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Questo sito nasce ispirato dalla Sacra Divinità dell'Ape, che mi ha amorevolmente guidata alla scoperta di ciò che è la mia Essenza, manifestazione in E come un'ape, prendo il nettare da fiori diversi tra loro, producendo del "miele-Essenza" diversificato. Ma con un filo d'Oro conduttore l'Alchimia nel creare, nell'Athanor della ricerca intima, multidimensionale, animica. E in questa Alchimia, amare le parole nella loro intima Essenza. Soprattutto quella celata. Le parole creano. Sono vibrazioni. Creano dimensioni spaziotemporali proprietà, trasversali. Che uniscono dimensioni apparentemente distanti. Azzardate. Inusuali. Sempre dinamiche Sempre. operose. Come le api. A cui devo ogni mio battito d'Ali. COPYRIGHT ©®I contenuti presenti sul blog Maldalchimia.blogspot.com, quelli scritti ed elaborati dall'autrice, Tiziana Fenu, proprietaria del blog, non possono essere copiati, riprodotti, pubblicati o redistribuiti, in qualsiasi forma, se non, riportando nome, ©®Diritti intellettuali riservati e nome del blog,

domenica, giugno 28, 2020

💛I Guerrieri che dominavano l' energia

Osservavo queste tre immagini. 
La prima è un bronzetto sardo  che rappresenta un guerriero. 
La seconda è il Maschinganna, la maschera Sarda, maestra degli Inganni. 
La terza è la divinità egizia Amon, demiurgo e creatore di tutte le cose. 
Ho trovato tantissime affinità tra queste tre figure e sono molto più legate di quel che si voglia semplicemente raccontare. 

Partiamo dalla divinità Amon, non per importanza. ma perché è quella maggiormente documentata storicamente, artisticamente e iconograficamente. 
Amon era una divinità egizia, la principale del Pantheon delle divinità egiziane, era il Grande Demiurgo, il protettore dei  Re egizi, tanto ,che al loro nome affiancavano la desinenza Amon, come fece Tutankhamon
Considerato il "Dio nascosto", occulto e silenzioso, la cui identità non poteva essere rivelata.
Veniva rappresentato con un lungo copricapo aurorale, che rappresentava l'aurora boreale, come se fossero dei pennacchi di fasci di luce. 
Era considerato il Dio delle apparizioni elettriche, legate alla terra, ma non solo, perché tutti i  pianeti presentavano brillanti tratti aurorali di elettromagnetismo, e in particolare il pianeta Marte. 
Amon rappresentava anche il Dio Marte, perché lo vedevano dalla terra, ed  era rappresentato come un sole rosso, con un campo magnetico altamente visibile. 
E infatti Amon era  rappresentato simbolicamente anche da una testa  di ariete con le corna toroidali che richiamavano il campo elettromagnetico toroidale della terra e dei pianeti in generale. 
Amon era considerato energeticamente la divinità più potente dopo il re, perché era un re che si era autogenerato, era il dio della fecondità , il Dio Toro della sua stessa madre
Dio che era maschile e femminile allo stesso tempo, solare e  lunare, e che aveva  anche una parte oscura, invisibile. 
Solo dal II mill.a.C., Amon fu assimilato al Dio Ra, il Dio Sole, diventando un Dio  nazionale con un aspetto itifallico, la cui testa di  Ariete. esibisce tratti elettromagnetici simili a quelli della terra. 
Nel periodo faraonico infatti ci furono importanti tempeste, solari e geomagnetiche globali, con espulsione di polveri ,gas e detriti, che resero il sole rosso, così come è rappresentato nelle tombe e nei dipinti della Valle del Nilo, dove gli egiziani sono spesso rappresentati con la pelle rossa, e quasi sempre in abbigliamento succinto. 
Vi erano intense tempeste geomagnetiche, un gran vento solare, e molte manifestazioni di  Aurore. 
Queste luci danzanti erano rappresentate dal grande Dio Egizio Amon, il Dio delle apparizioni elettriche, con i suoi Pennacchi alti e colorati, che con le sue corna da ariete che riproducevano l'energia toroidali. 
A quell'epoca il sole risultava oscurato e molto più attivo elettricamente, così anche il vento solare, che era molto intenso, così forte da creare delle code di plasma visibili ad occhio nudo. 
Inoltre vi erano molti brillamenti solari ed esplosioni di alta energia che facevano aumentare il vento solare e quindi di conseguenza aumentavano anche le aurore visibili sulla terra. 

Amon non viene mai mostrato colpire un nemico, nemmeno  quando le sue aurore  virano sui temi del rosso, che è il colore dell'aggressività, poiché aveva sostanzialmente un indole pacifica. 
Questa divinità Amon, il dio pacifico elettrico e invisibile, ha la stessa fattezza  di due maschere sarde rappresentata nello stesso modo, con una testa  di ariete , e un pellicciotto sopra, a sembianza del caprone, dell'ariete. 

Una è la maschera del Maimone,  maschera sarda di buon auspicio,  invocata soprattutto per le piogge e i temporali. 
L'altra è la Maschinganna, il "maestro degli Inganni" conosciuto come "s'ingannadori"
Una specie di folletto che si prende gioco delle persone,  le attende per  risvegliarle terrorizzate.
Era considerato come un diavolo terrestre. 
Per questo ha le corna, ed era capace di illusioni acustiche ed elettriche, che manifestava spesso con fiammelle e scintille, facendo scappare i malcapitati. 
Non si faceva mai trovare, e a chi si voleva vendicare di lui, lasciava come passaggio visibile veloce, un fuocherello,e un po' di cenere come se fosse passato un fulmine carico di elettricità. 
Si dice che il Maschinganna fosse uno degli antichi custodi de "is Scurgiorgius" , i tesori nascosti, i segreti di questa terra, tramandati oralmente, che non si potevano dire a voce alta, e di cui non vi è traccia scritta e di cui nessuno, paradossalmente può parlare. 

L' altro personaggio che nelle fattezze è uguale a su Maschinganna ,con corna caprine da Ariete , è su Maimone, divinità molto diffusa nella mitologia della Sardegna, il cui nome pare sia la radice di quello che poi sono diventati i rappresentanti del carnevale sardo, cioè Is Mamuthones. 
Il Maimone era di buon auspicio, rappresentava il Dio delle acque ,della pioggia di cui in Maschinganna, è la variante più burlona, quella elettrica, rappresentata dal fulmine, che a volte si sente ma non si vede. 
Nella lingua canea la parola " maim", scritto "mam" significava acqua. 
"Amon/ Aman", in Libia, Berberia, presso i Tuareg e Guanci delle Canarie( di cui parlavo nel post della pintadera e pare che siano molto legati ai sardi, geneticamente), significa "acqua". 
Anticamente su Maimoni per essere di buon auspicio e propiziatorio per il raccolto, veniva portato in processione sotto forma di fantoccio come una specie di spaventapasseri, in  una barella costituita da due  canne incrociate, con al centro una corona di  pervinca, che rappresentava la divinità della pioggia, su Maimone, appunto
Veniva gettato nel ruscello per essere sommerso dall'acqua. 
La pianta che si usava per addobbare su Maimoni era la Pervinca ,che in sardo si chiama "Proinca" che è molto simile al verbo "proere", cioè "piovere " in sardo. 
Anche la divinità egizia Amon era indicata come "luce", luce che propiziava i raccolti. 

