato in un mio post, parlando dell'ascensore di Osiride nel mosaico di Pompei(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/05/ascensione-osiride-mosaico-pompei.html?m=0) 

Nell'immagine, la dea Selket, che veniva raffigurata nei sarcofagi con le sembianze di uno scorpione dalla testa di donna che reca sul capo il disco solare, oppure, anche come una donna con in testa uno scorpione. 

Toro e Scorpione, come abbiamo visto, sono legati, poiché si trovano diametralmente agli antipodi, come se fossero complementari. 

È questa complementarietà la si vede anche dal disco solare che porta tra le corna taurine/uterine. Quel simbolo di fertilità di cui lo scorpione, insieme al Toro, è il massimo esponente, nello zodiaco, perché il Toro rappresenta la fertilità, e lo Scorpione gli istinti sessuali, che possono essere anche distruttivi, come il suo stesso veleno. 

Veleno e cura al contempo. 

Il Femminino omeopatico, veleno e cura, completezza, integrità, con un enorme potere alchemico, di cui non potevo fare a meno di parlare anche in questo mio contesto, di arte e simbolismi, prorio in prossimità della Luna Crescente in Scorpione di domani, che siamo ancora una volta, in un giorno 7/7/7( 25/7/2023), esattamente come nel portale di Sirio 777, di cui ho già avuto modo di approfondire in modo esaudiente. 


Tiziana Fenu 

©®Diritti intellettuali riservati 

Maldalchimia.blogspot.com

La Dea Scorpione



💙24/7/2023 levata eliaca Sirio

 Nelle antiche civiltà, in particolare un quella egizia, dal 24 luglio al 26 agosto, si delineava quel periodo, definito di "canicola", in cui la stella Sirio, appartenente alla costellazione del Cane Maggiore, traguardava l'inizio del caldo soffocante, sorgendo e tramontando in concomitanza con il sole.

In tempi più moderni, in epoca medioevale, queste due date corrispondono alla festività di San Cristoforo, che si festeggiava il 25 luglio, e San Bartolomeo.

Sirio, quindi, come un cane/lupo celeste, astro che, nelle sue levate eliache, ha suscitato molto interesse nelle speculazioni mitologiche e nelle letterature delle antiche civiltà essendo l'astro più luminoso visibile dalla terra, ed essendo considerata la sentinella celeste, protettore della fecondità autunnale. 

Un aspetto, molto positivo, che si alterna anche a quello negativo, maturato specialmente in ambito classico e occidentale, in cui Sirio è vista come portatrice di sventure, di morte, di afa, di disastri climatici, legata al fenomeno delle stelle cadenti, viste in modo negativo, perché portavano disordine un un mondo perfettamente ordinato. siccità di squilibrio nei rapporti, con una eccessiva esuberanza del femminino( non poteva che essere penalizzato il Femminino, dall'ingresso del patriarcato in poi) a fronte di un Mascolino debilitato dalla calura. 

Un aspetto negativo, che esige a anche dei sacrifici apotropaici. 

Sirio viene identificata con Iside, dea Madre della Maternità e Fertilità, che anticipa le piene del Nilo, e quindi l'abbondanza nei raccolti, nei terreni esondati.

È il Sole dietro il Sole, essendo anche 20 volte più luminosa dello stesso Sole. La Matrice universale di tutta la creazione. 

Venerata anche con il nome di Sothis, e legata anche alla figura del Dio Anubi, dalla testa di cane/sciacallo. 

In ambito orientale, le stelle fisse( che hanno un moto da est verso ovest, a differenza del moto planetario diretto, da ovest, verso est) come Sirio, erano definite le custodi dell'acqua, come se fossero gocce astrali, coloro che sono "generatrici dell'acqua", quindi capaci di contrastare la calura estiva, capaci di riportare ordine cosmico con la loro ciclicità, e quindi, capaci di contrastare la calura estiva.

Una "Stella freccia", come la chiamavano i Sumeri, Sacro messaggero del dio Ninurta, dio associato all'irrigazione dei terreni coltivati. 

Sirio era spesso raffigurata come Iside in piedi su una barca celeste, con stella a cinque punte sopra la sua testa, di fronte a Osiride, in piedi sulla destra (che, a sua volta, era associato alle stelle della cintura di Orione).

Infatti, il geroglifico egizio che rappresenta il nome Sirio, è composto da tre elementi: un obelisco 'fallico' (che rappresenta Osiride), una cupola 'ricevente' (che rappresenta Iside) ed una stella (che rappresenta Horus).

Inoltre, anche la dea Hathor era associata a Sirio, come dea del Cielo (la cupola del geroglifico), raffigurata come una mucca, tra le cui corna c'era Sirio. 

Secondo le osservazioni dell'ascesa eliaca di Sirio dopo la sua assenza di 70 giorni dal cielo, i sacerdoti egizi predissero accuratamente l'inizio dell'inondazione del Nilo. L'anno solare nell'antico Egitto, quindi era il periodo tra due insurrezioni eliache di Sirio.

La giornata di oggi, che era considerata la giornata della levata eliaca di Sirio, e quindi legata ad Iside, al Sacro Femminino, si sviluppa, oggi, sotto un Sacro Archetipo Reish, con funzione "perfezionante" il ventesimo, legato all'Arcano Maggiore XX, il Giudizio. 

Siamo di Lunedì, un giorno dedicato alla Luna, al Sacro Femminino, con luna Crescente in Bilancia, che da domani, nel primo pomeriggio, passa in Scorpione 

L'energia della Bilancia spinge verso quest'opera di sublimazione della quale è portatore questo Archetipo. 

Tanti passaggi, ultimamente, di scarnificazione, di ritorno alla purezza, all'integrita'. 

Tanto Fuoco e Acqua, a ridurre e a benedire, lo abbiamo visto anche con gli ultimi passaggi del portale 777 e del novilunio in Cancro. 

L'energia di oggi, attraverso l'Archetipo Reish, tende verso la sublimazione di questa profonda trasformazione.

Sublimare significa rendere fisso il volatile, far arrivare alla piena consapevolezza del Chakra della Corona, alla testa della Reish, che significa "testa", tutto ciò che stiamo metabolizzando in questo percorso ancora in divenire. 

Si perfeziona il nostro Fuoco Interiore, affinché resti sempre attivo. 

Affinché sia capace, pur essendo astro della notte, come Sirio, di allinearsi al Sole, di sorgere insieme ad esso. 

Si cerca un bilanciamento, in questo. 

E la Luna Crescente in Bilancia ci offre la giusta energia per affrontare quest'asse Sole/Fuoco - Sirio/portatrice dell'acqua. 

Perché è giusto così. 

La presenza dell'energia della Bilancia spinge a trovare corresponsione e corrispondenza dove c'è equilibrio tra gli Opposti. 

L'apice di questa calura, ci fa riflettere su come sia importante dispensare la giusta energia dove può essere prolifica, dove può esserci corresponsione. 

Ci insegna a trascendere il disordine mentale, il troppo rumore dei pensieri. 

Ci insegna l'arte di assottigliare, di snellire, di arrivare ad un pensiero pulito, affilato, bilanciato, giusto, che sa emettere un Giudizio perché non è più di parte. 

Ha trasceso, ha sublimato, le parti. 

