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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

giovedì, febbraio 29, 2024

💙Giorno bisestile 29/02/2024

 Oggi è 29 febbraio, che contrassegna un anno bisestile, come è stato il 2020, quando è "iniziato tutto", o perlomeno, è stato reso manifesto in modo spudorato. 

Storicamente, questo giorno bisestile, fu introdotto come  "giorno raddoppiato", dai romani, nel 46 aC, con il calendario Giuliano, il cosidetto "sextus", ogni 4 anni, confermato poi, nel calendario gregoriano del 1582, per ottenere una durata media dell'anno, corrispondente a 365,24 giorni

L'ultimo mese di febbraio era dedicato presso gli antichi romani ai riti dei defunti, e si chiamavano " mensis feralis", quando appunto si celebrava la "feralia". 

Da qui, la superstizione che gli anni bisestili portassero male. 

Sicuramente le celebrazioni erano legate anche alla simbologia della Dea Feronia, di cui ho già approfondito( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/01/dea-feronia.html?m=0), visto che la radice "Fer-" in comune. 

Una dea potente e trasmutativa. 

"La Dea Feronia, si festeggiava, in periodo romano, il 13 novembre, che cade sotto il segno dello Scorpione, il segno d'acqua( guardacaso, la oggi siamo in luna calante in Scorpione) abissale, torbido, trasmutativo per eccellenza, con un 13, che è l'Archetipo Mem, acqua, vita e Morte insieme(Arcano XIII, la Morte).

Non poteva che essere, il Gre*mbo di una Dea Feronia( stessa radice "fer-", di fertilità), l'athanor trasmutativo per questa elevazione spirituale, per questa "liberazione dalla schiavitù", dal buio, dall'ombra, dagli abissi, per arrivare alla pienezza dell'abbondanza spirituale e materiale". 


Tendenzialmente, il bisestile indica un momento di passaggio,  di cambiamento, di trasformazione. 

Come se fossero delle piccole pietre miliari nella storia dell'umanità o personale. 

Nel 2008 è iniziata la crisi economica. 

Nel 2012 , il 21/12 , si è parlato di fine del mondo annunciato dai Maya, e in effetti si è trattato di una fine simbolica, ma ugualmente potentissima. 

Si toglie il velo, inizia una nuova era. 

Un cambiamento spirituale importante, ci si guarda intorno, e dentro la materia. 

Cosa stiamo costruendo. 

Una Nuova Arca di Noè. 

Una nuova Umanità. 

Mai come nel febbraio 2020 si sono succeduti tanti passaggi energetici molto forti. 

Tre portali potenti

02/02/2020

20/02/2020

22/02/2020

Anno bisesto anno funesto? 

Sembrerebbe, dall'esplosione che ci è scoppiata tra le mani, facendoci perdere ogni senno, ogni consapevolezza, ogni corona e dignità.

O forse è meglio trovare un'altra parola per fare rima con funesto? 

Magari onesto.

E quante  maschere si sono palesate e disintegrate in questi 4 anni? 

Anche materialmente. 

La mascherata è stata fatta a livelli più alti affinché vedessimo cosa c'è dietro e a che cosa stiamo livellando le nostre coscienze, come carta da parati. 

Invece di dare ad esse una tridimensionalità che ci onori come esseri umani pensanti e consapevoli. 

L'avevo detto subito. In uno dei miei post appena si era saputo del focolaio del virus. 

In una data come oggi, 4 anni fa, 29/02/2020, abbiamo  avuto come somma totale un 17, ed era un 17, come due giorni prima con la risonanza Shumann a 170 megahertz. 

Altissima, si viaggiava su Ottave alte.

Un 17.

Sacro Archetipo Ebraico Phe, funzione "espansione". Arcano Maggiore XVII della Stella. 

La Phe è la parola divina che si manifesta per espansione in chi ne è portatore. 

Ma nelle Ottave basse, ha un'energia distruttiva, come come effettivamente è stato nel 2020.

Un'espansione che è diventata epidemia verbale. 

Una pandemia, che prende in prestito la radice Sacra di quel "Pan-", portatore di vita, di energia e di espansione, per costringerlo ad una valenza castrante, di morte, come sempre succede quando le forze oscure mistificano sulle energie positive. 

Ma il 17, dell'Archetipo Phe, sommato, diventa un 8, ed ecco che si aggancia all'Archetipo 8, la Heit, che guida questo anno 8, di cui ho già approfondito. 

(https://maldalchimia.blogspot.com/2023/12/energie-3112-2023-112024.html?m=0

-https://maldalchimia.blogspot.com/2024/01/biancaneve.html?m=0) 


Oggi, 29/02/2024, siamo sotto l'energia del ventunesimo Sacro Archetipo Ebraico Shin, il Fuoco Sacro, in corresponsione con l'Arcano Maggiore XXI del Mondo. 

Luna Calante in Scorpione, come ho già detto. 

Abbiamo percorso un tunnel energetico, dal 2020, passando per la linea evolutiva dei tre portali sacri, che ne hanno segnato il passo e ci hanno amorevolmente scorretti, guidati da un numero 8, che, diviso a metà diventa come due "3" speculari. 

Un "33". 

Come il percorso iniziatico di Cristo. 

Come le 33 vertebre, attraverso cui si snoda la nostra Coscienza  in Energia vivificante , con la Kundalini cristica che ci connette con il Divino. 

Un percorso iniziatico, che ci sta "puntellando" ogni vertebra, anche a livello fisico, perché l'Anima lavora al meglio, ma il corpo appartiene a questa dimensione, densa e caotica, spesso di catrame, tanto viene incrostata dalle basse energie che si stanno smuovendo. 

Oggi siamo in Archetipo Shin, il Fuoco Sacro che dobbiamo sempre tenere vivo in noi, in Luna calante in Scorpione, guidati dal Giove del Giovedì. 

Fuoco e Acqua( Scorpione), quindi, in dialettica, cercando di puntare alla Stella (Arcano XXI), alla nostra dimensione divina. 

Domani 01/03/2024, siamo sempre in Luna calante in Scorpione, di Venerdì, guidati da Venere, e accompagnati dal Sacro Archetipo Ebraico Lamed, il dodicesimo, che ben conosciamo, perché spessissimo ha contrassegnato tanti passaggi. 

Si testa, ancora una volta, in questo passaggio, il nostro valore, la nostra "misura", la nostra capacità di malleabilita', per rendere  comunque Sacro, il nostro percorso, nonostante il sacri-ificio da Appesi. 

E guardate come il 21, la Shin di oggi, sia speculare al 12, la Lamed di domani. 

Perché non si può testare il proprio valore, la propria misura, se non portiamo dentro quel Sacro Fuoco, che imperturbabile, resiste alle variabili, anche se cambiano le prospettive. 

Abbiamo tutto ciò che ci serve, che resiste al tempo, agli anni bisestili, e che anzi, si vivifica sempre di più. 

Nel 2024 abbiamo degli appuntamenti importanti, energeticamente, dal punto di vista astronomico. 


Abbiamo l’eclissi Lunare penombrale del 25/03/, di Lunedì, con plenilunio in Bilancia, detto del "Verme"( ogni riferimento è puramente casuale). 

Saremmo sotto l'energia dell'Archetipo 18, Tsade', con funzione "divisione", e sotto l'energia dell'Arcano Maggiore XVIII della Luna. Una divisione apparente, se riusciamo a stare nella dimensione bilanciata del nostro essere frattali Divini, e come tali, riflesso di quel Divino, che non consente mortificazioni di nessun tipo. 

Un'energia che ci invita alla presa di consapevolezza. 


Lunedì  08/04/2024, con Luna Nuova in Ariete, abbiamo un'eclissi di Sole totale. 

Saremmo sotto l'energia della Luna, sotto l'energia dell'Archetipo 20, la Resh, la testa, con funzione "perfezionante", e Arcano Maggiore XX del Giudizio. 

Il Fuoco Sacro, deve salire anche a livello mentale, deve subire il processo di alchemizzazione anche a livello analitico. Deve essere sublimato a nuova materia, in cui gli Opposti, mente e anima, dialetticamente, creano le condizioni necessarie per una rinascita "giudiziosa". 

Teniamo presente che a giugno potrebbe essere visibile a occhio nudo, visto la sua grandezza, la cometa 12P/Pons-Brooks, ribattezzata “cometa del diavolo” per via della sua chioma dalla peculiare forma a corna di diavolo, probabilmente verso il 2 giugno, alla sua minima distanza dalla terra. 

E questo avvistamento, è più che simbolico. 

Perché se davvero sarà il 2 /6/2024, abbiamo un 8/8

Quindi un 16

Archetipo Ayin, funzione corrispondenza, così sopra, come sotto. 

Una volontà divina che indica un nuovo inizio


Mercoledì 18/09/2024, abbiamo una superluna piena in Ariete, con  un'eclissi lunare parziale. 

Archetipo 8, Heit, con funzione "riparo", Arcano Maggiore VIII della Giustizia, come il nostro Anno 8. 

La dialettica mercuriale anticipata in questo Plenilunio ed enfatizzata al massimo dal novilunio in Bilancia di mercoledì 2 ottobre, con eclissi solare, quando saremmo sotto l'Archetipo 11, la Kaf, con funzione "penetrazione", il cui simbolo è la corona, che esprime la capacità di comprensione profonda delle cose, esemplificata dall'Arcano Maggiore XI della Forza. 


Anche nel 2023, abbiamo avuto eclissi e pleniluni /noviluni correlati. 

Giovedì 20/4/2023 Novilunio in Toro, eclissi solare. Archetipo 13, Mem, Arcano maggiore XIII della Morte

Giove. 


Venerdì 5/5/2023 plenilunio in Scorpione, eclissi lunare

Archetipo 17, la Phe, Arcano Maggiore della Stella. 

Venere. 


Sabato 14/10/2023, novilunio in Bilancia, eclissi solare. 

Archetipo 13 la Mem, e Arcano Maggiore della Morte. 

Saturno


Sabato 28/10/2023 plenilunio in Toro, eclissi lunare. 

Archetipo 18, Tsade', funzione "divisione", arcano Maggiore della Stella. 

Saturno. 

Tutte date, contrassegnate da episodi particolari, come ho traguardato nel corso dei miei scritti, per chi mi segue. 


Come vedete, le ultime due eclissi del 2023, avvengono di sabato. 