Quindi ci ritroviamo con una divinità egizia e  due personaggi  della mitologia Sarda che hanno le stesse caratteristiche, una la variante dell'altra. 
Amon, Maschinganna e Maimoni
Invisibilità, velocità, elettricità, effetti speciali elettrici e ottici, acqua ,pioggia, fulmini. 
Ci sono tutti. 

E poi arriva lui, il nostro bronzetto sardo
Soprattutto il guerriero con due scudi circolari. 
Pare non si siano trovati degli scudi del periodo nuragico perché si presume che fossero in legno e in cuoio rinforzato( quindi facilmente deperibili) con una struttura leggera di legno , ma comunque abbastanza resistente nel cuoio per attutire i colpi inferti dalla spada. 
Gli Shardana, gli antichi guerrieri del Mare
Tanto  valorosi da volerli come guardia del corpo personale, il faraone Ramses II
In una iscrizione della Stele di Tanis  risalente al Faraone Ramses II, del 1287 a.C., si dice testualmente :

"Gli Shardana dal cuore impavido. Da sempre non si sapeva come combatterli, essi arrivavano con il cuore ifiducioso, sui vascelli da guerra dal mezzo del Grande Verde (la parte tirrenica del Mediterraneo) e non  si poteva resistere davanti ad essi ". 

Gli Shardana appaiono intorno alla metà del secolo XIV a.C., e restano in Egitto almeno fino al IX sec. a.C.,dove si erano stabiliti, avendo ottenuto In concessione fertili terre nella valle del Nilo. 
Osservando i Bronzetti colpiscono il guanto, l'elmo con lunghe corna bombate all'estremità e gli scudi tondi che si toccano,  con un umbone centrale. 
La forma particolare delle corna , darebbe  da pensare che l'elmo con le corna a  finitura pomellata potessero far parte di un circuito elettrico di cui facevano parte anche gli scudi,  che creassero un contatto. 
Le altre caratteristiche di questo bronzetto sono le quattro braccia ,le due braccia superiori che reggono due stocchi ,mentre quelle inferiori reggono due scudi rotondi rinforzati da tre lamine centrali in bronzo e umbone centrale in bronzo, di difesa o attacco. 
Il bronzetto appare provvisto di  quattro occhi. 

Si dice che rappresentasse il Dio eponimo Sardan, il progenitore dei Sardi, figlio di Eracle( Ercole) o Eracle stesso, e identificato  anche come Marduk, una delle divinità poliade della Babilonia, il Dio guerriero la cui ira è come il diluvio( viene descritto con fattezze doppie e perfette, 4 occhi, 4 orecchie, due nasi..)

Gli Shardana
"Non si poteva resistere davanti a loro e che non si sapeva come combatterli"
Ma cosa avevano di così eccezionale?
Perché erano rappresentati con due scudi e due braccia? Non erano un popolo aggressivo e non credo che portassero con sé, in battaglia questi due scudi rotondi. 
Sarebbero stati ingombranti. 
A meno che , non si azzardi, e qualcuno lo avrà già fatto, che questi scudi,  non fossero un tipo di trasformatore risonante con circuiti elettrici accoppiati, rappresentati proprio da questi due scudi vicini
Inoltre dall'impugnatura dei due scudi, si ha un collegamento che termina dietro la nuca. 

Anche se non mi intendo di elettronica, sono andata a leggere qualche cosa riguardo le bobine di Tesla, e ne sperimento' una grande varietà. 
La bobina di Tesla è un dispositivo formato da un trasformatore che sfrutta l'induzione  elettromagnetica ed altri effetti simili ai fulmini, anche se di entità molto ridotta
Praticamente gli scudi ,in particolare gli umboni, potevano fungere da accumulatori di energia. 
Bastavano due piastre affiancate (in questo caso gli scudi) tra di loro, con un isolante tra le due parti (e il cuoio che le rivestiva poteva fungere da isolante), e in questo modo accumulavano tensione. 
Praticamente erano come un condensatore, o capacitore, usato come accumulatore di energia elettrostatica, collegato poi ad una batteria con diverso potenziale. 
Così facendo tra  gli elementi di quest'armatura(scudi ed elmo), si creava un campo uniforme ,e probabilmente il circuito si creava con le corna dell'elmo che erano in contatto( con una forma inusualmente bombata). 
La bobina di Tesla è famosa anche per la sua capacità di far accendere i tubi fluorescenti a grande distanza senza collegamento elettrico. 
Ora, pensando ai due protagonisti della mitologia sarda , Maschinganna e Maimone,  uno che emana corrente elettrica, l'altro che rappresenta la pioggia, e che comunque veniva usato come spaventapasseri, e pensando ai guerrieri sardi rappresentati del Bronzetti, ci si chiede se anche questi non fossero capaci di emanare corrente elettrica e spaventare il nemico. 
Credo che Tesla si sarebbe divertito molto, con i suoi esperimenti, con gli antichi Sardi.
I buoi con le corna addobbate, che sfilano per le sagre, per la festa di Sant'Efisio il primo maggio, con "is traccas", i carri addobbati a festa, per auspicare abbondanza, fertilità, fulmini che presagiscono ai temporali, portatori di acqua e nutrimento per la terra, custodiscono ancora oggi, questa usanza che evidentemente ha radici antichissime. 

Tutte le  strutture megalitiche in Sardegna, sono estremamente sinergiche. Tutte.
Certo e', che nel complesso, gli antichi Sardi erano abbastanza strani, visti da " un' occhio esterno". 
Più di 7000 nuraghi non idonei all'abitazione, senza tiraggio per il fumo, e soltanto una dozzina di persone all'interno. 
Con questi giganti di Mont'e Prama che facevano la guerra non con le armi, ma con dei "guantoni," che non avevano uno scudo ma una specie di protezione flessibile  con la quale si ricoprivano la testa, con una bassissima valenza sia difensiva che offensiva.
Ci si chiede, in modo azzardato,  se in guerra si difendevano o se preferivano spaventare  il nemico, visto che " non si sapeva come combatterli". 

Questi guerrieri nuragici sembravano più preoccupati di sfidare la morte, di gestire la morte, piuttosto che  cimentarsi in vere e proprie azioni belliche. 
Culturalmente i sardi sfidano la morte ,lo si vede all'interno delle Domus de Janas. 
Lo si vede anche nelle Tombe dei Giganti. 
Lo si vede anche nella peculiarità del riso sardonico, tipico del Popolo Sardo. 
Una sfida che  è uno sberleffo alla morte. 
Il guerriero sardo sembra doppio. 
Ha due occhi ,due  braccia, due scudi rotondi, gli  stessi occhi tondi della Jana. 
E' un "Janus" tridimensionale , quasi cubico.
Una tridimensionalità visibile. Non metaforica, spirituale, divinizzata.
No. È materiale e ben visibile.
Ed è sempre questa visione del doppio che ritorna prepotente, della sintesi degli opposti, vita e morte, passato e futuro, come è presente in ogni aspetto della manifestazione dell' Essenza dei Sardi.
Questo bronzetto incredibilmente bello ed enigmatico, è un guerriero potenziato.