Perché ora è parte attiva di quel tutto, che tutto comprende, proprio a livello di Intelletto, di Intelligenza superiore, sdoganata dalle speculazioni della piccola intelligenza umana, vincolata da troppe cose. 

La giornata di oggi, energeticamente, prepara a quella di domani, 25 luglio, 

Il giorno 25 Luglio di ogni anno, si definisce "fuori dal tempo"  secondo il Sincronario  Maya, perché esistono 13 mesi composti di 28 giorni ciascuno, in accordo ai cicli lunari e femminili.

Moltiplicando 13 mesi per 28 giorni si ottiene un totale di 364 giorni.

Quindi il 25 luglio corrisponde al 365° giorno, detto "fuori dal tempo". 

Un tempo, che secondo il Sincronario Maya, è ciclico, ma non ripetitivo, e ci insegna, ad ogni giro, ad acquisire sempre maggiore consapevolezza, a livelli sempre più elevati, verso Ottave Superiori. 

È un "non tempo" nel quale recuperiamo il nostro Tempo Interiore, a prescindere da quello lineare, cronologico, nel quale manifestiamo la nostra dimensione che spazia nella tridimensionalità, che si espande, nel ventre materno del segno dello Scorpione, segno d'acqua, che governa la Luna Crescente di domani. 

Un giorno molto particolare, poiché, essendo 25/7/2023, diventa un 7/7/7, ricalcando l'energia del portale Sirio, appena traguardato, con l'Archetipo Shin, fuoco, con luna calante in Pesci, segno d'acqua, e Arcano Maggiore XXI. 

Sirio, chiamata anche Stella "fiammeggiante", che trova esatta corresponsione con l'Archetipo Shin di domani, che simboleggia il Fuoco divino, la sua onnipresenza, la sua onniscienza (il Creatore vede e sa tutto). Un luogo sacro, fonte del potere divino e di chi manifesta questa divinità. 

Come ho detto, l'Universo sta lavorando a specchio, per incanalarci nel suo flusso energetico, per sublimarci, e questo è meraviglioso. 

Anche per il portale 777, come ho esaudientemente approfondito, parlando anche di Sirio e della sua simbologia esoterica, abbiamo avuto una sinergia Fuoco /Acqua, sotto il segno del Cancro, segno d'acqua. 

Adesso siamo sotto il segno di Fuoco del Leone, che sta preparando il terreno per l'importante plenilunio del primo agosto e del portale del Leoni, l'8 agosto, di cui parlerò in seguito. 

Mi preme sottolineare come lo Scorpione della luna crescente di domani, il giorno del "non tempo", fosse anch'esso una manifestazione della Dea Iside, esattamente rappresentata in particolari circostanze, come la stella più luminosa della costellazione dello Scorpione, Antares, simbolo della dea Iside nelle cerimonie religiose che si tenevano all’interno delle piramidi.

Quindi, tra oggi e domani, abbiamo due giorni che cercano un equilibrio tra gli Opposti, tramite il Femminino, del quale, ancora sentiamo l'energia manifestata per il 22 luglio, per la Maria Maddalena. 

Siamo ancora in quella dimensione misterica e Sacra, che domani, nel giorno del "non tempo", raggiunge notevoli profondità, grazie all'energia della Luna Crescente in Scorpione. 

Siamo nel grembo di quel profondo mistero che ci scaraventa lontano dal contingente, dalle coordinate terrene.

Verso la nostra intima Essenza e Verità. 


Tiziana Fenu 

©®Diritti intellettuali riservati 

Maldalchimia.blogspot.com

24/7/2023 Levata eliaca Sirio




venerdì, luglio 21, 2023

💙22/7/2023 Maria Maddalena

 Sabato 22/07/2023 , si celebra Maria Maddalena di Magdala, nome che deriva dal castello di Magdala, località situata nella costa occidentale del lago di Tiberiad, in Israele, ove nacque. Colei che restò al fianco del suo Signore, prima e dopo la morte. 

Siamo in Luna Crescente in Vergine, un segno di terra, a ridosso del segno del Leone, che subentra il giorno dopo, domenica, giorno governato dal Fuoco e dal Sole. 

Siamo governati dall'energia del Sacro Archetipo Ebraico Tsade', il diciottesimo, con funzione "divisione", e dall'Arcano Maggiore XVIII della Luna. 

E siamo sotto un allineamento planetario molto significativo, visibile nella sua massima espressione proprio il 22 luglio 

Mercurio, Marte e Venere si allineano un'ora dopo il tramonto. Tutti vicini, formeranno un bellissimo triangolo nella costellazione del Leone. 

L'Archetipo Tsade', con funzione "divisione", ci ricorda che siamo frattali di un'energia cosmica divina dalla quale non possiamo prescindere. 

Questa energia è quella creatrice, lunare femminea. 

Archetipalmente è legata alla dimensione dell'Acquario, e ancestralmente, i suoi legami sono con la tribù di Asher, quando si celebravano gli antichi riti dello Hieros Gamos, l'unione rituale di un Uomo, spesso un re, con una Donna-Sacerdotessa. Questo rito aveva lo scopo di celebrare e invocare la fertilità della Terra.

Ho parlato della Dea Asherah in un mio post, Dea madre ugaritica della fertilità Asherah, padedra del dio del cielo El, mentre tiene in grembo i due gemelli Shalem e Shahar ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/05/statuina-dea-madre-asherah.html?m=0) consorte di Yahweh, consorte, che  ha il suo stesso rango divino, come "regina dei cieli e creatrice degli Dei",  e che porta le sue benedizioni, attraverso la sua rappresentazione iconografica di albero, di palo, perché il suo nome significa "albero consacrato".

Infatti, la forma della lettera Tsade', ricorda quella di un albero piantato, che si autoalimenta, ben piantato al suolo e saldo, il cui tronco, ad un certo punto, si divide in due ramificazioni. 

Un "due che diventa uno", e, un "uno che diventa due". 

Lo stesso legame che univa la Maria Maddalena con il suo Signore. 

La sinergia del Mascolino e del Femminino, che sono capaci di vedere, percepire, comprendere, in modo amplificato, trovando ognuno, con sfumature differenti, la propria dimensione per lasciare che il Divino si manifesti, già implementato in noi, sotto forma di Matrice, di Archetipo, di Coscienza sdoganata dai limiti della tridimensionalità. 

Abbiamo attraversato, ultimamente, tanti passaggi legati al diciassettesimo Archetipo Phe, di espansione, e questo numero, guardacaso( e l'Universo, quest'anno, mi emoziona tantissimo per i sincronismi e le risonanze) il 17, è proprio un numero legato a Maria Maddalena, e alla chiesa di Rennes Le Chateau, strettamente collegata al numero 17 ed ai Templari, legati alla figura del Sacro Femminino, e a Maria Maddalena, che lasciarono la loro impronta un pò ovunque.

L'abate Saunière venne nominato curato( siamo nel 1885) della Chiesa, e all'interno ritrovò dei misteriosi manoscritti, che lo fecero diventare ricco e famoso, tanto da fare erigere accanto alla chiesetta, la famosa “Torre di Magdala”, facendo supporre che questo misterioso segreto ritrovato, fosse strettamente collegato a Maria Maddalena. 

Il 17 Gennaio di ogni anno, un raggio di sole attraversa la vetrata e provoca il fenomeno “delle mele blu”( la rifrazione delle vetrate della chiesa forma una sorta di Albero dalle mele blu, molto simbolico), e altri eventi misteriosi che ruotano intorno al numero 17.

