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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

venerdì, marzo 26, 2021

💛 Le Tre Dee Madri Cosmiche Sarde della Precessione degli Equinozi.

 Le Tre Dee Madri Cosmiche Sarde della Precessione degli Equinozi. 


La prima, la Dea Madre ritrovata nella necropoli di Cuccuru s'Arriu, a Cabras, in provincia di Oristano, databile al 4.800-4.450 a.C.

La seconda, la Dea Madre di Turriga, ritrovata a Senorbi, in modo casuale da un contadino, e risalente al 4.000-3.400 a.C.

La terza, la Dea Madre ritrovata nel tempio preistorico di Monte d'Accodi (provincia di Sassari), e risalente al 2.800-2.000 a.C.


Tre Dee Madri diverse tra loro, ma hanno un'elemento in comune: le proporzioni auree della Geometria Sacra.

Sono tre figure che sono a ridosso di quel periodo astronomico che corrisponde all'era astrologica del Toro, che, come abbiamo visto recentemente altre volte, corrisponde al periodo che va dal 4.500 al 1.900 a.C.


Il che significa, che, sul ciclo annuale dello zodiaco nell'era della costellazione del Toro, il Sole  sorge con il Toro sullo sfondo, così come le altre costellazioni si susseguiranno nel corso delle ere successive. Adesso siamo ancora nell'era dei Pesci, iniziata 2021 anni fa, con la nascita di Cristo(anche se astronomicamente, qualche studioso ha affermato che sia nato 7 secoli prima, e che la sua nascita sia stata in un certo senso riadattata) che finirà nel 2024, e vediamo sullo sfondo del sorgere del sole, sulla linea equinoziale, la costellazione dei Pesci.

Questo ciclo delle ere viene chiamato anche precessioni degli equinozi, che consiste nel lento cambiamento nell'orientamento dell'asse di rotazione terrestre, la quale si muove attraverso ogni era astrologica, e il cui ciclo completo è di 26.000 anni.

Questo ciclo delle ere, occupa l'emisfero Settentrionale, e non è da confondere con il ciclo annuale dello zodiaco, che invece occupa l'emisfero meridionale.


Ciò che si crea con queste traiettorie, nel cielo, con il percorso seguito dall'asse terrestre in 24.000 anni, è rappresentato da una figura geometrica che conoscete molto bene, che reputo la Chiave di lettura di tutta la Geometria Sacra sulla terra, con le sue proporzioni auree e perfette.

Questa figura, antichissima, la Madre di tutte le figure, è la Vesica Piscis, che non è stata inventata dall'uomo, ma è una configurazione tracciata sia dall'asse terrestre nel corso della precessione degli equinozi, durante la quale si traccia una configurazione doppiamente conica unita per il vertice, nell'arco di 25. 800 anni, mentre la stella Polare del momento, che cambia ogni 13.000 anni( in questo momento è Polaris, e tra 13.000 anni sarà Vega) traccia un percorso che è quello delle due circonferenze che si intersecano, a causa della rotazione della sfera celeste.

Il punto in cui la traiettoria circolare interna, segnata dall'asse terrestre, tocca la traiettoria della stella polare segna i punti dei due solstizi, il Solstizio d'Inverno, e il Solstizio d'estate. 


Quindi questa antica Figura Madre, la Matrice di tutte le tutte le figure Geometriche, è la Perfezione che poi viene trasposta sulla terra.

Gli Antichi osservavano il cielo, le traiettorie celesti, e poi le trasportavano in modo tridimensionale anche sulla terra.


Abbiamo visto infatti come avessero dato grande importanza alla conformazione della Costellazione di Orione, alla sua conformazione a "X", a clessidra, internamente, passando per le tre stelle della sua cintura, conformazione che vediamo spesso anche sul nostro antico vasellame, e a quella "quadrata/rettangolare" come sagoma delle quattro stelle esterne. 

E abbiamo visto come le stelle di Orione, formino con la loro conformazione quasi tridimensionale, con vertice su Aldebaran, l'occhio di Horus, il portale per l'ascensione (e specularmente, con Sirio, l'elemento femminile che dinamizza la sinergia Ascensione) una piramide a base "quadrata/trapezioidale", la piattaforma per l'ascesa divina.

Piattaforma, che poi verrà decodificata, come abbiamo visto, in parametri terreni, nel quadrato di Sator, e del Sinis, che lo ha anticipato di almeno due millenni, di cui i custodi, Sacri Architetti Divini, sono i Giganti di Mont'e Prama, che sul mento(sul mento del Pugilatore Efis), portano il Sigillo di questa Sacra Geometria Costruttiva Architettonica : l'esagono con i 6 triangoli a 60°, parametro di ogni costruzione architettonica.


E le Madri, le Sacre Madri, cosa portano in grembo?

Portano in grembo un messaggio più raffinato.

Il messaggio del Codice della Vita, quello che si può ottenere solo con la sinergia degli opposti, come il 6 dell'angolo a 60°, della loro controparte maschile, ma in un modo più raffinato, da Madri Cosmiche.

Infatti ho scoperto che le loro figure, sono perfettamente inscrivibili in parametri sacri, in proporzioni auree ben definite. 

