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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

martedì, agosto 29, 2023

💚Menhir androgino con gemelli

 Menhir antropomorfo del III millennio a.C., esposto Museo Diacronico di Larissa, Grecia. 

Questo menhir presenta delle simbologie interessanti. 

Rappresenta sicuramente un'energia androgina. 

Si vede benissimo che rappresenta il concetto di gemellare( si vedono anche i due feti, in basso), enfatizzato soprattutto nella cultura dell'Anatolia del III millennio, specialmente nella produzione degli idoli bicefali, che presentano una testa triangolare come questa

Ne ho parlato in un mio scritto a riguardo( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/idolo-con-due-teste.html?m=0), interpretando l'idolo con due teste, di provenienza turca, datato  inizio III millennio a.C., come esemplificativo della sinergia della creazione. 

La testa "triangolare" è la stessa. 

E hanno in comune, con questa rappresentazione, anche la decorazione semicircolare alla base del collo. 

L'estremita' triangolare, la testa, rappresenta il  principio Mascolino, che in questa rappresentazione è sottolineato  dalla conformazione fallica del pilastro. 

La testa, la sede del raziocinio, dell'analisi, della logica. Caratteristiche tipicamente mascoline. 

Non presenta occhi. È una rappresentazione simbolica. 

Alla base di questa estremità quasi piramidale, vediamo una una serie di moduli semicircolari, con, al centro, una coppella. 

I moduli sono 4, e mi fa pensare ai quattro elementi di Madre Terra, ai suoi quattro punti cardinali. 

La coppella è  un attributo tipico del Femminino. È grembo, è coppa che accoglie. 

Questa decorazione è sul chakra della gola, il quinto, Vishudda, che nella ha corrispondenza  anatomica  e morfologica, con il condotto uterino ( linguisticamente, ho sottolineato più volte come il termine sanscrito Vishudda, trovi corrispondenza, nella desinenza, nel nostro termine sardo "udda", che indica l'apparato riproduttivo femminile, che in origine era un sintagma sacrale in ambito sumero - i Sumeri, da molti studiosi, sono ormai identificati con gli stessi Sardi-- indicava una benedizione beneaugurante di avvio verso il sole, "ud- da"), dove sono posizionati, in corrispondenza, i due feti speculari. 

Ma i 4 moduli semicircolari, mi fanno anche pensare alle quattro fasi della Luna. 

Sul lato sinistro, presenta una serie di Chevron, sembrerebbero quattro, sul lato sinistro, quello del Femminino, quindi si ripresenta la simbologia femminile del quattro, anche se i vertici sono verso l'alto, quindi con una polarità maschile. 

In questo caso, la simbologia incrociata, indica proprio una sinergia di creazione tra Mascolino e Femminino. 

C'è un'altro simbolo, sul lato destro, che somiglia all'antica forma archetipale della lettera Qoph, il diciannovesimo Sacro Archetipo Ebraico, che sembra, nella sua archetipale conformazione, un'ascia bipenne, che indica la polarità degli Opposti che agisce in sinergia per la Creazione. 

Infatti l'ascia bipenne era il simbolo del labirinto di Cnosso, che è una simbologia dell'energia femminile, uterina, attraverso la quale, il Minotauro può accedere alla sua trasmutazione. 

I gemelli, speculari, in basso, riflettono l'androginia della rappresentazione creativa. 

Una mano, la destra, è sul chakra del plesso solare,  il chakra Manipura, governato all'elemento Fuoco, il Mascolino, il centro creativo dell'umano. 

Avevo già parlato di questa simbologia, presente trasversalmente in ogni civiltà ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/simbolismo-mani-sul-plesso-solare.html?m=0) 

L'altra mano, quella sinistra, che corrisponde al lato del Femminino, è sul chakra del cuore, Anahata, che corrispinde all'elemento Aria, il soffio divino che si incarna.

È l'afflato divino, che prende Forma attraverso il Femminino,che governa il cuore e poi si manifesta attraverso il chakra della gola. 

Attraverso la voce, il Verbo, la Parola insufflata. 

E qui, ritorna la corrispondenza tra la laringe, che crea il suono, e l'utero, che crea la vita. 

Pensiamo alla simbologia della colomba capovolta, cristiana, che rappresenta l'energia divina che si fa forma, attraverso il Femminino, attraverso la Shekinah. 

Abbiamo molte rappresentazioni di capovolti nelle nostre antiche stele di Laconi, qui in Sardegna, o nelle Domus de Janas di Oniferi. 

È un sapere iniziatico che era di dominio del Femminino, è la Sophia celeste, primordiale Alpha e Omega, prima che il Mascolino, nel suo invasivo e castrante patriarcato, avesse il sopravvento ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/07/alfa-e-omega.html?m=0) 

Pensiamo anche alle nostre stesse pavoncelle sarde davanti all'Albero della Vita( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/09/mi-e-sempre-piaciuta-la-pavoncella_28.html?m=0) 

Le Sacre Custodi di tutto il sapere iniziatico. 

La rappresentazione del Gemellare, é tipico di ogni civiltà, trasversalmente, perché è un concetto cosmogonico, che si ritrova come fulcro concettuale e simbolico, di ogni antica civiltà, perché è lo speculare, il gemellare, a rivelare la natura divina dell'umano, come ho scritto tante volte, anche, e soprattutto, nella nostra Antica Civiltà Sarda.

Una rappresentazione, questa esposta nel Museo di Larissa, veramente straordinaria, di cui non ho trovato altre immagini, ma che già così, frontalmente, rivela una ricca simbologia.


Tiziana Fenu

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Menhir androgino con gemelli



💙Superluna Blu 31/8/2023

 Giovedì 31 agosto 2023, si manifesta il fenomeno della Luna Blu, la Superluna piena, in Pesci, da non confondere con la Tredicesima Luna. 

La Tredicesima Luna viene chiamata anche Luna senza nome, poiché si verifica un'anomalia dovuta alle differenze tra anno solare( con 365 giorni) e anno lunare( con 354 giorni), con uno scarto di 11 giorni tra i due cicli, solare e lunare, che, nell'arco di tre anni( la tredicesima Luna, infatti, si verifica in media ogni tre anni) va come a formare un mese a sé, in cui i due cicli, grazie alla doppia un'azione all'interno di esso, si riallineano.

La Tredicesima Luna va da un novilunio all'altro, e si verifica sette volte ogni 19 anni, e si manifesta nell'anno solare successivo  a quello in cui si sono manifestati 13 pleniluni.

È la base del calendario ebraico, e la tredicesima Luna, va a far coincidere, con il suo ciclo di 19 anni,  2 ore e 5 minuti, il ciclo solare, con quello lunare. 

Questo ciclo viene chiamato ciclo di Metone, astronomo e matematico greco, risalente al V sec. aC, già usato in Mesopotamia. 

Al termine di questi 19 anni, si otterrebbe una perfetta sincronia tra i moti della Luna e del Sole: le medesime date corrisponderebbero alle stesse fasi lunari. Per giungere a questa sincronia, occorre però operare una serie di embolismi, ovvero di intercalazioni che avvengono sette volte entro un ciclo di 19 anni , come ho già scritto

Invece la Luna Blu, che non è una lunazione, va da un plenilunio all'altro, poiché è la seconda luna piena (di cui la prima a inizio mese), all'interno dello stesso mese, e può cadere soltanto in febbraio, maggio, agosto e novembre, cioè un mese prima dell'equinozio o del solstizio. 

Si considera la tredicesima luna in base ai segni zodiacali: ossia la seconda luna piena quando il sole si trova nello stesso segno zodiacale della prima. 

Ma in agosto, abbiamo avuto la prima luna piena, il primo agosto, con il Sole sotto il segno del Leone, e Luna in Acquario, mentre questa del 31, ha il sole sotto il segno della Vergine, ed è in Pesci. 

Il plenilunio del primo agosto, è stato traguardato, come abbiamo visto, dal segno dell'Acquario, di martedì, sotto il segno solare del Leone, e guidati dall'energia del Sacro Archetipo Ebraico Ayin, con funzione corrispondenza, e dall'Arcano Maggiore XVI della Torre. 

Abbiamo celebrato, in questa data, anche il passaggio della celebrazione  del Lughnasadh, o Lammas, la festa del raccolto, dei Doni dell'Unione Sacra tra Sole e Terra, tra le due polarità, in corrispondenza, che celebrano il loro "sacrificio", il loro rendersi sacri, attraverso una mietitura simbolica, per un qualcosa di più nobile, di più elevato, rappresentato metaforicamente, dall'elemento Aria, del segno dell'Acquario. 

Poi abbiamo avuto il Sacro Portale dei Leoni, ancora di martedì, l'8/8, con luna calante in Toro, elemento Terra, ed energia del Sacro Archetipo Ebraico He, il quinto, con funzione "vita" e Arcano Maggiore del Papa. 

Il 16 agosto, di mercoledì, Luna Nuova in Leone, energia dell'Archetipo Tau, il ventiduesimo, e Arcano Maggiore XXII del Folle. 

Con questo Plenilunio, siamo già, a tutti gli effetti, sotto il segno della Vergine, che ammorbidisce e purifica il Fuoco del Leone. 

Lo porta ad un livello successivo. 

Per questa Super Luna Blu siamo traguardati dall'energia dei Pesci, con Sacro Archetipo Ebraico Qoph, con funzione "legante" e Arcano Maggiore XIX del Sole. 

Questo mese di agosto, è stato traguardato, nelle sue date più importanti, energeticamente, da tutti e quattro gli elementi. 

Inizia con il Fuoco (Leone) e Aria( Acquario) e finisce con la Terra ( Vergine) e con l'Acqua ( i Pesci). 

E in questo corridoio energetico, tanti passaggi importantissimi, di trasmutazione alchemica. Fuoco, aria, vento, acqua, vapore. 

Sacrificio. 

Tutto incanalato nel rendere sacro, nella scarnificazione estrema. 

Con i Pesci, si scende in profondità, verso l'Essenza monadica. 

Ci sono state tantissime occasioni energetiche, in questo mese, attraverso le quali abbiamo percepito lo scollamento dall'individuale, dalla frammentazione. 

Siamo scesi così in profondità, da poter percepire le vette di quella energia cosmica, universale, che ci tiene uniti, in Frequenza, in risonanza, come una rete, oltre il visibile, oltre l'orizzonte, in cui siamo già oltre il tempo e lo spazio. 

Guardacaso, ma mai per caso, l'Archetipo Qoph, la somma totale di questa data di plenilunio, corrisponde, nello Zodiaco, proprio al segno dei Pesci. 

