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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

martedì, agosto 23, 2022

💛Dea Madre Turriga/Abruzzo

 Da un post di un'iscritta nel mio Gruppo, "JanaSophia. L'Origine#" (https://www.facebook.com/groups/456428585544417/?ref=share_group_link),  Lady Bri,  che ringrazio per la segnalazione dell'immagine.

Dea Madre ritrovata nel 1971 dentro mure ciclopiche nel Colle delle FATE (Aquila).  La didascalia dice che riporta un'iscrizione di somma importanza dell'alfabeto sillabico simile al lineare A cretese,  del II millennio aC,  in quanto completa,  unica nel bacino del Mediterraneo.

Direi  che è  uguale alla nostra Dea Madre Sarda di Turriga,  del IV millennio aC., la seconda immagine. 

Ne avevo parlato a proposito delle nostre "Dee Silenziose" sarde ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/07/dee-silenziose-link-di-approfondimento.html?m=0) 

Avevo scritto un approfondimento a riguardo ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/06/dea-madre-siciliana-e-dea-madre-sarda.html),  dove erano a confronto le Dee  Madri Cicladiche siciliane,  con la nostra di Santadi,  che risalgono alla metà del IV millennio a.C., come il periodo a cui risalgono anche le nostre Dee Madri, ritrovate a Santadi, a fine di quel periodo della "cultura di San Ciriaco"(prese il nome dal villaggio nuragico di San Ciriaco a Terralba, in provincia di Oristano) che va dal 4400, al 4000 a.C.circa. Periodo, che era stato caratterizzato, nel suo periodo iniziale, dalle figure volumetriche e rotonde delle Dee Madri di Cuccuru s'Arriu, del V millennio a.C (Neolitico medio, cultura di Bonu Ighinu) che poi invece, lasciano spazio a figure come queste, più asciutte e concettuali. 

Si parla quindi dello stesso periodo, riproponendo, in forma più stilizzata e raffinata, delle Dee Madri più concettuali delle precedenti. 

Produzione di San Ciriaco, che, riguardo le piccole Dee Madri, si evolverà,  elaborando poi delle ulteriori Dee Madri ancora più stilizzate e concettuali, come la Dea Madre di Turriga, ritrovata a Senorbi', anch'essa risalente al IV sec. a.C.

Queste Dee Madri così simili, quella di Santadi e del museo di Milena, rientrano, e preparano il terreno, a quello che sarà poi un contesto artistico più ampio, che rientra in quella che poi si manifesterà attraverso quella  "cultura cicladica", che avrà la sua massima espressione nel III millennio a.C.(in contemporanea con l'evoluzione della civiltà egizia e Mesopotamica, per poi diventare preminente nell'isola di Creta) di cui la tipologia più arcaica, evoca la cassa armonica di un violino, essenziale, senza braccia o gambe, oppure tenute conserte, con gambe triangolari, e testa allungata. 

Le isole Cicladi si imposero come cuore pulsante del Mar Egeo tra la Grecia continentale e l'Europa. 

L'abbondanza del marmo nel IV - III Millennio, spinge gli artisti a scolpire figure umane, specialmente femminili, deposte a corredo funerario, insieme ad altre splendide ceramiche. 

Sono figure, come ho detto prima, secondo me, estremamente concettuali, che tendono alla perfezione, riservate, essenziali.

Ma non è sulla cultura cicladica, che voglio porre l'attenzione. Essa sarà solo un epilogo di ciò che si stava già muovendo tempo prima. 

È interessante notare come sia nelle statuine del Museo di Milena, sia nella Dea Madre di Santadi, e nelle Dee Madri che verranno dopo, in particolare nella nostra isola, vi sia una particolare attenzione come le dinamiche dei cicli naturali della "nascita/morte/rinascita", così presenti nella nostra cultura, ed enfatizzate proprio dalla cultura cicladica, vi sia, in queste rappresentazioni essenziali, lineari, semplici, quasi una rappresentazione al di fuori del tempo, immortale, concettuale. 

È il tempo del mito, di ciò che resta immortale

È il tempo della Madre, dove tutto è circolare, dove non esiste la scansione cronologica, il prima e il dopo, l'oggi o il domani, il Maschile o il Femminile. 

C'è una continuità, senza divisione, senza catalogazione.

Non vi è nemmeno una grande divisione di generi, se non per piccoli particolari, sempre estremamente discreti. I seni appena accennati, un abbozzo di acconciatura, la divisione delle gambe,

Ma la struttura resta la stessa. Entrambi i generi senza volto, senza tempo. 

Poiché una visione circolare, spiralizzata, accoglie e ingloba in sé anche gli opposti, in una fluidità nella quale, al di là delle linee temporali, gli opposti si possano riconoscere al di là della separazione contingente che le limitanti linee del tempo impongono, in una Integrità che diventa Identità dell'Eterno Presente, sempre attuale, fedele solo a sé stessa, e a quell'imprinting primigenio e ancestrale quale è la Madre Primordiale. 

La spiccata natura minimalista di queste statuine, richiama l'Essenza, lo Spirito. 

Il ponte tra le due dimensioni di vita e di morte, inteso come passaggio fluido. 

Si celebra la Madre nella sua Essenza, sacrificando le forme, nel senso del renderle letteralmente "sacre"(e abbiamo visto come, nel mio post sulle ierofanie, "sacro" significa "rendere reale") affinché siano immortali, eterne, e possano parlare dell'Essenza della Grande Madre, al di là del tempo e dello spazio, attraverso una loro particolare koine', un loro particolare linguaggio, e assolute Imperatrici e Regine di quel tempo del mito immortale del Kairos, che sorvola incontaminato, al di sopra del tempo cronologico, del Kronos. 

Queste statuine, rappresentano, nella loro estrema Bellezza senza tempo e senza connotati cronologici, il ponte tra le dimensioni, e quindi hanno reso possibile, ciò a cui l'uomo da sempre ambisce: la comunione cosmica con il Divino. 

Al sentire il Divino nella materia, mentre si tiene tra le mani una di queste statuine, che hanno la levigatezza della volta del cielo, e la brillantezza delle stelle in esse  contenute.

Ci sembrerà di sentirci parte di quel Tutto che esse rappresentano, come un tabernacolo portatile dove si manifestano insieme le sinergie della creazione, di Madre e Padre Creatori, insieme.

Osservate le statuine, sono anche falliche, per certi versi, anche Maschili, non solo Femminili. "


Questo,  e  altro,  scrivevo riguardo questa splendida statuina,  che ora ritroviamo uguale,  nelle fattezze,  in una zona come l'Aquila. 

Questa, presenta dei simboli che abbiamo anche nella nostra Antica Civiltà Sarda. 

Abbiamo la croce dentro il cerchio,  ancora presente nei nostri Carnevali Sardi,  in quello di Seui,  in particolare ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/01/la-simbologia-della-croce-nel-cerchio.html?m=0),  che indica il Ka,  lo spirito,  trasposto in scrittura lineare A cretese, così come la chiamano. 

Abbiamo anche il simbolo dell'ascia bipenne,  tipico della civiltà cretese,  ma anche,  assolutamente,  della nostra.  La labrys

Una forma, quella dell' ascia bipenne, che richiama il mascolino, che ha sempre avuto un valore iniziatico, fin dalle antichissime civiltà. 

Uno degli attributi di Zeus. 

Il Minosse del Labirinto. E infatti a Cnosso, era il simbolo ufficiale della città. 

E dove può stare un maschile, un Minosse, uno Zeus, se non al centro di un labirinto? Dentro lo stesso centro del femminino, che feconda ed espande. E infatti l'ascia bipenne, era chiamata " labrys", con la stessa radice di labirinto. 

E infatti, sulla forma della Dea Madre di Turriga, si possono tracciare benissimo, seguendo esattamente i profili che indicano questa forma, due V, con il vertice verso il basso, simbolo del femminino, ma " incastrate", come due matrioske, l'una dentro l' altra, ad indicare un ciclo che si ripete, due lunazioni, quindi l'inizio dell'espansione, della riproduttivita', grazie alla presenza dell'elemento iniziatico ed energizzante maschile. 

L'ascia bipenne. 

Due triangoli uniti per il vertice.

"Due energie maschili e femminili, che agiscono in sinergia, per poter creare. 

Come le ali dell'ascia bipenne.

Bipenne. Due penne. Chiaro richiamo alle prime Dee Uccello. 

Chiaro richiamo alla potenza delle due ali, maschile e femminile, che agiscono in sinergia, le polarità opposte che sono necessarie per spiccare il volo, per creare potenza elettrica, come nel caso dei Cherubini sul coperchio dell' Arca dell'Alleanza. 

Spirale labirintica dei doppi occhi, come corna del toro  arrotolate a spirale. 

Come il serpente arrotolato su se stesso

La Sophia, la Conoscenza, che non si può comprendere il finché non si è dentro l'occhio della spirale. 

Dentro il terzo occhio, al centro del Labirinto, della Labrys, dell'Ascia Bipenne

Labirinto che è conoscenza iniziatica ai massimi livelli.

Diffuso in Sardegna, nella conformazione di molti villaggi nuragici, centro pulsante e rigenerativo di pratiche come l' incubazione

Labirinto in Sardegna. 

Perché un labirinto è come un'impronta digitale. È identità. Riporta a noi stessi. 

L' ascia bipenne è invincibile, è il Labrys, è labirinto, la conoscenza iniziatica a massimi livelli, perché unisce il sapere delle due energie, il maschile e femminile, degli opposti cosmici, bene e male, giorno e notte, sole e luna. 

La Tanit, il principio femminile che rappresenta le due polarità in unione. 

Anche se sono rappresentate con  il triangolo che ha il vertice  verso l'alto, che rappresenta il principio maschile, quello del Fuoco, quello elettrico. 

Le braccia aperte della Tanit, rappresentano i due aspetti del maschile e del femminile, quelli che danno la direzione cardinale primaria, l'est e l'ovest. 

Questo triangolo maschile in attesa di incontrare l' elemento circolare della testa, l'elemento che accoglie contemporaneamente sia il Sole che la  Luna. 

Perché il Dio Sole è il dio Toro, rappresentato con le corna taurine stilizzate, che rappresenta lo stesso utero femminile. 

L' elemento Fuoco /maschile /triangolare con il vertice verso l'alto che deve  incontrare la Monade, la deve attivare, energeticamente con il suo vertice fallico,

Il  "cerchio /sole/Toro/Utero/Sole/Luna",  tutte le due polarità insieme,

Deve incontrare il Padre e la Madre insieme, per essere davvero parabola del suo stesso viaggio iniziatico. 

Per essere davvero Manifestazione completa di queste polarità opposte, che in essa diventano Sacra Energia Creatrice.

La Tanit, la Dea Madre, che è Madre e Padre insieme, come i due Labrys che ostenta

L' ingenerato. Il perfetto equilibrio. 

Cerchio e triangolo uniti che diventano insieme monade sigizia di maschile e femminile, che quando si uniscono  conquistano i cieli

Il disco solare è maschile e femminile insieme, rappresenta il terzo occhio, l' Ankh, l' intelletto, la sacra Chiave della Vita, la consapevolezza di aver raggiunto la Sophia, la conoscenza. 