Nell'ermetismo alchemico, con l'archetipo Phe, siamo dentro la fase chiamata Albedo.

Come il piombo è il metallo della Nigredo, l’argento è il metallo dell’Albedo, trasmutato dal piombo.

In termini alchemici, il corpo viene ridotto ad acqua “d’argento vivo”, da cui successivamente verrà prodotto “l’elisir”, ossia verrà creato lo Spirito vivificante. La seconda trasmutazione alchemica, dopo la Nigredo, e prima della Rubedo. 

La purificazione dopo la putrefazione. 

Indica la consapevolezza acquisita, la rinascita, legata al cigno, la purezza ritrovata, alla prima "stella" del mattino, anche se stella non è, Venere.

E Venere è collegato al segno della Vergine. 

Siamo in Luna Crescente in Vergine, per questa celebrazione della Maria Maddalena

L'Albedo è rappresentata da Venere/Afrodite, è quindi lunare, legata al Sacro Femminino. 

Ma è interessante notare, come, all'interno della fase di Albedo, sia contemplata anche una fase complementare energeticamente, maschile, chiamata la Citrinitas, che invece è rappresentata dal Sole, che è di segno maschile. 

Si tratta dunque di due fasi complementari, entrambe necessarie per consentire all’alchimista di produrre la fase alchemica successiva: la Rubedo, l’ultima trasmutazione alchemica, che rappresenta l’incontro tra Sole e Luna, cioè tra maschile e femminile e il suo archetipo, non a caso, è l’androgino.

L'unione tra il Cristo e la sua controparte, il Femminino, Maria Maddalena. 

I simboli per eccellenza di questa trasmutazione alchemica in seno all'Albedo, manifestati dalla Citrinitas, sono l’aria, l’estate e l’oro. 

Da un punto di vista planetario questa fase è governata dal Sole. 

Citrinitas corrisponde a una bella giornata di sole in piena estate 

Il suo colore è il giallo citrino, simbolo del dinamismo della coscienza e della volontà. 

Ciò che prima era vago e confuso, ora diventa chiaro e luminoso. Ciò che prima era putredine, adesso è un composto distillato, pronto per essere sublimato.

Questo 22 luglio si celebra di Sabato, governato da Saturno, il dio del tempo, del karma. 

Tanto karma è stato bruciato, ultimamente. 

Ciò è rimasto è ciò che davvero abbiamo distillato, arrivando alla nostra intima Essenza, alla nostra verità. 

Siamo in piena estate, al culmine del caldo, dell'oro, del fuoco. 

E in questo apice di luce, di chiarezza, di "portare letteralmente alla luce", in queste giornate così calde, così purificanti, alchemiche, così "oro", mi viene in mente questo tetragramma. 

MGDL. 

Quattro lettere, e il pensiero va alla Torah ebraica. 

La radice a tre consonanti, MGD, tipico delle parole ebraiche, mi fa pensare ad  un "My GoD", e la L, a "Lord"

Quindi "mio Dio, Signore"

Mio Signore. 

È così che la Maddalena chiama il suo Cristo. 

Ma ho la parte sinistra, il Femminile, che brulica di filamenti elettrici, e mi obbliga a soffermarmi un po' di più su queste consonanti. 

Il 17, come somma totale fa 8

L'unione degli Opposti, il Maschile e Femminile, la continuità tra Cielo e Terra. 

L'infinito dell'abbraccio del Tao. 

E mi saetta dentro, come una fiammata, MGDL come amigdala. 

Le stesse consonanti, la stessa sequenza. 

E  MGDL come Magdalena, la Maria Maddalena, mio baricentro animico. 

Sappiamo che l'amigdala gestisce le emozioni, in modo particolare la paura, e che è il nostro scanner emotivo. 

È a forma di mandorla, e questo mi fa pensare alla mandorla Sacra, della Vesica Piscis, data dall'intersecazione tra Mascolino e Femminino, dalle polarità opposte, Yin e Yang. 

Uniti, nel grembo Sacro Cosmico della Grande Madre Generatrice, la Magdalena. 

Ma l'amigdala è anche riferito al primo rudimentale strumento di forma ovoidale, che a partire da 200.000 anni fa, ha segnato nella pietra, con i primissimi petroglifi, le memorie dei nostri antichi antenati. 

Ecco. 

L'amigdala nel nostro corpo, funziona nello stesso modo. Incide memorie. 

A volte anche memorie delle vite passate. 

Un grande archivio, dove ci possono essere memorie che influenzano le nostre emozioni, i nostri sentimenti, la nostra reattività, costringendoci a volte, in una reiterazione e ciclicità karmica, che si ripercuote sul nostro percepire e interagire. 

Ma se l'amigdala è strettamente collegata al Sacro Femminino, alla Magdalena, con queste 4 consonanti in comune, che sembra che diano la direzione di 4 nuovi punti cardinali, la via da seguire, per queste nuove coordinate, è aprire il cuore ad un Femminino puro, non ferito, non risentito, non memore di ciò di cui è stato sottratto. Purificato. 

Di ciò di cui, non è riuscito in manifestazione. 

Ed ecco il "non avere paura", soffice come una bambagia blu di cotone, che spesso mi rimbalza sul cuore, che trova un senso. 

Per tutto il Femminino in generale. 

Essendo l'amigdala legata al sesto corpo energetico, corrisponde al sesto chakra Anja, al corpo emotivo trasposto sul livello spirituale. 

È attraversato da raggi argentei, come l'acqua d'argento della seconda trasmutazione a cui è legata l'Archetipo Phe, l'Albedo. dorati, madreperlati, ed è sede di tutte le verità che vengono inficiate dalle nostre passate memorie akashiche, dalle nostre paure, dalle nostre sovrastrutture mentali. 

In questa dimensione del sesto chakra non esiste dualità, ma si percepisce l'Essenza pura, la consapevolezza cosmica, in integrazione degli opposti, di cui è testimone il nostro terzo occhio . 

Ecco perché aMiGDaLa, e MaGDaLena, hanno queste quattro consonanti in comune. 

Perché rappresentano la stessa Essenza. 

La Memoria pura, quella della Coscienza primigenia  e originaria. 

Quella che ci viene data sotto forma di Intuizione attraverso il sesto Chakra. 

Pura e diamantina. 

Dove il Maschile è integrato dal Femminile, senza il retaggio di ciò che è stato nel passato, a livello animico, antropologico, storico, sociale. 

E la Magdalena, la Sposa Sacra di Cristo, rappresenta questo Sacro Femminino puro, in accoglienza, senza  attaccamento, senza ferite, senza risentimento. 

Rinata a sé stessa, pronta per incontrare il suo Sacro Sposo

Solo Amore, infinito Amore e Grembo, per la sua controparte Maschile Sacra. 

Lo chiama "il mio Signore", non in una energia di sudditanza, ma di riconoscimento, di Fiducia totale, di resa. 

Perché intersecandosi, insieme, in sinergia, formano la mandorla mistica della consapevolezza, il più alto sapere umano, prima del ricongiungimento alla Fonte, attraverso il chakra della Corona, dove si sentono, insieme, parte del Divino. 

Quel Divino che insieme, hanno portato sulla Terra. 

Il Sacro Femminino ci sta richiamando a questo, oggi più che mai.