Come dice la Stele di Tanis "non si poteva resistere davanti a loro".
Quindi aveva una potenza ben visibile e non trasfigurata.
Nel senso che non ricorrevano a nature diverse per impressionare il nemico, ricorrendo ,per esempio, alla combinazione tra uomo e animale, o tra  uomo e divinità
Tutto era concentrato in questo guerriero umano, che diventa quasi stereofonico, capace di difendersi da ogni  lato , perché ha quattro occhi,  quattro braccia e due scudi. 
Come se  fosse, non sono un guerriero , ma custode  di un qualcosa di più importante, forse di un'altra dimensione. 
Perché il guerriero sardo con questa altra dimensione ci gioca, non la teme, è il suo habitat naturale. 
Il guerriero sardo è un illusionista, se pensiamo che le sue armature, casco, corna e scudi,  potessero creare un circuito elettrico capace di spaventare i nemici, di paralizzarli di timore ,così come fa su Maschnganna quando si presenta all'improvviso, con  effetti sonori e ottici, che riguardano l'elettricità e i fulmini. 
Così come fa su Maimoni , con i suoi temporali che fertilizza la terra. 
Il guerriero nuragico a quattro occhi,  come Fanes, il primo nato, la divinità priginenia della cosmogonia orfica. 
Fanes che in greco significa "il brillante", il Dio luminoso,e questo ricorda molto Amon la divinità egizia, che veniva chiamato la "luce splendente". 
L' Eros primordiale, ingoiato, inglobato da Zeus, per manifestarsi in tutta la sua potenza, tramite il fulmini e le saette
Elettricità. 
Filo conduttore tra Amon, su Maschinganna, Maimone, e anche, credo proprio il guerriero sardo dai 4 occhi che spaventava i nemici. 
E il caos della materia prima del tutto in Potenza. 
Lo spirito vitale increato e ingenerato. 

Fanes il donatore di vita , Eros primordiale, le forze contrapposte che si manifestano eternamente. Estasi e terrore, vita e morte, creazione e distruzione, dolore e silenzio
Fanes è ciò che si crea dall'uovo primordiale. 
E questo spazio di creazione che unisce gli opposti- contrapposti, i  Sardi l'hanno trovato nella pietra e della Pietra ne  hanno fatto un Uovo Cosmico Narrante. 
I Sardi nascono dalla Pietra e nella Pietra.
Così come diceva Pinuccio Sciola di sé stesso
Fanes mise in moto l'universo. 
L'ermafrodito dalle Ali d'oro. 
E ali d'oro, verranno poi rappresentate, come due angeli Custodi, nella riproduzione dell'Arca di Noè, che ha la stessa dinamica elettrica della bobina di Tesla, come ho scritto in un altro post.(https://maldalchimia.blogspot.com/2020/07/s-arca-sacra.html) 
Come le due pavoncelle l'una difronte all'altra che insufflano l'afflato divino, il "respiro della vita". 
Stessi Sardi ideatori? 
Maschile e femminile insieme.
Questa sinergia sempre presente in ogni manifestazione dell' Animo Sardo in ogni campo. 
Dove tutto è Sigizia
Monade Primordiale.
Armonia. 
Fanes era il doppio, perché guardava davanti e dietro, e ha quattr'occhi perché credeva che nulla dovesse essergli occulto. 
Era  incarnato anche nel Giano bifronte
Il Tempio di Giano era di forma quadrata, con una porta formata da due parti con due anelli. 
Da poco abbiamo festeggiato il solstizio d'estate, la porta degli uomini. 
L'altra, lo ricordo, è solstizio invernale , chiamato il solstizio degli Dei. 
Queste due porte, erano per gli antichi, consacrate a Giano bifronte, delle soglie, dei passaggi, dei portali dimensionali. 
San Giovanni si celebra per celebrare  il solstizio d'estate, il Johannes /  Giano /Jano bifronte, che  ha in mano le chiavi con le quali apre e chiude le porte dei cieli
Jano/Jana/ Janna, che è una porta, un portale dimensionale, che veniva scolpito nelle Domus de Janas, come  i Torii giapponesi. 

Fanes ha un aspetto infuocato, come un'estrema e suprema illuminazione, perché è il simbolo della consapevolezza, della Sophia, della conoscenza. 
Il Fanes  dai quattro occhi,
Come  la Jana, come i Giganti  di Monte Prama. 

La Sardegna è sempre stata considerata una terra misteriosa e sconosciuta. 
Sconosciuta perché era considerata dagli antichi greci,  "la terra del sonno atemporale", secondo la quale nove figli di Eracle in Sardegna  vi si addormentarono, sospendendo lo scorrimento del tempo , attraverso la morte. 
Lo pensava anche Aristotele. 
Immaginarono che per i sardi dovesse  essere un rito  per vincere la morte dormendo. 
Tipico degli sciamani e forse in questo ancestrale desiderio , vi era  il desiderio di unire i  periodi solari e lunari, in un  periodo più grande,  chiamato "grande anno"  dove i 9 giorni lunari, i Figli della Luna, cadono fuori dal tempo, e vengono catturati  dall'esperienza della sospensione,  del solstizio del sole, che si ferma,  che soggiorna
Solstizio, o "sonno senza sogni"..

Aristotele descrive la Sardegna come una porta di fuga dal tempo, come un confine estremo di questi 9 giorni fuori dal tempo
Questo mi fa venire in mente la simbologia del numero 9, della  ierofania  sul nono anello della Tholos , e sul nono gradino del pozzo di Santa Cristina proprio il giorno del solstizio, di cui ho parlato nel mio post.
Un  9 simbolico.
I 9 giorni  nei quali non si è dentro la sincronicità del cielo che si ripete.
9 giorni in cui si sta fuori dal tempo.
È un portale dove il ciclo si interrompe.
Tutto in Sardegna è un portale simbolico
La stessa Jana è una porta portale, ed è lo stesso tipo di leggenda che si trova presso i Dogon, i figli di Sirio, ai quali i sardi sono legati.

Quindi la Sardegna veniva considerata la terra del sonno.
La terra di Crono, del tempo addormentato che si ferma per 9 giorni.
Gli immortali i dormienti, che sono i veglianti delle soglie.
Eroi,  Dei immortali, che praticavano questa veglia attraverso pratiche come l'incubazione.
9 giorni come 9 mesi, i mesi della gestazione, dell' incubazione. Per rinascere a sé stessi.
Le Domus de Janas rappresentavano metaforicamente il  grembo materno. Dove il defunto veniva posizionato in una posizione fetale, pronto per rinascere ad una nuova vita, e spesso vi erano pendenze, dove  penetrava l'acqua, quasi a simboleggiare il liquido amniotico che  accompagnava il defunto nella sepoltura.
Sepolture che erano scavate nella roccia in particolari copelle ,con all'  interno una falsa porta, così come presso gli egiziani
I sardi usavano  l'incubazione anche  per scopi terapeutici, quando giacevano nelle tombe per 5 giorni
Infatti è leggendario, il sonno dei Sardi
Un sonno così profondo, da essere senza tempo, ancestrale.  Solitamente i sardi dormivano anche presso le tombe, dove facevano lunghi sonni, quasi ipnotici. Stavano nello spazio più interno dei nuraghi( molti, con le strutture che li circondano, sembrano labirinti), quello più sacro e isolato. 
Un santuario dove si ha un rapporto diretto  con il divino, in isolamento, in rinascita, dentro quelle spirali che ricordano il femminino che avvolge come una Sacra Vulva, che è un  ritorno al grembo materno, dove si è senza tempo. 