La sua funzione è "legante", ed essendo rappresentato dall'Arcano Maggiore del Sole, enfatizza i legami che vengono alla luce del sole, che nascono, di riflesso, dal nostro Sole interiore. 

Si parla di frequenze, sdoganate dai vincoli delle forme precedenti. 

Il Sole, che rivela la verità, qualunque essa sia. 

Attraverso la sua luce, emergono i nostri legami, ciò che ci è in risonanza. 

È un momento di forte allineamento, questo di questo Plenilunio. 

Inanzittutto con noi stessi. 

Il glifo dei Pesci, indica l'integrità, come un Tau, come un'Alfa e un'Omega. 

La risonanza interna, viene poi veicolata anche verso l'esterno. 

E l'esterno ci parla di nuove frequenze, di nuove percezioni, di cassa di risonanza verso frequenze più elevate 

Guardate la straordinarietà. 

Archetipo 19, in base alla somma di ogni numero della data di questo importante plenilunio. 

Il sole, la luna e la Terra, si allineano nella stessa posizione, ogni 19 anni

E, come ho già scritto, l'astronomo greco Meton, scopri' che ogni 19 anni, il ciclo solare e lunare coincidono

L'energia del Sole e della Luna, sono in equilibrio, come il glifo dei Pesci, che rappresenta l'armonizzazione delle due polarità. 

19, come le circonferenze del Fiore della vita completo, di cui la più antica rappresentazione si trova nel tempio di Osiride, ad Abydos, e al cui centro, si può vedere la Stella di David, l'esagono, il Fiore a sei petali, la Vesica Piscis. 

E ritorniamo al concetto di "pesce primordiale". 

L'intersecazione delle due polarità. 

L'esagono puntato non è niente altro che la struttura dell'acqua, poiché il cristallo d'acqua presenta sempre questa struttura. 

È la nostra forma di coscienza. 

Un imprinting genetico e animico. 

Perché non è vero che siamo "polvere, e polvere ritorneremo". 

Siamo fatti di Acqua. 

Acqua che è memoria. 

Che ricorda bene il legame, l'antica Alleanza tra cielo e terra, tra acqua e fuoco, tra acqua e sole, tra Sole e Luna. 

Si sono implementate le due polarità, in modo così profondo, che anche l'inabissamento nelle acque profonde dei Pesci( i Pesci sono governati dal misterico Nettuno e dal solare Giove), non scalfisce questa nuova integrità ritrovata. 

In questa nuova Coscienza, e Consapevolezza. 

Si è portata alla luce, al nostro stesso Sole, ogni impurità. 

Si è compiuto, in effettivo raccolto, quel "sacri-ficio" del Lammas di inizio mese, attraverso tanti passaggi alchemici, e il Fuoco Sacro, il nostro, finalmente è stato rivelato, come indica l'Arcano Maggiore XIX del Sole, che indica tante cose, vittoria, realizzazione, ma soprattutto, guarigione, rinascita. 

Legami con nuove frequenze, vere, intense, trasparenti come i raggi solari. 

Abbiamo provato, sulla nostra pelle, abbiamo attraversato il Fuoco, abbiamo osservato. Stiamo osservando. 

Osserviamo anche il negativo, il male, l'inganno, la distruzione, amplificati più che mai, in questo mese di agosto. 

Tutto necessario, funzionale al paragone, e al capire a cosa vogliamo essere legati, energeticamente. 

Cosa significa "essere Sole", e, invece, oscurare, mistificare. 

Una trasparenza a cui siamo stati chiamati da tempo. 

Non solo come osservatori, ma anche come parte attiva, prima come singoli, poi come identità comunitaria, artefici del nostro stesso Oro, del nostro stesso Sole. 

È un Plenilunio di grande amorevolezza e dolcezza, in cui si sente, forse un momento di contrazione in sé stessi, con la propria dimensione, intima, inabissata sotto il livello del mare, metaforicamente. 

Un momento necessario, dopo tanti passaggi, per cristallizzare, per dare forma, come ad caleidoscopico diamante, a quella nostra dimensione di purezza, di integrità, di "giusto e di bello" raggiunto, forgiati dal Fuoco, come un diamante che emerge poi, in tutta la sua bellezza e regalità, che si lascia attraversare, in verità e trasparenza, dai raggi solari, per creare nuove, caleidoscopiche dimensioni, che possano creare legami, oltre ogni possibile, statico, orizzonte. 


Tiziana Fenu 

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Superluna Blu 31/8//2023



💛Altare tredicesima Luna ampliato

 Giovedì 31 agosto 2023, si manifesta il fenomeno della Luna Blu, la Superluna piena, in Pesci, da non confondere con la Tredicesima Luna. 

La Tredicesima Luna viene chiamata anche Luna senza nome, poiché si verifica un'anomalia dovuta alle differenze tra anno solare( con 365 giorni) e anno lunare( con 354 giorni), con uno scarto di 11 giorni tra i due cicli, solare e lunare, che, nell'arco di tre anni( la tredicesima Luna, infatti, si verifica in media ogni tre anni) va come a formare un mese a sé, in cui i due cicli, grazie alla doppia un'azione all'interno di esso, si riallineano.

La Tredicesima Luna va da un novilunio all'altro, e si verifica sette volte ogni 19 anni, e si manifesta nell'anno solare successivo  a quello in cui si sono manifestati 13 pleniluni.

È la base del calendario ebraico, e la tredicesima Luna, va a far coincidere, con il suo ciclo di 19 anni,  2 ore e 5 minuti, il ciclo solare, con quello lunare. 

Questo ciclo viene chiamato ciclo di Metone, astronomo e matematico greco, risalente al V sec. aC, già usato in Mesopotamia. 

Al termine di questi 19 anni, si otterrebbe una perfetta sincronia tra i moti della Luna e del Sole: le medesime date corrisponderebbero alle stesse fasi lunari. Per giungere a questa sincronia, occorre però operare una serie di embolismi, ovvero di intercalazioni che avvengono sette volte entro un ciclo di 19 anni , come ho già scritto

Invece la Luna Blu, che non è una lunazione, va da un plenilunio all'altro, poiché è la seconda luna piena (di cui la prima a inizio mese), all'interno dello stesso mese, e può cadere soltanto in febbraio, maggio, agosto e novembre, cioè un mese prima dell'equinozio o del solstizio. 

Si considera la tredicesima luna in base ai segni zodiacali: ossia la seconda luna piena quando il sole si trova nello stesso segno zodiacale della prima. 

Ma in agosto, abbiamo avuto la prima luna piena, il primo agosto, con il Sole sotto il segno del Leone, e Luna in Acquario, mentre questa del 31, ha il sole sotto il segno della Vergine, ed è in Pesci. 


Detto questo, ripropongo il mio scritto riguardo l'altare delle Tredici Lune che si trova vicino all'altare di Santo Stefano a Oschiri, di cui ho già approfondito la simbologia, secondo il mio personale sentire( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/04/altare-di-oschiri.html?m=0) 

Un altare profondamente simbolico, di trasmutazione e di rinascita, come tutta la koine' concettuale e simbolica, che fa da filo conduttore tra i nostri nuraghi, tra le nostre Domus de Janas, tra le nostre Tombe dei Giganti, e tra i nostri Pozzi Sacri. 

L'elemento in comune, è sempre quello, rinascita, trasmutazione, fecondazione, vita e morte, cicli lunari e solari, altamente simbolici, riflessi nei naturali cicli umani. 

Le simbologie a confronto, in questo mio scritto, sono quelle tra il pozzo sacro di Santa Cristina, di cui ho approfondito svariate volte, e questo altare di Oschiri, con tredici coppelle, che ho chiamato altare delle "tredici lune". 

Le tredici coppelle intorno a una centrale, presente nel sito archeologico rupestre dell'altare di Santo Stefano, a Oschiri, in provincia di Sassari, e il pozzo di Santa Cristina. 

Entrambi sono legati ai calendari lunari.

Un confronto tra la simbologia delle 13 coppelle, che rimandano alla tredicesima luna, e ai cicli lunari osservati e poi resi manifesti, da quello che viene definito un'osservatorio lunare, cioè il pozzo di Santa Cristina. 

Entrambi hanno qualcosa in comune

La Tredicesima Luna.

Ora, non sappiamo esattamente se la tredicesima coppelle, sia riferita ad una tredicesima Luna, o ad una Luna Blu, ma prendiamo in considerazione il concetto generico di una doppia lunazione

Ma procediamo con ordine.

Il calendario attualmente vigente, è quello gregoriano. Un calendario solare entrato in vigore nel 1582.

Ma, ancora maggiormente preciso del calendario solare gregoriano, è quello tropico, che è sempre un calendario solare, ma che va dal solstizio di inverno, in un anno, fino a quello dell'anno successivo. 

Questo calendario conta fino a 12 lune piene in un anno (3 per ogni stagione), e ogni volta ogni tre anni circa, il calendario tropico conta 13 lune piene in un anno, cosicché una stagione può avere anche 4 lune piene invece che tre. 

Ma non sono esattamente 13 lune in un anno. 

Sono esattamente 12,268.

Questo scarto di 0,268 lunazioni porta al fenomeno della tredicesima luna solo 7 volte ogni 19 anni, cioè quando la somma delle frazioni di lunazione annuale, diventa un' intero, circa ogni 2,7 anni.

Questo fenomeno viene ancora calcolato come la terza luna di una stragione che ne conta quattro. 

Un fatto che viene ritenuto altamente propiziatorio. 

I mesi sinodici non si riferiscono  alle lune piene, ma alle lune nuove, perché una lunazione comprende il periodo da una luna piena all'altra.

Quindi abbiamo un anno lunare, distribuito in 12 lunazioni e un terzo(1/3), che è un fenomeno ciclico, e inizia dalla prima luna nuova del mese di marzo, dalla Primavera

Si continua per 12 lunazioni di 29 giorni ciascuno, fino ad arrivare alla luna nuova dell'anno successivo, sempre a marzo.

Il tutto, discostato dall'anno solare calendariale, ma allineato invece con le stagioni

Quindi 12 lunazioni certe in un anno, e una volta ogni due anni e 7 mesi, una tredicesima lunazione, la luna detta "Intrusa", che rimette le cose a posto.

Le lunazioni cadono sempre a cavallo di due mesi, come i segni zodiacali

Quindi con due lune nuove (di cui la seconda, la tredicesima, sarà la luna dello scrigno) o due lune piene(di cui la seconda, sarà la luna intrusa), possiamo avere certezza della tredicesima Luna. 


E, cosa assolutamente straordinaria,  anche il pozzo di Santa Cristina a Paulilatino, racconta di questa straordinaria geometria lunare legata alla Tredicesima Luna. 

