Ripesco un mio scritto di un anno fa, che mi è apparso ieri tra i ricordi di fb, e che per comodità, vi linko dal mio blog( https://maldalchimia.blogspot.com/2023/02/sentiti-libera.html?m=0)
Riguardava la partecipazione della Ferr*agni a Sa*nremo, l'anno scorso, in cui sbandierava un "Pensati libera", che aveva fatto molto discutere, e più che mai attuale e consono a ciò a cui stiamo assistendo.
Visto le situazioni, a dir poco imbarazzanti che le si sono create quest'anno, come una punta dell'iceberg di cui vediamo solo la sommità, direi che, oggi più che mai, il suo "pensati libera", assume un significato tridimensionale, se sappiamo andare al di là di questa affermazione, che, come sempre, rivela altre profondità.
Se ripescate la coreografia, la presentazione estetica, di questo intervento, capirete ancora meglio il senso del mio scritto, che vi riporto integralmente.
"Pensati libera".
Non ho bisogno di pensarmi libera.
Ciò presupporrebbe una condizione di prigionia.
Un pensiero che mi è altro.
Un anelito, che mi distanzia da me.
"Sentiti libera".
Piuttosto.
Marchiato a fuoco vivo sulle chiappe, bypassando una stola che mi sarebbe servita per passarci sopra.
Perché, il pensarmi è altro.
È struttura.
È elaborazione. È sintassi.
È azione senza reazione.
È pensiero senza anima.
È umano senza sangue.
È intelligenza artificiale.
Non è intelletto.
Celebrazione della disumanizzazione.
Altare sacrificale su cui si è inscenata la disintegrazione dell'umano che sente, che percepisce, che segue il suo istinto, la sua naturale inclinazione verso il bello, verso il giusto, verso l'armonia.
Verso il Divino, come parte integrante della sua Sacra Umanità.
Verso la celebrazione, e non verso la diss*acrazione.
La bambina destinataria della lettera, è persa.
Estirpata dall'anima e rassicurata da quel "andrà tutto bene" che ci sta a filo di una mannaia, lì dove ci pulsa il cuore.
Un monito che ancora fa rabbrividire.
Perché non si tratta del nostro bene.
Vedendo quei petali rossi, sparpagliati, viole*ntati dalla loro Matrice originaria, mi è sembrato di assistere ad un sac*rificio, con le gocce di san*gue che imbrattano simbolicamente l'altare.
Sacri*ficio, non nell'accezione più nobile, del rendere sacro, ma in quella animalita' che nega al sangue, la funzione regale di veicolo del Divino, di cui la rosa, per eccellenza è simbolo mistico di Bellezza e conoscenza, oltre che simbolo di un Femminino integro, andr*ogino, completo.
Integro come lo era Cristo.
Questa voluta dissacrazione è inquietante. Contrasta, anche cromaticamente, con il bianco dell'autore e dei suoi accompagnatori, sprezzanti di un'umanità che vogliono disintegrare, perché sono già oltre.
In quell'aspetto viscido, incorporeo, gelatinoso, asettico del mentale, del robotizzato, del "mi penso libera", interpretato da un femminile senza Femminino.
Come imbozzolata, accartocciata su sé stessa.
Come una larva rimasta intrappolata nel suo volo di farfalla.
Questi sono gli insetti.
Farfalle mancate.
Ci vogliono rubare il sogno del volo, dei colori della Bellezza.
Il "mi sento libera" disintegrato, frantumato, come gli arilli di una melagrana che si schianta a terra.
Non ci si percepisce più.
"Mi penso libera" .
Perché so che sono in una prigione.
Il san*gue è la Chiave.
Quello che ha in comune il plasma, con l'elemento eterico. Stesso nome.
I fulmini sono composti di plasma. Pura energia.
Tanto su cui riflettere, visto che sono andati a ledere proprio la linfa vitale, il san*gue.
"Sentiti libera" .
È la voce della tua bambina interiore.
Della purezza, della Bellezza. Della rosa.
Sei già libertà.
Di pensiero, di azione, di tempo, di emozione.
Non hai bisogno di elaborarlo con il pensiero.
Sei già volo. "
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" Pensati libera", perché cara ragazza, sei prigioniera degli scandali e dei compromessi ai quali hai sottoscritto tu stessa, e che, a distanza di un anno, sono emersi, perché sapevi benissimo.
Questo scritto, l'avrei potuto scrivere anche ieri, tanto mi sono ritrovata.
In un Venerdì venusiano, con il Novilunio in Acquario e sotto il segno dell'Acquario.
Diciannovesimo Archetipo Qoph, funzione legame, Arcano Maggiore XIX del Sole.
La Qoph.
La Qoph è legata, come è nella sua funzione, di energia "legante", nel nostro corpo, al pensiero intuitivo, al chakra localizzato nella nuca, sede del pensiero intuitivo, quello che regge la testa, l'Archetipo 20, successivo, della Resh.
Ed è il pensiero intuitivo, che forma i legami, i legami animici, ancestrali, anche a livello antropologico.
Essendo legato alla luna nera, al novilunio, ha tutta la dimensione dei legami sotterranei, viscerali, di sangue.
È un novilunio che ha fatto emergere questo aspetto, che ha portato ad evaporazione, ad "ebollizione", molti aspetti, in ogni senso.
La nuca, è opposta al sorgere del Sole, all'illuminazione, ma funzionale allo stesso sorgere.
Penso al sacr*ificio, al detto, "perdere la testa", ai sac*rifici umani, che si celebravano proprio con la dec*apitazione, scollegando i ricordi animici dal corpo, creando una frattura.