Percorso sacro necessario per poter intraprendere l'Arco del percorso iniziatico attraverso l'arca,  che conduce attraverso l'unione degli opposti, come  lascia bipenne, al labrys iniziatico dentro noi stessi. 

Per trovarci in consapevolezza anche dopo la morte, traghettati  da quella Arca simbolica   dal fondo capovolto rappresentata nel soffitto, (che non rappresenta il soffitto di una capanna, come semplicemente si vorrebbe interpretare, senza nessuna valenza simbolica) , quando abbiamo percorso  l'arco della nostra esistenza, dalla nascita alla morte, da est verso ovest e quando ritorniamo attraverso il labirinto, il. Labrys degli Opposti, nel seno della Dea Madre che ci ha generato"( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/07/s-arca-sacra.html?m=0) 


Li conosciamo,  i due triangoli uniti per il vertice, come caratteristica della cultura di Ozieri,  del quale avevo approfondito in uno scritto ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/10/ballu-tundu.html?m=0) 

Frammenti di vasi della cultura di San Michele di Ozieri, periodo 3200-2800 a.C., primo nucleo della grande Civiltà Sarda. 

Un nucleo che parla di primo "Dna" della nostra Antica Civiltà Sarda

Io sono del parere che queste rappresentazioni non rappresentino solo la donna. Se ci pensiamo, nei bronzetti, la Figura femminile non è mai rappresentata con un gonnellino alle ginocchia, ma con una sottana lunga alle caviglie.

Credo che rappresentino, come è nel canovaccio concettuale del gemellare, del doppio, dello speculare, depositario della dimensione spirituale, tipico della nostra Antica Civiltà Sarda, come ho già avuto modo di approfondire parlando del concetto di gemellare in un post(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/il-concetto-di-gemellare html), quell'energia creativa che si innesta solo con il proprio doppio e speculare.

Come un dipolo.

Come nel Sacro Vajra indiano.

Questo modulo, queste figure ripetute, sono altamente cariche di energia, proprio a livello grafico.

Creano uno zig zag di energia dinamica, che crea continuità, in estensione, e tra "sopra" ( mondo spirituale) e "sotto" (mondo terreno).

È quasi un mantra attraverso le immagini.

E una danza (parola che ha la stessa radice di Dan, come la tribù dei Dan) può essere mantra energetico. 

Ha un forte impatto, anche per la sua insita costruzione di  Geometrica Sacra.

Una danza come quella del Dna (dinuovo, Dan, anagrammato), dove le basi azotate si combinano tra loro, in coppia, speculari.

Come un serpente che si snoda."


Tra i tanti simboli, in questa statuina dell'Abruzzo, che dovrei approfondire,  ne spicca un altro,  tra questi. Sembra un tridente,  o un fiore a tre petali,  il cui significato è  "re/giovane". 

Io credo che simboleggi un'Essenza androgina, con l'ascia bipenne al centro del petto,  ad indicare gli opposti in equilibrio. 

Questa ritrovata in Abruzzo,  risale al II millennio aC. 

La nostra,  uguale,  Dea Madre di Turriga,  risale al IV millennio aC. 

Fare voi... 

Sempre avanti,  la nostra Antica Civiltà Sarda. 

Lo dico da sempre. 


Tiziana Fenu 

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Dea Madre Turriga/Abruzzo




💛*Ierofania 21 agosto Pozzo S. Cristina

 Vorrei ricordare,  che domani,  come ho sottolineato nel mio recente post riguardo il Solstizio estivo del 21 giugno( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/06/solstiziopales.html?m=0)che nel  Pozzo Sacro di Santa Cristina a Paulilatino,  secondo gli studi e le verifiche del ricercatote Sandro Angei,  durante il Solstizio estivo, si verifica una ierofania sul docidesimo anello della tholos, con il sole all'azimuth. 

Questa manifestazione ierofanica, si verifica il 21 aprile, il 21 giugno e il 21 agosto. 

Ora, come ho scritto, nel 753 aC, proprio il 21 aprile, Romolo scelse il colle Palatino per la fondazione di Roma. 

Scelse quella data, perché avveniva la congiunzione del Sole con Palilicium, che era il nome latino di Aldebaran, della stella più luminosa della costellazione del Toro,  il suo "occhio rosso" 

Il nome Palatino, da cui deriva Palatium e Palazzo, discende da Pales, antica divinità agropastorale, celebrata proprio sul colle, il 21 aprile(Sigismondi Costantino). 

Quindi, il 21 aprile, traguardava la levata eliaca, di Palilicium, il nome latino di Aldebaran, e l'intero colle Palatino, e il Palazzo imperiale, sede dell'imperatore Augusto,  era dedicato a Pales e a Palilicium. 

Quindi la fondazione di Roma è legata a questa congiunzione, alla Dea Pales, e alla celebrazione del Natale romano( ho evidenziato similitudini tra Pozzo Santa Cristina e Pantheon romano - https://maldalchimia.blogspot.com/2023/03/pozzo-s-cristina-pantheon.html?m=0) 

Un altro referente per la mietitura e per l'armatura, era la levata eliaca delle Pleiadi, figlie di Atlante sempre della costellazione del Toro. 

 Sardegna, sapevamo già da secoli evidentemente, che proprio in quel giorno il Sole era allineato ad Aldebaran. Considerando la precessione degli equinozi, può darsi che anche nel periodo di edificazione del pozzo di Santa Cristina(XI sec. aC), si presentasse questo allineamento, poi adottato in ambito romano. 

Come ho già scritto, il 21 aprile, traguardato dalla ierofania sul 12° anello della tholos a Santa Cristina, simboleggiava un parametro, sicuramente per verificare il grado di maturazione del grano, visto che il 12 simboleggia il Sacro Archetipo Lamed, con funzione "misura", per "controllare un alimento sacro come il grano( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/06/osservavo-la-piantina-del-pozzo-di.html?m=0) 

Ma molto più probabilmente, per onorare la dea Pales, la dea dei pastori, protettrice del bestiame, della pastorizia. 

Pales

Palilicium

Paulilatino

(Pauli Arbarei, sede di grande forza energetica, strane manifestazioni luminose, di ritrovamenti di resti di Giganti, di molto altro. La Marmilla è uno scrigno segreto di grandi tesori) 

Aggiungerei, visto le ricorrenti similitudini e corrispondenze sempre più fitte, compreso il sigillo di Ebal( che riporta il Trigramma YHW, sempre presente nella nostra Antica Civiltà, nel concio di Oniferi, per esempio, o nei sigilli di Tzricotu) tra Antica Civiltà Sarda e Israele, anche Palestina, di cui geograficamente Israele fa parte. 

Alchemicamente, Paulilatino, potrebbe essere stato, con il suo pozzo Sacro e la Tomba dei Giganti orientata ad Aldebaran, il fulcro alchemico della creazione, l'uovo cosmico metaforico(https://maldalchimia.blogspot.com/2021/11/simbologia-uovo-cosmico.html?m=0) da cui una civiltà si espande, prende vita, proprio, in modo metaforico, da una congiunzione sole-Aldebaran, che, tra l'altro, è rappresentato, esotericamente, come un occhio dentro un triangolo, come l'ingresso del pozzo di Santa Cristina, che avevo collegato alla simbologia del Menat egizio( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/il-menat-portale-alchemico-dei-pozzi.html?m=0) 

Aldebaran era considerata la Stella guida dei cieli e il suo nome era connesso alla regalità, al dominio, all’ascesa della Luce. 

Era la stella regina dei sumeri quando, segnando l’equinozio di primavera (dal 4000 al 2000 a.C.), evocava il simbolo di un’energia primordiale e celeste; nell’antica Persia era Tashter, lo ‘Spirito creatore’ che causava piogge e diluvio, e la Sentinella dell’Est, che costituiva una delle quattro Stelle Regali con Antares (Ovest), Regolo (Sud) e Fomalhaut (Nord), Guardiane del Cielo, in quanto marcavano la croce dei solstizi e degli equinozi. 

 Il nome accadico S(h)ar significa ‘Re’. 

Come la radice del nome Shardana, identificati con gli antichi Sardi, da più studiosi, ormai, prof Ugas in particolare 

L’‘occhio del Toro’ è l’occhio della rivelazione. 

La luce primordiale, per gli Egizi, ciò che ci fa tendere verso il Divino. 

La costellazione del Toro era chiamata dagli Egizi, ‘la grande città di Dio e la madre delle rivelazioni’, e anche ‘l’interprete della voce divina, che nei Veda, ha la forma di una cerva. 

Nel pozzo Sacro di Santa  Cristina, convogliano e si manifestano in sacre ierofanie(per i solstizi) e ombre capovolte( per gli equinozi) le manifestazioni divine delle tappe astronomiche del Sole. 

Ho controllato su Google earth. 

Le gradinate del pozzo, non sono perfettamente allineate sull'asse  equinoziale est-ovest, ma sono leggermente a sud est, lo stesso orientamento solstiziale della maggior parte delle Domus de Janas e delle Tombe dei Giganti, anche se sono per lo più orientate a sud, quindi comunque con una angolazione tale da poter ricevere la luce equinoziale per il verificarsi dell'ombra capovolta riflessa nella Tholos. 

Le offerte alla Dea Pales venivano fatte orientandosi verso est, e si parla di acque sacre. 

"Benedici la mandria e perdona se a volte siamo entrati nei boschetti a te consacrati e, ignorando il tuo nome, abbiamo tolto foglie al ramo per una pecora malata; perdona se le bestie intorbidarono involontariamente l’acqua chiara della tua fonte”.

Ci sono tutti gli elementi per pensare che la dea Pales fosse un'antica dea sarda, che veniva onorata proprio il 21 aprile, il 21 giugno per il Solstizio e il 21 agosto. 

Magari proprio attraverso queste ierofanie sul dodicesimo gradino, che si verificano nel pozzo di Santa Cristina in queste tre date. 

Che si palesano. 

Palesare

Pales

Hanno la stessa radice. Magari era la dea della manifestazione ierofanica nella Forma, nella materia. 

Il fatto che sia per il 21 aprile, che per il Solstizio si verifichi, si palesi, la ierofania sul dodicesimo anello della tholos, così come avveniva nell'anno 1000 aC, secondo le verifiche di Sandro Angei, significa probabilmente, che queste due date, traguardavano anche nel periodo in cui è stato edificato il pozzo Sacro, riprese in periodo romano, la particolare congiunzione, metaforica, tra Sole e Aldebaran, la luce primordiale, che si manifesta, si palesa, non solo con Pales, la divinità agricola, ma con le ierofanie, dove maschile e femminile si incontrano"

Il 21 aprile segna l'ingresso del segno del Toro

Il 21 giugno,  l'inizio del Solstizio. 

Il 21 agosto si celebravano i Consualia dedicati al dio Conso, divinità della fertilità e del seme del grano, in ambito romano,  antichissime celebrazioni celebrate anche il 15 dicembre( dedicato alla semina).  Durante questa cerimonia gli animali da tiro come buoi,  venivano messi sotto tutela del Dio Conso,  e addobbati con fiori, come succede ancora oggi,  nelle nostre sagre. 

Durante le celebrazioni di questi Consualia,  avvenne il celebre "Ratto delle Sabine",  che scateno'' la guerra tra Romani e Sabini. 