Saturno, come ho scritto tante volte, è l'unità monadica primordiale, il Sole nero, il Sacro Femminino creatore assoluto, correlato appunto, al numero 8.

Ma Saturno, nelle sue Ottave basse, era adorato come il Dio Baal, divinità siro-cananea e fenicia, un Dio crudele amante dei sacrifici umani, che venivano gettati vivi in un forno all'interno delle sue statue, ed era rappresentato dalla testa di un Toro. 

Toro che chiude la rassegna, con il plenilunio in Toro del 28 ottobre, delle eclissi del 2023, con un'eclissi lunare. 

Molto simbolico, soprattutto a livello karmico. 

Un monito che ci invita alla "non reiterazione", al riuscire a sganciarci da certe dinamiche. 


La nostra Sacra  parola sarda, sa "Balentia" ( di derivazione da Baal, o molto più probabile, il contrario, con una parola Sacra, desacralizzata nel corso del tempo), indica quel preciso orgoglio e quasi alterigia mista a regalità che si ha nello sfidare le prove , e sapere ancestralmente , di poterle vincere. 

"Sa balentia".

Il "valere". 

Il valore. 

L' essere consapevoli delle proprie capacità. 

Oggi questa "Balentia" sarda si ferma un attimo con Crono e ad opera di Crono per farci riflettere. 

Vogliamo ancora essere sacrificati per nostra stessa mano, come fece Crono, nel mangiare i suoi stessi figli( tranne uno, Zeus, il punto zero, la consapevolezza, la Coscienza Divina, o, per restare in tema con i termini del momento, il "punto X" ) o vogliamo reagire con "Balentia", grazie al nostro massimo maestro , il crudele Baal?

Anche il "Vir-us",  molto virgolettato, perché sappiamo bene cosa non è, in questi 4 anni è stato il nostro massimo e potente maestro. 

Ci ha sfidato a diventare potenti e regali Vir. 

Uomini Regali, incoronati.

Virtuosi. 

Ci è stata data una grande possibilità  per mano del nostro stesso Baal, delle nostre stesse paure, cosi piccole, se solo prendessimo davvero coscienza del "Vir- US ".

Dell'essere "Uomini Noi" 

Da quello che sto vedendo abbiamo sprecato ancora una volta l'occasione. 

Ma non è mai troppo tardi, per i figli degli Dei, soprattutto in un giorno 29 come oggi, in cui la nostra Shin, il nostro Fuoco Sacro, arde più che mai, e diventa la potente Acqua di Fuoco, grazie allo Scorpione di questa luna calante. 

Alchimisti di noi stessi. 

Come l'Universo costantemente ci insegna e ci sprona ad essere. 

Con immensa gratitudine sempre. 


Tiziana Fenu 

©®Diritti intellettuali riservati 

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Giorno bisestile 29/02/2024




mercoledì, febbraio 28, 2024

💚Cinghiale di Villanova Strisaili

 Da un post del Museo Archeologico Asproni di Nuoro

( https://www.facebook.com/share/p/JUpACRCEEkHLTDQF/) di cui riporto la didascalia 


"Nel tempio nuragico di Sa Carcaredda, parte del complesso archeologico a poca distanza da Villanova Strisaili, provincia di Nuoro, Sardegna, furono rinvenute diverse offerte votive in bronzo, tra cui bottoni conici, pugnaletti e faretrine in miniatura, anelli e ferma-trecce, come anche bronzetti figurativi, come un arciere orante, e figure animali. Di quest’ultima tipologia è una figurina in bronzo, databile tra il X e il VII  secolo a.C. , raffigurante un cinghialetto accovacciato, del quale l’artigiano ha voluto renderne minuziosamente il muso, e le setole con profonde incisioni a spina di pesce lungo i fianchi, e una cresta di setole dorsale". 


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Espongo la mia interpretazione a riguardo.

Il complesso nuragico Sa Carcaredda, a Villagrande Strisaili, in provincia di Nuoro, Sardegna, comprende un villaggio, con un interessante tempio a megaron, e 5 tombe dei giganti. 

La planimetria del tempio, è quella che rimanda alla planimetria del pozzo di Santa Cristina, e infatti, in questo santuario pare che fosse destinato al culto delle acque, poiché è stato ritrovato proprio un deposito votivo di manufatti, tra cui questo stupendo cinghialetto accovacciato.

Della simbologia del cinghiale ho già accennato in un mio scritto, " Il  Grembo Alchemico delle Maschere Animali del Carnevale Sardo" ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/01/il-grembo-alchemico-delle-maschere.html?m=0) 

" Ci accomuna, alla letteratura mitologica celtica, anche la presenza del cinghiale come animale sacro ai guerrieri, in particolare e al Dio dell'abbondanza e della fertilità Dagda,  che aveva un paio di maiali magici, che si rigeneravano ogni volta che venivano uccisi. 

Cinghiale dalle setole d'oro, o "maiale della battaglia", caro anche alla dea celtica Freya, che è associato alla categoria dei Vani, le divinità della fecondità. 

Alla dea erano sacri anche i maiali, e uno di questi era Syr(scrofa) . 

Ma sappiamo che " sirboni ", in sardo, significa cinghiale, quindi hanno la radice in comune : Syr/ Sirboni. 

Il cinghiale/ maiale, era associato anche alla Dea Demetra, dea della vegetazione, e alla dea della Caccia Artemide. 

Nel Carnevale Sardo, il cinghiale è rappresentato dai Sos Murronarzos  di Olzai".


Una figura estremamente presente, anche presso la simbologia de S'Urtzu di Austis(NU), vestito con pelli di cinghiale, di cui ho parlato nel mio scritto "Il simbolismo divinizzante del Carnevale Sardo" ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/01/il-simbolismo-divinizzante-del.html?m=0) 

"Un percorso di p-Ur-ificazione, quello del nostro Carnevale Sardo. 

Purificazione che avviene anche attraverso i cicli naturali di vita e morte

I Colonganos, di Austis(NU) con le spalle carichi di ossi, e sul viso fronde di corbezzolo, il sempreverde della Sardegna , danzano per richiamare il Dio della vegetazione, quel Dionisio che nel Neolitico era il Dio Solare Taurino , con bastoni e forconi intorno ai boia totalmente vestiti di nero, dei Sos Bardianos, durante l'uccisione simbolica de S'Urtzu, vestito con pelli di cinghiale, che poi risorgera'

Il cinghiale è considerato Sacro. 

Uno psicopompo "sacerdote", che iniziava ai Misteri della vita, e simbolo della Dea Madre(cinghiale bianco /scrofa bianca ) 

Un Animale, che ha in sé l'energia del Fuoco e dell'acqua, del maschile e del femminile, tant'è che si nutre dei frutti  che cadono dall'albero di Mugna, una grande quercia che produce magicamente mele, nocciole e ghiande nello stesso tempo

Io in questa uccisione simbolica del cinghiale, da parte dei Bandianos, tutti vestiti di nero, dei Bandianos, vi vedo l'uccisione della consapevolezza, rappresentata dal cinghiale. 

Chi è ottenebrato dal buio(i vestiti totalmente neri), non può accedere ai Misteri. 

Come il ciclo vita/morte che si sussegue nell'arco dell'anno, con l'alternarsi delle stagioni e con il ciclo delle lunazioni

Riti che risalgono a molto prima dei riti Dionisiaci, dei Saturniali, dei Misteri Eleusini". 


Ma, andando oltre la simbologia intrinseca del cinghiale,  sono interessanti gli elementi decorativi di questo manufatto, a spiga. 

Un motivo facilmente riconducibile alla stessa simbologia intrinseca del cinghiale, che richiama il concetto di fertilità, legato a Madre Terra, che alla forza solare, adottato anche dal Dio Ares/Marte, Dio della guerra, come suo simbolo. 

Una forza solare, ma contemporaneamente, una forza anche lunare, legato alla dimensione della M*orte e dell'Oltre, alla dimensione ctonia del Femminino. 

È proprio questa sinergia delle due polarità, che convergono in due direzioni diverse, nella disposizione a spiga, elemento caratteristico, modulare e simbolico, espressione di fertilità e abbondanza, che ritroviamo anche nella disposizione dei blocchi di pietra, nei nostri nuraghi ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/05/lavorazione-spiga.html?m=0). 

Una simbologia archetipale, che viene enfatizzata anche dalla disposizione a Chevron, che troviamo,  ancor prima che nei nuraghi, nelle nostre Domus de Janas( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/03/motivi-chevron-nelle-domus.html?m=0), che indica riproduzione, espansione, quindi, sinergia delle due polarità, atte alla creazione. 

Conosciamo bene il simbolismo di questa disposizione, perché anche le trecce, presenti nel nostro bronzetto di Vulci e negli stessi Giganti di Mont'e Prama, portano impressa questa sinergia  archetipale, di creature semidivine androgine ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/simbologia-delle-trecce-nel-bronzetto.html?m=0) 

Ma in questa rappresentazione, di questo cinghialetto, c'è un elemento in più, che mi colpisce.

Nella banda inferiore, esattamente nella "seconda postazione" da sinistra, da cui partono, sembrerebbe, specularmente, due moduli di segmenti a "V", da 14 ciascuno( e questo mi fa pensare alla simbologia del ciclo lunare di 14 giorni ciascuno), vi è un elemento che somiglia tantissimo alla lettera Lamed, il dodicesimo Sacro Archetipo Ebraico, con funzione "misura" presente nella nostra Antica scrittura sarda. 

La Lamed è la dodicesima lettera, è, in quanto numero 12, è identificabile con "Su Santu Doxi", "Il Santo Dodici", così importante per la nostra Antica Civiltà Sarda, poiché rappresentava la manifestazione terrena dell'essenza divina, presente nei documenti epigrafici e anche nella stele di Nora. 

Talmente importante, da essere stato enfatizzato, come "traguardatore astronomico", proprio del livello di "fertilita/maturità" del grano, anche nel pozzo Sacro di Santa Cristina, quando il 21 aprile, come espresso dagli studi in loco, del ricercatore Sandro Angei, e anche il 21 di agosto, dopo svariate osservazioni, quando è stato rilevato  che nel pozzo, avviene il cosidetto "miracolo della resurrezione," quando i raggi solari si allineano in asse con la scalinata, e battendo sul primo bordo Inferiore , proiettano un'immagine luminosa nel  dodicesimo anello, a salire, della tholos, sul cerchio "anomalo", quello più grosso. 