Tutta l'umanità ha ricercato sempre queste proporzioni auree, che si trovano in modo naturale, nella geometria della Natura. 

E questo rapporto aureo si trova nel pentagono(e nei solidi ad esso legati), dove il rapporto tra diagonale e lato, è pari al rapporto aureo.

Pentagono/Pentacolo che corrisponde alla costellazione del Toro, che astrologicamente è legato al Pianeta Venere. 

Pentagono, che  suo interno, ha gli angoli interni, che passano per le basi e il vertice opposto, a 72°. 

E le Dee Madri sono caratterizzate, nelle loro proporzioni, da questi angoli a 72°


Avevo già visto questo "72°".

Ricorre spesso nella Geometria architettonica sarda.

Ed è presente anche nelle nostre tre Dee Madri, oltre che essere, il pentacolo/pentagono stesso, sovrapponibile con la Tanit e l'Ankh egizio, simboli come abbiamo visto dell' equilibrio equinoziale. 


Il numero 72, il numero più importante inserito nelle mitologie di tutto il mondo, e anche nelle religioni, corrisponde agli anni necessari per lo spostamento di un grado precessionale durante la precessione degli equinozi, che è quel movimento della terra che fa cambiare in modo lento ma continuo, l'orientamento del suo asse di rotazione, rispetto alla sfera ideale delle stelle fisse. 

Il sole equinoziale impiega 72 anni per spostarsi di un grado, e ogni costellazione occupa 30° dell'orizzonte celeste, su un totale di 360°

Quindi per percorrere tutte le dodici costellazioni e i 360° dell'orizzonte celeste, il Sole equinoziale  impiega 2160 anni, solo per attraversare una costellazione (26.000 per attraversarle tutte, e completare il ciclo di precessione).

Quindi il 72, è un numero precessionale fondamentale, un numero Sacro, come i suoi multipli, inseriti all'interno di tutte le mitologie del mondo(ricordiamo, per quanto riguarda Osiride, i suoi 72 cospiratori che attentarono la sua vita, Seth compreso). 

Settantadue anche come i nomi di Dio nella cabala ebraica, ma è presente in tutte le religioni e in molte varianti simbologie, proprio perché è legato ad un fenomeno astronomico. 


E andando a curiosare e a sperimentare con gli angoli e il righello, scopro che le nostre tre stupende Dee Madri, hanno tutte e tre, una perfetta architettura di Forme, che presenta sia gli angoli a 72°, che una perfetta inscrivibilita' nella Vesica Piscis, come avevo già verificato con la Dea Madre di Cuccuru s'Arriu.

Non solo.

Ma questo angolo 72°, lo si trova anche negli ingressi dei nuraghi, conformati a triangolo acuto con angoli ai vertici, di 72°.

E non solo, le tre Dee Madri, nella loro parte centrale, dove si intersecano i due cerchi della Vesica Piscis, hanno un perfetto quadrato (dea madre di Cuccuru s'Arriu), trapezio(Dea Madre di Turriga) o quadrato(dea Madre di Mont'e d'accodi, e infatti ne ricalca la conformazione) che si inserisce perfettamente nella parte centrale della Vesica Piscis.


Cosa significa tutto questo?

Che esse sono il Ventre che accoglie la perfezione creativa dell'universo.

Quel settantaduesimo grado celeste, attraverso il quale avanza la precessione degli equinozi, la vita stessa. 

Indica il passaggio, di grado in grado in grado, di costellazione in costellazione, per compiere il ciclo astrale completo. 

Il 72 nella sua riduzione teosofica, nel '7+2', diventa un 9, che indica un ciclo completo, ma anche un grembo, il nono archetipo ebraico Teth. 

E in questo grembo simbolico, le Dee Madri accolgono questo parametro, l' angolo di 72°, senza la cui progressione, non vi è vita. 

Gli ingressi dei nuraghi a 72°, indicano ogni volta una nuova nascita. 

Hanno scandito il passaggio da un grado all'altro, da una costellazione all'altra. 

Hanno segnato il percorso della vita dell'umanità, su larga scala. 

Era per loro, in quel periodo, il parametro indicatore dei calendari cosmici. 

Nuraghi come calendari solari, ma anche come indicatori cosmici, visto che i loro ingressi, così ad "angolo acuto", segnano l' angolo  necessario per l'avanzamento nella ruota celeste, seguendo la traccia del sole equinoziale, che ogni 2000 anni circa, cambia costellazione.


E avevano individuato nella conformazione del pentacolo, del pentacolo tracciato da Venere, che domina la costellazione del Toro, ogni 8 anni, il portale dell'ascensione. 

La stella Aldebaran. 

La Dea Tanit. 

Il simbolo dell'Ankh. 

Solo delle Dee Madri come queste, potevano portare, nella loro precisa struttura Sacra Geometrica, il simbolo stesso della vita, il 72.

L'angolo 72°, che si trova spessissimo nella architettura della nostra antica civiltà.

Entrare in un ingresso ad angoli a 72°, nei nuraghi, significa entrare nell'utero cosmico, nell'ingranaggio delle precessioni degli equinozi, nel cuore stesso della vita cosmica, con i suoi perfettissimi processi.