Ora capisco il senso di tutti questi Archetipi Phe, a traguardare i passaggi di questi ultimi mesi. 

Il Femminino è chiamato a guarire e a cauterizzare le ferite animiche, a disgregare le sovrastrutture del retaggio mentale, per accogliere il Sacro Mascolino ed essere ciò che si è destinati ad essere. 

Sinergie che segnano il cambiamento della Nuova Umanità. 

Sabato sarà un 18, ma anche un 9( 1+8), che è l'Archetipo Teth del Femminino, la gestazione, la Kundalini, il percorso della Sophia. 

L'energia cristica incarnata, la Shekinah. 

Siamo in una congiunzione planetaria formata da Mercurio, Marte e Venere. 

Mascolino e Femminino congiunti da un Mercurio dialettico, che implementa, che accoglie. 

È molto importante e profondo, questo passaggio, perché ci spinge ad accogliere la nostra controparte animica. 

Ci si ritrova, uniti, guariti, rinnovati. 

Gli ultimi passaggi sono stati molto forti, specialmente quello del portale 777, con Archetipo Shin, fuoco, sotto un segno d'acqua, il Cancro, e con l'ultimo novilunio in Cancro,  sotto l'Archetipo Tau  e l'Arcano Maggiore del Folle, lunedì 17.

Ci stiamo preparando al plenilunio in Acquario del primo Agosto, quando saremo sotto l'Archetipo Ayin, con funzione corrispondenza

"Come sopra, così sotto", quando ci sarà piena corresponsione tra le parti, sotto la dimensione cristica acquariana, pronti per affrontare il portale 8/8/7, con Archetipo "vita", Arcano Maggiore del Papa, e luna calante in Toro, che è un segno femminile di Terra, così come lo è la Vergine di questa luna crescente di Sabato. 

Molte corresponsioni, come sempre. 

Un percorso sempre caleidoscopico, dove una sola, univoca interpretazione, non basta, tanti sono i rimandi, spessissimo, a "specchio". 

Ci si ritrova, ancora una volta, con la nostra intima Maria Maddalena, con la nostra dimensione più Sacra, virginale, scarnificata e purificata, come non mai, in quest'ultimo periodo. 

Non è mai un percorso semplice. 

Ma ci si ritrova, ancora una volta. 

E sia benedetto questo momento. 


Tiziana Fenu

©®Diritti intellettuali riservati

Maldalchimia.blogspot.com

22/7/2023 Maria Maddalena



martedì, luglio 18, 2023

💛Monte d'Accoddi /Gobleki Tepe

 Ho già avuto modo di parlare del nostro altare sacro di Monte d'Accoddi, riguardo la dimensione cultuale in Sardegna(https://maldalchimia.blogspot.com/2020/09/la-dimensione-cultuale-in-sardegna.html?m=0) 

"Gli Anitichi Sardi non invocavano nessuna divinità. Gli antichi sardi avevano  un rapporto diretto con la divinità, nessun intermediario con uomini e Donne divinizzati. 

Il Divino era già in loro. 

E in questa cura che hanno riservato loro genitori cosmici, Padre /Sole/ Toro e Madre/ Luna/ Acqua, l'hanno suggellata, in quella che è un'opera unica in tutto il bacino del Mediterraneo, il tempio altare del Monte d' Accodi, in provincia di Sassari, risalente al 3.200 a.C. circa( periodo del Neolitico Medio) , che diversamente dalle altre Ziggurat, è stato dedicato al culto della luna e non del sole, e che ricorda  per la sua forma, le ziqqurat diffuse in Mesopotamia nel III millennio a.C.


Intorno al 3000 a.C, nell’area precedentemente occupata da un  villaggio , si decise di costruire un primo altare, costituito da una terrazza di forma quadrangolare detto “Tempio Rosso”, poiché la sua superficie era intonacata e dipinta con l’ocra rossa, chiaro riferimento al sangue mestruale, e alla fertilità .

Una rampa lunga 25 metri consentiva di salire fino alla sommità su cui era situata la cella, una struttura rettangolare, della quale si conservano resti del pavimento e una parte del muro perimetrale alto 70 centimetri.

Un centro cerimoniale con necropoli e Domus ai lati del Santuario, con un Menhir Alto 4 metri e mezzo, chiaro simbolo di potenza Fallica, e dei massi in pietra sferoidali tutti intorno, tra cui uno in particolare, un' Omphalos, un ombelico, centro del mondo, di 5 m di circonferenza

Cinque, come il numero che indica i 5 elementi, acqua, aria, terra, fuoco ed etere, quindi chiaro Simbolismo della congiunzione tra umano e divino. 

L' omphalos era un oggetto del simbolismo religioso ellenico che si credeva consentisse la comunicazione diretta con gli dei, come quello a Delfi, il cui nome significa " grembo". 

Le pietre di Omphalos sono state trovate anche in siti come Tebe e Karnak in Egitto e negli edifici della cultura Vinca nell’Europa sud-orientale. 

Cinque come numero collegato alla simbologia del Toro. 

Un Omphalos che indicava, nelle varie civiltà, un centro cultuale importante, un ombelico di rinascita simbolico. 

Un "biddio", tradotto in sardo. 

Un " biddio" che riuniva una "bidda" , la comunità, il paese. 

E la comunità, si riunisce quando ci sono dei rituali che celebrano  la vita su un Altare Sacro, come quello di Monte d'Accoddi, e  quindi, dei rituali sacri di Unione Ierogamica Divina, Sacra, tra Sole e Luna, tra cielo e terra, tra maschile e femminile. 

All'interno pare ci fosse un letto sacro dove si compiva il rituale della rigenerazione. 

Il  nome "Accoddi", come ho letto da qualche parte, rimanda  foneticamente, ad un verbo sardo che indica l'unione sessuale, il verbo "coddare", anche se si è involgarito nel corso del tempo, come è successo al sintagma sacrale " udda", che indicava, come spiega il prof. Dedola, e di cui ho fatto già  cenno in precedenti post,  un ritornare al sole, all' Uno, al Primordiale Grembo Materno, e che è rimasto ad indicare, in modo anche volgare e popolano, la vagina.

Anche se ufficialmente, pare che il nome " Accodi", significhi  "Monte, collina da Code", delle pietre, anche se resta comunque forte, e non casuale, la risonanza fonetica con il verbo "coddare", visto che si tratta di un luogo di culto Sacro dove si svolgevano i Sacri rituali Ierogamici

Avevo scritto, riguardo la simbologia dell'Uovo Cosmico anche un post, ijn correlazione anche al pozzo di Santa Cristina(  https://maldalchimia.blogspot.com/2021/11/simbologia-uovo-cosmico.html?m=0)


Ma oggi vorrei puntare l'attenzione su alcuni piccoli particolari.

Come si evince dalla foto di Fabrizio Pinna, nella prima immagine, abbiamo un modulo di 7 cornici, o gradoni, sulla sinistra, e 14, sulla destra, dove si vede una figura che sale i gradini.

Abbiamo quindi lo stesso modulo dello "speculare /doppio", che abbiamo anche nel pozzo di Santa Cristina, dove, come ho scritto tante volte, i i gradoni per scendere sono 24, e quelli speculari, per risalire, sono in numero dimezzato, 12

(https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/osservavo-la-piantina-del-pozzo-di.html?m=0) 

"gradini che portano al bacile della Tholos, rappresentino l'ascesa, prima in verticale come gerarchizzazione egoica, poi la discesa dell'uomo all'interno di se stesso, in umiltà e accoglienza.