Poiché quasi ogni 19 anni, anche qui, si osserva una precisa astronomia lunare. 

Cioè, si osserva che la linea passante tra il nord della base della cupola e il foro apicale (l’oculus) risulta inclinata rispetto alla verticale, secondo un angolo che caratterizza il punto in cui la luna stessa attraversa il meridiano durante il cosiddetto lunistizio maggiore settentrionale.

Che è il momento astronomico in cui la luna raggiunge il punto più alto del suo ciclo (la massima declinazione, in termini tecnici), che dura circa 18,6 anni.

Oltre all'altro fenomeno per il quale, nei mesi di settembre (dal 21 al 23 alle ore 12.00) e di marzo (dal 18 al 21 alle ore 11.00), in occasione degli equinozi, il sole illumina perfettamente il fondo del pozzo di Santa Cristina, penetrando attraverso il vano scale e riflettendosi poi sull’acqua.

Il sole, con i suoi raggi, si riflette sull’acqua del pozzo. In questa circostanza l’osservatore, negli ultimi 6 scalini interni, può vedere la propria ombra riflessa sull’acqua e proiettata capovolta sulla parete della camera a tholos di fronte. 

Cioè, praticamente, sia le tredici coppelle dell'altare di Santo Stefano a Oschiri, considerando quella doppia, sulla prima della serie, intorno a quella più grande centrale, che  la disposizione del pozzo di Santa Cristina, da (osservatorio lunare), rilevano lo stesso periodo di tempo, il periodo della tredicesima Luna. 

Uno, inciso sulla pietra, nell'altare di Oschiri. 

Uno, "inciso" nell'acqua, nel pozzo di Santa Cristina. 

Infatti ogni 18 anni e 6 mesi, quando la luna raggiunge la sua altezza massima, la sua luce attraversa l’apertura sulla sommità del pozzo, riflettendosi sull'acqua. 


Questo fenomeno ha un' alto valore sacrale, poiché stiamo parlando dei Riti Sacri di Esbat, quelli legati alla tredicesima luna, poiché l'acqua di luna, benedetta da queste lunazioni, durante questi Esbat, sono estremamente carichi energeticamente, sia per le divinazione, che per gli incantesimi. 

La Tredicesima luna è collegata al mondo degli spiriti, ai reami dell'oltretomba, agli antenati. 

È una luna oscura, che porta in sé estrema energia alchemica, trasformativa.

Vengono richiamate, in queste lune, gli spiriti delle Antiche Madri, come le banshees, in alcune culture, quelle che sono in contatto con il mondo dei morti, e la pietra più usata in genere, è l'ossidiana.

Mi viene in mente il rito dello specchio di ossidiana presso la cultura tolteca. 

Il rito di iniziazione, di divinazione per le curandere, alle quali viene fatto il Dono di vedere attraverso lo specchio di Ossidiana, attraverso l'oscurità della sua pietra, e di poter fare delle divinazioni, o riuscire vedere il passato attraverso esso.

È una luna nella quale si deve morire a se stessi, e rinascere nel grembo della madre, nelle acque uterine del pozzo sacro. 

24 gradini per scendere e 12 superiori, pur se impraticabili, ma simbolici, per risalire, nel pozzo di Santa Cristina. 

Si entra da uomini, imperfetti, ci si depura, e si rinasce. 

Se ne esce alchemizzati, trasformati, alleggeriti, divinizzati, e si risalgono i 12 gradini verso il Divino, che in riduzione teosofia diventano il "3", la Sacra Triade Creativa, l'uomo solare, capace di creare alchemicamente.

Immagino la potenza del riflesso di questa tredicesima luna, celebrata durante l'Esbat, con il suo riflesso argenteo, in tutta la sua potenza, che illumina e benedice l'acqua nel pozzo

La volta ogivale del pozzo è alta 7 metri


Sette, sono le volte  nelle quali, nell'arco di questi quasi 19 anni, si creano 13 lune piene in un anno. 

Il tredicesimo Sacro Archetipo Ebraico è la Mem, una delle tre Lettere Madri, che indica le ancestrali Acque creatrici, amniotiche. 

Le acque mnemoniche, della memoria, degli Antenati. Qui in Sardegna il culto delle acque è di prioritaria importanza. 

L'Archetipo Mem è legato anche al concetto di Morte (Arcano Maggiore XIII). 

Acqua come simbolo di vita e di morte, di trasmutazione, di nascita e rinascita continua 

Niente è lasciato al caso, nella Sacra Geometria dell'Antica Civiltà Sarda.

Avevo già scritto, in un mio precedente post, proprio sul pozzo di Santa Cristina, come questo, sia perfettamente inscrivibile, nella sua planimetria, all'interno della Sacra Vesica Piscis. 

Una simile struttura, che gioca anche su particolari Ierofanie all'interno, in particolari momenti , con estrema precisione di calcoli astronomici che poi si riflettono, appunto nei riflessi della stessa luna nell'acqua della cisterna, e nella tholos come riflesso di sé stessi, che non può che essere stata edificata seguendo i parametri della Geometria Sacra, della Sezione Aurea. 

Perché Sacro è ciò che comunica. 

La superficie dell'acqua, circolare, come uno specchio di ossidiana, nel quale uno vede riflesso se stesso e ciò che è stato, quando si immerge dentro per la purificazione, nel passato di ciò che è stato. 

E sulla parete della Tholos, ancora, come uno specchio di ossidiana, quando dopo la purificazione lunare, si viene baciati dal sole, dal fuoco, e si vede la propria immagine riflessa, capovolta, come una rinascita, stavolta solare( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/ombra-capovolta-santa-cristina.html?m=0) 

Perché si rinasce, si viene alla luce, con la notte e con il giorno. 

Con la luna e con il sole. 

Nel grembo buio delle acque amniotiche della cisterna circolare del pozzo, e attraverso il sole che ci mostra un riflesso di noi, come potremo essere, una volta purificati dall'acqua, da Madre Acqua, e dal Sole, dal Padre Cosmico, divinizzati con il Fuoco. 

Perché si nasce, si rinasce, attraverso l'Acqua e il Fuoco.

Nell'altare di Oschiri, sempre tredicesima lunazione, al suo massimo splendore, e forse la coppella grande centrale indica la luna piena nella sua massima luminosità, nella sua massima energia.

Ma molto più probabilmente il sole.

Fuoco e acqua per purificare e rinascere. 

Immagino queste coppelle, usate per celebrare degli antichi riti di divinazione con l'acqua, con il riflesso della luna sull'acqua. E poi del sole

Riti che avevano entrambi gli elementi, come nel Pozzo di Santa Cristina. 

Sole e Luna

Riti celebrati in luna piena, però, probabilmente.

Perché si celebra custoditi dalla magia della notte e si "sigilla" con il fuoco della luce solare, quando si rinasce a nuova vita.

Come il riflesso dell' immagine capovolta che rinasce, baciata e benedetta dal Sole.

Rivoltata, rinnovata.

Un calendario Sacro, quello delle Tredici Lune. È lo Tzolkin, il Sincronario Maya Galattico, che mi appassiona da sempre, perché rivela le energie presenti nel giorno della nostra nascita, e come queste si armonizzino tra loro, secondo il ritmo della nostra Anima,  dove il tempo è arte. 

Io nel Sincronario Maya sono un Kin 194, un Mago Bianco Cristallo, e come Guida ho l' energia dell' Allacciatore dei Mondi.  Un profilo energetico, nel quale mi ritrovo totalmente

E pensare che gli Antichi Sardi celebrassero e onorassero queste Sacre Energie, mi fa venire i brividi. 

Due località, Oschiri e Paulilatino, a 98,8 km di distanza. 

Due strutture, pozzo di Santa Cristina e altare di Oschiri, che distano cronologicamente almeno due millenni. 

1300 a. C., circa, per il pozzo di Santa Cristina,  e III-IV mill. a.C.,per l'altare di Oschiri. 

Una sacralità devozionale, custodita per mano femminile, come in altre civiltà, attraverso le donne, le Janas, dove lo studio delle lune, non riguardava solo la propria ciclicità femminile, l'alternarsi delle stagioni, dei cicli di caccia, di semina, ma anche, e soprattutto alla divinazione. 

Al leggere, attraverso la materia, il denso, l'acqua, la luna, quel segno del Divino che noi abbiamo perso, ma che nelle antiche Civiltà era importante al punto tale da sublimare la stessa materia come veicolo del Divino. 

Sulla simbologia del numero tredici ci sarebbe moltissimo da dire 

Ma già il fatto che significhi morte, trasformazione e rinascita, è già simbolico di per sé. 

Come la sua riduzione teosofica, 3+1, un "4", in una Ottava superiore. 

"12+1", come numero dell' Iniziato ai Misteri 

Come il tredicesimo segno, la tredicesima costellazione, l'Ofiuco, l'uomo che riesce a dominare il Serpente, la Conoscenza, la Sophia. Il mio reale segno di appartenenza, di cui noi abbiamo una splendida rappresentazione simbolica nel bronzetto dell'Ofiotauro, nel bronzetto di Nule(  https://maldalchimia.blogspot.com/2023/04/bronzetto-di-nule-ofiotauro.html?m=0) 

Come Cristo, il "tredicesimo" Apostolo

Toth, Ermete Trismegisto.. 

Il re Artù, figlio del re Uther" Pendragon", "testa di drago", e di una Ygraine "oca/cigno" dell'Uovo Cosmico

Il re Artù e i suoi dodici cavalieri della Tavola Rotonda.. 

La tredicesima tribù di Israele, quella dei Dan.. Quella ribelle.. 

E molto altro..

Guardacaso il Tredicesimo Sacro Archetipo Ebraico è proprio Mem, acqua, una delle tre lettere Madri, insieme ad Aleph, Padre Creatore e Shin, Fuoco. 

Nascita, rinascita, che si identifica con la tredicesima Luna. 

Simbologie che si ripetono nel tempo, con nomi e situazioni diverse, ma che riconducono ad un unico archetipo. 

L' Alchimista di sé stesso

Trasformatori di piombo in oro. 

Come lo erano gli Antichi Sardi. 

Grandi trasmutatori energetici, che traevano energia dalla connessione profonda che avevano con le energie dei cicli della natura e del cosmo

E il pozzo di Santa Cristina, e le tredici coppelle dell'altare di Oschiri, ne sono testimonianza. 

Unite da un segreto. 

Il Sacro Segreto della Trasmutazione. 