E, anche, cercare di portare questa perfezione sulla terra, e rappresentarla nelle Dee Madri, attraverso il quadrato della creazione che portano nella parte centrale del corpo, quel quadrato della creazione tracciato dalla costellazione di Orione, con la X creativa al centro, che si sovrappone benissimo al nucleo centrale della Vesica Piscis, che indica i Solstizi e di conseguenza, anche gli equinozi. 


È la quadratura del cerchio dell'Uomo Vitruviano dove convogliano e si sovrappongono, cerchio, quadrato e Stella a cinque punte, il pentacolo, di cui il centro è il quinto elemento, l'uomo divinizzato, che va oltre i 4 elementi della materia, come nel quadrato, che rivela la X della creazione al suo interno, che ascende verso il cielo con il suo vertice, come nel Pentacolo, la figura che traccia il pianeta Venere, che governa al costellazione del Toro, sulla sua ellittica , ogni 8 anni. 

Quinto elemento che è il punto centrale del cerchio, come il Sole, così come lo rappresentavano gli antichi Egizi. 

La perfezione Divina, la via per l' Ascensione, per gli Antichi Sardi, passava per queste figure Geometriche disegnate in cielo. 

Nei Giganti di Mont'e Prama è impresso il parametro architettonico a 60°, e il quadrato di realizzazione architettonica in terra. 

Nelle Dee Madri è impresso l'angolo a 72°, perché sono Madri Cosmiche, universali. 

Moltiplicando per 5( il numero di Venere ma anche del Toro) il 72°, si ottiene 360°, il Cerchio completo celeste. 

Perché le Dee Madri sono cerchio, grembo celeste, di cui, quell'angolo a 72°, indica una porzione, la quinta porzione del loro essere anche Venere, la "porzione Vaginale", la Quintessenza che si ritrova nell'ingresso dei nuraghi. 

Nei Nuraghi si entra attraverso quella spaccatura "Vaginale" triangolare, che indica lo spicchio del cielo che si ripete nel progredire del ciclo cosmico. 

Nelle Domus de Janas, si entra in quel piccolo pertugio quadrato che riporta in terra il quadrato delle stelle di Orione, con le tre stelle della cintura al centro. Il quadrato che consente l'ascesa verso il cielo, dopo la morte. 

Infatti il tre, nelle cornici delle porte o false porte, anche come triade di protomi taurine, è sempre presente, perché è lo stargate verso l' Anja/Jana/Janna, il portale del terzo occhio(il terzo occhio è chiamato Anja) del Toro, Aldebaran. 

Sono Dee Madri, Veneri, portatrici di quello spicchio di perfezione, che rappresenta la spaccatura vulvare, come la losanga romboidale dagli angoli a 72°, dove la creazione può avvenire, in progressione, di grado in grado, in ripetizione, come tanti parti. 

Hanno anche il quadrato in grembo. 

Nella dea Madre di Monte d'Accodi è molto evidente. E anche nella Dea Madre di Turriga.

Un quadrato, come l'altare stesso, la nostra "ziggurat'. L'altare delle unioni Sacre, ierogamiche. 

Perché all'interno del quadrato, si attua l'unione degli Opposti. 

Quella X, senza la quale niente è possibile, dalla quale parte la creazione divina, la Sinergia creatrice, del Maschile e del femminile. 


Le Dee Madri e i Giganti di Mont'e Prama. 

I Giganti sono gli Architetti Divini. 

Le Dee Madri sono la trasposizione in terra di questa perfezione Divina, che accolgono e inglobano in sé, come centri Cosmici, per far progredire le ere, di grado in grado. 

Sono la Forma che accoglie l'Essenza, l'idea, che la rendono compiuta su larga scala, su scala cosmica. 

Anche i Giganti hanno in sé questa perfezione divina. 

Perfettamente inscrivibili, sia nella Vesica Piscis che nel "quadrato/cerchio" dell'uomo vitruviano, sempre con la cintura di Orione come perno centrale. 

Ma le Dee Madri, oltre che portatrici di Forma perfetta, sono un qualcosa in più. 

Pensiamo alla perfezione della Dea Madre di Monte d'Accodi, con le sue braccia a conformazione quadrata, e la sua perfetta simmetria a doppia piramide, con il quadrato al centro, come la conformazione "Sirio/cintura di Orione( e le stelle della sua costellazione), e Aldebaran" . 

Quadrati sono anche tutti gli ingressi delle Domus de Janas. 

L'ingresso per la dimensione celeste. 


Le Dee Madri sono vita che avanza, che progredisce. 

Se i Giganti rappresentano l'idea del tempo, esse sono il Tempo stesso, scandito da quel parametro cosmico, quale è l'angolo a 72°, che le vede come Creatrici del tempo cosmico, così come lo sono i nuraghi. 

Entrare nella sacralità del loro tempo, significa entrare negli ingranaggi della dimensione cosmica, dove umano e divino danzano insieme, per onorare le stelle. 


Tiziana Fenu 


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Le Tre Dee Madri Cosmiche Sarde della Precessione degli Equinozi.






























domenica, marzo 21, 2021

💛 "Seu sou. Seu s'ou"("sono solo"/"sono l'uovo") L' alchimia trasformatrice dell'Ostara Sarda.