24 gradini per scendere nel grembo di se stessi.

E 12  gradini per risalirne trasformati, divinizzati"

Sono 24 gradini, e non 25, e corrispondono, come numero, anche dagli anelli della Tholos, come ha ben appurato nei suoi accurati studi sullo stesso pozzo, e non solo, il ricercatore Sandro Angei, se si leggono attentamente i suoi scritti ( Maimoniblog.blogspot.com) 


Quindi, abbiamo la stessa dinamica energetica divinizzante, in questo altare, considerando che 7 è il numero dei giorni di una delle quattro fasi lunari, come lo è il 14, i giorni di luna calante e luna crescente, mentre il 15, che coincide con la piattaforma della struttura, rappresenta simbolicamente, il giorno più fertile.

Il Numero 15 è da sempre consederato un numero Sacro, onorato, nelle varie culture e civiltà, come simbolo del Sacro Femminino, il giorno più fertile del ciclo mestruale, il giorno dell'ovulazione.

Ciclo mestruale femminile che corrisponde anche al ciclo lunare.

Inoltre, il numero 15, in riduzione teosofica, diventa un numero 6, l'unione degli Opposti, gli Amanti, Arcano Maggiore VI, nell'interpretazione tarologica.

Abbiamo gli Amanti Divini anche qui, in questo Sacro Altare, come nel pozzo di Santa Cristina, con i suoi 24 gradoni, numero che, ridotto ad un'unica cifra, diventa un 6( 2+4).

Ancora unione degli Opposti. 

Sole e Luna che si incontrano in un'unica struttura ben equilibrata, anche numerologicamente, per creare ierofanie in particolari momenti solstiziali ed equinoziali ed effetti come l'ombra capovolta, argomenti di cui ho già approfondito

Ma non solo. 

I 24 gradini+ i 12 gradini speculari + i 24 della Tholos del pozzo di Santa Cristina, danno come somma, un "60"

Ancora un 6, unione degli Opposti. 

Il 60, come l'angolo a 60° del triangoli equilatero, dell'esagono, di cui ho parlato tante boltet, simbolo dei nostri Architetti Divini. 

Ma il 60 è anche il valore ghematrico dell'Archetipo Samech, il quindicesimo, con funzione "pressione". 

È l'energia della pressione, per far emergere il Divino che è in noi. 

E infatti, il pozzo di Santa Cristina ha una funzione divinizzante. 

Archetipo 15.

15, il numeto della fertilità 

15

14 gradini + la piattaforma dell'altare di Monte d'Accodi, dove si celebra la fertilità, l'unione Sacra degli Opposti, la Sacra Ierogamia (15 > 1+5 = 6 gli Amanti Divini). 

Se poi consideriamo anche le 7 cornici di gradoni, abbiamo :

14 gradoni

1 piattaforma

7 cornici 

14 + 1 + 7 = 22

Il 22 corrisponde al Sacro Archetipo Ebraico Tau. 

E non è forse una grande Tau, questo Sacro Altare?

La Tau indica il Sacro Sigillo Divino. 

Il completamento del percorso dell'Iniziato. 

Una simbologia numerica perfettamente consona al valore simbolico e funzionale della struttura.

Struttura, che, vista dall'alto, sembra uno dei tanti pilastri a T, di Gobleki Tepe, lo straordinario sito archeologico turco, risalente a 12.000 anni fa, che presenta similitudini con i nostri siti( la conformazione ad utero, la H nei pilastri, gli stessi pilastri a T..) 

La  conformazione a T, di per sé, indica una zona Sacra di confine tra le due dimensioni. Indica una zona Sacra, divinizzata.

Un portale degli Dei.

Come quando la si trova anche in certe riproduzioni, come il setto nasale e l'arcata sopraciliare a "T", presente anche nei nostri Giganti di Mont'e Prama e nelle nostre dee Madri di Cuccuru S'arriu. Sono esseri divinizzati.

Ma non solo.

L'orientamento dei pilastri centrali nei recinti principali del sito di Gobleki Tepe, puntano a Nord, verso Deneb, che è la stella più luminosa della costellazione del Cigno, la parte finale, la Croce del Nord, e puntano verso la Via Lattea, che, abbiamo visto molte volte, era, per gli Antichi Sardi, la via di ritorno verso l'altra dimensione.

Il luogo delle divinità, il centro della creazione della vita, della rinascita, e dell'universo.

Ho controllato su Google Earth.

Anche l'altare di Monte d'accoddi, è perfettamente orientato verso Nord, verso Deneb, che era la stella Polare nel 10.900 a.C. ( le stelle polari cambiano ogni 2000 anni circa. Adesso siamo sotto Polaris, la stella più luminosa dell'Orsa Minore).

Una stella Polare, quindi, visibile proprio durante l'edificazione del sito di Gobleki Tepe, che ha importanza simbolica in ogni Civita e in ogni contesto, come avevo scritto tempo fa

( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/l-ingresso-triangolare-dei-nuraghi.html?m=0), un anno e mezzo fa, prima ancora di scoprire, poco dopo, che gli ingressi dei nuraghi, hanno l'angolo aureo a 72 °, come l'ingresso del pozzo di Santa Cristina

"E quel triangolo sagomato dell'ingresso dei nuraghi è proprio la sezione del cono. 

Cono. 

Cunnu/cuno (apparato riproduttivo femminile). 

Ma la  sezione del cono triangolare, anche come la costellazione del Cigno, per la quale si fa riferimento nella stele di Thutmose III datata più o meno 1500 a. C, nelle quale si legge delle 9 stelle della costellazione del Cigno, in riferimento  alla confederazione sarda dei "nove archi", i Pelasgici, gli Antichi Sardi

“Ho legato in fasci i Nove Archi, le Isole che sono in mezzo al mare, i popoli stranieri ribelli. Come in cielo governano 9 dei , così in terra dominano i Nove Popoli. Il mio bastone ha colpito i Nove Archi”.

Naturalmente, parlando del bastone, un bastone di potere, si riferisce a quel bastone chiamato guardacaso, come il nostro fiume sardo, il Tirso. Il bastone che aveva sulla Sommità, la rappresentazione della ghiandola pineale, la pigna, e che è spesso rappresentato come una ipsilon, spesso con due animali totemici bifrontali, poiché rappresenta la nostra Kundalini, la nostra energia vitale collegata al divino, con le sue due nadi, maschile e  femminile, unite in sinergia"

Kundalini, con i suoi 7 chakra, come le 7 cornici di gradini sull'altare del Monte d'Accoddi, un percorso iniziatico per ogni fase della Luna, per ogni quarto di luna, fino ad arrivare al 28, la completezza( 7 cornici di gradoni per ogni lato della piattaforma dell'altare, che è quadrata) 

2+8= 10,  Sacro Archetipo Ebraico Yod, funzione "concentrazione", il punto centrale della creazione, la prima lettera del tetragramma divino YHWH, o trigramma, YHW, come troviamo qui in Sardegna. 

Se poi aggiungiamo la piattaforma cerimoniale diventa un 7x4 =28

2+8=10

10+1=11

Il numero 11, è la coppia Sacra, le Fiamme Gemelle, che si univano in riti ierogamici nelle Antiche Civiltà, come Atlantide e Lemuria. 