Tiziana Fenu 

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Altare tredicesima Luna ampliato









lunedì, agosto 28, 2023

💛La vasca Tanit di Porto Torres

 Da un post, e scatto, di Bibi Pinna( https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=1790630538022282&id=100012260597193), che io ho ribaltato, nella terza immagine, per sottolineare una cosa importante. 

Viene definito un "acquario" 

"Un acquario di quasi 2.000 anni.

Il mosaico "marino" rinvenuto nella Domus di Orfeo nell'antica città romana di Turris Libisonis (Porto Torres)". 

~~~~~~~~~~

A titolo informativo, il Parco Archeologico di Porto Torres, che si trova nella parte nord-ovest della città, ospita la località antica di Turris Libissonis e la maggior parte degli altri monumenti romani della zona. La città di Porto Torres, infatti, è stata edificata sui resti della colonia Iulia di Turris Libisonis, fondata da Giulio Cesare nel 46 a.C.

Sicuramente la rappresentazione di questa vasca riporta ad un ambiente marino. Ci sono i pesci, le cipree, vedo qualche seppia. 

Ma non credo che si tratti di un acquario. 

La conformazione, rimanda fortemente, al simbolismo del Sacro Femminino, alla conformazione della Tanit, alla stella a cinque punte, e, visto, così ad occhio, gli angoli di base sono a 72°, che sappiamo benissimo, essere gli angoli di ingresso del nostro pozzo Sacro di Santa Cristina, e degli ingressi nei nuraghi, come ho scritto tante volte. 

Un angolo che riporta al grado di angolazione dei raggi solari durante il Solstizio estivo, la cui simbologia, i romani, conoscevano molto bene, tanto da farne il momento principale in cui l'imperatore romano, proprio durante il Solstizio estivo del 21 giugno, viene trasfigurato in "corpo di luce", esattamente come avviene nei nostri nuraghi ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/03/pozzo-s-cristina-pantheon.html?m=0) 

Il raggio di sole che entra nel Pantheon, per il Solstizio estivo, ha un raggio di 9 metri ed un'inclinazione di 72°. 

Ha un'estensione di 9 metri, che richiama il numero 9 degli  angoli 72°/72°/36°,  dell'ingresso del pozzo di Santa Cristina e dei nostri nuraghi. Sommati singolarmente, diventano dei 9

72/72/36

9/9/9

27

Ancora un 9

Il 9 è il numero del grembo, del Sacro Femminino, della Creazione."

Come un grembo, è il pozzo di Santa Cristina, e, metaforicamente, anche questa vasca dalla forma particolare. 

Superfluo, sottolineare, che i romani hanno ripreso dalla nostra Antica Civiltà Sarda.. 

Tra l'altro, in questa vasca, nel mosaico del fondo, è rappresentata tra i vari tipi di pesce, anche una ciprea, una conchiglia molto particolare, che viene usata spessissimo nella composizione del nostro amuleto sardo più noto, "su Coccu", di cui ho già approfondito ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/su-coccu-sardo_12.html?m=0) 

Ciprea, che mette in correlazione anche il nostro Sacerdote musico, il noto bronzetto, con la dea Hakmet egizia, dea della fertilità, della lussuria, il cui simbolo era proprio una ciprea( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/03/dea-akunetsacerdote-musico.html?m=0) 

Quindi tutto fa pensare ad una vasca propedeutica ad una certa dimensione cultuale e ritualistica, magari legata alla fertilità o al parto. 

Ma per il parto, forse le dimensioni dovevano essere maggiori, come per la vasca romana di Collinas, chiamata proprio "su angiu", un termine agro-pastorale, che indica il travaglio del parto. 

Vorrei ricordare che tutte le nostre Domus de Janas sono orientate ai solstizi, e che il Sacro Femminino, di ogni epoca, è sempre stato legato ai solstizi, gli estremi del buio e della luce, simbologia catarchica, dello stesso concetto di vita e morte, di cui il Femminino è custode e depositario. 

Trovo quindi, pertinente, considerare questa vasca, come un simbolo della stessa vita che rappresenta la Tanit, simbolo anche, a livello strutturale, della chiave della vita, del simbolo egizio dell'Ankh. 

Potrebbe essere una vasca ritualistica, per occasioni particolari, come il parto, o il battesimo. 

Le prime vasche battesimali sono state per lo più a forma ottagonale, questo perché il numero 8 è ancestralmente legato a Venere, e a tutti i Sacri Femminino che lo hanno rappresentato, a partire dalla Dea Mesopotamica Ishtar, il cui simbolo, era proprio una stella a 8 punte. 

Questo aspetto, ha un antico riferimento astrale, perché Venere, nell'arco di 8 anni, traccia nel cielo, il suo percorso pentacolare. 

La stessa Tanit, come ho scritto nel mio ultimo post, sulla stele della "Tanit del delfino"( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/08/la-tanit-del-delfino.html?m=0) è collegata anche alla dimensione acquatica perché la Dea Tanit era il simbolo della "Casa dei Delfini' , il sito archeologico della sacra' isola di Delo nella Cicladi, in  Grecia, che, presenta, in questa" casa", in questo luogo sacro, un mosaico con la dea Tanit. 

Ma c'è anche, oltre ad altre case, la casa del tridente, e qui, viene spontaneo un collegamento con Nettuno, erede, probabilmente di un Ba’al "acquatico" di tradizione punica. 

Questa vasca in questione, si trova della Domus chiamata di Orfeo, a Porto Torres. 

La figura di Orfeo è storicamente legata alla nascita dell’Orfismo, i cui riti ad esso connessi sono databili al XV sec. aC.

RIti ripresi anche nei Misteri Eleusini, quindi legati al Sacro Femminino, in cui la guida è la figura di un Orfeo sciamanico, capace, come il Sacro Femminino, di entrare in contatto, anche attraverso l'uso delle frequenze musicali( Orfeo era un grande musico e cantore) anche con la dimensione dell'oltretomba. 

Un punto centrale dell'Orfismo è la reincarnazione, un ciclo continuo di morte e rinascita, in cui si enfatizzava in particolare gli ultimi istanti del morente, in cui l’anima staccata dal corpo, dissetandosi alle acque salvifiche del lago di Mnemosine, le avrebbe dato facoltà di presentarsi a giudizio pura, come appartenente a stirpe celeste. 

Ma questa dimensione di "acqua salvifica" e guaritrice, è tipica del Femminino, della Tanit archetipale, in equilibrio tra i due solstizi, tra le due estremità metaforiche del buio e della luce, del solstizio invernale e del solstizio estivo, del mondo dei morti e del mondo dei vivi. 

E quando si parla, di stirpe celeste, il richiamo è alle prime civiltà atlantidee, intimamente legate all'aspetto superiore della Luna, del Femminino, quindi a Nettuno, un cosmocreatore, che governa le acque primordiali della Genesi, gli Oceani, la luna. 

Il Sacro Femminino, la Stella Maris, la Maria del cristianesimo. 

La stella, come la stella a cinque punte dello schema della Tanit.

Maria, il cui simbolo, sono le acque superiori, che astralmente corrispondono ai Pesci, governati proprio da Nettuno, e che hanno come opposto e complementare, il segno della Vergine. 

La simbologia dei Pesci, ancestralmente, era tutta al Femminino. Pensiamo alla Vesica Piscis, alle Sheela Na Gig. 

Era la vulva femminile, il simbolo della creazione, fino a che non hanno incominciato ad usare questa "cornice vulvare", sia per identificare un Mascolino, il Cristo, chiamato Ichtys( "pesce"), sia per incorniciare indistintamente sia il Mascolino che il Femminino, Cristo e Maria, nelle rappresentazioni religiose. 

Quindi, il riferimento a questa vasca, non può che essere un Sacro Femminino, una Tanit primordiale, poi rappresentata dai tanti Sacri Femminini che l'hanno impersonata, custode della vita e della morte, psicopompo tra le dimensioni. 

Alla luce di queste considerazioni, credo proprio che non si tratti di un acquario, e nemmeno di una vasca per il parto, ma una vasca per uso ritualistico per celebrare i Misteri Orfici, di morte e rinascita anche simbolica, che riprende la metafora simbolica della rinascita, dell'immortalita attraverso le acque salvifiche e purificatrici del lago Mnemosine, il cui nome, rimanda proprio all'Archetipo Madre Mem, l'Archetipo delle Acque Primordiali. 

Un Archetipo Femminino, che custodisce anche la Mem-oria della  discendenza atlantidea, delle prime antiche civiltà matriarcale, di cui la Tanit, probabilmente è la figura archetipale, perché ha riferimenti astrali anche con i solstizi. 

Una demiurga, che troviamo trasversalmente in ogni periodo e civiltà, sotto vari nomi ed espressioni del Femminino,  custode delle polarità opposte, della terra e dell'oltretomba, della luce e del buio, della terra e del cielo, sempre rappresentata con due elementi simili e contrapposti, o con il caduceo, come ho scritto nel mio ultimo post a riguardo. 

La Stella Maris, l'Archetipo di tutte le Madonne. 

La Tanit, la prima Vergine Nera, come le prime Madonne( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/06/la-tanit-di-tresnuraghes-tessitrice.html?m=0) 


Tiziana Fenu 

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La vasca Tanit di Porto Torres









sabato, agosto 26, 2023

💙Stupro Palermo

 La data dello stup*o di Palermo è il 7/7/2023. 

7/7/7, anche se è stato diffuso solo adesso. 

Sette contro uno.

C'è una forte simbologia numerica in questa vicenda aberrante. 

Avevo scritto a riguardo proprio di questo portale, di Sirio, così importante, come una lente di ingrandimento 

https://maldalchimia.blogspot.com/2023/07/portale-sirio-77-7-2023.html?m=0

Non ricordavo che fosse di un Venerdì, un giorno dedicato al Sacro Femminino. 

Un Portale del Sacro Femminino, Sirio. 

Non ricordavo nemmeno che fosse traguardato dal Sacro Archetipo Shin, il ventunesimo, il Fuoco Alchemico. 

Il Fuoco che mette a nudo la nostra Essenza. 

Arcano Maggiore XXI del Mondo.

La ragazza nuda, al centro di quella dimensione creata dai 7.

7.

I 7 chakras

Il percorso iniziatico. 

Un quarto delle fasi lunari. 

Un numero legato al Femminino

7+1 =8

8.

La stella ad 8 punte. Simbolo della stella di Ishtar, ancora un simbolo del Femminino. 

Riporto una frase, di quel mio scritto sul portale 777:

"La Verità non si impara. 

Emerge. 

Continuando ad ardere del nostro Sacro Fuoco interiore. 

Facendoci emergere. 