Come ho approfondito in un mio scritto 

(https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/osservavo-la-piantina-del-pozzo-di.html?m=0) 

In questo lasso di tempo, che durerebbe una mezz' ora circa, si osserva la "divinità solare" che si manifesta e benedice simbolicamente il raccolto del grano"

Tutto il pozzo Sacro di Santa Cristina, è su base "12"

24 gradini per scendere( 12x 2)

12 speculari, per ascendere, rinati, divinizzati, purificati. 

24 anelli della tholos (altro 12 x2) 

24+12+24= 60

60 è il valore ghematrico del Sacro Archetipo Ebraico Samech, il quindicesimo, che simboleggia proprio la fertilità divina che si manifesta in noi. 

Il 12 si ottiene anche moltiplicando il 3 per il 4

Il divino ( 3)che entra e si manifesta nella materia( 4).

12, in riduzione teosofica, è 3, ternario divino. 

È tutto un richiamo finissimo ed estremamente equilibrato, alla complementarietà degli opposti, di cui la nostra civiltà sarda è Eccelsa testimone in ogni sua manifestazione. 

Alla sinergia creatrice energeticamente, verso la quale gli antichi erano estremamente attenti e devoti. 

E questo prezioso manufatto, con la sua simbologia intrinseca rivela una straordinaria attenzione a quella che è tutta la koine'  concettuale e simbolica che permea, in ogni suo aspetto, tutta la nostra Antica Civiltà Sarda, sempre attenta alla manifestazione del Divino, in ogni suo aspetto. 


Tiziana Fenu 

©®Diritti intellettuali riservati 

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Cinghiale di Villanova Strisaili













martedì, febbraio 27, 2024

💜Nascita Steiner

 Oggi, 27/02, nel 1861, nasceva Rudolf Steiner, grande teosofo dell'Armonia, della Bellezza, dell'Integrazione. 


"È possibile sviluppare un altro genere di conoscenza e questo ci introduce nel mondo invisibile». 

Se si asserisce impossibile questo altro genere di conoscenza, si arriva a un punto di vista dal quale ogni discorso circa un mondo invisibile appare come un’assoluta assurdità. 

Per una simile asserzione, di fronte a un giudizio spregiudicato, non può però affacciarsi altro motivo se non quello che all’assertore è sconosciuto l’altro genere di conoscenza. 

Ma come si può mai giudicare di una cosa che si ammette di non conoscere? 

La scienza occulta deve professare il principio, che si può parlare solo di ciò che si conosce e che non si può asserir nulla su ciò che non si conosce. 

Può consentire che uno abbia il diritto di parlare di quanto ha sperimentato, ma non che uno abbia il diritto di dichiarare impossibile ciò che non conosce o che non vuol conoscere. 

L’occultista non può negare ad alcuno il diritto di non interessarsi all’invisibile; ma non potrà esserci mai un buon argomento per cui uno si dichiari competente a giudicare, non solo di ciò ch’egli può sapere, ma anche di tutto ciò che un «uomo» non può sapere. 

A coloro che considerano come temerarietà entrare nel campo dell’invisibile, l’occultista mostra semplicemente che ciò si può fare, e che sarebbe un peccato lasciare incolte le facoltà largite all’uomo, anzicchè svilupparle ed usarle. 

Chi poi crede che le vedute circa il mondo invisibile debbano far parte unicamente delle opinioni e dei sentimenti personali rinnega ciò che vi è di comune in tutti gli esseri umani. Se anche può essere giusto, che ognuno debba trovare in sè stesso il modo di penetrare in queste cose, è un fatto che tutti quegli uomini che vanno abbastanza avanti, pervengono circa queste cose non a risultati diversi, ma a risultati uguali. 

La differenza si riscontra solo fino a che gli uomini si vogliono avvicinare alle più alte verità, non per la via ben battuta della scienza occulta, ma per altre vie arbitrarie. La vera scienza occulta ammetterà certamente senz’altro, che la giustezza della via da essa seguita non può essere riconosciuta che da coloro che l’hanno percorsa, o che almeno hanno incominciato a percorrerla. 

Ma questi riconoscono tutti e hanno sempre riconosciuta la sua giustezza. 

La via alla scienza occulta sarà trovata a momento opportuno da ogni essere umano che fuor dal visibile riconosce (o anche solo suppone o sospetta) l’esistenza di qualche cosa di nascosto, e che, dalla coscienza che le forze conoscitive sono capaci di sviluppo, è portato a sentire che il nascosto gli si può svelare. 

All’uomo, che attraverso queste esperienze dell’anima arriva alla scienza occulta, essa non spalanca soltanto la prospettiva di trovare la risposta alle domande affacciate dal suo bisogno di conoscenza, ma anche la prospettiva, affatto diversa, di poter superare tutto ciò che ostacola e indebolisce la vita. 

E, in un senso più elevato, si ha un indebolimento della vita, anzi una morte dell’anima, quando l’uomo si vede costretto a volger le spalle all’invisibile, o a rinnegarlo. 

E, in certe circostanze, quando l’uomo perde la speranza che l’invisibile gli venga rivelato, si ha vera disperazione. 

Questa morte e questa disperazione, nelle loro molteplici forme, s’impiantano entro nell’anima anche come avversari della scienza occulta. Entrano in gioco quando si dilegua la forza interna dell’uomo.


Tratto da Rudolf Steiner "La scienza occulta" Harmakis Edizioni

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Nascita Steiner



💜Matriarcato

 Bisogna dire che le società matriarcali e altre società pacifiche non sono abitate da angeli, ma da esseri umani con i loro punti di forza e le loro debolezze, e che la gamma delle possibilità umane nel mondo dipende dai valori culturali e dalle strutture sociali in cui le donne e gli uomini vivono. Sono questi valori e modelli sociali a differenziare una società pacifica da una non pacifica. 

È per questo che nelle società matriarcali possono esistere forme di violenza spontanea, causate ora da rancori personali tra singoli, ora da problemi irrisolti che sfociano nella violenza collettiva interna. 

Tuttavia, queste società hanno sviluppato una vasta gamma di strategie per la risoluzione dei conflitti e per il mantenimento della pace che è sconosciuta alle società patriarcali. 

Per prima cosa in quelle matriarcali la violenza è bandita e non glorificata. 

Esistono effettivamente faide portate avanti dagli uomini che talvolta possono sfociare in omicidi di membri di altre tribù per le ragioni già menzionate, ma in molti casi vengono risolte con alleanze tribali o evitate con matrimoni politici tra clan. 

In alcune società matriarcali, specialmente in quelle cadute sotto la pressione patriarcale, esistono ruoli speciali per chi combatte, ma servono non a conquistare bensì a difendere, a dimostrazione del fatto che non tutte queste società sono state immediatamente pronte a sottomettersi alle invasioni patriarcali: alcune hanno opposto resistenza. 

Come qualsiasi altra società, anche quelle matriarcali hanno regole sociali e stabiliscono sanzioni per chi le infrange, ma non implicano sistemi giudiziari come la detenzione, o sistemi punitivi che compromettono la vita delle persone o ledono qualche parte del loro corpo. 

I fattori che rendono così diverse le società matriarcali dalle altre società sono i valori culturali e le strutture sociali, il cui scopo fondamentale è garantire la pace. Sono i valori materni che derivano dal modello di comportamento e dal lavoro della madre. 

Comprendono, per esempio, l’attitudine a nutrire e aver cura di ciò che è piccolo e debole affinché possa crescere, l’uguaglianza tra i sessi e le generazioni – intesa non nel senso di egualitarismo ma di uguaglianza complementare –, la reciprocità come sistema di aiuto senza esclusione a priori di nessuno, la risoluzione dei conflitti tramite la negoziazione, il matrimonio mutuale o gli accordi rituali. 

Si tratta di valori condivisi da tutti, dalle madri e da chi madre non è, dalle donne e dagli uomini. 

Creano un modo di vivere che è in ogni caso più pacifico e affermativo della vita di quello che si trova nelle società patriarcali. Per il nostro lavoro è estremamente importante familiarizzare nei dettagli con valori, tradizioni e strutture che danno forma ai modi di vita matriarcali. 

È una conoscenza che ricaviamo dalle società di questo tipo che ancora oggi esistono, ed è anche l’unico modo per poter imparare a vedere e capire la storia antica e primeva da una prospettiva diversa da quella consueta. 

Se non entriamo in contatto con i valori delle formazioni sociali non patriarcali il risultato sarà la continua proiezione patriarcale sul passato dettato dalla difficoltà di vedere ciò che è diverso da quanto già si conosce.


Tratto da 

Heide Goettner-Abendroth "Le società matriarcali del passato e la nascita del patriarcato" Mimesis Editore

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Matriarcato




💛Funzione dei nuraghi

 Si è sostenuto da più parti che i nuragici fossero un popolo bellicoso, e paradossalmente non tanto verso popoli allotri, ma pronto invece ad aggredire il proprio dirimpettaio per le più svariate motivazioni: conquista di terreni coltivabili, pascoli, territori di caccia, zone minerarie o per chissà quale altro motivo.

Anche in questo caso l’invito è di provare a ragionare su alcuni dati: è possibile che un tale numero di nuraghi fossero in guerra tra loro? 

Quando mai la popolazione avrebbe trovato il tempo di erigere costruzioni così grandi e complesse dal momento in cui erano impegnate o nella difesa e nel controllo del territorio, o peggio ancora in vere e proprie azioni di guerra? 

Un esempio concreto: il nuraghe “Santu Antine” di Torralba sorge al centro di una piana che tutto potrà essere tranne che una soluzione logistica confacente allo scopo difensivo che si vuole attribuire ai nuraghi, non solo per la propria posizione aperta agli attacchi da ogni direzione, ma anche per la vicinanza ad altre “fortificazioni” nuragiche, vedi il nuraghe “Oes” posto a poco più di 800 metri di distanza dal Santu Antine, la qual cosa lascerebbe pensare a continui scontri fratricidi tra i due insediamenti.

Alcuni hanno cercato di risolvere il problema avanzando l’ipotesi che i nuragici fossero organizzati in una serie di cantoni per cui il nuraghe principale, solitamente un polilobato, era circondato da una serie di nuraghi di importanza e grandezza via via sempre minore, con lo scopo di difendere e vigilare sui territori circostanti il nuraghe principale, sede del capo di quella comunità a organizzazione piramidale. 