Si narra che Aristeo ,il dio benefico originario della Tessaglia che vigila sui prodotti della terra, come ho già scritto in un mio precedente post, rimase incantato dalle caratteristiche selvagge e dalla bellezza della Sardegna e la rese abitabile. 
Come uno sciamano insegnò riti particolari, come quello delle api e del miele, trasformando l' ogliastro in  olivo ,inventando il formaggio. 
E proprio Aristeo percepisce la Sardegna come un viaggio iniziatico verso l'aldilà. 

I Sardi sono strettamente collegati a questo senso di sfida e di beffa della morte. 
Da una parte ne hanno estremo rispetto perché considerano la morte soltanto un passaggio per una dimensione spirituale e contemporaneamente giocano a beffarla, probabilmente anche mentre combattevano
Questa sfida perenne e ancestrale verso la morte, del giocare con il fuoco, con l'energia, è una loro caratteristica.
Erano temutissimi in  battaglia, si narra, e probabilmente lo erano, perché erano ancestralmente avvezzi a sfidare la morte.
Il riso sardonico nasce sulla bocca degli antichi Sardi. 
E' il prendersi beffa della morte che non viene tenuta. 
E il riso burlone del Maschinganna,  che compare e scompare come un fulmine
Si narra che gli Dei  creano e distruggono ridendo. 
Su Maimone con la sua pioggia e con i suoi fulmini crea e distrugge come tutti gli dei
Amon il dio dell'invisibile della potenza elettrica, appare e scompare, ma è sempre presente. 
La progenie più grande, quella più antica e ancestrale, nella mitologia è quella che nasce da una madre vecchia e da un Dio capriccioso,  in vena di scherzare. 

Me li immagino questi antichi guerrieri , sfidare la morte, il fuoco, l'energia. 
Spavaldi ,fieri di sé. 
Sfidarono Talo, il gigante di bronzo, guardiano di Creta, nella sua morsa di fuoco, tra le sue braccia, quando tentarono di invadere l'Isola di Creta. 
Lui, l'uomo di bronzo li strinse nel suo abbraccio infuocato ,ridendo malvagiamente con il suo riso sardonico, e loro risero, con il riso ghignante, sardonico, di questa morte atroce. 
Riso sardonico che e' rimasto una caratteristica del Popolo Sardo in particolare collegata alla maschera ghignante di  San Sperate. 
Chi è tra i miei contatti ,avrà visto sicuramente quanto ami le maschere degli antichi Samurai giapponesi. 
Maschere paurose, eppure ghignanti beffarde verso la morte. 

E  i guerrieri sardi, questi uomini che hanno edificato dei Nuraghi alti,  hanno considerato la pietra come una potenza nascosta, da rivelare, che  unisce in sé Cielo e Terra, Alto e basso, materia e Spirito.
E chi può ascendere verso il cielo è solo colui che conosce la natura intima delle cose e i sardi la conoscevano bene a cominciare dalla pietra. 
I sardi diventano essi stessi, "natura intima delle cose", rispettandone  la dualità, creando in sinergia degli opposti, in qualsiasi loro creazione. 
Fanes dei Doppi occhi  che nasce da un uovo, così come il sardo, nasce dalla pietra primordiale. 
I nuraghi sono come una scala collegati al cielo , e del  cielo incarnano l'essenza intima,  la pioggia e fulmini. 
Il sardo è un guerriero con più occhi e più braccia che "abita" il nuraghe, che  e" simbolo della sua stessa Essenza. 
Un Nuraghe fallico che si erge verso il cielo come pietra a spirale. 
Come in una sacra spirale aurea. 
La Pietra e la Folgore. 
Un guerriero che e' invincibile, con  quattro occhi e quattro braccia , dalla vista potenziata e solare , con scudi tondi come il sole che abbaglia il nemico anche con effetti elettrici speciali, visto che era all'avanguardia su tutto. 
Un Maschinganna anche sul campo di battaglia. 
Un' ingannatore con spettacolari effetti ottici, che magari emanava scosse elettriche. 
"E non sapevano come combatterli". 
Questa frase Incisa nella Stele di Tanis,  andrebbe sondata, rivalutata e indagata
Perché ancora ,dal mio. di vista, c'è stato raccontato solo la punta dell'iceberg,  e il resto dell' iceberg è ben diverso  da qualsiasi  altra civiltà sia stata mai raccontata. 

Tiziana Fenu
©®diritti intellettuali riservati

I Guerrieri che dominavano l' energia

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venerdì, giugno 26, 2020

💜Scritto mio - Non un passo avanti...

Non un passo avanti, non uno indietro
La donna deve essere al fianco dell' uomo. Al fianco
Deve essere proprio il suo fianco
L' uomo deve poter contare su di lei
La deve sentire branco, alleata, complice
Si deve poter fidare ciecamente di lei
Ancestralmente è un guerriero, un conquistatore
Deve poter sapere che quel suo fianco , è il suo stesso. Che lei è della sua parte.
Qualsiasi cosa accada
E lui, da conquistatore di terre, di spazi, deve poter spaziare in lei
La donna ha questo dono di natura
Fa spazio in lei quando affronta una gravidanza.
Fa spazio in lei per tutti i suoi figli indistintamente
E cosi deve fare con l' uomo.
Deve creargli spazio. L' uomo ama questa territorialità incarnata dalla donna
È un conquistatore. Fin dai tempi che furono
Vuole sentirla sua in ogni modo. Fisicamente, mentalmente , emotivamente
Perché ad un certo punto il Guerriero si toglie l' armatura e vuole un ventre sul quale riposare, un cuore sul quale non avere incertezze
Una mente che sia sintonizzata alla sua
Perché lei è l' alleata, la partnership, l' amico fedele, la sua seconda mente, la sicurezza.
Colei con la quale ride come un bambino.
Il rifugio. Il ristoro.
Ama che si riconosca in lui una guida per come muoversi nel mondo, e ama al contempo che la donna si fidi di lui. Niente lo gratifica più di questo
È cemento che stabilizza l' unione
Non perché vuole dominare. All' uomo piace dominare in società
Nell' intimità di una coppia, nel quotidiano, si lascia ammaliare dalla grazia con cui la donna gestisce il suo regno
E ama essere gestito da una donna innamorata
Anche nell' intimità.
Trattarla come una Dea, da compiacere e soddisfare è tipico degli Uomini che hanno in sé questo aspetto femminino equilibrato con il mascolino
E la donna deve accogliere entrambi
Sia il Guerriero , sia il Re Nudo
Quello che le rivela le sue fragilità, la sua voglia di deporre le armi ,ogni tanto, di non guardarsi alle spalle e al fianco
E di essere al suo cospetto
Affidarsi, a quella parte di sé, che deve essere come la sua ombra fidata.
La sua Luna, colei che vede anche al buio, con il suo intuito
Perché il buio, è il suo habitat naturale. Lei nel buio crea, genera la vita
Nel suo grembo, sottoterra come un seme. È tutta intuito. Vede dove l' uomo non vede.
L' uomo è Sole, non riesce a vedere l' ombra
E senza Ombra, non esisterebbe nemmeno il Sole
Non un passo avanti e non uno indietro
Ma al fianco
Con quella presa di mano maschile che attende, che protegge, che la fa stare leggermente dietro, ma solo affinché il braccio le faccia da scudo
Lo scudo del Re.