Come emergono le nostre naturali inclinazioni, i nostri Talenti e Doni, la nostra vera Frequenza. 

Esattamente come agisce la funzione di questo ventunesimo Sacro Archetipo Shin, con la sua funzione "traslante". 

Trasla oltre. 

Fa emergere. 

Rivela, trasfigurando, trasformando ( 7+7= 14= Archetipo Nun, trasformazione) 

La nostra verita. 

E quando siamo Verità, diventiamo noi, l'occasione, perché siamo integri. 

Già potenziali "tutto". 

Finalmente causa, e non più effetto. 

Padronanza e verità". 


Non ho parole per definire questi esseri. 

La loro frequenza ha tirato fuori la loro verità. 

Come ho scritto nel mio ultimo post, il Fuoco, se non è portato ad un livello superiore, se non incontra il proprio Divino Femminino, non sale di Ottava, non diventa vapore, Aria, elemento nobile di ulteriore purezza e purificazione. 

"Padronanza e Verità".

"Causa e non più effetto". 

Sappiamo bene che le energie lavorano intensamente sia in negativo che in positivo. 

Gli stessi chakra, per quanto ne dicano, chiusi, aperti, lavorano incessantemente. Sono centri energetici. 

Possono lavorare in modo funzionale o disfunzionale. 

Questo dipende dalla nostra Coscienza. 

In quella mostruosa occasione, anch'essi, i sette esseri, sono stati causa e non più effetto. 

Causa consapevole. 

Con padronanza. 

Con verità. 

La verità della loro vera natura. 

Nel piccolo, come nel grande. 

Il Daimon interiore può bruciare della stessa intensità del Demon interiore. 

Sono due facce della stessa medaglia. 

Eravamo in Luna calante in Pesci, quella notte. I Pesci, che formano un Tau. 

Il pesce, simbolo della Vesica Piscis, quando due integrità si incontrano. 

Il luogo. 

Il Foro Italico. 

Il Foro. Una circonferenza. 

Come quella del Tau del segno dei Pesci. 

Come le due circonferenze della Vesica Piscis. 

È tutto altamente simbolico. 

Un'occasione mancata. 

Uno scollamento.

Due integrità diverse, contrapposte. 

Uno sfregio ulteriore, uno dei tanti, accumulati in millenni di sordida gerarchia patriarcale, al Femminino, proprio in questa data, in questo importantissimo passaggio energetico, che avrebbe dovuto contrassegnare un'alleanza, una promessa ritrovata. 

Invece, ci ha manifestato crudelmente e brutalmente, il livello raggiunto. 

Essere femminista non mi interessa. È una parola che non mi rappresenta. 

Sono, per ritrovare quella dimensione Umana vera, pura, fiera, che protegge, che appartiene sia al Mascolino che al Femminino. 

Sono per il Giusto. 

Per esprimere il mio Giudizio. 

Per giudicare e capire, perché dal mio giudizio, posso scegliere ciò che voglio e non voglio essere. 

Perché non è giusto passare oltre e giustificare tutto. 

Il giustificare, lo dice la stessa parola, è il "fare attraverso il giusto". 

Non è contemplato, metaforicamente, il fare attraverso il male. 

Se giustifichi, stai già inglobando, qualsiasi azione, anche la più brutale, verso umani e animali, o natura che sia, nell'ambito del "giusto". 

Del "si può fare", considerando, occasioni e contesti.

Ma, come ho scritto prima, siamo quasi srmpre noi, le nostre stesse occasioni. 

Le nostre stesse cause. 

Mi è stato chiesto in privato, come mai non mi fossi espressa, riguardo questo fatto atroce. 

Non l'ho fatto prima, non per paura di esprimere un mio giudizio, ma perché aspettavo il momento giusto, per me, secondo il mio sentire, secondo il mio giudizio, per esternarlo

Sono nauseata dal sentir dire che non dobbiamo giudicare, che dovremmo abbracciarli e bla bla bla e bla bla bla. 

Non sono per la vendetta.

Del perdono, penso che serva solo a noi stessi, per non vivere con questo fardello che ci attanaglierebbe molto più del torto subito. Sono per il Giusto. 

Per il senso dell'equilibrio che Madre Natura mi ha sempre insegnato. 

Sono per la Giustizia 

L'ultimo Archetipo, la Tau, che è formata da dagli Archetipi Nun e Dalet, insieme, indica proprio un Giudice, colui che può anche giudicare, perché ha ricevuto il Sigillo divino, che non è altro che il crisma del Giudizio, del discernimento. 

Del capire cosa è bene e cosa è male, visto che ha in sé, implementate, le due polarità energetiche, opposte e complementari. 

Che devono agire insieme, per la Creazione, non per la distruzione. 

La Nun è trasformazione. 

La Dalet è la porta. 

Il passaggio della trasformazione. 

Ci vengono offerte tantissime occasioni, per manifestare la nostra Tau, la nostra completezza, la nostra integrità. 

Non la nostra disgregazione. 

Tantissime Dalet di trasformazione. 

La Dalet è Archetipo 4.

Un Femminino. Madre Terra. 

E la Nun segue la Mem. 

Le acque trasformatrici. 

Nun e Nunet erano la coppia cosmogonica della Creazione dal Caos Primordiale delle Acque. Rappresentano quella Vesica Piscis che genera in sinergia. 

Era un giorno 7/7

14, Archetipo Nun. 

In questa occasione, c'è stata la totale disgregazione. 

In ogni aspetto. 

Un'aggregazione a favore del male. A favore della loro verità, della loro natura ed Essenza, che è emersa brutalmente. 

Perché la propria Essenza, si manifesta nel grande, come nel piccolo. 

Magari non ci si bada, finché l'occasione, non amplifica tutto. 

Finché, l'occasione, non fa emergere la verità. 

L'occasione, fa l'uomo consapevole. 

Se non c'è stata coscienza, consapevezza, è bene che si trovi il modo per renderli consapevoli della brutalità, dello sfregio, della lacerazione, di tutta l'aberrazione convogliata in quel delirio di onnipotenza, amplificato dall'intenso passaggio energetico del portale, che, come ogni passaggio, amplifica ciò che già è in noi. 

Mi sono espressa. 

Ho giudicato. 

E piantamola con questa tiritera del non giudicare. 

È il giudicare, che ci consente di scegliere chi vogliamo o non vogliamo essere. 

Si giudica continuamente, perché continuamente, si fanno delle scelte, anche inconsapevoli. 

Anche lo scegliere di non giudicare, è un trip mentale. 

Ho giudicato. 

E il mio cuore chiede che emerga il Giusto. 

Per tutti noi. 

Per quel Fiore a cui hanno strappato a morsi, i petali. 


Tiziana Fenu 

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Aykut Aydogtu Surrealist Art

Stupro Palermo



venerdì, agosto 25, 2023

💚💛La Tanit del delfino

 Mi hanno passato questa immagine su Messenger, chiedendomi cosa ne pensassi, visto che ho affrontato il discorso "Tanit", molte altre volte, nei miei scritti( trovate le referenze nel mio blog, cercando "Tanit"), così come ho parlato anche della simbologia dei Delfini( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/05/delfini-minoici.html?m=0), visto che in questa stele è presente un delfino. 

Un simbolo, che mi sta particolarmente caro, quello della Tanit, visto la sua preponderante presenza qui in Sardegna, anche come antico grafema della lettera H, e della cui forma archetipale, considero proprio la nostra Tanit del concio di Tresnuraghes ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/la-tanit-di-tresnuraghes-la-nostra.html) 

Ma vediamo la Tanit di questa stele:

"Stele votiva raffigurante Tanit, dea di Cartagine, che regge un caduceo con un delfino e un'iscrizione sottostante, fenicio, proveniente da Tophet El-Horfa, Algeria, II-I secolo a.C. (calcare)" 

Iscrizione che presenta una dedica a Baal Hammon, e alla  signora Tanit, volto di Baal. 

La Dea  Tanit, in ambito punico, è assimilabile alla Dea Astarte, in cui la coppia divina era considerata quella di Astarte-Ba’al. 

La stele presenta i simboli tipici della Tanit, il caduceo, e il delfino. 

Sul delfino scrivevo( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/05/delfini-minoici.html?m=0) :

"Il simbolismo del delfino è sempre stato presente in ambito religioso e mitologico, inglobato al concetto esoterico di pesce, quale ibrido che civilizza l'umanità in ambito Mesopotamico, con le figure degli Oannes, legato alla sinergia degli opposti, quando si vuole rappresentare una dimensione spirituale e i propri rappresentanti, come custodi dell'armonia delle due energie della Vesica Piscis.

Il delfino in particolare, per la sua bellezza estetica, per la sua armonia ed eleganza, era considerato un Animale Sacro, protettore dei naviganti, ma anche psicopompo nel mondo dei morti, Custode della soglia tra le due dimensioni, in quanto pesce, che però necessita di respirare, avendo i polmoni. Aspetto che lo pone, come cetaceo, insieme alle balene, ai vertici di una preminenza gerarchica sugli altri pesci, rendendoli più simili agli umani, anche per l'emissione di suoni simili ad un canto umano. 

Umano del quale, riconosce anche la voce. 

Talmente simile e protettivo verso gli umani che "delfino" divenne un titolo "nobiliare", per indicare i Principi ereditari francesi, i Conti di Albon, considerato il "delfinato". 

Particolarmente sentito e rappresentato in ambito minoico e greco, il delfino, era ritenuto un aspetto del Sacro Femminino, un attributo di Iside, ma è proprio in ambito greco, che trova la sua massima valenza Sacra e simbolica, tanto da diventare sacro ad Apollo e Poseidone. 

Apollo che, trasformatosi in delfino, battezzo' con il nome di Delfi, il suo santuario, che diede vita al fulcro dell'oracolo di Delfi, portando sul dorso i sacerdoti di Creta. 

Delfi come sinonimo di "delfino", chiamato "delphi" ma anche di "delphy", che significa "grembo/utero", simbolo, appunto di quel Sacro Femminino, il cui elemento simbolo è proprio l'acqua, ed è per questo che i delfini erano considerati i Custodi delle acque e dei pozzi sacri.

Per il loro modo di comunicare, e per la socievolezza con gli umani, erano considerate creature magiche, protagonisti di miti e leggende, presenti in ogni cultura e civiltà.

In ambito greco, i delfini erano la prole marina delle nazioni ninfe le Nereidi solo 50. Erano tutte figlie di Nereo, l'antico dio del mare, e di Doris, una delle Oceanidi". 


È infatti troviamo proprio un collegamento tra la Dea Tanit e i delfini, perché la Dea Tanit era il simbolo della "Casa dei Delfini' , il sito archeologico della sacra' isola di Delo nella Cicladi, in  Grecia, che, presenta, in questa" casa", in questo luogo sacro, un mosaico con la dea Tanit. 