Si dovrebbe allora spiegare quali rapporti effettivi esistessero tra il clan che abitava il nuraghe Santu Antine e quello che risiedeva nel nuraghe Oes, due nuraghi simili per mole, particolare non secondario, visto che questa teoria tende ad attribuire l’importanza maggiore o minore a seconda della grandezza della struttura e del suo posizionamento rispetto agli altri nuraghi. 

Inoltre se il nuraghe Santu Antine è un trilobato mentre l’Oes è un nuraghe con addizione frontale di due torri, sicuramente quest’ultimo spicca rispetto al primo per l’eccelenza della tecnica costruttiva delle sue mura e per la perfezione delle scale elicoidali che si sviluppano al suo interno. Viene spontaneo domandarsi dove risiedeva il capo di quella comunità, dal momento che un nuraghe era più rappresentativo per imponenza e complessità di progetto, mentre l’altro mostrava una raffinatezza e cura dei propri conci sicuramente superiori al primo. 

Mi pare invece importante sottolineare come la disposizione fisica di queste due imponenti fortezze nuragiche si riproponga uguale nell’orientamento e nella distanza in un altro sito, precisamente a Barumini. 

Infatti il nuraghe “Nuraghe ‘e Cresia”, posto in direzione sud-est rispetto al nuraghe “Su Nuraxi”, come avviene tra il nuraghe Santu Antine e l’Oes, presenta la medesima distanza che intercorre tra questi ultimi due monumenti, precisamente 850 metri. Sarà solo un caso? Mi domando inoltre a cosa potesse servire da un punto di vista militare e strategico questo tipo di disposizione. 

Tornando al discorso relativo al nuraghe Santu Antine, e ammesso che questo tipo di organizzazione territoriale possa essere plausibile, non bisogna sottovalutare che nel raggio di una decina di chilometri esistono altre enormi fortezze nuragiche, non indagate scientificamente, ma che comunque emergono con le loro possenti strutture, citiamo il “Santu Sistu” in territorio di Giave, oppure il nuraghe “Sa Reggia” della Foresta Burgos, insediamenti che in un tale contesto territoriale avrebbero avuto tutto l’interesse che una struttura importante come il Santu Antine, supposto che la sua costruzione fosse successiva agli altri nuraghi, con tutto il suo corollario di nuaghi preposti alla sua difesa, non fosse edificato. 

Questo stesso ragionamento potrebbe essere applicato anche al contrario, cioè il clan con a capo la struttura del Santu Antine, in un contesto bellico così accentuato, avrebbe avuto interesse a che non si sviluppassero attorno a lui altre fortezze. 

Per cercare di chiarire ulteriormente il mio pensiero è necessario introdurre un altro dato che avvalora l’ipotesi dell’impossibilità della costruzione di un numero così elevato di fortezze. 

Studi recenti condotti sul nuraghe Santu Antine, eseguiti da personale specializzato, hanno dimostrato che la sua edificazione si articolò in diverse fasi, tra cui il reperimento dei massi necessari alla costruzione, la loro lavorazione, il trasporto, avvenuto in questo caso da alcune cave individuate recentemente non molto lontane dal sito, e ancora il tempo necessario per la loro messa in opera, sarebbero costati in termini di tempo ben 25-30 anni. 

Viene subito da domandarsi come fosse possibile che in una società basata fondamentalmente sull’aggressione reciproca di clan continuamente in guerra tra di loro si sia potuto permettere che un clan rivale edificasse una tale struttura, o meglio una “fortezza” inespugnabile con tutto il suo apparato di nuraghi satellite, al centro o quasi di una pianura a dir poco adatta per l’agricoltura e l’allevamento, e quindi appetibile a tutti, senza che i rivali in 25/30 anni non tentassero di attaccarli e sconfiggerli. 

C’è qualcosa che non quadra…


Tratto da 

Augusto Mulas "L’isola Sacra Ipotesi sull’utilizzo cultuale dei nuraghi" Edizioni Condaghes

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Nell'immagine, il nuraghe Santu Antine di Torralba, in provincia di Sassari, perfetto esempio di una società teocratica, intimamente connessa con la dimensione divina e riflesso, nelle loro manifestazioni concettuali, simboliche e divine, di una perfetta Armonia Cosmica e di una Sacra Geometria, riprodotta in terra, di cui ho sempre parlato, e di cui, il perfetto trilobato di Santu Antine è Eccelsa testimonianza 

(https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/i-custodi-della-memoria-del-trilobato.html?m=0) 

Si legge ancora, troppo spesso, che la nostra Antica Civiltà Sarda era bellica, e che i nuraghi siano fortezze..

Diffondiamo verità. La nostra civiltà ha apportato sempre Armonia, Bellezza, Saggezza ed evoluzione, non è stata serva di nessuno, totalmente auctotona e aperta agli scambi.. E basta anche con questa storia di fantomatiche colonizzazioni che avrebbero portato chissà quale civiltà, come leggo ancora in post anche internazionali.

Della serie "civiltà nuragica che abito' la nostra Terra per un tot di secoli".

Non se ne può più.

Riportiamo ordine.

Ripristiniamo la verità.

Sono piccoli passi.

Ma piccoli passi, fanno un lungo cammino.


Tiziana Fenu

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Funzione dei nuraghi



lunedì, febbraio 26, 2024

💛Torii giapponesi /Domus de janas

 A sinistra, ingresso per un altro mondo, rappresentato con un torii giapponese, trovato in una grotta in Giappone.

A destra, Domus de Janas S'Incantu o Monte Siseri - Putifigari (SS), Credit Paolo Lombardi, per "Nero Argento". 

I torii giapponesi, di cui già parlai( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/05/oggi-che-20-maggio-e-la-giornata.html?m=0), e che ho ripreso in altri post, in particolare in questo, sono altamente simbolici. 

https://maldalchimia.blogspot.com/2023/09/pubusattile-tre-falli-tempio-di-malta.html?m=0

Le nostre Domus de Janas, sono ricche di simbologie taurine, tutte differenti tra loro. 

Le abbiamo allungate, quasi a circonferenza, a mezzaluna, squadrate, a forma di "barca solare egizia". 

Queste, allungate, sono molto particolari. 

"Nelle Domus de Janas sono spesso rappresentate quelle che sembrerebbero rappresentare corna taurine allungate, ma che invece  rappresentano una conformazione a trespolo molto simile ai Torii giapponesi,  che rappresentano proprio un portare di accesso, una porta che porta ad una Jinja, cioè ad un santuario, o molto più semplicemente ad un'area sacra. 

Praticamente sono dei Sacri Portali che sono semplicemente delle porte  che sono simbolicamente dei passaggi dal mondo terreno verso il mondo ultraterreno. 

L'etimologia  della parola "Torii", pare che derivi dalla parola "Torana", che letteralmente significa "palo per gli uccelli", ed era utilizzata per identificare le strutture ornamentali di ingresso ai templi nella religione buddista, induista e giainista. 

Quindi che anche in Sardegna , nelle Domus de janas abbiamo esattamente le stesse porte, con la stessa forma, chiamate "false porte', che erano dei portali di purificazione, quindi un punto di passaggio tra puro e impuro, tra mondo dei vivi e mondo dei morti. 

E la presenza di questi Torii anche nella religione giainista mi rimanda anche ad un altro concetto. 

Giano era  la Divinita' romana degli inizi materiali e immateriali, raffigurato con due volti, e che quindi  può guardare sia il futuro che il passato, quindi un ponte tra futuro e passato, esattamente come le "jannas/ janas", le  Sacre porte sarde, e non solo. 

E allora non sarà che forse i torii( le cui protomi taurine si trovano nelle Domus del Janas) oltre che rappresentare l'elemento fertilizzante che si legava a Madre Terra, forse erano  proprio una rappresentazione di una Divinità femminile con le ali ?

D'altronde anche il nome "babbaiola"  e' inteso come "b-abba"/acqua che vola". 

L'elemento femminile che può passare  da una dimensione all'altra. 

O anche la parola barbagianni. 

( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/09/simbologia-gonna-plissettata-sarda.html?m=0) 

"Barbagianni, e non civetta, come genericamente si attribuisce, alla simbologia del femminino "Dea Uccello", in Sardegna. Innanzitutto, basta esaminare il nome, che già parla da solo, come ho scritto tante volte. 

Barbagianni > b-abba(acqua) > jani/o/a ( con riferimento alla jana/ jano/ Giano bifronte, capace di vedere passato e futuro, legato, astronomicamente, alle porte solstiziali a cui sono orientate le Domus de Janas) 

Quindi "Jana" ( janna, come porta multidimensionale, anche per l' aldilà, colei che vede passato e futuro. Psicopompo anche nell'aldilà, come lo è simbolicamente, per eccellenza il barbagianni, con il suo manto candido, puro, che può accompagnare le anime nell'aldilà) 

Una "B-Abba-Jana" tutta Sarda, simbolo della prima rappresentazione delle divinità femminili legate all' acqua, insieme alla Dea Serpente. Icone archetipali, che sono rimaste nella tradizione, fino ai giorni nostri. 

Una traghettatrice tra le due dimensioni, la cui rappresentazione è proprio  in quel Torii o "porte finte" che si trovano in ogni Domus de Janas, che non sono semicircolari come le protomi taurine,  ma sono stilizzate esattamente le Torii giapponesi.

Il Barbagianni in sardo si dice "stria". 

[...] Da considerare anche, come ho scritto altre volte, come individuato dalla studiosa Maria Grazia Lopardi, che il nucleo consonantico "STR" è una costante dell' elemento femminino, riscontrabile in molte divinità femminili, come Ishtar, Astarte e altre. 

"STR", che ritroviamo anche in "Stria", e in Tirso, anche se lei non li nomina, poiché nello specifico non si è occupata di cultura sarda". 

Tirso, che, tra parentesi, non solo è il nostro fiume più importante, ma è anche il nome del bastone del potere papale con sopra una pigna, che metaforicamente, rappresenta la ghiandola pineale.. 

Il tirso come metafora della kundalini, con le sue nadi energetiche, che attivano la pineale. La Kundalini, che ha un'energia femminile, capace di contenere e custodire entrambe le energie degli Opposti, Acqua e Fuoco, ma che sostanzialmente ha un'energia femminile, perché è Shekinah, energia elettrica mascolina che prende Forma nel Femminino. 