Ciò che mi stupisce è  che queste tra date,  21 aprile,  21 giugno e 21 agosto,  siano i tre "traguardi" di un ciclo di 122 giorni,  con il Solstizio estivo al centro. 

Se contiamo i giorni che intercorrono tra il 21 aprile e il 21 giugno,  sono 61

Se contiamo i giorni tra il 21 giugno e il 21 agosto,  sono altri 61

61+61, sommato cifra per cifra,  mi dà un 14. 

Il 14 corrisponde al Sacro Archetipo Ebraico Nun,  con funzione "trasformazione",  tanto caro alla nostra Antica Civiltà Sarda,  poiché presente,  insieme alla Dalet,  nel simbolo della tribù dei Dan( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/il-simbolo-della-tribu-di-dan.html?m=0) 

Insieme, formano la Tau,  con il significato di Giudice,  colui che custodisce il Sigillo Divino. I nostri Giganti di Mont'e Prama hanno il simbolo di Giudici Divini, la stirpe dei Dan-Shardan. 

E se sommiamo 61+61, abbiamo un 122, che ridotto ad una sola cifra,  diventa un 5,  il simbolo,  sia di Venere,  che del segno del Toro.. 

Un periodo altamente alchemico,  quindi,  quello traguardato tra il 21 aprile e il 21 agosto,  

Molto trasformativo, come lo stesso archetipo 14, la Nun,  legata al culto delle acque,  a quel contenitore amniotico del pozzo Sacro,  nel quale avviene l'incontro tra Sole e acqua,  tra maschile e femminile,  che rappresentano la trasformazione alchemica e sinergica. 

Una sinergia necessaria,  solstiziale,  in previsione di quello che sarà  il momento equinoziale della nascita,  o meglio,  della Rinascita,  quando,  in occasione degli Equinozi,  in questo grembo alchemico del pozzo Sacro,  si assiste all'epifania,  alla manifestazione  dell'Ombra  capovolta nella Tholos del Pozzo. ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/09/ombra-capovolta-santa-cristina.html?m=0) 

Dove finalmente,  i Gemelli Demiughi,  umano e divino,  l'uomo e la sua Ombra capovolta,  come durante il parto, celebrano,  insieme, nello stesso momento,  la vita,  sfidando lo spazio e il tempo,, in quella dimensione di Sacralità,  che solo una grembo metaforico, come il pozzo di Santa Cristina,  poteva offrire.  In una dimensione fuori dal tempo,  che si rinnova secondo le leggi eterne e immortali dell'Universo, non secondo le leggi umane. 

Una celebrazione alla vita stessa. 

E guardacaso,  l'Archetipo che simboleggia la vita,  è  proprio l'Archetipo 5, la He',  che accomuna, sia Venere,  che il Toro,  sia il Mascolino che il Femminino. 

Ma questo l'ho spiegato nella simbologia della stella a 8 punte, ben rappresentata nello statere aureo di Ampsicora ( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/04/la-simbologia-della-stella-otto-punte.html?m=0) 

La conformazione del pozzo di Santa Cristina è a Tanit, o a Menat, come ho già approfondito( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/11/il-menat-e-santa-cristina.html?m=0), che ne rivela la capacità equilibrate, creativa, necessaria proprio per la Creazione. 

L'esemplificazione  strutturale della Tanit, che si riflette nel pozzo di Santa Cristina, l'ho sottolineato innumerevoli volte. 

Ingresso e gradini orientati nell'asse dei solstizi.

Alba a Sud-est, nel solstizio d'inverno, per l'ingresso. e tramonto a nord ovest nel solstizio d'estate.

La stessa asse di orientamento delle Domus, orientate ai solstizi.

Semplicemente perché i solstizi sono di dominio del Femminino, capace di governare gli estremi dei solstizi, perché ha in sé la capacità alchemica, equilibrante degli equinozi.

La Tanit infatti riflette tutte le icone del Sacro Femminino, rappresentate da millenni, fin dai tempi antichissimi, con le due polarità in equilibrio, a braccia tese, o con le braccine sollevate a squadra, sempre tese, come simbolo della prima tessitrice del creato. Un telaio ( delle Janas, si dice, avessero telai d'oro..)

Un telaio metaforico rappresentato proprio dalla nostra Tanit del concio di Tresnuraghes ( ancora il numero 3, la creazione, su cui si basa tutto l' impianto numerologico del pozzo di Santa Cristina, della quale ho già approfondito, come Archetipo Madre della Creazione ( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/06/la-tanit-di-tresnuraghes-tessitrice.html?m=0) 

Capace di ordire una trama dialettica, con l'energia mascolina solare, anche nel sole nella sua minima espressione, durante il Solstizio d'inverno, quando "scivola" nelle gradinate, a fecondare l'acqua del pozzo, e a creare le ierofanie divinizzanti sugli stessi gradini e sulla tholos.

Sulla quale, quando le energie fuoco/acqua, sole e acqua, sono in equilibrio, avviene la rinascita, l'ombra capovolta sulla parete.

La stessa numerologia, dei gradini( 12+24) e degli anelli della tholos( 24), rimanda ad una Samech valore ghematrico 60. 

Si risale alleggeriti, dopo il battesimo purifica te nelle acque sacre del pozzo, nel grembo della Madre. 

Samech, quindicesimo Sacro Archetipo Ebraico.

Il 15 è il numero della fertilità per eccellenza

Valore "divinizzante", pressione per far emergere il divino. 

Non solo. 

24 gradini per la discesa 

12 gradini superiori per l'ascesa divinizzante

24 anelli della tholos

12 conci che accompagnano, 6 per lato, l'ingresso della discesa. 

In tutto sono 72.

E gli angoli base dell'ingresso del pozzo di Santa Cristina, rispettano proprio questa proporzione aurea, che fa parte della Geometria Sacra, degli angoli a 72 °, di cui ho parlato innumerevoli volte, soprattutto riguardo gli ingressi dei nuraghi, a 72 °, le proporzioni auree dei Giganti di Mont'e Prama, delle proporzioni delle nostre Dee Madri, riflesso di un'armonia celeste più vasta  e dell'importante proporzione aurea del Femminino, della Tanit, una perfetta stella a 5 punte, nella sua riduzione geometrica, i cui angoli sono a 72 °( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/le-tre-dee-madri-cosmiche-sarde-della.html?m=0) 

Se sommiamo il 72, diventa un 9.

Sacro Archetipo Ebraico Teth, il grembo, il Femminino, la creazione. 

Che altro poteva significare un pozzo Sacro, perfettissimo, nella sua architettura, che unisce la sinergia del maschile e del Femminile, se non la stessa creazione, quel simbolico uovo alchemico( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/le-tre-dee-madri-cosmiche-sarde-della.html?m=0) che consente la rinascita esemplificata proprio dall'ombra capovolta durante gli equinozi, quando le polarità sono in equilibrio, armonizzate per la Creazione(  https://maldalchimia.blogspot.com/2023/09/equinozio-autunno-2023.html?m=0)? 

Una perfetta, precisissima, costruzione architettonica, che connette la dimensione spirituale, e astrale, con quella terrena, in ogni suo minimo aspetto.

Il simbolo stesso del Sacro Femminino che agisce in sinergia con il Mascolino, con il Sole, per creare, vita, rinascita, abbondanza. 

Sono cose che ripeto da tempo.

La Tanit è una simbologia importantissima, qui in Sardegna, e Santa Cristina, ne esemplifica, non solo la simbologia, ma anche il valore archetipale, riflesso di tutta spiritualità della nostra Antica Civiltà Sarda.

In una sinergia che è  Incanto,  ogni volta che si perfetta. 

Tra l'altro,  piccola parentesi,  come ho ipotizzato,  "sa mescina de s'ogu", " la medicina dell'occhio ",  potrebbe essere nata proprio in questo ambito,  quando per enfatizzare la ierofania sulla parete,  si velava con un po di olio, la superficie dell'acqua del pozzo.

E il fatto che sia riferita all'occhio,  è  un riferimento al terzo occhio e all'occhio del Toro,  Aldebaran,  sicuramente.

Un rituale ancora vivissimo e sacro. 


Tiziana Fenu 

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Per le ierofanie nel pozzo di Santa Cristina http://maimoniblog.blogspot.com/2018/10/ierofanie-nel-pozzo-di-santa-cristina.html?m=1

Ierofania 21 agosto



giovedì, agosto 18, 2022

💛Dio Bes/Gorgone

 La didascalia di questo splendido manufatto, nella prima immagine, lo descrive come la rappresentazione di una Gorgone,  che indossa una gonna a spacco e tiene in ciascuna mano un uccello acquatico per il collo.

Realizzato a Kos,  isola greca, intorno al 600 a.C. Altezza 2,5 cm,

diametro 32 cm, peso: 1,19 kg.

Alcuni studiosi l'hanno identificata con Artemide,  ma c'è  da dire che la posizione è  tipica delle Dee che rappresentano il Sacro Femminino, come Inanna,  Astarte,  o la dea dei Serpenti minoica,  o la Potnia Theron (Ἡ Πότνια Θηρῶν), indicata anche come la Signora degli Animali, o la Signora delle Cose Selvagge, è il nome dato alle figure femminili nell'antica arte minoica, micenea, greca ed etrusca, raffigurate con due Animali speculari tra le mani,  e la tipica configurazione ad H,  che indica l'equilibrio tra le due polarità energetiche,  che consentono la manifestazione della potenza sinergica divinità,  quindi la stessa epifania del Divino nell'umano. 

Ma in questa rappresentazione,  è  evidente la notevole somiglianza con la divinità minore Bes,  egizia,  il protettore delle nascite,  dei neonati,  della stessa vita. 

Avevo parlato del Dio Bes,  in un mio post,  riguardo la Dea Tanit e la Sardegna( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/07/parlare-della-dea-tanit-in-sardegna-e.html?m=0). 

"Ma abbiamo anche un altro vocabolo per definire lo scarabeo, dal vocabolario Casu

La parola è" carrabusu" vocabolo scindibile in termini geroglifici. 

(Negli scavi di Tharros Lo scarabeo trovato recava inciso il  nome regale di Thutmose IV, 1400 a. C., ma ne sono stati ritrovati molti altri)

Dove Ka indica lo spirito

Ra indica il sole

E " bs" è un ideogramma del dio Bes o Bisu( che sembra un nome sardo) , una forma popolare del Dio Sole. 

Ora, il dio Bes era protettore della gravidanza e nella parola carrabus, nell'ideogramma " bs", abbiamo la simbologia del dio Bes, che fa rinascere  a nuova vita, in quanto protettore della gravidanza e dei neonati. 

Il Ka è lo spirito, ma rappresenta, nella sua rappresentazione a cuore dello scarabeo Karrabosu, la placenta, il "gemello", come veniva chiamata, sacralizzata e ritualizzata presso gli Egizi. 

Placenta che, guardacaso è simboleggiata dalla lettera H, come Hermes/Mercurio, perché è traghettatrice di conoscenza, di vita

È la rappresentazione di questa nuova vita  auspicata dallo scarabeo, era rappresentata dalla placenta, che era considerata sacra, perché portava al mondo i bambini. 