Ma c'è anche, oltre ad altre case, la casa del tridente, e qui, viene spontaneo un collegamento con Nettuno, erede, probabilmente di un Ba’al "acquatico" di tradizione punica. 

Un tridente che, nella Tanit, essendo il volto di Ba’al, la sua Forma visibile, assume la simbologia del caduceo tenuto sulla mano destra, il lato Mascolino, dalla dea, e che ingloba in sé il concetto di sinergia delle due polarità, Mascolino e Femminino, che garantiscono, attraverso la comune simbologia dell'acqua, fecondità e nutrimento. 

Il mercurio, anche in alchimia, è legato al Femminino, mentre al Mascolino è legato lo zolfo. 

Inoltre, nelle scritture arcaiche, come la nostra sarda, la H, era rappresentata proprio da una Tanit. 

La H come Hermes, l'altro nome di Mercurio, con intrinseche capacità trasmutative, e dialettica energetica tra gli opposti. 

Sulle braccia alzate ad angolo retto della Tanit di questa stele, mi è stato chiesto se potesse rappresentare un gesto di venerazione, dopo aver offerto un bambino, un feto sacrificale. 

Ciò che sembra un feto/bambino, è un delfino, un animale sacro, come ho già spiegato, simbolo del Femminino, delle acque, del Mercurio, Hermes, che le rappresenta. 

È nell'acqua amniotica del grembo, che avviene la trasmutazione verso la vita, e secondo antiche cosmogonie, è dal Caos delle acque primordiali, che si origino' la vita. 

Credo che non sia assolutamente l'interpretazione giusta, parlare di sacrificio umano e di una sorta di reverenza con le braccia sollevate, per il sacrificio offerto. 

Ma l'iconografia delle braccia sollevate ad angolo è rimasta in segno di riconoscimento della divinità. Un segno di rispetto. 

Ho già parlato di questa particolare posizione delle braccia, sollevate ad angolo retto, in alcuni miei post, di cui vi dò traccia, di uno nello specifico ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/06/la-tanit-di-tresnuraghes-tessitrice.html?m=0) 

È la stessa posizione che ritroviamo nella nostra Tanit del concio di Tresnuraghes, in ambito minoico, in ambito egizio. 

"Invece, il segno che era rappresentato da due braccia sollevate ad angolo, tenute come un telaio, simboleggiava, presso gli Egizi, la forza vitale della persona, che si attiva a alla nascita., come se fosse il suo doppio spirituale. 

Il Ka veniva tramandato, come una sorta di “patrimonio genetico” delle divinità che lo avevano preceduto.

Le statue funerarie del defunto rappresentavano il suo Ka, e talvolta portavano sul capo un paio di braccia tese, come era anche il geroglifico Ka. La grande statua lignea del faraone Hor I (XIII Dinastia) è l’unico esempio di Ka in figura tridimensionale che sia giunto fino a noi. 

Creatore di questo Ka, insieme al corpo fisico, era il Dio Khnum, fautore dell'uovo della creazione, il vasaio divino, che modella le sue creature con il limo nero del Nilo. 

[...] Infatti, pur potendo andare ovunque, si riteneva che il Ka rimanesse per lo più nel sepolcro, nel corpo mummificato o nelle statue commemorative(come nella nostra Dea Madre sarda/Karrabosu, riposta nella mano dei defunti). 

[...] Quindi, questa Tanit di Tresnuraghes, secondo il mio punto di vista,  è il demiurgo androgino, vasaio e tessitore, che viene identificato con queste due braccia sollevate a squadra, come un telaio, come un fuso da tessitura, che, guardacaso, ha la stessa forma conica dei nuraghi. Conica come un ingresso uterino. Come gli ingressi nei nuraghi, come l'ingresso al pozzo Sacro di Santa Cristina, tutti con "angoli aurei" a 9. Come ho scritto tante volte". 


Infatti, la Tanit, esemplificata dalla stella a cinque punte, inscrivibile in un pentagono, ha gli angoli interni a 72 °


"E ritorniamo sempre al concetto di creazione, di nascita, morte e rinascita, attraverso il telaio metaforico delle braccia a squadra, che consentono di intessere, metaforicamente, una dimensione, un tessuto, dove la continuità dell'Anima, del Fuoco vitale, del Ka, da una dimensione all'altra, dal mondo dei vivi, al mondo dei morti, è possibile, proprio come il "tessuto", la scacchiera/griglia" della Domus de Jana di Pubusattile, della quale ho parlato molte volte. 

E questo lo si può fare, solo con le due polarità opposte in equilibrio. 

Il Sacro nome divino, YHW, o YHWH, nella sua versione estesa, ha già in sé queste polarità opposte integrate. 

La Y, decimo Archetipo, è il 10, maschile e femminile (la stele centinata delle Tombe dei Giganti) 

La H, archetipo 5, la He', con funzione "vita", è il Femminino che tesse questa creazione, sempre con le polarità in equilibrio. ( 5, come la stella a 5 punte, come il pentagono). 

La Waw, o Vav, il sesto archetipo, funge da agente collante, da "gancio", perché è il 6, unione degli opposti. 

Tutte e tre le lettere, simboleggiano le due polarità in sinergia. 

Come la nostra Tanit di Tresnuraghes, la nostra prima Yod, la nostra prima H, la vostra prima Waw, la nostra prima Madonna nera, la demiurga creatrice, il fertile limo nero che utilizzava il padedro Khnum, il vasaio, per creare l'umanità

Tornio, fuso, vaso. 

Telaio. 

Le Janas tessevano su telai d'Oro. 

Telomeri. 

I Telomeri sono fatti ad X, sono la parte finale protettiva, dei nostri cromosomi. 

"Telo", significa "fine". 

Morte, che ha in sé, implementato, anche il concetto di vita, in un ciclo continuo. In un tessere, continuo. 

Lui creava al tornio, lei filava, in complementarietà. Due atti creativi, che hanno la stessa valenza. 

La prima tessitrice androgina demiurga. 

Le braccia sollevate a squadra,  simboleggiano anche  l'offerta, il cibo. 

Ma quello è un aspetto secondario. 

Rappresentano principalmente il telaio, la possibilità di creare, di intessere una nuova dimensione, un nuovo tempio, anche nel mondo dei morti, così che il fuoco vitale dell'Anima, il Ka, come attraverso "su Karrabosu" psicopompo, la Dea Madre di Ka-Cabras, potesse passare anche nell'altra vita, nella dimensione dell'immortalita, come in un ciclo continuo triadico, esattamente come rappresentato nelle "corna/braccia" squadrate delle nostre Domus de Janas.


Tiziana Fenu 

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La Tanit del delfino


giovedì, agosto 24, 2023

💛Orientamento Santu Antine verso Pleiadi

 Riporto un brano tratto dal libro di Augusto Mulas e Marco Sanna, "In cielo come in terra. I nuraghi e le Pleiadi", edizione Condaghes, in cui spiegano come il nuraghe Santu Antine e quelli della piana di Torralba, siano orientati alle Pleiadi, considerate un orientamento per i naviganti. 

Questo spiega, come mai il nuraghe Santu Antine, viene edificato come un trilobato perfetto. Un perfetto triangolo con gli angoli a 60°, un parametro della Geometria Sacra, adottato anche in ambito architettonico dai nostri costruttori sardi. 

È il Sacro Trilibato di cui parla Gilgamesh, come ho scritto in un mio passato post. 

O forse dovremo chiamarlo con il suo vero nome, Noè in tempi più recenti, e Ziusuddu 

Riporto un piccolissimo stralcio dal mio scritto, in cui parlo proprio del Trilibato 

https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/i-custodi-della-memoria-del-trilobato.html?m=0

"Era un pezzo che riguardava l' epopea di Gilgamesh, l'Eroe accadico alla ricerca della memoria dell'immortalità, il quale narra di quando  Noè/Enki, ricevette l'ordine di costruire l'Arca e introdurre in essa, in questo "Bozzolo gigante", il seme della vita, che viene chiamato proprio il "trilobato". 

Ecco il passo  in cui viene nominato :

"Il Trilobato 

che ha una parte oscura 

e un' altra luminosa 

e una terza parte, che le unisce, amorosa"

Quindi anche i nostri nuraghi trilobati, potrebbero essere una trasposizione architettonica del principio  molto semplice della creazione, dove i due poli opposti si uniscono e danno vita a un terzo elemento, che è la parte più bella, il frutto dell'amore, ed è l'unione tra i due

Visto in questa ottica, anche i nuraghi trilobati, sembrano in tridimensionale, oltre la planimetria triangolare , come delle Piramidi tronche a base triangolare, che si ergono, a degradare, verso l'alto, la cui planimetria ricalca il trilobato, il fiore a tre punte, il fiore, il triangolo, della creazione

Non dimentichiamo che il fiore a sei punte, è un'evoluzione del trilobato a tre punte, ed  è il simbolo rappresentativo di due elementi molto importanti della Cultura e Civiltà Sarda". 

Quindi il trilobato come simbolo di orientamento, come si scrive nel libro di Mulas e Sanna, sia astrale, attraverso le Pleiadi, a cui è orientato il nostro trilobato più famoso, quello di Santu Antine, che in terra, dove è stato riproposto lo stesso orientamento. 

Ed è plausibile che il trilobato sia un riferimento simbolico ad un continuum tra generazioni, anche tra cielo e terra. 

D'altronde, tutte le nostre navicelle nuragiche, sembrano delle arche di Noè,  perché presentano per lo più animali a bordo, in particolare Navicella dalla Tomba del Duce di Vetulonia, detta "l’arca di Noè” per la presenza di numerosi animali

o per meglio dire, di Ziusuddu, nome, che sembra proprio sardo( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/11/la-navicella-di-baunei.html?m=0) 

E d'altronde, tutte le nostre navicelle sono 

queste navicelle nuragiche, per la maggior parte, sembrano proprio, viste dall'alto, la rappresentazione centrale della Vesica Piscis, il "pesce/mandorla" mistica( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/07/navicella-e-vesica-piscis.html?m=0) come ho approfondito altre volte ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/07/navicelle-di-mandas.html?m=0), ed è proprio in questa conformazione base, che poi si esplica il fiore della vita, il trilobato, nel perfetto triangolo equilatero rappresentato dal Nuraghe Santu Antine.

Tiziana Fenu ©®

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Riporto il brano di Mulas e Sanna:

"Alla fine del testo, ecco la notizia clamorosa – tanto intrepida quando sommessamente presentata dall’Autore – che spiegherebbe l’enigma della “peculiare” disposizione dei nuraghi nella piana di Torralba: i monumenti preistorici sarebbero dislocati a rappresentazione delle Pleiadi. 