Tiziana Fenu

©®Diritti intellettuali riservati 


💜La vera donna non ha bisogno di competere con l’uomo

La vera donna non ha bisogno di competere con l’uomo; è un essere dotato di qualità specifiche che è assurdo paragonare a quelle maschili. La donna in comunione, in cooperazione assoluta con il suo uomo, intraprende il cammino dell’amore, della verità, del rispetto delle leggi universali. Una vera donna cammina verso il futuro con amore, con dedicazione e accettazione. Ha uno sguardo sereno e parla con dolcezza e rispetto; c’è tenerezza nel suo cuore. La sua energia è costituita da vibrazioni più sottili che la elevano a un livello più spirituale. Per questo ancor oggi si dice: "La donna apre all’uomo la porta dell’eternità; la vera donna è una semi dea, figlia della Pachamama, della Grande Madre Cosmica, fonte di vita eterna". E così lei è il cammino verso l’eternità, la strada che permette di fondersi con l’infinito per imparare a comprendere e a realizzarsi nella vita». «Cosa deve fare l’uomo assieme alla donna?» chiese Kantu molto interessata alla sua vita futura. «L’uomo vicino alla vera donna si divinizza» spiegò con molta sicurezza Mama Maru. «Per scoprire i misteri della divinità l’uomo deve penetrare nel cuore della donna perché la Pachamama vuole solo ciò che la donna desidera. Se la Pachamama è amore, anche la donna lo è. L’uomo deve considerare la donna come la versione della natura creatrice la cui morale si basa sul rispetto per la vita.»

Tratto da " La profezia della Curandera" di Hernàn Huarache Mamani

La vera donna non ha bisogno di competere con l’uomo

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💜Scritto mio. Il Tantrismo..

Il tantrismo non può essere insegnato. Né si impara
Ti viene donato come un Dono e diventa la tua dimensione naturale,  il tuo stato naturale d' Essere
Entri in frequenza vibrazionale con Ottave alte. Armoniose.
E diventi tu stessa fucina di sublimazione
In tutto ciò che capti in Amore e Bellezza.
La Kundalini funge da sensore, da amplificatore
È una strada di non ritorno.
Non puoi fare sesso, una volta tantrico, e una volta no.
Diventi tu stessa tantrica. Non puoi più essere altrimenti.
È entrare nella natura intima delle cose, delle persone, e sentirne il calore e il nutrimento, e restituirlo.
Il sesso inizia dall' intimità d' anima, di emozioni
Dal mostrarsi nella propria verità
Quando consenti all' altro di entrare totalmente dentro di te, nelle tue zone "molli", vulnerabili, quelle belle, soffici, da baciare delicatamente, allora capisci
Ti senti espandere dentro di lui. Si entra l' uno dentro l' altro, come una seconda pelle, e lo si sente in ogni poro, in ogni respiro. In ogni battito
In ogni pausa che si è preso per raccontarsi, per rivelarsi, per donarsi a noi
Allora ci si sincronizza. Si incomincia ad avere lo stesso battito, lo stesso ritmo. Lo si sente espanso ovunque.
In tutti e cinque i sensi e oltre
Così si raggiunge un piacere che è indescrivibile. Periferico e centrale nello stesso tempo
Con tutti i chakra aperti
Perché circola amore ed energia fluida, pulita, vera, calda, nutriente
Dall' uno all' altro
Ininterrottamente
Come una danza ancestrale che ci riporta al primo battito di vita
Un qualcosa di magico, profondo, potente e primordiale

Tiziana Fenu

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💜L’amore ha tanti misteri

L’amore ha tanti misteri. È come un gioiello formato da tante pietre preziose le cui lucentezze si mescolano tra loro. Così è anche l’essere umano che, guidato da tanti pensieri, emozioni, desideri e bisogni, crea un’ineguagliabile illusione chiamata innamoramento. Quando questa esperienza amorosa positiva viene trasformata in passione, tenerezza, abbandono totale e dedizione, muove una grande energia fisica e mentale. Un’esperienza amorosa negativa apre invece la strada alle emozioni più oscure e bestiali dell’essere umano: odio, rancore, invidia, gelosia, sete di vendetta, tradimento, crimine e distruzione. La storia dei grandi amori dell’umanità è il racconto delle vite tormentate di uomini e donne che hanno vissuto momenti di luce e ombra, con i rispettivi alti e bassi: amore, attimi di allegria, picchi passionali, disillusioni, dolore, tristezza infinita e odio profondo. Gli uomini e le donne hanno sacrificato potere, ricchezze, beni, lavoro per amore. Amando hanno realizzato le azioni più incredibili o sono caduti nel più profondo sconforto. Tutti, in un dato momento della nostra vita, siamo stati fedeli devoti della Dea dell’Amore e i nostri cuori hanno battuto al ritmo dell’energia divina dell’amore incondizionato.

Tratto da " La Dea dell' Amore" di Hernán Huarache Mamani

L’amore ha tanti misteri

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💜Scritto mio. Molte volte basterebbe...