Nell'Antico Egitto il faraone guidava la processione preceduta dalla sua placenta in cima ad una lunga asta, che rappresentava il  cordone ombelicale come se fosse l'albero della vita. 

Secondo la dottrina egizia, il faraone era un gemello della sua placenta, e costituiva il suo gemello abortivo, che non lo abbandonava mai. 

Il Ka, quindi, l'anima, era quindi rappresentata, in forma terrena, minore, da questo Dio Bes, con ideogramma "bs", Dio protettore della gravidanza, e quindi il dio Bes era  simboleggiato dalla placenta, considerata il nostro gemello durante tutta la nostra vita. 

E qui ritorniamo al concetto di specchio /sistro/ Tanit/ Ankh /come cappio  dalla forma allungata, nel quale ci si specchia per ritrovare se stessi

Un cappio con due estremità che potrebbe anche indicare il cordone ombelicale stretto intorno alla faccina del bimbo nuovo che sta per nascere e del quale si rappresenta una faccina a forma di cuore

A forma di cuore come lo Scarabeo beneaugurante di una nuova rinascita, "su carrabusu"

Quella faccina a forma di cuore che abbiamo ritrovato nella Tanit

E il Dio Bes  assomiglia con la sua testa grande, alla Tanit "mostruosa" descritta e ritrovata in alcuni siti in Sardegna. 

Perché Dio Bes è nano, basso e ha una testa deforme molto grande rispetto al corpo, come quella dei neonati

Questa forma "besoide" ebbe una  diffusione molto ampia dal II millennio  a. C. in poi

La capacità apotropaica del personaggio si esplica attraverso una rinascita solare simbolica,  con un piglio da combattente, agguerrito, spaventoso e con un ghigno che incute paura, perché deve proteggere chi viene al mondo, chi nasce e rinasce a nuova vita. 

E guarda caso in sardo " esti bessiu" ( da "bes/ bessiu) significa" è venuto alla luce/ è uscito" in senso lato. 

Ecco perché alcune Tanit appaiono con la testa sproporzionata rispetto al corpo. 

Perché sembrano avere un aspetto mostruoso perché Richiamo questa divinità Bes del "neonato appena bessiu, appena venuto alla luce"

Quando si trovano Tanit e con questa testa mostruosa, significa che sono Tanit  beneauguranti  di una felice rinascita. 

E niente di strano che questa ritualità di invocazione /ringraziamento verso la divinità Bes, si sia diffusa inizialmente in Sardegna visto che il richiamo  alla parola  "bessiu" ( uscito) è inequivocabile, e anche perché alcune Tanit hanno assimilato in sé anche la valenza apotropaica di questa divinità protettiva. 

In Sardegna era molto diffusa. 

Lo attestano svariati ritrovamenti sia scultorei che, come amuleti, ed era rappresentato anche come lo strangolatore di serpenti, visto che ne portava uno arrotolato nell'avambraccio. 

Particolare, in Sardegna è il particolare sincretismo che lo accosta alla figura mitologica della Gorgone pietrificante della mitologia greca. 

E questo è un aspetto straordinario , perché significa che nella simbologia della Tanit, del Bes, c'è stata un'evoluzione e un'integrazione simbolica tra i due, come è stato tra Tanit e Ankh egizio, che ne ha amplificato il significato, cosa che non è successa  in altre civiltà.

In Sardegna troviamo sempre questo tipo di sincretismo. 

Una sorta di evoluzione/ commistione dei simboli, degli elementi iconografici, che ne amplificano il significato. 

In alcuni  Bes vi è addirittura la presenza di un ombelico sporgente rossastro appena tagliato, e questo indica il legame con la femminilità, con l'erotismo, un forte legame con la gravidanza e il parto. 

Vi era quasi una "prescrizione magico - terapeutica" nell'affidarsi a questa divinità che ritroviamo nel Mediterraneo nord-occidentale testimoniato in molte tombe femminili

Bes era chiamato anche "bisu" ( nome che sembrerebbe molto sardo) dio del focolare, protettore delle partorienti, e patrono dei ballerini, (amava danzare e bere vino, è attestato da  alcune scene rappresentate all' epoca di Alessandro Magno, legato al vino e alla vinificazione, durante la quale si indossavano maschere rappresentanti il Dio Bes, per una ottimale vinificazione) che spaventava le divinità maligne con la bruttezza, con la li guadi fuori. 

Guardiamo come il vocabolo "bisu", con il quale veniva anche chiamato il Dio Bes, sia  alla radice del  vocabolo sardo " bisura", che significa aspetto fisico, perlopiù indicato a sottolineare un aspetto fisico sgradevole

"Bisu", che ha anche  la stessa radice di "biddio", ombelico in  sardo, dal quale parte il cordone ombelicale, e " biddio" poi si ricollega  alla parola "bidda"

Perché intorno al "biddio/ombelico", si crea poi una comunità

Amuleto protettivo di Bes era ovunque, in ogni casa. 

Nel mondo romano trova su immagini  collegate  al culto di Iside, e nel nord Italia è stato cristianizzato con il culto di San Besso. 

La divinità Bes, amante della danza, e presentato anche come un abile ballerino, dedito anche alle gioie della vita, tra le quali il vino rosso.

Rosso come la placenta. 

Tracce di questa divinità Bes, sono state ritrovate lungo litorale di Chia ( Ca) dove sono state trovate alcune antiche tombe e un insediamento urbano che risultava risulta essere del VII secolo VII sec. a. C.

Nelle vicinanze vi era un Tempio , dove fu trovata la statua in arenaria  raffigurante un Bes con un Diadema formato da  5 Piume di struzzo così come appare nella rappresentazione egizia. 

Ma in altre rappresentazioni ( e ne abbiamo svariate Cagliari, Fordongianus, Monte Sirai, Tharros) appare senza diadema. 

5 piume.

Il numero 5 è legato all'Archetipo Sacro della lettera ebraica He, con funzione Vita, la stessa valenza dell' Ankh e della Tanit( in Sardegna il 5 è legato al culto del Dio Toro)

He, la stessa H di Hermes e della H geroglifico che simboleggia la placenta. 

Il numero 5 è la conoscenza Superiore, oltre i quattro elementi. La conoscenza dei 5 elementi, che portano ad una consapevolezza superiore, ad una rinascita

Quinto Archetipo rappresentato da un Papa che tiene in mano un sistro risvegliatore di coscienze ( o forse le addormenta, secondo la prospettiva, ma il significato originario era quello),  e spesso il Dio Bes è rappresentato con il sistro in mano. 

E abbiamo un cinque rappresentato guardacaso da una Sacra Runa che rappresenta un gemello, una partnership, lo Spirito che si lega alla materia, la Runa Ehwaz

Gemello, come la placenta ritualizzata e onorata non solo presso gli egiziani, ma anche in altre parti del mondo, e in ogni epoca. 

Quindi alla fine tutto torna e coincide perfettamente

 Un Dio Bes legato all'infanzia, all'ambito solare esplicato  anche nello Scarabeo, al ciclo della nascita e della Rinascita a cui Bes, offre tutta la protezione. 

Ma è abbastanza singolare che troviamo nelle Tanit isolane, spesso una una Tanit con la testa  grande e deforme rispetto al corpo, e anche  appuntita, come un cuore, particolare che rimanderebbe alla forma dello scarabeo a cuore, protettivo di una rinascita a seconda vita, ma anche che rimanda alla barba a punta del Bes ghignante. 

Forse rappresenta un Bes allo stato primordiale, il braccio operativo della dea Tanit della fertilità, quello che si occupava della "protezione attiva" delle partorienti e dei neonati, per i quali si esclamava, appena nato : "e bessiu!!" - "è venuto alla luce", perché pur sempre di divinità solari si trattava."


Infatti,  in questa rappresentazione,  ci sono due svastiche solari nei due uccelli trampolieri. 

Ci sono anche quelli che sembrano dei simboli lunari e solari. 

Alla sua destra, c'è un simbolo con tre cerchi concentrici,  e 10 raggi.  

Il 10, è  il numero della completezza,  il numero della creazione,  del maschile e del femminile insieme.  È  il decimo sacro Archetipo Ebraico Yod,  con funzione "concentrazione". 

La prima lettera del tetragramma divino YHWH.  Il punto di inizio,  l'origine della creazione. 

Creazione ciclica, enfatizzata dai tre cerchi concentrici di "nascita/morte/rinascita". Immortale. 

Invece sulla sua sinistra,  il lato del Femminino, abbiamo un doppio disco,  con due cerchi concentrici,  e 9 raggi. 

Il 9 indica il Femminino, Sacro Archetipo Ebraico Teth,  il grembo, la capacità di procreare e di duplicarsi. 

Su entrambi i lati,  due simboli identici, formati da quattro rombi vicini, che possono indicare l'elementi terra,  con i quattro elementi,  nel quale avviene la creazione. 

Sulle braccia,  4 simboli uguali,  due per lato,  tutti e quattro formati da sei piccoli elementi disposti in circolo. 

Il sei è  il numero dell'Unione degli Opposti.  Gli Amanti Divini. 

E il numero 6, moltiplicato per 4, dà  un 24, che ridotto,  mi dà  ancora un 6.

Quindi, vedete che precisione e corrișpondenza numerica,  per enfatizzare un importante simbolismo di unità degli Opposti creativi. 

La sovrapposizione "Dio Bes/Gorgone",  Medusa,  nella fattispecie,  rimanda al concetto di Natività,  di Gorgone,  come un Gorgo uterino,  un vortice d'acqua che rimanda ad una simbologia uterina,  preposta alla gravidanza,  alla nascita,  come è,  nella simbologia del Dio Bes.

La simbologia del serpente sul capo della Gorgone,  indica il Femminino e la sua continua capacità di trasformazione,  di cambiare pelle,  oltre che la seduzione,  la capacità  ammaliatrice,  il Labirinto,  la ciclicità, il cordone ombelicale. 

Ma non in senso negativo. 

La figura di Medusa,  è  stata demonizzata in periodo ellenico,  da una Civiltà,  quella greca,  con eroi poco propensi alla ierogamia, intesa come "unione degli opposti",  ma piuttosto,  tendenti all'esclusione del Femminino,  ghettizzato e soppiantato da una omosessualità,  da parte degli eroi greci, ostentata e riconosciuta socialmente,  come fregio di alto valore. 

Parlai di Medusa in un mio post ( https://maldalchimia.blogspot.com/2020/09/basilisco-e-il-mito-di-medusa-in.html?m=0),  poiché in Sardegna,  abbiamo dei luoghi dedicati proprio a Medusa,  come il castello di Samugheo. 

A Esterzili esiste un tempio megalitico rettangolare , chiamato " Sa Dom'e Urxia", dove, narra la leggenda, ci sarebbe un tesoro chiamato con un nome molto simile a quello del su Scorzoni( o Scultone), che si chiama " su scusorxu", nascosto e custodito dalla Maga Urxia. 

Urxia, Orgia, Giorgia, sono tutte radici in "org -", che richiamano luoghi carichi di energia positiva, quindi fertile, piena di verde, che hanno lo stesso nucleo "or/org", di Orgosolo, di Dorgali, di Orosei, dei luoghi, insomma, frequentati da Su Scultone - basilisco. 