E il maestoso nuraghe “Santu Antine” è collocato esattamente come Alcyone, la stella più luminosa. «Incredibile dictu!» ebbe a dire Franco Laner nella sua presentazione al libro che uscì nel febbraio del 2012. 

L’eccezionale intuizione di Mulas, tutta da verificare sebbene l’evidenza “visiva” fosse straordinaria, poteva però oscurare il resto dell’opera, frutto di anni di paziente lavoro. Inoltre, per completare la rappresentazione delle “sette sorelle”, mancava all’appello l’astro Maia che nella mitologia classica rappresentava la più anziandelle figlie che Atlante ebbe da Pleione. Come mai tanto sforzo da parte dei nuragici per poi escludere una stella che, tra l’altro, non era la meno visibile a occhio nudo? Si decise di presentare la “scoperta” come un’inconsueta coincidenza, nella speranza che la provocazione fosse ripresa dal dibattito sempre attuale sulla civiltà nuragica e con la promessa di ritornarci sopra per farne una pubblicazione a sé stante con i necessari approfondimenti. La svolta si ebbe l’anno scorso, sempre grazie alle perizie dell’Autore, profondamente convinto che la disposizione dei nuraghi non fosse accidentale. Durante le sue ricerche, neanche troppo casuali perché condotte nei “paraggi” della “stella mancante”, Augusto Mulas s’imbatté su un monumento sepolcrale ipogeico (domus de janas) non censito, ma collocato con straordinaria precisione nella posizione della stella Maia. Nel frattempo, un altro volenteroso, Marco Sanna, si fece avanti con uno scrupoloso lavoro di calcolo delle probabilità che dimostrava, in termini meno soggettivi, la quasi certezza della disposizione intenzionale da parte degli antichi costruttori. 

[...] Quando fui contattato la prima volta dal dott. Augusto Mulas (circa un anno fa) trovai subito molto interessante la sua ipotesi. Era il 1° ottobre 2012 e, parlando della sua recente pubblicazione L’isola sacra, scriveva: «Nei capitoli finali espongo la mia teoria, o meglio si tratta di un'osservazione, dove alcuni nuraghi (otto per la precisione) del territorio del comune di Torralba furono edificati in maniera tale da riprodurre sulla terra la disposizione dell’ammasso delle Pleiadi…».

Ci ho dedicato un po’ di tempo, ma alla fine sono riuscito a mettere a punto una metodologia di calcolo adatta. Si sa che nel calcolo delle probabilità la determinazione delle “condizioni al contorno” costituiscono buona parte del lavoro e ne determinano il risultato finale. Ho dovuto considerare attentamente tutte le ipotesi e, in alcuni punti, la mia riflessione si discostava dalla visione che aveva illustrato il dott. Mulas nel suo libro. Mi riferisco in particolare alla posizione del nuraghe Tipireddu segnalato nelle carte del Taramelli e dell’IGM ma ora non più rilevabile. Nel mio articolo ne parlo con dovizia di particolari. I risultati sono, a mio parere, inequivocabili: quegli otto nuraghi sono disposti intenzionalmente come le Pleiadi con una probabilità del 96% (circa); se si tiene conto anche di una domus de janas, disposta come Maia (la nona stella), la probabilità cresce fino al 99,99%.

[...] È dunque evidente una delle funzioni principali che gli antichi attribuirono alle Pleiadi e che verrà espressa al meglio dagli scritti di Esiodo, vale a dire l’uso di questo ammasso quale guida per orientarsi durante la navigazione marina e non solo. È noto, infatti, come secondo una tradizione il termine Pleiadi derivi dalla radice del verbo greco “Пλειν”, che significa appunto navigare. Secondo l’autorevole testimonianza tramandataci da Vegezio, i Greci e successivamente i Romani misero in relazione l’inizio della stagione della navigazione con il sorgere eliaco delle Pleiadi (alla metà di maggio), mentre la fine coincideva con il tramonto cosmico6 di questo asterismo (al principio di novembre), in seguito cominciava il periodo del mare clausum durante il quale la navigazione era sconsigliata, se non addirittura interdetta".


Tiziana Fenu

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Orientamento Santu Antine verso Pleiadi










mercoledì, agosto 23, 2023

💙Ingresso in Vergine 2023

 Sono giorni di forte umidità, questi che caratterizzano questo tunnel energetico tra le due importanti lune piene di Agosto.

La prima, come abbiamo visto, il primo agosto, martedì, con luna in Acquario, contrassegnata dal Sacro Archetipo Ayin, il sedicesimo, con funzione corrispondenza, e dall'Arcano Maggiore XVI della Torre.

La prossima Luna Piena, la Luna Blu, sarà il 31 agosto, di giovedì, in Pesci, con Sacro Archetipo Qoph, con funzione "legame", e Arcano Maggiore XIX del Sole.

Abbiamo già trovato questo Archetipo, ultimamente, era quello che traguardava il 13 agosto, la giornata dedicata a Diana, al Sacro Femminino. 

A metà strada tra i due, come abbiamo già visto, la Luna Nuova in Leone, di mercoledì  16 agosto, traguardata dal Sacro Archetipo Ebraico Tau, il ventiduesimo, e dall'Arcano Maggiore del Folle.

Quindi, in sequenza, abbiamo

Un martedì, un mercoledì e un giovedì.

Luna in Acquario, Leone e Pesci.

Elemento Aria, Fuoco, Acqua.

Tre date, 1/16/31, che sommate, mi danno un 12, quindi un 3 ( e che levorano tutte in un mese 8, il numero della corresponsione tra cielo e terra, come simbolo dell'infinito, ma anche della stella a 8 punte, simbolo dell'archetipale Femminino Ishtar). 

 O se vogliamo considerare solo gli Archetipi, 16/19/22, quindi un 21, quindi un altro 3

Notate la straordinarietà.

Corrispondenza numerica tra le due Lune Piene di Agosto.

Un " 3" e un altro "3", tra le date, sommate, numero per numero, e gli Archetipi di queste tre date, sempre sommati numero per numero. 

O, se vogliamo, un 12 e un 21, che risultano speculari. 

Quante volte ho sottolineato che l'universo sta lavorando a specchio? I numeri non sono un'opinione, e l'evidenza è macroscopica. 

Quando ci sono reiterazione energetiche di questo tipo, riguarda il lavoro energetico sul karma. E karma, se ne sta bruciando tanto, a più livelli

I tre elementi, Aria, Fuoco, Acqua, che stanno lavorando in sinergia, fanno sentire il loro effetto maggiore proprio in questi giorni, soprattutto oggi, che siamo entrati nel segno della Vergine, elemento terra. 

Si sente molta umidità. 

Il Fuoco dei giorni scorsi si radicalizza nell'elemento terra, nella nostra stessa densità umana. 

In ebraico "umidità" si dice "LACHUT", che ha una corrispondenza ghematrica di 444, la cui somma, guardacaso, ma mai per caso, corrisponde ad un 12 -la somma delle tre date dei due pleniluni e del novilunio-, che ridotto diventa un 3, stesso numero della riduzione degli Archetipi corrispettivi di queste tre date, e il numero 3, è manifestazione, in questo caso, del numero 4, nei tre piani dell'esistenza, materiale, animico e divino. 

Il numero 4, che solitamente è associato all'elemento terra, nella Cabala, invece, è associato all'elemento Acqua. 

Questo, perché, sempre in ghematria, l'acqua è stata formata dal Sacro Archetipo Mem, il tredicesimo, con valore 40.

Quindi, aria e acqua, hanno in comune la qualità dell'umidità. 

Un'umidita', che, per quanto fastidiosa, lavora in sinergia con i tre elementi, Aria, Fuoco, Acqua, (quelli dei due pleniluni e del novilunio), a cui si aggiunge, per completezza, l'elemento terra della Vergine, subentrata oggi. 

Questo, in termini pratici, energetici, significa una grande ricettività, una grande fertilità energetica, che punta alla radicalizzazione, al setaccio energetico offerto dalla Vergine, che lavora su Ottave superiori in quanto ad analisi, a scrematura, ad integrità, a ricettività che arriva al cuore, solo se è puro, libero da incrostazioni. 

Ha un'energia Yin, come tutti i segni di terra e di aria. 

È un lavoro molto difficoltoso. 

Per chi non si presta, le incrostazioni stagnano, e creano quel che si vede. 

I fatti aberranti di questi giorni, dimostrano come il processo di elevare a vapore, ciò che stava bruciando con il Fuoco alchemico del Leone solare e lunare del novilunio, se non viene rilasciato e sedimenta, può diventare distruttivo. 

Abbiamo visto questa distruttivita', in giovani inconsapevoli, fascinati dall'onnipotenza del Fuoco solare distruttore, e nei grandi artefici, in coloro che giocano ai laser di fuoco. 

È la stessa dinamica. 

Il processo inverso della depurazione. 

Quello che non prevede rilascio delle tossine, ma accumulo in sé stessi. 

Ma il processo è irreversibile. 

Per quanto si possa trattenere, e non trasmutare, ciò che si rilascia, sarà tossico. 

Il ciclo, inizia con l'aria. 

Attraverso il Fuoco. 

Si arriva all'ebollizione. 

All'evaporazione. 

All'elemento etere, che è ciò che unifica, energeticamente, la dimensione superiore, con quella inferiore, delimitata da spazio, forme, densità, nelle quali, spesso, non ci riconosciamo. 

Si entra in una dimensione superiore, universale, collettiva. 

In una Coscienza superiore. 

Chi rimane ancorato alle basse energie, nonostante l'azione purificatrice del Fuoco, proprio in questo periodo, vedrà amplificarsi questa forma di resistenza, che sfocia in distruzione. 

Perché non c'è margine di crescita, di espansione, di una coscienza collettiva e universale, che scardina i limiti terreni in cui questa operazione alchemica di trasmutazione deve avvenire. 

In primis nel nostro corpo, nei nostri pensieri, nelle nostre emozioni e reazioni. 

C'è come una lente di ingrandimento, in queste dinamiche, ultimamente, nel piccolo, come nel grande. Nel grave, come nel meno grave. 

E tutto riporta alla simbologia di quel "12/21", di quelle tre date dei due eccezionali pleniluni e novilunio, di questo agosto, altamente trasmutativo, e dei corrispettivi Archetipi. 

Archetipo 12, Lamed, la "misura". 

La misura di ciò che siamo. 

Archetipo 21, Shin, il Sacro Fuoco alchemico. 

Cosa manifestiamo, chi siamo davvero, sotto l'azione del Fuoco trasmutante? 

Distruzione o elevazione, evaporazione? 