 "Seu sou. Seu s'ou"("sono solo"/"sono l'uovo") 

L' alchimia trasformatrice dell'Ostara Sarda. 


Oggi parto, ancora in tema dell'equinozio di primavera, ufficialmente iniziato ieri, e chiamato Ostara, nelle tradizioni celtiche, da due parole sarde, che, inequivocabilmente, come sempre, spiegano meglio di qualsiasi altra lingua, il simbolismo delle parole, attestando, come sempre, la derivazione delle altre lingue, dal sardo, e non viceversa. 

Le due parole in sono, in italiano, Ostara, la Dea della primavera di origine germanica, chiamata anche Eostre, che poi verrà assimilata alla dea greca Estia, per la quale si celebravano riti di accensione di ceri e riti ierogamici, e la parola uovo, simbolo di Ostara, insieme alla lepre (simbolo di fertilità, che per gli antichi Egizi simboleggiava l'est, da dove risorse Osiride). 


L'uovo è simbolo dell'embrione primordiale

È quell'uovo primordiale egizio, deposto dal Bennu, che molto probabilmente era un Fenicottero, piuttosto che un airone, come ho già spiegato, dal quale nasceva Ra, il Sole.

Consideriamo queste due parole

Ostara e uovo

Partiamo da Ostara.

Ostara è molto simile a "tostara", parola sarda che significa "tostata", "nel senso di" abbrustolita dal calore", quindi simbolicamente, dal fuoco solare della Primavera, anche se, in senso più largo, significa "dura di comprendonio, prepotente".


Ma, in senso ancora più specifico, "abbrustolito/tostato", in sardo, vengono espressi con la parola "arridau", che ha la stessa radice "arri-" del verbo "arrii" (ridere) e della parola "arrisu" (risata). 

Questo ci rimanda subito all'emblema della risata tipica per i sardi, la Maschera Ghignante di San Sperate, che, ribadisco ancora, non si tratta di una delle solite maschere puniche ghignanti che simboleggiano il ghigno, la smorfia di dolore, prima di morire.

La nostra maschera, come ho approfonditamente spiegato in un mio precedente post( https://maldalchimia.blogspot.com/2021/03/la-maschera-dellaldebaran-solare-di-san.html?m=0), non è una "maschera di morte", ma è una maschera che celebra la vita, intimamente connessa con l'asse equinoziale che transita sulla vita Lattea, la "via spermatica della rinascita," e che costituisce, a partire dalla centrale cintura di Orione, la via di Ascensione attraverso il portale di Aldebaran, il terzo occhio che è al centro della fronte della maschera. 

Quindi la nostra "Ostara/tostara/arridara", si snoda su quella simbologia del calore equinoziale che con il calore del sole, "tosta /abbrustolisce" le cose. 

Le cose diventano "arridarasa", abbrustolite, ma anche benedette dalla risata di quel dio Lugh/laugh solare (il verbo "laugh" in inglese vuol dire "ridere") che era il re della tribù dei Dan, e di cui la maschera ghignante è esemplificativa, "arriendi"(ridendo), di un preciso passaggio astronomico che è la via per la resurrezione, per essere "sa pasca de su pisci" (la Pasqua del pesce) : la via Sirio/Orione/Aldebaran

Iside/Osiride/Horus

Quella che consente l'ascensione, la rinascita, perché si attua, nel grembo del pesce, dell'Ossirinco che ingoia il fallo di Osiride

Il pesce, che come ho scritto ieri, è l'unione dei due opposti, la Vesica Piscis, insieme, sia pesce, che mandorla mistica. 

Le due polarità maschile e femminile insieme. E questo è possibile soltanto con una energia equinoziale, di equibrio tra gli opposti.

Infatti la cintura di Orione, e il suo asse di Ascensione, di resurrezione, sta sulla linea dell'equatore celeste, sulla via lattea spermatica,  equatore celeste, riportato poi in terra, cercando la perfezione architettonica attraverso le coordinate solari dell'equinozio di primavera


Ostara è simboleggiata anche dal trifoglio, che sulla terra, come il triskele, come gli elementi triadici sempre presenti nell'antica Civiltà Sarda, rappresentano i tre "Soli della resurrezione dell'anima", il movimento infinito della vita. 

I tre soli/stelle di Orione, i tre soli/stelle,  allineati sulla via Lattea. 


E poi abbiamo lui, l'uovo, elemento simbolo per eccellenza dell'equinozio di primavera, della rinascita, adottato poi come simbolo della Pasqua

Anche in questo caso la parola Uovo in sardo, cioè "Ou", indica moltissimo sulla genitorialita' di certi simboli che poi si ritrovano in altre civiltà

L'uovo è l'emblema per eccellenza, degli equilibrio degli opposti, dell'equinozio di primavera.

Ha una perfezione estetica che lo vede  uovo cosmico come origine del mondo

Al suo interno abbiamo un albume madreperlato, lunare, chiamato "sa Jara" in sardo, e un centro, giallo, tondo, solare, chiamato in sardo, "Torulu", con un guscio conico/piramidale che li protegge. 