Come hanno continuato a fare sull'altare Sacro di Monte d'accoddi. 

Su tutta la simbologia della costellazione del Cigno, vi rimando al link del mio post a riguardo

(https://maldalchimia.blogspot.com/2020/12/l-ingresso-triangolare-dei-nuraghi.html?m=0). 

Era importante, sottolineare, in questo post, la sacra numerologia dei gradoni, e la conformazione a T, non solo come quella dei pilastri di Gobleki Tepe, ma anche con lo stesso orientamento a Nord, verso Deneb, stella Polare di 12.000 anni fa, e verso la via Lattea. 

Credo che questo particolare sia straordinario, da non sottovalutare. 

Perché si ha l'insana abitudine a datare cronologicamente, in tempi recenti, il nostro patrimonio archeologico? 

Questo altare, non potrebbe essere stato edificato nello stesso periodo della Stella Polare Deneb? 

Si parla di ritrovamenti di statuine che risalgono al 50.000 aC, e sulle nostre Dee Madri, e sulla Venere di Macomer, si parla solo di "10.000" aC. 

Poi parlano dei Giganti di Mont'e Prama, come risalenti all'800 aC. 

Io non so proprio dove vogliano arrivare, con le datazioni. 

Tutto, compresi i nuraghi, andrebbero retrodatati di millenni. Tutto. 

E poi, guardiamo con ammirazione gli altri siti archeologici, gli altri manufatti. 

E sembra che la nostra Antica Civiltà Sarda sia nata l'altro ieri. 

Che non abbia una storia. 

No, non ce l'ha. Gliela abbiamo portata via noi stessi, con queste datazioni assurde, che non collimano con l'evidenza dei fatti. 

Monte d'Accoddi. 

Gobleki Tepe. 

L'altare sembra un gigantesco pilastro di Gobleki Tepe, e indica una zona Sacra. Stesso orientamento a Nord. 

Stessa conformazione a costellazione del Cigno, a T, sia in un caso, che nell'altro. 

C'è troppa evidenza, per essere trascurata. 

Sei, settemila anni di differenza, di vuoto cosmico nel quale si è volutamente persa la memoria della nostra civiltà, fanno la differenza, eccome, che ancora si fa fatica a dire "Antica Civiltà Sarda", antica scrittura, Antichi Giganti, e Altare Sacro Primordiale, così come lo è stato per altre cose. 

Il Serpente Piumato (https://maldalchimia.blogspot.com/2021/10/il-monolite-di-mamoiada.html?m=0) 

La Dea Madre scarabeo( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/lo-scarabeo-umanoide-egizio-khepri-e-la.html?m=0), solo per citarne solo due, e per le tante altre cose che ho sempre sottolineato nei miei scritti. 

Memoria non è solo ricordare. 

È rendere onore ad essa, con il senso del giusto. 

Perché è giusto che sia così. 


Tiziana Fenu 

©®Diritti intellettuali riservati 

Maldalchimia.blogspot.com

Monte d'Accoddi /Gobleki Tepe





💛Sommo Sacerdote approfondimenti

 Approfondimenti sul "Sommo Sacerdote", di cui hanno recentemente parlato prof. Corrias e prof. Biglino, nell'interessante video di ieri

https://youtu.be/7sV_hgrCxqY


Esposizione di prof Sanna. 

https://maldalchimia.blogspot.com/2023/05/sommo-sacerdote.html?m=0


Sicuramente c'è un'analogia almeno stilistica con la dea alata nubiana, con un disco sulla testa, tenuto da un supporto, che veicola un messaggio, esattamente come nel nostro Sommo Sacerdote

https://maldalchimia.blogspot.com/2022/07/dea-alata-nubiana.html?m=0


Avevo sottolineato un'analogia con la  Dea Anuket, egizia, sia per quanto riguarda il tipo di lavorazione della veste, esattamente come quella del nostro Sacerdote, sia per quanto riguarda il copricapo, come quello del nostro Sardus Pater( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/03/dea-akunetsacerdote-musico.html?m=0


Una struttura, quella del mantello, che ricorda la struttura di una ragnatela.

E questo rimanda alla simbologia ritualistica e guaritrice di queste alte figure sacerdotali, che sono Sciamani, guaritori

Cerimoniale come quelli terapeutici per il morso dell'argia( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/07/s-argia-mescina_17.html), il terribile ragno sardo, che durava tre giorni e che era condotto da un musicista esperto, da un terapeuta ( forse, magari, una figura come quella del Sacerdote Musico, il cui mantello, è fatto un po come uno schema a ragnatela), che attraverso il suono, entrasse nel labirinto della follia momentanea del posseduto, perché questo rientrava nella prassi della individuazione dell'Argia. 

Esperto suonatore e terapeuta, che, azzarderei, potrebbe anche essere individuato in quella figura del Sommo Sacerdote con le armille nei piedi e l'aulos, quello che ha al diadema con la scritta "sommo sacerdote", il Sa ' an",  il "sanatore/ suonatore", "su sanadori/ sonadori", che guarisce con il suono, con la musica, con la frequenza Sacra. 

"Su sanai" ("il guarire", in sardo) 

"Sanai/sanaj, parola che è speculare a Janas, sia a livello lessicale, perché magari come è nelle antiche scritture, si scriveva e leggeva da destra verso sinistra, sia a livello esoterico, perché lo speculare, il gemellare, rappresenta la parte divina della materia ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/il-concetto-di-gemellare.html?m=0). 

Le antiche Janas donne di Medicina. 

Sanai, inoltre, scomposto, diventa "Sa nai", la nave, il grembo alchemico del ritorno nel Grembo della Madre, dove si guarisce, e dove si rinasce. 

S'Argia  e il  Sommo Sacerdote che pratica l'esorcismo, appartengono allo stesso rango, perché il ragno è una divinità Sacra, è creatrice, ed è lei che tiene i fili del destino degli uomini, che tesse il loro destino" 


Quindi, la tessitura, la trama particolare di questo rivestimento di questa Dea, è fatta come il mantello del nostro Sacerdote musico, a rivestimento di un collo insolitamente lungo( forse lungo, come il collo di una gazzella), ma che, nei nostri bronzetti sardi, è talvolta presente, proprio come simbolo di regalità ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/10/statuina-iraniana-con-anelli-al-collo.html?m=0) 

Similitudini importanti ed evidenti, quindi, ancora una volta, come spesso mi succede tra le due civiltà, quella Sarda e quella egizia, di cui quella Sarda, è sicuramente Matrice, come ho scritto tante altre volte. 


Ma c'è anche un altro aspetto. 

La testa del Sacerdote è come circondata da una sorta di casco/cappuccio, che visto frontalmente mi ricorda il Sacro Ankh, la chiave della vita. 

Nel passo dell'Esodo, nominato da prof. Biglino, in cui si parla  della precisa prescrizione, da parte di Yhwh  della vestizione delle figure sacerdotali nella sala delle convocazioni, dove c'era anche un altare, mi soffermo su queste righe per alcune considerazioni. 