Molte volte basterebbe assecondare Madre Natura, e osservare come nella sua incommensurabile saggezza cerchi sempre un equilibrio
Non ha bisogno di niente, né di guide. Si autorealizza dando il meglio si sé in ogni frangente
Come esseri umani, abbiamo snaturato parecchio questo fisiologico equilibrio, con una prepotenza, macroscopica, in questo periodo, tutta maschile.
Un maschile che si dimentica che il 50% del suo patrimonio genetico XY, è femminile.
Rinnegare questa parte di sé, che rappresenta la parte creativa con attenzione alla forma, significa non far circolare in sé quella completezza energetica con la quale siamo stati creati
L' uomo possiede elettricamente l' idea.
La donna dà all' idea una forma, poiché essa ha un' energia magnetica.
La compatta nella migliore forma possibile. La confeziona con pazienza e con attenzione ai dettagli.
Nella gravidanza sublima al meglio questi aspetti : la pazienza, la grazia, lo scambio d' amore con la sua creatura
Tesse con calma la nuova vita, e sé stessa attraverso questa nuova esperienza.
Un dare e avere in reciprocità energetica. Fa così anche con l' uomo.
Perché la donna è essa stessa ciclicità. È lunare , con il ciclo mestruale. Si lascia accompagnare dalla circolarità dei ritmi naturali, e l' energia dentro se stessa, e verso l' esterno è sempre dinamica e circolare. Deve produrre, fare, coinvolgere, dare
Tutto le ritorna a sé.
È un' alchimista.
È la fucina della vita. Dentro sé accade il miracolo dell' incontro tra ovulo e spermatozoo. E tutto in lei si adatta e coopera in questo incontro , che è sinergia di trasformazione.
Sa che il segreto che consente la trasformazione e la creazione è proprio l' accoglienza
Molti uomini, con la loro parte femminile, non sono accoglienti.
Hanno sempre questa sorta di "penetrazione" energetica prepotente , autoreferenziale, unilaterale, costantemente attiva.
E questo, si traduce, nell' interazione con il femminile, in disfunzioni energetiche. In blocchi, in manifestazioni di un femminile distorto, che comunque salta fuori ugualmente, perché è inevitabile.
Un maschile che ha in sé i lati peggiori del femminile
Un maschile che impedisce ad un femminile di manifestarsi , spegne energeticamente il femminile
E sviluppa in sé, di riflesso, un maschile arido, selvatico, barbarico. Di conquista , ma non di sviluppo.
Di dominio , anche territoriale, ma non di creazione
Non riesce a formare cooperazione, nido
Non riesce a tenere acceso il fuoco
Solo la donna è custode del Fuoco
La Donna è acqua. E l' acqua spegne il Fuoco
Il maschile non ha nessun potere sul femminile
Ma quando si attiva in modalità positiva verso esso, può portare se stesso e il femminile, a vette altissime
Il Drago che porta ad ebollizione l' acqua.
E, insieme, diventano aria, vapore. Quintessenza. Etere.
Un' elemento molto più nobile della densa materia
Gli uomini veramente di successo, belli, completi, sono proprio questi
Uomini che lasciano spazio al loro femminile di manifestarsi, e non esiste gesto o pensiero che non si rifletta anche esternamente, verso le donne.
Sono in accoglienza , in ascolto. Le valorizzano. Le incentivano . Non sono in competizione.
Danno loro modo di manifestarsi, di creare
Perché hanno imparato una cosa molto importante.
La donna non crea mai da sola. Se lo fa, è solo perché ci è stata costretta da un maschile latitante
La donna desidera sempre co-creare
L' energia elettrica del maschile è carburante, è legna profumata di bosco, per la sua fucina alchemica, generosa e coinvolgente
La donna non è mai sterile. Sa trasformare il piombo in oro
Accogliere il proprio femminile, sia che siamo donne o uomini, significa manifestarci al meglio, in Bellezza, con tutti i colori più belli
In magnificenza e abbondanza
Così come è in Natura
Dio ha l' i-dea, e la Dea la mette in forma.
La Dea  tras- forma  l' I-Dea
Nel modo migliore che sappia fare

Tiziana Fenu

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Scritto mio. Molte volte basterebbe.

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💜Tanto tempo fa, quando ancora tutto era nell’oscurità

Tanto tempo fa, quando ancora tutto era nell’oscurità, i signori dissero  che il serpente si era arrotolato per nove volte, che per nove volte il  tempo era trascorso ed era giunto il momento di riunirsi. Le tribù disperse, circa una ventina, furono convocate al gran consiglio. Qualche ora dopo la mezzanotte le tribù iniziarono ad arrivare, stanche del lungo cammino, ma i loro occhi brillavano per l’allegria di ritrovarsi. Danzarono, cantarono, ricordarono le loro origini, invocarono i loro totem, si raccontarono dei loro dei, dei miti e delle leggende. Le guide di ogni tribù accesero un gran falò con la miglior legna di 13 alberi, si presero per mano e intrapresero il volo, strisciarono il ventre sulla terra e avvenne la trasformazione: germogli simili a squame ricoprirono le loro pelli, la terra si inumidì, dai lati del loro corpo spuntarono le ali; prima nuotarono, poi saltarono finché un lapillo del falò li consumò e sparirono senza lasciare traccia. All’alba alcuni videro una grande aquila nera e dorata emanare raggi di luce come un arcobaleno, altri videro un gran falò rosso sangue, come un cuore. Fu allora che la vita entrò in movimento, l’universo iniziò a battere, le tribù danzarono e cantarono con rinnovato fervore, ringraziando. L’alba era arrivata.

Carlos Jesus Castillejos, “I nuovi veggenti”, ed. Chakaruna

💜Scritto mio. Le Fiamme Gemelle...

Le Fiamme Gemelle lavorano ogni microsecondo attraverso l' Energia.
Funge da collante o da deterrente
E di questo bisogna tener conto .
Costantemente
Una Fiamma, se connessa alla sua Essenza, sente tutto. Lavora costantemente per mantenere il suo privilegio di Canale Divino e sessuale, puro.
Che non significa asettico, sterilizzato o disinfettato. Significa dare ad esso la massima potenzialità.
Di una forza deflagrante da far paura alla stessa Fiamma che compie questo lavoro
Che si sente sempre più attratta vorticosamente, da questo nucleo di Fuoco Sacro.
Dove ogni strato delle sue mille esistenze si ricompattano all' Anima, ora pronto ad essere accolto e inglobato, in tutta la sua pienezza e massima espressione
Non è più tempo di dispersione.
È un nuovo Sole. Non ha bisogno di gravitare intorno ad altri pianeti
È l' inizio di nuove galassie
Nuovi sistemi solari
Questo devono essere le Fiamme.
L' Energia.
Un Sole sarebbe tale, anche se non avesse dei pianeti che gli gravitano intorno
E le Fiamme devono essere due Soli che si incontrano
Se gravitano intorno ad altri pianeti, non lo sono
Semplice. Logico.
È fisica quantistica
Le Fiamme non gravitano intorno a dei sassolini
Creano nuove Galassie, nuove Dimensioni.
Nuove consapevolezze
Sono Radianti
Sono Emancipanti
Liberano. Non hanno bisogno di costringere a sé.
Respirano
In contrazione ed espansione. Con il respiro dell' Universo
Seguono solo sé stesse. In piena manifestazione della loro Essenza
Ci si può riconoscere in loro, ma senza identificazione.
L' identificazione è un processo duale
Ci allontana da noi stessi
Se ci riconosciamo attraverso esse è perché, questo, esse sono.
Memorie sempre in Presenza
Di ciò che siamo stati. Di ciò che siamo
Tra Fiamme non ci si spiega
Ci si riconosce in Frequenza.
Sono la Domanda alla Risposta
E se ne incontri una, non chiederti se è una Fiamma. Se è la tua Fiamma.
Se non te lo chiedi saprai già che è lei/lui
Lo saprai e basta.
E non avrai più domande da fare.

Tiziana Fenu

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💜C’è sempre una ragione per la quale incontri qualcuno

C’è sempre una ragione per la quale incontri qualcuno e fa parte del gioco scoprire qual’è. Ogni incontro ha un valore, così come ogni sentimento che contiene il nostro cuore... Lasciati sorprendere  dalle persone, dall’amore e dalla mitologia … Da Coppie allo Specchio  solo su Amazon Kindle
ECCO LE RELAZIONI DESCRITTE NEL LIBRO

SIMBIOTICA
Apollo Artemide - paura di sbagliare

PARALLELA
Crono Rea -ansia di chiudere
Artemide Orione - paura di appartenere

COMPLEMENTARE
Poseidone Demetra - paura di annoiarsi
Atena Zeus - paura di deludere
Ermes Maya - paura di crescere

DINAMICA
Urano Gea - paura della vita
Temi Prometeo - paura della dura realtà

OMOGENEA
Zeus Era - timore del giudizio altrui
Demetra Core - paura di cambiare

CIMENTO
Ares Afrodite - paura di perdere
Prometeo Zeus - paura di soccombere

FUNZIONALE
Ade Persefone - paura di amare
Ares Atena - paura di esprimere
Zeus Meti - paura di specchiarsi

Tratto da " Uomini senza Luna" di Matteo Pavesi

💜Scritto mio. Credo che nel corso...