Uovo sorgente di energia vitale. 

L'albume, "sa Jara". 

Una parola simile a jana, ma anche simile a giara(come anche il nostro altopiano), che indica un grande recipiente cilindrico e panciuto, per la conservazione di liquidi o granaglie, come un utero materno.

E "Torulu", 'tuorlo", somiglia molto a Toro, sembra un Toro piccolino. 

E la parola "OU",(uovo in sardo) nel segno  grafico, sembra proprio un grembo, una barca solare (la U) che trasporta l' Horus, il figlio di Iside e Osiride, da est a ovest,


E questo Horus, è rappresentato in un'immagine iconografica che nell’arte egizia (anche geroglifica) è chiamato il "signum arpocraticum", che indica l’età infantile, ma già nella consapevolezza dell' età adulta, di chi porta l’indice destro alla bocca. 

Così fa Arpocrate, figlio di Iside e Osiride. 

Plutarco ne rilegge il gesto a comando del tacere, inaugurando un simbolismo che sarà universale. Nei templi antichi, per poter accedere ai Misteri Iniziatici e stare nei templi, bisognava osservare un anno di assoluto silenzio. 

Era il silenzio del segreto, dell'abbondanza , della conoscenza segreta. 

Arpocrate che era spesso interscambiato con Horus, poiché rappresenta Horus non più bambino, ma evoluto, cresciuto, consapevole. 

Arpocrate fanciullo, quindi già uomo, quello che Iside tiene in braccio, Horo il fanciullo, che punto da uno scorpione guarì grazie alla magia della madre. 


Rappresentazione di cui abbiamo un bronzetto in particolare, quello di Santa Vittoria di Serri che ha il bambino/adulto  con l'indice della mano destra sollevato, in gesto che sembra indicare il fare silenzio. Un bronzetto che risale al 1500 a.C, come minimo. 

Che anticipa l'Arpocrate /Horo egizio. 


La cosa strana è che anche Arpocrate, era rappresentato con il fiore di loto(come nella  maschera Ghignante sarda) e il corno dell'abbondanza.

Quindi, visto che le ierofanie di questo torello, all'interno dei nuraghi, o la Y rappresentata monca del lato sinistro, o più corto, pare allora che rappresentasse proprio questo figlio di Osiride e Iside, questo Arpocrate, grande iniziato ai Misteri, che incentiva al silenzio, alla meditazione, alla sacralità dell'essere soli con sé stessi in queste dimensioni sacre. 

Una sorta di silenzio riservato agli eletti. 

Il viaggio iniziatico per la resurrezione a se stessi, si fa da soli. 


E questo si adagia perfettamente alla simbologia dell'uovo

L'uovo, che in sardo di dice "S'ou"

Ma se lo leggiamo tutto attaccato, "s'ou" diventa "sou", che in sardo significa "solo", nel senso di solitario, di essere soli con sé stessi. 

Perché il processo iniziatico di rinascita, come nella via lattea, fino al portale di Aldebaran, così in terra, passa attraverso "l'essere soli", perché già di per noi stessi, siamo, come l'uovo, perfettamente in equilibrio. 

Abbiamo l'albume, la parte lunare femminile, e abbiamo il tuorlo, la parte maschile solare. 

E la parte lunare, funge da "jara", da giara, da contenitore, da grembo per questa gestazione, per rinascere a noi stessi, per risorgere, come in una partenogenesi.

Perché solo quando le nostre polarità sono in equilibrio, la rinascita è possibile. E questo punto astrale era stato stato individuato in questa perfetta traiettoria con centro sulla cintura di Orione, che sta sull'equatore Celeste. 


L'espressione sarda "seu sou", "sono solo", vista nella doppia accezione di "seu s'ou", sono l'uovo, è di una potenza alchemica infinita. 

Questo fa capire come i nostri Antichi Sardi erano dei veri Iniziati a quelli che poi furono i misteri isiaci, eleusini, dionisiaci, ecc., e prima ancora, delle grandi scuole d'Oriente, dei Cabiri. 

La discendenza è quella, la stirpe di Salomone, e della regina di Saba, dei Falasha, i due grandi Iniziati. 

Il simbolo della regina di Saba era il piede d'oca, come ho già approfondito in passato.

Una Y con una stanghetta al centro

Un elemento triadico anche qui, come i "tre soli" necessari alla resurrezione, alla Rinascita. 

Simbolo che è la metà della Chiave di Salomone, che abbiamo visto ieri. 

La metà di quel simbolo sul concio in tracheite di Nurdole. 


Pensando ad Arpocrate, fratello/alter ego di Horus, mi vengono in mente i Giganti di Mont'e Prama, senza bocca. In uno, appena accennata. Non ha bocca nemmeno la Dea Madre di Cuccuru S'Arriu di Cabras. 

Arpocrate era rachitico negli arti inferiori. 

I Giganti hanno gli arti inferiori abbastanza corti, ma questo, secondo me, per rispettare una precisa Geometria Sacra con Orione sulla loro cintura, come ho già spiegato. Ma sembrano comunque rachitici, con gli arti inferiori corti. 