Infatti, "Gorgo- georgico" , è riferito all'agricoltura, e proprio Medusa, col sangue dalla sua testa decapitata, che genera il basilisco( tra l' altro il nome è simile al basilico, la più profumata tra le erbe "di cucina" ) era, tra le Gorgoni, colei che era esperta nell'arte del coltivare la terra, oltre che ad essere la più potente. 

Il Professor Lilliu, aveva associato  "Giorgia", ad una maga gigantessa in epoca nuragica, che si infuria e che  pietrifica con lo sguardo a causa della perdita, per una maledizione, dei propri figli. 

Una Giorgia come un Antica Madre Pietra della fertilità( il nome Giorgia infatti è connesso al termine greco- bizantino " Ghiorghis", che significa "colei che feconda) che venne pietrificata per aver rifiutato di fare l'elemosina, nonostante la sua ricchezza

A Esterzili esiste anche " Sa Domu de s'orgia Maiosa". 


Le Gorgoni erano figlie di Forco e di Ceto, ed abitavano nell'estremo occidente del mondo conosciuto dai greci. 

Forco,  che secondo gli Orfici era, con Crono e Rea, la prima discendenza di Oceano e Teti. 

Forco, divinità degli inferi, re dei mari occidentali,  re della Sardegna,  poichè in Sardegna avevamo la dea Gi-ORG-ia, Lughia Radiosa o Rabbiosa, divinità votata al culto delle acque.

Da "Shardana i popoli del mare",  di Leonardo Melis

"in verità per i Greci quest’Isola non doveva essere tanto appetita, almeno anticamente, giacché ne facevano addirittura il regno di Forco. Questi era un illustre figlio di Gea e di Ponto (forse riferito a uno dei luoghi abitati dai Shardana), fratello di Nerèo, sposo di Ceto. Secondo la leggenda Forco morì annegato dopo un combattimento con Atlante (riferimento alla scomparsa della Tirrenide contemporanea ad Atlantide?). Ceto gli generò le Graie, Ladone (il drago che custodiva i pomi d’oro nel giardino delle Esperidi), le Gorgoni ed Echidna (genitrice di Cerbero, dell’Idra di Lema, delle Arpie, della Sfinge, del Leone di Nemeo e di altri angioletti della Mitologia greca). Si sa che poi gran parte di questi simpatici soggetti fu sterminata dagli eroi della situazione, fra cui Eracle stesso, che in seguito consigliò il fido Jolao di condurre nell’Isola il resto dei Tespiadi o Eraclidi, perseguitati in patria dopo la sua morte e apoteosi. >


Erano tre sorelle, Steno, Euriale e Medusa, di aspetto mostruoso, avevano ali d'oro, mani con artigli di bronzo, zanne di cinghiale e serpenti al posto dei capelli e chiunque le guardasse direttamente negli occhi rimaneva pietrificato. 


La Gorgone per antonomasia era Medusa, unica mortale fra le tre e loro regina, che, per volere di Persefone, divenne la regina degli Inferi. Le Gorgoni rappresentavano la perversione nelle sue tre forme: Euriale rappresentava la perversione sessuale, Steno la perversione morale e Medusa la perversione intellettuale.

Dalla testa mozzata di Medusa, nacquero il cavallo alato Pegaso e Crisaore, padre di Gerione.

Quel Gerione, la cui figlia Eriteide, si uni' al Dio Hermes e diedero alla luce, Norax o Norace, antico eroe mitologico della civiltà Sarda, fondatore, secondo la leggenda, di Nora. 

Norace, attestato da più fonti, pare che arrivasse in Sardegna dalla mitica città di Tartesso, la città portuale dell' attuale Andalusia, ma che sembrerebbe invece, da alcuni studi, essere proprio una città della Sardegna, terra ricchissima di metalli e di pietre preziose, di cui i sardi erano abili  commercianti fin da tempi antichissimi, probabilmente dal 10. 000 a. C., se non prima. 


Come vedete,  la leggenda di Luxia Rabbiosa,  de S'Orgia, anticipa di secoli quella della Gorgone Medusa.  

Una figura che l'accomuna a Demetra,  per la perdita dei figli( la nostra Lughia,  perse i figli a causa di una maledizione che pietrifico figli e averi,  per essersi rifiutata di concedere un'elemosina), per la discesa negli Inferi,  e che eppure,  in Sardegna,  riesce anche ad emergere come regina benvoluta e amata,  che combatte per difendere il proprio popolo,  ma venne sconfitta e decapitata da Perseo,  re di Micene. 

In Sardegna abbiamo srmpre un'attenzione particolare verso il Femminino. Un Femminino forte,  combattivo,  che lotta per la comunità e i suoi figli,  per la sua comunità. 

Ne abbiamo avuto esempio con Eleonora d'Arborea e la sua Carta  de Logu,  rimasta in vigore per cinque secoli,  scalzata poi,  da un patriarcato castrante. 

Non mi stupirebbe se questo splendido manufatto fosse di provenienza sarda. 

Le ali superiori,  sono le stesse ali estese che troviamo per esempio nella Domus de Janas S'Incantu,  che dominano i passaggi interni,  come se fossero dei portali. 

E la sovrapposizione "Bes/Gorgone",  ha una valenza positiva,  non di morte,  di pietrificazione,  ma di nascita,  di Benedizione,  di creatura "bessia a sa luxi",  di creatura "uscita alla luce", venuta al mondo. 

Luxi,  come Luxia, portatrice di Luce. 

Ci sarebbe tanto ancora da scrivere,  perché la nostra Antica storia sarda,  e  come una matrioska.. Alla fine,  da qualsiasi parte si inizi,  c'è  sempre qualcosa che riporta alla Sardegna,  che è  srmpre una "storia dentro una storia" 


Tiziana Fenu 

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Dio Bes/Gorgone








domenica, agosto 14, 2022

💙13/8 Celebrazione Dea Diana

 Un tempo, in epoca romana, la data di oggi, 13 agosto, segnava l'inizio dei festeggiamenti in onore della Dea, Diana, che culminavano il 15 agosto.

Erano chiamati i Nemoralia, e si festeggiavano nel tempio di Diana sul Lago di Nemi, con le torce in processione. Era quindi la festa dell'Acqua e del Fuoco.

Di questo Sacro Femminino, Diana Lucifera, Portatrice di Luce.

Un numero importante quello della data di oggi.

Simbolica, la scelta del numero 13, per l'inizio dei festeggiamenti.

Il tredici fa riferimento all'Archetipo femminile per eccellenza, la Mem, la seconda delle tre lettere Madri nel Sacro Alfabeto ebraico.

Significa acqua, ventre primordiale, le acque del Caos primordiale, della Genesi, con la sua capacità di custodire e far germogliare il seme.

Così come il grembo femminile dona la vita, così è capace di accogliere le sue creature, nel grembo di Madre Terra, dopo la morte, in un passaggio, che non è mai definitivo, ma è una continua trasformazione.

Infatti l'Arcano Maggiore che rappresenta la Morte, è proprio l'Arcano XIII.

Acqua come fonte di vita, simbolo dell'Amore. Infatti i festeggiamenti in onore di Diana, si svolgevano sul lago Nemi.

La Mem viene considerata la lettera più sacra, e anche il simbolo dell'androginia, del maschile e del femminile, poiché, se contiene la vita, contiene in sé anche la morte.

Questo concetto è ben rappresentato dal movimento della Spirale, in ascesa verso il Divino.

Il tredici è però anche legato al numero delle lunazioni in un anno, in perfetta armonia e corrispondenza dei cicli di fertilità delle donne.

Un tredici che nei tempi passati, rappresentava Iside, il Sole Nero al centro della Galassia, l'aspetto, l'utero nascosto della creazione.

È questo, il mistero del Sacro Femminino, che arriverà fino ai giorni nostri, manifestato attraverso l'energia della Maria Maddalena, l'acqua che contiene in sé anche la Terra, poiché, 13, in riduzione teosofica, diventa un "1+3', quindi un" 4" che rappresenta la terra con i suoi 4 elementi e 4 punti cardinali.

Acqua di purificazione, morte e rinascita.

Si muore con la consapevolezza di saper morire, e di rinascere alleggeriti, fluendo, come indica la Runa Laguz, associata a questo Archetipo, che indica il fluire, manifestando la propria Essenza, essendo Madre Creatrice, in ogni momento.

Questo, se consideriamo solo il tredici della data di oggi.

Ma se consideriamo la somma totale(cifra per cifra), della data di oggi, abbiamo ancora un numero, il 18, che corrisponde al Sacro Archetipo Ebraico Tsade', con funzione "divisione".

Una divisione apparente, perché dobbiamo sentirci frattali di un qualcosa di più grande, di cui siamo riflesso ed Essenza, come Esseri Multidimensionali.

Un numero 18 che era venerato nelle Civiltà del passato, tra i Caldei, in ambito Mesopotamico, perché ogni 18,03 anni, esattamente, Sole Terra e Luna si trovano quasi esattamente nella stessa posizione reciproca e possono ripetersi le stesse eclissi lunari e solari. Durante questo periodo, chiamato Saros, avvengono 29 eclissi di luna e 41 eclissi di sole.

Potete quindi immaginare che valenza Sacra e ritualistica, avesse questo numero.

Una lettera ebraica, la Tsade', che viene rappresentata quasi come una Y, e che rappresenta un utensile per tagliare, con il quale si deve raggiungere un traguardo, una meta, una nuova dimensione, nuove prospettive e conquiste, senza paura, perché c'è fiducia nel Divino, di cui siamo frattali, e di conseguenza, in noi stessi, che recidiamo, per meglio prendere la mira.

In questo senso, si incasella alla perfezione, il simbolismo della Tsade', nel senso di "cacciare", come Diana, di conquista, dello spingerci oltre, focalizzando i nostri intenti, i nostri desideri.

È, guardacaso, ma mai per caso, questo diciottesimo Archetipo è legato all'Arcano Maggiore XVIII della Luna, la depositaria dei nostri desideri, dei nostri segreti.

Siamo in Luna calante in Pesci, dopo la Luna Piena di ieri, in Acquario.

C'è un certo rilascio, ma anche la gioia, la consapevezza, che, ciò che abbiamo rilasciato, non serviva più, per questo viaggio.

La completezza dei Pesci, come un Tao, dove ognuno dei due, contiene un frattale dell'altro.

Perché esistono infinite possibilità, oltre la divisione apparente dell'Uno.

È nella mancanza, nel vuoto, che facciamo, quando tagliamo, che si crea il Seme della nuova possibilità.

Il vuoto del grembo creativo.

Il vuoto femminile.

La forma dell'utero, ricorda la lettera Tsade', con le due diramazioni. Quasi come un tronco di un albero, con le diramazioni dei due rami.

Radicato nella terra, ma sempre in elevazione ed espansione verso il cielo.

Con tante diramazioni, ma sempre, appartenenti allo stesso albero.

Il nostro sguardo, l'anelito della nostra Anima, deve sempre, come Diana, come un cacciatore, cercare questi frattali di divino, questi semi divini, nella realtà, negli altri, in modo da creare una connessione di Bellezza, del Giusto, dell'Armonia, dell'appartenenza ad un qualcosa di più grande, legato alla dimensione dell'Universo, del Cosmo, dei cicli che regolano e scandiscono anche la dimensione umana.