Esodo 28, 2-5

"2 Farai per Aronne, tuo fratello, abiti sacri, che esprimano gloria e maestà. 3 Tu parlerai a tutti gli artigiani più esperti, ai quali io ho dato uno spirito di saggezza, ed essi faranno gli abiti di Aronne per la sua consacrazione e per l'esercizio del sacerdozio in mio onore. 4 Ed ecco gli abiti che faranno: il pettorale e l'efod, il manto, la tunica damascata, il turbante e la cintura. Faranno vesti sacre per Aronne tuo fratello e per i suoi figli, perché esercitino il sacerdozio in mio onore. 5 Essi dovranno usare oro, porpora viola e porpora rossa, scarlatto e bisso"


Esodo 28, 31-35

31 Farai il manto dell'efod, tutto di porpora viola 32 con in mezzo una scollatura per la testa; il bordo attorno alla scollatura sarà un lavoro di tessitore come la scollatura di una corazza, che non si lacera. 33 Farai sul suo lembo melagrane di porpora viola, di porpora rossa e di scarlatto, intorno al suo lembo, e in mezzo porrai sonagli d'oro: 34 un sonaglio d'oro e una melagrana, un sonaglio d'oro e una melagrana intorno all'orlo del manto. 35 Esso rivestirà Aronne nelle funzioni sacerdotali e se ne sentirà il suono quando egli entrerà nel Santo alla presenza del Signore e quando ne uscirà; così non morirà


Esodo 28, 40-43

Per  i figli di Aronne farai tuniche e cinture. Per essi farai anche berretti a gloria e decoro. 41 Farai indossare queste vesti ad Aronne, tuo fratello, e ai suoi figli. Poi li ungerai, darai loro l'investitura e li consacrerai, perché esercitino il sacerdozio in mio onore. 42 Farai loro inoltre calzoni di lino, per coprire la loro nudità; dovranno arrivare dai fianchi fino alle cosce. 43 Aronne e i suoi figli li indosseranno quando entreranno nella tenda del convegno o quando si avvicineranno all'altare per officiare nel santuario, perché non incorrano in una colpa che li farebbe morire. E' una prescrizione rituale perenne per lui e per i suoi discendenti.


A parte il bisso,  preziosissimo, con cui doveva essere fatto il mantello di questo Sommo Sacerdote, portavoce di Yhwh, che si trova in abbondanza in Sardegna, di cui la nostra Jana, Chiara Vigo è un'abilissima maestra ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/04/in-sardegnanell-isola-di-santantioco.html?m=0) e che, comunque, è stato utilizzato anche per le vesti di re Salomone, e di altri sovrani importanti, mi preme sottolineare che si parla, attraverso le parole di prof Biglino, di "alta pericolosità" nell'entrare in momenti inopportuni nella "tenda del convegno". 

Questo mi ricorda moltissimo la  stessa pericolosità di cui si parla per il dispositivo sull'Arca dell'Alleanza, e di cui ho già approfondito ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/09/riflettevo-ancora-sul-nome-della.html?m=0) 

"Nel "Testo della piramide", un antico documento, si parla di una scatola d'oro nella quale Ra, il primo re egiziano ripose un certo numero di oggetti  egiziani molto preziosi, così come "s' Archedda" Sarda, custodisce il prezioso corredo della sposa

Sull' Arca dell' Alleanza, vi erano due Cherubini d'oro a protezione del coperchio, tutto in oro,  le cui ali quasi si sfiorano

L 'Arca era la manifestazione vivente del potere divino

Il potere che scaturiva dall'Arca in oro, deriva da quell'arco di luce che si creava dall'estremità di un ala all'altra, dei due Cherubini che stavano accoccolati sul coperchio  dal vano contenitore.

Una specie di luce ed energia, un arcobaleno, un arco elettrico, che distoglieva qualsiasi inconsapevole ad accostarsi all'Arca, senza prima aver fatto un percorso iniziatico, senza essere meritevole  di conoscerne il contenuto prezioso

Si narra che chiunque tentasse di forzarlo morisse bruciato e folgorato

Molto consono con l'aspetto elettrico e folgorante di Amon, dio dell'elettricità

Le lampade ad arco furono poi davvero realizzate  nel 1822, e sfruttavano il principio della polarità opposte, replicando l'effetto che si otteneva tra le punte delle ali contrapposte dei due Cherubini, mentre la luce si manteneva al centro del sistema

Come un condensatore elettrico che immagazzina l'energia dall'atmosfera e poi lo sviluppa internamente attraverso la luce

Un po' come dicevo per gli scudi rotondi ravvicinati dei Bronzetti nuragici

L' oro del rivestimento dell" Arca e dei due Cherubini, fungeva da conduttore elettrico, e il legno di acacia fungeva internamente da isolante.

I due Cherubini erano come due elettrodi. 

Questa grandissima capacità di manipolazione della luce e di questo arco di energia, era un qualcosa di magico e alchemico, che  veniva veicolato e tramandato segretamente fin  dai tempi antichissimi, fin da quando impararono ad usare, dai tempi del Re Salomone, il Sacro Fuoco ad alto potenziale elettrico, per trasformare l'oro in polvere bianca mistica, chiamata la "polvere di stelle", l' Ormes,  l'Albero della vita, lavorata poi in "pani conici" (che richiamano la forma dei Nuraghi, a dire il vero), formata dall'alchimia e abile trasformazione di 8 materiali diversi, fino ad arrivare all' Oro monoatomico, costituito da un solo atomo, e raggiungibile solo attraverso un arco di luce ad alto voltaggio

Si controllava così il potere dell'Arco di luce, fin dai tempi antichissimi, e sono convinta  che i Sardi fossero in grado di gestirlo, e lo esternassero in particolare attraverso i due scudi rotondi vicini, per creare emanazioni elettriche

Grande potere quindi, della simbologia dell'Arca dell' Alleanza, che è rimasta anche nella simbologia rappresentata nella cassapanca sarda.

La pavoncella guardiane della cassapanca come due i Cherubini, l'ariete simbolo di investitura ai percorsi iniziatici sin da tempi di Mosè,

Il sole, su "solli",  i motivi ad angolo, che non rappresenta la clessidra, ma l'elemento dell' Acqua , la spirale

Quella che sembrerebbe una clessidra che indica Il trascorrere del tempo, con  due vertici uno dentro l' altro, contrapposti ad altri due, simboli che si trovano anche nelle antiche civiltà gilaniche, ad indicare il femminino, ma che indica anche la simbologia stessa de sa Cascia Sarda, riproduzione dell' antica Arca dell' Alleanza

Perché l' Arca è come un grembo. L'Antico sapere. La Sophia. 

Sapere che si tramanda attraverso l'Acqua, il liquido amniotico della memoria. 

Arca dell'Alleanza,  come un contenitore di un sapere, di un percorso iniziatico che segue una precisa  traiettoria, un preciso percorso

La cassa

Sa Cascia"


Ma allora, possiamo pensare che anche le armille ai piedi del Sommo Sacerdote, potessero, per contatto tra loro, generare una tale tensione elettrica da risultare pericolosa per chi ne venisse a contatto, non con quello che definiscono flauto(  anche se, come ho scritto prima, il potere del suono aveva  sicuramente una forte valenza sacrale, terapeutica e fisica, pensiamo anche alla levitazione tramite le frequenze del suono), ma tramite un vero e proprio "taser", ancestrale, uno strumenti che "spara" scariche elettriche a basso voltaggio, comunque sufficienti per dissuadere, o anche per portare alla morte. 