Arpocrate, poi, verrà assimilato a Mercurio, Hermes, l'Alchimista,  perché rappresenta il segreto della creazione. 

Quello che tentano di raggiungere dopo la morte, osservando i possibili portali astrali

Una sapienza ancestrale conosciuta dagli antichi, e travestita da simboli e da miti, e da preservare attraverso il segreto delle conoscenze iniziatiche, e contemporaneamente cercare di praticare il silenzio, la meditazione, l'introspezione.

Il Dio del Silenzio era il simbolo dell'introduzione al Tempio del sapere iniziatico. 

Il silenzio è un luogo senza spazio né tempo. 

E sul Silenzio i nostri Antichi Sardi, hanno edificato meraviglie che lasciano senza parole. 

La cultura Sarda, non va raccontata. 

Va assimilata in silenzio. Con la stessa sacralità con la quale è venuta alla luce. 

Con il passo degli Dei. 


Tiziana Fenu


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sabato, marzo 20, 2021

💛Simbologia dei conci di trachite del Nuraghe di Nurdole.

 Simbologia dei conci di trachite del Nuraghe di Nurdole. 


Oggi ufficialmente è subentrato l'equinozio di Primavera, alle 9:37.


Equinozio di primavera, che abbiamo visto, è stato determinante per stabilire quei parametri astronomici di perfezione, di un perfetto equilibrio tra notte e giorno, tra sole e luna, tra luce e ombra, "trasferibile" anche sul piano terreno, in modo che il Divino si manifestasse in tutta la sua pienezza, anche nella materia.

Questa ricercatezza della perfezione architettonica, riconducibile al parametro di Sacra Architettura con angolo a 60°, come l'inclinazione dei raggi solari durante l'equinozio di Primavera, non è niente altro che una perfezione architettonica che già esiste tra le costellazioni.

Era ciò a cui miravano gli Antichi, i nostri Antichi Sardi, gli Antichi Egizi, tutte le antiche civiltà in generale. 

Creare la perfezione celeste, divina, anche in terra, e puntare, dopo la morte, all'accesso al Divino, tramite degli Stargate che avevano osservato, e che erano, per loro, conformazioni particolari e divine.


E avevano in Orione, quel punto X, quella croce da cui si dirama a tutto, il punto di accesso per il Divino.

L'avevano osservata bene, questa costellazione, esattamente inserita lungo la linea equatoriale celeste, a cavallo della via Lattea, l'arco che porta al divino.

Esattamente a metà tra Sirio e Aldebaran.

Aldebaran, l'occhio della costellazione del Toro, il "terzo occhio della consapevolezza" , prima di arrivare alle Pleiadi. 

Avevano osservato come queste stelle e costellazioni, nel cielo, formassero, a partire dalla cintura di Orione centralissima, sulla linea equatoriale celeste, insieme alle stelle ai due vertici, Aldebaran e Sirio, quella che diventerà la figura chiave tridimensionale di ogni civiltà evoluta. 

La piramide a base quadrata. 


Piramidi erette come catalizzatrici di energia, poiché, createsi con le coordinate stellari, non potevano che essere la perfezione assoluta, un'architettura divina. 

La traiettoria "Aldebaran-Sirio", passa esattamente per le tre stelle della cintura di Orione. Costellazione di Orione, che nella sua conformazione crea una X. 

Ed è su questo simbolismo, che oggi si sofferma la mia attenzione


La X sovrapposta ad una croce. È un simbolismo che questi giorni ha catturato la mia attenzione, anche se già lo conoscevo, in ambito "civiltà sarda". 

L'ho visto sulla moneta del Sardus Pater, sopra il Toro.

L'ho visto nei blocchi decorati, di trachite, ritrovati nel nuraghe Nurdole, a Orani, in provincia di Nuoro.

L'ho visto come struttura della Pintadera. 

E l'ho visto su un simbolo che è arrivato fino all'età cristiana, e rappresentarla arbitrariamente.

Perché ho visto la stessa X sul petto di Osiride, che fa asse alla X, con il suo stesso corpo, ed è lo stesso simbolo di Salomone, quello chiamato la Chiave di Salomone, considerato un potente simbolo magico esoterico ed evocati o, insieme alla piccola chiave di Salomone, a forma di stella a cinque punte. 


Simbolo che è stato chiamato, in epoca Cristiana, Chrismon, per indicare il Cristo, che hanno attribuito di derivazione greca, ma che invece risale proprio a questa particolare conformazione astrologica: quella di Orione, con la sua conformazione (considerando le diagonali centrali) ad "X", attraversato dall'asse che congiunge Aldebaran e Sirio, che sono considerati come Venere entrambi. 

Sirio, perché è considerata come la prima stella del mattino, come Venere, e Aldebaran, come ho avuto già modo di spiegare, perché Venere è associata al Toro, e Aldebaran è la stella più luminosa del Toro.


Quindi, Orione, con la sua conformazione a X, a clessidra, come una svastica creatrice(era considerata infatti, il fulcro della creazione), si trova esattamente tra due stelle che rappresentano Venere, e proprio sulla sua cintura, sulle sue tre stelle, si può creare quella piattaforma ideale, perfetta e divina, che diventerà il parametro di tutta la Sacra Geometria, il quadrato di  Sator, quelli che è stato individuato per primo, dagli antichi Sardi

Un quadrato Sacro.