Diana, il cui figlio era Giano, sua controparte maschile, nei cicli periodici vegetativi, quel Giano bifronte, che presiede, come guardiano della soglia, al due solstizi, che prima erano custoditi solo da Diana, estivo ed invernale, alla Porta degli Umani, del Cancro, e alla porta del Capricorno, la Porta degli Dei.

Jana, significa porta, così come Giano.

"janna", in sardo, è la porta.

È tutte le Domus de Janas, sono esposte ai solstizi, sia invernale, che estivo, quindi, metaforicamente, indicano la nascita e la morte, in un ciclo continuo di gestazione e di rinascita.

( https://maldalchimia.blogspot.com/2022/01/3112-2021-solstizio-dinverno-toro.html?m=0) 

 Proprio come la vegetazione, di cui Diana è Dea assoluta.

Le Janas sarde, prima, ma molto prima, delle Janare sacerdotesse del culto di Diana, erano coloro che presedievano e officiavano questi riti di passaggio dalla vita alla morte. 

Simboli solstiziali, prima che il Patriarcato, con Giano bifronte, si appropiasse anche di questo. 

Erano Janas "bogadoras", coloro che "bogano", che tolgono fuori il bambino dal grembo materno, e Janas "accabadoras", coloro che "fanno finire" la vita, di chi soffre, in modo dignitoso. Un'eutanasia approvata da tutta la comunità. 

Gestivano i ritmi degli umani, in perfetta sincronia con i ritmi vegetativi. 

Diana è un derivato del nome Jana, che un portale per tante dimensioni. 

Essere Jana, è essere come l'Archetipo Tsade', questo che accompagna questa giornata di oggi, dedicata alle celebrazioni della Dea Diana. 

Essere Jana, è gestire vita e morte, senza perdere di vista la propria Essenza. È sentirsi frattali dello stesso albero. 

Sentirsi scintille divine in qualsiasi circostanza e contesto, e saperle riconoscere negli altri. 

Perché siamo srmpre accorti. 

Non perdiamo di vista il bersaglio. 

Abbiamo trovato il nostro baricentro, e possiamo spingerci oltre. 

Oltre noi stessi. 

Verso le nostre infinite possibilità.

(Aprite l'immagine) 


Tiziana Fenu 

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13/8 celebrazione Dea Diana



💙12/8/2022 Luna Piena in Acquario

 Venerdì 12/08/2022, abbiamo la Luna Piena in Acquario. Tra Acquario e Pesci, a dir la verità. Una Luna Piena governata dal diciassettesimo Sacro Archetipo Ebraico Phe

Dopo la Luna Nuova del 28 luglio, in Leone, con l'energia del Quinto Archetipo He', con funzione "vita", ecco che approdiamo, dopo il portale 8/8 dei Leoni, con l'Archetipo Tau, e una Luna Crescente in Sagittario, a quella elevatezza, a quell'elemento "aria" che ci viene donato, a fine percorso, sublimato dalla Tau del portale, a quella "espansione", che è la funzione del nostro Archetipo Phe, ma che è anche, la naturale conseguenza di un percorso, che ci ha traguardato attraverso tante tappe e tante prove.

Siamo arrivati alla rinascita, al nostro ritorno, come un Seme, che ora si espande, al di fuori della coltre di terra.

Espandersi, significa dare voce alla nostra Essenza, anche materialmente.

Essere un verbo, "che è".

Che si coniuga e si declina, in tante Forme.

Perché, Essenza e Forma, ora coincidono, e fluiscono, come l'acqua argentea purificata e pronta per la sublimazione finale.

È una fase governata dal Femminino, da Venere(e, guardacaso, questa Luna Piena in Acquario, avviene di Venerdì.

Come una Venere/Afrodite che nasce dalle profondità degli abissi, attraversando il nostro personale Acquario, per trasmutare questa caduta, in risalita.

Afrodite nasce dallo sperma di Urano, evirato da Giove. Il suo stesso nome, Afrodite, deriva infatti da "afros",  che significa sia spuma del mare che liquido seminale; e Afrodite è, per questo, "anadiomenon", rinasce cioè continuamente dalle bianche spume del mare.

Rinasce, sublimando questo elemento che le ha dato la vita, che pur appartiene alla pura funzione riproduttiva. Ne ha fatto Oro.

Ha portato verso l'alto, la sua espansione, emergendo dalle acque, come una perla.

Questa Luna Piena, chiede la manifestazione, l'espansione, della nostra perla.

Quella perla che è partita da un semplice granello di sabbia, e lo ha nobilitato, rivestendolo con la sue Essenza, con le sue lamine di madreperla.

Questo significa, che abbiamo imparato la Maestria della nostra Espansione e Manifestazione, a prescindere dall'esterno. Perché sappiamo integrare, alchemizzare, e trarne Creazione e Bellezza, anche da un semplice granello di sabbia.

Non ci riconosceranno dai granelli di sabbia, dai castelli di sabbia che abbiamo edificato, spesso in modo temporaneo, fatiscente, illusorio, circostanziale. 

Ci riconosceranno dai fili di perle che adornano il nostro corpo, la nostra Anima. La nostra Essenza che fa rilucere il nostro volto.

Perle che non sono uguali a nessun'altra.

Perle che riflettono la luce delle stelle, anche al buio.

Questo Archetipo Phe, corrisponde all'Arcano Maggiore XVII della Stella.

La ragazza, nuda, pura, nutre, con la sua Acqua, sia la stessa acqua, che la terra. Può farlo, perché attraverso il percorso iniziatico delle sette "stelle/chakra" sul suo capo( come le Pleiadi della rinascita), può arrivare alla stella a 8 punte, simbolo di un Sacro Femminino, fin dai tempi antichissimi, che è in equilibrio con le sue due polarità, e che quindi, eleva la sua Anima, verso un punto più alto di manifestazione.

Si espande, oltre la dimensione terrena, come lo stato gassoso dell'acqua che si trasforma in vapore.

Il segno dell'Acquario, è infatti, un segno d'Aria.

Riflette quelle caratteristiche dell'Uomo Cosmico, in perfetta connessione con la sua Essenza, che diventa "portatore d'Acqua" anche per gli altri.

Un po come Prometeo, che ruba il Fuoco agli Dei, per donarlo agli Umani.

Qui, non abbiamo nessun fuoco da rubare, perché in effetti, non possiamo donare ciò che intimamente non siamo già.

Non possiamo creare una perla, se già, intimamente, ancestralmente, non abbiamo consapevolezza della nostra capacità di saperla creare.

L'Acquario è di polarità maschile, e, il donarsi, gli fa integrare la polarità femminile. Quella del donarsi, dell'essere al servizio, del depurare, che è tipico dell'elemento acqua. Del lavare la sporcizia, a partire dai nostri pensieri, dai nostri costrutti mentali. 

Abbiamo imparato, non per essere servitori al servizio. 

Ma per essere Maestri consapevoli, soprattutto di sé stessi. Maestri che donano, che si mettono al servizio. 

Che rivestono di bello, di madreperla, ogni più piccolo granello di sabbia. 

Questa è la leggerezza, della nuova era dell'Acquario. La Maestria, del vibrare con queste nuove energie, aeree, veloci, di scambio, di interazione, di leggerezza, perdono, di libertà. 

Di ricettività. 

Di Amore disinteressato.

Nutrire gli altri, l'esterno, non significa "volontariato ad oltranza". Significa essere nella nostra piena manifestazione, nella nostra Verità, nella nostra più alta vibrazione. Ciò che nutre davvero l'Anima, rispetto a quando, ci siamo accontentati di sfamare, ma senza nutrire. O di essere semplicemente sfamati, ma non, nutriti. 

Senza irradiare niente. Senza rilucere, senza perle nell'Anima. Prima le ostentavamo esternamente. Ora possiamo permetterci di essere Perle, insiene ad esse.

Acquario. 

Elemento Aria. Vento.

Infatti l'Archetipo Phe, che rappresenta una bocca, il pronunciare, il "verbalizzare", il farsi "verbo della propria Essenza", è legato al Dio dei Venti, Eolo. 

Non siamo profumo. Siamo lo stesso vento, che può raggiungere ogni angolo della terra. Siamo brezza, ristoro o tempesta. 

Siamo noi, nel pieno del nostro potere.

Oggi è San Lorenzo.

Stelle cadenti

Arcano Maggiore della stella.

Siamo noi, il nostro stesso desiderio. 


Tiziana Fenu 

©®Diritti intellettuali riservati 

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Matteo Arfanotti Artist, "Acquario", in sovrapposizione.

12/8/2022 Luna Piena in Acquario



💙8/8/2022 Lion's Gate

 Siamo in prossimità del "Lion's Gate", il portale dei Leoni dell'8/8/2022.

Una giornata estremamente carica energeticamente per tutta una serie di motivi.

Inanzittutto, perché viene di Lunedì, un giorno lunare, Femminile, governato dalla luna, dall'acqua.

Con una Luna crescente in Sagittario, segno di Fuoco.

Acqua e Fuoco, quindi, in sinergia, perfettamente sincronizzati alla somma della data, che come risultato finale, dà un 22.

Un numero 22, che è un numero sacro, considerato l'Ottava superiore del numero Maestro 11, il numero delle Fiamme Gemelle.

Il 22 rivela questa sacralità, perché l'incontro tra due Anime, con le loro polarità in equilibrio, è sempre un "2+2", due completezze che si incontrano, radicati nella materia del 4.

Un 22, che fa da  piattaforma, da amplificatore, al 222, dell'anno 2022,  contrassegnato dal "6", il numero degli Amanti Divini, dell'Unione degli Opposti, in risonanza con la loro dimensione divina.

La Fiamma, è portatrice di luce, a prescindere dalla controparte divina o terrena.

È un percorso iniziatico per via femminile. Il due, infatti, è il Sacro Archetipo Ebraico Beth, con funzione "contenitore". È l'Archetipo del Sacro Femminino, la Forma del principio creativo maschile.

È la Papessa, l'Alta Sacerdotessa, la depositaria della più alta conoscenza, della Sophia, da Inanna, da Lilith, fino alla Maddalena e oltre.

Un numero due, che potenzia se stesso in Creazione, in espansione, fino ad arrivare al 22, somma della data del portale di lunedì , e fino al 222 di questo anno di bilanciamento delle energie opposte e complementari

Per manifestare quella maestria del numero 11 potenziato, il numero Maestro, che si potenzia di un'Ottava, con frequenze vibrazionali di apertura, di accoglienza di questa energia così potente, per questo passaggio. 

Siamo nel grembo energetico del ventiduesimo Sacro Archetipo Ebraico Tau, con funzione "reagente". È l'Archetipo che sintetizza tutti gli altri, perché è come la fine di un percorso iniziatico, a cui ne segue uno nuovo. 

È quel momento in cui gli opposti, come in una Croce, si uniscono in un matrimonio alchemico. 

Una ierogamia che sfida, e va oltre lo spazio e il tempo. 

Che crea la dimensione dell'Essenza, che si sublima in immortalità, che trascende la dimensione lineare e ciclica delle esistenze.

"8/8" > 16

Sacro Archetipo Ebraico Ayin, con funzione "corrispondenza".