E non sarà forse, che il bastone nodoso del capo tribù di Uta indichi un primordiale tirso, un bastone di potere, con 20 "nodi"?

Guardacaso, il numero 20, in Ghematria, è legato all'Archetipo Kaf, con funzione di "coronamento". Indica un alto valore spirituale, un Sacro guerriero spirituale, proprio come potrebbe essere il nostro capotribu' di Uta, la cui simbologia del bastone di potere, rimanda al Femminino 

(https://maldalchimia.blogspot.com/2023/11/bronzetto-uta.html?m=0) 


La simbologia delle corna taurine, come è sempre, nella koine'  concettuale e simbolica della nostra Antica Civiltà Sarda,  è cosmogonica, e contempla, quindi, la sinergia di Padre e Madre Creatori, insieme, nella dimensione terrena, e nella dimensione ultraterrena.

La simbologia, è sempre, taurina /uteri*na,  a doppia chiave di lettura. 

Il Toro, è il segno che più si avvicina a questa simbologia. 

È un segno femminile di Terra, per quanto, nella sua rappresentazione, esprima viri*lita' mascolina, fecon*dita'.

E si colloca, come segno zodiacale, all'ingresso dell'equinozio di Primavera, che, archetipalmente, rappresentava, con i suoi 7 pianeti allineati( rappresentazione simbolica che abbiamo nel nostro Archetipo, il Labirinto di Benettutti) il periodo di maggiore connessione con il Divino, di nascita e rinascita( anche la resurrezione cristica, avviene quasi sempre sotto il segno del Toro, durante l'equinozio primaverile)

(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/08/il-labirinto-e-jana.html?m=0) 


Tiziana Fenu 

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Torii giapponesi /Domus de Janas









domenica, febbraio 25, 2024

💙Violoncello per i 500 larici abbattuti

 La voce dell'Anima, solo come il violoncello sa esprimere, come un grido dolore, di Bellezza lacerata.

La resina come gocce di miele su una ferita che l'Umano non riesce mai a sanare.

Onore a questo Artista, Mario Brunello. 

Il mio cuore radicato tra queste note di struggente e lacerante Bellezza, per un altro sfregio ancora......

https://www.facebook.com/share/p/PTiLM8GQxhNkdJJ6/

A Cortina è cominciato il taglio dei 500 larici nel bosco di Ronco per far posto al cantiere di costruzione della nuova pista da bob “Eugenio Monti", in preparazione dei Giochi invernali Milano Cortina 2026.


500

Valore ghematrico del Sacro Archetipo Kaf, con funzione "penetrazione, Arcano Maggiore XI della Forza 

21/2/2024 

13

Sacro Archetipo Ebraico Mem, la Madre Cosmica delle acque, delle Memorie ancestrali. 

Arcano Maggiore XIII della Morte, mercoledì. 

Luna Crescente tra Cancro e Leone 

Data di inizio di questo sfregio  immondo 

a Madre Natura.

Una Memoria che si ripete, ma senza consapevolezza umana.

Una Morte, subita. Non voluta. Non naturale. 

La Kaf indica, nella sua forma grafica della K, se ruotata di 90°, una corona

La Corona della connessione con il Divino.

Una storia che si ripete.

Così come hanno disconnesso la nostra Corona, il nostro settimo chakra Sahasrara, dal Divino, così hanno disconnesso le corone degli alberi, i naturali recettori della dimensione divina. 

La forma grafica della Kaf come lettera ebraica, può essere assimilata ad un coltello,  ad un pugnale, che affonda metaforicamente, fino alle radici, per addentrarsi nell'intima connessione delle cose.

Nella loro Essenza. 

In quella dimensione in cui vi è il superamento della dualità, rappresentato dal numeto 11, con le sue due "colonne opposte", e ci si sublima, ci si incontra, in una dimensione in cui ci si compenetra, come fa la ragazza dell'Arcano Maggiore XI della Forza. 

Il Femminino e il Mascolino.

La fragilità estrema e la forza estrema.

L'Acqua  e il Fuoco.

Guardacaso, il 21, mercoledì, è iniziato questo scempio, in Luna Crescente tra Cancro e Leone, tra Acqua e Fuoco.

In un giorno, di mercoledì, che sarebbe dovuto essere di prolifico scambio mercuriale, di dialettica amorosa e costruttiva.

Un'occasione, per cogliere l'intima Essenza dei Maestri Alberi. 

Di questi Larici sacri, simbolo di purezza e nutrimento spirituale. 

Di mani posizionate a corona, come indica la Kaf, pronte a ricevere la profondità dell'insegnamento divino.

Con umiltà.

Perché ci tanta umiltà, nel ricevere.

Nell'impugnare questa energia penentrante della Kaf, che ci è stata offerta come un Dono, non come un pugnale che recide la connessione, che sfregia Madre Terra, ma come strumento di connessione, che attiva la nostra Corona, la nostra reale Regalità divina, non quella terrena, usurpata con inganno e mistificazione, arbitrariamente, priva di ogni connessione anche verso chi la indossa, come fregio di prepotenza, prevaricazione e ignoranza.

Perché è ignoranza, ignorare la Bellezza di questi Doni, di questi connettori naturali con il Divino, che contribuiscono a rendere abitabile la vita su questo pianeta, oltre che riempirlo di Bellezza che straripa dal cuore e dagli occhi.

E quando si capisce il valore di certi Doni, li si usa in modo corretto, rivolti al bene supremo, che non è mai il bene del singolo, ma è al servizio dell'altro, di sé stessi e della comunità, in egual misura.

Trovo straordinario, nell'infinita Bellezza, Saggezza, Perfezione e Generosità dell'Universo, averci concesso, anche stavolta, pur con una ferita, uno strappo, cosi lacerante a sua figlia, e Sposa, Madre Terra, che ci abbia indicato anche stavolta, con i suoi strumenti infiniti strumenti di comunicazione, che per me, possono essere simboli, Archetipi, numeri, quanto uno strumento come un pugnale, un'arma da taglio, come quella che, metaforicamente, è stata usata per recidere questi secolari alberi, possa essere una potente energia, come tutti gli Archetipi, che l'Umano devia. 

La disconnessione con la sua Corona, rappresentata proprio dalla K della Kaf, la non umiltà delle mani giunte a coppa, a ringraziare e ricevere il Dono della connessione, ma chiuse a pugno, nel proprio egoismo e sete di potere, impugnando il pugnale, non per penetrare nell'Essenza, le cose, e comprenderle, creano un abisso in quella naturale dialettica tra umano e divino, che pure, ci è stata offerta anche dalla lunazione tra acqua e fuoco, dal Mercoledì mercuriale.

Un'occasione mancata.

Un ennesimo corto circuito che interrompe il flusso di energia.

Un'occasione persa.

Uomini mancati.

Con la Corona che rotola ai piedi.

Giù, verso l'abisso dell'incoscienza.

Con infinita Gratitudine sempre.

Per questa possibilità di scelta.

Per la Guida costante dell'Universo.

Del suo implacabile Amore, nonostante tutto.

Per darci la possibilità, ogni volta, di comprendere, e prendere con noi, per vivere al meglio, per quel poco che ci è concesso in questa dimensione 

Per la sua incrollabile Fede, verso l'Umano, che io non ho più. 

È questa, la Bellezza a cui mi prosto.

E mi sento piccola.

Recisa come un germoglio di larice. 


Tiziana Fenu

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Violoncello e i 500 larici



sabato, febbraio 24, 2024

💙Il Giorno della Memoria del Fuoco di Vesta

 Il giorno della Memoria del Fuoco di Vesta 


Editto di Teodosio
24 febbraio 391
Il 24 febbraio del 391 venne spento il fuoco di Vesta. Il sacro fuoco rimasto acceso fin dalla fondazione di Roma ( 21 aprile 753 a) morì.
Quella struttura sacerdotale rimasta immutata dai tempi di  Numa Pompilio, fondatore di Roma, venne così spazzata via.
Serena (sposa del magister militum Stilicone) a seguito dello spegnimento del Sacro Fuoco di Vesta, entrò nel tempio di Rea, la Madre degli Dei, si avvicinò alla statua della Dea e tolse la collana che la adornava, e reputandosi al suo pari la indossò.
Un’anziana donna di nome Celia Concordia, l’ultima Vestale, vedendo la scena prese a protestare, ma venne allontanata con la forza, e quindi cacciò una tremenda maledizione su Serena, il marito e tutti i suoi eredi.
Tale maledizione fu sbeffeggiata da Serena fino a quando non iniziarono ad apparirle notte e giorno visioni della morte propria e dei suoi figli: eventi che si avverarono con spietata precisione diciassette anni dopo con una condanna a morte da parte del Senato.
Una maledizione che continua anche adesso, per aver violato la Sacralità di un Fuoco.
Per ironia della sorte (o come sottolinea Zosimo, “di Vendetta”) la decisione venne presa da un Senato a maggioranza cristiano. Ancora oggi il 24 febbraio in Italia si piange ogni anno lo spegnimento del sacro fuoco di Vesta, e tutti i politeisti uccisi dall’intolleranza religiosa, con manifestazioni di lutto e triste commemorazione di varia natura presso varie realtà pagane e neopagane (anche non romane).
L'editto di Teodosio I, del 24 febbraio 391, così ordinava:
«L’Augusto Imperatore (Teodosio) ad Albino, prefetto del pretorio.
Nessuno violi la propria purezza con riti sacrificali, nessuno immoli vittime innocenti, nessuno si avvicini ai santuari, entri nei templi e volga lo sguardo alle statue scolpite da mano mortale perché non si renda meritevole di sanzioni divine ed umane. Questo decreto moderi anche i giudici, in modo che, se qualcuno dedito a un rito profano entra nel tempio di qualche località, mentre è in viaggio o nella sua stessa città, con l’intenzione di pregare, venga questi costretto a pagare immediatamente 15 libbre d’oro e tale pena non venga estinta se non si trova innanzi a un giudice e consegna tale somma subito con pubblica attestazione. Vigilino sull’esecuzione di tale norma, con egual esito, i sei governatori consolari, i quattro presidi e i loro subalterni.
Milano, in data VI calende di marzo sotto il consolato di Taziano e Simmaco».
L'imperatore Costantino nel
313 promulgò l’editto di Milano, noto come editto di tolleranza, «affinchè sia consentito ai Cristiani e a tutti gli altri la libertà di seguire la religione che ciascuno crede, affinché la divinità che sta in cielo, qualunque essa sia, a noi e a tutti i nostri sudditi dia pace e prosperità», come recitava il testo. Libertà di culto totale quindi ma i cristiani erano cresciuti di numero e importanza, andando a superare di gran lunga le altre fedi pagane e le antiche credenze romane.
Con l’editto di Tessalonica del 380, la religione cristiana uscita dal Concilio di Nicea diventava di Stato e tutti i popoli dovevano riconoscerla e sottomettersi.
Quindi con Teodosio si legittimò la distruzione dei templi pagani; si aggravarono le punizioni per coloro che si riconvertivano al paganesimo; per gli aruspici si legiferò la pena di morte. E si legittimò la repressione riguardo ai pagani «che tramavano contro l’impero», riportando l'unità all’impero grazie a un governo assolutista, retto con pugno di ferro.
Si narra il particolare dell'incontro di Teodosio I, imperatore romano, con l'arcivescovo di Milano Aurelio Ambrogio. Teodosio aveva fatto massacrare una folla della città di Tessalonica che, nel tumulto, aveva ucciso uno dei suoi generali. In procinto di entrare nell'antica basilica Porziana, dove oggi sorge la basilica di San Vittore al Corpo, l'imperatore fu fermato da Ambrogio, che pretese che rimanesse fuori dalla chiesa.