Da portare come pettorale sul petto del Gigante arciere, da creare in ogni porticina di ingresso in ogni Domus de Janas, che hanno tutti gli ingressi quadrati. 


Infatti il quadrato di Sator, che centralmente ha la N, come nel "quadrato di Sinis", come ho spiegato nel mio post a riguardo, ha come valore numerico della "N", il numero 5, che è il numero che rappresenta la costellazione del Toro, che, come ho già detto, ogni 8 anni, assume una conformazione particolare a pentagono (si, come il riccio fossilizzato, di 18 milioni di anni fa che hanno voluto come elemento decorativo nel nuraghe della Nurra), e come i moduli di 5 solchi, che si diramano dall'occhio centrale di Aldebaran sulla fronte della Maschera ghignante di San Sperate.


E questo simbolo, che ora osservo anche in questo granito di Nurdole (osserviamo anche il nome, Nurdole, con radice "Nur-" da "Fuoco", quindi con valenza mistico religiosa), è rappresentativo di quella spiritualità appartenenti alla tradizione atlantico - occidentale, i cui "avatar" terreni sono Osiride, Dionisio, Cristo, ecc, che seguivano il ciclo di nascita e morte del ciclo dell'anno, con la resurrezione che andava a coincidere con l'equinozio di Primavera. 

È una sorta di spiritualità "astronomico solare/stellare", ben oltre la semplicistica definizione di religiosità legata al culto della fertilità, poiché si contrappone ai culti stellari, o polari, che vedono la presenza di divinità immortali, che non muoiono e non rinascono.

Sono due filoni, iperboreo e Atlantideo, che in Egitto, e quindi, molto prima, anche in Sardegna, che si sovrappongono, esemplificandosi in culti stellari, come quelli di Ra, e in culti invece terrestri e solari, come quello di Osiride, che poi saranno ripresi più in là, in ambito cattolico. 


Il Cristo che risorge, non è altro che il "pesce" (Cristo era chiamato Ichthys, il "pesce"), l'Ossirinco nero, probabilmente di derivazione sarda, visto che la parola "Ossirinco" ha la stessa radice di "Ossidiana" e sappiamo che l'Ossidiana e sempre stata presente in Sardegna, fin dai tempi remotissimi, che ingurgito' il fallo di Osiride, l'unica parte del corpo della divinità che non fu ritrovata. 

E ricordiamo che la nostra Pasqua sarda è chiamata "pasca", una parola simile a "pesce", riadattata al femminile. 

E che "pesce", non significa niente altro che unione degli opposti in equilibrio. La Vesica Piscis, che nell'incontro delle due circonferenze, crea il pesce, la mandorla mistica, maschile e femminile insieme. 

Come nel perfetto equilibrio degli equinozi, dell'equinozio primaverile. 

Come nella Tanit, che ha il Sole, la testa, in perfetto equilibrio nella linea equatoriale delle braccia, come in un pentacolo. 


Abbiamo visto come l'Antica Civiltà Sarda era attentissima a questi Sacri equilibri, tra gli opposti. 

Avevano capito benissimo che solo un equilibrio tra opposti, dà luogo alla creazione, alla rigenerazione, alla resurrezione. 

Infatti la Pasqua si celebra a inizio equinozio in concomitanza del risveglio della natura. 

Gli Antichi Sardi erano degli Iniziati, ancora prima che lo fossero gli Antichi Egizi. 

Abbiamo anche un'Arbatax, in provincia di Nuoro, troppo simile alla parola Abraxas, il grande demiurgo, di cui parlerò in un altro momento. 


Quel che mi preme sottolineare è il ripetuto simbolismo di questo antico Chrismon risalente  a molto prima Cristo trovati in questo Nuraghe di Nurdole che indica, quello che per loro era il fulcro creativo della nascita, rinascita divina :Orione con la sua conformazione a X, a clessidra (così presente nella tradizione sarda, anche nel ballu tundu) che si interseca con la via della rinascita astrale, la via Lattea. 

E questo spazio virtuale di rinascita, è rappresentato anche da quel "rombo/quadrato, che si vede a sinistra in basso nel blocco. 

È presente una serie di 5 rombi/quadrati, uno dentro l'altro. 

Ancora il numero cinque, legato al Toro, ad Aldebaran, il portale per la rinascita.

Il torello con il corno sinistro spuntato, tracciato come traiettoria "cintura Orione/Aldebaran/Pleiadi, come abbiamo già visto nel mio precedente post. 


Rombo che è simbolicamente anche la" vagina/arca/argha"("argha", ricordo, è "vagina" in sanscrito). 

Perché la via Lattea è una vagina/arca che trasporta l'Horus verso la  rinascita. 

I motivi a Spiga indicano, auspicano, questa rinascita, anche nel mondo terreno. 

C'è anche una forma leggermente rettangolare. 