D'altronde, sono convinta che avessero la stessa funzione i doppi scudi rappresentati nel bronzetto di Teti( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/osservavo-queste-tre-immagini-la-prima.html) 

E, sottolineo, che il guerriero di Teti, non è un demone, ma un Essere divinizzato, che corrisponde a precisi parametri della Geometria Sacra ( https://maldalchimia.blogspot.com/search?q=Teti&m=0), così come corrisponde il nostro Sacerdote, il cui fulcro, è proprio su quella mano destra che tiene in mano questo dispositivo. 

La mano destra, il Mascolino, anche nei trattamenti energetici, è il lato che è in grado di emanare, trasmettere energia, come ho detto altre volte, anche attraverso il saluto tipico dei Sardi, "saludi", a palmo aperto, che ha una precisa simbologia ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/simbologia-delle-trecce-nel-bronzetto.html?m=0) 

Trovo questa rappresentazione di questo Sacerdote, abbastanza complessa, per essere semplicemente un Sacerdote. 

Le raccomandazioni per proteggere gli arti inferiori, e superiori descritte nell'Esodo, verso Mosè, per Aronne /Aronn/Nora, letto al contrario, come si scrivevano e leggevano le scritture antiche, e i suoi figli, potrebbero essere dettate proprio da questo tipo di accorgimento per non incappare in prese di corrente accidentali.

Sulla melagrana, a parte la sua infinita simbologia di morte e rinascita legata al Femminino(  il Sommo Sacerdote rappresenta un'energia androgina, come è per tutti gli Esseri Divinizzati), ho trovato una particolare informazione tecnica riguardo l'elettricità. 

Casualmente, ma mai per caso, ho scoperto che dei ricercatori  hanno progettato un elettrodo che, simulando la struttura della melagrana, è capace di immagazzinare fino a dieci volte l’energia che le pile riescono normalmente ad accumulare.

Nasce dalla melagrana l’ispirazione per l’innovativa batteria più leggera, che rende dieci volte di più delle tradizionali batterie. 

Può essere questo, il motivo per cui YHWH raccomanda che l'orlo del manto sia corredato da una melagrana e un anello d'oro. 

Sull'oro, si può dire che è buon conduttore di elettricità, ma la sua conduttività è leggermente inferiore al rame e all'argento, ma viene usato tantissimo per creare contatti elettrici in oro, perché non si ossia con il tempo e conserva le sue caratteristiche di ottimo veicolo di energia. 

Questo potrebbe farmi pensare che il supporto sulla schiena, che arriva sino al disco sulla testa del Sacerdote, potrebbe essere stato di rame o d'argento, che sono conduttori elettrici migliori dell'Oro, ma per i contatti, avrebbero usato un anello d'argento. 

Per quanto riguarda la seta, pare che non conduca elettricità, da quel che ho letto. 

Visto in quest'ottica, tutto l'insieme ha una certa logica. 

Ho scritto prima, che ciò che cinge la testa del Sommo Sacerdote, mi ricorda la forma dell'Ankh, ma mentre scrivo, mi sta venendo in mente, che una conformazione simile l'ho vista in un petroglifo, quello presente a Bruncu Suergiu, nell'area archeologica all'interno del Parco della Giara, di cui ho approfondito in un mio post( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/03/petroglifo-bruncu-suergiu-dendera.html?m=0), in cui ho trovato una forte correlazione tra le lampade di Dendera, che la danzatrice del Nilo, che il petroglifo di Bruncu Suergiu, con la nostra danzatrice, hanno esattamente la stessa forma, e riproducono le due polarità che si toccano e creano energia in queste lampade, che sono definite in ambito archeologico, degli OOPArt, cioè oggetti estranei al periodo storico degli stessi. 

Sono state rappresentate in un bassorilievo nel Tempio di Hator a Dendera, in Egitto, 4500 anni fa. Tempio che risale alla IV dinastia. 

Un bassorilievo che rappresenta sacerdoti officianti ad una sorta di "fiore di loto", con una serpentina al centro. Un cavo elettrico, forse, il gambo del fiore di loto, è la serpentina che si vede all'interno, un filo metallico conduttore, come quello che vediamo nelle lampadine, con un supporto che funge da isolatore elettrico. 

Tenendo presente che gli antichi Egizi chiamavano il serpente nato dal loto con il nome “SEREF”, che significa “illuminare”, solo un caso? Forse il mito del serpente nato dal fiore di loto può essere ricondotto in senso figurato alla luce che nasce da una lampadina…"

Quindi erano i sacerdoti, ad officiare con l'energia elettrica. 

Dei tecnici. 

Così come prof Biglino, ha definito" tecnico", chi avrebbe dovuto creare questo complesso abbigliamento sacerdotale, rappresentato proprio dal nostro bronzetto. 

Se ciò che intuisco è giusto, e, nella mia prospettiva trova una giusta spiegazione più che logica, siamo difronte ad un ennesimo rappresentante di coloro, che non si sapeva come contrastarli, perché evidentemente, usavano espedienti particolari, come l'uso dell'energia elettrica, per dissuadere e magari, annientare i nemici, come scritto nella Stele di Tanis  risalente al Faraone Ramses II, del 1287 a.C., in si dice testualmente : 

"Gli Shardana dal cuore impavido. Da sempre non si sapeva come combatterli, essi arrivavano con il cuore fiducioso, sui vascelli da guerra dal mezzo del Grande Verde, la parte tirrenica del Mediterraneo, e non  si poteva resistere davanti ad essi".

Un Sommo Sacerdote che aveva il potere di usare l'energia elettrica, attraverso il contatto delle armille dei piedi, e che veicolava, attraverso la bacchetta che tiene in mano. 

Il supporto sulla schiena poteva essere di rame o argento, e il manto in seta di bisso, lo avrebbe protetto da eventuali scosse. Che poi, anche il disco sul capo, potesse emettere una certa luminosità, anche questo potrebbe essere plausibile. Giustificherebbe l'aureola luminosa presente nei Santi, in epoche più recenti. 

Aggiungo che, il bisso ha il colore dell'Oro, e sicuramente, faceva un certo effetto, tutta questa luminosità che dava al personaggio un'aura Sacra, di potere, di luce, di divino, di invincibilita. 

Le mie, sono solo ipotesi, che ho cercato di argomentare con logica. 

Ma sono convinta, che, per ciò che hanno fatto in millenni di storia, anticipando di secoli, anche le altre civiltà, come ho sempre scritto, apportando anche degli esempi concreti, i nostri Antichi Padri, molto più vicini a YHWH, di quanto si creda, protagonisti anche in altre civiltà di passaggi importanti, per le meraviglie costruttive, simboliche, archetipali, ingegnose, architettoniche, che ci hanno lasciato, non abbiano avuto nessun problema a creare dei sofisticati dispositivi elettrici per amplificare il loro potere, almeno, dal punto di vista scenografico, perché non hanno mai avuto la fama di guerrieri sanguinari.

Anzi, al loro passaggio, in ogni parte del mondo, hanno lasciato Bellezza e Civiltà, e una certa potenza e solennità. 

Solo per questo motivo, ci sarebbe da inchinarsi e onorarli. 

I Sardi per primi. 

Quelli veri. 


Tiziana Fenu 

©®Diritti intellettuali riservati 

Maldalchimia.blogspot.com

Sommo Sacerdote approfondimenti