Siamo costituiti per lo più da acqua, a livello proprio fisico. 

L'alchimia è anche fisica, chimica. 

Il Fuoco agisce di conseguenza, rispetto a ciò che si trova difronte. 

Un ramo secco, se lo divora in un attimo. 

Con un ramo fresco, ha più difficoltà, perché è saturo di linfa vitale.

Con l'acqua, trova l'elemento ideale per la trasmutazione di entrambi, e sottolineo, che nella spiritualità orientale, come quella taoista, è il Femminino, ad essere considerato l'elemento Fuoco, vitale. 

Ciò che eleva, che innalza. 

Così come il Sole, che nelle antiche civiltà, era considerato con un'energia femminile. 

Siamo nel grembo quindi, di un'energia di accoglienza, di "com-prensione", che ha un imprinting femminile. 

Solo se "com-prendi", puoi "prendere con te", e percepire quel filo conduttore,  puoi decodificare quella chiave, quell'energia comune, universale, cristica, che ci unisce ai flussi dell'universo, alle dinamiche divine, che ci chiedono e invitano costantemente, a farne parte. 

L'ingresso solare nella costellazione della Vergine, amplifica questo sentire. 

Poiché la Vergine, nel suo accurato lavoro di purificazione, di cesellatura, di disincrostrazione del superfluo, arriva all'Essenza, all'integrita'. 

E integrità, significa purezza di pensieri, mente trasparente, lucida, onestà intellettuale. 

E molto altro. 

E, più si spinge, in questa direzione, più si manifestano forze di contrapposizione. 

Oggi siamo ancora in Luna Crescente in Scorpione. 

Se ne sente tutta la densità, l'umidità, l'abisso, la forza centripeta. 

È il silenzio dell'abisso, dell'oscurità, in cui si deve trovare la propria luce interiore, per emergere, come seme a nuovo germoglio. 

Come freccia ( domani si entra in Luna Crescente in Sagittario) che punta verso l'alto, come Diana, che ci ha guidato nel passaggio del 13 agosto, passaggio amniotico di morte e rinascita, giorno traguardato dallo stesso Archetipo Qoph, e Arcano Maggiore della Torre, del prossimo importantissimo plenilunio, il 31, che sarà molto intenso, energeticamente, è che non poteva che manifestarsi, nella sua rarità, proprio sotto il segno della Vergine, del Femminino. 

Ma, saremmo già oltre la soglia. 

Pronti, come sempre, al prossimo step. 


Tiziana Fenu 

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Ingresso in Vergine 2023





martedì, agosto 22, 2023

💛Concetto di spirale, doppia e speculare

 In riferimento, e in continuità concettuale con il mio post-ricordo di ieri( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/09/petroglifo-sardo-e-siciliano-confronto.html?m=0), che riguardava la similitudine tra il bassorilievo  proveniente dalla Necropoli di Castelluccio, in Sicilia, in provincia di Siracusa, ed esposto al museo Paolo Orsi di Siracusa, fine III millennio a. C.

e quello, molto più antico nella nostra Domu de Jana  dell'Ariete, a Perfugas(Ss), in Sardegna, metà IV millennio a. C., per chi mi ha scritto a riguardo, ricordandosi che avevo segnalato anche un petroglifo che era proprio doppio e speculare come questo di Castelluccio, ripropongo il link di approfondimento. 

L'immagine è del fotografo Paolo Lombardi, e all'interno del mio link ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/03/spirale-speculare-domus-di-oredda.html?m=0), trovate anche le referenze del suo blog. 

Questo bassorilievo si trova in una Domus de Jana che si trova a Oredda, in provincia di Sassari, in un terreno privato. 

Una simbologia forte, quella della doppia spirale. 

"Dove l'energia di espansione, e nel contempo, di contrazione, è la stessa energia creativa e orgasmica che è alla base della vita stessa. 

Le spirali come due riflessi, simili ed opposte, complementari l'una all'altra, perché le due energie, maschile e femminile, sono simili ed opposte, complementari e imprescindibili l'una all'altra. 

[...] Non è forse la rappresentazione di una copula, di una Sacra unione energetica, dinamizzata dalla dinamica aurea delle spirali, che danno a questo simbolo una valenza archetipale, oltre che simbolica, che va molto oltre lo stesso segno grafico? 

Osservatelo bene. 

Ha lo stesso schema dei capovolti  delle Domus de Janas  Sas Concas, di Oniferi, in provincia di Nuoro, risalenti al III millennio a.C. nel periodo della cultura di Abealzu-Filigosa. 

Sono le due polarità sinergiche, opposte e speculari, necessarie sia per la nascita in terra, che per la rinascita dopo la morte. 

E ora, possiamo dire con certezza, che molto prima del bassorilievo di Castelluccio, così esemplificativo, poiché trovato anch'esso in una necropoli,  simbolo della rinascita dopo la morte, abbiamo il nostro Archetipo nella nostra Domu de Jana. 

Completo, inequivocabile, potente, universale. "


Ma i nostri Antichi Padri e Madri, amavano moltissimo  la simbologia della spirale ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/07/gli-dei-delle-spirali.html?m=0) 

Come nel petroglifo della  Domus de Janas Corongiu , nella necropoli di S'Acqua Salida, a Pimentel (Ca)., di cui ho già approfondito la simbologia ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/07/gli-dei-delle-spirali.html?m=0) 

"Sembra un racconto. una storia con ideogrammi. 

Ci sono cerchi, spirali, triangolini, piccole spirali su  colonne. 

Una narrazione, attraverso simboli, che mostra un percorso di gestazione 

Mostra il periodo di una gestazione. 

In questa fila di triangolini/ lunazioni, al centro vi è la doppia spirale uterina, quasi a rimarcare il simbolismo dei due cerchi iniziali che si uniscono per creare la vita

Spirale uterina  dei due poli energetici Sole/luna, toro/utero, maschile/femminile,  Padre e Madre, l'androgino, il caduceo che sta agendo in pieno movimento  creativo, dinamizzato dalle spirali che si avvolgono internamente verso il centro dell'utero stilizzato  con 3 spire. 

La spirale rappresenta insieme il potere solare e lunare. 

La spirale doppia ritorna verso il suo centro, nell'utero della Sacra Madre a simboleggiare che questo  percorso di rinascita riporta  ad un ritorno al grembo materno, dove morte e vita si fondono in una cosa sola. 

È un  segno grafico primordiale, un movimento al quale si partecipa

Nell'ovulo e nello spermatozoo, ci sono forme spiralizzate, così  come è una spirale anche il  DNA. 

La spirale è la forma ancestrale della vita

E poi, a fine percorso, una spirale singola, più grande delle altre, sempre con 3 elementi concentrici. 

La rinascita è avvenuta.

Il defunto è ritornato nella spirale, nel grembo della Grande Madre. 

[...] Penso alla doppia spirale rossa, rappresentata  nella Domus de Jana di Bonorva, che sottolinea la forza androgina, le corna taurine e la forza uterina, i due poli opposti, maschile e femminile, yin e yang in movimento primordiale dinamico. 

Tutto nelle Domus de janas parla di dinamicità, di divenire, di rigenerazione, di rinascita che prevale sulla morte. 

Molte altre civiltà si creano divinità aliene che instillano l'immortalità negli umani

Gli antichi sardi ci raccontano invece, come creano nelle loro Domus de Janas, il mistero della rinascita, della rigenerazione,  dell'immortalità, in perfetta corrispondenza con ciò che c'era al di fuori delle Domus. 

In corrispondenza con Madre Terra, con i suoi cicli lunari e solari. 

Mentre le altre civiltà  creavano Divinita solari e lunari, impersonate da Semidei con le fattezze umane, i Sardi davano regalità e sacralità alle divinità che scandivano le loro esistenze, il loro cicli i loro raccolti: Padre Sole e Madre Luna. 

Non avevano bisogno di altro. 

Si capisce, dalle loro attente osservazioni, dalla loro finissima intelligenza, che valore potessero dare ad un petroglifo o ad una rappresentazione decorativa con l'ocra rossa. 

Grandissimi osservatori di cicli lunari e solari, tanto da poterli incastrare ed enfatizzare al meglio attraverso le loro stupefacenti strutture architettoniche, come i Pozzi sacri, dove i gradini non sono soltanto dei gradini, ma sono simbolo di ogni singolo passo verso un percorso iniziatico che si estrinseca attraverso la perfezione architettonica dalle mille simbologie, così come nelle Tombe dei Giganti o dei Nuraghi o nelle stesse Domus. 

Come potevano perdere tempo  gli antichi sardi( e mi piace chiamarli così ,perché non sono solo nuragici, ma sono "oltre" tutta le loro stesse strutture archittetoniche) nel creare e immaginare dei falsi Dei che riempissero una linearità storica, per lasciare tracce di sé stessi, quando avevano da sperimentarsi nelle ierofanie create con estrema precisione nei Pozzi Sacri, o negli  accumulatori di energia come le Tombe dei Giganti, o gli stessi Nuraghi quando avevano da raccontare il ciclo della rinascita nelle Domus de Janas?"


La spirale. 

Una simbologia archetipale, estremamente presente, nella nostra Antica Civiltà Sarda (https://maldalchimia.blogspot.com/2023/06/simbologia-delle-spirali.html?m=0). 

Enfatizzata, nella sua simbologia di espansione e contrazione, come lo stesso ritmo energetico dell'universo, anche nella costruzione dei nuraghi, che nascono nel grembo di Madre Terra, e poi salgono, a spirale, verso il cielo, lasciando quel punto di contatto, attraverso l'oculo apicale, sempre basato sul concetto di Creazione e trasmutazione, in cui il Sole ingravida terra e acqua( nel caso dei pozzi sacri), manifestando ierofanie, che testimoniano tangibilmente la presenza del Divino, e lasciando che lo stesso umano, all'interno di questa spirale, dinamizzata dal fascio di luce, di energia che lo investe, si trasmuti ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/06/trasfigurazione-solstizio-estivo-2023.html?m=0) in quella stessa energia che muove, in dinamiche spiralizzate, come le galassie, e le stesse dinamiche dei pianeti e della luna, tutto l'Universo, sentendo questa appartenenza ancestrale ad una dimensione più grande e immensa dello stesso umano, di cui gli antichi, i nostri grandissimi Padri e Madri sardi, avevano colto l'Essenza. 


Tiziana Fenu 

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Foto di Paolo Lombardi

Concetto di spirale, doppia e speculare