"Come in cielo, così in terra"

Ciò che è già unito in astrale, si manifesta anche nel terreno. 

Il simbolo della Tau, ventiduesimo e ultimo archetipo è quello che sintetizza la Dalet e la Nun, insieme, che appartiene alla tribù dei Dan, gli Antichi Shardana, di cui ho già approfondito, nell'altra mia pagina, su JanaSophia ( lo trovate anche nel mio blog https://maldalchimia.blogspot.com/2020/11/il-simbolo-della-tribu-di-dan.html?m=0) 

Lettere ebraiche, che unite insieme, formano la Tau, che significa "Giudice". E, i Giganti di Mont'e Prama Sardi, in quanto Giudici, hanno la Tau impressa nel volto, con l'arcata sopraciliare e il setto nasale, che formano una T. 

La T dei Sacri Iniziati. I Giudici( da cui Giudicati, i 4 Giudicati con i quali era divisa la Sardegna). Dei Giudici equilibrati, con le polarità in equilibrio. 

In loro c'è verità, saggezza, armonia. 

Perché hanno trasceso la dualità, e si sentono in armonia con il Tutto. Hanno l'energia primordiale della Creazione. 

Quel "matto" degli Arcani Maggiori, che può simboleggiare, o il 22,, o il numero zero.

Ciò che da valore agli altri numeri. Lo zero vicino ad un qualsiasi numero, lo amplifica, lo nobilita. 

Questa, è la fine del percorso iniziatico. Arrivare a quel sacro Sigillo Divino, che ci nobilita, che trascende la materia, la dualità, che ci rende "capaci del Giusto, del Bene, del Bello". 

La Tau è un Portale, ed è straordinario, che questo Sacro Archetipo, proprio quest'anno 2022, anno "6" dell'Unione degli Opposti, si sia sincronizzato proprio su questo portale "8/8".

Un Portale, il portale dell'otto agosto, per la presenza del doppio otto, che indica unione tra cielo e terra, tra opposti, è considerato un portale cosmico, quando il Sole centrale Galattico, quello che gli Egizi chiamavano il "Sole nero", il Sole, Orione, Sirio e Terra si allineano.

La sistemazione delle tre stelle è identica al panorama di Giza, nel senso che le tre piramidi e la sfinge rappresentano le costellazione di Orione e del Leone osservate all’alba dell’equinozio di primavera durante l’astronomica “Epoca del Leone” (ovvero l’epoca in cui il sole si trovava all’interno del Leone durante l’equinozio di primavera). Come tutte le epoche precessionali, si trattò di un periodo di 2160 anni, dal 10.000 all'8000 aC, circa. 

Il precedente allineamento, è stato il 3/12/2012, giorno del mio "centomillesimo" compleanno, e che portava l'impronta energetica del numero 11, la somma della data. E ora abbiamo un Archetipo 22, che potenzia l'11 dello scorso allineamento

Perché, comunque Orione è il nucleo di Fuoco della Croce del cielo, l'asse cardinale ad X, tra maschile e femminile, Tra Orione e Sirio, tra Osiride e Iside. 

Il punto focale di resurrezione, di rinascita, in ogni civiltà 

Resurgere è composto dalla particella "re-", di nuovo, e dal verbo "surgere", sorgere: letteralmente “sorgere di nuovo”. Surgere a sua volta è composto dalla particella sub, sotto, e dal verbo regere, guidare dritto, dirigere. 

E, in questo senso, la Luna crescente in Sagittario, proprio per questo portale galattico, guida, dirige verso il Fulcro, il Fuoco. 

Il nostro Oro. 

Ri-s-Or-gere. 

Rinascere verso l'Oro, la nostra Essenza. Verso ciò che il Fuoco non può intaccare. 

Questa porta del Tau, questo Portale Cosmico, che unisce Cielo e Terra, le nostre due polarità, è ciò che ci riporta al nostro Oro, di cui la porta è Testimone. 

È la nostra Cruna d'ago, che ha la forma proprio di una Vesica Piscis. 

La porta stretta, attraverso la quale si passa solo con l'Essenza, con l'essenziale. Dove si muore e si rinasce, come su una Tau. 

Croci-fissi. 

Fissati, redenti e benedetti a nuova vita, con le nostre due polarità in equilibrio, che ci consentono di sorgere nuovamente. 

Perché abbiamo il Crisma, il segno divino, della predestinazione, per chi sa accogliere, trasmutare, trasformare il piombo in oro. 

Anche il matto dei Tarocchi, che simbeggia Orione, ha una cintura d'Oro, chiaro riferimento alla cintura d'Orione, fulcro dell'equilibrio( tra parentesi, come avevo già scritto, tempo fa, anche il baricentro dei Giganti di Mont'e, strettamente legati ad Orione, è nella loro cintura, proprio nel centro della Vesica Piscis, e della struttura vitruviana leonardesca, sovrapponendoli)

Siamo vuoto e pieno. 

Sole e Luna. 

Sirio e Orione.

Iside e Osiride. 

Siamo materia e antimateria.

Siamo il punto zero, il Folle, per il quale tutto è possibile.

Il fattore esponenziale di potenziamento.

Il Tutto e il Nulla. Continuamente Creatori di noi stessi.


Tiziana Fenu

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8/8/2022 Lion's Gate



💙1/8/2022 Lammas

 Oggi, 01/08/2022, si celebra Lammas, di Lughnasad, la festa del raccolto, del pane, della prima mietitura che trasforma il frumento, il grano in farina, e poi in pane, di cui ho approfondito in un altro mio post( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/08/festa-di-lughnasadh.html?m=0) 

Siamo sotto una Luna Crescente in Vergine, e siamo governati dal Sacro Archetipo Ebraico Samech, il quindicesimo, con funzione "pressione", alchemicamente molto consono alla giornata di oggi, governata da un Femminino in tutti i sensi.

Lunedì della luna. 

Luna crescente in Vergine. 

Il numero 15, che in alchimia rappresenta il numero più fertile.

In un giorno che sta a metà percorso,, esattamente al centro del ciclo lunare, del ciclo femminile, e che corrisponde al giorno dell'ovulazione, il giorno più fertile.

Nella Cabala questo giorno, è chiamato il giorno della Vergine, retaggio delle antiche celebrazioni isiache, dei Misteri Eleusini.

La materia prima sulla quale si lavora per la Creazione per eccellenza.

La Vergine è un segno di terra. È nel radicamento, la forza vitale. La terra ha un'energia propria, linee energetiche proprie. Ha una propria animalita', istintiva, viscerale.

È la stessa forza che spinge il Seme a diventare germoglio, a lasciarsi trasformare attivamente per un bene superiore.

Perché la pressione, esercitata dall'Archetipo Samech, può anche portare all'energia dell'Arcano Maggiore che lo rappresenta, il Diavolo, Arcano XV.

Ciò che rinasce dopo l'Arcano XIII della morte, e dopo la trasformazione dell'archetipo Nun, il quattordicesimo.

È la maestria che si rivela dopo l'Arcano Maggiore XIV della Temperanza, nel quale si impara a gestire l'equilibrio delle due polarità contrapposte, per arrivare ad un equilibrio androgino, quello del Diavolo. Che non impone, ma lascia libera scelta.

La pressione di Samech, oggi si farà sentire in modo particolare.

Cose, persone, circostanze, che faranno energeticamente pressione, in un senso o nell'altro. Per questa fertilità "spremuta", che deve dare il suo raccolto. 

E in questo senso, dobbiamo raccoglierci. Perché Samech, spinge verso gli estremi, con estrema intensità. Il Diavolo ha l'odore dello zolfo, così si dice in alchimia.

Ma perché lo zolfo è infiammabile, è come la capocchia dei fiammiferi.

E troviamo, come zolfo, come fuoco, "agenti", con i quali creare attrito, e prendere fuoco.

Il cerino incenerisce. Non resta più nulla.

La maestria, portata in dono dalla Temperanza, dopo la Morte, è avere una soluzione a questo "disintegrarsi".

Il "solve et coagula" porta alla soluzione, alla rinascita, a non restare prigionieri della "pressione", che ci spinge, comunque, ad un livello successivo.

Metaforicamente, ci spinge, dopo la raccolta, alla macinatura, alla trasformazione in farina, alla lievitazione, al pane, nutrimento per il corpo e per l'anima.

Lievitare, espanderci.

Trasformarci.

In un qualcosa che unisca acqua e fuoco insieme.

L'acqua dell'impasto e il fuoco della cottura. Le due energie maschili e femminili che agiscono in sinergia.

Non si rinnegano le emozioni di questa pressione, il dolore della frantumazione nel frantoio, la rabbia, la disgregazione. Perché tutto è funzionale al passaggio successivo. Alla Maestria della sublimazione, della padronanza. Noi non siamo le nostre reazioni. Non siamo i nostri istinti.

La Vergine è legata alla terra, ma ha un cuore puro, virginale.

È questa verginità, che dobbiamo preservare.

Perché è questo, che consente la trasmutazione, la rinascita.

La nostra fertilità.

A prescindere dal contesto, dalle persone, dalle situazioni, elevandoci a scintille, a portatori di Luce. Come Lucifero, il Diavolo del quindicesimo Archetipo.

Si fa pressione, per estrarre come un cristallo dal ventre della Terra, la nostra luce interiore. Come i Cristalli più preziosi, che sono cristalli, anche coperti dalla coltre di Madre Terra.

La Vergine è rappresentata infatti come una donna alata che tiene in grembo i covoni di grano, e le due stelle più luminose della sua costellazione, sono Spica, la Spiga e Vindimiatrix, la vendemmiatrice.

In questo giorno così particolare, con queste energie così sincrone e perfettamente allineate, così fecondo, la Vergine e la Samech, ci spingono verso la nostra manifestazione.

Verso il lievitare in una forma più nobile, verso una ricettività guidata dalla dimensione spirituale.

Ciò che è terreno, è mercuriale, è funzionale alla trasformazione, per essere luce di noi stessi, Inanzittutto.

Per rilucere anche al buio.

E per profumare di buono e di pane appena sfornato, al nostro passaggio.

Rendendoci accorti, con discernimento.

Stavolta.

Un pane, che non è per tutti.

Ma questo, già lo sapevate. Lo abbiamo imparato strada facendo.

Qualcuno preferisce le merendine preconfezionate.

A noi piace il pane "amore e sudore".

Originale. Unico.

Non esistono due pani uguali. 

Chi comprende, capisce la differenza. E noi, certo, non dobbiamo affannarci a spiegare. 


Tiziana Fenu

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1/8/2022 Lammas



💙28/7/2022 Luna Nuova in Leone

 Domani 28/07/2022, abbiamo la Luna Nuova in Leone, governata dall'energia del Sacro Archetipo Ebraico He', il quinto, con Funzione "vita".

È una giornata che, a livello energetico, segna la prima giornata importante, dopo lo "spartiacque" del 25 luglio, del "giorno senza tempo", della quale ho parlato nel precedente post, che, non solo segna l'inizio di un nuovo ciclo, ma ci ha spinto verso l'equilibrio, verso il piacere della leggerezza, dell'armonia, del perdono.