Perché in fondo, l'elemento divinizzato, dell'umano, è proprio il Sa*ngue, ne ho parlato già 3 anni fa( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/04/ho-incominciato-pensare-su-plasma.html?m=0) , scritto che ho ripreso poi quest'anno.
San*gue che veicola il pla*sma.
Plas*ma che è elemento eterico per eccellenza, che si trova nell'etere, in particolare nei fulmini.
Il pla*sma è Energia pura.
Il san*gue, è composto per lo più di plas*ma, che è sostanzialmente acqua.
La stessa acqua che esce copiosa, insieme, e poco prima del san*gue, quando il Cri*sto viene ferito al costato, in cui la lancia, perfora il pericardio e il cuore, prima di arrivare al cuore, partendo dal basso, perché è la membrana plasmatica, a proteggere tutte le cellule, e anche il cuore, è protetto dal pericardio, una membrana sierosa di pla*sma, appunto.
Ed è singolare che il plasma, come parola, identifichi sia la componente principale del san*gue, sia l'etere, la componente animica, che è pura energia, la stessa dei fulmini, perché un'energia altissima, quella monadica della creazione.
Ovunque è sacrificio di sa*ngue.
Umani ed Animali, sacre e pure creature. Ovunque.
Dove non si riesce ad ottenerlo, lo si inficia con sostanze manipolabili con le Frequenze, che lo contrastino. Che lo anniettino.
Perché il sangue, ha una sua frequenza, una Frequenza sacra di luce, come la verità.
Stiamo assistendo a troppi sa*crifici, anche metaforici, inscenati coreograficamente.
Allevi suonava, e dietro, una coreografia oscura di san*gue e mo*rte.
La Ferragni, un anno fa, con petali rossi ai piedi, e lei come un'ameba di gelatina senza più anima, senza più sa*ngue.
Dissa*nguata dai suoi stessi compromessi terreni, san*guigni, che hanno infranto gli accordi Divini, la primordiale e amniotica alleanza.
Perché il sa*ngue è verità.
Ha una frequenza sua, altissima, come la stessa verità.
Per questo, in questa dimensione, arroccarci dietro il falso proselitismo e dietro "gli abbracci di luce" non serve ad un'emerita.
Siamo chiamati ad esserci anche con la verità di cui siamo veicolo.
A portare alla luce il nostro Daimon.
A perseguire il bene nella felicità, la nostra eudaimonia, che la persegue come un fine naturale della vita umana, in verità.
Non perché sia nostra, personale verità, ma perché ci è stata donata insieme al nostro corredo genetico, insieme al nostro san*gue, che ci scorre nelle vene esattamente come dentro le diramazione del Sacro Albero della vita, dei fulmini che scuotono la terra sotto i piedi.
Del plas*ma sanguigno che squarcia l'oscurità di luce, esattamente come il fulmine che detona, che squarcia di luce il cielo scuro.
Che fulmina e distrugge con una potenza inaudita, proprio come un detonatore.
Ieri, giorno di novilunio, ho osservato.
Sono venuti alla luce, alla luce di quell'Arcano XIX del Sole, legato all'Archetipo Qoph di ieri, gli elementi Aria di chi davvero ha un Animo acquariano.
Il vero sacri*ficio, si fa con il sa*ngue, con il nostro scafandro umano, con le nostre parole, con la nostra presenza, con la nostra azione, che ci sono stati donati per portare una Verità che ci Prescinde, proprio con il nostro sa*ngue, la nostra faccia, il nostro impegno.
Non si può tacere.
Non si può lasciar fare.
Non si può andare avanti a frasi fatte, ad abbracci di luce, a cerchi di meditazione, a citazioni cristiche, e ad affermazioni autocelebrative, e puntando il dito contro cerca di vedere oltre, di capire e far capire.
Perché non ci sono autoaffermazioni che tengano, ne silenzi che salvino.
La parola Qoph, guardacaso, significa anche scimmia.
Si scimmiotta, o "si è"?
Chi sta zitto è complice.
Fa finta che vada bene così.
Niente, e dico niente, ha una vibrazione più alta della verità.
E sei verità, quando sei il tuo stesso sangue, e lo proteggi come Oro, come il Dono più prezioso che ti sia mai stato donato.
Il tuo e quello degli altri.
Come ho gia scritto in passato, togliermi il sangue mi fa mancare la terra sotto i piedi, è una violenza, che si perpetua, animicamente, ad ogni violenza che percepisco, amplificata in dolore, in cui chiedere perdono, per la Sacra Alleanza infranta con il Divino, non è sufficiente.
Siamo chiamati tutti, con il nostro stesso sangue, che è emo-zione ( emo-cromo, vi dice qualcosa?), azione nel sangue, nella materia, in ciò che ci è consentito nel nostro agire, a vigilare, a proteggere, a denunciare, ad aprire gli occhi, a noi stessi e agli altri, affinché questi sacrifici, e queste inscenazioni spettacolarizzate fino all'osceno, ostentate come baluardi di potere, cessino, o vengano posti sotto la nostra lente di ingrandimento, ribaltando le sorti di quell'Appeso che ci chiede di manifestare la nostra misura, il nostro Valore, la nostra Lamed( archetipo 12), il nostro bastone di potere.
Chi non è in grado di sostenere l'alta, l'altissima frequenza della verità, non si barrichi dietro comodi silenzi pseudo spirituali, e soprattutto non accusi gli altri di visibilità.
La visibilità, il mettersi in gioco, il metterci la faccia, il proprio sangue, le proprie parole, le proprie virgole, ha un prezzo.
Per tutti gli altri, ci sono gli "abbracci di luce".
Ps: oggi non vedrò estrapolazioni You Tube del circo sacrificale.
Ho visto abbastanza.
Basta e avanza.
Tiziana Fenu
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