Credo che nel corso della nostra vita incontriamo Anime, e Partners, nello specifico, che ci somigliano animicamente
Come le svariate parti di quel caleidoscopio di cui è composta la nostra Essenza Diamantina
Tante sfaccettature, di cui vediamo il nostro stesso Riflesso attraverso l' altro
Ci riconosciamo
E nel contempo lo riconosciamo simile a noi
Credere che tutti questi partners precedenti siano stati propriamente " sbagliati", non è proprio esatto
Erano giusti per quel momento.
Per far emergere parti di noi che magari erano sopite, per enfatizzarle o valorizzarle.
Si dice spesso, quando ci si lascia, che magari hanno tirato fuori il peggio di noi. Ma ci si dimentica come il collante iniziale sia invece dettato dal sublimare un nostro aspetto
Attraverso l' innamoramento, l' amore che si crea.
Quasi tutti "gli ex" hanno un qualcosa in comune tra di loro. Sembra esista quasi come un canovaccio che li lega
Ma il filo conduttore siamo noi. Attraiamo Anime simili per risonanza energetica
Il punto è che siamo Esseri in continua evoluzione, e le frequenze non possono mai restare stabili
Un rapporto che funziona, e che funziona nel tempo, ha la prerogativa di avere due partners che si agganciano vibrazionalmente, e che restano in quel range oscillante di vibrazioni, comunque riuscendo sempre a trovarsi
Con altri ci si "sfrequenzia"
Dovremo entrare nell' ottica, che questo è naturale, e quasi fisiologico, se lo consideriamo come facente parte di un processo evolutivo sempre in atto.
Ciò che ci crea sofferenza è l' attaccamento a ciò che è mutato, a ciò che non può più essere. Si cambia con il tempo. E molte volte non dipende nemmeno dal nostro partner
L' Intimità d' Anima, conoscersi profondamente , in verità e trasparenza consente anche, se dovesse capitare, un' accoglimento , anche di questi mutamenti
La totale accettazione dell' altro, e anche presenza in queste evoluzioni , anche se dovessero essere , in futuro, senza la nostra presenza.
Non esistono partner sbagliati.
Erano, e sono giusti,  per quell' esatto momento.
Per riportarci a noi stessi o per allontanarcene, e insegnarci poi, a come ritornarci.
La sofferenza , per ciò che non può essere più, umanamente , a volte è inevitabile
Ma lasciamo andare, e benediciamo ciò che di bello è stato, e di come, grazie a questa esperienza, siamo ritornati a noi
E quando ci siamo dentro, cadiamoci dentro, senza remore, cercando e creando con il partner , una vera intimità d' Anima, in pieno rispetto, trasparenza, accettazione
La Sinergia si crea solo tra due verità, forte e potente
Più dello stesso Amore

Tiziana Fenu

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💜Lo spirito indomito è un attributo

Lo spirito indomito è un attributo delle donne che hanno attivo in sé l’archetipo di Artemide, la dea greca della caccia e della luna, nota ai romani come Diana, sorella gemella e maggiore del dio del sole Apollo. Come dea della caccia, errava per luoghi selvaggi, armata di arco e faretra, accompagnata dai suoi segugi, da sola o insieme ad alcune ninfe. Artemide trasse in salvo la madre ed era la protettrice delle giovani fino alla pubertà e dei cuccioli. Le donne incinte la invocavano perché lenisse i loro dolori (l’artemisia, la pianta che porta il suo nome, è ancora usata a questo scopo dalle levatrici). Era sempre pronta ad aiutare i suoi protetti e a punire chi facesse loro del male o mancasse di rispetto a lei. Artemide rappresenta la predisposizione archetipica alle relazioni paritarie e fraterne con gli uomini, la sorellanza tra donne, la capacità di perseguire un obiettivo distante o di accettare una sfida, la predilezione per la natura invece che per la città.

Tratto da "Artemide" di Jean S. Bolen

💜Il tolteca è un saggio, è un lume

Il tolteca è un saggio, è un lume, una torcia, una grossa torcia che non  fa fumo. Rende saggi i volti degli altri, permette loro di bere il cuore.  Non passa distrattamente per le cose: si ferma, riflette, osserva. Un tolteca tutto prende dal cuore; è abbondante, multiplo, inquieto, abile, capace; si addestra, dialogando con il proprio cuore, trova le risposte dentro di sé. Lavora con gioia, fa le cose con calma, cautamente, come un artista; ricompone i difetti e rende i dispersi concordi; adatta le cose. In questo modo diventerai tolteca: se acquisirai l’abitudine e il costume di consultare tutto con il tuo cuore. La sete dei toltechi è es-sere uomini di propria esperienza.

Huehuetlatolli, V

Tratto da "Nel giardino delle Curanderas" di Diego Dentico

💜Quanto vi sentite libere?

“Quanto vi sentite libere? Quando vi siete sentite libere? Libere dai pregiudizi, libere dai legami, dalle convenzioni sociali? Da quanto non vi concedete del tempo ‘vero’ per voi? Per osservare la Luna e le stelle, per sentire il profumo dei fiori o quello del vento... Per assaggiare i fiocchi di neve o camminare scalze lungo la riva del mare o in un prato... Da quanto tempo non ascoltate il vostro lato selvaggio? Da quanto tempo non vivete come Sacerdotesse della Dea? Da quanto tempo non camminate sul sentiero che è stato percorso dalle vostre Sorelle, rosso come il sangue... sangue versato, sangue mestruale, sangue che dona la vita? Da quanto tempo non ascoltate il vostro sangue, dove scorre l’energia della Dea, dove tutto si rinnova? Nel vostro grembo, come nel Calderone di Ceridwen, tutto ha inizio, tutto finisce, per poi rinascere.”

Tratto da " La Dea oltre il tempo" di Helena Cordara e Juliana Gomez da Silva

Quanto vi sentite libere?

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💜Nell’Epinomide è pienamente sostenuta...

Nell’Epinomide è pienamente sostenuta la dottrina dei numeri pitagorici in relazione con le cose create. Da vero platonico il suo autore è convinto che la sapienza può essere raggiunta solo attraverso un’inchiesta sulla natura occulta della creazione: essa sola ci assicura un’esistenza felice dopo la morte. In questo trattato si specula a fondo sull’immortalità dell’anima; ma il suo autore aggiunge che noi possiamo raggiungere questa conoscenza solo attraverso la completa comprensione dei numeri, perché l’uomo incapace di distinguere, una linea retta da una curva non sarà mai abbastanza sapiente per stabilire una dimostrazione matematica dell’invisibile, ossia dobbiamo assicurarci dell’oggettiva esistenza dell’anima (corpo astrale) prima di imparare che possediamo uno spirito divino e immortale. Giamblico dice la stessa cosa, aggiungendo in più che si tratta di un segreto appartenente alla più alta iniziazione. Il Divino Potere, egli dice, si sdegna sempre con coloro “che rendono manifesta la natura dell’istagono ossia che insegnano il metodo per iscrivere il dodecaedro nella sfera. (25) L’idea che i “numeri” posseggano la massima virtù produce sempre il bene e mai il male, si riferisce alla giustizia, all’equanimità del carattere e a tutto ciò che è armonioso.