Ci sono dei particolari che vorrei sottolineare.
Inanzittutto la data 24/02/391, dell'editto di Teodosio, ultimo giorno in cui il Sacro Fuoco di Vesta restò acceso
La data, sommata numero per numero, mi da un 21, che corrispinde proprio al Sacro Archetipo Ebraico Shin, il Fuoco Sacro.
La data invece di accensione del primo Fuoco Sacro di Vesta, corrispondente alla data di fondazione di Roma è 21/04/753, quindi un 22, Sacro Archetipo Ebraico Tau, il sigillo divino degli Iniziati, data importantissima anche per la nostra Antica Civiltà Sarda, di cui ho approfondito in alcuni scritti ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/06/solstiziopales.html?m=0).
I giorni invece che separano le due date, che corrispondono ai giorni in cui il Fuoco di Vesta  restò acceso, sono 132277, che, sommati tra loro, mi danno ancora un 22..
Questo, a livello simbolico, esoterico, alchemico, è molto importante, perché ciò che avviene in questo piano, è sempre un riflesso di una Geometria Sacra Divina, molto precisa, di cui gli Umani, credono di essere totali artefici.
L'iniziazione al Fuoco Sacro viene inaugurata in un un giorno 22, ha una durata simbolica di un "22", e termina con un giorno 21, giorno che rappresenta proprio la sua valenza simbolica, il Fuoco.
Inizia con il Fuoco, e termina con un altro fuoco.
È come se, il periodo in cui fosse rimasto acceso, quei 132277 giorni, fossero stati dei giorni sacri da Iniziati, da "Tau", fino a che non è cessato, e con esso, con l'ultimo giorno, si è segnato la fine di un ciclo.
D'altronde la conservazione del fuoco (risorsa e bene di straordinaria importanza) era un problema che comportava delle notevoli difficoltà; sia Virgilio che Ovidio riferiscono che all'epoca si otteneva col primitivo e laboriosissimo sistema dello sfregamento delle selci, pianta Sacra, legata all'elemento fuoco, alla purificazione, alla divinazione e alla connessione con il Divino, al servizio della comunità, quindi il Fuoco Sacro doveva stare in una struttura pubblica, prima al nucleo Palatino, poi al Foro Romano, in un tempio, sotto la custodia delle sacerdotesse vestali, da cui il nome, "il Fuoco di Vesta".
6 vestali, a custodia del Fuoco, che restavano vestali per trent'anni, a partire dai 6 o 10 anni, e dovevano rispettare un severo voto di verginità, di cuore e di fisico, pena la morte per seppellimento essendo sacrilego versare il sangue di una vestale. In cambio ricevevano prestigio, tributi pecuniari e onorifici, oltre a una numerosa serie di privilegi.
Un periodo di oltre 350 anni, in cui il Femminino, custode di questo Sacro Fuoco di Sapienza e Conoscenza, manifesto' la sua straordinaria potenza.
Basti pensare a Vesta, dea del focolare, di ogni dimora romana .
Vesta è l’equivalente di Estia la dea greca del focolare domestico, la primogenita di Crono e di Rea, sorella maggiore di Zeus. Corteggiata da Poseidone e da Apollo, la dea ottenne di poter mantenere per sempre la sua verginità, grandi onori e il culto in tutte le case degli uomini e nei templi.
Affiancata da Hermes/Mercurio, in quanto, il Femminino, per sua natura è mercuriale, alchemico, trasformatore, come lo stesso Fuoco Sacro che rappresenta.
Un Fuoco scomodo, quello del Femminino, che porta Sophia, Sapienza ancestrale.
Come scomoda, fu Ipazia, che nel 415 dC fu condannata a morte.
Filosofa, astronoma, matematica, figlia del filosofo Teone. Scrisse anche diversi testi che a noi non sono giunti. Per quanto ci riporta Sinesio ella inventò l’astrolabio, l’idroscopio, e gestiva la Scuola di Alessandria. Il fatto di essere donna ed al contempo di insegnare e parlare non coincideva con i dettami della cristianità del tempo, ciò la mise in contrasto con il Vescovo Cirillo.
Ipazia prima di esser uccisa da un gruppo di monaci cristiani su ordine del Vescovo venne stuprata, martoriata, e sacrificata sull’altare cristiano posto all’interno della -già saccheggiata- biblioteca di Alessandria, ed il corpo smembrato in quattro parti.
La data della morte è marzo 415.
Il giorno esatto non si sa.
3/415
Archetipo 13, la Mem, la Sacra Madre Cosmica.
Un Femminino che è stato violato e sottomesso secoli, millenni prima
La Shin, ventunesimo Archetipo, con funzione "traslante" di quest'ultimo giorno del Fuoco di Vesta, di cui celebriamo ancora la memoria è un Sacro Archetipo, rappresenta proprio il Fuoco Divino e ha valore ghematrico 300, e guardacaso è durato oltre i 300 anni.
È la forza ignea del Fuoco che tutto trasmuta, le cui tre lingue di fuoco, rappresentano la triade creativa che si sviluppa dalla sua azione "traslare", che trasla al di là della dimensione umana, che dà l'accesso al Divino, sacralizzati dal fuoco purificante e rigeneratore, come fuoco cosmico, trascendente.
Il fuoco che guarisce, come il serpente di Bronzo di Mosè.
A questo riguardo c'è un accostamento straordinario, che si è palesato proprio ieri, in un gruppo, "Simboli nell'arte" ( https://www.facebook.com/share/p/H89zmfQajY9T9nRR/), in cui si chiedeva la simbologia di una Madonna esposta nella chiesa di Sant'Ambrogio a Firenze, un dipinto che risale al 1400, in cui la Madonna è circondata da 12 code di serpente. Nel gruppo si chiedeva cosa rappresentassero, se fossero raggi.
Il mio commento è stato questo, e sono stupita oggi, da questo aggancio con Sant'Ambrogio.
"È lei stessa, come Sacro Femminino, come Sophia, come Kundalini, come Shekinah, come Archetipo Teth, il tredicesimo serpente. È la Mem, Archetipo Cosmogonico.
Lei non calpesta mai il serpente, lo protegge, con il tallone sinistro nudo, lo stesso Femminino, quindi vulnerabile, perché esso rivela la sua natura semidivina, capace di governare e custodire  la sua stessa valenza energetica archetipale rappresentata dal serpente.
È l'iconografia cattolica, che la vuole nemica e calpestratrice del serpente, inteso come male.
Ma se andiamo a ritroso nelle simbologia delle antiche divinità femminili, erano sempre rappresentate con questi animali di potere,
Non capisco perché rifiutate l'idea che possano essere serpenti, quando invece l'iconografia archetipale del serpente ha sempre accompagnato il Sacro Femminino fin dai tempi antichissimi, arrivando fino ai giorni nostri, pur se, nel simbolismo sacro, è stato ampliamente mistificato e ribaltato dalla chiesa. Non approfondisco la simbologia del serpente, perché mi dilungherei troppo.
Sottolineo però, che nel dipinto è presente Sant'Ambrogio, che è legato ai serpenti.
Nella Basilica di Sant'Ambrogio a Milano vi è una colonna con un serpente nero.
Si narra, a livello simbolico, che quel serpente igneo nero di bronzo fu forgiato da Mosè in persona durante l’attraversamento del deserto, per difendersi dai serpenti veri, e che nel giorno del Giudizio Universale, quello stesso serpente si animerà e ridiscendendo da quella colonna, tornerà al suo luogo di origine.
Questo dipinto si trova in una chiesa dedicata a Sant'Ambrogio, no?
Quindi, di cosa vi stupite per la presenza dei Serpenti nel dipinto, che pure sono così evidenti?"

Molti non riescono a traslare, a vedere oltre. Eppure serpente e Femminino, sono legati a doppio filo.
12 code di serpente intorno alla Vergine Maria.
12 è lo speculare di 21.
L'energia del Soffio Divino in terra, del Fuoco alchemico, che non può essere che il Mercuriale Sacro Femminino
La lettera Shin, tra l'altro è composta da tre lettere Vav, con valore ghematrico 6
Un 6*6*6*
Un numero che riporta ad un altro Archetipo, il nono, la Teth( 6x3=18 = 9),il Grembo, la Kundalini, la Sophia
Numero tanto demonizzato, quanto divino nella sua Essenza, come ho scritto in un mio post.
"Sappiamo benissimo, e l'ho scritto altre volte, che questa combinazione numerica è stata altamente mistificata, demonizzata ad oltranza. 
Il 666 è la Matrice olografica di una Architettura divina, Sacra. 
Nella nostra dimensione, l'atomo base della vita, è l'atomo di carbonio, con i suoi 6 elettroni, 6 neutroni e 6 protoni., e questa sequenza, rappresenta quindi il codice Sacro di aggregazione della materia, la sua cristallizzazione, in forma tetraedica,  seguendo una dinamica spiraliforme. 
La sua forma Cristica. 
L'Universo ha una Matrice olografica, e questi codici rappresentano la perfezione dell'energia divina nella materia.