Ricorda esattamente quel" quadrato/rettangolo"che si crea in astrale, come vi ho mostrato dai miei (umili, non sono una grafica, e non ho il pc)elaborati grafici, come piattaforma dove soggiornano le tre stelle della cintura di Orione, piattaforma energetica per la costruzione della piramide, della doppia piramide, con i vertici su Aldebaran e su Sirio, le due Veneri, le due polarità che mettono in moto energetico la piattaforma creativa della Cintura di Orione. 

Come un Sator, come all'interno del quadrato Vitruviano. 

La quadratura del Cerchio è lì. 

E i Giganti sono assolutamente parametrati a queste proporzioni auree, in modo che la loro cintura, simbolica della cintura di Orione, risulti come centro creativo di sviluppo. 

Loro, gli Architetti Divini, i Sacri Iniziati che conoscono i segreti delle proporzioni auree, e quindi della perfezione in terra. 


È adesso, mente scrivo, mi viene in mente che anche nel Menhir di Laconi, è rappresentato quello che sembra un doppio pugnale, e che invece non è altro che la rappresentazione dei due triangoli uniti per la base, che rappresentano la tridimensionalità delle due piramidi che vedevano in cielo, e che poi rappresenteranno sulla terra. In Egitto, soprattutto. 

Ma la Sardegna, deve essere piena di piramidi. Ci sono rilievi troppo precisi per essere naturali. 


E alla luce di quest'ottica, anche il capovolto è una delle due metà del simbolo Chrismon, o della stella a 8 punte, se vogliamo, che anche numericamente indica l'unione tra cielo e terra, tra umano e divino, l'infinito. 


E ora capisco meglio anche il vedersi riflessi, in modo capovolto, nel pozzo di Santa Cristina, come una X, speculari, come la X di Orione. 

Infatti i gradini superiori, quelli impraticabili, in numero dimezzato, parlano di Ascensione, con tutto quel gioco di ierofanie che si rivela proprio il 21 aprile, data presumibile dell'inizio del nostro antico calendario. 

Aprile che in ebraico era chiamato "abib" , come primo mese dell'anno , che significa Spiga, e che in sardo di dice "Abrili". 


Due nomi simili foneticamente. 


Ecco perché è presente anche la Spiga  nel blocco di trachite, perché indica l'inizio di una nuova vita, sulla piattaforma di ascensione delle tre stelle della cintura di Orione. 

Ecco perche il tre è sempre presente. Anche nelle Domus de Janas, nelle triple cornici. E gli ingressi quadrati, sono gli ingressi nella piattaforma quadrata dell'ascensore. 


Ci sono anche tre rombi/quadrati, disposti in modo vericale, nel blocco di granito, con un puntino in mezzo che sembra un occhio, sempre con 5 fasce di decorazione intorno.. 

Più chiaro di così.. La via per l'Occhio del Toro, aldebaran, il portale sacro, per il Terzo occhio della consapevolezza, del Divino. 

Anche quella che sembra una Pintadera, nel blocco più piccolo, presenta una conformazione interna portante, a X. 

Gli animali ritrovati insieme ai blocchi, potrebbero avere una funzione totemica, come il leone, che riguarda il richiamo della potenza e protezione degli antichi avi, come coloro che costruirono la Sfinge del Sinis tra il 10.000 e l'8.000 a.C., presumibilmente, visto che questa era l'era del Leone.

C'è anche un blocco, dove è presente una Samech, quindicesimo Sacro Archetipo Ebraico, che indica protezione, benedizione sacerdotale, intimo legame tra umano e divino( è la lettera, che nella sua forma ricorda il Sistro egizio, il nostro "sciranchizzi", il risvegliato di coscienza). 

La Samech, corrispondeva alla lettera X. Quindi tutto torna. 

 

Un reperto stupendo, che parla di uomini con un notevole spessore spirituale, attenti al dettaglio, permeato di sacralità e regalità, raffinati conoscitori della dimensione astrale e cosmogonica. 


Ma non solo. 

Molto più di questo. Guardavano in tridimensionalità. 

Sapevano costruire dimensioni. 

Sapevano vedere le Piramidi, perfette nella loro architettura, nelle coordinate Stellari. Ecco perché sono state costruite con i parametri della Geometria Sacra. 

Dimensioni sacre, di cui abbiamo perduto le coordinate, e che hanno portato in terra, grazie all'Intelletto, che li ha distinti come i costruttori del Divino in terra. 


Tiziana Fenu 


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https://maldalchimia.blogspot.com/2021/02/il-progenitore-del-quadrato-di-sator-il.html


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Simbologia dei conci di trachite del Nuraghe di Nurdole.


Petroglifi su blocco di trachite nuraghe di Nurdole



Pintadera Sarda con decorazione a stella a. 5 punte







Moneta ritrovata nell'area archeologica di Mont'e Prama con stella a 8 punte sul Toro, e Sardus Pater

Crhrismon con alfa e omega
Osiride con X sul petto

Chrismon in un tempio egizio

Petroglifi sempre a Nurdole, con Samech in alto a destra

Sistro egiziano /sciranchizzi sardo

Menhir con capovolto e doppio pugnale  al Museo di Laconi

Sigillo Chiave di Salomone

Sigillo Chiave di Salomone piccola



Maschera Ghignante di San Sperate 

Tanit e Stella a 5 punte