Del sentire che la sublimazione, la purificazione, è arrivata fino al mentale, alla testa, rappresentata dal ventesimo Sacro Archetipo Reish, con funzione "perfezionante", anche nella "forma" che diamo ai nostri pensieri, al nostro mentale.

Mentale, che è il primo alleato del nostro cuore, della nostra Anima.

Perché, con le "forme-pensiero" possiamo creare, energeticamente, la nostra personale e Sacra Dimensione.

La nostra personale "vita", a prescindere dalla vita terrena, scansionata in termini cronologici.

Perché la vita, è una dimensione dell'Essere, dell'Anima.

Ha delle qualità che trascendono il terreno, ed è ora di riprenderci la nostra vera vita, con le nostre vere emozioni, con la nostra intensità, con la nostra verità.

Il denso ha dovuto passare tante prove. 

Un coraggio da Leone.

Un cuor-aggio, da Leone.

Agire con il Cuore, ci ha restituito alla vita, perché, ad essa, appartiene il Cuore.

Senza cuore, non c'è vita.

Le voci esterne si diradano.

Gli scenari si sgretolano.

Il falso, il tiepido, il pressapochismo, il "si, però", il "latte alle ginocchia", lasciano posto, ad una forza dirompente, solare, erotica, vitale, di pienezza, di emozione.

Di intensità. 

È il calore della forza del Leone, che irradia forza dal centro del chakra del cuore. Che sovrasta e domina, indomito, fiero, ruggente. Come Giove, il Giove del giovedì di domani, il re degli Dei, che domina anche i fulmini.

Perché di plasma, siamo fatti, non di terra. La terra è il grembo che ci accoglie, come una coltre sotto la quale riposare e alchemizzarci ad un nuovo ciclo, ad una nuova vita..

Ma la nostra vera natura è il plasma, l'energia.

Plasma nel sangue, l'elemento acqua del sangue, grande conduttore di energia, e plasma, gas ionizzato, nei fulmini, quando l'acqua si sublima ad elemento aria, metaforicamente, e diventa potenza assoluta.

Il Fuoco del Leone, porta a compimento questo processo, prima del portale, ancora di Fuoco, essendo in Sagittario, dei Leoni, l'8/8/2022, che sancisce l'arrivo all'archetipo Tau, il ventiduesimo, l'ultimo, prima della Luna Piena in Acquario, del 12 agosto, nella quale potremo davvero percepire come siamo già pronti, energeticamente a questa era della nuova umanità in Acquario.

Perché abbiamo dato tanto.

Tanto ci è stato tolto, e tanto abbiamo ricevuto in dono.

Abbiamo ricevuto noi stessi, in Dono.

La nostra verità, la nostra Essenza, le nostre scelte, le nostre lacrime.

Di dolore che si sta trasformando in gioia. Per aver resistito.

Per aver R-esistito.

Nel bene e nel male. Intensamente.

Nella nostra Sacra Verità, che ci ha fatto vibrare come diapason, anche tra i singulti di un pianto. 

Per aver dato ascolto solo alla voce del nostro cuore.

Tra tanto rumore, era lì.

Come un leone ruggente nello sterno.

Non sentite, quanta forza? Da far tremare la terra sotto i piedi.

È la forza di chi è fedele a sé stesso. Di chi è integro.

Di chi non necessita di punti di riferimento esterni. Perché come una stella a cinque punte, come il numero 5 dell'Archetipo He', dimensione spirituale e terrena, sono in connessione.

Ed è questa, la forza propulsiva alla Vita. Il Leone è il simbolo del Sole.

E il Sole porta luce.

Ma per portare luce, bisogna saper governare così tanta energia, uccidendo il nostro stesso leone, se non si sta nell'umilta', nell'amore, nella corresponsione e continuo dialogo con il Divino.

Il segno del Leone, esotericamente é legato anche a Sirio, del quale abbiamo attraversato il portale il 7/7, appena trascorso, con lo spettro cromatico zaffiro-diamante. La razza blu di Sirio. 

Un Matrimonio Alchemico, Sacro tra le Energie Materne della madre Terra che vengono fecondate dalle Energie Solari, l’Argento e l’Oro nella loro fusione alchemica. Ed ancora, il Kristos Solare che si unisce alla Pistis-Sophia, proprio a ridosso della celebrazione della Maria Maddalena, del 22 luglio.. 

Un'unione Sacra, tra Fiamme, come quella che unisce questa Luna Nuova, di Fuoco, in Leone, con la luna Piena, di sublimazione dell'acqua in Aria, in Acquario, il 12 agosto. 

Il Leone non domina. È una Fiamma. Non ne ha bisogno. È un leader naturale. Viene riconosciuto naturalmente dagli altri.

E in questo passaggio, così importante e delicato, ancora una volta, come è nella perfezione assoluta dell'universo, a stemperare qualche eccesso solare, o del plesso solare, leonino, di autoaffermazione, ci penserà la Luna Piena del 12 agosto, in Acquario, la controparte energetica del Leone.

Il segno del Leone, è collegato a tre chakra importanti, il terzo, quello del plesso solare, il quarto, il chakra del cuore, e il chakra della Corona, dove si sviluppa l'espansione della nostra Coscienza.

Ed è proprio qui, che assaporiamo la qualità della nostra Vita, del nostro quinto Archetipo guida, di questa Luna di Rinnovamento, l'integrità della nostra Anima

Se consapevolizziamo quanto la nostra Vita, è conforme agli aneliti, alle attitudini della nostra Anima.

Se è conforme al nostro Cuore, e C(u)oraggio di vivere questa Vita al ritmo dei battiti del nostro Cuore.


Tiziana Fenu

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28/07/2022 Luna Nuova in Leone



💙25/7 Giorno fuori dal tempo

 Oggi, 25/07/2022, secondo il Sincronario Maya, siamo in un giorno "fuori dal tempo".

Quel giorno per cui, secondo il calendario galattico, si contano 13 lune di 28 giorni, ottenendo un anno di 364 giorni, in cui il giorno 365, in pratica, non esiste, è atemporale, secondo il calendario solare.

Un giorno, un tempo, multidimensionale, che non ha connotazione cronologica, che è fuori dal tempo, e proprio per questo, ci fa entrare in connessione con le energie cosmiche, con il nostro sentire "stereoscopico". 

Vi è una frequenza energetica straordinaria, oggi. Indica il nuovo, il salto di qualità, un respirare a pieni polmoni.

Un nuovo giro di boa nella ciclicità del nostro esperire, ma non in linea temporale, lineare, ma con un balzo di qualità.

Siamo in Luna Calante tra Gemelli e Cancro, prima della Luna Nuova in Leone, di Giovedì 28 luglio.

Siamo di Lunedi, governato dalla Luna.

In un giorno contrassegnato da un calendario lunare.

Un giorno fertile, fecondo, femmineo. 

Con due segni, Gemelli e Cancro, rispettivamente di aria e di Acqua. 

Due segni che hanno come glifo una specularita' come quella del Tao, perché le energie spingono verso l'unità degli Opposti, che non ha connotazione di genere, temporale, spaziale. 

Il caldo di quest'ultimo periodo, ha spinto verso la sublimazione dell'acqua in elemento volatile, in aria. Evaporazione che purifica. 

Tutto ciò, in preparazione del portale 8/8, del Leone, che sarà in Luna in Sagittario, un segno di Fuoco, a cui tende anche l'energia della prossima Luna Nuova, che sarà, appunto, sotto il segno del Leone, ancora Fuoco. 

La stessa data 25/07/2022, ridotta, diventa un 7/7/6

7, che indica un ciclo di un quarto di luna. 

Un primo passaggio attraverso i 7 chakra 

Due passaggi, di 7 step ciascuno. 

E il terzo passaggio, di 6 step. 

Perché il settimo, lo creiamo noi. 

Non è implementato nella linearità temporale, ma riguarda la nostra personale Dimensione creativa, nel nostro personale "spazio-tempo" creativo. 

"Il tempo è arte" 

Il tempo è un'invenzione umana in questa dimensione. Un parametro come altri. 

Ma nella dimensione animica non esiste. Noi siamo il tempo. 

Quando lo creiamo, quando lo fermiamo con un bacio. 

Quando ci riconosciamo tra Anime. 

Quando ci manifestiamo, e sembra che lo abbiamo fatto altri miliardi di volte. 

Con modalità diverse, ma con la stessa Essenza, con lo stesso Fuoco interiore. 

Non notate come tutto sta cambiando velocemente? Il già visto, il già detto, il ciò che vibrazionalmente non ci fa più eco nel cuore? 

Dinamiche che abbiamo perpetuato un numero infinito di volte. 

Che abbiamo osservato all'esterno, sugli altri. Allo specchio. 

Tutto si sta sfarinando. 

Resta ciò che deve. 

Il perfezionare la Forma che ci è stata concessa in questa dimensione. 

Somma totale della data di oggi(7/7/6>20). 

Archetipo Reish, funzione "perfezionante", e, guardacaso, ma mai per caso, abbiamo lo stesso 7/7/6 del portale di Sirio, un altro portale del Femminino, del quale avevo già approfondito, con una Luna crescente in Bilancia e lo stesso Archetipo Reish, che lo governava( https://www.facebook.com/101482521577128/posts/572014501190592/) 

Anche per quel portale, abbiamo avuto una Luna di equilibrio, in Bilancia, come oggi, come  richiedono i due glifi speculari dei Gemelli e del Cancro.

Perché si può creare, solo con le due polarità in equilibrio, quando si dinamizzano a vicenda e creano la terza Energia. 

L'Archetipo Reish, il ventesimo, rappresenta la testa.. La sublimazione verso l'alto.

Il perfezionare ciò che è stato lavorato attraverso gli altri Archetipi, attraverso i passaggi negli altri chakra più bassi. 

La mente perfezionata, sublimata.

Nessun residuo, rimorso.

Perdonare ciò che è stato. A noi stessi e agli altri. Era perfezione quando è stato. 

I pensieri ripuliti. 

Prima purificati con l'acqua, poi con il Fuoco. 

In umiltà, in accoglienza, in fiducia. 

Purificare i pensieri, significa avere padronanza creativa, non lasciare che vengano inficiati da energie coercitive, sabotanti. Spesso, autosabotanti. 

La leggerezza, di chi non ha più nulla da perdere, ma tutto da ritrovare. 

Una testa leggera, che si è liberata da tanta memoria superflua, che faceva solo Karma inutile. 

Che viaggia leggera, e che quindi, è al suo massimo potenziale, per espandersi, manifestare, creare, suggellare, ispirarsi. 

Potenziarsi. 

In connessioni, in inclusioni, in levita'. 

Si viaggia su linee atemporali. 

Il resto, perde importanza. 

Perché siamo noi, stavolta, a fare la differenza.

Ho scelto questa immagine, perché rappresenta le due polarità che si implementano e complementano a vicenda, come un Tao, uniti da quel simbolo dell'acqua, del Femminino, che rappresenta il segno del Cancro, che subentra alla luna in Gemelli, da questo pomeriggio in poi.

Un grembo alchemico, nelle acque amniotiche, dove i Gemelli Divini, Animici, rinascono ogni volta a nuova vita.

Dentro noi stessi, Inanzittutto. 


Tiziana Fenu

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Giorno fuori dal tempo