E, come, non sottolineare che il Sacro Archetipo 22, la Tau, ha un valore ghematrico  400, e il Fuoco Sacro di Vesta rimase acceso proprio oltre i 350 anni, simbolicamente tra i due valori ghematrici della Shin ( 300) e della Tau( 400)?
Una Tau che battezza la data di inizio di questo Fuoco Sacro a Roma, con la sua fondazione, e, che, per la sua durata di giorni, 132277, mi riporta ad un 22.
Il 22, la Tau degli Iniziati, come solo un Sacro Femminino, custode della Sapienza ancestrale, poteva essere.
Un percorso completo , che inaugura e chiude un ciclo, il cui riverbero, però di questa potenza, rimane come traccia energetica potente, criptata e solo per chi "trasla", vede oltre, come nel dipinto di Alessio Baldovinetti, 1460, ripresa poi dal Graffione nel 1485 , di cui riporto l'immagine, per la quale mi sono espressa nei commenti nel gruppo, visto che chiedevano a riguardo.
Un'immagine, nella quale, come ho scritto, è presente anche sant'Ambrogio, il Sant'Ambrogio nel cui Duomo di Milano vi è, su una colonna, proprio il serpente nero, bronzeo, igneo, di Mosè, il Nehustan, che altro non è il bastone di comando mercuriale  che rappresenta la Kundalini, con la sua capacità di guarigione o di distruzione.
Il Femminino, appunto, agente mercuriale per eccellenza, a cui, anche Sant'Ambrogio porta reverenza.
Un dipinto con chiaro riferimento iconografico all'ambito cattolico - cristiano, ma con evidentissima dimensione ontologica, che riporta alla primordiale, ancestrale, archetipale dimensione e sovrapposizione del Femminino che si identifica con lo stesso serpente, portatore di Sophia, con precisi rimandi astronomici, che adesso non approfondisco, che identificano il serpente con il solstizio invernale.
Il Femminino è da sempre, come da iconografia, custode dei due solstizi, ma di questo ho già accennato, riguardo la simbologia di Ecate( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/06/dea-ecate-solstiziale.html?m=0)

Un Giorno, della Memoria del Fuoco Sacro di Vesta, che si celebra proprio oggi, quest'anno, in corrispondenza( e siamo sotto il Sacro Archetipo Ayin, con funzione corrispondenza, oggi, come ho già approfondito) con il plenilunio in Vergine.
Proprio in Vergine, guardate che meraviglia, come il nostro cuore Virginale, custode di ogni nostro intimo Fuoco Sacro

Con infinita gratitudine, sempre, per questa Perfezione di Bellezza.

Tiziana Fenu
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Fuoco di Vesta


 

venerdì, febbraio 23, 2024

💚Statuina androgina di Abydos

 Da un post del gruppo "Il Sondaggio" 

https://www.facebook.com/share/p/W76ue9mBBL9rptMZ/

Credit Jaqueline Engel

Riporto la didascalia del post

"Vista davanti e dietro: figurina femminile Marl Clay.

Simbolizzando la fertilità;

Medio Regno, dinastia 12 - Secondo periodo intermedio (1985-1550 a.C.);

Dagli scavi ad Abydos.

Courtesy Two Temple Place e Royal Pavillion & Museums (Brighton e Hove)."


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Espongo le mie considerazioni a riguardo, su questa statuina.

Non credo si tratti di una figura esclusivamente femminile, ma bensì di una figura androgina.

Non è presente il seno, quindi, già questo indica un'energia anche mascolina.

È presente una solcatura a triangolo rovesciato, che indica sicuramente il pube femminile, sovrastato da una enfatizzazione dell'ombelico con 8 coppelle intorno, così come sono presenti, nella stessa conformazione, nella suo lombo sinistro e, in numero maggiore ( sembrerebbero 10), sul lombo destro, sempre in corrispondenza dei reni.

La simbologia della coppella centrale, con 8 coppelle intorno, mi fa pensare alla simbologia dei due Archetipi a cui fanno riferimento. 

Sacro Archetipo Ebraico 8, la Heit, con funzione "riparo", a cui corrisponde l'Arcano Maggiore VIII della Giustizia, e l'Archetipo Ebraico 9, Teth, il grembo, il Femminino, la Kundalini, la Sophia. 

Il numero 8, anch'esso, è rappresentante del Sacro Femminino, basta vedere come la stella a 8 punte, sia da tempi antichissimi, rappresentante dei potenti Femminini, come Ishtar e Inanna. 

Sulla simbologia a riguardo, ho già approfondito ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/la-simbologia-della-stella-otto-punte.html?m=0) 

Sul fatto che sul lombo destro sembra che siano presenti più coppelle, rispetto a quella centrale, 10, secondo me, ma potrei sbagliarmi, se fossero 10, visto che sono in corresponsione dei reni, e i reni sono alchemicamente legati alla dimensione divina, e alle due nadi della Kundalini, la Ida, la sinistra, con energia Femminino, e la Pingala, energia Mascolina, potrebbero rappresentare l'Archetipo 10, la Yod, con funzione "concentrazione", legata all'energia Mascolina, come principio creatore, quella che sarà la prima lettera del tetragramma divino YHWH. 

Quindi, questi due moduli di coppelle, a livello lombare, potrebbero rappresentare le due polarità creatrici. 

Quella centrale, sull' ombelico, essendo un "8+1", quindi un 9, rappresenta la creazione, il grembo, concetto che si adatta al chakra del plesso solare Manipura, che come simbologia ha un triangolo con il vertice verso il basso, che indica che il Femminino, è custode di questa energia di creazione, di realizzazione e di espansione, che questo chakra rappresenta. 

Sul lato destro ( il suo lato destro), della statuina, è enfatizzato un elemento verticale, cilindrico, non ben definito. 

Essendo sul suo lato destro, il lato del Mascolino, azzarderei che si possa trattare di un elemento fallico, simbolico. 

Elemento che è connesso con la conformazione a rombo, delle braccia, le cui mani, sono sulla testa, che non presenta elementi di genere, ma una conformazione non ben definita, quasi a becco. 

La conformazione a rombo, rimanda a due concetti. 

Al quadrato, che è il simbolo Femminino di Madre Terra, quindi simbolo vulvare di fertilità, la dimensione terrena in cui la fertilita', l'unione degli Opposti, si compie. 

Ma potrebbe essere anche, nella sua simbologia, il doppio triangolo, quindi, la doppia polarità, unita per la base. 

Ancora, quindi, un altro elemento di androginia sottesa. 

Sul collo, in correlazione con il quinto chakra della gola Vishudda, abbiamo proprio una serie di 5 piccole coppelle. 

Il numero 5, Sacro Archetipo Ebraico He', con funzione "vita", presiede energeticamente il chakra della gola, che per affinità morfologica e concettuale, è legato al concetto di creazione, all'apparato riproduttivo femminile( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/04/blog-post_18.html?m=0) 

Uno crea il suono, il chakra della gola, il verbo, la frequenza che crea, e l'altro, crea la vita. 

Il chakra della gola governa il segno del Toro, che è un segno di Terra, governato dal pianeta Venere, il cui numero, in esoterismo, è proprio il 5.

Vedete che anche qui, abbiamo una doppia interpretazione semantica, che parla di androginia, di doppia polarità creatrice. 

Da entrambi i sottobracci, parte poi, un modulo di coppelle, in numero di 14, che passa, sopra il petto, che, come ho scritto prima, non presenta nessun accenno di seno, quindi fa pensare ad un petto Mascolino, anche se questo modulo decorativo, è, ancora una volta, riferito al Femminino. 

Il numero 14 è un numero lunare/femminile, a tutto tondo. 

Rappresenta sia un ciclo lunare di 14 giorni, da un plenilunio a un novilunio, ma anche il quattordicesimo Sacro Archetipo Ebraico Nun, con funzione "trasformazione".

Sono le acque primordiali, amniotiche, della trasformazione, la cui simbologia è legata alla Geometria Sacra, alla Vesica Piscis dell'Unione degli Opposti, che quando si complementano, creano un terzo elemento di vita. 

Vesica Piscis, che è l'elemento creativo, dinamico, proprio del Fiore della Vita. 

Guardacaso, questa statuina, è stata ritrovata proprio ad Abydos, dove vi è un antico tempio egizio, dedicato ad Osiride, nel quale vi raffigurato proprio un Fiore della Vita completo, a 19 circonferenze. 

La Nun ha un'energia mercuriale fi trasformazione. 

Il Mercurio, alchemicamente, è legato al Femminino. 

La Nun, che in inglese significa "suora" e in arabo, "balena", intesa, come simbologia archetipale, di luogo alchemico di trasformazione( avete presente, i 3 giorni del Giona biblico, nel ventre della balena, o Pinocchio, nel suo ventre? È un simbolo archetipale di trasformazione), affonda le radici in antichissime icone femminili, che poi si sono standarizzate, come figure femminili "divinizzate", con il velo, che ha origine proprio in questa simbologia alchemica del pesce, che divinizza, e porta con sé, il dono dell'equilibrio delle due polarità, per poter accedere alla dimensione divina. 

Ne ho parlato in un mio scritto( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/11/statuina-oannes-neo-sumera.html?m=0), a proposito di una statuina della Dea sumera Ninḫursaĝ, dea della Terra, che potrebbe avere similarita' con questa statuina, visto che la posizione delle braccia, rimanda al quadrato, simbolo della terra. 

Una statuina, questa, stupenda e ricca di simbolismo, con un'energia sicuramente androgina, ma enfatizzata come un Femminino custode delle due polarità, come è da sempre nelle iconografie del Sacro Femminino. 


Tiziana Fenu 

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Statuina androgina di Abydos







giovedì, febbraio 22, 2024

💙24/02 /2024 Plenilunio in Vergine

 Sabato 24 /02 /2024, abbiamo una Luna Piena in Vergine. 

Dopo il novilunio in Acquario di venerdì 9 febbraio, guidati all'Archetipo Qoph, il diciannovesimo, con funzione "legame", e dall'Arcano Maggiore XIX del Sole, per questo Plenilunio siamo sotto un importante Archetipo Ayin, il sedicesimo, con funzione "corrispondenza", correlato all'Arcano Maggiore XVI della Torre.