Tratto da " Iside svelata" di Helena P Blavatsky

💜“Il tronco di Asvattha (l’albero della Vita

“Il tronco di Asvattha (l’albero della Vita e dell’Essere, la verga del caduceo) cresce e discende, in ogni Manvantara (manifestazione) dalle due ali scure del Cigno della Vita (Hamsa). I due Serpenti, quello che vive eternamente e la sua illusione (Spirito e materia), le cui due teste derivano dalla testa unica tra le ali (sostituita in tale caduceo dal cerchio), discendono lungo il tronco intrecciati in uno stretto amplesso. Le due code si congiungono sulla terra (l’Universo manifesto) e questa è la grande illusione, o Lanu!”
(Da un antico commentario esoterico The Secret Doctrine, I, 549)

Tratto da "Iside svelata" di Helena P. Blavatsky

💙Energeticamente siamo dei trasmettitori...

Energeticamente siamo dei trasmettitori e dei ricevitori
È estremante importante fare in modo di essere giustamente sintonizzati sulle frequenze che vogliamo ricevere
Questo significa innanzitutto non creare dei blocchi "densi" che creino ostacoli, sia in entrata che in uscita
Le basse vibrazioni, ciò che non risuona come riflesso della nostra intima Essenza, non dovrebbe trovare nessun tipo di aggancio, che lo possa trattenere in noi
Spesso tratteniamo per paura di perdere certe cose o situazioni
Perché magari umanamente ci sentiamo legati ad essi.
Anche se sappiamo bene che più le tratteniamo a noi, più diventano dense e pesanti come macigni
E impediscono il giusto flusso energetico con le energie dell' Universo e con quelle del nostro Sé Superiore
L' Universo non ama gli sprechi di Energia.
Si focalizza solo dove questa energia può diventare sinergia e co-creazione, perché desidera ardentemente la nostra più totale Manifestazione
Perché quando ci manifestiamo totalmente, stiamo manifestando contemporaneamente la meraviglia dell' Universo.
Siamo dei frattali, dei veicoli di questa grandiosità e perfezione
E ogni volta che creiamo degli ostacoli energetici in questo tipo di "trasmissione", creiamo degli stazionamenti
Uno stagnare che diventa come delle sabbie mobili. Che ci sommerge.
Fino a non poter eesere più in grado, né di ricevere , né di dare
Reputo estremamente importante questo tipo di "accorgimento " costante, da parte nostra.
Molte volte non ce le accorgiamo
E molte volte, abbiamo paura di "fare spazio" e di "svuotarci" da certe "situazioni", anche semplicemente relative a noi stessi e basta
Sono "copertine di Linus", sotto le quali tutto viene filtrato e rallentato
L' Universo ama la Manifestazione
Esplode di Bellezza e Amore in ogni aspetto del suo creato
Si puoi solo immaginare quanto ami la piena Manifestazione degli Umani, che hanno i colori e i profumi più belli dell' Universo
Che hanno un' intelligenza, riflesso dell' Intelletto Divino.
Quando spianiamo la strada a questo tipo di vibrazioni universali, alla fonte del nostro Sé Superiore, collegato ad esse, senza densi ostacoli energetici che tratteniamo in noi, e dietro i quali ci barrichiamo per timore di restare troppo "vuoti", stiamo facendo spazio a tutta la nostra pienezza, a tutta la nostra piena consapevolezza e manifestazione
Siamo connessi ad un qualcosa che oltrepassa l' Umano, ma che dell' Umano diventa divina Manifestazione.
Il Divino ama manifestarsi attraverso noi
Ma proprio perché è Divino, esige un Tempio Sacro, abitato solo dalla nostra energia e da quelle che vibrano in questa frequenza divina e cosmica

Tiziana Fenu

Energeticamente siamo dei trasmettitori..

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💙Oggi come allora...

Oggi come allora
Maniaca dei formaggini
Sacrilegio scartarli del tutto
Il filo rosso deve essere rigorosamente bypassato
Ignorato
Bisogna assaporarli sotto forma di arabesque ribelli e dinamici
Spremuti attraverso piccolissimi varchi
Come quelli di una maglia di rete spezzata.
Che cede.
La morte per spalmatura non si confà ad un Animo Nobile come il formaggino
Traghettatore dei piccoli, nel mondo adulto e scrigno della nostra innocenza, attraverso il quale ogni pietanza diventava la più buona al mondo
È il filo rosso che lega il prima dal  dopo
L' illusione dalla realtà
Un filo rosso inviolabile
So che che c'è .
Ma non posso toccarlo
Non posso tirarlo
Un po come quello tra gli umani che amo e che perdo strada facendo.
So che un filo rosso ci unisce
Ma ogni volta che lo tiro fuori, questo filo disgrega, invece di unire
Allora lo tengo lì
Sottopelle
Come lo tengo sotto l' argenteo involucro
E ogni volta mi squarcia da parte a parte, quando mi permetto di tirarlo un po
E mi spalma sulla realtà, come la più crudele delle punizioni
Ho imparato ad ignorarlo
Come ho imparato a farne degli arabeschi , degli amori spremuti sul cuore
Sto quasi imparando a non mangiare più formaggini
Sto quasi imparando a non avere più innocenza.
E a non avere più bisogno di un formaggino spremuto sul cuore e di un filo rosso che mi tenga insieme
l' Anima
A volte , si riesce a "scartare" le persone dal proprio involucro, andandoci sotto, con la propria nudità.
Anche se questo significa imbrattarsi, sporcarsi
Esporsi
Ma vuoi mettere, il piacere di leccarsi le dita e sentire il sapore dell' altro, non appena ci riesci?
Regalatevi formaggini, e non degli assettici Baci Perugina
Spalmatevi senza remore sulla vita e sul cuore di chi amate
E poi
E poi
E poi, leccatevi le dita insieme

Tiziana Fenu

Oggi come allora...

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💙Nel saggio "propositi..."

Nel saggio "Propositi su Esoterismo e Simboli" , Schwaller de Lubicz scrive:
“La crittografia e il rebus nella composizione di un testo sacro hanno lo scopo di risvegliare l’attenzione del lettore e di guidarlo verso il carattere esoterico. Bisogna essere preparati per coglierlo, vederlo o intenderlo. Questa preparazione non é un sapere, ma un potere e non può acquisirsi che grazie allo sforzo della persona stessa, con un combattimento contro i suoi ostacoli e una vittoria sulla sua natura animale umana”.

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💙Il sacro spesso sconfina....

Il "sacro " spesso sconfina in ambiti non propriamente scientifici, e questo penalizza molto sia i ricercatori in questo senso, sia la ricerca stessa.
Che non ricevono adeguata accoglienza e apertura.
Il sacro è un terreno delicato.
Esige rispetto, delicatezza, e profonda devozione
Si rivela solo  a chi è in frequenza in questa modalità di accoglienza, di ascolto intimo, e di apertura mentale
Il sacro è discrezione.
A volte percorre sentieri poco battuti ed esige un percepire  che non provenga esclusivamente dagli occhi, da ciò che si vede
Non è questione di crederci o non crederci
È questione di "essere", e di capire che il Sacro,  non può essere incasellato in una sola disciplina.
Il Sacro rivela la materia, la sublima, ma solo se non la consideriamo esclusivamente  come tale.

Tiziana Fenu

Il Sacro spesso sconfina...

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