Ho voluto sottolineare quanto sia importante, non solo perché alcune date particolari, sono state traguardate proprio da questo Archetipo Ayin, e sono state delle date, "archittetate", diciamo così, in corrispondenza, in specularita, ma soprattutto in emulazione, di un'Archittetura Divina, che è sempre rivolta, nella sua infinita perfezione, all'edificazione, all'evoluzione, all'Entropia creativa, piuttosto che alla distruzione, alla sintropia, di cui ho già approfondito la tematica, proprio in un mio scritto recente. 

L'Arcano Maggiore XVI di questo Archetipo, la Torre, indica proprio l'importanza di un "sotto", che deve corrispondere al "sopra", come energia, altrimenti, va in fiamme, rivelando tutta la sua Essenza effimera, la sua vacuita'. 

Il plenilunio che cade di sabato, amplifica questa ciclicità saturnina che, ontologicamente, assolve alla sua funzione dell'esperire, dello sperimentare, imparare, apprendere, o anche reiterare, ciò che si è dimenticato. 

Ciò che si deve dimenticare, per scoprire, ogni volta, ad ogni giro, quale sia la nostra infinita potenzialità. 

Ciò in cui siamo radicati. 

Quale è l'Essenza del nostro Seme, della nostra potenzialità. 

La Vergine, segno di terra, in questo Plenilunio, amplifica la ricezione di queste nostre radici, che sono ben espresse dal segno della Vergine, un segno di terra, ma con una corrispondenza, estremamente simbolica, sia astrale, che è estremamente semantica. 

Ritrovare la nostra dimensione virginale, quella incontaminata, quella che non sono riusciti ad inficiare, cercando di seminare tutte quelle gramigne e semenze( e aggiungerei anche scemenze) che trovano terreno fertile in chi non mantiene integra la propria Essenza, il proprio giardino, il proprio tempio. 

Il Saturno di questo sabato di plenilunio, amplifica questa ricezione reitante. 

Ancora e ancora, finché non imparo. 

Finché non ne necessito più. 

Finché non vedrò oltre. 

È particolare, quest'asse che si è creato per questo Plenilunio. 

Il segno della Vergine, segno di Terra, femminile, governato da Mercurio, è opposto al segno dei Pesci, anch'esso segno femminile, governato da Giove e Nettuno, che è subentrato come ciclo solare zodiacale il 20 febbraio. 

Quindi abbiamo due segni femminili, che fanno da guida per questo passaggio, nella dimensione della terra ( Vergine) e dell'acqua ( Pesci). 

Ed essendo la Vergine, un segno mercuriale, trasmutativo, come la terra che accoglie il seme e lo trasmuta in germoglio, si accorda perfettamente alla simbologia dei Pesci, ultimo segno zodiacale nella ruota dello zodiaco, che indicano quel ponte di congiunzione, attraverso la simbologia del radicamentro nelle nostre acque amniotiche delle radici, delle origini, tra umano e divino. 

Indicano anche una corrispondenza, proprio come il nostro Archetipo Ayin del plenilunio di Sabato, in cui, ancora una volta, a conferma, è il femmineo Saturno, la Madre Sole, dello stesso Sole, la ruota del tempo, la ciclicità, a fare da guida. 

Conoscete la storia del mito dei Pesci? Giove fu l'unico a sconfiggere il mostro Tifone, colpendolo con un fulmine, mentre invece, Venere e suo figlio Eros, per sfuggire alla furia di Tifone, si trasformano in due pesci, e, per non perdersi in mare, si legarono a vicenda con un filo. 

Il filo dell'inizio e della fine, della materia e dello spirito, e di tutti quelli opposti che sono implementati nella nostra natura umana, in modo naturale, creando così, una corrispondenza d'Amore.

D'altronde, la simbologia ontologica, a livello esoterico, del pesce, contempla quella dimensione della Geometria Sacra, della Vesica Piscis, in cui gli Opposti trovano corrispondenza e complementarietà energetica. 

Proprio oggi, abbiamo avuto una congiunzione tra acqua e fuoco, tra Venere e Marte, alle prime luci dell'alba, oggi che come data, è un 22/02/2024, quindi un Archetipo Nun, con funzione "trasformazione", il quattordicesimo, che, guardacaso, ma mai per caso, indica proprio la simbologia della sinergia trasformatrice, mercuriale, della Vesica Piscis.

Uno straordinario, e magico modo, solo come il Sacro l'Universo sa fare, nella sua innata perfezione ed integrità, per accompagnarci verso questo Plenilunio di radicamento, sotto il segno della Vergine, nella nostra intima integrità e "verginità", metaforica, l'unica via che può consentire la chiusura del ciclo, funzionale al ripartire verso uno nuovo, visto che a breve, saremmo in prossimità di un passaggio importantissimo, l'equinozio di primavera, fin dai tempi antichissimi, Archetipo di nascita e rinascita. 

Equinozio che quest'anno cade di mercoledì ( ancora Mercurio, ancora Vesica Piscis e unione degli Opposti) 20 marzo. 

20/3/2024

13, Archetipo Mem. 

Si rinasce nel grembo della Grande Madre, nel nostro stesso grembo amniotico, pronti a far mo*rire( Arcano XIII della Morte) , per poter rinascere, ciò che deve. 

Il nostro esoscheletro, come il rivestimento del seme. 

Il nostro esoscheletro, il nostro scafandro umano, che è solo momentaneo, preso in prestito da un'Anima che è senza confini e senza limiti. 

Che è pura integrità, pura energia, che non cade nelle trappole limitanti dei suoi stessi opposti. 

Che non presta il fianco ai compromessi.

Che osserva, analitica e chirurgica solo come una Vergine sa fare, ma che vede l'Essenza, invece di fermarsi sulla divisione. 

Vede la corrispondenza. 

Avete visto quante corrispondenze, per mano dell'universo, in questo semplice scritto? 

L'Universo tende all'entropia costruttiva. 

È la vita, per l'aggregazione, non per la distruzione  

Per le corrispondenze, come per questo Plenilunio di estrema importanza, perché ci porta ad un passo indietro, dentro noi stessi. 

La Vergine è terra, è fertilità, è impegno, è sacrificio ( vedi il mito di Demetra e Persefone), è sete di verità, è concretezza. 

È risolutezza. 

È solvere e risolvere la dualità degli Opposti, in senso creativo, in espansione, un germoglio, senza false idealizzazioni. 

In un certo senso, dà una direzione, alla direzione opposta, insita nel glifo dei Pesci, alla dispersione idealista dei Pesci. 

La Vergine trova corrispondenza nella concretezza, perché cerca il germoglio, l'espansione, la manifestazione della sua Bellezza e verità, attraverso le corrispondenze che in concreto posso farla germogliare, come un'esplosione di primavera. 

Solve e risolve l'opposizione, per potersi preservare integra. 

Perché l'integrità, la coerenza, in un mondo di opposti e contraddizioni, vanno custodite e portate alla dimensione terrena, senza farle stagnare della dimensione dell'idealismo. 

È tempo di concretezza. 

Di logica. 

Di pensiero affilato, chirurgico, centrato, che sia corrispondenza con ciò che crea legami produttivi, espansivo, creativi. Come una rete di energia, che bypassa i più sofisticati dispositivi elettronici. 

"Stai". 

Con infinita gratitudine, sempre. 

Buon Plenilunio. 


Tiziana Fenu 

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24/02/2024 Plenilunio in Vergine



💛L'Alfa e Omega simbologia Civiltà Sarda

 Alfa e Omega, simboli dei due principi creativi della vita, presenti da millenni, nella nostra Antica Civiltà Sarda. 

Pozzo di Santa Cristina simbolo del grembo cosmico, alchemico, associabile, come conformazione, al simbolo della Dea Hator, il Menat, la cui conformazione ad Omega, e della stessa Dea, rimanda al principio creativo femminile ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/il-menat-portale-alchemico-dei-pozzi.html?m=0). 

Omega, simbolo universale legato alla frequenza della nascita, del primo vagito, che si trova trasversalmente in ogni civiltà, addirittura come oggetto atto al recidere il cordone ombelicale ( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/05/dio-bes.html?m=0)


Presente anche negli antichissimi Mamuli indonesiani

https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/mamuli-sumba-indonesiani.html?m=0


Non solo 

Hator, come S'Ator

Sator

Principio creativo architettonico, legato, in questa dimensione, alla ruota drl tempo, con la sua ciclicità. 

A Saturno, il cui nome rimanda al Sator/Hator. 

Ma anche qui, ne abbiamo traccia primordiale nella nostra civiltà sarda ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/02/i-grandi-architetti-costruttori-della.html?m=0) 


Grembo alchemico da cui ha origine il primo suono. 

"Sa trunfa" sarda, ne riporta la conformazione, come un lingam dalle due polarità, Maschile e femminile, Alfa e Omega 

https://maldalchimia.blogspot.com/2020/09/archeoacustica-degli-ipogei-in-sardegna.html?m=0


Ma non solo, nella nostra Antica Civiltà Sarda, abbiamo proprio la simbologia dell'Alfa e dell'Omega completo, come principio Monadico, sinergico, delle due polarità, il principio di tutto, presente come antichissimo archetipo.

https://maldalchimia.blogspot.com/2022/07/alfa-e-omega.html?m=0


https://maldalchimia.blogspot.com/2023/06/domu-de-jana-dei-due-simboli.html?m=0


Presente anche nelle decorazioni dei nostri antichissimi costumi sardi, come quello di Orgosolo ( https://maldalchimia.blogspot.com/2024/03/sos-lizzos-i-gigli-di-orgosolo.html?m=0) 


Alfa e Omega, presente anche nel Chi Rho, simbolo archetipale astronomico, importantissimo nella nostra Antica Civiltà Sarda

https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/la-y-taurina-di-ascensione-lungo-la-via.html?m=0


Sardegna Cultura Madre 

Alfa e Omega Civiltà Sarda








Tiziana Fenu 

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🖤Non è più tempo

 Non è più tempo per essere ramo.

Sei sempre stata volo.


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Digital Art

Non è più tempo



🖤A volte

 A volte, non è questione di cieli,

ma di voli sbagliati.


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Visionary Art byTizy

A volte



🖤Della verità

 Della verità mi piace

chi va via

dopo averla ascoltata.


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Aykut Aydogtu Surrealist Art

Della verità




🖤Esserci

 Esserci è Frequenza.

Prescinde il diniego.

La volontà.

Non è scelta.

È essere prescelti


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Tiziana Fenu

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Esserci